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Nuova legge Mastella sulle intercettazioni Un punto di equilibrio tra libert dinformazione e diritto alla riservatezza?

Tesina per lesame di comunicazione giornalistica

Di Fabio Rose

-Novit principali -Perch cambiare? -Questioni a rischio -Un giusto equilibrio?

Quando, da bambini, si bisbiglia qualcosa nellorecchio dellamichetto, accanto c sempre qualcuno pronto a dire: Non si dicono le cose nellorecchio, maleducazione!. Volendo fare un discorso morale, al di sopra delle parti, tutto starebbe nelle parole che il bimbo dice allamico: se gli sta parlando di un suo piano per rubare tutte le merendine ai poveri compagni di classe oppure se gli sta raccontando di come si sia innamorato della sua nuova compagna di classe. C sempre il desiderio di conoscere qualcosa che percepiamo come segreto e che forse ci riguarda, ma il limite a ci la facolt di ognuno di voler tenere nascoste alcune cose che potremmo chiamare "personali". Il diritto di cronaca la prerogativa di ogni persona, non solo dei giornalisti, di raccontare dei fatti che possono essere di interesse collettivo; le persone cui si riferiscono tali fatti vedono salvaguardato comunque il proprio diritto alla riservatezza. Il compito della legge sar, quindi, quello di bilanciare due importanti diritti, quello di cronaca e quello alla privacy, e di stabilire se uninformazione pubblicata di un rilevante interesse pubblico piuttosto che lesiva nei confronti di una o pi persone. Novit principali Il nuovo ddl Mastella tocca dei temi molto importanti: regola la pubblicazione delle intercettazioni da parte dei giornalisti, regola la facolt dei giudici di disporre delle intercettazioni (telematiche e ambientali), tenendo molto in considerazione il diritto alla privacy. Approvato alla Camera il 17 aprile 2007 con soli 9 astenuti e tutti i voti favorevoli di tutti i partiti, il testo rispecchia da vicino quello approntato dal ministro Castelli nellultimo periodo del governo Berlusconi, che per non pass per la dura opposizione del centro-sinistra (probabilmente perch, non ancora al governo, voleva far sembrare che qualche idea di sinistra ancora circolasse tra le file dei suoi politicanti). Per chi infrange i divieti di pubblicazione le multe salgono fino a 100.000 euro. Divieti che si allargano alla: pubblicazione, anche parziale o per riassunto, degli atti di indagine contenuti nel fascicolo de pubblico ministero o delle investigazioni difensive, anche se non pi coperti da segreto, fino alla conclusione delle indagini preliminari..; vietata anche la pubblicazione, anche solo nel contenuto, della documentazione e degli atti relativi a conversazioni, anche telefoniche, o a flussi di comunicazioni

informatiche o telematiche... Praticamente niente pi intercettazioni sulle pagine di un giornale. Se poi lindagine viene archiviata, tutto rimane segreto, mentre se invece si arriva al rinvio a giudizio il dibattimento pubblico, ma fino ad un certo punto: Non possono essere pubblicati gli atti del fascicolo del pm se non dopo la pronuncia della sentenza dappello. Altra novit introdotta limpossibilit di notificare nomi ed elementi relativi a persone non coinvolte nellindagine. Nuove regole anche per le capacit investigative dei pm: solo con lemergere di nuovi elementi utili allindagine si potranno prorogare il limiti di 90 giorni per le intercettazioni telefoniche e di 45 giorni per quelle ambientali. Perch cambiare? Ricordiamo che la legge sulla privacy stata approvata 15 anni fa (con lItalia tra gli ultimi paesi europei ad approntarla), e la legge sul danneggiamento dellimmagine altrui, cio sulla diffamazione, permetteva gi a chi si sentisse danneggiato di sporgere querela, strumento peraltro usatissimo in questo ambito. Anche prima di questa nuova legge, le intercettazioni potevano pubblicarsi solo dopo che fossero apparse negli atti del tribunale, quando cio sono gi pubbliche e in possesso degli avvocati. Che siano strumento solo a favore dellaccusa? Le parole dette in buona fede non possono anche essere strumento di aiuto per la difesa? Come abbiamo visto, il parlamento ha approvato quasi allunanimit la nuova proposta di legge. Come mai questo argomento ha trovato tutti daccordo? Esplicite le parole del senatore Gaetano Pecorella: Ci si resi conto che la pubblicazione di alcuni atti processuali .. non solo pu compromettere la prosecuzione delle indagini, per il rischio dellinquinamento delle prove, ma colpisce anche interessi di non minore rilevanza, come la privacy .. E noto che il giudice .. non deve essere influenzato da ci che ha letto sui giornali. Sembra che la legge miri a tutelare .. chi pu avere la vita distrutta dalla pubblicazione di una notizia, irrilevante sul piano del processo in corso, ma che incide sulla sua vita privata .. A sentire le parole del senatore, sembra che finalmente (incredibilmente?) le forze politiche assieme abbiano preso accordi per apportare delle migliorie normative importanti in dei settori fondamentali per lordinamento dello stato. Finite le lotte, finito linfantilismo che caratterizzava qualsiasi argomento dibattuto da forze politiche opposte? Vicino al pensiero del senatore, quello dellonorevole Violante: Quante volte abbiamo letto sui giornali notizie assolutamente private che non centravano nulla con la materia oggetto dellinchiesta, ma che erano solo una forma di voyeurismo giornalistico? Questo lede alla dignit delle persone ..

Forse questa affermazione, senza volere, riesce a cogliere uno dei nodi principali del problema: notizie assolutamente private, e che non sono essenziali per illustrare loggetto dellinchiesta, non dovrebbero essere pubblicate. Potremmo pensare che un giornale possa pubblicare qualsiasi telefonata privata tra due persone? Sicuramente no, come vorremmo che il nostro bimbo possa raccontare con tranquillit al suo amichetto della bimba che gli piace. Ma perch proibire la pubblicazione di qualsiasi tipo di intercettazione, anche quella che con il processo in stretta relazione? Questioni a rischio La nuova legge, quindi, prevede che vengano utilizzate solo le intercettazioni che il pubblico ministero ritiene utili per il processo, ma che nessuna, anche quelle essenziali per il processo, pu essere pubblicata prima dei lunghi tempi previsti. Scrive il dottor Caselli: Con i tempi dei nostri processi non dobbiamo dimenticarlo mai si rischierebbe di non sapere nulla per anni .. Mi riferisco, per usare un linguaggio giornalistico, a Tangentopoli, Bancopoli, Furbettopoli, Calciopoli, Vallettopoli, il crack Cirio, il crack Parmalat e, pi recentemente, i presunti episodi di spionaggio Telecom e Sismi e via di seguito. .. il ruolo che linformazione ha avuto in questi casi deve costituire un punto di partenza. E se questo ruolo viene cancellato o gravemente ostacolato, sono guai .. rischieremmo di non sapere pi in tempo ragionevole fatti della gravit che ho elencato prima, che i cittadini hanno il diritto di conoscere. E vero, in molti casi precedenti, che se la legge fosse stata gi in vigore le cose sarebbero andate diversamente. Del fatto che il signor Moggi aveva truccato molte partite i tifosi forse ancora non ne sarebbero al corrente. E se avesse deciso di andare in pensione qualche anno pi tardi dellinizio delle indagini, probabilmente avrebbe continuato a lavorare sporco ugualmente. Nessuno gli avrebbe detto niente. E legregio signor Fazio, ex presidente della Banca dItalia? Gi stato molto difficile che lasciasse il suo mandato a vita, figuriamoci se i giornali non avessero potuto evidenziare le sue malefatte. Si sarebbe dovuto per forza arrestarlo per farlo scendere dal trono. E anche vero che esister sempre una zona grigia, una parte di informazioni di cui non si pu dire a colpo docchio se riguardino strettamente la sfera del privato o se interessino direttamente larea dellinteressamento pubblico al fatto accaduto, ma sarebbero i giudici a decidere in questo caso se la pubblicazione di una parte di tali informazioni possa o no essere lesiva. E sar sempre responsabilit del giornalista che scrive, perch la libert di stampa questo: poter scrivere ci che si vuole, anche attaccando apertamente qualcuno, purch se ne abbiano i giusti motivi e se ne abbraccino a pieno le responsabilit (si guardi il decalogo del giornalista).

Altra questione importante riguarda i limiti posti alla facolt dei magistrati di intercettare: come gi detto, se entro 45 giorni dalla disposizione di intercettazioni ambientali e 90 per quelle telefoniche non dovessero emergere nuovi elementi per le indagini, lo strumento non pu pi essere utilizzato. Si parla, per giustificare questa decisione, di riduzione delle spese (ritenute alte per molte magistrature) e, dice il senatore Pecorella: ..per poter disporre di una intercettazione devono esserci indizi gravi e, se dopo 45 o 90 giorni questi indizi non hanno trovato conferma, o comunque la fonte, che si st intercettando, si rivela una fonte sterile, vuol dire o che gli indizi non erano cos gravi, oppure che non quella la fonte attraverso la quale acquisire la prova. Interessante, e tristemente ironico, il pensiero di Mario Pirani sullargomento: ..con la scusa che questo spinger i pm ad indagare di persona senza adagiarsi sulle intercettazioni. Il che sarebbe equivalso, quando vennero messe a punto le impronte digitali, a negarne l'utilizzazione perch era molto meglio far parlare il colpevole (magari con mezzi energici) che affidarsi alle trovate della tecnica. Se ne rallegreranno la mafia, la camorra e la criminalit organizzata tutta, ben sapendo che in certe regioni lomert equivale a un certificato di sopravvivenza. Per non dire dei rapporti tra politica e affari, da sempre avvolti nella nebbia della connivenza interessata. E nessuno ha pi ragione, e pi esperienza, del dottor Caselli: ..la mafia non ha scadenze .. i mafiosi non hanno fretta: stanno zitti per mesi e mesi. Un giusto equilibrio? La legge modifica alcuni dei campi pi importanti e complessi campi dellordinamento democratico. Cose che riguardano direttamente tutti, non solo giudici e giornalisti. Lopinione pubblica, la sua formazione, i giusti mezzi che dovrebbe avere un giudice che porta avanti le sue indagini, sono temi troppo importanti, vicinissimi a qualsiasi cittadino. Qualsiasi cittadino vorrebbe che il suo stato non risparmiasse per qualche mese di intercettazioni che potrebbero essere fondamentali per larresto di qualche malvivente, dato che vive in un paese in cui malviventi ce ne sono troppi e dato che il suo stato spende i soldi delle sue tasse in molte cose sicuramente meno importanti (che a cominciare a parlarne non si finirebbe pi). E qualsiasi cittadino vorrebbe essere portato a conoscenza di fatti che potrebbero riguardarlo anche da vicino, senza che passino anni prima di saperne qualcosa. Probabilmente un punto di equilibrio non stato trovato. Probabilmente il mondo politico tutto si trovato daccordo su una legge che, dopo che ha fissato dei giusti paletti regolatori per alcuni temi, mina pericolosamente il giusto funzionamento di una democrazia. Una legge scritta e approvata in fretta in un periodo in cui molti politici hanno visto riportate le proprie parole sui giornali. Deve un personaggio politico, appartenendo al mondo del pubblico e avendo gi rinunciato ad una parte della

sua privacy, prendersi le proprie responsabilit sulle sue parole, dette contingentemente ad unindagine e non riguardanti la sua sfera sessuale-familiare? Dalema ci insegna il contrario: prima intona urla di scandalo perch le su chiacchiere con Consorte sono state rese pubbliche, poi, quando viene approvata alla camera la legge che gli rende giustizia, si lamenta perch le pene previste per i giornalisti sono troppo lievi. Se i giornalisti e la magistratura appaiono come una minaccia al potere, possiamo ben affermare che i dispotici insegnamenti berlusconiani in questo ambito siano serviti da lezione allintera classe politica.

Bibliografia Pirani Mario. Intercettazioni legge ad personas, La repubblica, 31 luglio 2006 Oreste Flamminii Minuto, Gaetano Pecorella, Luciano Violante, Giancarlo Caselli. Il bavaglio bipartisan, ovvero la legge Mastella contro la libert di stampa, MicroMega aprile 2007 Travaglio Marco. Mordacchia Mastella, MicroMega aprile 2007

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