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Immagine e realt
(Aspetti di fotogiornalismo di ieri, oggi e domani)
Indice: Le origini Il fotogiornalismo oggi tra stampa e tv Futuro del fotogiornalismo: il cittadino giornalista Appendice: Pietre miliari Bibliografia ------------------------------------------------------------------------------------------------Le origini
La storia del fotogiornalismo costellata da aneddoti ed eventi mitici, da personaggi eroici, da rivoluzioni. Poche sono le innovazioni nel campo esteso del newsmaking che godono di un equiparabile alone epico, proprio perch nessun supporto pi evocativo e trasmette una realt pi lucida di un immagine che fissa il momento nel tempo. Non un caso infatti che fin dai primi istanti di vita, il sistema mediale si accorge immediatamente delle potenzialit della nuova tecnologia, soprattutto in termini di spinta alla vendite di prodotti editoriali. Gi dalla met del diciannovesimo secolo nascono le prime riviste settimanali illustrate, la prima delle quali The Illustrated London News che inaugura di qualche anno un trend mondiale che porter alla fondazione anche in Italia di una rivista simile, Lillustrazione italiana a Milano. Fino alla fine del 1800 per le tecniche per riprodurre le illustrazioni erano sostanzialmente miste, ricalcando tuttalpi limmagine originale prodotta su lastre di metallo. Bisogner aspettare dunque le nuove migliorie tecniche quali le pellicole, le emulsioni sensibili e le lenti anastigmatiche perch si avveri una delle rivoluzioni che risulter di maggior impatto di sempre. Da questo momento infatti la riproducibilit delle immagini scattate dal fotoreporter sar sempre pi al servizio della stampa, anche quotidiana. E necessario rimarcare che ad ogni innovazione tecnologica nellarco della sua storia ( ve ne sono state molte e a molte assistiamo tuttoggi), la fotografia ha ricevuto una spinta al suo utilizzo, basti pensare alla rivoluzione imposta dalla creazione di macchine maneggevoli e della pellicola 35 mm da 36 pose allinizio del secolo, e alla fotografia digitale oggi. Dopo la prima guerra mondiale, linteresse per questo mezzo tecnico-espressivo conosce il suo periodo doro, grazie ad una serie di incentivi di vario tipo: la ricerca artistica di Moholy-Nagy, ma anche di Man Ray, Cartier-Bresson, del gruppo dei futuristi in Italia, che si
muoveranno tra il neorealismo e il realismo astratto, creando le basi per un inedito linguaggio artistico; il sostegno da parte degli organismi governativi, specie quelli totalitari, che vedranno nella natura iconica della fotografia un mezzo per affermare la propria immagine e il culto della personalit del leader, ricorrendo sovente a manipolazioni e falsificazioni del soggetto; lo sfruttamento commerciale delle immagini, sia da parte della stampa che dalla pubblicit. Proprio in questa fase storica nasce il concetto di fotogiornalismo, in primo luogo con la fondazione dei settimanali americani Fortune nel 1930 e Life nel 1936, oltre alle testate Look mensile e PM quotidiano. In Italia risponde Leo Longanesi che da vita a Omnibus nel 1937, inaugurando la formula del rotocalco, aprendo quindi la strada per i settimanali Mondo, Tempo e Leuropeo, che saranno arena e vetrina per i mutamenti sociali dellepoca. Nel dopoguerra il fotogiornalismo ha ormai una funzione informativa irrinunciabile, ed per questo che si assiste ad unorganizzazione sistematica delle routine produttive con la costituzione delle agenzie di fotoreporter. Lagenzia pi famosa certamente la Magnum di Parigi, fondata tra gli altri anche da Cartier-Bresson e Capa, lautore di una della fotografie pi famose della storia, Il momento della morte. Grazie al lavoro di questi pionieri nascer il reportage, che diverr un genere giornalistico influenzando il mondo del newsmaking in generale. Lo spartiacque riconosciuto come maggiore nella storia del reportage, ovvero levento dopo il quale nulla sar pi uguale a se stesso, secondo la maggior parte dei critici la guerra del Vietnam, per cui, prima di parlare del fotogiornalismo oggi, e di quello futuro, sembra doveroso un accenno. Mai infatti come in Vietnam il fotogiornalismo ha reso possibile vedere la guerra in maniera cos brutale, intensa e drammatica, mostrandone gli orrori, gli eccessi e l'inutilit. Per questo si dice che le fotografie di quel conflitto sono state le ultime vere immagini di guerra realizzate e viste, prima che la lezione fosse stata recepita dai governi e della conseguente forte stretta censoria. L'impatto mediatico della guerra del Vietnam stato enorme. Le cronache giornalistiche, fotografiche e televisive di quel conflitto (che ha avuto il suo culmine tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta) sono state talmente efficaci ed impressionanti da avere delle precise conseguenze politiche. La quasi totalit di giornalisti, studiosi ed intellettuali attribuiscono alle immagini mostrate dai cine-fotooperatori presenti sul campo il merito o la colpa, a seconda dei diversi orientamenti politici, della sconfitta statunitense in Vietnam. Addirittura alcuni alti vertici militari hanno definito quella degli USA in Vietnam "una sconfitta in salotto". Oggi sarebbe impossibile una tale influenza dei mass media sulla politica e sugli interventi militari.
confronti di questa nuova concorrenza, inaspettata e imprevedibile, veloce e sfuggente? Come si vede, tanti interrogativi, tanti temi, tante questioni ma poche risposte definitive.
Bibliografia
Papuzzi A. 2003 Professione giornalista, Roma, Donzelli editore Ramonet I. 1999 La tirannia della comunicazione, Trieste, Asterios editore Risorse web: http://www.fotoinfo.net