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l o in tqer/tosilboril(ttio, Ilccisionea c r i i ~ i i ~ ~ r r rlrlcs M e1 c h i o r i Del f d s o e dcllti s11eryirrr.u c u l ~ 5 67,


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7 - Con - Hnsi l co

La prima ipotesi si avvera nel tema r~resentein il~iellelegislazioni che non contemplano come rlelitt.~ >vigencris etl in si-& ~ierftto istigcczionc n &/inla quere non accolta. E forse a ci che (leve storicariiente riferirsi la genesi del titolo speciale di suhornazione di testinzoni. Finch si supponeva la su'u~rnazionesusseguita effettivamente dalla falsa te.;tiirionianza, a qual pro farne un titulo spccialc ! Per colpirla con la legge penale t~astavanole rrciolc generali della complicitA: chiunque ha provomto al delitto 1' autore di questo, 6 involuto nella i.c:sponsabilita del]' autore, senza bisogno che cih ri11et:isi dalla legge per ogni reato. Ma quanilo al contrario si suppone che il testimone non abhi:i aderito alla rea proposta, le regole della complicit'i iion possono colpire il proponente, perch non si ~ t i i i ,essere complici dove non fu delitto principale. E neppure potrebbesi all' uopo ricorrere alle regole tlcl tentativo, perchi? 1' autore clella falsa testimonianza essendo il falso testimone e non il subornaiore, non pri trovarsi principio di esecuzione dove il supposto autore non ebbe mai neppure la volontk (li eseguire. I'osto dunque che si volesse colpire cori una pena la istigazione a deporre il falso quantnnque non accettata; e tenuto per fermo che i principii gonerali della complicit8 e del conato non Lastairano a ciO, quelle legislazioni che non avevano

- 34'3 una disposizione generale liunitiva indistintarnente di ogni istigazione a delinquerc nun arcolta, volendo punire il tentativo di subornazione avevano nccessiti di costruire in questa furrrin (1' istigazione u n reato speciale (1). Ora poichi! il codici: l~enalcToscano volle indistintamente punite tutte le istigazioni criruinose non accolte, le sue speciali dispusizioni contro i subornatori di testimoni non possot~o trovare ragione suEciznte in questo priigo niotivv.
(1) Cos le antiche ordinarize purtoqhesi (n1 c I i i n i ~ ~ s l t jr6ri.s cri~~zinalis Luaitrrni tit. 2, f3. 19) ~tunivarto coi1 la fustigazione e con dieci anni di relegazione la sol\t:trttiolies

citazione a teslimoninre il falso quantiinque noci s u s ~ r ~ i i i l ~ i da falsa deposizione e lieppure accettata dal tesiiriioite.

La secontia ipotesi puO giustificarr: il titolo speci;ile in questione nel codice penale Francese del 1810; poichi-: troviamo che il me(2esimo all' art. 365 prini il 'subornatore con un grado sempre maggiore di pena: galera a tempo se il testimone era punito con la reclusione; galera a vita se il testimone era punito con la galera a tempo, e cosi di seguito: il quale auiuento di pena si aboli poi savianiente nell:i i*iformndel 1832, togliendo lo sconcio che il coni])licesia punito piu dell'atitore priizcipale. Ora avendo quel codice posto per principio generale che i 'orilplici per istigazione dovessero incorrere la stessa jjcria dell' autore principale da loro istigato, una volta c*lic: nella falsa tcstimonianza voleva farsi n rpell:~ regola una deroga di rigore, era logico clic dello

- 350 istigatore in questo delitto si facesse una figura speciale. Potr discutersi sul criterio misuratore, ma la specializzazione, una volta ammesso il criterio, diveniva una necessit: ma altrettanto chiaro che anche per il codice Francese cess ogni bisogno di specializzazione rlopo che la riforma ebbe parificato nella pena il subornatore al falso testimone, coine lo b ogni altro complice per quella legge. Da ci hisogna concludere che il bisogno della specializzazione (.l) per questo motivo fattizio, ipotetico, e per me inaccettabile in base ; infatti esso bisogno non nasce dalle condizioni ntrazseche del fatto, percl1%la subornazione nella sua sostanza giuridica non k altro se non una istigazione a delinquere, nia nasce da una accidentalit esteriore per la difformit delle punizioni. Se ne ha bisogno quando si vuole punire il subornatore o pi o meno del falso teste: dove si vogliano punire ugualmente come ogni altro istigatore e=cace, la specializzazione b rina superfluiti.
( l ) Alcuni legislalori sono andati ancorti pi oltre nello sl~eciiilizzare.Le ordinanze porloghcsi flib. 5, lit. 54, Ej. 2 ) distinguevano fra il reato di subornazione di testimoni e il reato di prodzlziowc di fitlsi testimoni scienternente fiiita, costituendo di cIiiesl:i seconda ipotesi ilti lilolo distinto nella nozione e nelle pene ; F e r r ;i o flheorin do direilo pelici1 7'01. 5 , prig. 282) trovo mollo lodevole tale s~)ecific:izior~r. lo convengo clie il fiitio di produrre scicnlemcrite iestiniorii fiilsi non sctilpre equivalp alla siiborn:izionc, perclii? i teslirnoni iriciidnci possorio essersi ofirti s1iont;inei per iriipulso di r~ropriii p;~ssioiicsciizii bisogno d' ibiigazione iilirui. 81~1non rni pigre clie siiivi necpssii di crcitre un iipposiio tilolo per colpire qiiellii figiira criminosa la quale potrii fa-

cilnicnle raggiungersi come complicil della falsa testimonianza. I pr3fic1, clie il diritto criininala convertirono in un laberinio di presiinzioni, dissero clit? si rendeva partecipe della t l s a testimonianza e quasi suhornstore anctie il patrono della causa clie producesse cnpiioli falsi ed indiicesse falsi testimoni a provarli: laonde sug(;erirono la cautela per 1' avvocato che egli ne facesse f:ire la produzione e la i.tanzo personalrnente dalla parte o dai suoi congiunti. E poscia correndo oltre insegnarono che quando la parte era comparsa personalmente :I produrre i capitoli, ci dirnoslrnv;i che lo avvocato rie aveva sfiducia e dava sospetlo d falso. Tuite nenie cento volte fallaci. Si sa che il difensore entro certi liniiii crede ci) che a lui dico la pdrle e h ryiiello che essa decider;\. Senza la prova p05ilivii della sua scienza e partecipazione it dunque temerario sospettare di Iiii perchl! agisce sotto 1' inipero di un dovere e per una certa necessiti di funzioni.

Infatti io veramente di quella odiosi ti^ speciale non seppi mai persuailerrni chccchi! opini il venerato G i u l i a n i (vol. 2,png. 167). Non so capire perch mentre chi istigb :111' ornicidio o allo incendio si punisce alla pari clell' autore, debba punirsi pii1 austeramente dell'autore clii istigb n deporre il lhlso. E tanto nienn saprei ailattarmi a qricsto rnoilo di vedere, inquantochi, nella mia lunga pratica ho ~iscoiitrato spessissiirio fallace la jresunzione di secluzione a carico del cosi dett,o srilsornntore. No: non 6 sempre vero nella vita realr, clic lc parti ~rnrlaiio in cerca (li f ~ ~ l testirrioni ed risiiio arti c, rngsi giri per ci~iitlurliai desiilcrii 1oi.o. I1 1)iit sl>flso sono i tcstirrion rlnelli clie vanno a ctlihi.:il.cIc piirti ( I )

- 352 onde speculare sulle sventure altrui; ed ai congiunt~ del carcerato vengono offrendo deposizioni a comodo purch sia dato loro denaro: e vidi non di radct onesti cittadini ai quali occorse tutta In feriiiezzii della virtu per resistere alle tentazioni di certi tali che ad ogni inodo volevano essere indotti per testimoni a difesa di chi non aveva neppur sognato cercarli. Io dunque non rni soscrivo a questo eritcrio di proporzione, e dico soltanto che il n~edesitiio quando si accolga pu essere buona ragione della specializzazione del titolo.
( l ) Clic SI direbbe riel caso pratico del te.sliiiiiiiir clit. iiVoL;St: tent:ifo suboruare 1.1 parte offrendogli per denaro ( l i d e ~ ~ u r r e fUvore di lei, e questn avesse rii:u~iito la oiliirt.~ ;I ! l'arriti eviclrnle clie si avrebbe il titolo t l i istigazioiie CI (11%Iinrluere rtou accolta. N& o s b cile ncl projietto I'aritore priiiuipdlc del discgn;~io delitto dovesse essere colui clie istisuv.~ 1' altro, porclik nella nozioiie della istig;iziorie noti itccolt~~ iion si disliiigue fra futiiro autore che istighi altri ad essergli complice r d iin terzo qualunqiie clie isliglii ;~ICUIIO :I fiirbi ~iiiiorepri~icip~ilc uii delitto. di

Ala volgendoci al codice Toscano la ragione del titolo speciale non pub trovarvisi nepprir per q u r sto sc:condo punto di vista: e ci6 si iiiinostra (121 confrsnto dei diversi articoli dcl rneiiesinio. ESSI) prevede il caso al]' art. 274 nei seguenti termini 5. 1 . (;l/i?tnqueper silezzo (,i doni, di plnol)?es.st:, (li rniiznccie, o i?& altro modo qucclzcnque te?ztn (l' itrfizci.?*e un tesli~~bonc depo?*veil f(zbo otl rr ?legar(. a

i v e ~ o girtdizio, 2 punito co)z la cai-;&re d(l un 2 in sizese ad e 0 2 a m o - 5. 2. E se Ilc falsa It.slir,zoni(6nzu

ha a.vltto luogo; il szrbo~~ncitore ~rztnitocowe coau tore del clelllto. Ma il codice Toscrino avova pravisto la istigazione susseguita da efitto all'art. 45 let. b. - ivi - t? autore - C) chiunque per v h di .r?zc6fzduto, nzinncce, di vico~itpense di date o prornesse, 8 CGOXSO d i c~uto~itcidi l~ntere in a l t ~ o O o r~rodo stato cazcsa del dolitto, cZolnscc?ize~zteinstigmdo I' ageizte cc for~iza12ela ~~isolzcsio?ze couiznzetterlo. cli I1 5. 2 del17art. 274 B dunque una superflua ripetizione iri un caso speciale di cici che l'art. 49 disl~ont: indistintamente per tutti i casi; e questa osservazione S tanto pi vera perch nelle ipotesi previste a117art. 52 sar8 sempre dovere che si ricorra alle disposizioni generali anclie rispetto al sul~ornatore malgrado il silenzio dell'art. 274. Lo stesso codice aveva ali' art. 54 previsto i diversi casi della istigtizioile non accolta, decretando la carcere da uno a tre anni se diretta ad un delitto minacciato di morte; la carcere cln un mese ad un anno se diretta ad un delitto minacci:lto di ergastolo o di casa di forza; C la carcere fino ad un mese, se diretta ad un delitto colpito di pena inferiore. Invece n1 S. 1 dell' art. 274 minaccia indistintamente il carcort: da un mese ad un anno contro la subornazione non accolta. Qui dunque non solo vi fu urla supcrfktazione, ma pi veramente un errore nello abbandonare quel giustissimo criterio di proporzione a1 quale erasi saviamente inspirato il legislatore? ne1 distribuire le pene contro In istigazione non accolta. Cosi ne avvenne chc la ientata subornazione di frstirnoni trovasse ihntica pena nella legge tanto 23 VOL.V.

avverso chi roleva mercb la falsa deposizione far colpire di morte un nemico, quanto avverso chi voleva salvare s stesso da una contravvenzione di polizia. I-, tanto pi ferisce l'animo cotesto sconcio perclib il criterio di penalitii assunto nell'art. 54 erasi cla quel codice giustamente riprodotto nel1' art. 273 dove si determina la pena della falsa testimonianza: n sa spiegarsi il niotivo per cui quella misura che regola la pena del falso testimone non debba riprodursi eziandio rispetto a chi tenti, suI~ornarlo, mentre si riproduce (merce il $. 2 del1' art. 274) rispetto a chi effettivamente lo suborno; e mentre B assunto in via di regola generale, per 1' art. 54, come criterio misuratore di tutte le istiqazioni a delinquere.

Ma potrh egli clirsi che il codice Toscano avesse 1)isognoili questo titolo speciale perchb fosse disceso iiella terza dello anzidette ipotesi; vale a dire che la istigazione al falso testimoniare volesse punirla ineno nel suo rapporto proporzionale con tutte le altri: istigazioni a delinquere? No: neppur questo credo che possa dirsi, n in printo astratto di scienza, nP come opinione del legislatore toscano. Potrit cxsserc che il suhornalore di testimoni abbia pi freclriente occasione d' incontrare scuse (come fra poco tlirb) 0 iilciio frequerite nc incontri chi istig all' omicidio o all' incendio ; m a questo attiene alla ilottriria clcl grado e niente ha che vedere sulla presente ricerca; nel tipo cardinale della proporzione fra istigatorc cil istigato la fulsa testimonianza non

offre ragione di eccezione ne in pii n in meno sugli altri delitti. Sicchb mi credo autorizzato a concluclere che i1 legislatore toscano non el~beragione nessuna per mantenere questo titolo speciale ; e lo mantenne soltanto per una irriflettuta abitudine di tener clietro ai codici precedenti.

Per queste considerazioni, poichb io penso che la istigazione a clelinqnere non accolta quando tende a delitti gravi debba avere la sua generale sanzione punitiva in un buon codice; poich la istigazione accolta trova il suo criterio punitivo nelle regole della complicit; e poicl18 non ammetto n& riconosco motivi eccezionali per cui dalle regole della complicit debbasi deviar6 in quanto ai criterii punitivi nella falsa testimonianza; cosi io concludo clie il titolo di subor?zazione di testimoni non merita di essere conservato in un codice come specialit criminosa.

'In tale pensiero io mi astengo dal dettare una esposizione completa di questo titolo cli reato, perche altro non farei tranne ripetere la teorica della istigazione a delinquere, considerata o come forma di complicita, o come delitto di per sti stante. li: soltanto mi occuper in questo titolo di alcune particolari questioni (l) studio delle quali varrti forse ; lo n conferma del mio concetto, cile scientificamente niente si perda a sopprimere il titolo speciale di

- 356 subornazione di testimoni. Dalle questioni infatti che verr ricordando si vedr clie lo avere staccato dalla istigazione a ilelinquere la sul~ornazionedei testimoni per fariie una figura speciale, non ha dato altro frutto tranne perplessitk ed incertezza nelle pratiche contin;oenze.
(1) La differenza clie ~>.iss,i i l considerare la subornafra zione di testiilioni come revilo principale c consider;rrla coi ~ i cfatto di con~plicii,influisce ancora sopra una t i e-ante ., qucstionc che vidi esaniiniitn dal C n p y c e l a t r o cor~sullutioncs vol. 2 , co)zsultnt. 87. Essa relaliva alla compctenzii. Qiiando la subornazione sia stat,t f ~ t t a in un territorio e: la fcilsa testimor~i~inza emessa in altro territorio, qual srir5 la ~iurisdizioncalla quale dovr ricbiamnrsi il. ciiborndlore?
A

42 QUESTIONE

- Qual B la situazione

giuridica

del su1,ornatorc quando il testimone non consunzir il suo delitto? Questa questione dobbiamo esaminarla nella ipotesi di una legge che non si occupi della subornazione di testimoni lasciando questo reato sotto lc regole generali: e poi guardarla sotto l'altra ipotesi di una legge che abbia il titolo spcciale di subornazione. Ed ambedue queste ipotesi dobbiamo studiare rispetto al duplice caso del testimone clie non abbia consumato il delitto per avere fino da principio dato repulsa alla proposta; o del testimone che dopo avere accettato la proposta, e dopo avere emesso la falsa deposizione, non abbia consumato il delitto per essersi tempestivamente clisdetto.

E chiaro cile neila prima ipotesi siamo sotto il dominio delle regole generali. Dato il l~riinocaso della repulsa abbiamo i termini scn~plicidella istigcczioize cc c7elilzyztee~c.92022 accoltcc. I1 fatto non era piiniljile n& come coiziljlicith n& come conato, Ma se la legge per disposizione gensihalesegnala il clelitto d' istigazione non accolta, cadx.2i sotto cluesto titolo secoiido la misura ordinaria clssuntn dal reato al quale tendeva la istigazione (1).
(1) Non corrasi pcrb a credere clie ogni isligaziooe u depotire costituisca tosto il renio quando anche sia necompir;.nata dalla promessa di un prernio. Spesso colui clie Iia interesse a provare un dato fatto ha rugionc di supporre che Tizio o Cajo ne siano informali, c clio abbiano rcpugnanza a farsene testiinoni, ed usa in biiorin fede pregl-iiere o promesse per vincere quella repiignanza e nou per ottenere una falsa nttestazionc. Cib chc si FU iu buona i'edc nella veduta di sciloprire la verit non pu couver~irsi in delitto.

Dato poi il secondo caso le regole generali c' insegnano che nella deposizione emessa a1 seguito della accettazione della proposta si cstrinseca un principio di esecuzione dcl rcato, cho somministra il materiale di un tentativo punibile. Ma il reato fu interrotto per il pentimento dello agentc; o si ha. come interrotto (per ci6 che dissi al S. 2085) anche dopo esaurite la deposizione se il teste si ritratt9

prima della chiusura del processo. In iali condizioni le regole generali C' insegnano che il pentimento giova all' autore del tentativo che si penti, e niente giova al partecipe che non si penti. Rirripetto a costui il pentimento del suo correo avvenuto contro sua volont e il fo?*tzcito che ha impedito la consumazione del delitto : un niateriale di conato punibile esiste, od a lui e politicamente imputabile. N e pu6 dirsi che s'immagini lo impossibile giuridico di un tentativo di complicit, quando ci sta innanzi un collato costituito da un principio di esecuzione per parte dell' autore principale. Nel silenzio della legge positiva io non saprei come declinare queste deduzioni.

Adesso guardiamo la seconda ipotesi in am1-10 gli anzidetti casi. Se nella subornazione si trova costruito un titolo speciale cli reato, l'autore di questo titolo sar il subornatore; e potr dubitarsi che la proposta non accettata sia un principio di esecuzione e costituisca un tentativo punibile. In faccia al concetto di un reato principale il dubbio b seriamente proponibile. E quando anche la legge generale contempli il reato d' istigazione non accolta, si potr dubitare di nuovo se abbia luogo la regola della prevalenza, per istituire il confronto fra la punizione della istigazione non accolta e la punizione della tentata subornazione. A rigore di logica queste sarebbero le conseguenze del concetto giuridico di titolo principale. Per declinarle non si potrebbe battere altra via, tranne ricorrere alla regola della inidoneit dei mezzi, osservando che se la suborna-

ione non riusc a vincer l'animo del le~tiniont?, i mezzi furono inidonei e 11011 danno elemeuto ili tcntntiw punil~ilt?, i criroinalisti francesi per ,.leclin:~re >In {iuella conseguenza non s' impaccinrono lJ(?r x cl11est via. 1 vecchio Ioro art, 365 niinacciava al sriiiorna1 tort: per lo mcno la galera (la cinque :L venti anni e nei casi piu gravi nilclie la morte: il loro art. 2 kiilegaa nella pena il tentato al consumato iriisfalto. Condurre a pene cotanto gravi cili d' altro non era colpevole che di una preghiera rimasta inane per I:& immediata repulsa, era una esorbitanzn non 1ollei.nbile. Bisognava ilunque rompere il flo di rlnt:l rl~gionarnento ; e i criwninalisti francesi lo ruppcro con la spada di Alessandro; e fecero benissimo, I I ~ I ' C ~ i' S I mcglio fa? forza alla logica delle deduzioni giuridiche che spirigore In legge alle applicazioni sanguiriaric: e feroci. I criminnlisti fra~~cesi anclaroiiri per la piu corta: [lisuero (i) che la sul,ornazione altro non cra che un fatto di co~,!pllcitu> quale il rientrava nellw prima parte dall'art. 60; e cos ricondussero il caso sotto la regala generali! della non pnnibiliti~dal complice quando ilo~i -3 delitto vi ~iriiicipale.La interpetraziottc fri ardita rna loilevole,

- Cassazione

(1) C n i n o t commcntuire szrr le code ,ginal crttt. Stiri 4 deceuibre 1812: 18 febbrajo 1815: 2i 1 aprile 1810; e IN novembre 1821.

Che dire poi del secondo c;iso? I,(? regolrt g4ur:rali dalla cornylicit e del tentativo irisieruic cornlinate avrebbero portato alla cotiseguetixa ctic? clrinntlcl

il teste oltre ad mere accettato aveva anche emesso

la falsa deposizione, se il rnedesimo con la tempestiva ritrattazione era riuscito a salvare s stesso non aveva peri, salvato il snbornatore, il quale restava causa efficiente di un tentativo seguito da uii principio di esecuzione interrotto per cause indipendenti dalla sua ~rolontA. Pure anche qui la giurisprudenza si pronunzio nel senso pi benigno. L e: a v e r e n d (j?ci*isp1+ur7cnce r cri~ui?ielle chap. 2 ) dal principio che anche in faccia al coclice Francese la sul)ornazionc di testimoni non b che un fatfo di cornplicitti venne diritto a concl~iderne che dove non fosse reo di tentativo prinibile 1' autore principalo non potesse esser punibile il complice. E la Corte Suprema di Francia seguit questa clottrina (i). Di tal guisa venne 1:~ giurispruclenza in rluesto caso spcciale a. rericlere profittevole al correo il pentimento del'autore principale che aveva impedito il successo: ossia la ritrattazione del testitnonr? divenne profittevole anche al subornatore, quantunque per parte sua fosse stato causa morale di un tentativo punibile, ed avesse sempre perseverato nel malvagio volere. Con ci6 evidentemente si fece violenza ai principii cardinali della teoria. Ma ho gi& osservato altro voltc che in generale siffatte violenze avvengono sempre ( e sono lodevoli) quando una legge positiva esorbita di severit: ed ho pi specialmente osservato a parecchie occasioni chc nella materia del tentativo la genuina applicazione dei veri principii non a cercarsi nella giurispruclenza francese, perch le fiere ed eccczionali disposizioni dell'art. 2 di quel codice hanno necessariamente generato una giurisprudenza ec-

cezionale che per quanto era possibile ne mitigasse il rigore.


(1) Cassazione 50 settembre 1826 affare Boeuf t ) luglio 1850 affare Lclpillc 30 luglio 1831 a h r e Srrlvrcy-e. Sembri1 per che posteriormente anclie le Corti di Francia .tbbiano receduto da questa giurisprudenza : Cassazione 16 gennaio 1835 affare Gnzciille ti febbrajo 1846 a r a r e I;acitisr : e C h a u v e a u e t H e l i e ftileurie du code pwril tona. G , p n g . 470) riconducendo la dottrina ai veri principii hdnno sostenuto che quando vi stata falsa testinioriianzii o tentativo di falsa testimoriiariza, la non punibilit del icslimone non 6 ragione bastante per noil punire il suborni:Iore. Ma anclie s u questo punlo sembra che la giurispriideriza francese non siasi miintenuta costante. Vedasi Cass a i o n e 22 luglio 1843 e 3 giugno 1846, e Bl a n c ti e Cinquilrtze etrtde, pccy. 432.

Certo si B che la veduta politica di promuovere lo scuoprimento clel vero, la quale ha forse non poco influito a fare della ritrattazione tempestiva del testimone una dirimente anzi che una semplice diminuente, non ha nessun peso rispetto al subornatore ; il quale niente coadiuvd allo scuoprimento del vero, ed anzi avrebbe voluto che il testimone persistesse nella menzogna. Non vi clunque ragione politica per deflettere clalle regole generali. Queste portano la conseguenza che la ritrattazione del teste giovi al subornatore soltanto indirettamente, in quanto B causa che si abbiano efretti rne.no gravi; e cos riduce a meno la qiiiantilLTi del suo delitto. Ma le stesse regole portano ad escludere che

il subornatore traprga un giovamento &etto dalla ritrattazione : poich questa 6 circostanza tutta per-

so?iale e non si comunica ali'altro. Se il fatto principale apparisce modificato in quanto rispetto al testinione cessi, di essere delit tu, cib dipende soltanto da questo che la legge non considera come perfetta la Ihlsa testimonianza finchb il processo non B chiuso: lo che obbliga ad applicare al teste la dottrina del conato rimasto tale pel pentiniento dello agente, il quale non si scrin~ina rispetto ai partecipi che non si pentirono. La subornazione in questa ipotesi f u causa di un delitto tentato e non di un delitto consumato. In quanto ci6 possa influire sulla differenza tra la pena del delitto tentato e consumato, questi iie avrii benefizio: piu oltre no (1).
(1) Quesla soluzione B stata accolta nel 1868 da1l:i Heiil Corte di Appello in Xapoli. Essa per applicazione dcll' :li.ticolo 568 del codice Sardo, ha stabilito che la ciiborririzione di testimoni sia un delitto di per s stante; ed applicatidovi pcr consegueoza la ordinaria dottrina del tentativo 112 ravvisato un titolo di subornazione ~nancatnuclla f;itiii;pecie del tcstiinone subornalo che dopo avere compiutu Iii stia deposizione mendace siasi ritrattato in tempo utile per salvare s stesso. Merita esame la dissertazione anoninia clie leggesi nella Temi Zanclea (Inno 5, 11. 2. Per la vecchia pratica pub vedersi B a r d e l I o n i cons. 138. E voglio ancora avverlire che in faccia ai diritti positivi la qiieslioiie pu iiiulare d'aspetto secondoctiS 1' articolo del codiue Iia delto pena dei fulso testimonio :oppure ha detto pena della firlsa testhlronian~a.Il tentativo di subornazione di testimoni E letteralmente e severamente punito dal codice dello 1111pero tedesco al 5. 159.

2 " QUESTIONE - Altro dubbio sorge in proposito . della degradante desunta dal proprio pericolo. Ho mostrato di sopra ( S. 2692 ) come per i principii della scienza debba mandarsi impunito quel testirrione che menti per salvare s stesso o i1 figlio o il fratello od il coniuge da un' accusa criminale : ed ho pure mostrato come il codice Toscano all' articolo 275 abbia, in omaggio della giustizia, dato a siffatta regola una solenne sanzione. Parit di ragione non dovrebbe essa portare ad estendere la stessa regola anclie al subornatore? Chi snborn un testimone pcr sottrarre sb stesso od un figlio da gravissima pena non merita egli uguale scusa per la pressione esercitata sull'animo suo dalla coscienza del proprio pericolo, quando tale scusa si accorda a chi persever pi tenace nel menzognero proposito, arditamente affront la giustizia, ed us ogni sua forza per ingannarla? Qualunque sia la soluzione che possa accogliersi in faccia al testo del codice Toscano, che non riproduce a riguardo del subornatore la snvia disposizione dell' art. 275 ; qualunque sia la forza della discretiva che voglia argomentarsi da siffatto silenzio ; apparirebbe manifesto che in faccia alla scienza i due casi dovessero parificarsi, perchb identica la ragione della coazione psicologica che spinse a delinquere, e niente dissimile 1' audacia del fatto.

Pure pu sostenersi il contrario, quando la scusa del complice chiamato per testimone non si cerchi 11el1adottrina della coazione, ma bensi nella dottrina speciale delln falsa testimonianza. I1 falso testimone cl~imlatoa deporre contro ii correo o contro il coniuge rion si scusa soltanto per bcnignu rigtinrd~ allo stato eccezionale dell' animo suo ma si esirm da ogni imputabilit, perchb manca la pietra czng.0Inre necessaria a dar base alla essenza del reato che gli si oppone. Egli non fu teslimonc legilthkio, perchb cliininaio n far da testimone dove 1% leghe non pcrmotteva lo si diiarnasst! (1). Fu un errure clelltz giustizia il ciiic?marlo, e (pasto orrore nun devc riuscire fatale a lui, Noil pub punirsi il cittadino perch. il giudico agi contro la legge. Egli non ebbe intenzione di violare la legge, pcrdib sapeva che questa vietava il suo esame, e credette di pntere legittimamente frustrare il tentativo di un atto illegittimo. Guardata la teorica sctto qncsto punto di vista si trova la ragione cfi non estendere al subornatore di teste non complice o non congiunto la impunit8 che si accorda a questo.
(1) Si disputb ancora so uguale scusa debba acc:ordargi prupter sccretum ai patroni che non poscouo essere esarnlnati come testimoni contro i loro clienti (1. 25 f i (la testiI)uR)

ctie

ai confessori, ai medici, ed in generale n tulti colaro astrerti dalla professione ai segreto non possono per. d i sposizione di leggc ossero condotti a romperlo col cbiiirunrli a testificare. RoppoRo al subornoiora la questioue delln es-

ciis;inle desunta da un proprio grave pericolo ebbe, corne tante iltre ;ittenuanli dellii vecchia pratica, un significato r d una causa speciiile quando s' irrogava la pena d i morte ai sub~roiitor-i falsi testiilioni anche in cause civili: come di di i tale consuctutline ne accerta fra i molti G i u r b : cnrlsilr~r cl'it:~i)zc~lia cnlzs. 5 , et co)ts. 6 ; il quale i11 cons. 64 si n?' cupi della defiriiziorie giuridicti del reato emergente da i i r i tentativo di subornazione non ;rcceltato dal testimorie, e rie iicccrtti dellii jirande oscillanz:~dei dottori S U questa ipotcai. Cominciiin(10 dal Ba l d O e dal G u a z z i n o f dcfi.irs. 28, n. 8 ) che insegnavii nou doversi dare pena nessiina ; pnssaad!) al C o v u r r u v i o , ciie voleva una pcnn straosdin;irid ; si giunse al B a j a r d o e al $1 a s t r i l l O , che vo=;liono la pena ordinaria coine s e 13 falsa deposizione si fosse otlt~riut:~. r)scillazioui paurose sotto le quali per tanti secoli geriictic I:i umanit, e derivanti dalla doppia cagione dell' arhitrio efTrcnato dei giudic;inli; e del difetto di priiicipii r;itli~iili nella scienza penale. Logica fu I' ;itlenu:into clie a favore del siibornatore sugger B e r t a z z o I o fdecis. ( i l , n. 40 1 desuiitti dallo interesse proprio clie avevi1 il teste :I mentire : qiicslo non & ctie uno svolgiuieuto della regola per la quale i niotlvi proprii del rn;irdatarlo minorano la responsabilitl del niandante mos~rundomeno iinpulsiva al delitto la opera sii:^. Del resto la dottrina clie sicOo~.nulor izsti sit punievrdl~s qaoildo l ~ o c fccit pro dcfetuio~zepntris, ve1 frioiae, s' itist-gnb dal C a s t r e n s e , dal R e v e r t e r o , dall' A m e s c i ~ a , dall' Afflitto, d:il C a r a v i t a , e da allri molti: vedasi K n y n a l d o obscrvciliones cap. 18, S. 9.

Oltre a ci la parificazione dclla scusa non corre, perchir il testimone all' atto del testificnre vennc coatto : laddove il subornatore agi spontancatnen tr. I1 primo nel bivio o di mentire o di tradire sb stesso

vi fu gettato da una forza maggiore. I1 secoililo poteva restare inattivo, e scelse di agire per una libera determinazione della sua volont. CiQ non ostante una certa equitj consiglierebbe sempre ad accordare una rninorante agli stretti congiunti ed anche ai complici dell'accusato che subornarono il testimone per fine della salvezza propria o dei loro cari (1). Ma una regola d' impunit assoluta per tutti i congiunti del giudicabile in favore del quale fu fatta la subornazione, sarebbe troppo pericolosa. In ordine pero agli stessi accusati io ho osservato nella niia pratica che i buoni giudici valutano 1' antico precetto ignoscendum. ei qui sangzcinem suzaia ~edirnere uolzcit, e mai vidi tradurre in giudizio come sul~ornaturidi testimoni a difesa gli acctisati di gravi delitti che avevano cercato la propria salvezza in qriesto disperato rimedio.
(1) Giamniai perb potrebbe nccord;trsi una scusa al difensore. Per quanto sia lodevole clic i l patrono ponga atrctlo c;ildissimo riegl' interessi del suo patrocinalo, tale affetto rion deve mai fargli scordare la saniit dcl suo iifficio, che quello di essere innitnzi tulto saccrdoie del vero. E neppure lo pi stretta parentela pctrebbe essere sciisa qualido la sul~ornnzioI I non fosse diretla u sernplice difeso dell'nccusato, ma anche ~ ad ofi'esn altrui. Fra le siiboriiiizioiie ;i tliscolpare e I;I suboiniizione ii c:ilunniiirc inlcrcede iiii abisso morale c giuridico.

3." QUESTIONX Finalrriente pu disputarsi qrinli si;iilo le condizioni del mates-iale (i) del reato (li subornazione. Dove la legge non contempli questo

- 367 titolo si rienlra nelle regole generali: e con tutti quei modi coi quali si addiviene complici di qnalsisia delinquente pu addivenirsi complici di un falso testimoiie. Ma dove il codice vegliante abbia nel dare la nozione del titolo speciale di subornazione definito certi modi di subornare, il giudice deve strettamente aderire a codesti modi, ed i meclesirni devono formare argomento di particolare questione, ed essere dichiarati costanti in fatto perchk possa applicarsi il titolo che si obietta. Ci6 k intuitivo, percl~b(come ho in cento occasioni osservato) la legge che nella nozione di un reato esemplifica certi modi senza aggiunta di clausula generale, costituisce di ciascuno di quei modi altrettanti elementi essenziali del malefzio.
(1FUrn Iiingi d:llo esigere speciali condizioni al materiale della suhornaziorie le anliclie praticlie di Francia pretesero stabilire l;] dotlrine della subornurione presunta. Questa si rdvvis da alcuni nclla seoip1ic.e soinministrazione di denaro al leslimoiie ; C a t e I l a n arrkts n o t n b l ~ slivre 0, chup. 7 : :iltra volta fu ritenuta la suborniizione per presunzione per avere la parte preparato in iscritto al testimone 1;) miniita della sua deposizioric: Joirrnal dcs audienccs toni. 4,puy. 650. Iiipelo che nel giure penale odieriio non vi b presicriziotic che supplisca alla prova 5peciGca del deliiio.

Questa osservazione it. Seconda di risultamenti se Iitcciasi comparazione tra i codici contemporanei. I1 codice Toscano al'art. 274 usa forrnrila generale o in crltro ritodo qualunque, che pi effrenata non sa con-

cepirsi. A lui basta che si sia suhornato il testimone, e se ci sia avvenuto spetta al giudice il dirlo, ma la legge c' indifferente ai rnczzi che si sono scelti ed usati dal subornatore per vincere 1' aniilio del testimone pnrchb tale effetto siasi prodotto. bIa il CIJdice Francese all' art. 365 non porgendo alcuna clausala, n& speciale n generale, indicativa dei mezzi :idoperati ha dato occasione a divergensc sri clriesto argomento. C a r n o t (comnzenta.i;reci I' articlc 365, vol. 2, pag. 1 1 3 ) opinb che dichiarata la subornazione coriie effetto ottenuto niente importasse cercare i mezzi coi quali erasi procacciata. O fossero doni, o minacce, o preghiere, od inganno, tutto era 1' istcsso: ed a questo sistema egli trov appoggio in UII giudicato rli rigetto della Cassazione di Francia (le1 9 novembre 1813. Ma posteriormente per ulteriore svolgimento del principio ormai accolto in Francia che la subornazione fosse niente pi che rin fatto di complicit, si suhordin 1' art. 305 all' art. 60 dello stesso codice, e poichi: questo la coniplicith ~ r i ~ ~ r non ravvisava in qualsisia provocaale zione al delitto, ma in quella soltanto che fosse fatta al rriezzo di doni, promesse, mireacce, abuso d i potere, macchinazioni o artifizi colpevoli, si decise che ; i render costante il materiale ilella subornazione non bastava (lichiarare il fatto di aver suOornato, mn bisognava inoltre avere assodato e dichiarato il concorso di alcuno di quei ~nezai(doni, rriinacce ec.) che 1' art. 60 tassativamente richiedeva come estremi della conil)licitb morale. Iii questo senso scrisst: M o l e n o s (de I' humanit dans les lois crtminelles part. 2, chap. 3, S. 4, pag. 4 8 5 ) e nel senso stesso si pronunzi la Cassazione nel decreto del 30

maggio 1851, affare Truffaut; e neH' altro del 22 febbrajo 1853, affare Prugiere, ed in quello del i marzo 1835, affare Bfiscontier (I).
(I) Vedasi peraltro B I a n C h e (cinquilrnr elude, png. 433) ed i setle giudicati della Cassazione di Francia che ivi allega come conformi. iila nella ipotesi che il m e z z o adoperato sin stato lo ioganno del testimone, di guisa che egli abbia deposto il falso nella credulit di deporre il vero, li1 stessa Cassazione col decreto del 9 settembre 1852 affare Lacoilturicrc ha sanzionato la irnpunit del siibornatore, percli continuando a conteiiiplare la subornazione come un fatto tli coinplici[h, non S scrnhrato potersi nnimetlere compliciti dove non era dolo nell' autore principale. Questa decisione peraltro fu censurata da B l ;I n c h e. Ed in massima io nori veggo dilyerenzii fra chi inganna la giustizia col mezzo di un testimone itzgnnnrrto, e chi lo inganna col mezzo di un testilnone ingritanatore; come non vi differenza fra cli fa dare ad altri il veleno da un servo ingnnnnto, e chi lo fa dare da un servo che siasi reiiduto suo doloso strumento. Queste fluttuanze derivano diil corisidcrare il subornatore come complice, e dtil voler punire il Jiilso teslimone ( c h e non esiste dove non S dolo nel fide?facicnte) anzich punire la falsn testinzo?aianzcc, In quale obiettiualncnte B s e m p r e falsa tcslknonin~z;rr, ed sempre una offesa permanente alla ! giustizia, sebbene alcuno di coloro che vi presero parle fosse in buona fede, C subicttiuainente nou esistesse una falsa teslificazione.

S. 2727.
Ed anchc a questo punto dei mezzi s' incontra in quella giurisprudenza una soluzioiir? di problema assai degno di essere notato. Parlo della ipotesi di rin tcst.iinone chc a l~rionafede sia veiiuto a deporre il falso perclib altri con fina malizia lo aveva inVOL.Tr. 24

gannato su ci. Questo artifizio io incontrai nella niia pratica pi di una volta coine strattagernrna per costruire 1' a i i La operazione altrettanto semplice lb. quanto sicura. I1 colpevole si trorato in un crocchio con un amico il quale aveva preparato il suo orologio in anticiljazioiie di un'ora o pi, e cluan(lo questi al mezzo dell' oriuolo mendace liti persuaso tritti i circostanti di una ora diversa dal vero, egli se ne allontana e va a consumare il delitto. l'ritta quella gente cosi ingannata s a r i pertinace testimone per asserire al Tribunale elle colui a quella data ora troravasi in loro compagnia, e cosi non ] J O ~ C Vessere a grande distanza di l i ad uccidere, ~ r.nb:lre, o simili. Certo che questi testiinoni deponendo in buona fede (perchi.? ingannati dall' altrui rnalizia) cosa non vera, non si resero colpevoli (li falso quantunque asseverassero il falso. Ma che tiire dello amico che inganni3 tutti costoro facendo il maneggio dell'oriuolo, o per altra simile frode? I1 senso morale suggerisce che costui debba essere prinito per In offesa recata alla giustizia ad irnyulso suo anche cla agenti non imputabili per lo errore di fatto. hfa la logica della dottrina dei connessi si oppose a tale conclusiorie nei tribunali di I ran' cia, e quantunque l' art. 00 comprendesse anclie le ?~~nccl~inazioniavt.ifizi fra i modi di complicitj ed rrioralc politicamente imputabile, si decise nel presente argomento che qui noli vi era suborriazioric prinibile. Losi fu giudicato dalla Cassazione cli Francia in simili termini il 9 settembre 1852, ai= fkre Lacoulur~ie~*, il 22 maggio 1846, affare Gae chiera. Certamente in tale ipotesi non faceva difetto lo elemento della macchinazione ed artifizi col~ievoli
i

- 372 richiesto clall' art. 60. Che forse puO in termini generali affermarsi la pz~nibilit&Il' auto?*e ps..inci@ essere condizione indispensabile alla punizione del complice ? Oppure pu distinguersi fra non prinibiliti clell' autore per difetto assole~to di responsahilita personale, e non putiibilita per causa di erlvore di fc~tto! Lo effetto della irrcsponsabilita dell' autore materiale ( infante, demente, errante ) A costanteii~ente questo che tutta la responsabilit& si de~olvasu chi dolosarrientc lo mise in moto e nc fece suo cieco strumento. Questo e il cardine necessario alla tutela giuridica, che senza siffatta regola scomparirellje in faccia a quegli scellerati che usassero 1' artifizio di servirsi di esseri irrespousal)ili a consumare il delitto voluto. Io non so vedcre differenza tra il Ijtto di chi porge arsenico alla mia fantescu, dandogli a credere clie sia sale comune aflincli clessn incautamente mi prepari la inorte; ed il fatto di chi con frocli studiate insinua il ft~lsoncll' anirno del testinione affincl-ib egli veng a incaritailiente a deporlo coiric vero. I n ambo i casi il disegno criminoso raggiunse la sua oggcttivita senzti dolo per parte clello esecutore materiale, nia con dolo rrtffinato di chi diede irnprilso r t qricl suo cieco strurnento, e troppo riusci rncrc quella sua lr~rigaed inconsapevolo rnnno, a ferire la legge (1). O coine dunque nel tema speciali: di subori~waioncusi l~roclariibla irriptinitA di cluesta m a n a t a iiializia'! Io rimango pcrpleeso, e non so darrio ragionc a iize medesimo, tranne tornando a qriella vieta sentenza clic le kggi ccccssivamente severe divengono spesso tele di ragno (2).

- 372 (1) In questo punto fu avveduto ed esplicito il codice Sardo, che all' art. 368 comprese fra le si~bornazioni punibili anche lo inganno con cui alcuno avesse indotto il testimone a fare in buona fede una falsa deposizione. Anzi questo codice and pi oltre, perch fra le aggravanti del suborn;itore, oltre la t,iolenaa e la mercede (che vi stanno senzii disputa) nover ancora lo inganno; lo che pu essere dispulabile. lo ho aderito a riconoscere nello inganno del testinione una forma di subornazioiic punibile. Ma sempre per bisogna convenire che questa una subornazione improprio, perch vi manca la corruzione dell' animo del cos detto subornato. Laonde non aderirei con altrettanta facili18 a riconoscervi un caso di aggravamento. La sottile esattezza dei vecchi pratici avrebbe dello che in. questo caso vi era piriltosto uno stellionato (secondo il linguaggio loro), una frode, piuttosto che un falso, perch nello agente del ftilso mancava la coscienza del falso. Non voglio riprodurre questa dottrina: ma rovesciare la medaglia, e convertire il caso iinproprio in un caso aggravato mi sembra troppo. (2) I romani punivano i subornatori come correi del falso testimone. Nell' antica Francia fii mantenuta questa parificaziono; ed una ordinanza di Francesco L puniva di niorte C O gli uni conie gli altri, anchr quatido trattavasi di falso deposto in un giudizio civile; ed altra di Enrico 111 del 1585 conferrnb quesla penalitii ( J o u s s e juslice criminelle toni. 3, ptrg. 427, ti. 22) e parecchi Parlamenti furono tenaci nello applicare 1' antica severil ( P a p o n i o a r r e s l o r . lib. 24, ti6. 10, n. 8 H r i l l O n dictionnaire, 91101 peine, n. 18 ) qilarituiique nelli1 pratica questo rigore venisse poscii~ modificato sovente a seconda dei casi : cos B r i l l o n (iwol tc'tnoi~t,n. 18 ) ricgrdii un giiidicato del 12 maggio 4559 col quale il Parlamento di Tolosa condann ally ammenda onorevole ed al bando per 1 0 anni i l soslituto del regio Procuralore di Beaumorit corivinto di aver subornato i testimoni contro 1' accusato.

TITOI,OVII. S p e r g i u r o

1 titolo di spergizc~~o noverb dai vecchi crimi1 si nalisti fra i reati contro la religione; e le false nozioni del giure penale, per cui tanto spesso si confuse il peccato col delitto, condussero clnelli a considerare la violazione del giuramento come prevalente alla violazione della giustizia, perch valutando la ofl'esa alla divinita corno criterio della punizione anzich la offesa sociale, si osserv0 che lo spergiuro negava col sa0 fatto che Dio fosse vindice dell' abuso del suo nome, e commetteva sacrilegio. Laonde in parecchi institutisti il titolo di spergtu~*oassorbi in s stesso il titolo di falsa testkfizonianza ed anche quello di calunnia. Rettificate coteste idee nella scienza penale dovette avvenirne che la falsa testimonianza e la calunnia si eliminassero dal titolo di spergiuro; che la nozione di questo si specializzasse (1) e che tanto cluesto quanto quelli si riferissero ai reati contro la pubblica giustizia.
(1) B I B L ~ O G ~ A F I G h e r a r d i d e crimine poetict perjuA W i C h rn a n n s h a u s e 11 de perjurio judicinli P u t i n i a ~ n elearenta S. 110 ct seg9.F i c h t n e r dissprl. de variis pcrju?'iorurn poenis 11 c l l b a C h selectn crinlinnlia posit. 90 S e t s e r dc juratnenlis lil,. 1 , cap. 27 V a n N i s s e n de pcrjiirii jurejurnndo litia decisorio conililione - o ya a r d s a d pucnns pet'jirrii

r i i etc. e x lege mosnica et roinawa cap. 1 L c y s e r meditiitiones in pandectas spec. 567, medit. 15 et seqq. S i Ib e r r a d de fortnulis jurtr~ncntoru,iz et poenrc pet.j~crii y r c r de ~ i s uc t abiisu jtcrtrnie)~foriansect. 5, Gotlinya 1741 - R a e v a r d u s V ~ r i o r u m 2, cnp. 5 - C r elib. in o n i dc juvc criniinali lib. 2, cnp. 2, nrt. 5 M e lC li i o r i dei! fitlso cnp. 1 Ri v i n i de poeact pcrjuri jilris civilis et pntrii - S t r e c k e r dr p e r j ~ w i ipoena C a r m i g n a n i elementa j u r i s cri~ninnlis 875 e1 seqq. S. G i u l i a n i islitusioni vol. 2,pny. 7 5 P e s s in n trcttt(tto d i petznlitil speciale S. (i6, vol. 2, pug. 110.

Oggi dunque allo spergiuro non pui, adattarsi 1' antichissima definizione che lo contemplava come d elit t0 religioso - q2taevi.s dolosc6 j~c?~isjzc~*a/12c~i viol a t i ~ : neppure puO accettarsi la definizione che e ne diede C a r m i g n a n i (clementa. S. 777) -

jurisjuratzdi solci?!niter et ad nowzam legis praestili dolosa violatzo ad alterum dec@iendu?il uel luedendum arllibita, perchb questa definizione includendo la falsa testimonianza si estende oltre il definito. La moderna nozione dello spergiuro bisogna drinqrie cercarla in un concetto litnitativo : la violazione del gizulanaento commessa i~zlorno6 t cosa d i proprio interesse peczcnia~ioi?$ giudizio zc?z r:iziilc; e tale concetto risponde all' uso invalso presso molti criminalisti contemporanei di denominare questo reato spergiuro n cafcsa civile. Ma. nnzich6 3 cercare gli estremi di cluesto titolo sin nello foiiilc solenni (I) del giuramento, sia nella dolosa intenzione, B prezzo dell'opera indagare quando lo s p r -

giuro possa rettamente noverarsi fra i delitti civili, e se mai lo possa.


(1) F~ironorriolli quelli che dolenti della frequenza degli spergiuri aguzzarono lo ingegno loro a studiare i mezzi di preveiiirli. A questo fine fiirono dirette le cure 3peciali rcliitive alla sole7initli della fornzu: di qui I' obbligo della ~enullessiorie; la sostituzione della immagine in rilievo alla iiiiin;igine dipinta; la presenza di un sacerdote; ed altre simili cautele. Fiivvi ariclie clii propose una formula imprecutiarr,: 1113 cib parve contrario alla religione. Su questo tcnia disputarorio in divcrso senso S e t s e r fdc j u r a n ~ e n t i s je i, 11d o v i C o diaserl. de solemnibus jiirtraterlli cnp. 2, S. 12,15. Anche i Rom;~iiiehbcro come importante la diversit della form~ilncon la quale dcferivasi i l giiiramrnto : Ra e v n r ti u vcrt.it~ruirl lib. 5 , crrp. 5 R e y n o l IJ o opuscirla jzlridicn clip. 15, pug. 120.

I-io giY arcennato che la violazione del giuramento iioii presenta per sb stessa elementi di politica imputnbiliti~iii qiianto contiene In offesa alla religione. Anticipo qrii si0 che sarri svolto pii1 i11 largo cluani10 prirlerb dei delitti religiosi, vale a dire che le offese alla clivinitd ed i sacrilegii per quanto empi e9 a1)borninevoli non possono mai dalle aritorith civili elevarsi a delitto tranne quando cstrinsccantlosi iii un oltraggio alle credenze popolari presentino un vero tlanno politico. Siffatto carattere non ha il snc*rilcgio cile commettasi con lo spergiurare; al clic si trasccriile per fine di privato interesse e non jlcr aniirio ostile alla religione ( I ) : dunque lo spergiriro non pu0 noverarsi fra i delitti religiosi; e bisogna cercargli un altro obiettivo giuridico.

(1) Vedasi in quesla opera il

5. 5267.

Correndo su questa linea troviamo che il ,niuramento pub essere opromisso?~io asse~*to~io. ~ o o Ep niissoi-io quando chi suole astringere se stesso ad iin vincolo obbligatorio verso altri promettendo di dare, o di fare, o di non fare in avvenire una qualche cosa fortifica la propria promessa col giuramento. assertorio quando taluno afferma o nega un fatto preterito sotto il viricolo del giurarilento. V o l f i o ( elenzenta jzwis ?zatz6?-aliset ge?zt.iecs?a S. 37 1) chiain la violazioile del primo giuraniento $eriws.izlrm, e la violazione del secondo peief-atio. I1 giuramentop~o~~zissorio presto con animo o si di violarlo, e per meglio circonvenire la parte con la qnale si contrattava; o non apparendo di ci0 bisogna dirlo violato posteriormente quando non si adempi alla promessa o per mutato consiglio o per cagioni sopravvenute. Nel primo caso qnando consti della intenzione malvagia potr. nel giuramento trovarsi un artifizio colpevole per obiettare il titolo di frode. Nel secondo caso lasciando ai moralisti la cura di decidere se e quando s'incosra nello spergiuro colpevole col mancare alla data fedc, non vi i? mai per la umana giustizia bisogno di repressione penale. Infatti o la obbligazione che si volle convalidare col giuramento era rispettata dalle leggi civili, o era dalle medesime conclannata come nulla. Nel primo caso provvede sufficientemente ai Lisogni 1' azione civile, ed il magistero di coazione clie astringer lo inadeinpiente alla osservanza dei patti.

- 377 Nel secondo caso non puo ammettersi che si conculchi e si derida la legge civile col pretesto di una querela criminale. La legge civile che vieta (a mado di esempio) i patti usurarii (i), le obbligazioni dei figli di famiglia, dei minori, o simili, diverrebLe lettera morta. Colui che avesse stipulato contro la legge non avrebbe che a chiedere dal promittente il giuramento: e poscia con la minaccia della querela e del carcere lo terrebbe a se incatenato a dispetto dei piu energici provvedimenti della legge civile. La storia della vecchia pratica somministra innumerevoli prove di queste intollerabili conseguenze. Ammettere ci6 sarebbe contradittorio ed inipolitico, e la punizione cagionerebbe un danno sociale, mentre la iinpunits non cagiona alcun danno, e giova alla osservanza della legge.
(1) Oggi che il ripiego del giuramento e della querela di Spergiuro venuta meno agli usurai, essi hanno iuimaginabo altro giuoco. Quando un niinore si presenta a loro per aver denaro glielo danno a gravissima usura, ma esigo110 conle condizione che faccia loro di proprio pugno una fiilsa cambiale firmata col norne del padre, o del zio, o di altro ricco congiunto. Veuuio il giorno della scadenza si presentano con la canibiale al supposto soscrittore. Questi prouto a negare la firma ed il pagamento; ma l' usuraio riiinaccia la querela criminale corilro il tiglio o contro il nepole, e bisogna chinare la fronte e Lransigere. Ad uno cli questi vampiri che aveva in Lucca accalappiato con tale manovra parecchi siovarii di buone famiglie, io diedi una ulile lezioue. Proniossi conlro IC usuraio la querela di partecipazione nella i'iilsii; il pubblico hliiiistero zelantissimo entr nelle mie vedute anche pei reclanii che parecchi padri di famiglia inoltrarono a lui: la partecipazione e 1: arlifizlo furono Iu-

- 378 minosamente giustificati; e l' i~suraio condannalo a due anni di carcere come istigatore doloso al delitto di falso. Non sarebbe forse inopportuno clia a questo male arli provvedesse la legge penale con esplicite disposizioni.

In quanto al giuramento u.sset~loviosi distingue di nuovo secondo che lo spergiuro intervenne, o in un conttoatlo,o in un giudizio. Se intervenne in un conf,ratto civilmente obbligatorio, ovc ( w modo cli esempio) il contraente giur0 (li csscre maggiore mentre era minore, o giura esser propria o lit~er;~ la cosa che era altrui o gi; viiicoltrta, siamo nci termini della frode ; e nelle penaliti uiinacciate cnntro la medesima trova sufficiente protezione il diritto violato (1).
(1) love si m;i~itcuev,ie si miiiilicnc li1 pena dello spprgiuro incontrasi li1 eleg;inlo qlieslione reinliva alla ncg;tzinrie iiidisliril;~che diasi :iIIii posizione corr~plrssa( Co v ;i r r u V i o tlrrrin~.u$,ie x l i i ~ i o ~ ~ t r r ~ 1, n. 3 r Eib. i S t r y k i o disserlrit. t j o l . 9 , disp. 30, crrp. 5 , n. 9 r t seqg. 11 a r i. i l i n siriyul. 177, n. 1 P ;I r l a (l n r o rerum qliolidi01~111-1m l , lih. c n p . 2 , ti. 17 G 11 t t i e IO i> dfl j r t ~ a i n c i ~ t li(). 1 , rlucicsl. z o 60, 11. 4 ) clic iii piiric si;\ vera ctl i i i p:\rIc sin f,ilsn. Xiolte di*iitiziorii fccero i ~iriitici ;icciiitilic d,ii nioralisli e dai ciii~oriisli. siiggrri la ciii~ii~l.~ i ~ ~ ~ i l < l e r e , il ftrlto nel Si di r ??e90 ~ i o t l ocrrli che ! posto. b1,i anclic scriza tale caulel;~ opiliib ( si non [)olrrsi pu~iirc. La singoliiril del c;iso sta i11 questo che se il ferito b in parte vero ed i11 parte falso avrebbero siicrgiur;iIo entrambe le parli. Avrebbe spergiiirnlo l' altorc clie atkinii) la piirlo tilsa del Litto: avrebbe sliergirirnto il reo convenuto che oegb la parte vera. Sicc116 bisognerebbe

punirli anibcdue per avere giurato il falso sullo identico fritto 1' ilno con lo affermarlo e 1' altro col negarlo ; lo che p n r c b b e contradittorio. Guardata legalmente la questione presenterebbe una scusa a favore del reo che fu costretto a rispondere, e non la presenterebbe a favore dell' attore che spontancanlente usb lo artificio della ioterrogaziorie composta in modo delfico. Se il reato si perseguitasse ad azione privata potrebbe forse applicarsi la teoria della conipensaziorie. 3fa io non credo che sinlile caso possa subordinarsi ad una regola generale. Dipender dalle circoslanze, e spetter alla prudenza del giudice decidere s e e da qual paste vi fosse iin dolo rneritcvule di coercizio~ie penale.

Se poi il mendacio nel giuramento assertorio intervenne in un giudizio civile si distingue di nriovo: 0 lo spergiuro cadde sopra cosa che la legge vietava si provasse coi mezzo di testimoni o congetture richiedendone prova scritta; o cadile su cosa per la qatilc la legge permetteva la prova testimoniale e argomentativa. Nella prima ipotesi ricorrono le ragioni dette di sopra per mostrare impolitica e nociva 1 punizione dello spergiuro. La legge clic per s alti motivi di ordine pul~l,licovieta In prova tcstirflonialc di certi patti ed oltre certi valori, e vuole la prova scrittrirale, sareljbc continuamente elusa se si amincttesse la querela criniinale di spergiuro. Colui che in spreto della leggc volesse coiltrtlttare senza scrittura non avrehl~e clie a dare il giurainento nel giudizio civile; e poscia querelanclosi di spergiuro in criminale prodrirrebhe l&i suoi testimoni e le sue prcsrinzioni; e costitriitosi parte civile otterrcltlK? a titolo di c'larini ci6 dio la Icggc gli negava mczzo di ottenere con tali prove nel giudizio civile. I1 can-

flitb tra la legge criminale e la legge civile sarebbe palpabile, ed il dettato di questa conculcato e deriso. Tutti i migliori pubblicisti combatterono 8imile sistema, e Xa giurisprudenza di Francia si pronnilci pi volentieri (1) contro il medesitrio, quanturiquc il codice penale rlel 1810 ammetta indistiritamente la punizione dello spergiuro (art. 366) nei giudizi civili. 1 conflitto dei due codici porto quella giurispru1 denza ad jnterpetrare ii dettato penale come subordinato al dettato civile, ed a considerare i due codici come due fratelli, e non come due nemici che a vicenda si divorassero. La legge penale, fu detto, deve applicarsi in quei casi nei quali la legge civile pernriette la prova testimoniale e congetturale : dove questa b vietata deve la querela respingersi con un decreto di non luogo a procedere; perchb deve dichiararsi non essere luogo a procedere tutte le volte che Ia prova del fatto denunciato iwpossibile :e un2 prova 6 certamente impossibile quando la legge la vieta. Argomentazione saldissima, Uguale ostacolo contro la querela di spergiuro si trov purc nel caso di giuramento decisorio. Qui si disse vi B transazione : la legge civile (codice civile Francese art. 1366, Italiano 1370) vieta alla parte di provare la falsit del giuramento decisorio da lei deferito. Amrnettendo la querela la legge penale contradirebbe la civile, e darebbe agio a fare indirettamente ci9 che direttamente A proibito di fare. Non vale distinguere fra parte e pubblico Ministero, fra azione pubblica e azione privata, fra pena e danni : per&& il divieto della legge civile non distingue i fini e le conseguenze della prova contraria al girtramento decisorio ; uia questa recisamente vieta con termini assoluti.

(I) In qiiesto senso decise gih anclie la vcmhiii Rata crimiriala di Liicca col decreto del di 10 febbraio 1832 in causa Brnbrogi contro Citti, quando nel Duca10 di Lticc;i aveva tiittavia pierio vigore I i i legislazioiic penale fraoccse, modificati~per ncllii p ~ i r t edel procedimento criminale con uiiIisbinie correzioni, che esposi nel inio scritto stilla procedurn Iilccliesc inseriio negli opuscoli vol. 2, optlsc. 12, pag. 41. E nello stesco scoso s i pronurici pi di fresco la Corte di Cassazioric di Torino col decreto del 7 Iiiglio 1866. Traboccano [ J O ~Ir. doltrine fraoc.csi. BIa & da notarsi che nella proccdiirn di Francili non si conosce il nietodo delle posizioni, gi;icchB n\' intcrrogitori su falli ed articoli si diiriiio senza giuraniento. Ora anobe nel dirilto comune vi era chi irisegniiva che quando trattdsi di giurn,ncnlo ilccisorio In virt del conlralt0 giiidiciario, ed il rispelto che gli si deve, porta iillii consegocnza che la parte dopo averlo deferito o referiio non possa evitarne cli effetti dantlo qiiorela di falso e isiitucndo su qmsta una doinarida di danni ed interessi; ed in qiiesto senso dcUarono speciali sanzioni diversi statuti d' Italia, per esempio 10 stntrito di Riva del 1271 tib. 3, cap. 5%; lo slntuto di e Trenta del 1627 lib. 3, ctrp. 76. Vedasi V o e t in prrnilec1tr.r lit, dc j u r r j z ~ r u n r l o n. 5 C a r n o t comn~entnire l' rtrt. 566, n. 7, t~oil.p i n . h1 a n g i n dc l' aclion pribliqirc l i . l 7 5 C h a u v c a u et 11 e i i e thior. cod. pn. tvm. G, ptg. 480 Cassaziorie di Francia 16 agosto 1844 a0':ire Delao~ri h1 o r i n art. 7769, 8010 et 8245. Vedasi ancora I i i dissertiizionc di G i r a u d nella Rcuue c r i t i q ~ t c tom. 25, p t g . 217. Fuvvi p r r b chi k n t b conciliare il risprtIO alla Icggc piinitivn dcllo spergiiiro con il rispetto all:i legge civile che interdice d' insorgcro contro il giiiramento decisorio, t! clic intei.riice di far provii testinioriiole per somm;i superiore: e i l mrzzo conciliativo crcdctie trovarsi nel fiir valcro il procrsuo crirnirialc ai soli fini pen:ili senza mai dnriic alciin profitto alla piirce : ii o ri ri i e r trtrite' (/ex prcict ~ c sn. 427, cclit. 3 Cnssazionc 21 agosto 1854 nffiira !lelitrfs. Ed altra volta fu dello clie il principio tii prova scritta

poteva risultare dalla confessione dell' accusato nel processo criniinale: Cassazione 21 gennaio 1845 affare Jfusartl. Ma tuttc queste distinzioni, e tutle queste oscillazioni, che a rioi non spelta lo esporre, mostrando che vi sono dei casi nei quali lo spergiuro si pub punir0 e dei casi nei quali la legge civile si oppone a clie sia punito, persuadono ad uscire da t:inte ambagi e lasciare in oblio questo titolo di deilto; del quaile iri fine dei conti la vittirn'i & serripre es*a ruedcsiina rimproveri~bile di poco accorgiirieiito e poca cura dello iiiteresse proprio. Il sensi3 rriorale iioii si prest,i a veder dipendere la piinibilil& dalla distinziooe tra piurameril0 deciborio supplelivo cd eslirnatorio ; trii I J I I franco pii1 e irii frtinco nicuo; tra principio e non pr iiicipio di prov;i scritta, che ci' altisondc > nello iirbitrio del giudice dicliiarare o no concorretile. O B giusto che chi col giurare il falso in giudizio usurp 1' altrui siti punito, o ilori C giuslo. lo non capisco " distinzioni di foi.riia in faccia alla giiisliziri peri;tie. L y r e r f d e 14sil ct aCzts7i jztraurerttoi.ti?n sect. 5 , Sf. 1, pug. 304) bosticnc doversi detidrc pcr principio clic provata oririiinaliiieiite la fcilbii del c;iur;imciilo decisorio si dtlbbii concedere li1 reiritegrazio~ic del giudizio civile. IO su questa dispulil t4ioto egi1,ita della punibilii dello s p e r g i u r o civile tengo soll,1rilo corne apodiitica unci proposizione, ed questa ; clie i l legislatore deve senrpre obbedire a l l u signoricc il~,lllc layicci. O si deve chiuder per seiirpre ogni ~crificazioncs t i l l ~ rosa giurata a tutti gli eU'etti: O se si animette li1 prova dellii Lilsith del gitiriirnento decisorio iri criniinnlr, bisogna dar liiogo a11a reintegrazione tlcl dnnncggi:ilo iii via civile Uii ili~lilloche si punisce con una mano, menlre 1' altra niano r caspinge I' offeso dalla indeuriil del delitto, un corilrosenso giriridicu. Il processo criminale e la condanna accrescono 1;i forza ruoi-ale oggeliiva del delitto ~iercliblo rendono certo e riolorio, ed P. uno scandalo pubblico che chi col f,ilso giiirarilento carp un palazzo a cui legittirnanienle spettava, si vegga dalla citt processato convinto e condannalo coriie spergiuro, e poi dopo qualche anno di carcerazione si vegga

godere tranquillamente il palazzo rubato, con insulto perenne ali' oLTeso, alla giustizia, ed alla pubblica morale.

Condotta a rluesto punto la dottrina ri~iiarrebt~e punibile lo spergiuro della parte in giudizio allora soltaiito che la legge civile permettesse la prova testimoniate. i\Ia qui si osserr la repugnanza ctie sorgeva fra la impunitri gunrentita per il fatto pii1 grave, e li2 pena fulminata contro il fatto pii1 leggiero. Chi spergiur per carpire i tuille o i dieciri~iln franchi snrh al coperto non solo dalla pena ma anche dalla procedurn penale: chi invece curpi con lo spergiuro i veuti o i cinquanta franchi dovrh essere rigorosarnonte punito. Questo B assurdo. Al mori-ienL che sia1110 o nella necessit di lasciare senza pena un reato clriando ?piU grave, la ginstizin clistribritiva coiiiaiida clie quel reato si lasci inilirinito anchc qriando i, pi leggiero. Sarii una spiacevole nec~ssita,tna e tina neccssitti imposta dalla logica e cialla giusf,izia. Cosi si venne dai pii moderni cririliiialisti ad insepiiaro, e da qualclie 1cgisl:~tore a proclamare, clic il titolo di spergiuro dovesse esulare dai codici penali (1).
(1) Codice di Neiifcli:ilel del l 9 gennaio 1866. NC rnolio da r:imriiaricare I'abolizione di questo titolo se si ricordano, ~ i i I I ; i tet,tirnoniiii~zn dei priitici, i solterfugi e i rnezzi termioi di iiria cnsuislica In qu;ilc edolta alla scuola dello restrizioni i r i i ~ r ~ ! ; i l i Licev;isi stradii n giurare il falso nella prollria liltl coi1 1er.iriiiii elle sii1v;isscro la coscieriza. I l P o n c i r o l n {di, clriris leyarn i~itcrpl-etibztspng. 144) narra clic i : I ri o da

Pistoia, celebre giureconsulto, ma di pessima fede, avendo ricevuto da un ebreo dei denari in prestito, ed essendo stato per i inedesiini convenuto, dicliiarh di averli restituiti. li giudice gli ordin di giurare sulld restituzione e d ei se ne chiamo pronto: egli aveva fatto aocomodarc dentro un bastone la somma equivalente in oro. Qaando stava in faccia al giudice per giur;~reporse il bastone all' ebreo perch glielo reggesse nientre giurava. E cosi Iranquillamente giur di aver reetituito il denaro. Queste transazioni di coscienza non varrebbero certamente nel foro ad evadere la pena dello spergiuro. Ma non B men vero ctie anche nel foro si accoglievano e si aecolgono tuttavia, dove si mantiene questo titolo di reato, distinzioni sollili che sono allrettante porte alla irnpunith. Cosi si escluse il dolo nel giuranieuto di credulitk e nel giuramento estirnolorio : vedasi G i o r d a n i commentnrio ($1 codice poitrle Azsstriaco uol. 1, pog. 373, E qui avveriirb ctie questo scrillorc tralta ad occasione del giurainento della parlc la queslione che ho esaminalo di sopra ( Q . 2673 nota) in proposito dei dissidenti chiamati a giurase come testinion i ; e la risolve nel senso da me preferito, e moslra esser questa la pratica costante nei lribuiiali di qilell' Irnpero dove pi abbondano i dissidenti ivi Coloro. a i quali 1'1 propria religione non permette d i giurare, ma &e reptrtctno una solen~ie promessa essere inviolabile al pari che nelle altre religioni i l git~rnmenlo,non dcbbonsi forz a r e a prestarlo. Si dourcl per conteritarsi d i r i t r n r r c da gucsti untt 601ei.rIze prornessa acconbprignoln d l t l porgere della mano, preuin anrtonizu'one che debbano dire l a veri16 sotlo la pc8nu legale dello spergiuro ( Aulico decreto 10 gennaio 1816, nella collezione n. 1201 ). Anche la Corle di Appello di tiicca nel decreto del 7 novernbre 1868 11a stabilito identica massima. Questa regola stata convertiti1 in legge posiliva dal regolamento di procedura penale alistriaco del 29 luglio 3863 al S. 133 ivi il testimone flppoi-lenenre ad una socield religiosa nllu quale per Ieygz

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concesso ricttsare un giuramento formale f0t.d in sua uece tina dicliiclrnzionc rolenne d i nssereranza.

Malgrado queste osservazioni esistono tuttavia. presso molti popoli culti leggi che puniscono come delitto lo spergiuro nel giuramento assertorio in causa civile. Di questo titolo si fece grandissimo abuso nelle vecchie pratiche ed anche nella pratica toscana pi vicina a noi per causa del brutto sistema delle posizioni giurate, dominante nella procedura civile. I metodo clel duplice giuramento col 1 quale 1' attore ponendo afferma, ed il reo convenuto rispondendo nega, porta alla conseguenza die in ogni giudizio civile dove si apre lo esperimento delle posizioni vi deve essere inevitabilmente uno spergiuro. Di qui ebbe origine tutta quella vasta dottrina che occupb i pratici alla materia dello spergiuro ilz posizioni. Di qui le distinzioni fra posizione falsa in parte e falsa ilz toto; fra giuramento di veimitci e giuramento di cvedulith; e cento altre sottigliezze con le quali iina casuistica flessibile cerc di salvare li spergiuri dalle pene spesso esorbitanti (1) minacciate contro di loro.
(1) Sollo le false religioni oscilli~i.otio i pensieri dei filosofi e dei giurisli, Gli egiziani, per clilaiito atlesta D i o d O r o (1, 77) punivano lo spergiuiso di rriorte. I romani al contrario sciiibra che nei tempi pagaiii non desumessero ragioni di punire d;illa violazione del girirnn~cnlo.Cerio x che C i C e r o il e (pro Roscio clrp. 16 ) a~~cri;iriientc proclarnb non esservi dilLxcnza ileppure s o ~ t o il pulito di vista religioso fra la

VOI,. V.

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menzogna e io spergiuro ivi Qiiid interest i n t e r perjjiririni et rttentlacenl ? Propterea qurie poena cib Diis in?-

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t~zortolibiisperirrro, knec eudcin n ~ e n d o c iconstitzltn. N o n eniiji e x pnctione vcrboriri~r,qtiibiis jzis jilrnndirm comprchetidiliir, s a l e.r: perfidia et omliticc, per qun!w insirlicte tendunirrr trliciii, Dii iilit~rortalesItonrinibus irtrsri ct sirecenserc conszcerunt. Anche i primi Imperalori romani proclariiarono la regola clie la violazione del giuramento prestato in noine degli Dii dovesse lasciarsi alla punizione divina: l . 2 C. de rebus creditis et jtcrejur., e divenne celebre il iriolto jrrrejlrnndi contea~pinreligio solis Dezlnt ziltorenl hoi~cl, qiinnliinquc vi abbidno interpetri clie vogliono attribuire alla lcy. 2 un senso diverso : R c y n o l d o loc. cit. hIa invece si spieg rigore avverso coloro che iivessero giuraio 11~1' ycfiir~~rr Principis, ravvisando in qiiesto t i t ~ o 1;i lesa n~aesiu: I. 15, S. 6 , (le jurejzrr.; 1. 7 , S. 5, 6 o d leg. .I1tl. illc(jesl. Sulla qual foriniila di giuraniento per genima P r i n c i j ~ i s ,probabilmente derivala dai coslurrii di Pgilto, sono ;i veder*i C o s t a prnelcctiones nd illustr. lit. priy. 1 5 5 et O t t o n e tli.9seqq. I{ e i n o l d o variriri~ni crrp. 15

/r.

seri. de peijurio per geniun5 Principis crrp. 5, S. 9 R o y a r d s disscrt. cid poenns peviarii, cap. 1 , S. 3 el 4. L.a Caroliiia all' art. 107 pernietteva (notisi b e n e ) i l taglio

delle diie dita della mano con la quiile si era giiiraio. Dla la pratica elemanti:~studi ogni modo per dcclinare la irrosazione di tale pena, oril escludendo il dolo, ora sofisticando siilla forma del giuramento, ora richiedendo clie si fosse fatto uri precedente mocilo speciale a colui che giurav:~: C n r p z ov i o procticn crimiianlis quuest. $6, 11. 52 - S t r y k i o itsiis aiorlernits pandec[oriin~tit. ntl leg. Cor71. rte f i l s i s S. fin. n e y c r i n C. C. C. n r t . 1 0 7 , p o s . 4 , 5. Sicchc' In priilicii vi soslitui quasi sempre 1,1 fusligazioric e In rel(*gazione; e la peiiit divenne ;irbitriiria: 11 a r I rii a n n P i s t o r

a6se1.i~.sinyrrl. ohseri). 150.

Il coclice Toscano all' art. 270 conser~lle tradizioni della pratica mentre si manteneva tra noi il metodo delle posizioni nei giudizi civili, e lo pun col carcere cla due a cliciotto mesi. Anche il codice Sardo all' art. 374 aveva mantenuto questo titolo di reato, e lo puniva con la interdizione dagli uBzi civili e la inabilitazione a giurare: ma 1x1 1861 la riforma clie suhi quel codice per gli Stati neridionali aboli affatto 1' articolo suddetto. Vedasi C os e n t i n o cortice pefzccle a~z~zolnto 260 (I). pccg.
(1) I l titolo di spergiuro tia trovato perb un valenie p:~trono nel Presidrnte G i u s e p p c La n e l l a , che con erudito scritto, riprodotio riell? Kco d e i T~*ibzin(rli 2021, ha impreso a n. soslenere doversi conscrvnre ncl novero dei delilli lo sperfiiriro nei giudizi civili. Bisogna pcrnllro avverlire che tutic qriesle disputo e divergenze siilla csperibilit~io siigli effelti dellii querela di spergiuro per p;irlc del privalo clie ne cl~be danno, colpiscono il caso semplice; il caso cio nel qu:ile si propongii la azione contro i l solo reato di f.11so giuramento. lo non crrtlo per, chc In intervanzionc di un f'ilso giuraniento prcolud;~ I:i v i : ~al IPSO di portare qucrcl:~ per :iltro titolo dirkrente di rc:ito. Spicglicrb In quc.stione con iin escmpio. Io citai al rendinignto dri conli un mio amniinis1i.atoro, u si irnpegrib qucsiioiic fr:i noi sul bilaiicio da Iiii presont:ito clic io firccva niio crcdilorc! di dircirriil:~lire. I'pr [edio del liiipio volli trouccirlo ilcfcrcndo al inio avversnrio il giiiramenlo clecisorio; ed egli nllrrrii~il crerlilo d:i Irii vantato. Io paso, corne C dovcre, c riliro il bilancio quietanzalo ed i d~ciimriiii in ap1)ogpio. ~ I : I mcglio esaminando allora questi documenti [i itccorgo ulie ve ne ha di falsi, e procacciati

i relativi iliezzi probatorii presento querela per falso documentale. Potr egli I' avversario mio oppornii Ic teoriche relative alla querela di spergiuro e alla transazione giudicialc. per impedirmi la costituzione di parte civile e la consecuzione 'delle indennit derivatemi da quel falso? Io vidi sollevarsi questo dubbio, ma non lo credo fondato. Anclie concessa la teorica favorevole allo spergiuro nei pi IargIii suoi termini; ed anche accettata la teorica della transazione nel suo pi ampio valore, soccorrerebbe sempre i1 principio che ammette potersi rescindere le trausazioni quando ebbero in hase i l falso documentale. Riduco la mia opinione alla pi stretla formula ed questa la non punibilil dello speryiuro non ostn alla ptbnibilit d i un precedelate delitto elle sia stato ncyato con uno spergiuro.

Dove peraltro (come avviene nella maggior parte delle legislazioni contemporanee) si conservi (1) lo spergiuro fra i titoli di delitto, rendesi importante la ricerca relativa ai criterfi misurato~~i questo di rnalefizio. E tale ricerca dipende dallo stabilire il vero obiettivo del medesimo. Infatti - 1." Se 1' obiettivo del delitto di spergiuro si ravvisa nella offesa alla religione cliiaro clie la rluantit del reato non pu avere condizioni varial~ili,salvo lo degradanti. Ma la scuola moderna non pu9 accettare questo pensiero, perch non ammette delitto religioso dove 1' animo dello agente non B diretto ad attaccare la religione - 2." Nemmeno pu trovarsi In obiettivitn giuridica dello spergiuro nel detrimento inferito al patrimonio privato. GiA sotto il punto di vista morale B malvagiti maggiore lo spergiurare per dieci lire che per mille. Ma poi le norme

dei delitti contro la propriet privata non sono per modo alcuno adattabili al fatto presente. Non merita protezione speciale chi in spreto della legge civile non si procur prova scritta dove quella lo imponeva: non merita protezione speciale chi per trascuraggine propria smarr il documento : non merita protezione speciale chi per la falsa economia di non spendere nei testimoni o nella estrattura dei titoli ricorse al giuramento nel maligno disegno di condurre 1' avversario in un tranello, e rovinarlo poscia con la querela. Io non credo assolutamente clie a criterio misuratore dello spergiuro si possa assumere quello che domina nei reati contro la proprieth privata - 3.0 Dunque se lo spergiuro in causa civile si VUOI mantenere fra i delitti bisogna ravvisare la sua obbiettivitA giuridica nel mancato rispetto alla solennit del rito giudiciale. Ed allora bisogna cercare i criterii misuratori della sua quantiti nelle sue condizioni intrinseche: e pi severamente di ogni altro punire lo spergiuro che cadde sul giuramento deferito di ufixio dal giudice.
(i) La convenienza di mantenere una sanzione penale contro lo spergiuro della parte nei giudizi civili si recentemente sostenuta con molto calore in apposita memoria dal Presidente Za n e1 l a. Ai contrario la convenienza di abolire ogni sanzione penale contro lo cpe.rgiuro si i? propugnala in una dissertazione clell'Avv. Antonio S C O t t i inserita nell' Eco dei TriDu?zali nei nzcin. 2122, e 2123. Ad ovviare gli sconci nei quali urta cos 1' una come 1' altra di tali opinioni vi i? chi propone I' abolizione di ogni giuramento come mezzo di prova nei giudizi civili: lo che parmi sia uno sciogliere il nodo alla foggia di Alessandro. Altri lieno gran conto del pensiero che essendo nelle vedute delle moderne legislazioni

civili di estendere I' uso delle prove precostituiie, il nesare sanzione allo spergiuro un mezzo indiretto di giungere a simile fine, percb non avendo le piirti spcranza nella querela criniinale si renderanno sollecite a procurarsi in ogni loro pallo I;i prova precostituita. Mi fermo su questa osservazione e dico 1 . O che la mia esperienza non nii d ragione di contarc gran fallo sopra codesto calcolo, percb ho vissuio in un paese nel quale dal 3806 al 1848 Iia dorninatci la legge Francese con tutte le sue coiisepuenze relative allo spergiuro, ma non ho veduto allargarsi nel popolo 1' uso delle prove re costituite 2.0 che sperare lo allargamento dell' uso della prova precostituila in Italia una visione, a fronte dell'ostacolo clie le fa da un lato 1' enorme numero d' illellerali, e dall' altro Iato la enormit dci dazi sugli alti pubblici - 3." dico Tirialmenie clic questa argomentazione h del coriio cmpirico, al quale non si arlatta il riiio storiiaco; perchb non si dico di punire o non punire un delitto in 0ssequenza a ragioni di giustizia, n ~ abens per calcoli firianziarii O per vedute indirette. Con tali forme di ragionaiiienlo si potrebbe anche dire essere utile di non punire conle frode chi spetida come carta niorieia un biglietto di felicitazione della D / l ~ i c c t di co~trl1limc7zti, perch cos il popolo s' indiirrli ;id imparare a leggere. Rispetto le opinioni di coloro sui quali Jianrio valore gli argorrienli di questa forma, nia io non POSSO intliirini a d;ir loro alcun peso nelle qucstiorii di giure penale.

17inalmente sotto il rapporto del grado nella forza fisica pri9 osservarsi che assai maIagevoIe sar costruire la prova di rina complici ti^ (1) cfficncc in questo mnlefizio: e pii[ nialagevolc concepire il tentativo punit~ilc. Quei coilici che (come l' austriaco) hanno conteniplato specialnicnte la ofeq*ta a giz6vuve l'hallno parificata allo spergiuro consumato : lo spcrgiii-

ro non pu essere che delitto formale; ni: pu sostenersi che il falso giuramento prestato sia un tentativo perch per avventura il giudice trov8 modo di dar sentenza contraria a chi aveva spergiurato. In quanto poi al grado nella forza morale soggettiva vuolsi notare che grande differenza i.ntercede fra chi spergiura pro h l c ~ ocaptafzdo, e clii spergiura p - o dci?7~120vit~~izdo. speculalore che con LO lo spergiuro niirh ad arricchirsi cli una somina che non gli era dovuta non avra scusa: izla il pigioriarolo che in procinto di veder cacciata la sua faniiglia in mezzo alla strada, e il iriiscioabile del~itoi-e clie in procinto di veclersi portato via il pagliareccio, giurano di aver pagato o la pigione od il debito che non pagarono, avranno sempre nella pressione psicologica che li sospinse a fallire rina scusa agli occhi del giudice.
(l) pub intitti concepirsi un cu~rliiivanic.titoi i i a k Coine rialc od una cooperazione al falso g i ~ r ~ ~ i n e n l o parte? tlclla Pub vei4ficarsi una coinplicii moralr per isliyrrzione, ossia per corlsiglio doloso. illa poiciib la parte che ciura lia rin'iiiteressc priiicip:ilc a delio(liiere ed uii iiiovciiie tuito suo prol~rio,sar c:iso rarissimo ed eccczioiialc qiiello in cui si dimostri nel cotisiglio del tcrzo qucllii eficacNt (S.4fiO) ciira solci lo reiide politic~menle impulabilc ; il nieno che cliiel terzo non ahhia in si! certe qii;ilili pel'so~lnfida Lir crrdcrr clie Ic sur insinuazioni siaiio sl~ileprol)oii<li~i~aoii deterrninnic ;I allo spergiuro, come s e ( a iiiodo di ebcnipio ) fosse un sacerdote, o 1' i\rvocnto difensore.

Una elegante qriestionc presciitusi iri rnatei1itl di spergiuro in ordine alla determinazione del Zzcogo

nel quale deve aversi come consumato il delitto; c tale ricerca pu essere interessante cos per la competenza come per la penalita ed altro. Nel caso scmplice poco vi vuole a dire che lo spergiuro si consuma colb cloce si gizwn; ma non abbiasi tanta fretta a dir facile un prol~lema.Accade spessissimo che in un processo civile pendente appo un tribunale yuando si cteferisce il giuramento da ana parte a115altra, la parte che deve giurare dimori in altra Provincia od in estero stato; ed allora la pratica B quella di delegare il giudice del luogo dove la parte climora a riceverne !e risposte. La lite B a Napcrli. L' attore lia deferito il giuramento al reo convenuto: il reo convenuto, quantunque Napoletano, trovasi per irnpiego o commercio a Firenze o a Verona : si fanno le rogatorie e gli atti opportuni perchk lo incidente abbia rapido sfogo, ed il Trilmnale di Napoli delega il giudice cli Firenze o cli Verona a ricevere il giuramento; il reo lo presta e giura il falso. Ma oggi (1869) abbiamo nella Provincia di Napoli un codice che niente punisce lo spergiuro: abbiamo nella Provincia Toscana un cotlice che lo punisce mitemente : abbiamo nella Provincia Veneta scuerissime pene. Ecco la complicanza. Quel Napoletano che avrebbe impunemente spergiurato nel giurlizio a Napoli dovr8 essere punito per 1' accidentalit della delega del suo interrogatorio; o viceversa nei giudizi che si agitano in altre Provincie potr spergiurarsi iinpunemente usanilo lo artificio di farsi deferire 1' interrogatorio nello Provincie meridionali? Comprende ognuno adesso In gravitd del clubbio. I,a regola per cui si guarda al luogo dove si consurn0 il fatto rnatcrinle porterebbe a simili oscil-

Iazioni mostruose ed assurde. Potrebbe avvenire che di due correi d c ~ e ~ i ugualmente citati, ugualments di interrogati, ugualmente spergiuri, 1' uno soggiaccia a grave pena perch interrogato a Torino, e l'altro derida la giustizia con la impunit che procurossi merc 1' artifizio di farsi deferire 1' interrogatorio a Palermo. Impossibile ammettere simili sconci. Bisogna clunque trovare la formula mercb la quale possano ragionevolmente eliminarsi. E la forninla pronta quando si ricordi che il giudice delegato non esercita una giurisdizione sua, ma la giurisdizione del clelebante. I1 Tribunale, in quanto si contempla come oggettivo clei reati contro la pubblica giustizia, non & una materialiti, di terra o di calce, ma una idealita costituita dalla giurisdizione. 1 giudice 1 di Firenze non avrebbe giurisdizione di fare atti nei giudizi che si agitano a Napoli od a Parigi: se egli li fa legittimamente li fa come delegato del giudice cli Napoli o di Parigi, dei quali B una lunga mano. Esso per quel momento e per quell' atto viene a far parte del Tribunale di Napoli o di Parigi, e la giustizia offesa col mentire in quell' atto B la giustizia di col, non quella che abitualmente si serve dal funzionario delegato. Come la casa dello ambasciatore straniero si considera a certi effetti giuridici territorio cli quella Nazione che si rappresenta dallo Ambasciatore, cosi la stanza dove precariamente siede il giuclice nostro come aggregato per un dato atto al Tribunale di altra Provincia, si consic1ci.a cornc un momentaneo prolungamento deli' uExio ili cluclln Provincia. Io la penso cos, e cos la ragiono, perch altriniciiti nc vengono assurdi repugnanti al senso mortile. Identico problema pu

- 391: sorgere in tema di falsa testimonianza, cluando per via di rogatorie e deleghe i pii1 testimoni si esaininino in luoghi diversi, e in luogl-ii diversi inentiscano alla giustizia. Il giudizio e unico : identico e l' oggettivo giuriclico cosi astratto conle concreto delle dae deposizioni false, e repugna che due colpevoli di uno stesso clelitto sieno giuclicati con diversa misura l)er l'accidentalith di una firma giudiciaria. PuO anche dirsi clie il delitto consiste nel portare la falsit nel giudizio principale; e che la falsit detta a Napoli destinata maliziosamente ad assumere sembianza di veritti nel giudizio cli Fiyenze, una falsitj che sviluppa 1' ultimo suo momento di consumazione non a Napoli ma a Firenze. Se un Italiano postosi in scellerato accordo con uno avvelenatore si rechi in Francia a provvedere il veleno e lo spedisca al suo alleato il qtiale consuina il venefici0 in Italia, rlualorn venga cjua nrrestato c tradotto in giudizio insicrne con l'autore principale, non potrk ojlporre la incornpctenza, non potr pretendere di essere giudicato con In legge straniera, allegando che egli e colpevole soltanto di un Btto costitutivo di cornpliciti, ina clie questo fatto egli non consumava in Italia. Lo idcnlico nesso giuridico che lega 1' atto di complicit& escgaito all' estero con il delitto principale escgriito qua, Icgn il giuramento prestato ti Napoli col giudizio principale clie si agita qua, cc1 a1 qualc qticl giuraniento era scientemente preordinato a servire. I'orse non arrb in~lovinatola formula e lc ragioni della solrizione di questo problema, c1ie rni si offri nella pratica, e non mi riusci veder trattato da alcuno; ma

- 395 la soluzione parmi debba essere quella che da me si sostiene. C A P I T O L O IV.

Delithi cotzhno la pztbblica giustizia di persone private co?zti*opersone pubbliche.

La pubblica giustizia troppe volte puO venire offesa da un cittadino senza che questi rivesta il carattere di pubblico ufficiale, o di pul~blico funzionario, e comunque egli agisca merumente come individuo privato, tutte le volte che egli pone in essere un atto pel quale direttamente si osteggi un decreto della autorita od una operazione cui qualche persona pul~blicadia mano per servizio della pubblica aiilministrazione. Di qui trasse C a r m i g n a n i la terza serie dei reati contro la pubblica giustizia, ai quali consacro il presente capitolo. I titoli che vi cadono sono i seguenti - 1." Resislcnsa, ecl eccitanzenlo a ~*es.isle~e 2 "esi?nisio?zc, - . evasione, ed

efl?*azio7ze del carcere - 3."favoreggiamc~zlo4." inosse~~.r)anza pena di Conle concetto gei~eralcpreambulo alla esposizione di questa serie di malcfizi vuole essere ricordato che la forma primitiva nella quale deve essere avvc:nuta la estrinsecazionc dei reati sociali, O quella racchiusa nella prcsente categoria. Questa una ipotesi: ma pub tenersi conle una verit storica per la ~iecessithlogica che 1 persuade. La s trasformazione della consociazione naturale in una

consociazione civile ebbe la sua genesi e la sua ragione di essere nel bisogno di tutelare il diritto. Dunque la prima manifestazione clello impero sui consociati (tranne per le occasioni di guerre) deve essere avvenuta con la costituzione di una autorit a rendere giustizia, consegnata ad un re, o acl una gerontarchia, o ad un tribunato popolare. Qualunque di queste sia stata la prima forma esteriore della jurisdictio P, bene naturale supporre che qxialctie spirito riottoso quando v e n i ~ acolpito nella persona o nei beni dalla novella autorit le negasse obbedienza, e ricorresse alla forza privata per impedirne I' azione. Ecco la resistenza. Tutti gli altri reati sociali dovettero venire sviluppandosi progressivamente dipoi, mano a mano che si allargava il colicetto dello stato, e la somma delle sue attribuziuni.

R e s i s t e n z a .

di prhccti cittadini con gli agenti della pztbblica forza diretta ad irnpedi~eun atto di gi~stizia.La importanza delle questioni che solleva questo titolo e la loro fi3equenzanel foro ci consigliano a svolgere pi in largo la materia; e perci tratterb in separati articoli - 1.' dei criterii essenziali della resistenza 2 " dei suoi criterii misuratori - 3 0del grado . . della penalit.
1.O

La resistenza si definisce

- una lotta

Criterii essenziali della resistenan.

La esistenza (1) un reato che non solo ha bisogno di certe materialita indispensabili allo essere suo, ma eziandio richiede una particolare direzione della volont. Quindi sono essenziali alla niedesima certe condizioni iiizateriali, e certe condizioni intertxio?zali che procedono indipendentemente le une dalle altre, le quali si del~bon0dal giudice distintamente indagare e verificare, e dallo studioso per conseguenza meditare separatamente. L' analisi dei criterii essenziali di questo xnalefizio ci porta dunque a cercarli nel suo elemento materiale, e nel suo ebnze?zto i%tenwionaZe.
( I ) B i n ~ i o c n r ~ r ~ R a y n a l d o synlnqntn rcruft! crir~rinnliroli cop. 50, S. 10 et 11 G iia z z i ii o de dcl;nsin!tc rco~.zt?n ilcfilis. 5, cup. 4 et 5 D e 17r a n c h i s il(*cis. 147 B o n f i n o i n Iinnrzbictitu cup. 45 C a r o cc i o decis. 6 A ii g e l o cle delictis cup. 27, 41, $2, 11.7 J o u s s e juslice c?.i~)tinelle pctrt. 4, lit. 45, urt. 3, prrg. 76, tom. 4 R a r C o tlccisio?les Dclpliinclles vol. l , qtrtlcsl. 770 l C a b a l l o rcsoliitio?2cs criiuinoles cns. 8 , ct cns. 332 F a r i n a c c i o practicct quest. 52 T r a n c l i e t l i r i consttlt. 74 31 a t I li e ti c t S Un z de ?e erivzinnli controv. t> a o l e l i i i n s i i t u t i o r ~ ~ s 54 G i a z z i disceplal. 19 cri~)zinrilesuol. 1 , paq. 140 C o n t o l i rlci ilclilli e delle prjic V I J ~4, cc!p. 4, nrl. 1 , pciy. 68 . C li r i c t i n r o . (Iccis. Ilclgicucl decis. 100, tioI 1 ; et d ~ c i s 162, !*o/.%

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C r cD e c i a n o tractalus criminalis li6. 7, cap. 11 m a n i de j u r e crimincili lib. 2, cup. -4, S. 6 - C n r in ig n a n i eleinentn $, 8 6 5 B n v o u s legons s u r le code pPnal clinp. 1 3 , s . 3 et 4 P u c c i on i sc~ggii> i dirillo d crinzinnle p ~ i g .555 P c s s i n n tswltnto (li pennlit~ speciale pag. 164.

Elemento materiale dellc~resis/e~zzct,.

I1 concetto ginriilico della resistenza risponde interamente al senso della parola resislci-e, la quale esprime 1' antagonismo di due forze clie vicendevolmente tendono a conflittarsi. Come dunque la forza della pubblica autoritb che si vriol vincere clal privato si estrinseca in un' azione fisica esteriore, cosi per parte del privato occorre una forza fisica corrispondente accib possa dirsi che egli ha resistito agli agenti della autorit. Resistere, dissero comunemente i dottori, est (1) cz6ri Zictoribz~spzignctve. I)i qtii la proposizione generale che la forza fisica soggettiva della resistenza esige un cclto violento direfio contro gli esecutori di giustizia.
ivi resistere est ( I ) ti r m i g n a n i elcnicnln $. 8(iS ccpp(frilorcs ptigncirc C r e r ;I n i de jitre crillrinnli n lib. 2 , crrp. 4 , u r l . 4 , n. 6 , nolo 2 n : r~b o s ii vota dpris~vri rLM~t.48, 71. 5 ; e i11 terrnirji clic iion poless!: ;immetI ~ r s i~-esisterl:(~ p ~ ~ r u lo sL;il)iIi I;i Corte di Cnssnzione d i (L le Firerize nel drcrcio del 3 decenihrc 1844 rclalore hlagnani (ioserito negli A?inuli d i giiirisprudenza Toacunn nnno 6,

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