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STUDIARE ECONOMIA Lo stato patrimoniale ha due colonne contrapposte: l’una riguarda le attività (ciò che si possiede),

l’altra le passività (impegni di pagamento), entrambe riferite ad un istante (foto istantanea).


Micro e macro politica economia Per la famiglia abbiamo tra le attività i beni materiali posseduti, la casa di proprietà, i titoli acquisiti nel
L’economia politica tenta di definire delle regole applicabili al vivere associato, dall’ambito domestico tempo, i prestiti effettuati, i depositi bancari, le riserve di moneta.
a quello più ampio della società.
Con la parola economia si studiano sia i fatti economici o un determinato sistema economico ad es. Attività patrimoniale = Attività reali + Attività finanziarie (Moneta + Titoli)
l’economia italiana.
Microeconomia e macroeconomia si riferiscono rispettivamente ad un approccio disaggregato ed I titoli sono di tre tipi: obbligazioni, titoli pubblici come le obbligazioni ma emessi da enti pubblici,
aggregato: dunque studio del comportamento del singolo soggetto economico (consumatore, impresa..) azioni che danno diritto ad una partecipazione di una quota di utili delle società.
e di soggetti collettivi (i centri di consumo, i centri di produzione, ..). Sempre nella famiglia, tra le passività troviamo i mutui necessari per l’acquisto della casa, i debiti
La parola “Politica economica” si riferisce agli investimenti dei poteri pubblici, per regolare il contratti nel tempo.
funzionamento del sistema economico. Stato Patrimoniale impresa
I due approcci principali: liberismo (neoclassico), interventismo (keynesiano) Attività Passività
Alcuni economisti ritengono che il sistema economico abbia un funzionamento naturale che garantisce Investimenti materiali, immateriali Mutui e obbligazioni, Banche
in modo automatico la compatibilità tra le decisioni prese da milioni di individui in modo indipendente Partecipazioni finanziarie Debiti Fondo Ammortamento
(tale situazione è detta di equilibrio), in tale ambito l’intervento dei poteri pubblici deve essere minimo Scorte di magazzino
in quanto fonte di possibili interferenze. Questo è il pensiero liberista di Adam Smith, che risale al 1700 Crediti, Cassa, banche, titoli Totale passivo
con la rivoluzione industriale inglese. Smith è il sostenitore della “mano invisibile” che riorienta in
senso collettivo comportamenti mossi da scopi puramente individuali. Capitale netto
Questo approccio liberista è stato ripreso e formalizzato dagli economisti neoclassici, noti come - capitale sociale
marginalisti per l’uso da loro fatto dei calcoli al margine. - riserve
Per altri economisti, in assenza di attivismo da parte dei poteri pubblici, il funzionamento del sistema - utile di esercizio
economico. Difficilmente raggiunge un equilibrio. Questi sono gli interventisti come Keynes che Totale attivo Totale passivo netto
attribuisce l’origine della Grande depressione del 1929 ad una passività dei poteri pubblici.
I soggetti economici I totali iscritti a sinistra (attività) sono uguali a quelli iscritti a destra (passività e netto), lo stato
La micro e macro economia studiano il comportamento dei soggetti economici, ma con prospettive patrimoniale è sempre a pareggio.
diverse l’una disaggregata, l’altra aggregata. I due aspetti sono speculari in quanto le attività sono acquistate con impegni di pagamento, mentre le
In Microeconomia abbiamo: passività sono finalizzate all’acquisto di ciò che si possiede.
- il consumatore L’utile di esercizio è il profitto dell’impresa, differenza tra ricavi dalla vendita dei beni e i costi
- il lavoratore sostenuti per realizzarli.
- il risparmiatore
- l’investitore Il conto economico ha due colonne contrapposte, le entrate e le uscite, riferite ad un arco di tempo
il lavoratore spende sul mercato dei beni, un reddito che si è procurato cedendo sul mercato del lavoro, (grandezze di flusso).
servizi lavorativi. Il reddito conseguito lavorando non è speso interamente perché in parte risparmiato, Per la famiglia le entrate sono rappresentate da salari e stipendi e da capitale (interessi sulle
detiene denaro o acquista titoli. obbligazioni, o titoli, dividendi azioni), le uscite sono costituite da spese di consumo, oneri sui debiti,
- l’impresa, che svolge attività produttive, produce beni, paga un reddito ai lavoratori e imposte e tasse.
acquisisce il risparmio per finanziare gli investimenti. Conto economico impresa
- la singola amministrazione pubblica, che produce e fornisce servizi ai cittadini. Entrate Uscite
In Macroeconomia si studia il comportamento: Ricavi vendite Costo materiale
- dei centri di consumo (famiglia), che ha il ruolo anche di lavoratori/risparmiatori/investitori; Proventi finanziari e vari Costo lavoro
- dei centri di produzione (imprese), che fanno investimenti; Ammortamenti
- il sistema finanziario, che collega i risparmiatori con le imprese; Oneri finanziari
- la pubblica amministrazione, che produce servizi pubblici con le risorse ottenute tramite il Imposte e tasse
prelievo fiscale e ridistribuisce il reddito tra i cittadini;
Totale costi
- settore estero, ovvero tutti gli altri paesi del mondo, col quale la nostra economia ha relazioni
Utile di esercizio (entrate- Uscite)
commerciali. Totale entrate Totale uscite
Il bilancio di un operatore: entrate/uscite, saldo
Totale entrate e totale uscite devono bilanciare
Ogni soggetto economico compila il proprio bilancio. Questo è composto da due tabelle: lo “stato
patrimoniale” e il “conto economico”. La prima è riferita ad un istante preciso, mentre la seconda ad un
arco di tempo, di solito un anno. Le grandezze riportate nel primo caso si chiamano stock perché L’utile di esercizio è l’unica voce in comune tra i due bilanci, grazie all’utile annuale il patrimonio
indicano consistenze, nel secondo caso, flusso. iniziale viene accresciuto.
Le grandezze economiche: stock/flussi; endogene/esogene; nominali/reali [prezzi assoluti/relativi] quest’ultimo il doppio del primo, il rapporto tra i due prezzi assoluti prende il nome di prezzo relativo:
Gli stock si riferiscono alla consistenza in un istante, mentre i flussi alle variazioni in un arco di tempo. quindi la ragione di scambio tra i due beni.
La ricchezza, il patrimonio, il capitale, le scorte in magazzino, sono grandezze stock perché risultano
dall’inventario fatto in un determinato istante. La maggior parte delle grandezze studiate in economia I legami funzionali: diretti/inversi; tasso di variazione
sono invece flusso perché riferite ad un intervallo di tempo: lo stipendio/il reddito è mensile o annuale, Gli economisti cercano di stabilire il legame tra le diverse grandezze, ad es. la mia spesa dipende dal
la spesa è giornaliera/mensile/annuale, la domanda o l’offerta sono giornaliera/mensile/annuale. mio reddito, mentre la spesa di investimento di un’impresa è in relazione al costo del denaro necessario
Data una grandezza stock iniziale e tenuto conto del flusso intervenuto in un arco di tempo si ottiene la per finanziare tale spesa. Il legame funzionale nel primo caso è diretto (+ reddito, + spesa di consumo),
grandezza stock finale: ed è per questo che lo stock di beni capitali di un’impresa si riduce a seguito del nel secondo caso è inverso (+ alto il costo del denaro, minori investimenti).
deprezzamento degli stessi (voce ammortamento). Allo stesso tempo il patrimonio dei beni iniziali e
titoli, tenendo conto delle svalutazioni/rivalutazioni, definiscono il mio patrimonio finale. Tasso di variazione, supponiamo che il mio reddito cresca progressivamente di un dato importo (10%),
Altra distinzione tra grandezze endogene ed esogene, vengono rappresentate con schemi che la mia spesa di consumo può crescere della stessa percentuale, ma man mano che cresce il mio reddito e
circoscrivono una porzione della realtà, ad es. prendiamo la quantità scambiata di un bene e il suo raggiunge livelli dignitosi, una quota va al risparmio.
prezzo di vendita, la quantità scambiata e il prezzo sono endogene, perché grandezze determinate Per l’impresa è la stessa cosa, la riduzione del costo del denaro indurrà l’impresa ad investire di più e la
all’interno del modello. Altre grandezze esercitano un’influenza ma dall’esterno, esogene. percentuale di aumento può risultare via via minore più l’impresa ha esaurito i progetti migliori.
Altra differenza è tra nominali e reali, le grandezze economiche sono espresse in valore, ottenuta
moltiplicando il prezzo per le quantità. La spese che faccio al supermercato è la somma dei valori per le L’espressione quantitativa e la rappresentazione grafica
quantità, lo stipendio è pure un valore perché è dato dallo stipendio unitario per le ore di lavoro. Quanto abbiamo detto in forma verbale può essere espresso matematicamente in forma più sintetica,
Prendiamo lo stipendio che ho oggi per es. 1050 euro, lo confrontiamo con quello dello scorso anno con legami tra variabili, una o più variabili indipendenti (il reddito o il costo del denaro) e una variabile
1000 euro, in entrambi i casi considero grandezze nominali, sono certo che la mia situazione è dipendente corrispondente (la spesa di consumo nel primo caso e la spesa di investimento nel secondo).
migliorata? Tutto dipende da quanto riesco ad acquistare con il reddito di oggi rispetto al passato, La funzione di consumo si presenterà nel seguente modo:
quindi dipende dal prezzo nei due anni. Quindi bisogna sottrarre l’effetto dovuto alla crescita dei prezzi C=C0+cY
(l’inflazione). Dove C = spesa di consumo, Y=reddito, C0=componente autonoma (tutto ciò che influenza il consumo
Il processo che conduce dalle grandezze nominali a quelle reali si chiama deflazione: che consiste nel ad eccezione di Y).
dividere la grandezza nominale per il livello generale dei prezzi. Quest’ultimo è una media delle
variazioni dei prezzi di un insieme di beni e servizi acquistati con il mio reddito. Il paniere deve tenere
conto dell’incidenza media che ciascuna voce ha sul totale della spesa (l’alimentazione ha un peso
specifico superiore rispetto agli spettacoli).

La tecnica statistica usata per il calcolo: 2 euro valore iniziale, 2,20 euro valore finale
2:100=2,20:x 100*2,20/2=110 (quindi la variazione del prezzo è 110-100=10%)
Se i beni nel paniere sono tre con
un’incidenza: 50% (0,5), 30% (0,3), 20% (0,2)
variazione del prezzo: 14% (114), 7% (107) , 10% (110)
0,5*114+0,3*107+0,2*110=111,1 quindi variazione media dell’11%

Il mio stipendio di oggi deflazionato è :


1050/111,1=945,10 (quindi ho un potere d’acquisto inferiore ai 1000 euro)

Se invece delle grandezze nominali e reali usiamo i prezzi correnti e costanti:


Se l’inflazione indica un aumento generale dei prezzi, il tasso di inflazione si indica con P e misura il
ritmo di crescita di P tra due date diverse (tempo 2 rispetto al tempo 1):
P= (P2 - P1)/ P1*100 (tasso d’inflazione)

Quindi se per es. su una somma prestata ricevo un tasso d’interesse nominale del 3% e il tasso di
inflazione è del 2,5%, il tasso di interesse reale, cioè il tasso di capitalizzazione in termini di effettivo
potere d’acquisto è solo dello 0,5%.

Distinzione tra grandezza nominale (monetaria) e reali riguarda i prezzi. Due beni venduti ad un prezzo
di 1 e 2 euro. Facciamo il rapporto tra i due prezzi, vediamo che il primo vale la metà del secondo e
MERCATO E STATO La flessibilità del prezzo come meccanismo automatico di regolazione
Poiché il prezzo si può muovere verso l’alto e verso il basso, il prezzo inizialmente non è in equilibrio,
ma poi raggiunge il livello di uguaglianza tra domanda e offerta.
Economia di mercato vs economia di piano Il prezzo variano al variare della c.d. legge della domanda e dell’offerta, se su un mercato vi è un
Le economie dei paesi industrializzati sono basate sul mercato, con il termine mercato si indica un eccesso di domanda il prezzo tenderà ad aumentare, poiché si è disposti a pagare un prezzo più alto per
luogo non necessariamente fisico (scambi telematici), dove viene scambiato un determinato bene o accaparrarsi il bene, invece se vi è un eccesso di offerta, il prezzo tenderà a diminuire, perché chi offre
servizio. La parola scambio indica che c’è una domanda e una offerta, ciò avviene non tramite baratto tende a richiedere un prezzo più basso per vendere i beni giacenti in magazzino.
ma con l’utilizzo della moneta. Ciò tramite due operazioni con la vendita mi procuro moneta che poi Questa è la virtù del mercato che senza interventi di autorità e in modo del tutto naturale fa incontrare
posso utilizzare per comprare altri beni. chi domanda e chi offre equilibrando il mercato. Teoria della “mano invisibile”.
I mercati sono di vario tipo: a pronti, a termine, contingenti. Nel primo la contrattazione e lo scambio Forme di mercato: la concorrenza perfetta e i mercati imperfetti
avviene contestualmente, nel secondo oggi vengono fissate le domande/offerte e il prezzo, mentre in In effetti il meccanismo sopra descritto si riferisce alla concorrenza perfetta, che è una forma molto
una successiva fase si dà esecuzione ai contratti (generalmente per i titoli e le materie prime), particolare del mercato, caratterizzato da una pluralità di soggetti privi di potere di mercato, che si
contingenti si contratta oggi di acquistare a scadenza un determinato bene (il grano ad esempio) ad un fronteggiano dal lato della domanda e dell’offerta. Vale la c.d. “legge del prezzo unico”, cioè tutti i
determinato prezzo, solo se si verifica un determinato evento (cattivo raccolto). consumatori pagano lo stesso prezzo (indipendentemente dalla quantità acquistata).
L’alternativa a questo sistema era l’economia dei paesi dell’Est dove un’autorità centrale stabiliva cosa In una concorrenza perfetta chiunque può entrare nel mercato per produrre e vendere, non vi sono
produrre e in che quantità e come distribuire. Ma questo sistema è fallito per scarsa efficienza e brevetti e marchi che differenziano i prodotti.
difficoltà a garantire la libertà di scelta al consumatore. Con la caduta del muro di Berlino si è segnata La libertà di entrare e produrre crea una maggiore disponibilità di prodotti, riducendo progressivamente
la transizione dell’economia dell’Est a quella di mercato. il prezzo.
Laissez faire e mano invisibile In realtà i mercati sono imperfetti:
Smith durante la rivoluzione industriale in Inghilterra sosteneva che il sistema di mercato è come una - il prodotto non è omogeneo, ma differenziato (vari marchi);
mano invisibile che riorienta in senso collettivo comportamenti mossi da scopi puramente individuali. I - vi sono dei brevetti;
politici non debbono intervenire in campo economico perché alterano i meccanismi di equilibrio - le imprese possono essere price maker: avendo potere di mercato fissano il prezzo
automatico garantiti dal mercato, questo equilibrio si basa sulla libertà dei prezzi di oscillare in su o in - il prezzo è in relazione alla quantità presente sul mercato: se l’impresa vuole vendere di più
giù, quindi di lasciarli alla libera iniziativa privata Laissez faire. Le imprese private, mosse dalla ricerca deve abbassare il prezzo;
del profitto, cercheranno di produrre beni graditi ai consumatori a prezzi competitivi. Anche se un - le imprese possono vendere a prezzi diversi adottando politiche di discriminazione del
mercato senza controllo fa prevalere posizioni di monopolio privato, che non è detto che sia meglio di prezzo, che si rivelano in genere utili per accrescere i loro profitti;
quello pubblico. - vi possono essere forme di induzione della domanda (pubblicità e forme di marketing);
Nella realtà un mercato di concorrenza perfetta come sostiene Smith non esiste. - sono presenti vantaggi nei costi per le imprese che producono su vasta scala (fattori
La struttura di mercato: domanda, offerta, prezzo tecnologici, commerciali, finanziari);
Abbiamo detto che un mercato si caratterizza per una domanda, un’offerta e un prezzo. La domanda di Poi la tipologia dei mercati imperfetti è molto ampia:
un prodotto è inversamente proporzionale al prezzo, ad un prezzo alto corrisponde una domanda a) monopolio: un solo produttore che offre il bene;
inferiore, quando scende la domanda aumenta. Chi offre troverà conveniente accrescere la quantità di b) la concorrenza monopolistica: vi sono tanti produttori, ma ciascuno una propria clientela
beni posta sul mercato man mano che il prezzo che loro incassano aumenta. rispetto alla quale si comporta come monopolista, ha una clientela fedele vincolata al rispetto
Marshall agevolerà il tutto con una rappresentazione grafica delle curve di domanda ed offerta. delle condizioni praticate dagli altri fornitori (ad es. i liberi professionisti);
Prezzo c) l’oligopolio: vi sono pochi produttori (anche duopolio con due sole imprese), con forti legami
di interdipendenza strategica, ognuno decide le proprie strategie cercando di prevedere come
Offerta si comporteranno i rivali, i quali fanno la stessa cosa.
Mercati in ambito micro/macro
Se l’approccio è disaggregato (Microeconomia), esiste un elenco lunghissimo di mercati, ognuno
riferito ad un tipo particolare di oggetto scambiato.
Quando l’approccio è aggregato (Macroeconomia), i mercati vengono raggruppati nel seguente modo:
Domanda - mercati di beni e servizi: l’offerta proviene dalle imprese e tutti i centri di produzione, la
domanda proviene dai centri di consumo, le famiglie.
Quantità - Mercati dei capitali: l’offerta proviene dai soggetti che risparmiano, la domanda proviene
All’aumentare del prezzo diminuisce la domanda e aumenta l’offerta, fino al raggiungimento di una essenzialmente dalle imprese che assorbono il risparmio finanziario per investimenti;
condizione di equilibrio, in cui la domanda è uguale all’offerta. - Mercato del lavoro: l’offerta proviene dai lavoratori (dalle famiglie), la domanda dai centri di
…… produzione;
- Mercato della moneta: offre moneta il sistema bancario, la domanda proviene dalle imprese e
le famiglie;
- Mercato dei titoli: offrono titoli (obbligazioni, titoli pubblici, azioni) i soggetti che hanno un Quindi le prime due costituiscono un’uscita, mentre la terza un’entrata. Il saldo del bilancio pubblico è
eccesso di spesa da finanziare (imprese e settore pubblico), mentre li domandano i la differenza tra entrate e uscite.
risparmiatori per tenere la propria ricchezza in tale forma. Si parla di deficit pubblico quando la spesa pubblica più i trasferimenti eccedono rispetto al prelievo
I fallimenti del mercato fiscale. Il finanziamento viene assicurato essenzialmente dall’emissione di titoli pubblici (assimilabili
Il mercato può non raggiungere un equilibrio non raggiungendo nemmeno un’allocazione ottimale delle alle obbligazioni) collocati presso i risparmiatori, che percepiscono degli interessi. Questi interessi
risorse. Queste difficoltà sono evidenziate da chi ritiene necessario un ruolo dei poteri pubblici. costituiscono un’uscita per il bilancio pubblico per gli anni successivi. Se i deficit si susseguono, questa
I fallimenti del mercato si hanno nei seguenti casi: voce assume consistenza e fa crescere lo stock di debito pubblico (stock perché è in un dato momento).
- quando il mercato si allontana dal tipo di concorrenza perfetta, soprattutto per quanto riguarda la Una politica fiscale espansiva si tradurrà in un aumento della spesa pubblica e dei trasferimenti e
disponibilità di informazioni per tutti gli operatori; riduzione del prelievo fiscale. Se ristrettivi avverrà l’opposto. Ciò in base se lo Stato ha un deficit o un
- non riesce ad organizzare un mercato perché troppo costoso, ciò accade in quei mercati che surplus.
consentono di superare l’incertezza sul futuro, stipulando contratti sin da oggi (mercati a termine o In Italia la manovra di finanza pubblica viene inserita in una strategia di politica economica pluriennale
contingenti; attraverso il Documento di programmazione economico-finanziaria Dpef, che il governo deve
- i comportamenti individuali producono rilevanti effetti su altri soggetti, ad es. un’impresa che inquina presentare al parlamento.
danneggiando altre imprese o i consumatori; Moneta e politica economica
- i beni pubblici: presentano due caratteristiche essenziali. Per es. il fatto che io usufruisca del trasporto La generalità degli scambi che effettuiamo non avvengono col sistema del baratto, ma con la moneta.
pubblico non impedisce ad altri di goderne (il bene pubblico è non rivale), mentre chi utilizza un bene La moneta è un segno privo di valore intrinseco, ma è basato sulla fiducia nei confronti dell’istituzione
privato impedisce ad altri l’utilizzo. Accanto alla non rivalità si deve avere la non escludibilità: per es. che lo ha emesso. Prima vi era un regime aureo, vi erano monete in oro e biglietti convertibili in oro,
il faro che guida le rotte di tutti i naviganti, essendo impossibile impedirlo ad alcuni la fruizione. In casi dopo la fine della I guerra mondiale siamo passati ad un regime a carta moneta non convertibile in oro.
del genere il privato non ha convenienza a fornire un servizio. Altra caratteristica dei beni pubblici è La moneta viene indicata come liquidità perché consente l’acquisto immediato di un bene, un servizio,
che i costi di impianto prevalgono dai costi di esercizio, la non economicità di produzione su piccola un titolo. A differenza dei titoli che hanno un grado di liquidità inferiore perché, se li ho acquistati ed
scala, l’irrilevanza del costo connesso alla produzione di una unità in più, tendenza delle persone a ho la necessità di venderli devo trovare chi se li compra: questa operazione viene svolta da un mercato
conseguire un beneficio senza supportare alcun onere (viaggiare su autobus pubblico senza pagare il secondario, dove vengono scambiati titoli di vecchia circolazione, distinto dal mercato primario che
biglietto). riguarda titoli di nuova emissione.
Inoltre i fautori dell’interveto pubblico aggiungono considerazioni in ordine macroeconomico: Altra differenza tra la moneta e i titoli riguarda il rischio di perdere valore, se acquisto un’obbligazione
- l’esistenza sul mercato del lavoro di fenomeni di disoccupazione non attribuibili alla pretesa pagandola 100, nel momento in cui devo vendere possono pagarmela 100, ma se pochi sono disposti
di salari troppo alti (disoccupazione involontaria); all’acquisto, sul mercato vi sarà un eccesso di offerta che spinge in basso il titolo. Il valore della moneta
- lo svilupparsi di aspettative pessimistiche presso gli operatori privati, ridimensionando i è sempre identico, anche se in realtà bisogna tenere conto dell’inflazione che riduce il valore reale di
propri programmi di investimento, con effetti negativi a cascata. tutte le grandezze nominali.
L’intervento pubblico e la mano invisibile Chi crea moneta e in quali occasioni ciò avviene. Il contante è detto anche moneta legale, (circola per
Se il mercato può fallire si riconosce la legittimità di un eventuale intervento pubblico. In ambito legge e nessuno può rifiutarsi di accettarla come pagamento). Oggi viene emessa per quanto riguarda
microeconomico, lo Stato può intervenire sull’attività delle imprese private, cercando di ricondurre i l’Italia e gli altri paesi europei aderenti all’Unione monetaria, dalla Banca centrale europea. L’Istituto di
prezzi ai costi di produzione, contraendo i margini del profitto, e sorvegliando che non si creino emissione mette in circolazione moneta nel momento in cui finanzia il sistema:
posizioni dominanti sui mercati garantendo la trasparenza delle informazioni. Lo Stato può incentivare - il Tesoro (una forma di copertura del deficit pubblico, ma attualmente questa operazione è esclusa
determinate attività di carattere strategico, (ferrovie), favorire la formazione di capitale umano, per garantire piena autonomia della banca centrale nel controllo della liquidità.
sostenere l’attività di ricerca e sviluppo. - Le operazioni con l’Estero, conversione in moneta nazionale della valuta estera (a seguito di
Le forme classiche di intervento pubblico sono di tipo macroeconomico e si distinguono in interventi movimenti con il resto del mondo);
fiscali e monetari, e possono essere di tipo ristrettivi o espansivo, a seconda delle condizioni del - Il rifinanziamento delle aziende di credito che si trovano a corto di liquidità e che si trovano a
sistema economico. corto di liquidità, rivolgendosi alla banca centrale per farsi prestare denaro da restituire con gli
Bilancio pubblico e politica fiscale interessi.
La politica fiscale viene decisa dal governo, ratificata in parlamento dalla maggioranza e attuata tramite Vediamo l’attività creditizia delle banche.
provvedimenti amministrativi. Esse raccolgono denaro dai depositanti e lo prestano concedendo credito a chi ne fa richiesta. Le
- spesa pubblica per produrre servizi pubblici, hanno la caratteristica di non avere un prezzo di banche guadagnano sulla differenza tra gli interessi che riceve sui prestiti e quelli che paga ai
vendita di mercato, non sono destinabili alla vendita. La spesa pubblica è di due tipi: spesa depositanti.
corrente (principalmente stipendi pubblici), spesa in conto capitale (riguarda gli edifici pubblici e I depositi sono a vista in conto corrente o a risparmio. Mentre quest’ultimo consiste nel versare denaro
le attrezzature cnnesse). contante su un libretto di risparmio, denaro che può essere successivamente ritirato, il deposito ha vista
- Trasferimenti: vanno a beneficio delle famiglie (pensioni, sussidi di disoccupazione, di malattia, in conto corrente è molto più flessibile: trasferire fondi con un assegno, utilizzando quindi moneta
invalidità) o delle imprese (sussidi per sostenere determinate produzioni, o per penetrare i mercati bancaria. I prestiti che le banche concedono viene detto di apertura di credito, dandomi la possibilità di
esteri, o per la ricerca e sviluppo); utilizzare una certa somma di denaro per effettuare pagamenti, alla scadenza dovrò restituire il denaro
- Prelievo fiscale: tasse, imposte dirette che colpiscono il reddito delle persone nel momento in cui prestato con i relativi interessi. Chi riceve un assegno, in genero lo deposita sul proprio c/c, producendo
si forma, indirette l’Iva colpisce il reddito nel momento in cui viene speso, dato che è incorporata nuovi depositi (moltiplicazione dei depositi).
nel prezzo per l’acquisto di beni e servizi.
La banca per far fronte alle richieste di rimborso da parte dei depositanti, ha delle riserve libere, ma ha LA STRUTTURA DI UN SISTEMA ECONOMICO
anche delle riserve obbligatorie che il sistema bancario deve depositare alla banca centrale, ciò Le relazioni di base tra centri di produzione e centri di consumo
rappresenta uno strumento di controllo dell’attività bancaria da parte di un’autorità monetaria. Unità fondamentali in ambito macroeconomico:
Cosa si intende per politica monetaria? - i centri di consumo (famiglie) operanti anche nel ruolo di lavoratori e proprietari del capitale;
Intento l’autorità monetaria è la Banca centrale europea BCE ed ha piena autonomia nei confronti - i centri di produzione (imprese).
dell’autorità di governo. La produzione è un’attività di trasformazione di risorse (materie prime, servizi lavorativi, servizi di
Gli strumenti di politica monetaria sono: capitale) per dar luogo ad un prodotto, che può essere fisico, un bene o un oggetto immateriale, un
- il tasso di rifinanziamento che le banche pagano alla BCE sui prestiti che ricevono; servizio. La trasformazione può essere fisica, ma anche spaziale (trasferimento del prodotto dal
- il coefficiente di riserva obbligatoria; produttore in altro luogo es. commercio all’ingrosso o al dettaglio) o temporale (es. i vini che vengono
- le operazioni di mercato aperto, che consistono in acquisto o vendita di titoli sul mercato lasciati invecchiare).
secondario da parte della banca centrale. In economia consideriamo, anziché come input l’elenco di prodotti e materie prime, il fattore di
Una politica monetaria espansiva si tradurrà in una riduzione del tasso di rifinanziamento (abbassando produzione cioè il lavoro e il capitale. Quindi raggruppando tutti i passaggi di trasformazione delle
così i tassi applicati dalle banche ai clienti) o del coefficiente di riserva obbligatoria (con il conseguente materie prime abbiamo che il tutto è avvenuto grazie al lavoro e al capitale.
aumento dei depositi), acquisti sul mercato secondario (la banca centrale aumenta la base monetaria Con il presupposto che tutto il reddito venga consumato, abbiamo le famiglie che cedono alle imprese
pagando i titoli che acquista dalle banche). servizi lavorativi e servizi di capitale. Questa cessione avviene a fronte di un pagamento di reddito, che
L’effetto delle tre manovre è quello di un aumento dell’offerta di moneta e una riduzione del tasso di a sua volta distinguiamo da redditi da lavoro (salari, stipendi) e redditi da capitale (profitti dei
interesse di mercato. Oppure la banca centrale effettua operazioni sul mercato pronti contro termine, in proprietari del capitale, interessi obbligazioni, dividendi azioni).
questo modo con la prima operazione la moneta aumenta, ma non in modo permanente, in quanto con Circuito reddito-spesa di base:
l’operazione successiva, alla scadenza del contratto a termine la moneta in circolazione viene contratta.
I fallimenti dello Stato Famiglie
Il ruolo rilevante che lo Stato svolge nelle economie, sottopone lo stato al rischio di fallimento. Gli altri Spesa Reddito:
operatori reagiscono alle decisioni dei governi e della banca centrale, in alcuni casi vanificando i di consumo Mercati:
- da lavoro
- dei beni
risultati sperati. - dei servizi produttivi
- da capitale
In ambito micro si deve tenere presente che le amministrazioni pubbliche richiedono un’attenta
valutazione dei benefici e dei costi connessi, ma al contrario i dirigenti pubblici sono attenti ai budget a Imprese
disposizione piuttosto che all’uso efficiente delle risorse assegnate, e ancor meno alle esigenze dei
cittadini, compromettendo i risultati.
I policy maker nel delineare le strategie di intervento pubblico, finiscono per far prevalere il loro La figura visualizza il flusso circolare del reddito-spesa e al suo interno
interesse alla rielezione e solo in parte le preferenze dei cittadini che invece dovrebbero rappresentare abbiamo flussi reali(non visualizzati) e flussi monetari speculari. Il circuito
in quanto delegati dal voto. si deve necessariamente chiudere per produrre altro reddito.
In conclusione di fallimenti sia per la presenza del mercato che per colpa dello Stato, impone un’attenta
vigilanza: un’economia di solo mercato può fare sacrificare il principio di equità, con forte presenza
Le famiglie una volta acquisito un reddito, sono in grado di effettuare spese di consumo, con un flusso
dello Stato può compromettere l’obiettivo dell’efficienza.
di denaro verso le imprese produttrici di beni e servizi. Alcuni beni sono di consumo cioè si
Un mercato senza Stato può trasformare la mano invisibile in mano libera; uno Stato con un deficit di
esauriscono nel corso del loro utilizzo, altri sono di consumo durevole (elettrodomestici) con durata più
mercato può, per un verso, produrre un eccesso di regolamentazione e per l’altro pensare troppo agli
o meno lunga. Questo con il presupposto che tutto il reddito venga consumato, in caso contrario si
interessi dei politici e dei burocrati.
avranno eccedenze finanziarie (risparmio), quindi con lo sviluppo dei mercati finanziari ed
La cosa difficile è trovare un mix ottimale di Stato e mercato.
intermediari.
Il discorso si amplia al rapporto tra Stato e società civile. Secondo il principio di sussidiarietà, vi è la
Il sistema finanziario: eccedenze/fabbisogno finanziario; mercati finanziari ed intermediari
necessità di un coinvolgimento dia dei privati sia della sfere pubblica di una continua verifica dei
(bancari e non)
risultati raggiunti, quindi:
- lo Stato non deve fare ciò che da solo possono fare i cittadini;
Le famiglie però non necessariamente consumano tutto il reddito, una parte può essere risparmiata. Chi
- lo Stato deve intervenire solo quando i cittadini non sono in grado di farcela;
risparmia deve porsi una scelta ulteriore: come impiegare il risparmio, o in moneta legale, o in depositi
- l’intervento sussidiario dello Stato deve essere portato al livello più vicino ai cittadini (Comune,
bancari, o titoli. Quindi le famiglie offrono risorse finanziarie in cambio di attività finanziarie.
Provincia, Regione, Stato centrale, Unione europea).
Le imprese per finanziare i propri investimenti ricorrono a risorse come l’autofinanziamento (risparmio
delle imprese = profitto non distribuito) o a risorse esterne: crediti personali (il risparmiatore presta
denaro all’impresa in cambio di interessi) e bancari, titoli obbligazionari (titoli di credito che
garantiscono il pagamento di interessi) e azionari (titoli compartecipazione al capitale, rischiosi perché
l’azionista accetta di condividere il rischio dell’impresa).
I mercati coinvolti sono quello del capitale e quello finanziario dei titoli (borsa valori). Attualmente in
borsa la negoziazione dei titoli è continua, nel senso che avviene attraverso un circuito telematico (tutte
le domande e le offerte convergono in un elaboratore, che fissa continuamente il prezzo di ogni titolo in Il settore pubblico: prelievo fiscale, spesa pubblica, azione redistributiva
base alla domanda e all’offerta). Flussi finanziari tra famigli e imprese diretti: Quindi oltre alle famiglie, alle imprese e al sistema finanziario abbiamo l’intervento anche del settore
pubblico, il quale effettua:
Flussi finanziari - spesa pubblica per produrre servizi pubblici non destinabili alla vendita, ed è di due tipi corrente
diretti: Risorse (stipendi dei dipendenti) e in conto capitale (edifici pubblici e attrezzature);
finanziari
- trasferimenti: a beneficio delle famiglie (pensioni, sussidi di disoccupazione, malattia, invalidità) o
e
alle imprese (sussidi per sostenere determinate produzioni, penetrazione sui mercati esteri, ricerca
e sviluppo);
Mercati dei capitali - prelievi fiscale, costituito da tasse, imposte dirette e indirette;
Famiglie Mercati finanziari Imprese
La prima e la terza voce si aggiunge al circuito: la spesa pubblica si aggiunge al consumo e
all’investimento, mentre il prelievo fiscale sottrae reddito alla spesa o al risparmio:
Circuito reddito-spesa con settore pubblico:
Prelievo fiscale
Attività
finanziari
e
Risparmio
Vi sono anche i flussi indiretti, attraverso l’intermediazione delle istituzioni finanziarie, tra le quali le
banche che si caratterizzano per l’estrema liquidità, ricevono risorse dalle famiglie (in depositi, c/c, Famiglie Sistema Settore
finanziario pubblico
libretti di risparmio) e prestano alle imprese.
Altre categorie sono le assicurazioni, che dietro il pagamento di una somma, detta premio, coprono i Mercati:
Spesa - dei beni
rischi derivanti da alcuni eventi che possono influenzare negativamente la situazione economica di una di - dei servizi Reddito
famiglia o un’impresa, o con i fondi comuni di investimento, raccolgono il risparmio sotto forma di consumo produttivi
versamenti di quote di patrimonio, che vengono gestite collettivamente, investendole prevalentemente
in titoli. Imprese
Abbiamo le banche d’affari che forniscono consulenza e capitali, raccolti presso i risparmiatori, ad
imprese sottocapitalizzate, società di leasing che dietro il corrispettivo di un canone periodico,
Spesa di investimento
un’impresa può utilizzare un bene per un certo periodo, al termine può riscattarlo o restituirlo.
Società di factoring, cessione di crediti da un imprenditore ad un altro.
In ogni caso con tutte con funzioni simili a quelle delle banche:
- trasferimento di risorse finanziarie I trasferimenti non compaiono nel circuito perché è solo una Spesa
forma pubblica
di riditribuzione del reddito.
- riduzione del rischio attraverso la diversificazione degli investimenti Quando il settore pubblico non copre le sue uscite con le entrate, il bilancio è in deficit, quindi il settore
- trasformazione delle scadenze: le operazioni di impiego sono a scadenza più lunga rispetto a pubblico ha un fabbisogno da finanziare e si rivolge anch’esso al sistema finanziario, offre quindi titoli
quelle di raccolta. pubblici ai risparmiatori (famiglie).
Il settore estero: i movimenti di mercato e servizi
I flussi finanziari indiretti:
Il quadro si completa considerando economie aperte gli scambi con l’estero. Abbiamo le importazioni
Famiglia Intermediari Imprese di beni e servizi provenienti dall’estero con una conseguente fuoriuscita di reddito per il pagamento
finanziari delle imprese estere da cui importiamo e le esportazioni di beni e servizi all’estero, con un’aggiunta di
reddito.
Ora il circuito reddito spesa con l’inserimento del sistema finanziario:
Risparmio

Famiglie
Reddito: Sistema
Spesa Mercati: - da lavoro finanziari
di - dei beni - da o
- dei servizi capitale
consum
o produttivi
Imprese

Spesa di investimento

Vi è quindi una uscita dal circuito: il risparmio e una voce in entrata che è
l’investimento in titoli ed attività finanziarie
Circuito reddito-spesa in un’economia aperta: Ricavi Costi Profitti
Prelievo fiscale Impresa A 500 Salari = 400 100
Impresa B 50 Salari = 35 15
Importazioni
Risparmio Impresa C 400 Salari = 100 + Acquisti presso Impresa A = 250 50

Settore Famigl Sistema Settore


ie finanziario pubblico
Valore aggiunto = 500+50+(400-250)=700
estero
Spesa
di
Reddito
consumo Il secondo metodo per calcolare il valore della produzione distingue i beni e servizi finali da quelli
intermedi. Questi ultimi sono quelli che nel periodo di tempo considerato, sono stati prodotti da
un’impresa e utilizzati da altre come materia prima o semilavorati, mentre finali sono i beni e i servizi
Imprese
che ricevono una destinazione finale, consumo, investimento (in caso di beni destinati al processo di
produzione), spesa pubblica (nel caso di risorse destinate alla produzione di servizi pubblici),
Esportazioni Spesa di investimento l’esportazione (beni e servizi acquistati da non residenti) al netto di quelli importati.

Valore beni e servizi finali = (500-250)+50+400=700


Spesa pubblica I due metodi danno lo stesso risultato.
In genere si applica il primo metodo in quanto un bene può essere finale o intermedio a seconda di chi
Dispersione e aggiunte nel circuito reddito spesa lo utilizza (per es. generi alimentari, finali se acquistati dal consumatore, intermedi per un ristorante).
Nel circuito reddito spesa abbiamo individuato tre dispersioni: Per calcolare il reddito dell’economia si sommano tutti i redditi, da lavoro e da capitale:
- risparmio; Redditi distribuiti = (400+100)+(35+15)+(100+50)=700
- Prelievo fiscale; Quindi il reddito della nostra economia in miniatura coincide con il valore della produzione. E se al
- Importazioni; valore della produzione togliamo il valore delle materie prime e dei semilavorati, il valore aggiunto è
e tre aggiunte corrispondenti: costituito da salari e profitti. In effetti non si può distribuire alcunché se prima non viene prodotto.
- investimenti;
- spesa pubblica; Per calcolare la spesa totale di economia si fa la somma di tutti gli acquisti di beni e servizi finali da
- esportazione. parte dei soggetti (famiglie, imprese, settore pubblico, settore estero)
Se consideriamo che per la riproduzione del processo la spesa di consumo eguagli il reddito avremo le Coinciderà sempre con il valore della produzione realizzata, ma anche con i redditi distribuiti.
seguenti eguaglianze: Dunque la produzione, il reddito e la spesa di un sistema economico, indica la stessa cosa vista in tre
Reddito = Consumi + Investimenti + Spesa pubblica + Esportazioni – Importazioni prospettive diverse.
Dispersione = Aggiunte Inoltre bisognerebbe tenero conto delle quote di ammortamento relative a macchinari ed attrezzature, le
Il reddito al netto del prelievo fiscale può essere consumato o risparmiato e deve uguagliare la spesa scorte volontarie o involontarie dovute ad una diminuzione della domanda dei consumatori.
totale, il risultato ultimo è l’uguaglianza tra dispersione e aggiunte totali. Il concetto di produzione/reddito a cui finora abbiamo fatto riferimento è quello di produzione
Produzione-reddito-spesa: ottica contabile e ottica economica realizzata all’interno di un’economia PIL. Però vi è la possibilità che cittadini italiani abbiano un
I tre concetti di produzione, reddito e spesa sono al centro di un sistema economico e sono tra loro reddito conseguito all’estero quindi bisogna considerare un’altra grandezza:
collegati.
In un’economia vengono prodotti beni e servizi, alcuni sono destinati al consumo, altri alla produzione, Prodotto/reddito nazionale = Prodotto interno + Redditi netti dall’estero
altri ancora sono connessi all’attività del settore pubblico, altri invece sono destinati ad acquirenti dove:
esteri. Nel conto vanno considerate le importazioni che si tratta di una voce in uscita, ma trasferiamo Redditi netti dall’estero = redditi conseguiti all’estero da residenti – Redditi conseguiti
una parte del reddito all’estero.
Chi partecipa al processo di produzione riceve un reddito (da lavoro o da capitale).
all’interno da stranieri
Grazie al reddito le famiglie possono effettuare acquisti. La spesa totale quindi è data dalla somma dei
consumi, investimenti, spesa pubblica, export – import. Tutte queste analisi sono state riferite ad un periodo di tempo già trascorso, ma gli economisti sono più
Dal punto di vista contabile la produzione, il reddito e la spesa non possono non coincidere. interessati alle analisi prospettiche (riferite al presente/futuro), per definire quale livello di attività
La produzione può essere calcolata con due metodi: il metodo del valore aggiunto e il metodo dei beni economica il sistema tende a raggiungere spontaneamente e quali misure di politica economica
finali. eventualmente adottare per raggiungere determinati obiettivi.
Il primo metodo serve per calcolare il contributo effettivo di ogni impresa alla realizzazione della Possiamo quindi distinguere da un’ottica contabile, di contabilità nazionale (ex post), da un’ottica
produzione, si ottiene per differenza, ricavi – quanto acquistato da altre imprese (materia prima o economica (ex ante).
semilavorati). Con ex post la produzione, il reddito e la spesa non possono non coincidere perché non si può
distribuire reddito che non sia stato prodotto e non si possono domandare servizi che non siano stati
prodotti. Con ex ante l’uguaglianza è più problematica poiché si realizza tramite adattamenti.
L’offerta determina la domanda/La domanda determina l’offerta Mercato valutario
Fattori produttivi (lavoro, capitale) Produzione Reddito Spesa Import di merci e servizi Domanda di valuta estera Offerta di moneta nazionale
Export di merci e servizi Offerta di valuta estera Domanda di moneta nazionale
LE INTERAZIONI TRA I SISTEMI ECONOMICI NAZIONALI Capitali in entrata Offerta di valuta estera Domanda di moneta nazionale
Movimenti di merci, servizi e capitali: la bilancia dei pagamenti Capitali in uscita Domanda di valuta estera Offerta di moneta nazionale
La bilancia dei pagamenti è il documento nel quale sono registrate tutte le transizioni effettuate in un Due implicazioni importanti:
arco di tempo tra residenti in un paese e non residenti. - Se il saldo della bilancia dei pagamenti è negativo (deficit), si avrà un eccesso di domanda di
Essa è divisa in sezioni: valuta estera;
a) conto corrente, che a sua volta si articola in: - Lo stesso saldo ha conseguenze dirette in termini di moneta nazionale: a fronte di un deficit,
- merci; gli operatori convertiranno moneta nazionale in valuta estera. La moneta nazionale pertanto
- servizi (trasporti, viaggi, servizi personali, informatici e per le imprese) uscirà dalla circolazione, assorbita dal sistema bancario.
- redditi, da lavoro (salari, stipendi per prestazioni all’estero) e da capitale (incassi di interessi Un deficit della bilancia dei pagamenti comporta una diminuzione della circolazione di moneta
o dividenti derivanti dal possesso di titoli esteri) all’interno di un’economia, perché la moneta viene ceduta dagli operatori al sistema bancario per
- trasferimenti unilaterali, che possono avere natura pubblica (donazioni ai paesi in via di acquistare la valuta estera necessaria per effettuare gli acquisti all’estero.
sviluppo) o privati (rimesse degli emigrati che lavorano all’estero o degli immigrati nel nostro Il tasso di cambio è il prezzo della valuta estera in termini di moneta nazionale e/o il prezzo della
Paese); moneta nazionale in termini di valuta estera.
b) conto capitale che si riferiscono ad attività intangibili come brevetti e le licenze (i primi 1 dollaro = 0,64 euro 1 euro = 1,57 dollari
conferiscono all’inventore il diritto di sfruttamento dell’invenzione per un certo periodo, i Incerto per certo Certo per incerto
secondi ricevono dal licenziatario il pagamento di royalty sugli utili. (incerta è la quantità di moneta nazionale,
c) Conto finanziario che a sua volta si articola in: mentre è fissa l’unità di valuta estera)
- investimenti diretti, che riguardano beni di produzione; 1/0,64=1,57
- investimenti di portafoglio, che riguardano titoli; Se la situazione cambia in questo modo:
- crediti commerciali, connessi agli scambi tra l’esportatore che vende merci e l’importatore 1 dollaro = 0,70 euro 1 euro = 1,43 dollari
che le acquista;
L’aumento del cambio significa che La riduzione del cambio significa
- variazioni delle riserve ufficiali, che sono monete estere utilizzate per regolare gli scambi
internazionali. il dollaro è molto richiesto che l’euro è poco richiesto
apprezzamento deprezzamento
Bilancia dei pagamenti = Bilancia corrente + Bilancia dei movimenti di capitali (ad eccezione della
Variazione delle riserve ufficiali) Vi sono due regimi di cambio:
a) cambi flessibili: il tasso di cambio è fatto dal mercato valutario in base alla domanda e
all’offerta;
Ogni esportazione può essere dal resto del mondo verso l’Italia e viceversa. I flussi di acquisto sono
b) cambi fissi: vi è una parità centrale e una banda entro la quale il tasso di cambio può oscillare,
registrati con il segno -, poiché corrispondono a capitali in uscita, al contrario le vendite sono registrate
in genere sono fissati da accordi internazionali. La banca centrale è tenuta ad intervenire
con il segno +, in quanto si esportano merci e servizi, ma entra capitale, quindi a fronte di acquisti e
quando il cambio tende ad avvicinarsi al margine superiore o inferiore. Avvicinandosi al
vendite, vi è un flusso di valuta che va in direzione opposta.
margine superiore si avrà un deprezzamento della moneta nazionale,e forte richiesta di valuta
Tutto ciò viene annotato nella tecnica contabile della partita doppia.
estera. La banca centrale per contrastare un eccesso di domanda di valuta estera, offrirà valuta
La registrazione di ogni transazione avviene considerando entrambi i flussi con segno opposto, quindi
estera detenuta nelle riserve ufficiali.
dal punto di vista contabile la bilancia dei pagamenti è sempre a pareggio.
Nei cambi fissi possono essere adottate misure di svalutazione/rivalutazione della moneta nazionale,
La voce che consente la compensazione è rappresentata dalla variazione delle riserve ufficiali di valuta
modificando la parità centrale, ma in presenza di accordi internazionali tali misure non possono essere
estera (acquisizione di valuta estera – Cessione di valuta estera), pertanto:
adottate unilateralmente.
Attualmente siamo in un regime di cambi flessibili, anche se le banche centrali non si disinteressano del
Bilancia delle partite correnti + Bilancia dei movimenti di capitali = Variazione delle riserve ufficiali
tutto, ma intervengono sui mercati valutari per difendere e indebolire le rispettive monete in base agli
Il saldo è negativo se Import > Export e/o Capitali in uscita > Capitali in entrata
obiettivi di politica economica che intendono raggiungere.
Movimenti di valute e determinazione dei tassi di cambio
Se la moneta nazionale vale di meno, la valuta estera vale di più, quindi sarà meno conveniente per noi
A fronte di movimenti di merci, servizi e capitali registrati nella bilancia dei pagamenti, vi sono
acquistare all’estero, mentre gli stranieri saranno incentivati ad acquistare nel nostro Paese. Con
movimenti in direzione opposta di valuta, in quanto la valuta viene data in pagamento di quanto
conseguenza che le quantità importate sono diminuite e aumentate le quantità esportate.
acquistato, mentre si riceve quando si vende.
Se ad es. dobbiamo acquistare petrolio e la nostra moneta è debole, lo pagheremo di più.
D’altra parte la valuta estera che si dà in pagamento viene acquistata in cambio di moneta nazionale,
Ma la competitività non dipende solo dal rapporto di forza tra le monete, ma anche dalla differenza di
mentre chi riceve valuta estera la converte in moneta nazionale per effettuare acquisti all’interno.
inflazione tra i due paesi: le nostre merci sono più competitive sui mercati internazionali, non solo
Quindi ogni transazione con l’estero ha ripercussioni in termini di domanda/offerta di valuta estera, e
per un altro in termini di offerta/domanda di valuta nazionale.
quando la nostra moneta si deprezza/svaluta, ma anche quando i prezzi delle merci stesse prodotte in Cerca di spendere meno possibile, essendo la spesa limitata dalla somma a disposizione, ma non per
Italia crescono di meno che all’estero. questo acquista qualunque bene, ma solo quelli che soddisfano le sue esigenze, che soddisfano
positivamente il suo benessere.
Nella storia dei regimi monetari internazionali il regime dei cambi ha avuto varie fasi: Quindi il consumatore cerca di minimizzare la spesa, che è data dalla quantità di domanda di ciascun
- dal 1870 fino alla Prima guerra mondiale, gold standard Cambi fissi leader Regno Unito. Qui bene, per il rispettivo prezzo. La minimizzazione però è soggetta ad un vincolo: raggiungere un dato
c’era uno stretto legame tra la quantità di moneta in circolazione e l’oro a riserva presso la livello di benessere, legato alle quantità acquistate dei diversi beni.
banca centrale. Ogni moneta aveva un corrispondente in oro, il rapporto tra monete diverse Rovesciando il ragionamento, possiamo dire che il consumatore cerca di massimizzare il livello di
dipendeva dai rispettivi contenuti in oro. benessere, legato alle quantità acquistate dei diversi beni. Comunque la massimizzazione è soggetta ad
- Dal 1922 al 1971, gold exchange standard, cambi fissi leader Regno Unito in seguito USA un vincolo di bilancio, cioè la spesa totale (quantità x prezzo) deve eguagliare la somma a sua
con la conferenza di Bretton Woods 1944, a livello interno la moneta non era più convertibile disposizione. (espressione duale fa riferimento a questo genere di ragionamento).
in oro, ma era convertibile a livello internazionale in base ad accordi internazionali. La Per il produttore:
convertibilità venne fissata in 35$ l’oncia di oro. Qual è l’obiettivo che si prefigge? Quello di ottenere profitti il più alti possibili, questi sono dati dalla
- Dal 1971 ad oggi regime a carta moneta inconvertibile in oro, cambi flessibili USA in differenza tra ricavi e costi. (i ricavi dati dalla vendita dei prodotti, i costi sono dati dalle spese per
competizione con altri Paesi. Si passò a questo regime a causa della forte espansione del acquistare gli input produttivi, materie prime, lavoro e servizi del capitale).
dollaro e della scarsità di riserve auree ufficiali. Quindi l’impresa cerca di massimizzare i profitti, ma ha un vincolo, non può realizzare prodotti (output)
Vantaggi e svantaggi: senza sostenere costi (input). La trasformazione degli input deve avvenire in condizioni di efficienza.
- i cambi fissi assicurano agli operatori maggiore certezza perché limitano il rischio di cambio, Il ragionamento è comune tanto per i consumatori che per i produttori:
ma obbligano l’autorità monetaria a rispettare la parità dichiarata con interventi sulle riserve
ufficiali, a costo di sacrificare importanti obiettivi interni come la lotta alla disoccupazione; MASSIMIZZARE una funzione obiettivo
- i cambi flessibili assicurano maggiore flessibilità ai poteri pubblici nel perseguire obiettivi SOGGETTA ad un vincolo
interni, ma comportano maggiore incertezza per chi opera sui mercati valutari.

Utilità Utilità
Max
LE SCELTE DEI SOGGETTI ECONOMICI
Il fondamento individuale delle curve di domanda/offerta di mercato
Il grafico rappresenta l’andamento della domanda/offerta al diminuire del prezzo, se da un lato cresce la
quantità del bene domandato dai consumatori, dall’altro diminuisce la quantità del cene stesso offerta
dalle imprese.

Prezzo Quantità del bene Quantità del bene


Offerta
Aumentiamo la quantità disponibile di un bene: nel primo caso vediamo che l’utilità aumenta a tassi
costanti (sempre in egual misura); nel secondo caso l’aumento è a tassi decrescenti, fino ad arrivare a
un massimo, dopo di che l’utilità inizia a diminuire. Si raggiunge il massimo quando si è saturi del
bene, quindi ricevendo dosi ulteriori invece di trarne beneficio, rimango danneggiato.
Domanda Nel primo grafico il tasso di variazione (costante) è: Utilità / Quantità del bene
Nel secondo grafico, prima di arrivare alla vetta, l’angolo che la tangente forma con l’asse orizzontale è
Quantità via via minore (tasso di variazione decresce), una volta raggiunta la vetta, la tangente non forma alcuno
Questa curva è riferita all’intero mercato, sono cioè relative alla domanda di tutti i consumatori e angolo con l’asse orizzontale, per cui il tasso di variazione è uguale a zero. A destra del punto Max la
all’offerta di tutte le imprese. Però la categoria dei consumatori di un determinato bene è fatta di tanti variazione è negativa, nel senso che all’aumentare della quantità del bene fa diminuire l’utilità.
soggetti che hanno preferenze diverse, redditi diversi, reazioni differenti alla variazione dei prezzi. Allo Per massimizzare una funzione, la si deriva e si eguaglia il suo valore a zero.
stesso modo le imprese hanno realtà produttive diverse in termini di efficienza produttiva, struttura dei
prezzi, reazioni alle variazioni dei prezzi.
Quindi abbiamo delle curve di domanda ed offerta individuali.
La massimizzazione di una funzione obiettivo soggetta a vincolo e l’aspetto duale
Per il consumatore:
Qual è la logica che segue un consumatore quando si reca a fare la spesa?
Ora vediamo case accade quando ci troviamo di fronte ad un minimo. Consideriamo i costi dell’impresa
ed in particolare i costi medi, cioè quanto costa in media produrre una unità di bene.
PARTE PRIMA
Le scelte del consumatore/lavoratore/risparmiatore/investiture
Costo consumatore/lavoratore/risparmiatore/investiture, apparentemente sembra parlare di persone diverse, in
medio realtà il soggetto è unico, come risulta dal circuito reddito-spesa visto in precedenza. Lavorando mi
procuro un reddito che posso consumare o risparmiare, in quest’ultimo caso offrirò risorse finanziarie,
in cambio domanderò attività finanziarie.
Partiamo dal comportamento del consumatore.
Min La funzione di preferenza e il vincolo di bilancio
Il comportamento del consumatore dipende da:
- le sue preferenze, in funzione di utilità (benessere);
- il vincolo di bilancio, che limita le sue possibilità
Quantità del bene quindi deve conciliare i due fattori, cercando di ottenere il risultato migliore, con la somma a
disposizione per la spesa.
Nel primo tratto di curva è decrescente, aumenta la quantità prodotta del bene, il costo medio L’utilità è in relazione la quantità di beni a su disposizione, per es. sono solo due A e B:
diminuisce, raggiunge il minimo, poi il costo medio aumenta.
Per minimizzare una funzione, la si deve eguagliare il suo valore a zero.
I problemi si complicano se si tiene in considerazione dei vincoli, le due funzioni si combinano in una QB
sola grazie al moltiplicatore di Lagrange, ottenuta la cosiddetta lagrangiana, la si deriva e si eguaglia a
zero.
I confronti al margine pag 74-75
Lo studio della Microeconomia è basato sui confronti al margine, cioè tra grandezze marginali. Una
grandezza marginale è data dalla derivata di una funzione perché indica come varia una variabile U
dipendente (una funzione) al variare di una variabile indipendente.
Il contesto in cui si scegli: uni/pluriperiodale; certezza/incertezza[/rischio]; informazione
perfetta/imperfetta/asimmetrica; mercato concorrenziale/non pag. 76 QA
Nel compiere una scelta è essenziale conoscere le condizioni di base. Il contesto può essere La curva esprime quanti beni B il consumatore è disposto, in base alla propria preferenza a rinunciare
uniperiodale (una tantum), o periodale, in quest’ultimo caso bisogna vedere se il soggetto sceglie di per avere un aumento di A. Praticamente l’obiettivo del consumatore è quello di collocarsi sulla curva
volta in volta o decide oggi anche per il futuro, ad es. scambi di mercato a termine. più esterna possibile. (se il livello di soddisfazione delle due curve è identico, per il consumatore sarà
In alcuni casi l’individuo conosce tutti i termini della questione in altri no. L’impresa quando decide se indifferente un paniere o l’altro, curva di indifferenza).
e quando investire non sa se ci sarà domanda dei beni che produrrà, né quanto costeranno le materie Però non vi è una unità di misura per l’utilità, in quanto è una grandezza soggettiva, non è uguale per
prime, né i servizi lavorativi, né il capitale che dovrà utilizzare. Allo stesso modo il risparmiatore, nel tutti, e ciò è impossibile. L’unità ordinale supera il problema perché si limita ad ordinare panieri diversi
momento in cui decide che titoli comprare non conosce quale sarà il prezzo futuro, il tasso di interesse di beni, ad es. il paniere A è uguale al paniere B, ma è inferiore al paniere C.
ecc.. Occorre ora tenere conto del vincolo di bilancio: esso esprime l’uguaglianza tra la spesa e il reddito
In entrambi i casi entrano in gioco variabili extra economiche, legate allo scenario politico-sociale. (ipotizzando che tutto il reddito venga speso).
L’operatore farà delle proprie previsioni, sulla base delle informazioni che riesce ad acquisire ed La spesa di consumo è uguale alla quantità X prezzo. Con R indichiamo il reddito come grandezza
elaborare, valuterà il rischio e farà dei calcoli in base alle probabilità. esogena (cioè influenzato dall’esterno):
L’informazione è l’elemento chiave, essa può essere perfetta o imperfetta a seconda che gli individui
conoscano o non le condizioni dello scambio. L’esempio è il mercato assicurativo: qual è il rischio
soggettivo che si verifichi l’evento sfavorevole per il quale stipula la polizza, mentre l’assicurazione
pA*QA + pB * QB = R (prezzodi A*qtyA+prezzodi B * qty B = reddito)
non conosce questi aspetti, se non riesce a discriminare tra i propri clienti, li tratterà tutti allo stesso R pA
modo, facendo pagare loro lo stesso premio di assicurazione.
QB = ! * QA QB
pB pB
In alcuni casi vi sono asimmetrie informative, nel senso che un contraente ha delle informazioni di cui
la controparte non dispone, ma queste comportano due problemi: la possibilità di una selezione avversa
(ad es. un’assicurazione rischia di avere solo clienti cattivi) e problemi di rischio morale (un assicurato R/pB
può avere un comportamento meno prudente). La forma di mercato in cui il soggetto compie le proprie
scelte è decisiva ai fini del risultato. Se si opera in concorrenza perfetta non si dispone di alcun potere
di mercato; il soggetto è price taker, nel senso che assume il prezzo fissato dal mercato. Se opera in
mercati imperfetti, il soggetto può essere price taker, cioè fissare il prezzo grazie al proprio potere di
mercato. QA
R/pA
Il consumatore può acquistare solo un bene o solo l’altro: la misura in cui B può essere scambiato con
A è data dal rapporto tra il prezzo del secondo (A) e quello del primo (B). la parte a destra della linea
Montante = Capitale(1 + i ) 2
rappresentano i panieri inaccessibili al consumatore, i punti a sinistra individuano soluzioni inefficienti Il procedimento opposto è il calcolo del valore attuale (attualizzazione o sconto)
perché si spende meno di quanto consentito, le soluzioni che lo soddisfano sono quelle sulla linea. Sommafutura 1000
Valore attuale = = 952,381
Altro elemento che influenza la capacità di spesa è la presenza dello Stato, in quanto il reddito (1 + i ) (1 + 0,05)
disponibile: Di due anni:
- si riduce per effetto del prelievo fiscale Sommafutura 1000
- ed aumenta in virtù dei trasferimenti che lo Stato dà alle famiglie. Valore attuale = = 907,030
(1 + i ) 2 (1 + 0,05) 2
Nel caso del lavoratore, il benessere è influenzato positivamente dalla quantità di beni che acquista, ma 907,030 capitalizzati daranno tra due anni 1000 euro
negativamente dall’offerta di lavoro (lavorare stanca e riduce il tempo libero).
In questo caso la curva di indifferenza sarà crescente in quanto la soddisfazione deve compensare le
Quindi confronteremo somme disponibili in date diverse, ma non possono essere confrontate
dosi di sacrificio:
direttamente, bisogna renderle omogenee, cioè trovare i loro equivalenti finanziari alla stessa data.
U = f (Q,L) (a sinistra le grandezze riferite alla data 0 sono capitalizzate, a destra le grandezze riferite alla data 1
sono scontate)
Il vincolo è sempre che l’uguaglianza tra spesa e reddito, quest’ultimo è dato dal salario unitario w per C1 R
le ore lavorative. C0 (1 + i ) + C1 = R0 (1 + i ) + R1 C0 + = R0 + 1
Il saggio marginale di trasformazione è dato dal salario reale (salario monetario deflazionato per il 1+ i 1+ i
livello generale dei prezzi):
w Il grafico seguente riporta sia la curva di indifferenza sia il vincolo: quest’ultimo è la linea decrescente,
P*Q=w*L Q= L la cui pendenza è il SMT, che è dato dal fattore di capitalizzazione (1+i)
P
La linea crescente: il mio reddito è zero se dedico 24 ore al giorno al tempo libero, massimo lavorando
C1
24 ore.
La curva di indifferenza questa volta l’utilità è maggiore quanto più curva è a sinistra perché lavorando R0 (1 + i ) + R1
di meno dispongo di più beni:

Q U
U
R0 + R1 /(1 + i ) C0

Osservando il vincolo notiamo che il consumatore può acquistare solo oggi o solo domani, in pratica il
risparmiatore rinuncia all’uovo oggi per avere la gallina domani, vi sarà risparmio nel momento
L 24 ore C 0 < R0 , tale risparmio essendo trasferito al futuro, viene capitalizzato consentendo un
presente se
maggiore consumo domani.
Il benessere del risparmiatore è in relazione ai consumi che effettua al tempo 0 (oggi) e quelli che potrà
effettuare al tempo 1 (domani) :
Il risparmiatore che investe sui mercati finanziari e detiene un portafoglio di titoli e/o monete
U= f(C0, C1) l’investitore:
Esempio: l’utilità è in relazione con il rendimento atteso (che contribuisce positivamente al suo benessere) e con
è equivalente disporre di oggi di 1000 euro oppure tra un anno della stessa somma? No perché il rischio (che agisce negativamente).
prestandola si possono ottenere gli interessi, supponiamo del 5%. Il vincolo che l’investitore deve rispettare presenta due caratteristiche: la relazione crescente tra
Montante=Capitale+Interessi=Capitale+(capitale+i)=Capitale(1+i) capitalizzazione rendimento e rischio (a rendimento maggiore rischio maggiore) e la limitazione della sua ricchezza. Il
1000+1000+0,05=1000(1+0,05)=1050 grafico è simile a quello del lavoratore, asse verticale saranno riportati i valori del rendimento atteso,
Se la somma più gli interessi vengono prestati per un secondo anno (in pratica il capitale viene prestato asse orizzontale il livello del rischio di portafoglio:
per due anni). In tal caso si parla di interesse composto perché gli interessi del secondo anno vengono
calcolati anche sugli interessi del primo anno.
Rendimento U Proiettando il punto di tangenza sui due assi, definiamo il paniere ottimale scelto dal consumatore.
atteso Se i beni sono perfetti sostituti, il consumatore preferirà acquistare un salo bene (quello meno caro), ma
cosa può accadere per far cambiare idea al consumatore?
Possono mutare le sue preferenze, può variare il reddito, possono cambiare i prezzi dei beni.
Quello che ci interessa di più è l’impatto di una modifica del prezzo di un bene sulla quantità di
domanda dello stesso. Sono messe in relazione le due grandezze che definiscono la curva di domanda
individuale del consumatore. Nel grafico possiamo notare che se pA (il prezzo di A) diminuisce la linea
di vicolo si sposterà più verso destra, quindi il consumatore si porterà su una curva di indifferenza più
Rischio alta, comportando un consumo maggiore di QA, ma anche dell’altro bene.

QB

La curva di indifferenza crescente indica che il soggetto è disposto ad assumersi rischi maggiori solo a
patto che cresca il rendimento, la linea di vincolo denota che il rischio è zero solo se il rendimento è R/pB
nullo, in tal caso il portafoglio è composto solo da moneta, è massimo se ha titoli ad alto rendimento.
L’equilibrio individuale
Dopo aver analizzato le singole parti del processo decisionale, dobbiamo combinarle per definire la
posizione di equilibrio del soggetto. La scelta è ottimale se il saggio marginale di sostituzione (che QA
riflette l’aspetto soggettivo, le mie preferenze) è uguale al saggio marginale di trasformazione (che R/pA
corrisponde al lato oggettivo: ad es. il reddito a mia disposizione e i prezzi che devo pagare).
La curva di domanda di un bene come espressione dei benefici marginali individuali Per quanto riguarda le altre domande:
Nel caso del consumatore dobbiamo combinare la curva di indifferenza e il vincolo di bilancio. - il bene interessa in misura maggiore il consumatore;
L’obiettivo è quello di portarmi sulla curva più alta possibile che individua un livello di benessere - aumenta il reddito disponibile, all’aumento del reddito, aumenta il tasso di crescita della
maggiore: il vincolo mi impone di scegliere panieri di beni lungo la linea. La soluzione ideale sarà domanda per i beni di lusso, mentre per i beni di prima necessità l’aumento è modesto (legge
individuata dalla tangenza tra la curva e la linea. Essendo tangenti, la pendenza della curva di di Engel);
indifferenza (Cioè SMS) sarà uguale alla pendenza della linea di vincolo (cioè SMT). - si riduce il prezzo del bene B, nel caso questo sia complementare (se pB diminuisce, per la
Alla fine il prezzo del bene pagato dal consumatore riflette il beneficio marginale che egli trae dal legge della domanda QB aumenta, se anche QA aumenta vuol dire che sono complementari);
consumo del bene stesso. - aumenta il prezzo del bene B, nel caso in cui questo sia sostitutivo (se pB aumenta, per la
legge della domanda QB diminuisce, se QA aumenta, vuol dire che il consumatore ha
Curva di indifferenza Vincolo di bilancio sostituito il bene più caro con quello meno caro).
QB QB Nei quattro casi la curva della domanda subisce una traslazione verso destra, poiché:
- si ha un movimento lungo una curva allorché varia la variabile indipendente (nel nostro caso
il prezzo che è sull’asse verticale);
R/pB - si ha una traslazione di una curva allorché variano uno o più grandezze esogene (reddito o
prezzo di altri beni).
La curva di offerta di un fattore
U Per definire l’equilibrio del lavoratore dobbiamo fare riferimento a questo grafico che riporta:
- le preferenze del soggetto tra consumo (che migliora il suo benessere) e tempo dedicato al
QA A lavoro (che è un sacrificio perché comporta la rinuncia al tempo libero);
R/pA
QB - il suo vincolo di bilancio è che per poter consumare deve offrire lavoro in cambio di un
reddito.
Quindi il salario è in relazione al sacrificio che il consumatore è disposto a fare rinunciando al tempo
libero, pur di venire in possesso del bene.
R/pB

QA
R/pA
Q U Ma è possibile che per tasso di interesse più alto, il consumatore sia anche indotto a non rinunciare
ulteriormente al consumo odierno. La curva del risparmio assumerà una forma simile a quella appena
vista a proposito del lavoratore.

w/P

L 24 ore

Quindi sull’asse delle 24 ore alla sinistra della linea tratteggiata si indica il tempo dedicato al lavoro,
sulla linea di destra il tempo libero. Aumenti del salario reale comportano una rotazione della linea di
vincolo verso sinistra, permettendo al lavoratore di portarsi su una curva di indifferenza più alta, più L
La domanda di attività finanziaria
benessere. Abbiamo detto che la domanda da parte di un soggetto delle diverse attività finanziarie è composta da:
In genere se aumenta il mio salario, sono indotto a lavorare di più, però questo non è sempre vero: se ho titoli (come obbligazioni) scomponibili in guadagno in conto reddito (interessi) e guadagno in conto
raggiunto un livello sufficientemente alto del salario e sto dedicando molte ore al lavoro, un aumento capitale (nel caso che il titolo aumenti), ma comportano un rischio; la moneta ha rendimento zero e
ulteriore del salario può indurmi a dedicarmi più al tempo libero. rischio zero.
Su questa base la curva di offerta di lavoro viene disegnata nel seguente modo: Però se l’investitore è avverso al rischio, il suo portafoglio sarà composto sia da moneta sia da titoli, ciò
per diversificare.
w/P All’aumento del tasso d’interesse, di norma, aumenta la domanda di titoli, mentre diminuisce la
domanda di moneta.
L’elasticità della domanda come indicatore di risposta alle variazioni delle relative determinanti
Per determinare come la domanda di un bene reagisce a variazioni del relativo prezzo, del reddito o del
prezzo di un altro bene, si può usare un indicatore: il coefficiente di elasticità: ! . Esso è il rapporto tra
due tassi di variazione percentuale.
L’impresa deve conoscere quale sarà la risposta dei suoi clienti a variazione del prezzo a vende il bene.
L 1) Supponiamo una diminuzione del prezzo di un certo valore percentuale 5%: la
quantità domandata può aumentare nella stessa misura di più o di meno o non
Il risparmio come scelta intertemporale aumentare affatto o all’opposto aumentare in modo infinito.
C1 2) All’aumentare del reddito, in genere, aumenta la quantità di domanda (esclusi i beni
di scarsa qualità, consumati solo se l’individuo è povero), per gli altri il coefficiente
R0 (1 + i ) + R1
è positivo. Con una differenza i beni di lusso tendono ad aumentare con ritmi di
crescita superiori a quello dei beni di prima necessità (legge di Engel).
3) All’aumentare del prezzo di B (pB) la quantità domandata del bene A (QA) può
non variare affatto (se i beni sono indipendenti la domanda di pane non cambia se
varia il prezzo delle orchidee); può aumentare (se i beni sono succedanei: se un
U bene costa di più, il consumatore tende ad acquistare quelli meno cari; o può
R0 + R1 /(1 + i ) C0 diminuire (i beni sono complementari: la riduzione del consumo di uno coinvolge
Il risparmio è la scelta di trasferire una parte del reddito di oggi al consumo di domani. L’equilibrio anche l’altro. Il coefficiente richiamato da ultimo viene definito elasticità
incrociata. # Beni _ di _ lusso
iniziale corrisponde all’eguaglianza del rapporto tra l’utilità marginale del consumo odierno C0 e "
! Beni _ 1 _ necessità
l’utilità marginale del consumo futuro C1 con il fattore di capitalizzazione (1 + i ) : il primo è il SMS, Abbiamo tre diversi coefficienti di elasticità:
il secondo il SMT. Elasticità della domanda >1 Max: !
Se aumento il tasso d’interesse, si ha uno spostamento del vincolo di bilancio. Ciò consente al al prezzo
! =1
consumatore di portarsi su una curva di indifferenza più alta.
L’impatto sulla destinazione del reddito corrente in genere è la seguente: C0 diminuisce, mentre il
<1 Min: 0
Elasticità della domanda >0 { BeniBeni_ 1__ dinecessità
_ lusso
risparmio aumenta. La curva del risparmio tende in tal senso a presentarsi crescente. al reddito
! <0 Beni inferiori
Elasticità incrociata ! >0 Beni succedanei Seconda parte
0= Beni indipendenti Le scelte dell’impresa
<0 Beni complementari Le scelte che deve prendere l’impresa sono di vario tipo e riguardano:
- la gestione tipica o caratteristica: si riferisce ai costi e ricavi connessi alla produzione del
bene che l’impresa realizza;
Vediamo ora come può essere misurata l’elasticità della domanda al prezzo. Facciamo riferimento ad - la gestione finanziaria: si riferisce ai guadagni delle attività (partecipazioni finanziarie,
una variazione del prezzo del 5% o a variazione tendente a zero. Consideriamo che il prezzo diminuisca crediti) e agli oneri connessi alle passività (debiti) dello stato patrimoniale;
da 2 a 1,9 (variazione percentuale del 5%), mentre la domanda aumenti da 4 a 6 (aumento percentuale - la gestione straordinaria: l’impresa può aver dimesso attività registrando entrate straordinarie;
del 50%) - la gestione fiscale: l’impresa deve regolare i conti con il Fisco.
Facendo il rapporto tra tali variazione abbiamo 0,5/0,05=10. La domanda è molto elastica. Ma se Alcune sono attività correnti, nel senso che riguardano il presente, altre sono di più ampio respiro
avessimo rapportato le variazioni non alle grandezze iniziali, ma a quelle finali avremmo avuto un perché coinvolgono il futuro dell’impresa: investimenti, attraverso i quali si procura nuova capacità
2 0,1 produttiva.
valore diverso : = 6,3 La funzione di produzione: input (fattori di produzione) e output; breve e lungo periodo
6 1,9 Partiamo dall’analisi della funzione di produzione, che si tratta di una relazione tecnica che lega tra loro
Supponiamo di avere la funzione Q=100-5p gli input necessari alla produzione e l’output ottenuto grazie al loro utilizzo. La produzione è un’attività
Applicando la formula sul lato destro della tabella di sopra, dobbiamo determinare la funzione rispetto di trasformazione di input in output. Gli input sono il lavoro e il capitale. Un’influenza rilevante è
esercitata dall’imprenditorialità e dalla tecnologia. Gli input o fattori produttivi, sono acquistati
a p. la derivata di 100 (una costante) è 0, mentre la derivata di 5 p è 5. l’elasticità ha un valore pari a:
dall’impresa, comportando un costo di produzione. L’output viene venduto dall’impresa per cui dà
p luogo a ricavi. Si noti come ciò che per l’impresa costituisce un costo, per il consumatore costituisce un
" = 5! guadagno, mentre vice versa, ciò che per l’impresa è un guadagno, per il consumatore è una spesa.
Q Vi sono tre ottiche con le quali si guarda il processo produttivo:
Per p = 19 e Q = 5 ! = 19 - breve periodo: l’impresa ha già costituito la propria capacità produttiva acquistando impianti,
Per p = 1 e Q = 95 ! = 0,05 macchinari e attrezzature, che ora pertanto utilizza;
- lungo periodo: l’impresa ha la possibilità di variare la capacità produttiva acquisendo nuovi
beni capitali;
p - lunghissimo periodo: seguendo la variazione delle tecnologie con l’introduzione di invenzioni
e di innovazioni, variando non dunque la quantità di capitale, ma la sua qualità.
20 La distinzione però non è netta e precisa (vi sono sovrapposizioni) e varia a seconda del processo di
19 E produzione (attività in cui la tecnologia varia rapidamente, in altre meno).
Le problematiche che l’impresa deve affrontare sono:
- costi di breve periodo: acquisto di materie prime, salari e stipendi ai lavoratori,
1 H ammortamento impianti e affitti dei locali;
- costi del lungo periodo: l’impresa può scegliere nuovi impianti e deve definire la
5 95 Q combinazione ottimale di lavoro e capitale;
Dato un punto sulla curva, cui corrisponde un dato valore della quantità domandata sull’asse - costi di lunghissimo periodo: l’impresa deve cercare di acquisire i frutti del progresso tecnico,
orizzontale, la regola prevede di fare il rapporto tra il segmento di destra e quello di sinistra rispetto al per questo deve sostenere spese per ricerca e sviluppo e per formare lavoratori.
valore della domanda. Con riferimento al punto E, facendo il rapporto tra il segmento (100-5)=95 e il Prodotto totale, medio e marginale del lavoro
segmento (5-0=5), otteniamo 19. invece in corrispondenza del punto H faremo (100-95=5):(95-0)=0,05 Consideriamo un’impresa che avvia la produzione. Se impiega poco lavoro (numero lavoratori per ore
come nella tabella sopra riportata. lavorative), non ha la possibilità di specializzarli in mansioni specifiche adottando una suddivisione del
Generalizzando possiamo dire che: lavoro. All’inizio assumerà i lavoratori più validi, poi si rivolgerà anche a quelli che garantiscono un
- in corrispondenza dell’intercetta verticale della curva di domanda (allorché Q=0), l’elasticità rendimento inferiore. Impianti, macchinari, attrezzature nel breve periodo sono immodificabili. Quindi
ha un valore pari ad infinito (il consumatore è del tutto privo di un bene che apprezza). man mano aumenta il lavoro si verificheranno degli intralci, locali piccoli, necessitano più computer
- Procedendo verso il basso lungo la curva di domanda il valore dell’elasticità tende via via a ecc.. In corrispondenza di un determinato impiego di lavoro, la produzione è massima, dopo inizia a
diminuire declinare perché vi sono impedimenti della normale attività.
- In corrispondenza della metà della curva, l’elasticità ha un valore pari a 1; - prodotto totale: è quanto si produce con un tot di lavoro, lo indicheremo con Q ;
- In corrispondenza dell’intercetta orizzontale della curva di domanda (allorché p=0), - produttività media del lavoro: è quanto produce in media ogni lavoratore, quindi dal prodotto
l’elasticità ha un valore pari a zero (il consumatore ha raggiunto la sazietà). totale Q diviso la quantità di lavoro L, Q/L.
- produttività marginale del lavoro: è quanto varia la produzione se si impegna una unità in più
di lavoro, !Q / !L
Prodotto Coefficiente 1 È l’inverso della produttività
totale riferito al lavoro L/Q ! media del lavoro
Q/L
Coefficiente 1 È l’inverso della produttività
riferito al capitale K /Q ! media del capitale
Q/K
Lavoro
I coefficienti tecnici possono essere:
Prodotto
medio (A) - fissi: per produrre tot unità del bene, si devono impiegare dosi ben precise dei due fattori.
e Prodotto Totalmente: si può realizzare lo stesso volume di produzione, impiegando solo
marginale (B) lavoro o solo capitale (robot)
B
- flessibili:
A
parzialmente: vi è una sostituibilità tra i due fattori.
Lavoro
Il loro andamento determina la rappresentazione grafica delle funzioni di produzione di lungo periodo:
Tutti i punti indicano situazioni efficienti. Al contrario punti al di sotto della curva indicano situazioni Q=f(L, K)
inefficienti, perché a parità di lavoro, le condizioni tecniche consentirebbero di produrre di più (a parità Il grafico è dato da una curva di livello che prende il nome di isoquanto (greco uguale) indica che lungo
di output si potrebbe impiegare meno lavoro). Tutti i punti al di sopra della curva sono situazioni la curva, il livello produttivo è identico qualunque sia la combinazione dei due fattori.
impossibili da un punto di vista tecnico. Sarebbe infatti richiesto un capitale maggiore, che invece non
abbiamo previsto nel breve periodo.
Nel caso si investissero più capitali e/o miglioramenti tecnologici (rispettivamente lungo e lunghissimo K K
K
periodo), la curva del prodotto totale si sposterebbe verso l’alto, confrontandola, vedremo le
conseguenze sul lavoro dell’introduzione di macchine o del progresso tecnico: a parità di lavoro,
l’impresa produce una quantità maggiore di beni; a parità di output, l’impresa può impiegare una
quantità inferiore di lavoro (disoccupazione tecnologica).
Il prodotto marginale mostra come sono i tassi di variazione: crescenti fino al flesso, dove il prodotto Q
marginale raggiunge il suo valore massimo; poi decresce; il valore è zero in corrispondenza del Q Q
massimo del prodotto totale. L L L
Il prodotto medio ha un andamento simile, ma meno accentuato perché è appunto, una media di valori,
più alti e più bassi: ha in comune col prodotto marginale l’inizio; e crescente fino al suo massimo, che è
raggiunto allorché la curva interseca quella del prodotto marginale (congiungente e tangente Coefficienti fissi Coefficienti Coefficienti
coincidono); poi è decrescente. perfettamente parzialmente
I coefficienti tecnici di produzione e i rendimenti di scala flessibili flessibili
Passiamo a considerare i problemi della produzione nel lungo periodo. L’impresa può produrre
impegnando più o meno dosi di lavoro e di capitale . il prodotto totale è in relazione alla quantità sia di Però l’impresa non può rinunciare del tutto ad impiegare né il lavoro né il capitale, ma nella zona
lavoro che di capitale. centrale della curva, ha la possibilità di sostituire un fattore con un altro.
Non vi è più un prodotto medio e un prodotto marginale riferito solo al lavoro, ma anche riferito al
capitale.
I coefficienti tecnici di produzione definiscono quante unità di un determinato input o fattore di
produzione si devono impiegare per ottenere una unità di prodotto.
Se ipotizziamo che per produrre 180 t di ferro servono: 90t di ferro + 120t carbone + 60q grano + 300
90
lavoratori, dividendo gli input per gli output otteniamo i seguenti coefficienti: = 0,5
180
120
= 0,6 ….. 0,5t ferro + 0,6t carbone + 0,3q grano + 1,6 lavoratori 1t ferro
180 Danno luogo

Per quanto riguarda il lavoro praticamente servono 1,6 lavoratori per realizzare 1 tonnellata di ferro,
questo è il coefficiente di lavoro nella produzione del ferro.
Se facciamo riferimento ai due fattori di produzione, lavoro, capitale, abbiamo:

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