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L'intervento si propone di contrastare una visione economicista e prevalentemente quantitativa della realt sociale e culturale del Brasile contemporaneo. Partendo da un'analisi sociologica delle rilevanti conquiste sociali operate negli ultimi dieci anni, reinterpreta alcuni miti come la fantomatica "classe C" - attraverso una lettura critica degli aspetti culturali connessi e degli interessi di classe che si muovono dietro alla diffusione di tali miti. Chi guarda il Brasile odierno non pu non constatare con soddisfazione le rilevanti conquiste sociali ed economiche raggiunte negli ultimi dieci anni. Sono risultati significativi che interessano ampie fasce della popolazione brasiliana e che hanno avuto un effetto benefico non solo allinterno dei confini del pi grande paese latino-americano ma anche nelle relazioni tra le nazioni sudamericane, stimolando unintegrazione politica mai vista nel continente. La lettura che spesso viene fatta di questo fenomeno propende a privilegiare i suoi aspetti economici. Si parte sempre dallanalisi del PIL in crescita, del protagonismo dellimprese brasiliane allestero - in particolare nellarea del Mercosud -, dellabbattimento del debito estero, dellaumento delle riserve monetarie, del superavit della bilancia commerciale, del controllo inflazionario, dellalto tasso degli interessi. Il sociologo Jess Souza ci ricorda per che tra il 1930 e il 1980 il Brasile stato il paese che ha presentato la maggior crescita del prodotto interno lordo e, allo stesso tempo, ha conservato per anni il palmares di nazione pi disuguale del mondo. La grande protagonista di questa scena economicista la cosiddetta Classe C e la sua conseguenza pi immediata, il vigoroso ampliamento del mercato di consumo interno. E vero. Luscita di pi di quaranta milioni di esseri umani da una vita di miseria un fatto straordinario e motivo di contentezza che va sottolineato in tutte le sue dimensioni individuali, culturali, sociologiche, politiche: certamente il pi grande sforzo collettivo realizzato nella storia della repubblica brasiliana verso lottenimento di una giustizia sociale. Ed per ci che questo fatto notevole ha bisogno di essere studiato e compreso andando oltre i filtri unilaterali delle analisi quantitative. Dietro i numeri, che sono rilevanti e impressionano, dobbiamo escogitare una lettura critica degli aspetti culturali connessi alla realt e alle relazioni tra gli agenti sociali, cercando di comprendere a chi serve invece propagare e perpetuare una visione della societ brasiliana in movimento ancora legata alle classe dominanti interne ed esterne al Brasile. Prima di proseguire vorrei chiarire ai presenti che grande parte delle riflessioni che mi accingo a condividere prendono spunto delle ricerche e degli studi del sociologo Jess Souza, professore della Universit di Juiz de Fora, in particolare dai suoi libri A ral brasileira e Os batalhadores brasileiros che raccomando a chi ha lopportunit di accesso alla produzione accademica brasiliana contemporanea. Anche le riflessioni del compianto geografo e professore
Milton Santos sui processi e le conseguenze della globalizzazione ci accompagneranno come sottofondo ideale. Allora vediamo.
Non questa la condizione di chi oltrepassa la linea dellinsicurezza sociale e che studia in scuole pubbliche precarie e quando inizia ancora adolescente a lavorare deve affrontare lo studio serale dopo una giornata di lavoro estenuante e sottopagato. Per tirare avanti devi avere una capacit di superamento che richiede un straordinario sforzo personale ed questesperienza di superamento che costituisce il suo principale capitale sociale. Queste persone hanno molti pi punti di contatto nelle proprie origini con quelle di milioni di esclusi che Jess Souza chiama in modo provocatorio per denunciare il loro abbandono di ral brasileira, anche se esistono tra questi ceti differenze sociali marcate e profonde. La maggioranza dei batalhadores ha una struttura familiare pi solida, con il ruolo di genitori e figli ben definiti, e che riesce ad acquisire questa capacit di superazione attraverso una triade di valori identificati da Jess de Souza: disciplina, autocontrollo e pensiero prospettico che si trovano sempre alla base dei processi di apprendistato e formazione. Questa una virt - oserei dire un capitale - che, lontano di essere naturale, stata duramente conquistata. In questo modo, se a questi lavoratori pu mancare quel privilegio del tempo libero e un accesso facilitato al capitale culturale, non gli mancano forza di volont, perseveranza e fiducia verso un cambiamento futuro. In un contesto favorevole come quello che viviamo adesso in Brasile, questo contingente umano ha trovato le possibilit, alcune date dalle politiche governative, per operare un miglioramento delle loro condizioni di vita e per accedere allacquisto di bene durevoli che prima non erano immaginabili. Questa condizione ha potenziato il loro impegno e aiutato in modo decisivo la possibilit di fare un salto in termini sociali. Ma questo non ha fatto di loro una nuova classe media, almeno fino ad ora. La loro configurazione pi adeguata come una nuova classe lavoratrice e che ancora non ha di s una percezione come una classe omogenea, organizzata per la difesa dei suoi interessi.
Merito e Consumo
importante anche chiarire che lelogio a questo sforzo di superamento di condizioni sociali avverse non corrisponde a indossare il mantello ideologico del merito individuale, utilizzato da un falso liberalismo in Brasile che legittima il privilegio di nascita delle classe alte, con le loro buone scuole, con gli stimoli giusti, con il tempo libero per investire in corsi di lingua e post-lauree valorizzate, e propugna la meritocrazia del suo proprio successo, accusando i meno favoriti di pigrizia e di fautori del proprio fallimento. Anche se alcune parte de questo enorme contingente umano per ragioni comprensibili pu aver adottato lideologia del merito individuale, la maggioranza dei batalhadores vede favorevolmente e appoggia i programmi sociali di distribuzione di reddito nati negli ultimi anni. Con una sensibilit molto pi grande dei settori delle classe privilegiate, che sentono s stessi come classe di spirito e tendono a distillare una forte resistenza e preconcetti verso le classe che loro 3
percepiscono come classe di corpo, quello che vende il proprio corpo come strumenti di lavoro. Esempi eclatanti di questo atteggiamento sono state le manifestazioni delle signore dei quartieri bene di Higienopolis e Ipanema, rispettivamente nelle citt di So Paulo e Rio de Janeiro, contro lapertura di stazioni della metropolitana, con lo scopo politico di impedire larrivo facilitato dei poveri al loro territorio. Un vero assurdo civile, che denota lirresponsabilit sociale che caratterizza questo genere di persone. Da questo punto di vista esiste un spazio di lotta in aperto tra il tentativo delle classe privilegiate di colonizzare ideologicamente attraverso il consumo e la possibilit che questa classe di batallhadores possa diventare un punto di riferimento importante, un faro, unispirazione per lesercito di abbandonati sociali brasiliani. Come ci ricordava Milton Santos un dato essenziale dellintendimento del consumo che la produzione del consumatore, oggi, precede alla produzione dei beni e dei servizi. Il consumo un grande produttore di immobilismi, un veicolo di narcisismi che sono istigati attraverso mezzi estetici, morali, sociali. Il consumo irragionevole il grande fondamentalismo della nostra epoca, raggiungendo e coinvolgendo a tutti, e invitando a dimenticare lopposizione, questa s fondamentale, tra il cittadino e il consumatore. Oggigiorno in Brasile esiste una corsa dei istituti di ricerca proprio per tentare di definire cos questo nuovo tipo di consumatore denominato classe C. un consumatore che non stato formattato ancora dalle grandi imprese multinazionali, che per mantenere una certa egemonia ideologica trovano obligatorio conoscerlo, studiarlo, anticiparlo. Il Brasile non lunico paese dove questo lavoro in atto, ma sicuramente quello dove si concentrano al momento le maggiore attenzioni, per essere, tra i BRICs, il paese con il maggiore percentuale di popolazione urbana (84% i dati censo del 2010). Proprio questa settimana lOCSE (Organizzazione per la Cooperazione e Sviluppo Economico) ha presentato un rapporto che sostiene che nei prossimi 20 anni questa massa di lavoratori dovr raggiungere nel pianeta la cifra di 3 miliardi di anime e ha ammonito i governi a non sottostimare la loro capacit di mobilitazione nel rivendicare politiche sociali pi trasparenti e servizi pubblici di migliore qualit, tutto ci che il capitalismo finanziario globalizzato ha negato e provato a ridimensionare fortemente negli ultimi trentanni. sul questo tema che il Brasile gioca oggi la partita di essere o non essere una potenza mondiale. Um pas rico um pas sem misria, sem pobreza : non questo lo slogan del Governo di Dilma Roussef? La nostra speranza che possa veramente trovare i mezzi per concretizzarlo. Muito obrigado