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derivanti dallassunzione di MDMA

Effetti fisiologici

STUDENTESSA: FRANCESCA LO VERSO MATRICOLA: 433182 GIORNO: 30/04/08

EFFETTI FISIOLOGICI DERIVANTI DALLASSUNZIONE DI MDMA

CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA: SCIENZE PER LA PACE: COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO, MEDIAZIONE E TRASFORMAZIONE DEI CONFLITTI CORSO: AGGRESSIVIT POTERE E CONFLITTO MODULO: PSICOLOGIA DEL CONFLITTO

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Sommario
SOMMARIO.............................................................................................2 BIBLIOGRAFIA E REFERENZE .................................................................30

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INTRODUZIONE
La seguente tesina ha lo scopo di illustrare gli effetti fisiologici derivanti dallassunzione di MDMA. La prima parte sar dedicata ad una panoramica generale del sistema nervoso ed il ruolo dei due trasmettitori coinvolti dallMDMA, la serotonina e la dopamina. La seconda parte avr invece lo scopo di fornire una risposta non solo neuro scientifica, quindi come lMDMA si inserisce nella produzione di questi due trasmettitori; ma anche gli stati di coscienza vissuti dallassuntore di tale sostanza con la relativa spiegazione neurofisiologica. La conclusione sar sviluppata attorno alle conseguenze nel breve e lungo periodo che lMDMA provoca allorganismo.

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LE FUNZIONI NEURONALI1 1.1 Il sistema nervoso

Il sistema nervoso un insieme di cellule la cui variet dipende dalla morfologia, specificit molecolare o attivit fisiologica propria della cellula. Unimportante distinzione stata fatta fra le cellule che compongono il sistema nervoso: le cellule nervose (o neuroni), specializzate per condurre segnali elettrici sulle lunghe distanze, e le cellule di sostegno, che, nonostante non siano in grado di condurre segnali elettrici, possiedono altre importanti propriet elettriche. Linterconnessione continua che avviene sia intra che

intercategoria mediante sinapsi forma un insieme intricato, detto circuito da cui dipendono i processi sensoriali, la percezione e il comportamento.

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1.2

Le cellule nervose

Figura 1. Il neurone (ingrandimento: area pre e post sinaptica)

Ogni cellula composta da un corpo cellulare che sviluppa diverse protuberanze ramificate che lo mettono in contatto con altri neuroni. Alcune hanno funzione recettiva, i dendriti, ed altre,
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gli

assoni, conducono le informazioni fuori dal corpo cellulare. proprio queste protuberanze che differenziano

Sono

morfologicamente le cellule nervose le une dalle altre. Analizziamo ora nei dettagli dendriti e assoni e il loro ruolo nel passaggio delle informazioni. I dendriti (insieme al corpo cellulare) costituiscono la zona principale di contatto per le terminazioni sinaptiche formate dalle estremit assoniche di altre cellule nervose. Il contatto sinaptico stesso una particolare elaborazione dellapparato secretore presente in molte cellule epiteliali polarizzate. Normalmente la terminazione presinaptica immediatamente adiacente a una struttura postsinaptica della cellula con cui entra in contatto. Nella maggior parte delle sinapsi non c continuit fisica tra gli elementi pre- e postsinaptico. Tuttavia i componenti pre- e postsinaptici comunicano attraverso la liberazione di molecole dalla terminazione presinaptica che si legano ai recettori della zona postsinaptica. Queste molecole devono attraversare lo spazio extracellulare esistente tra gli elementi pre- e postsinaptici che prende il nome di fessura sinaptica. Le informazioni trasmesse dalle terminazioni che raggiungono i dendriti vengono integrate e lette allorigini dallassone, la porzione della cellula nervosa specializzata nella conduzione dei segnali al successivo sito di interazione sinaptica. Gli assoni sono molto variegati in quanto a lunghezza e possono essere divisi in diversi rami, o collaterali, mediante i quali linformazione pu essere contemporaneamente distribuita a diverse destinazioni. Laddove termina lassone si ha una struttura che viene chiamata bottone terminale e che si occupa del trasferimento fisico dellinformazione ai dendriti di altri neuroni.

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Il meccanismo assonico che trasporta i segnali lungo tutta la lunghezza dellassone stesso definito potenziale dazione, unonda elettrica autorigenerante che si propaga dal suo punto di origine nel corpo cellulare (detto monticolo assonico) fino al termine dellassone. Allestremit assonica, unaltra serie di contatti sinaptici viene realizzata con altre cellule. Le cellule bersaglio dei neuroni comprendono altre cellule nervose dellencefalo, del midollo spinale e dei gangli del sistema nervoso autonomo, oltre alle cellule muscolari e alle ghiandole di tutto il corpo.

In questa fase importante ricordare che la caratteristica peculiare dei neuroni quella di essere cellule eccitabili. Ci costituisce il presupposto perch il neurone possa comunicare. Col termine eccitabilit cellulare, caratteristica dei neuroni e delle cellule muscolari, si intende la capacit di generare e propagare segali elettrici in risposta a stimoli. La cellula nervosa reagisce allo stimolo e produce una risposta che in ogni caso un segnale elettrico. Ci che contraddistingue una cellula eccitabile, rispetto a qualsiasi altra cellula, sono le sue caratteristiche di membrana. Al contrario di tutte le altre cellule, le cellule eccitabili, ossia quelle nervose e muscolari, modificano attivamente il potenziale di membrana, in risposta a una stimolazione esterna. Perch si verifichi una variazione significativa del potenziale di membrana, necessario che la cellula modifichi la permeabilit della membrana a determinati ioni. Le cellule eccitabili sono infatti

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in grado di modificare la permeabilit di membrana agli ioni Na + e K+, in risposta a uno stimolo. Per quanto riguarda i neuroni, questi possiedono canali ionici a cancello. In conseguenza allapertura dei canali, gli ioni entrano e escono dalla cellula, lungo il loro gradiente elettromagnetico. Pertanto gli ioni Na+ entrano mentre gli ioni K+ escono dalla cellula. Il movimento netto di cariche elettriche attraverso la membrana produce una variazione del potenziale di membrana, generando un segnale elettrico. Se il movimento degli ioni rende il potenziale di membrana negativo, si dice che la cellula si depolarizza. Se invece il movimento degli ioni porta il potenziale di membrana a valori pi negativi, si dice che la cellula si iperpolarizza. Alla perturbazione fa sempre seguito il ritorno della membrana cellulare alla polarizzazione iniziale, il potenziale di riposo.

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Figura 2. Il potenziale dazione

Il processo attraverso il quale linformazione codificata dai potenziali dazione viene trasmessa, mediante contatti sinaptici alla cellula successiva, lungo una via nervosa, detto trasmissione sinaptica. Le terminazioni presinaptiche (dette anche terminazioni assoniche, o bottoni terminali), insieme alle loro strutture postsinaptiche, sono normalmente sinapsi chimiche, il tipo di sinapsi pi diffuso nel sistema nervoso. Gli organelli secretori presenti nella terminazione presinaptica delle sinapsi chimiche sono detti vescicole sinaptiche, che sono piene di molecole del neurotrasmettitore. I neurotrasmettitori liberati dalle vescicole

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sinaptiche modificano le propriet elettriche della cellula bersaglio legandosi a specifici recettori prevalentemente localizzati a livello della membrana postsinaptica.

Figura 3. Effetto dei neurotrasmettitori sui recettori

Come

mostra

la

figura

3,

il

recettore,

in

assenza

di

neurotrasmettitore, chiuso. La formazione del legame fra neurotrasmettitore e lo specifico recettore induce lapertura del canale ionico che consente il passaggio di ioni. Questo permette allinformazione di passare al neurone successivo, di immettersi allinterno dei circuiti nervosi, quindi dei sistemi neuronali, e controllare attivati. lattivit comportamentale specifica dei neuroni

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In sintesi, neurotrasmettitori, recettori e relative molecole di traduzione costituiscono lapparato che permette alle cellule nervose di comunicare con altre cellule nervose e con cellule effettrici nei muscoli e nelle ghiandole.

1.3

I circuiti nervosi e i sistemi neuronali

Come gi accennato, i neuroni non funzionano mai da soli; essi sono organizzati in circuiti. I circuiti elaborano specifici tipi dinformazione; sono composti da connessioni sinaptiche, le quali avvengono nella regione di neuropilo; comprendono sia i neuroni afferenti (cellule nervose che trasportano linformazione dal sistema nervoso centrale al sistema nervoso periferico) sia i neuroni efferenti (procedimento opposto a quello dei neuroni afferenti). I circuiti che svolgono funzioni simili sono raggruppati in sistemi neuronali che controllano attivit comportamentali.

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I NEUROTRASMETTITORI: IL RUOLO DELLA SEROTONINA E DELLA DOPAMINA2 1.4 Il ruolo dei neurotrasmettitori nella trasmissione sinaptica (sinapsi chimica) Come gi accennato, le sinapsi sono i contatti funzionali tra neuroni e la trasmissione sinaptica quindi il processo per cui i neuroni vengono messi in comunicazione gli uni con gli altri. Si ricorda che esistono due tipi di sinapsi: 1. le sinapsi elettriche: consentono un flusso diretto, passivo, di corrente elettrica da un neurone allaltro; la corrente fluisce attraverso giunzioni comunicanti (dette anche gap junction), che sono canali specializzati della membrana che collegano due cellule;
2. le sinapsi chimiche: rendono possibile la comunicazione tra cellula

e cellula attraverso la secrezione di neurotrasmettitori; le sostanze chimiche rilasciate dai neuroni presinaptici producono un flusso di corrente secondaria nei neuroni postsinaptici attivando specifiche molecole recettrici. La caratteristica fondamentale di tutte le sinapsi chimiche la presenza delle vescicole sinaptiche (piccoli organelli delimitati dalla membrana) allinterno della terminazione sinaptica. Questi organelli sferici contengono uno o pi neurotrasmettitori, i segnali chimici secreti dal neurone presinaptico. Questi hanno un ruolo fondamentale nella trasmissione sinaptica: agiscono come messaggeri tra neuroni comunicanti.

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Figura 4. sinapsi

Nelle sinapsi chimiche la trasmissione si basa su una complessa successione di eventi. Il processo inizia quando un potenziale dazione invade la terminazione del neurone presinaptico. La modificazione del potenziale di una membrana causato dallarrivo del potenziale dazione causa lapertura dei canali del CA2+ voltaggio-dipendenti nella membrana presinaptica. A causa dellelevato gradiente di concentrazione di ioni CA2+ esistente tra i due lati della membrana presinaptica, lapertura di questi canali determina un rapido ingresso di CA2+ nella terminazione presinaptica, e un transitorio aumento della concentrazione citoplasmatica di questo ione. Laumento della concentrazione di CA2+ a livello presinaptico, a sua volta, permette la fusione delle vescicole sinaptiche con la membrana plasmatica del neurone presinaptico. La fusione CA2+dipendente delle vescicole sinaptiche determina la liberazione del loro contenuto, in prevalenza neurotrasmettitori, nella fessura sinaptica. I trasmettitori rilasciati diffondono attraverso la fessura sinaptica e si legano a specifici recettori localizzati sulla membrana del neurone postsinaptico. Il legame del neurotrasmettitore al recettore causa lapertura (e qualche volta la chiusura) di canali nella membrana postsinaptica,

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modificando la capacit degli ioni di entrare (o di uscire da) allinterno delle cellule postsinaptiche.

Figura 5. La trasmissione sinaptica

Il risultante flusso di corrente indotto dal neurotrasmettitore modifica la conduttanza e di solito il potenziale di membrana del neurone postsinaptico, aumentando o diminuendo la probabilit che il neurone inneschi un potenziale dazione. In questo modo linformazione viene trasferita da un neurone allaltro. 1.5 I neurotrasmettitori

Tutti i neurotrasmettitori sono soggetti a un analogo ciclo di attivit che comprende: 1. la sintesi e limmagazzinamento delle vescicole della cellula presinaptica;

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2. il rilascio dalla cellula presinaptica e il legame a uno o pi recettori delle cellule presinaptiche; 3. rapida rimozione e/o degradazione. I neurotrasmettitori possono essere classificati in due grandi

categorie:
-

i neurotrasmettitori a basso peso molecolare: mediano azioni sinaptiche rapide;

i neuro peptidi: tendono a modulare funzioni pi lente e durature. Il ciclo la complessivo fusione e di delle una sostanza con che funge da del I

neurotrasmettitore implica la sua sintesi, limmagazzinamento nelle vescicole, vescicole dei rilascio neurotrasmettitore lattivazione recettori postsinaptici.

neurotrasmettitori sono quindi rimossi dalla fessura sinaptica. In molti casi il neurotrasmettitore e/o prodotto del suo catabolismo viene riutilizzato per la sintesi di un nuovo neurotrasmettitore. Anomalie delle funzioni dei neurotrasmettitori danno origine a unampia serie di disturbi neurologici e psichiatrici. Di conseguenza, alterazioni del rilascio dei neurotrasmettitori e della loro riassunzione o rimozione mediante farmaci o altri mezzi possono essere importanti per molte strategie terapeutiche.

3.2.1 la serotonina

La serotonina (5-idrossitriptammina 5-HT) uno di quei neurotrasmettitori che inserendosi nel gruppo delle ammine biogene

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costituisce una via intermedia tra i neurotrasmettitori a basso peso molecolare e i neuro peptidi. I corpi dei neuroni serotoninergici sono localizzati sulla linea mediana del tronco cerebrale a livello di bulbo, ponte e mesencefalo, concentrati nei nuclei del rafe. I nuclei del rafe danno origine ad un gruppo omogeneo di neuroni che proiettano i propri assoni verso tutte le principali aree del sistema nervoso centrale: corteccia, talamo, amigdala, ippocampo, nuclei della base, nucleo accumbens, cervelletto, midollo spinale. Le fibre serotoninergiche che proiettano verso le corna posteriori del midollo spinale, in particolare verso le lamine I e II e verso il nucleo spinale del trigemino, indicano un coinvolgimento del sistema serotoninergico nel controllo del dolore. La serotonina, attraverso le sue proiezioni verso le diverse aree cerebrali, partecipa al controllo di numerose funzioni come il sonno, il tono dellumore, lansia e la paura, laggressivit, la motivazione e la ricompensa, lapprendimento e la memoria, il controllo della fame, le funzioni sessuali, la regolazione dei ritmi circadiani, la regolazione del sistema neuroendocrino, la risposta allo stress e la sensibilit al dolore. La sintesi della serotonina avviene nei neuroni dei nuclei del rafe e nelle cellule enterocromaffini ad opera dellenzima triptofano idrossilasi. Pertanto la sintesi di serotonina nel SNC influenzata dalla quantit di triptofano libero plasmatico che passa la barriera ematoencefalica attraverso un trasportatore aspecifico per gli aminoacidi aromatici. Una volta rilasciata nello spazio sinaptico, la serotonina interagisce con specifici recettori presenti sulla cellula postsinaptica, in grado di propagare la trasmissione del segnale e generare la risposta cellulare. Linterruzione di questo segnale dovuta sia alla

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rapida rimozione del neurotrasmettitore dalla sinapsi che alla sua metabolizzazione, ad opera di specifici enzimi. La rapida rimozione del neurotrasmettitore dallo spazio

sinaptico avviene ad opera di meccanismi di recaptazione presenti nello stesso terminale da cui il neurotrasmettitore stato rilasciato. Questo meccanismo consente al nostro organismo di non sprecare la serotonina in eccesso, ma di immagazzinarla e utilizzarla in situazioni in cui non possibile assumerla. La molteplicit degli effetti mediati dalla serotonina deriva dallinterazione del neurotrasmettitore con unampia variet di recettori di membrana, localizzati sia nel sistema nervoso (centrale e periferico) sia negli organi periferici. Essi sono stati, infatti, localizzati anche in organi quali cuore ed altri organi dellapparato cardiocircolatorio e nellintestino.8

3.2.2. la dopamina
La dopamina, come la serotonina, appartiene alla classe delle ammine biogene. Il suo ruolo consiste non solo nella coordinazione dei movimenti corporei, ma anche nella sintesi della noradrenalina. La dopamina viene trasportata mediante vescicole nelle terminazioni adrenergiche, dove viene convertita a noradrenalina. I principali neuroni che sintetizzano la noradrenalina sono le cellule dei gangli del sistema simpatico, dal momento che la noradrenalina il principale trasmettitore periferico in questa sezione del sistema nervoso autonomo. La noradrenalina anche il trasmettitore utilizzato nel locus coeruleus, un nucleo del tronco dellencefalo che proietta diffusamente a una serie di bersagli nel prosencefalo, dove influenza il sonno e lo stato di veglia, lattenzione e il comportamento alimentare.

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2. LMDMA 2.1 che cos lMDMA?3

Conosciuta anche come Ecstasy, lMDMA prende il nome dal suo nome chimico MetilDiossiMetaAnfetamina. una sostanza psicoattiva sintetica che agisce sia come stimolante che come allucinogeno, fa sentire pieno di energia chi la usa e produce effetti di distorsione nella percezione oltre ad aumentare la sensibilit del tatto. Viene assunto per via orale, solitamente in pastiglie, ed i suoi effetti durano da 3 a 6 ore. Chi fa uso di ecstasy pu prendere una seconda dose appena gli effetti della prima cominciano ad attenuarsi. Degli studi hanno dimostrato che le pastiglie spesso contengono numerose altre sostanze oltre allMDMA, che sono dannose. Fra queste sostanze troviamo: metamfetamina, caffeina, dextromethorphan, efedrina e cocaina. Inoltre, come molte altre droghe, lecstasy solitamente non viene preso da solo; spesso viene assunto insieme ad altre sostanze, ad esempio alcol e marijuana.

2.2

la storia4

LMDMA, conosciuta anche come ecstasy, fu sintetizzata la prima volta nel 1912 dai laboratori Merk, in Germania. In principio fu utilizzata per combattere fame e fatica durante la Seconda Guerra Mondiale. Solo nel 1976 furono evidenziate le particolari qualit psicoattive sulluomo grazie agli studi condotti da Nichols e Shulgins . Fu allora che lMDMA acquist popolarit, prima in America poi in Europa. Famosa per le sue propriet sedative e ritenuta capace di abbassare lo stato di ansia e resistenza psichica dei soggetti,

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lMDMA fu impegnata negli Stati Uniti come medicinale per le terapie di coppia sotto la supervisione di un analista. Messa al bando il 1 luglio 1985, lMDMA inizia a diffondersi nelle feste rave e discoteche, diventando la cosiddetta club drug (droga da club). In Italia considerata illegale ed quindi inserita nella tabella delle droghe pesanti dal 1990.

2.3

I principali stati di coscienza indotti dallMDMA5

Non si pu stabilire, in genere, una corrispondenza univoca tra l'assunzione di una certa sostanza psicoattiva, psichedelica o meno, e l'induzione di un certo stato di coscienza. Questo per il ruolo giocato dai fattori legati all'ambiente in cui ha luogo l'esperienza e alle aspettative del soggetto. Nel caso dell'MDMA, la variabilit delle risposte specifiche per molto inferiore a quanto avviene per le sostanze psichedeliche. La preparazione dell'esperienza e le condizioni in cui essa si svolge, infatti, contribuiscono in maniera determinante al raggiungimento di un certo stato di coscienza fra un insieme di stati possibili e definibili con precisione. Fra di essi possiamo distinguere, per la loro maggior frequenza, tre stati particolari: uno stato di rave-trance, uno di "apertura del centro del cuore" e uno di "regressione psicologica". Il modello di Tart (1975) dei sottosistemi della coscienza e quello pi recente di Walsh (1990) ci consentono di analizzare questi stati dal punto di vista delle dimensioni soggettive dell'esperienza. Solo con un'analisi di questo tipo, infatti, possiamo dire se ci troviamo

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di fronte a stati di coscienza "discreti" e quindi veramente differenti tra loro. I tre stati di cui sopra hanno come caratteristica comune una forte empatia tra i partecipanti (da cui l'appellativo di "empatogeno" con cui l'MDMA viene talvolta indicata). E' interessante, inoltre, notare che gli stati in questione sono quasi sempre il risultato dell'uso della sostanza in contesti specifici. Si pu anzi affermare che sono proprio il "set" e il "setting" a determinare in modo decisivo lo stato che far seguito all'assunzione della sostanza. Lo stato di rave-trance comunemente associato all'uso di MDMA in discoteca o comunque in grandi raduni ("rave") con musiche ripetitive ad alto volume e danze sfrenate. E' caratterizzato, fra l'altro, da un'elevata attivit motoria, da un diminuito senso di identit e da una scarsa consapevolezza dell'ambiente circostante. Il principale ruolo dell'MDMA, in questo caso, quello di abbassare le barriere emotive che trattengono la piena espressione delle proprie energie e amplificare gli effetti psicofisici della musica (i famosi 120 battiti al minuto della "house music"). Viceversa, lo stato di apertura del centro del cuore tipico di un uso individuale o in un piccolo gruppo, ma comunque in una situazione di quiete e raccoglimento. Si distingue per l'aumentata lucidit e capacit di concentrazione, per la notevole sensibilit verso gli aspetti estetici dell'ambiente e verso le proprie ed altrui emozioni e per una maggiore capacit di comunicare. Da una parte, la calma e la serenit di questo stato lo avvicinano ad alcune pratiche meditative di tipo yogico, mentre la gioia e l'amore incondizionato che lo contraddistinguono presentano delle somiglianze con alcuni stati mistici descritti nella tradizione cristiana e musulmana.

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Lo stato di regressione psicologica, infine, frequentemente il risultato di un setting di tipo psicoterapeutico ed caratterizzato da idee e comportamenti di tipo infantile, quali l'assunzione di una posizione "fetale" e il desiderio di succhiare il seno femminile. Le energie psicofisiche mobilitate dall'assunzione della sostanza si traducono in forti esperienze emotive, ma non riescono, in questo caso, a sfociare in una vera apertura del centro del cuore. Gli stati che abbiamo descritto possono anche essere analizzati, dal punto di vista neurofisiologico, in base alla distinzione fra sistema "ergotropico" e sistema "trofotropico", i due sistemi somatici complementari che controllano la distribuzione e l'utilizzazione dell'energia metabolica nel corpo.

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LE FUNZIONI NEURONALI DERIVANTI DALLASSUNZIONE DI MDMA 2.4 il sistema ergotropico e trofotropico come

spiegazione neurofisiologica ai tre stati di coscienza proposti da Walsh6 Il sistema ergotropico legato alle risposte comportamentali di attacco o di fuga e controlla l'adattamento a condizioni ambientali rapidamente mutevoli (riguarda quindi le risposte sviluppate dallorganismo a determinati input derivanti dallesterno). Il sistema trofotropico, viceversa, responsabile delle funzioni vegetative quali la digestione, il rilassamento, il sonno e cos via (riguarda quindi le funzioni verificano autonome). in seguito I particolari effetti di psicofisiologici MDMA possono che si all'assunzione essere

interpretati come derivanti da una scarica simulatanea di entrambi i sistemi ottenuta per in modo diverso a seconda delle circostanze. In sintesi, per input esterno si intende lMDMA (sistema ergo tropico). Questo provoca un cambiamento del sistema trofotropico. Cambiando questultimo, lindividuo si adatta in maniera differente allambiente circostante (cambia quindi il sistema ergo tropico). Per quanto riguarda lo stato di rave-trance, infatti, si parte da una condizione iperergotropica, di elevata eccitazione, conseguente alle musiche ritmiche e alla danza, per arrivare, nel mezzo di essa, ad un'improvvisa attivazione del sistema trofotropico sperimentata come una sensazione di "tranquillit oceanica", di galleggiamento e di distacco dalle sensazioni corporee. Per quanto riguarda lo stato di apertura del centro del cuore, invece, si parte da una condizione di base trofotropica, di raccoglimento e di meditazione, nella quale si verifica un'improvvisa

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eruzione del sistema ergotropico con fortissime "ondate di energia" che attraversano il corpo e sono accompagnate da sensazioni e movimenti corporei corrispondenti all'iperattivit del sistema ergotropico. L'assunzione di MDMA sarebbe quindi un metodo per provocare in modo diretto condizioni altrimenti raggiungibili con altre forme di alterazione dell'equilibrio fra sistema ergotropico e trofotropico quali, ad esempio, alcune pratiche meditative.

2.5

La risposta del sistema neuronale allassunzione di MDMA7

Diversi studi hanno mostrato come lassunzione di MDMA non sia un fenomeno a s stante, ma agisce sullindividuo in concomitanza con altre sostanze, quali alcol e droghe. Questo impedisce ai ricercatori di ottenere dei risultati chiari e precisi su quali possano essere gli effetti fisiologici derivanti dallassunzione di tale sostanza. Ci che stato evidenziato in uno studio sostenuto dai ricercatori Nakagawa e Kaneko che lMDMA (di cui lacronimo MetilDiossiMetaAnfetamina) agisce principalmente sui trasmettitori della serotonina (SERT), quindi sulle vie serotoninergiche, ed in parte sui trasmettitori della dopamina (DAT), quindi sulle vie dopaminergiche. Analizziamo ora il primo punto. Come gi accennato per i neurotrasmettitori in generale, in questo caso per la setoronina, il ciclo di vita prevede la sintesi del neurotrasmettitore, la sua assimilazione nelle vescicole sinaptiche che, una volta fuse nella terminazione sinaptica, la rilasciano. La serotonina che non viene raccolta dai recettori, viene recaptata dal

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SERT che la fa ritornare nella zona presinaptica. LMDMA intereferisce con questultimo passaggio. Tale sostanza interagisce con il sistema serotoninergico nella fase di reuptake. Il SERT lo trasporta al posto della serotonina allinterno dellarea presinaptica stimolando cos una maggiore produzione di questa. Inoltre il SERT, non recaptando pi il neurotrasmettitore, fa s che tutta la serotonina rilasciata rimanga nella fessura sinaptica. I recettori sono cos costretti a rimuovere 5-HT in continuazione, portando i neuroni ad un continuo stato di eccitazione. La sua deplezione a lungo termine, la conseguente eccitazione del neurone, si correla alla distruzione delle terminazioni del nervo serotoninergico. importante ricordare che la fase di reuptake molto importante poich, vista la mancanza di serotonina negli alimenti, permette di immagazzinare tale neurotrasmettitore nel momento in cui il nostro organismo ne ha pi bisogno.

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Figura 6. Inserimento dellMDMA nella fase di recaptazione

Inoltre, all'iniziale effetto di stimolo della trasmissione serotoninergica segue l'effetto opposto per inibizione della triptofanoidrossilasi (TPH), enzima fondamentale per la sintesi della 5HT; la diminuzione della concentrazione dell'acido 5-idrossiindolacetico (5HIAA), che si pu dimostrare nel liquor in questa fase, indicativa dell'abbassamento della funzione serotoninergica9.

Figura 7. Inibizione dellenzima triptofano idrossilasi

Il fatto che lMDMA sia un metanfetamina stimola il rilascio di noradrenalina dalle terminazioni nervose; la temporanea carica di euforia che avverte chi assume anfetamine un comportamento emotivo opposto alla depressione che qualche volta si manifesta in seguito alla deplezione di noradrenalina indotta dalla reserpina. Il ruolo dellMDMA nelle vie dopaminergiche comunque secondario. Inoltre, come mostrano le figure 7 e 8, lMDMA, interferendo nelle vie serotoninergiche e dopaminergiche, va ad interferire anche sullintero cervello.

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Figura 8. Distribuzione di neuroni nellencefalo umano contenenti serotonina

Figura 9 . Distribuzione di neuroni nellencefalo umano contenenti dopamina


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CONSIDERAZIONI FINALI10 Dal punto di vista fisiologico s visto che lMDMA, attraverso la mancata recaptazione della serotonina, provoca un tale eccitamento della cellula neuronale fino ad ucciderla. importante ricordare che tutte le funzioni del nostro organismo dipendono dalle connessioni interneuronali. Una volta che interrompi le connessioni, in questo caso provocando la morte del neurone, interrompi le funzioni. Riporto adesso alcuni esempi. La serotonina e la dopamina sono entrambi presenti nella parte anteriore dellipotalamo. Questaria del cervello contiene un centro di raffreddamento e un centro di riscaldamento, responsabili della termoregolazione. La serotonina, attivando i neuroni del nucleo posteriore, determina, tramite il sistema simpatico, linnalzamento della temperatura corporea. Al contrario, in presenza di temperature elevate o di sostanze che inducono febbre, si liberano dal nucleo posteriore noradrenalina o dopamina, neurotrasmettitori che attivano il centro di raffreddamento, che determina vasodilatazione periferica e aumento della sudorazione e, di conseguenza, abbassamento della temperatura. Da questa spiegazione si deduce che lMDMA provoca un eccessivo aumento della temperatura poich questa data da una quantit maggiore di serotonina presente nella fessura sinaptica. LMDMA interferisce anche sulle vie dopaminergiche, causando una deplezione del neurotrasmettitore (come gi accennato, la dopamina si occupa di abbassare la temperatura); sotto effetto di tale sostanza, quindi, la quantit di dopamina non sufficiente a controbilanciare gli effetti fisiologici derivanti dallabbondanza di serotonina.

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Inoltre le vie serotoninergiche e dopaminergiche, come si gi visto, sono situate in tutto il cervello. LMDMA, interferendo su queste vie, interferisce su:
-

il controllo delle funzioni di base essenziali alla vita, come il battito cardiaco, il respiro e il sonno;

il sistema limbico, responsabile del piacere. Una volta stimolato ci incentiva a ripetere il comportamento che ha provocato il piacere (quale, ad esempio, il mangiare). inoltre responsabile per la percezione delle emozioni, sia positive che negative (questo spiegherebbe la capacit di molte droghe, tra cui lMDMA, di alterare lumore);

la

corteccia

cerebrale,

importante

per

la

codifica

delle

informazioni derivanti dai sensi, potenza le nostre abilit quali pensare, pianificare, risolvere problemi e prendere decisioni. Bisogna considerare inoltre la possibilit di dipendenza da questo tipo di droga. La dipendenza definita come una malattia del cervello cronica e recidiva, caratterizzata da una ricerca e da un uso compulsivo di droga. La dipendenza considerata una malattia del cervello poich la droga ne altera la struttura e il modo di funzionare. Questi cambiamenti a livello cerebrale possono durare a lungo, portando a comportamenti dannosi riscontrabili in chi fa uso di droghe11. Come mostra la figura 9 e per i motivi gi accennati, labuso di sostanze stupefacenti riduce il metabolismo cerebrale.

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Figura 10. Decremento del metabolismo cerebrale negli assuntori di droghe

Se lassunzione di MDMA continua, le attivit piacevoli derivanti da una presenza maggiore di serotonina nella fessura sinaptica diventano meno piacevoli, e labuso di questa sostanza diventa necessaria per gli assuntori per sentirsi semplicemente normali. Come gi accennato, per, non si pu parlare di dipendenza da sola MDMA, poich tale sostanza assunta in concomitanza con altre droghe ed alcol. Fattori come il modo di utilizzo, le dosi, la frequenza e lintensit delluso, let in cui iniziato luso di MDMA, luso di altre droghe, oltre che i fattori genetici e ambientali, possono avere un ruolo nei deficit cognitivi che si riscontrano in chi fa uso di MDMA e dovrebbero essere tenuti in considerazione negli studi sugli effetti della droga negli esseri umani. Concludo affermando che la continua eccitazione del neurone derivante da una maggiore abbondanza di serotonina presente nella fessura sinaptica porta alla morte della cellula nervosa. Decremento

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derivanti dallassunzione di MDMA

Effetti fisiologici

DECREASED BRAIN METABOLISM IN BIBLIOGRAFIA E REFERENZE


Testo 1. Tutti le informazioni presenti nel seguente capitolo sono state

tratte da Neuroscienze di Augustine et al., ed. Zanichelli; le parti fra virgolette sono invece tratte da Dallo stimolo alla sensazione fisiologia degli organi di senso di Gussoni et al., Casa editrice Ambrosiana 2. Vedi nota 1 3. Tutte le informazioni presenti nel seguente sottocapitolo sono state tratte dai siti internet www.wikipedia.it e www.ecstasy.info 4. Vedi nota 3 5. Tutte le informazioni presenti nel seguente sottocapitolo sono state tratte dal sito internet www.museocivico.rovereto.tn.it 6. Vedi nota 5 7. Tutte le informazioni presenti nel seguente sottocapitolo sono state tratte dal sito www.drugabuse.gov 8. Tratto da www.sopsi.it 9. Tratto da www.medicinatossicodipendenze.it 10. Le informazioni tecniche presenti nel capitolo sono state tratte da Anatomia delluomo di Fornai et al. ed. Ermes 11. La definizione di dipendenza stata tratta dal sito www.drugabuse.gov Immagini Figura 1 immagine tratta da www.studentconsult.com Figura 2 immagine da me realizzata sulla base della figura 6.6A, pag. 112 del libro Neuroscienze di Augustine et al., ed. Zanichelli Figura 3 immagine tratta da Dallo stimolo alla sensazione fisiologia degli organi di senso di Gussoni et al., Casa editrice Ambrosiana, pag. 58 Figura 4 Metabolismo cerebrale, slide del modulo di Neurochimica del corso di laurea in Scienze e tecniche di psicologia della salute, AA 2007/2008 Figura 5 figura 6.6A, pag. 112 del libro Neuroscienze di Augustine et al., ed.

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derivanti dallassunzione di MDMA

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Zanichelli Figura 6 vedi spiegazione figura 4 Figura 7 vedi spiegazione figura 4 Figura 8 figura 6.12D, pag. 121 del libro Neuroscienze di Augustine et al., ed. Zanichelli Figura 9 figura 6.12A, pag. 121 del libro Neuroscienze di Augustine et al., ed. Zanichelli Figura 10 immagine recuperata dal sito www.drugabuse.gov, pag. 5 del rapporto Drugs, brain and behaviour the science of addiction

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