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POTENZE e RADICI in C

pi altri argomenti interessanti


di Leonardo Calconi

Chi ha fretta e non vuole perdersi in letture noiose pu limitarsi a dare unocchiata a questa tabella: C_Exp

a z i
C_nRoots

a nein
in e2

p+qi

a e p q [i ( q ln + p )] e e pi q ( ) e2
ImU_nRoots
i +4 k 2n

p (iq ln a )

ei ln a e
e 2

ReU_nRoots

zk =

1 ne

i +2 k n

zk = e

i 2k n

zk = e

U_pRoots 1 ( n ) = n 1 p p|n

e chi non ha problemi con le rappresentazioni esponenziali pu andare direttamente a pagina 7. Non ho perso tempo a diluire la minestra con informazioni e dimostrazioni elementari sui numeri complessi mentre ne ho dedicato un po di pi agli esempi. Ho curato limpaginazione in modo che ogni argomento sia contenuto in pagine intere e possiate stamparlo dallinizio alla fine separatamente col titolo in testa.
1. Premesse 1.1. Sulla rappresentazione 1.2. Sulla formula di Eulero 1.3. Sulle identit fondamentali 1.4. Sul prodotto 2. Rotazioni nel piano Argand-Gauss 2.1. Applicazioni 2.2. Equazione della circonferenza 3. Sviluppo delle potenze complesse 3.1. Base reale 3.1.1. Esponente complesso 3.1.2. Esponente immaginario puro 3.2. Base complessa 3.2.1. Esponente intero 3.2.2. Esponente complesso 3.2.3. Esponente immaginario puro 3.3. Base immaginaria 3.3.1. Esponente intero 3.3.2. Esponente complesso 3.3.3. Esponente immaginario puro 3.4. Logaritmo di un numero complesso 4. Radici complesse 4.1. Radici ennesime 4.2. Radici ennesime dellunit 4.2.1. Unit reale 4.2.2. Unit immaginaria 5. Equazione ciclotomica 5.1. Teorema fondamentale dellalgebra 5.2. Gruppi ciclici 5.3. Radici primitive dellunit 5.4. Polinomi ciclotomici 5.5. Equazione ciclotomica pagg. 2-4

pagg. 5-6 pagg. 7-9

pagg. 10-14

pagg. 15-20

1 PREMESSE
1.1 Sulla rappresentazione

Per le operazioni di moltiplicazione ed elevazione a potenza complessa si utilizza pi efficacemente della rappresentazione cartesiana z = a + bi I numeri complessi possono essere rappresentati z = a bi anche in termini di matrici emisimmetriche reali a bi z 1 = 2 2 a b a +b a + bi = la rappresentazione in coordinate polari b a z = (cos + i sin ) r 0 cos sin i z = (cos i sin ) e = 0 r sin cos z 1 = 1(cos i sin ) per via dellisomorfismo tra e il campo di dove per z si ha queste matrici. Ma questa rappresentazione poco utile per gli scopi di questo lavoro. = a 2 + b2 , a = cos , b = sin

cos =

o, meglio ancora, quella esponenziale z = ei

a b , sin = a 2 + b2 a 2 + b2 b b tan = , = arctan , a 0 a a


z = ei z 1 = 1ei

che produce espressioni pi compatte e dove per la formula di Eulero si ha ei = cos + i sin

con la funzione ei che traccia nel piano Argand-Gauss una circonferenza di raggio unitario al variare di .

1.2 Sulla formula di Eulero

Tale formula discende dallo sviluppo in serie di Taylor delle funzioni

sin , cos , e

con

per le quali si ha (1)k (2 k +1) 3 + 5 7 + ... sin = k =0 = (2k + 1)! 3! 5! 7! (1)k 2 k 2 + 4 6 + ... = 1 cos = k =0 2k ! 2! 4! 6! 2 3 4 k e = =0 = 1+ + + + + ... k k! 2! 3! 4! Nellultima serie, sostituendo con i si avr

ei

(i )2 + (i )3 + (i )4 + (i )5 + ... = 1+ i + 2! 3! 4! 5! 2 i 3 4 i 5 = 1+ i + + ... 2! 3! 4! 5!

2 4 6

ovvero la formula, e poich si avr anche

= cos + i sin

= 1 + ... + i + + ... 2! 4! 6! 3! 5! 7!

3 5 7

ei = cos i sin

cos =

ei + ei ei ei , sin = 2 2i

1.3 Sulle identit fondamentali

Dalla formula di Eulero discende lomonima identit: ei + 1 = 0 e, pi in generale per = k / 2, k

/2 i

-1

3/2 -i

2 1

Considerando numeri complessi di modulo unitario avremo le seguenti rotazioni ed equivalenze per k , k :

1.4 Sul prodotto

nz = n ei Il prodotto di due numeri complessi z = ei , z ' = ' ei ' uguale a zz ' = ' ei ( + ')

Il prodotto di un numero reale n per un numero complesso z uguale a

e quindi zz ha per modulo il prodotto dei moduli e per argomento la somma degli argomenti. In particolare si ha zz = ei ( + ) = z 2 = 2ei 2 il che conduce agevolmente al punto 3.2.1. Non sempre il prodotto di due numeri complessi un numero complesso. Infatti

zz = ( a + bi )( a bi ) = a 2 + b2 = 2

a bi =1 a 2 + b2 zz '1 = ' 1 se = ' e zz per = k / 2, k zz 1 = a + bi

un numero reale o immaginario puro secondo quanto visto in 1.3. 4

2 ROTAZIONI NEL PIANO ARGAND-GAUSS


2.1 Applicazioni

E evidente che lapplicazione

:C C

dove

zz ' = rei ( + ') , , '

con il prodotto

' = r

costante,

descrive una circonferenza di raggio r e centro lorigine.

Notate come lapplicazione non sia biiettiva in quanto uno stesso numero complesso zz rappresentato da valori diversi di ( + ') multipli di 2 . Conviene inoltre notare che, analogamente a quanto accade il campo reale, coppie diverse di numeri complessi danno lo stesso prodotto e quindi descrivono la stessa circonferenza: Esempio

z = 9e

, z ' = 2e
i 5 3

i 3

, q = 6e

i 2

, q ' = 3ei

zz ' = 18e

= qq '

In base a queste osservazioni possiamo semplificare la faccenda e far vedere come una circonferenza sia descritta in fin dei conti da un solo numero complesso del quale si faccia variare largomento (parlando di rotazioni possiamo sostituire al termine argomento quello di fase). Consideriamo infatti il caso particolare in cui uno dei due numeri complessi sia diverso dallunit ma con modulo uguale ad uno e laltro abbia fase iniziale uguale a zero; allora si ha z = ei , z ' = , zz ' = ei (k ) con k e lapplicazione per

zz ' = rei (k ) con = r e k

qq ' = rei (k ) con ' = r e k


Se volete potete considerare q con modulo qualunque e fase zero, per ottenere lo stesso risultato da una prospettiva diversa. 5

Infine notiamo come il prodotto di un numero complesso per lunit immaginaria produca le seguenti rotazioni:

ei i = ei e 2 = e i( ) ei i = e 2

i +

Con in tasca queste semplici considerazioni possiamo scoprire lacqua calda ed affermare che per qualsiasi operazione con numeri complessi che dia risultati con modulo costante, tali risultati stanno tutti su una circonferenza di raggio il modulo.
2.2 Equazione della circonferenza

Partendo dalla definizione di modulo per la quale si ha

= z = x2 + y 2
e che rappresenta la distanza di z dallorigine degli assi, arriviamo agevolmente alla distanza di due punti nel piano complesso

z ' z '' = ( x '+ iy ') ( x ''+ iy '') = ( x ' x '') + i( y ' y '') = ( x ' x '')2 + ( y y '')2
ma allora se zo rappresenta le coordinate

( x0 , y0 ) del centro e r il raggio

z zo = r

lequazione della circonferenza nel piano complesso. Infatti si ha

( x + iy) ( xo + iyo ) = r ( x xo )2 + ( y yo )2 = r 2
da cui ponendo
2 2 a = 2 xo , b = 2 yo , c = xo + yo r 2

si ottiene la nota equazione cartesiana della circonferenza x 2 + y 2 + ax + by + c = 0 che si riduce a x2 + y 2 = r 2 se la circonferenza ha per centro lorigine. Ecco un esempio per una circonferenza di centro
2

2 1 , i e raggio 1: 2 2

2 2 1 2 1 2 2 |z+ i | 1 x + + y 1 4x + 4 y + 4 2x 4 y 1 0 2 2 2 2

Lequazione rappresenta il luogo geometrico dei punti del piano complesso: compresi entro la circonferenza di equazione data (il cerchio) se vale la diseguaglianza sulla circonferenza di equazione data (la circonferenza) se vale leguaglianza.

3 SVILUPPO DELLE POTENZE COMPLESSE


Ho escluso la banalit di a , per vorrei rammentarvi che e che quindi in questo caso si parlerebbe di numeri complessi con parte immaginaria nulla. In seguito quando il risultato di unoperazione tra numeri complessi dar come risultato un numero complesso con parte immaginaria nulla lo chiamer numero reale, ma solo per comodit.
p

3.1 Base reale a 3.1.1 Se lesponente un numero complesso p + qi si ha a( p + qi ) = a p a qi = a p e(iq ln a ) da cui ponendo = q ln a

= ap
si ha il numero complesso

z = ei

risultato dellelevazione a potenza

a( p +qi )

3.1.2 Se lesponente il numero immaginario i si ha ai = ei ln a = cosln a + i sin ln a 3.2 Base complessa z 3.2.1 Se lesponente un numero intero n si utilizza la formula di De Moivre la cui dimostrazione elementare per induzione: z n = n (cos n + i sin n ) = nein , n 1 Esempio

z 5 = ( 2 + i 2) = 128(1 i)
5

Trasformiamo z in forma trigonometrica

2 3 3 2 z = ( 2 + i 2 ) = 8 +i = 2 2 cos + i sin 4 4 8 8 2 15 15 2 + i sin = 128 2 i z 5 = 128 2 cos = 128 (1 i ) 4 4 2 2

Ma non sempre una tale elevazione a potenza un numero complesso, e ci accade ovviamente sempre quando largomento multiplo di . Esempio

z 4 = ( 2 + i 2 ) = 64
4

Si calcola facilmente che largomento di

z 3

dellelevazione a potenza sar un numero reale, negativo per la disparit del fattore moltiplicativo. Terminiamo il calcolo per controllare:

e che quello di

z 4 vale 3 ; quindi il risultato

z 4 = 64 ( cos3 + i sin 3 ) = 64 ( 1 + 0 ) = 64

3.2.2 Se lesponente un numero complesso p + qi si ha

z ( p+qi ) = ( ei )( p+qi ) = [eln ei ]( p+qi )

da cui sviluppando il secondo membro

[eln ei ]( p+qi ) = (eln ) p (eln )qi (ei ) p (ei )qi = p e( qi ln )eip e q

ed ordinando si ottiene z ( p+qi ) = pe qe[i ( q ln + p )] Ponendo ora ' = pe q

' = q ln + p
si ha il numero complesso

z ' = ' ei '


z ( p+qi )

risultato dellelevazione a potenza

3.2.3 Se lesponente il numero immaginario i allora si ha z i = ( ei )i = e ovvero un numero reale. 3.3 Base immaginaria i 3.3.1 Se lesponente un numero intero n poich

i=e2
si ha

in = e 2 Il risultato di i n sar un numero reale o immaginario puro a seconda della parit o disparit dellesponente.

in

i i -1 i2 -i i3 1 i4 i i5 -1

i2 -i 1 i -1 -i

i3 1 i -1 -i 1

i4 i -1 -i 1 i

i5 -1 -i 1 i -1

Come calcolare

i n G,

in ? ( i ) = 4, i n = i r , r = n 4q i127 = i 3 = i
8

Esempio:

3.3.2 Se lesponente un numero complesso z= p + qi si ha

i i = e 2 da cui ponendo
( p + qi )

p + qi

q i p =e 2 e 2

= e2

pi q ( )

=e

q 2

=p
2
si ha il numero complesso

z = ei
i

risultato dellelevazione a potenza

i=e2

3.3.3 Se lesponente il numero immaginario i si ha


i i 2 i = e da cui il numero reale i

ii = e

3.4 Logaritmo di un numero complesso

Ponendo si ha

z = e (

i + 2 k

)
i + 2 k

ln z = ln + ln e

) = ln + + 2k i ( )

Cosa succede nel piano Argand-Gauss al variare di k ? Il logaritmo di un numero complesso una funzione polidroma di variabile complessa. E infatti evidente che z ha immagini infinite e coincidenti e descrive una circonferenza al variare di , mentre le immagini del logaritmo naturale di z sono sempre infinite ma distinte e giacciono tutte sulla retta parallela allasse immaginario a = ln .

4 RADICI COMPLESSE
4.1 Radici ennesime di un numero complesso

Possiamo applicare la formula di De Moivre anche a potenze con indice frazionario

ma in tal caso loperazione di estrazione di radice e il risultato dellelevazione a tale potenza non sar un singolo numero complesso ma n numeri . Infatti se

1 , n , n

nein = w = ei 0
1

un numero complesso qualsiasi, segue che

= n , n = + 2k
Allora per j

k = 0,1,2,3,..., p,..., q,...n 1 j = k + 1


1 i + 2 k n ne

= saranno le n radici ennesime, uniche e distinte, di w in


La dimostrazione semplice: tali radici non possono essere meno di

n = e ( j

i + 2 k

) = nei n = w e quindi le
+ 2 q n

perch
j

sono proprio le radici ennesime di w; ;

non possono essere pi n per via del teorema di Ruffini valido anche in sono tutte distinte perch se due di esse non lo fossero si avrebbe

p =

1 i ne

+ 2 p n

= q =

1 i ne

dove i due argomenti non potrebbero differire che per multipli di Cio esisterebbe un m intero tale che

2 .

+ 2 p + 2q = 2m
n n

ovvero

( p q ) = mn
p, q
distinti tra
1

il che impossibile perch loro e compresi tra

0 e n 1 .

( p q ) non pu essere multiplo di n essendo

E evidente dalla formula come le radici siano distribuite sulla circonferenza di raggio n e quindi stiano sui vertici di un poligono inscritto di n lati, il che conferma come esse siano in numero di n e tutte distinte tra loro.
Esempio: sia il numero complesso

= a 2 + b2 = 2, cos = a = 1 , = 2 3 Applicando ora la formula avremo le radici

Per poter utilizzare la formula occorre prima trovare il valore di :

z 2 = 1+ 3

1 = 2e

= 2

1 i 7 3 i 6 +i 2 3 i 6 +i 2 + = = , 2 = 2e 6 = 2 2 2 2 2 2 2

10

Esempio: sia il numero complesso

z 3 = 8i
allora avremo

= 8, sin = 1, = 3
i 3

1 = 2e

= 2i, 2 = 2e

i 7

= 3 i, 3 = 2e

i11

= 3 i

Esempio: siano i numeri complessi 4 z 4 = i e zq = 1 p per tutti e due avremo come modulo

= 1 mentre gli argomenti saranno rispettivamente = , = 0

Per Per

4 q =1 4 p =i

2 si calcola facilmente che le radici sono 1, i, 1, i

basta calcolare una


i + 2 k n

pj

qualsiasi e moltiplicarla per le radici dellunit per avere le

quattro radici cercate. Scegliendo la prima, quella per

k = 0 , abbiamo la conferma che

i n

i 2 k n

=e

per cui eseguendo i calcoli si avr

2+2 2 2 +i = z p1 1 2 2 allora per k = 1,2,3 le altre saranno

p1

i =e8

Ma avremmo potuto scegliere una radice pj qualsiasi poich il risultato sempre multiplo di

2+2 2 2 p3 = z p1 1 = 2 + 2 i 2 2 2 2 p 4 = z p1 i = 2 2 i 2 + 2 2 2
i + 2 k n

p 2 = z p1 i = 2 2 + i

2 :

i 2 k n

=e

i + 4 k n

4.2 Radici ennesime dellunit 4.2.1 Unit reale Secondo la formula se

w = 1 si ha = 1, = 0 e le radici dellequazione

x 1 = 0
n

sono le radici ennesime dellunit reale e sono date dalla formula ridotta j

=e

i 2 k n

Esse esprimono nel piano complesso le coordinate dei vertici del poligono regolare di inscritto nella circonferenza unitaria.

n lati
11

Esempio: lequazione

x3 1 = 0, = 0

ha come radici

1 = 1, 2 = 1 + i 3 , 3 = 1 i 3
mentre lequazione

x3 + 1 = ( x + 1) x2 x + 1 = 0, = 2
2 2

ha come radici

1 = 1 + i 3 , 2 = 1, 3 = 1 i 3
e poich

( x3 1)( x3 +1) = x6 1
x6 1 = 0
, sui vertici di due triangoli 3 luno rispetto allaltro e su quelli di un esagono regolare.

tutte assieme sono le radici dellequazione e stanno sulla circonferenza unitaria uniformemente distanziate di 3 Esempio: considerando invece radici di indice pari per equilateri ruotati di
4

x 1 = 0, = 0 1 = 1, 2 = i, 3 = 1, 4 = i

n = 4 avremo:

x 4 + 1 = x 2 1 x 2 + 1 = 0, =

)(

1 = 2 + i 2 , 2 = 2 + i 2 ,
2 2 2 i 2 2 i 2 , 4 = 3 = 2 2 4 4 8 ( x 1)( x + 1) = x 1

In questo caso le radici stanno sulla circonferenza unitaria uniformemente distanziate di , 4 sui vertici di due quadrati ruotati di luno 4 rispetto allaltro e su quelli di un ottagono su regolare.
Schema di numerazione delle radici j k = 0,1, 2,..., n 1 Per interpretare correttamente le rotazioni bisogna posizionare la prima radice 1 , ovvero quella

corrispondente a k = 0 , e ruotare il quadrante in senso antiorario. Per le radici dellunit reale 1 sempre uguale ad 1 e quindi la sua posizione la stessa per n qualsiasi.

12

Ma se n < 3 le radici dellunit sui vertici di quali poligoni stanno ? Esempio: con un finale trivial, ecco le equazioni

x 2 1 = 0, x 1 = 0
le cui radici stanno rispettivamente sugli estremi di un segmento e su un punto.
4.2.2 Unit immaginaria E abbastanza evidente che per ottenere le radici ennesime dellunit immaginaria basta ruotare di quelle corrispondenti dellunit reale, ovvero moltiplicarle per i . Ma dimostriamolo. 2 Secondo la formula le radici ennesime delle equazioni x n i = 0, ( = 2) e x n + i = 0, ( = 3 2 ) sono date rispettivamente da

=e

i + 4 k 2n

i 3 + 4 k 2n

Esempio. Le radici cubiche dellunit immaginaria sono:

i =e6

risultati che si ottengono appunto moltiplicando le radici dellunit reale per i . Ripetendo tutti i passaggi del paragrafo precedente otterremo due gruppi di grafici ruotati di rispetto ai precedenti. 2

5i 9i 3 i 6 = 3 + i , = e 6 = i = + , 2 = e 2 2 2 2 3

Per quanto sopra dimostrato si pu affermare che: le radici complesse sono sempre in numero pari e coniugate due a due; se unequazione di grado pari possiede radici reali esse devono essere in numero pari e opposte due a due; unequazione di grado dispari deve avere almeno una radice reale. vero che

j = 0 j =0

n1

vero che 1 +

m =1

n 1

m j

= 0 se j 1 una radice ennesima dellunit.


13

Un ultimo esempio. Mettiamo i risultati di questo paragrafo in uno shaker, agitiamo bene ed esaminiamo il risultato:

x8 + x 4 + 1 = 0
Che tipo di cocktail si nasconde in questa equazione e come lo si rappresenta ? Poich tutto deve entrare, disegni inclusi, in quel che resta di questa pagina, sar breve:

1 i 3 1 i 3 2 1 i 3 x 21,2 = , x 3,4 = 2 2 2 3 i 1 i 3 1 i 3 3i x1,2 = 1,5 = , x3,4 = 3,7 = , x5,6 = 6,2 = , x7,8 = 4,8 = 2 2 2 2 x 41,2 =

1 = 2 = 1, 1,2

i 4 2 = , , (2,4,6,8) = e 3 3

4+ p 12

, (1,3,5,7) = e

2+ p i 12

, p = 0,6,12,18

Ecco fatto. Abbiamo ottenuto il nostro ottagono, inscritto in una circonferenza unitaria, irregolare ma simmetrico rispetto agli assi, costruito sovrapponendo i due gruppi di grafici delle radici cubiche, privi delle radici reali e immaginarie pure, che giacciono su parte dei vertici di un dodecagono regolare, poligono costruibile con riga e compasso.. Qualcosa del genere si ottiene anche dal cocktail

x 6 + x3 + 1 = 0
per il quale

= 1, 1,2 = (2,4,6) = e

4 2 , 3 3 , (1,3,5) = e
2+ p i 9

4+ p i 9

, p = 0,6,12

In questo caso per posizionare le sei radici sui vertici di un esagono irregolare, simmetrico rispetto allasse reale ed inscritto nella circonferenza unitaria, necessario costruire un poligono regolare di 9 lati; ma lennagono non un poligono costruibile, n con riga e compasso n con altri metodi, salvo accettare approssimazioni di varia entit dellangolo

2 . 9

14

5 EQUAZIONE CICLOTOMICA 5.1 Teorema fondamentale dellalgebra

possiede

n radici i in non necessariamente distinte. Infatti, poich f n ( x) possiede almeno una soluzione 1 , per il teorema di Ruffini (valido in possiamo dividerlo per x 1 ottenendo f n ( x) = ( x 1) f n1( x) Ma poich anche f n1( x) possiede almeno una soluzione 2 avremo f n ( x) = ( x 1)( x 2 ) f n2 ( x)
e quindi iterando il procedimento sino ad un polinomio di primo grado si ottiene f n ( x) = an ( x 1)( x 2 )( x 3 ) ... ( x n ) con

Ogni polinomio a coefficienti complessi di grado n f n ( x) = a0 + a1x + a2 x 2 + ... + an1x n1 + an x n

1...n

soluzioni dellequazione

f n ( x) = 0
Esempio: il polinomio ha sicuramente una soluzione reale x1 = 1 e quindi si scompone in

x3 1 = 0

( x 1)( x 2 + x + 1) = 0
Il polinomio ridotto di secondo grado non ha soluzioni reali essendo

x+ , x = x+ , x =

ma complesse

1 1 4 2 1 i 3 2

Il teorema fondamentale dellalgebra beneficia di interessanti dimostrazioni una delle quali molto semplice e richiede solo la conoscenza del teorema di Liouville per il quale se una funzione intera f : limitata allora costante. Si dimostra che

f n ( x)

ha radici in

dimostrando il contrario, e cio che un polinomio privo di

radici in costante. Sia la funzione complessa

1 f ( z) con f ( z ) polinomio complesso senza radici in . ed olomorfa, ovvero intera. Essendo f ( z ) 0 , g ( z ) definita in g ( z) =
Per applicare il teorema di Liouville basta dimostrare che anche limitata. Ed infatti lo , poich essendo

lim z f ( z ) =

risulta

lim z g ( z) = 0
15

g ( z)

quindi limitata ed essendo intera costante.

Ma essendo g ( z ) costante anche f ( z ) costante. Si quindi dimostrato che i polinomi senza radici sono quelli costanti. Teniamo da parte questo risultato e torniamo alle radici ennesime dellunit.
5.2 Gruppi ciclici

Le radici nesime dellunit formano gruppi moltiplicativi abeliani G di ordine n. Ad esempio, dette e numerate come visto in precedenza le tre radici cubiche

1 = 1, 2 = 1 + i 3 , 3 = 1 1 i 3
le propriet di G chiusura associativit esistenza dellelemento neutro esistenza degli inversi commutativit sono verificate nella tabella

1 2 3 G inoltre ciclico con 2 e 3 generatori, e ci significa che ciascun elemento di G


generato da opportune potenze dellelemento generico k = m , m = 0,1,2,.., n 1 j
m k = g con g generatore e m

1 1 2 3

2 2 3 1

3 3 1 2

e, pi in generale, che

con G che viene generato ciclicamente ogni n iterazioni, ovvero con

n periodo di ciascuna radice.

Proviamo con la tabella a generare G tre volte con le due primitive:

2 generatore 0 3 2 = 1 2 = 1 1 2 = 2 24 = 2 2 5 2 = 3 2 = 3 3 generatore 3 30 = 1 3 = 1 1 3 = 3 34 = 3 5 32 = 2 3 = 2

6 2 = 1 7 2 = 2 8 2 = 3

36 = 1 37 = 3 8 3 = 2
16

Daltro canto anche le radici quarte dellunit reale

1 = 1, 2 = i, 3 = 1, 4 = i formano un gruppo G che viene generato da 2 e 4 1 2 3 4 1 1 2 3 4 2 2 3 4 1 3 3 4 1 2 4 4 1 2 3


Vi suggerisce qualcosa questa tabella ? Tornate indietro al paragrafo 3.3.1...
5.3 Radici primitive dellunit

ogni quattro iterazioni:

Si definisce ordine di un elemento

( j ), j J
m

j appartenente ad un gruppo J

il pi piccolo

m , se esiste, tale che

Poich G moltiplicativo il suo elemento neutro 1; allora si definisce ordine di una radice nesima dellunit

j =e dove e lelemento neutro del gruppo.

( k )
m k

il pi piccolo

m tale che = 1 e 1, km2 1, ..., k 1 Se (k ) = n , k radice ennesima primitiva dellunit e ( k , n ) = 1 La dimostrazione banale ponendo z 1 e scrivendo: z n 1 = ( z 1) ( z n1 + z n2 + ... + z + 1) = 0
m 1 k

dove

( z 1) 0

e quindi

(z

n 1

+ z n2 + ... + z + 1) = 0

dove

Ovviamente se n > 1 1 non mai primitiva, e se Esempio: per le radici cubiche

z 1

n>2

e pari non lo neanche la sua opposta.

1 non primitiva perch 1m = 1


2 , 3
1 i 3 lo sono perch 2 2
3

= 1 con 3 intero minimo per il quale ci verificato.

3 non primitiva ( 32 = 1 ). Le radici primitive sono dunque un sottogruppo P di G e poich G ciclico anche P ciclico.
Per le radici quarte anche lopposta
17

Il numero di differenti radici primitive si calcola con la funzione di Eulero, detta anche toziente, definita per

(1) = 1 n > 1, (n) = numero degli interi int minori di n e primi con n.
(3) 1,2 = 2 1 + i 3, 1 i 3

Ad esempio, senza bisogno di calcoli si trova ( k

= 0,1,2,3,..., n 1 )

e poich una funzione moltiplicativa si ha che

2 2 (4) 1,3 = 2 i, i (6) 1,5 = 2 1 + i 3, 1 i 3 2 2 (8) 1,3,5,7 = 4 2 + i 2 , 2 + i 2 , 2 i 2 , 2 i 2 2 2 2 2

(n) (q) = (nq)

se n,q sono coprimi

e quindi, ad esempio,

(12) 1,5,7,11 = (3) (4) = 4 (24) 1,5,7,11,13,17,19,23 = (3) (8) = 8 (ma non (4) (6) !) In generale per calcolare il valore della la funzione per n qualsiasi si adopera la

produttoria di Eulero (n) = n 1 1 con p primi distinti di n. p p|n Esempio: per lequazione

x55 1 = 0
si ha

5 11 Quindi le radici 55esime dellunit reale sono 55 delle quali 40 primitive. La funzione di Eulero dunque rappresenta lordine del sottogruppo delle radici primitive. A questo punto sappiamo quante sono le primitive, ma sappiamo anche quali sono tra le ennesime ? Certamente, perch abbiamo detto che

(55) = (5 11) = 55 1 1 1 1 = 40

kn, ( k , n ) = 1

Allora, ricordando il sistema di numerazione delle radici ennesime dellunit, risultano primitive quelle che portano come indice int + 1. Per concludere, sono radici 55esime primitive dellunit:

2 , 3 , 4 , 5 , 7 , 8 , 9 , 10 , 13 , 14 , 15 ,..., 55
55 2 = e

Proviamo che vero, escludendo la banalit di

( )
i 2
55

55

55 = 1, 6 = e

i10

55

k = 0 11 = 1:

11

=1

dove quelli assegnati sono gli esponenti minimi perch le due equazioni siano verificate. Bene, ora possiamo parlare di polinomi ciclotomici. 18

5.4 Polinomi ciclotomici

Consideriamo il polinomio seguente e la sua elementare fattorizzazione

x 4 1 = ( x 1)( x + 1) ( x 2 + 1) = ( x 1) ( x3 + x 2 + x + 1)

Sarebbe comodo avere a disposizione un metodo per fattorizzare un polinomio di grado n ? Naturalmente si. Vediamo come fare. Intanto sappiamo che se n primo si avr sempre
k n , ( k , n ) = 1 sono le radici primitive ennesime dellunit, consideriamo il polinomio monico seguente che chiameremo polinomio ciclotomico e che sar di grado (n) :

x n 1 = ( x 1) ( x n1 + x n2 + ... + x 2 + x + 1)
In generale, se

k n ( x ) = ( x n ) n k =1 ( k ,n )=1

Si dimostra che i polinomi ciclotomici sono irriducibili su


n

e quindi utilizzabili per la

stesso. fattorizzazione di x 1 su Infatti, poich le radici primitive ennesime sono di ordine n, chiaro che le radici ennesime dellunit sono radici primitive d-esime dellunit e quindi di ordine 1 d < n, ( n, d ) = 1. Allora secondo la potremo scrivere tanti polinomi ciclotomici

xn 1 = d ( x )
d |n

d ( x ) e concludere che d ( x ) necessari alla

Naturalmente calcolare tramite la tutti i polinomi ciclotomici

fattorizzazione sarebbe un procedimento oneroso e pertanto a tale scopo utilizzeremo la formula seguente

xn 1 n ( x ) = d ( x )
d |n d n

che ci permette di calcolare qualsiasi polinomio ciclotomico in funzione dei precedenti. Esempio. Proponiamoci di fattorizzare

x18 1
Partendo dai primi polinomi ciclotomici, di calcolo elementare ed immediato con calcoliamo in cascata:

1 ( x ) = x 1, 2 ( x ) = x + 1, 3 ( x ) = x 2 + x + 1, 4 ( x ) = x 2 + 1

x6 1 x6 1 6 = = = x2 x + 1 2 1 ( x ) 2 ( x ) 3 ( x ) ( x 1)( x + 1) ( x + x + 1)

( x3 1)( x6 + x3 + 1) = x6 + x3 + 1 x9 1 x9 1 9 = = = 1 ( x ) 3 ( x ) ( x 1) ( x 2 + x + 1) x3 1
19

18 =

(x =

( x 1)( x + 1) ( x 2 + x + 1)( x 2 x + 1)( x6 + x3 + 1)


6

(x

1)( x9 + 1)

1)( x 6 x 3 + 1)( x 6 + x3 + 1)

(x

1)( x + x + 1)
6 3

= x 6 x3 + 1

e quindi con fattorizziamo tranquillamente per

n = 18, d = 1, 2, 3, 6, 9,18

x18 1 = 1 2 3 6 9 18

x18 1 = ( x 1)( x + 1) ( x 2 + x + 1)( x 2 x + 1)( x 6 + x3 + 1)( x 6 x 3 + 1)


Si, lo so. Con Derive basta immettere x^18-1 , premere Enter e quindi Fattorizza...
5.5 Equazione ciclotomica

Siamo alla fine, possiamo tirare le somme. Consideriamo il polinomio di grado n

x n 1 = ( x 1)( x n1 + xn2 + ... + x + 1) xn 1 = ( x n1 + xn2 + ... + x + 1) = 0 ( x 1)

che, come visto in cos fattorizzato quando n primo. Dellequazione

oltre a dire che: irriducibile se n primo soddisfatta dalle radici primitive dellunit se irriducibile se riducibile soddisfatta anche dalla radice reale 1 diremo che ciclotomica o di divisione della circonferenza e le sue radici, dette anche Numeri di De Moivre, sono le n radici dellunit ovvero le coordinate nel piano Argand-Gauss dei vertici del poligono regolare di n lati inscritto nella circonferenza unitaria che dividono in n parti. Leonardo Calconi leo@4dmatrix.it 19/01/2007 Se siete arrivati fin qui vi sarete accorti di una grave assenza: le radici quinte. Non si tratta di una dimenticanza ma di una scelta precisa per mettere la parola fine a questa tesina che si dilatata fin troppo strada facendo. Largomento infatti talmente denso di fascino che merita un lavoro a parte: radici quintepentagono pentagrammasezione aureaFibonacci.... Una versione aggiornata e corretta potrebbe essere disponibile allindirizzo: www.4dmatrix.it/math

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