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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARIl GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC,
COMPILAZIONE
VOL. XL.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLVI.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO -E C C LE S USTICA
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JLUBECCA, Lubecum. Città ve- dedicata a s. Giovanni Battista,'
scovile, la più settentrionale delle cinque chiese luterane^ fra le qua-
città libere ed anseatiche della Ger- li si distingue quella di s. Maria,
mania , un tempo capitale della di cui ammiransi le due torri alte
Wagria, nel circondario della Sas- 4.00 piedi, l'aitare maggiore in
sonia inferiore, al confluente della marmo nero, l'orologio astronomico,
Wackenitz e della Tra va, a tre le- 1' organo e le pitture allegoriche
ghe dall' imboccatura di questa nel rappresentanti ciò che chiamasi il
mar Baltico. È capitale della re- ballo de morti; evvi pure una chie-
pubblica di Lubecca, la quale fa sa cattolica, una riformata, ed una
parte della confederazione germani- sinagoga. Fra gli altri edifizi, i
ca. Eretta in gran parte sopra più osservabili sono : la casa del
una collina, Lubecca ha una si- consiglio, colla borsa fabbricata nel
tuazione deliziosa e favorevole al- 1755, e la sala che serviva per le
la politezza della città. Un ba- adunanze dei deputati delle città
luardo , fornito di dodici bastioni anseatiche; 1' arsenale , che serve
ed ornato di un bel viale di albe- presentemente di caserma e ma-
ri, la cinge ; le strade in numero gazzino; il teatro dell'opera, i col-
di novantasette, anch'esse quasi tut- legi de' borghesi, e la zecca che
te ornate di viali di tigli, sono lar- coniò pure il zecchino d' oro, lo
ghe e regolari. Le case, general- che ebbe forse origine nel i3y5
mente in pietra, sono quasi tutte quando V imperatore Carlo IV fu
di forma antica, ma alcune costrut- ricevuto in Lubecca con grandissi-
te di recente non mancano di e- mo onore. Evvi una casa religiosa
leganza. Si divide la città in quat- di donne, chiamata Johanisstift.
tro quartieri. Vi sono quattro piaz- Gli stabilimenti di beneficenza so-
ze pubbliche, un' antica cattedrale no quivi assai numerosi ; si devono
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Citare l'ospedale dello Spirito Santo, si trasportano sopra battelli. Anche
il Borgospital, l'Annen-Kloster, ch'è gli affari di banca e le assicurazio-
una casa di carità e di lavoro, la ni sono di grande
interesse per
nuova ed antica casa delle orfane, Lubecca. Lubeèca è patria di mol-
ilGòrgenshospital, la casa di asilo ti uomini distinti; noi citeremo
per gli operai viaggiatori, l'ospizio Giovanni Kirekman letterato, En-
de'pazzarelli, sei luoghi di ritiro rico Mcihomius medico e letterato,
per le vedove e figlie di borghesi, Enrico Moller dotto scrittore pole-
quattro case per donne vecchie, le mico, Lorenzo Surius, Mosheim, ed
il s. Klements-Kaland, dodici case il pittore Kneller. Conta piìi di
sai considerabile, consiste nelle mer- 1209 scosse il loro giogo, e l'im-
ci che vi giungono principalmente peratore Federico II nel 1226 le
da Amburgo e da altre parti del- accorciò sotto la sua protezione il
la Germania ,
per essere inoltrate privilegio di città libera ed impe-
pei porti del Baltico o vicendevol- riale. Nel 1238 un terribile incen-
mente. Travemunda serve di porto dio la ridusse quasi in cenere, ma
alla città, ed i grossi bastimenti riparata tanta sciagura, il commer-
sono obbligati di scaricare nella cio la rese possente. Un trattato
rada le proprie merci che poscia con Amburgo nel 1241 divenne la
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base della lega anseatica, di cui fu di Lawenburg, e fra questo e quelli
per lungo tempo riguardata come di Mecklenburg-Strelitz e di Hol-
la metropoli, e la cui prima assem- stein. Il territorio è piano e fer-
blea si tenne nelle sue mura nel tile, vi si alleva molto bestiame,
1260. L' età d' oro di Lubecca si 16,000 abi- e conta senza la città
eclissò con la decadenza di questa generalmente luterani. La tanti ,
lega, verso la fine del secolo XVI, forma del governo della città li-
continuando però ad essere contata^ bera di Lubecca è democratica: il
fra le città più floride di C potere sovrano si divide fra un se-
nia. Nel i5oo i sn^* nato di trenta membri e la citta-
videro obbligati o.iendeic* o dinanza. Questo stato somministra
libertà contro i danesi, guerra che 407 soldati all'armata della confe-
rinnovossi nel i5oo„ ed ebbe fu- derazione germanica. Ha una voce
neste conseguenze. Gli svedesi pre- all'assemblea generale, all'assemblea
sero il loro partito. Abbracciossi il particolare ne ha una insieme col
luteranismo nel i535, e si otten- langraviato di Assia-Homburg e le
ne dall'imperatore Carlo V nel città libere di Francfort, Amburgo
i547 I a continuazione degli antichi e Brema.
Dall'anno i562 fino al
privilegi. L'imperatore Carlo Magno fece
1570 fece questa città la guerra annunziare la fede di Gesù Cristo
ad Enrico XIV re di Svezia. Go- agli schiavoni per mezzo d'Ansca-
vernandosi a modo di repubblica, rio, di s. Remberto e di alcuni al-
si col legò cogli stati generali , che tri ; ma que' popoli essendo rica-
la compresero nel LXXII articolo duti nell'idolatria, l'imperatore Ot-
della pace colla Spagna nel 1648. tone I animato dal medesimo zelo
Nel 1802 videro a farsi alcune utili mandovvi altri predicatori, e fon-
modificazioni nella circoscrizione del dò verso l'anno 940 sei vescovati,
suo territorio , che divenne una cioè Oldenburgo, Havelberg, Bran-
massa quasi continuata, da smem- deburgo, Mersburgo, Misnia e Zeilz.
brata ch'essa era in origine. Molto Diede loro per metropolitano, con
soffrì nel 1 806 ,
perchè dopo la beneplacito apostolico, il nuovo ar-
battaglia di Jena, essendosi quivi civescovo di Magdeburgo, eccettuan-
ritirato il generale Blucher con un do il solo vescovo di Oldenburgo,
corpo di sedicirnila prussiani , av- che soggettò all'arcivescovo d'Am-
venne nella città istessa una bat- burgo. Fu in origine il vescovato
taglia sanguinosa , che coi francesi di Oldenburgo assai esleso, talché
rimasero vincitori nel giorno 6 no- l'imperatore Enrico III ed Adalber-
vembre, e coi quali fu costretto di to arcivescovo di Brema credette-
capitolare. Nel18 io Lubecca fu ro bene nel io5o di smembrarne
compresa nel dipartimento francese una parte e dotarne con essa i ve-
delle Bocche dell'Elba, di cui di- scovati di Sleswick, Ratzbourg di
venne un capoluogo di circondario. e di Meclenburgo, che venne po'
11 congresso di Vienna le rese la scia trasferito a Schwerin. Il primo
sua libertà nel 181 5. Il territorio vescovo di Oldenburgo fu Marco
di Lubecca è composto di cinque o Marko, il quale morì nel g52,
parti ; le altre parti non sono che cui succedettero Edoardo od Erago,
piccoli distretti situati nel ducato Wago, ed Ezichone morto nel
, ,
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io38. Folcardo successore di Ezi- tificato che tenne col nome di Gio-
chone venne co' suoi diocesani per- vanni XXIII, dalla prigione del
seguitato dagli idolatri , e dovette quale fuggì nel 12(19, e recatosi
fuggire presso il suo metropolitano a Firenze da Martino V ottenne
in Amburgo. Successori di Folcar- non solo il perdono; ma la digni-
do furono Remberto, Bennone, Mei- tà di cardinal decano del sacro
nardo, Abelino, Eisone, e Vicelino collegio con altre prerogative.
che mori nel 1 1 58. Geroldo no- Fu poi all' epoca del vescovo
minato vescovo dopo la morte di Enrico Bocholt, nell'anno i535,
Vicelino , col consenso del duca che il luteranismo s'introdusse nella
Enrico il Leone, nel 1 1 6 o 1 1 62 1 diocesi di Lubecca ; indi nel 1 586
trasferì la sede vescovile di Olden- Giovanni Adolfo duca d' Holstein
burgo a Lubecca, città divenuta nipote di Federico I re di Dani-
floridissima, e meno soggetta alle marca, abbracciò il luteranismo, e
incursioni de* barbari. Allora Ge- divenne amministratore del vesco-
roldo edificò la vasta chiesa di s. vato di Lubecca, rimettendo poscia
Giovanni super arenam. Però que- nel 1597 questo benefizio a suo
sto prelato lasciò nello stesso anno fratello minore Giovanni Adolfo.
la sede vescovile, per tutto dedi- Dacché il vescovo di Lubecca di-
carsi alla conversione degl' idolatri, venne luterano, fu principe dell'im-
particolarmente nel Meclenburgo pero, e risiedette ad Eutin, città
in Norvegia, e nei paesi circonvi- del granducato di Oldenburgo, ca-
cini : morì nel 1 1 64, e fu sepolto poluogo del principato di Lubecca
nella cattedrale di Lubecca da lui e del baliaggio del suo nome, con
medesimo fondata. Gli succedette dintorni deliziosi , ove il vescovo
Corrado suo fratello, il quale an- Giovanni Federico della casa d'Ol-
dò in Terrasanta coli' imperatore denburgo edificò un castello Il .
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Nelle diete dell'impero il vescovo lo arciducale, situato sopra una
di Lubecca era seduto a fianco montagna, serve al presente di pri-
di quello d'Osnabruck, sopra una gione. Le sue manifatture di stoffe
sedia particolare. Era il solo della di lana e seta, assai floride un tem-
confessione augustana che godesse po, sono molto decadute; pro- ma
in Germania dei diritti diocesani sperano ancora quelle di panni, te-
e della giurisdizione ecclesiastica. Il le, maioliche, strumenti chimici,
capitolo di Lubecca è composto di cappelli ec, come pure i suoi con-
trenta canonici, ventisei protestanti cia toi. Questa città fa un commer-
e quattro cattolici: il senato della cio attivo coli' Italia, la Croazia, ed
città esercita sulla cattedrale il di- il sud della Germania, e molto sof-
ritto di patronato. La missione frì pei terremoti ed incendi. Lu-
cattolicadi Lubecca e di Eutin biana, in tedesco Laybach, in illi-
dipende dal vicario apostolico delle rico Lubiana, ed in latino Aemo-
missioni settentrionali di Germa- na seu Labacum, già capitale del
nia amministratore apostolico di
, ducato di Carniola che dividevasi
Osnabruck, ascendendo i cattolici anticamente in alta, media, inter-
a trecento in Lubecca vi è la casa
: na e bassa, dopo avere apparte-
del missionario con cappella, ed in nuto per lungo tempo agli slavi,
Eutin un oratorio. 11 governo non passò in potere dei duchi di Ba-
si oppone alle abiure, né vi è leg- viera, ed ebbe poscia dei signo-
ge che vieti l'educazione della prole ri particolari dopo la morte del-
:
dei matrimoni misti nella religione l'ultimo di questi, gli stati del paese
cattolica. si diedero spontaneamente a Fe-
LUBIANA (Labacen). Città con derico il Bellicoso duca d'Austria,
residenza vescovile della Carniola verso la metà del secolo XIII.
in oggi capitale del regno illirico, Nel 1 782 fu onorata dalla presen-
capoluogo di governo e di circolo, za del Pontefice Pio VI, che recossi
lungi venti leghe da Trieste e ven- a Vienna dall'imperatore Giuseppe
totto da Gratz, sulla Lubiana che II per affari di religione. A' 16
l'attraversa in tutta la sua lunghez- marzo partendo il Papa da Adels-
za. Assai bene fabbricata in pia- berg arrivò verso le ore ni a Lu-
nura, ha otto sobborghi, ed un ca- biana, mentre nevigava. Smontò al
stello fortificato, situato sopra una palazzo dell'ordine teutonico, e fu
vicina collina, forma tutta la sua ricevuto da monsignor Scrottenbach
difesa. Vi si osserva il palazzo della vescovo di Lavant, da monsignor
città, di gotico stile, l'edifìzio degli Herbestein vescovo di Lubiana, e
stati ed il teatro. Oltre la sua bella da molta nobiltà. Nell'appartamen-
cattedrale ha dieci altre chiese, fra to decorosamente preparato per or-
le quali la più osservabile è quella dine dell' imperatore, ricevette Pio
delle orsoline. Vi sono due ospe- VI benignamente l'arciduchessa Ma-
dali, un liceo avente i privilegi di rianna d'Austria sorella dell'impe-
università, una pri-
un ginnasio, ratore, che ad appagare la sua
maria scuola normale, una società particolare venerazione pel capo
agraria, una scuola militare, un os- della Chiesa, vi si portò con tutte
servatorio , una pubblica bibliote- le sue dame dall' abbaziale residen-
ca ed un arsenale. L'antico castel- za di Klagenfurt, e poscia più voi-
io LUB LUD
te tornò a visitare il santo Padre. l'eretto vescovato Lubiana, nedi
TSel giorno seguente, domenica , il stabilì la pure li-
diocesi, e questa
Pontefice ascollò la messa nella berandola da qualunque soggezione
chiesa dell' ordine teutonico con- del patriarca d'Aquilcia e dell'ar-
tigua al palazzo, e nelle ore pome- civescovo di Salisburgo, la rese im-
ridiane proseguì il viaggio per Cil- mediatamente soggetta alla santa
la, ove pervenne alle ore 2 3, dopo Sede, esenzione che nel 1468 con-
passato il fiume Lintz. Quindi Lu- fermò il Papa Paolo II, ad istan-
biana fu per la prima volta presa za dell' imperatore Federico III. In
dai francesi nel 1797. Dipoi nel questo stato restò la diocesi e sede
1821 vi si tenne un celebre con- vescovile di Lubiana sino al 1787.
gresso, coli' intervento degli alleati Quindi Lubiana fu innalzata al gra-
Francesco I imperatore d' Austria, do di metropolitana da Pio VI.
Alessandro I imperatore delle Rus- Dappoiché colla bolla In universa
sie, della diplomazia europea, e vi gregis Dominicele curae> octavo idus
si recò in appresso Ferdinando I martii 1788, presso il Bull. Rom.
re delle due Sicilie, per deliberare Continuano t. Vili, p. 124, sop-
sullecommozioni politiche delle due presse l'arcivescovato di Gorizia,
penisole, ispanica ed italica , onde dismembrò molte delle sue parroc-
ristabilire, di concerto ai mezzi per chie, e l'unì al vescovato di Lu-
reprimere i torbidi e le ribellioni biana, restando Gradisca soltanto
di Napoli, Piemonte e Spagna, l'au- cattedrale. Colla stessa bolla Pio
torità reale che vi era decaduta. VI elevò Lubiana a metropolitana,
A' 21 dicembre 1845 la popola- assegnandogli per suffraganei i ve-
zione di Lubiana fu posta in gra- scovati di Segna e Moclrusca uniti,
ve costernazione, pel violento ter- e Gradisca e Gorizia, la quale isti-
remoto, di cui la memoria uma- tuita dal medesimo Papa era stata
na non sa rammentarsi il simile. fatta concattedrale di Gorizia, e ciò
Questa scossa si fece repentinamen- colla Super specula militali'
bolla
te sentire senza particolari precur- tis tertio decimo kal.
Ecclesiae )
LUB LUB ti
Ugo, quarto decimo kalendas septctn- nel i63o Rinaldo Scherlichio un-
bris, soppressa la dignità arcivesco- garo, traslato da Trieste, che rifor-
vile e metropolitana di Lubiana mò i costumi, ed eresse il conven-
la ripristinò suo stato antico
nel to ai minori osservanti. Nel 16^1
di sede vescovile ed immediatamen- Urbano Vili fece vescovo Ottone
te soggetta alla Sede apostolica. Fi- Federico conte Pacheim suo cubi-
nalmente Pio Vili, per aver eretto culario , canonico di Salisburgo,
di nuovo Gorizia in arcivescovato, Magdeburgo e Passavia, ornato del-
colla bolla In su per eminenti apo- le più belle virtù. Nel 1664 gli
slollcae dignitatis specula, sexto kal. successe fr. Giuseppe Rabatta di
augusti i83o, a richiesta dell'im- Gorizia cavaliere gerosolimitano. In-
peratore d'Austria Francesco I, tra di divennero vescovi: nel i683 Si-
le altre gli assegnò per suffraganea gismondo Cristoforo conte d'Her-
Lubiana, alla quale però accrebbe bestein, che nel 1701 si ritirò, per
sedici parrocchie tolte dalla diocesi cui gli fu sostituito Ferdinando con-
di Gorizia stessa, e ventuna sepa- te di Riemburg canonico
di Pas-
rate da quella di Trieste. Dicem- savia; Francesco Carlo
nel 171 1
LUB LUG i3
go. Le sono nella maggior
case Battista e Giovanni Evangelista,
parte in legno e le strade irrego- ma siccome l'edifizio trovasi in cat-
lari. Si osserva una gran piazza tivo stato, almeno all'epoca del
ove è situato il palazzo della città 1825, si officia nella chiesa Cras-
di bella architettura ; il palazzo So- noctaviae. Il capitolo si compone
bieski, la cattedrale e le chiese de- di quattro dignità, la prima delle
gli domenicani e dei
ex-gesuiti, dei quali è il preposto, di otto cano-
carmelitani meritano di essere ci- nici, di sei vicari, del penitenziere
tate. Vi sono in tutto dieciotto chie- e del teologo. L'episcopio per abi-
se, molti conventi due sessi
dei tazione del vescovo è un sufficiente
una vasta sinagoga, un seminario edifizio. una sola
Nella città avvi
vescovile, un'accademia, un ginna- chiesa parrocchiale munita del sa-
sio di piaristi, alcuni ospedali civili cro fonte, ch'è pure collegiata ; il
e militari, un orfanotrofio, varie seminario con alunni, cinque con-
società di agricoltura e di benefi- venti di religiosi, quattro monaste-
cenza, un teatro e fabbriche di ri di monache, tre ospedali, ed una
grossi panni. Il suo commercio è confraternita. La diocesi si estende
assai importante. Vi si tengono for- in venti leghe di lunghezza, e con-
se annue fiere che durano cia-
tre tiene quarantaquattro parrocchie.
scuna un mese, e dove concorrono Ogni vescovo è tassalo ne' libri del-
i negozianti di diverse nazioni. Ev- la camera apostolica in fiorini 3y3,
vi un gran numero di ebrei che corrispondenti alla rendita di 6666
abitano principalmente nella città scudi di moneta romana.
bassa; è rimarchevole l'indicato LUCA (s.), evangelista. Origina-
edifizio della sinagoga israelitica. rio di Antiochia, metropoli della
Fu presa dagli svedesi nel 1406. I Siria, ivi fece eccellenti studi nella
suoi dintorni sono coperti di laghi sua giovinezza , e dicesi ch'egli
e paludi. abbia perfezionato altresì le sue
La sede vescovile fu eretta dal cognizioni con diversi viaggi nella
Papa Pio VII, e dichiarata suffra- Grecia e nell' Egitto. Professò la
ganea della metropoli di Varsavia, medicina, ma non si conosce qual
ad istanza dell'imperatore France- fosse la sua condizione, poiché la
sco II che lo supplicò con lettera medicina era sovente esercitata anco
de' 12 dicembre i8o3. Per primo da schiavi che si facevano allevare
vescovo nel concistoro de' 23 set- in questa scienza. Grozio opina che
tembre i8o5 vi nominò Adalberto s. Luca fosse attaccato a qualche no-
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i monaci benedettini ,
per
opera va. Questa elegante cappella in
de'quali nel 1142 quel tempio si forma di tempietto ottangolare ven-
restaurò, e forse allora fu nella ne rifatta nel 4^4 c °l disegno e1
LUC LUC 21
cote a sesto intero. In quanto corso nei dominii della romana Chie-
all' edifizio della zecca antica non sa. Pare in vece certissimo che Lu-
ne reità più indizio alcuno, essen- cio III abbia ottenuto da Federico I,
do scorsi molti secoli dacché fu che intutta la Toscana non vo-
distrutto quello che servì per si- lesse in corso altra moneta che la
mile uso al tempo de' longobardi. lucchese, e fosse pure ricevuta ne-
La zecca lucchese fu la più accre- gli stati pontifìcii. Questo Lucio IH
ai LUC LUC
presso i marchesi Adal-
beni dei l'ospedale degli uomini esiste l'o-
berto e della gran Contessa Matil- spizio dei fanciulli esposti, e quel-
de (Fedi), giacché il suo locale lo de'maschi orfani. Sino dal 1809
trovasi accosto al Prato Mar-
del fu ridotto per ricovero delle fem-
chese ossia al circo di porta s. Do- mine orfane l'antichissimo mona-
nato. Scrissero alcuni che fu fon- stero di s. Giustina, già di s.
altro luogo pio. La fabbrica è di- 1387 da Urbano VI. Però il go-
visa due separate e spaziose
in verno dì Lucca non si valse di
corsie, una per gli uomini e l'al- questo privilegio sino al 1780;
tra per le donne ; contiguo al- imperocché, se dalle lauree di dot-
LUC LUC a3
forati state conferite dal vescovo sa quella dotta e benemerita con-
di Lucca mercè i privilegi impe- gregazione, ove si danno pubbliche
riali e pontificii, trasparisce 1' esi- lezioni di umane lettere. Inoltre e-
stenza d'uno studio lucchese, nondi- siste nel convento medesimo una
meno dalla Storia letteraria dell'e- pregevole biblioteca corredata di
rudito Cesare Lucchesini ,
pubbli- più di ventimila volumi, molti dei
cata nei volumi IX e X delle Memo- quali appartenenti al celebre mon-
rie lucchesi, si governo
rileva che il signor Gio. Domenico Mansi, al
di Lucca si limitò a chiamare in Franciotti, al Beverini, al Paoli, che
città, o a pensionare qualche mae- furono altrettanti luminari di quel-
stro di umane lettere, di geome- la famiglia di regolari. Accanto al-
Sino dal 1809 nel claustro di pra una piazzetta di contro al pa-
s\ Frediano fu aperto un collegio lazzo de'Sanminiati, ora detto de-
di giovani alunni, cui governo
il gli uffizi, essendo colà attualmente
Borbonico del 18 19 cambiando il riunite le segreterie di stato, e i
a6 LUC '
LUC
esaltazione, riportandosi in questo censium memoratu dignorum, R.me
Dizionario le rispettive biografìe. p. Paulo Ant. Pauli Incensi con-
772 Ubaldo Cornelio. io58 Uber- gr. cler. reg. Ma tris Dei, Acade-
to di Poggio. io58 Ugobaldo de- miae rom. eccl. nobilumi praesidi
gli Obizi. 1088 Paolo Gentili. na3 dieatnm anno 1786.
Luigi Lucidi. 1 34 Ubaldo di Lu-I Il merito e le gesta de' celebri
nata. 1 53 Alberto.
1 182 Gherar- 1 lucchesi finalmente trovarono nel
do Allucin-nli. 1182 Uberto Allu- dotto lucchese marchese Cesare Luc-
0ÌDgoli.iag5 Jacopo Santuccci. i4o8 chesini, uno de' più nobili orna-
Bandello de Randelli. 1 4-6 1 Jaco- menti d'Italia che fu pianto nel
po Ammannati i5o3 Galeotto . 1 838 in cui morì, un degno bio-
Franciotti-Rovere. 1 539 Bartolomeo grafo per la storia che ne compi-
Guidiccioni. i585 Gio. battuta lò in due volumi; chi volesse per-
Casti ucci. 1598 Buonviso Buonvisi. tanto da quella lodevole fatica co-
i633 Antonio Franciotti i654 . glierne il più bel fiore, troverebbe
Giambattista Spada. 1657 Girola- nel primo di que' volumi moltis-
mo Buonvisi. 1681 Francesco Buon- simi letterati anteriori al secolo
visi. 1706 Orazio Filippo Spada. XVI, fra' quali per opere edite di
1817 Lorenzo Prospero Bottini. Il maggior grido meritano di essere
p. Bartolomeo Beverini chierico re- citatiun Bonaggiunta Orbiciani
golare della Madre di Dio, poeta poeta del secolo XIII; un Teodo-
ed oratore rispettabile, lasciò fra i rico Borgognoni medico di gran
suoi mss. gli Elogi di tutti gli uo- fama un Giacomo Sercambi sto-
;
va le sue legioni. Uno degli ultimi riodo di 600 anni, tace la storia
avvenimenti più clamorosi, di cui sulle vicende speciali di questa cit-
Lucca, mentre era città della Li- tà. Sotto il regno di Teodorico gli
3o LUC LUC
giurisdizione, «otto il regno de' lon- ed oro, ed in Toscana sino dal
gobardi rinnovato. 746 si contraitava a soldi buoni
I longobardi sotto la condotta nuovi lucchesi e pisani. Nel ponti-
del re Alboino, nell'anno 568 del- ficato di Adriano 1 il regni» lon-
l'era volgare, scesero in Italia e gobardico ebbe termine, quando di-
l'occuparono. I territorii di Pisa sceso in Italia ad istanza del Pa-
di Lucca e Limi caddero in ba-
di pa, Carlo Magno vinse ed impri-
lia de' nuovi conquistatori, e Guin- gionò Desiderio laonde Lucca pas-
;
marit loro duce verso l'anno 574 sò sotto il dominio dei re franchi,
o 575 pose a ferro e a fuoco le quindi nel 775 n'era duca, e in-
maremme di Populonia, sicché quel- sieme di Pisa e loro contadi, Allo-
la contrada fu poi riunita alla giu- ne di nazione longobardo, contro
risdizione politica lucchese. Non si di cui reclamò Adriano I presso
conoscono i magistrati che nel pri- Carlo Magno, a motivo che non
mo secolo de' longobardi presiede- potè mai indurlo ad armare una
rono al governo delle città delia flottiglia per dare la caccia e in-
Toscana, solo si nomina un duce cendiare le navi dei greci, i quali
Allo visi no. Per quanto Lucca pos- scendevano nel lido di Toscana per
sa dirsi fra tutte le città della To- raccogliere i longobardi . Adone vi-
scana la sede prediletta di alcuni veva nel 785, ed a lui deve Lucca
duchi, per quanto essa conservi nei la chiesa di s. Salvatore ,
poi s.
diplomatici d'Italia,
usò contro il gazione di sua moglie l'ambiziosa
Papa Giovanni Vili, per favorire Berta, si dice che Adalberto II con
il partito di Carlomanno, insieme altri principi italiani invitasse Lo-
col suo cognato Lamberto duca di dovico III regno
alla conquista del
Spoleto, come sposo della sua so- d'Italia. Certo è che Lodovico III
rella Rotilde. Nell'889 Adalberto I, l'occupò ed in Roma fu coronato
dopo aver giurato fedeltà a Beren- imperatore da Benedetto IV; indi
gario I re d'Italia, ribellò la To- con tutta la sua corte si trasferì a
scana affidata al suo governo, per Lucca. Tale fu la magnificenza e
favorire il re Guido zio della mo- 10 sfarzo, di cui in questa circo-
glie e poi imperatore. Avendo Be- stanza marchese Adalberto
il ricco
rengario I invocato il patrocinio di 11 volle far mostra, che l'impera-
Arnolfo re di Germania, questi nel- tore dovè prorompere in non equi-
l'8g3 passò in Italia e costrinse al voche parole di sorpresa, quasi di-
giuramento di fedeltà Adalberto II cendo, che cotesto signore in nulla
detto il Ricco marchese di Tosca- cedeva a un re, toltone il nome.
na, e Bonifazio, figli di Adalberto Allora Lucca era la sede e la ca-
I. Arnolfo celebrò il Natale del- pitale della provincia toscana. Non
l' 895 in Lucca, festeggiato da A- andò guari che Adalberto II ri-
dalberto II; ma poco dopo l'im- volse nuovamente animo a Be-
l'
la sua residenza in Lucca, ove nel ce acceccare e cacciar dal suo go-
925 morì Berta, e fu sepolta pres- verno, e lo conferì al fratello car-
so le ossa del marito nella cattedra- nale Bosone. Così dopo la quarta
le. Intanto essendo pur morto Be- generazione della progenie del pri-
rengario f, gli successe nel regno mo conte Bonifazio, che signoreg-
d'Italia Rodolfo di Borgogna, ma giò senza intervallo circa 120 an-
per le brighe di Ermengarda ve- ni sulla provincia di Toscana, Luc-
dova del marchese d'Ivrea, e figlia ca dovè accogliere un principe di
di Adalberto II e di Berta, i prin- Provenza. Ebbe Bosone conforme
cipi italiani ad insinuazione di Gio- ai suoi antecessori il titolo di mar-
Guido attese Ugo in Pisa, che al- chezze. Dopo la caduta di Bosone
lora pare avvicendasse con Lucca mancano per molti anni i nomi
la sede dei duchi di Toscana , la dei governatori che ressero la To-
quale in nome del re continuò Gui- scana; ma nel 941 Uberto figlio
do a governare. Il marchese nel spurio di Ugo, era in quel tempo
928 passò in Roma, e colla sua duca della Toscana e conte del
moglie Marozia, con una mano di sacro palazzo, il quale dopo due
sgherri, arrestarono nel palazzo la- anni fu dal re innalzato al gover-
teranense Giovanni X, ed iniqua- no di Spoleto e di Camerino.
mente lo fecero morire. S' ignora La fortuna nel 944 cominciò a
LUC LUC 33
distaccarsi da Ugo, reso ormai o- Italia, ov' era per la sua saggezza
dioso a tutte le classi della nazio- desiderato, l'effettuò nel 961, ben
ne; poiché il marchese d'Ivrea Be- accolto dall'universale, proclamato
rengario, nipote dell' imperatore di re d'Italia in Milano, e coronato
questo nome, con poche truppe ca- imperatore in Roma da Giovanni
lò in Italia, fu ovunque accolto XII, il quale era stato grandemen-
quale liberatore, e tolse ad liber- te travagliato da Berengario II e
to Spoleto e Camerino. Ugo nei dal figlio. Reduce da Roma Ot- ,
34 LUC LUC
cipale; ivi in fatti esercitò atti go- za un capo, duca o marchese che
vernativi e diede prove del suo la governasse. Realmente in detto
potere, non solamente sopra la cit- anno vi fu un fatto d'armi com-
tà, ma sopra tutta la Toscana , e battuto fra lucchesi ed
i pisani, i
fece battere nella zecca di Lucca poco lungi da Ripafratta, fatto che
moneta in nome proprio. Inoltre per avventura può designarsi per
Ugo figurò sopra ogni altro prin- il primo embrione di due nascenti
cipe italiano alla corte imperiale repubbliche e di due città che ri-
durante il regno
Ottone di II, e masero per tanti secoli rivali. Se
la reggenza nella minorità di Ot- per altro la città di Lucca restò
tone III. Ugo ricevè questi in Luc- qualche anno priva del suo gover-
ca nel 996, reduce da Roma, e no- natore, non è per questo che alla
bilmente lo festeggiò, essendogli di- maggior parte della Toscana man-
lettissimo quale inlimo consigliere. casse il suo governante. Tale sem-
Nell'ultimo mese dell'anno ioor, bra il marchese Bonifazio di legge
essendosi Ugo recato insieme ad ripuaria, figlio del conte Alberto ,
LUC LUC 35
fluenza politica del marchese sulle ricchissimo e tiranno. Vuoisi che
faccende d' Italia, a segno che nei la sua gran potenza cagionasse ge-
regni di Corrado II ed Enrico III losia ad Enrico III; tuttavolta do-
figurò coli' arcivescovo di Milano po la morte di Bonifazio, nella ca-
Eriberto fra i primi magnati, sino rica marchionale di Toscana sot-
ad essere duo lumina
qualificati tentrò pacificamente la sua consor-
regni. Bonifazio se non nacque in te Beatrice. Diede bensì ombra al-
Lucca traeva però V origine da
, l' imperatore il nuovo matrimonio
Lucca come discendente da Sigis- senza sua saputa nel io54 conchiu-
fredo, che il biografo della contes- so dalla vedova di Bonifazio con
sa Matilde dichiara principe pre- Goffredo III duca di Lorena delto
claro del contado di Lucca , equi- il Barbuto, tanto più che il secon-
valente cioè ad un conte rurale. do marito fu ribelle di Enrico III.
Nella villa sua prediletta di Vivi- IVon potendo questi aver nelle ma-
naia nella terra di Montecarlo, nel ni Goffredo, nel io 55 ritenne in
febbraio io38 Bonifazio accolse con ostaggio la sua moglie coi figli
Siccome poi Bonifazio faceva mer- La tenera età del principe, la cui
cato riprovevole di molti beni di tutela fu appoggiata all' imperatri-
36 LUC LUC
per costituirsi a poco a poco in Favorito dal duca e duchessa
regime repubblicano. Ad interces- di Toscana , e massime da Ilde-
sione di Vittore II il fanciullo re brando, che vuoisi della famiglia
perdonò al duca Goffredo, e liberò de' conti Aldobrandeschi , ovvero
dall'ostaggio la sua moglie conlessa romano e di bassa nascita, diven-
Beatrice con la superstite figlia, le ne Papa col nome di Alessandro
quali donne dopo due anni di pri- II, Anselmo Badagio milanese, ca-
tilde armò più eserciti, quello però fedeltà e dei servigi a lui resi ,
che oppose ai nemici nel 1080 sul vietava a qualunque autorità eccle-
territorio di Mantova, fu battuto siastica o laicale di demolire il re-
e disfatto dai combattenti fautori cinto delle mura della città, di c-
nonici, trascurando i precetti della patico pisano, dagli obblighi del fo-
disciplina ecclesiastica, che combat- dro e di curatura da Pavia linci
LUC LUC 39
4o LUC LUC
mo in più luoghi, e pei primi la fu poscia levato dal Pontefice ai
usurparono Enrico V e Lotario benedettini, e dato ai monaci Oli-
11. Appena nel ii5s venne innal- vetani. I lucchesi a mediazione di
zato al trono lo svevo Federico I, Federico I si riconciliarono nel 1 1 75
dichiarò il patrimonio della contes- coi pisani; e sebbene l'imperatore
sa proprietà del duca di Baviera nell'anno seguente promise ad A-
Guelfo VI, come nipote per parte lessandro III di restituire alla san-
di padre di Volfone o Guelfo V ta Sede le terre della contessa Ma-
Bavaro- Estense. Divenuto Guelfo tilde, nella memorabile pace fatta
VI marchese di Toscana , rilasciò a Venezia nel 1177 se e ^ierbò. '
derico I sostenne colle armi con- sani non avrebbero più coniato mo-
tro il legittimo Alessandro II; men- nete simili alle lucchesi dovendo ,
tente a'20 aprile e fu sepolto a'22. no suoi ordini e quelli del ve-
i
gonfaloni, insieme coi consoli mag- podestà, il capitano del popolo, gli
giori, 22 marzo nella chiesa di
a* anziani e priori che si cambiavano
s. nominarono in podestà
Senzio spesso; nel i2 5o i detti anziani
di Lucca Aldobrandino Malpigli. rimpiazzarono i consoli.
Già da qualche tempo la santa Se- Dopo la pacificazione colla santa
de, massime Onorio III e Grego- Sede e la morte di Federico li ,
110 IX, reclamando l'eredità lascia- le cose dei lucchesi nei primi dieci
la al patrimonio di s. Pietro dalla anni dell'impero vacante cammi-
conlessa Matilde, nella quale ere- narono di bene in meglio, e prospe-
4* LUC LUC
rarono si negli affari del comune, disse non esservi stata famiglia che
tome nel conservare i paesi che i non avesse a deplorare la morte di
lucchesi a forza danni anelavano un suo congiunto. Da tanta deso-
acquistando, ad onta che in Lucca lazione molte città e terre della
non mancassero a distili bare la pa- Toscana spaventate, inermi e sco-
ce interna le malaugurate fazioni raggile, dovettero aprire le porte e
dei guell; contro i ghibellini , dei far buon viso a' vincitori orgoglio-
nobili di contado contro la comu- si sempre caldi d' ira. La sola
e
nità, del popolo grasso contro il città di Lucca tenne forte, e nel
magro, in una parola dei popolani tempo che vegliava a tener lontani
contro i magnati. Nel secolo XIII i fuorusciti ghibellini, serviva di ri-
e nel principio del seguente, i luc- fugio e di sostegno ai guelfi che
chesi per uniformità d'istituzioni da ogni parte oppressi e scacciati
municipali e di sentimenti politici vi accorrevano. Il perchè tutti i
coi fiorentini, erano con essi tanto ghibellini toscani si rivolsero ai
strettamente uniti e collegati , che danni Lucca, che avendo talvol-
di
ogni alfronto ricevuto dai due po- ta potuto respingere alcuna aggres-
poli era affronto comune; quindi sione, giunse a tali strette che i
le guerre, le tregue e le paci pro- suoi reggitori furono costretti dopo
cederono d'accordo quasi costante- quattro anni a venire ad un ac-
mente come il governo; reciproca cordo. Fu pattuito pertanto che i
e lucchesi potè fare ritorno all'a- rentini, con ventimila fanti e due-
mata Divenuto capo de' ghi-
patria. mila cinquecento cavalieri mos-
bellini ch'erano rientrati, volendo- se verso la Val di Nievole per
si vendicare de' guelfi , fece scop- conquistare il castello di Monteca-
piare una sommossa , e gli assali tini,benché la lega guelfa avea riu-
a' i4 giugno i 3 1 mentre si com-
4- • nito più numeroso esercito. A' 29
batteva entrò in Lucca Uguccione al- agosto i3i5 nemici scontraronsi
i
la testa di undicimila e più soldati, nella valle sul piccolo torrente bor-
dal quale avea chiesto soccorso. I ra. Al primo assalto Francesco fi-
lucchesi da interni ed
sopraffatti glio del Faggiuolano e podestà di
esterni nemici, ne potendo resistere Lucca, penetrò con tanto impeto nel
a tante forze, videro fuggir la ca- campo de' fiorentini, che ferito a
valleria catalana a loro tutela in- morte spirò in mezzo alla pugna ,
va per piombare sul collo del va- lunense avendo occupato in Lu-
;
che Castruccio dimorava nella sua chi romani, colle ricche prede e i
LUC LUC 47
prigioni, in un col carroccio dei fu uomo non solamente raro dei
fiorentini ; rendendolo più solenne tempi suoi, ma ancora per molti
con molti atti di magnanimità e di quelli che innanzi erano passa-
di beneficenza. Seguitarono dopo li, e perchè l'arte strategica, la
ciò le scorrerie delle masnade dei celerità delle marcie e la destrezza
venturieri, die Castruccio teneva nel campeggiare fu meglio cono-
assoldate, in lutto il Val d'Arno si- sciuta e trattata da lui che da ogni
no alle porte di Firenze, finche altro capitano della sua età, e fra
agosto; se non che le molte fatiche dare un ultimo saggio del suo
sostenute nel lungo assedio gli prò- senno, come profondo conoscitóre
dussero una febbre che in pochi delle cose umane. Che sebbene egli
dai vivi. Mancò que-
dì lo tolse fosse più prode capitano, che dot-
st'uomo straordinario ai 3 set- to non ostante mo-
legislatore, ciò
lembre i328, nell'anno quaran- rendo previde e predisse quanto
tasettesimo di sua età, lasciando pur troppo, mancato lui, accadde
di sé che se non gli
tale opinione, di Lucca e della sua vasta signo-
fosse stala così breve la vita, egli ria. Tra le opere superstiti che
sarebbe pervenuto a signoreggiare rammentano il governo di Castruc-
gran parte d' Italia_, non che l'in- ciò, oltre la cittadella Augusta,
tiera Toscana. Per virtù militare alla costruzione della quale s' ini-
48 LUC LUC
piegarono materiali
i di undici parrà che non poterono riavere. Si
grandi toni e di molti casamenti recò in Lucca Gherardino Spinola
pubblici e privati, si deve aggiun- ricco genovese, il quale ai settem-
gere la strada che dalla porta del- bre 13*29 si obbligò pagare ses-
gne vie di doverla cedere il primo Ara Deo liberatori, ove finché du-
novembre 1 335 a Martino della rò la repubblica, i magistrati e il
Scala tiranno di Verona, che re- popolo vi si recarono in processione
stituì ai Rossi i trentacinquemila nella domenica in Albis, giorno
fiorini d' oro pagati per tutto lo anniversario della liberazione. Per-
stato lucchese.Finalmente lo Sca- che questa fosse completa e non
ligero, dopo aver signoreggiato in inceppata dal vicario imperiale, col-
Lucca quasi per un lustro, nel lu- la mediazione dei fiorentini e lo
glio del i34o la vendè per cento sborso di centoventicinquemila fio-
ziani e a tutti gli altri consiglieri, discordie che tolsero alla repub-
costituirono i primi poteri: final- blica la quiete desiderata.
mente il consiglio generale fu com- Urbano VI, mentre in Avignone
posto di centottanta cittadini ; laon- sosteneva funesto scisma Clemente
de sopra tali magistrati si aggirò VII antipapa, partì da Genova ai
tutto il pondo della repubblica. Nel 16 dicembre 386, e per mare 1
sata schiavitù, con tutti gli edilizi benedizione dello stocco e berretto-
costruttivi da Castruccio; indi fu ne, insegne con cui onorò la re-
creato un consiglio di diciotto cit- pubblica in persona del gonfalo-
tadini chiamati conservatori della niere Forteguerra Forteguerri, che
pubblica sicurezza, ridotti nel i3j5 lo avea assistito da suddiacono e
cioso scisma avea giurato in con* giurarono vendicarsi alla prima oc-
clave di non creare cardinali, ve- casione, e questa venne quando
dendosi poco amato dai cardinali nel i4^8 conchiuse la pace tra
si
to da Paolo III. Sì parlò del con- potere in chi era più che altri
cilio per la cui celebrazione i ve- interessato alla pubblica felicità,
neziani non erano in grado di Lucca come paese libero e neu-
accordare Vicenza, e si stabilì che trale, nel i55g fu riconosciuto nel
si sarebbe aperto nell' anno se- trattato di pace tra la Francia e la
guente. Il Papa pregò caldamente Spagna, il cui re Filippo li au-
l'imperatore a pacificarsi colla Fran- mento la potenza di Cosimo I du-
cia, e procurò distoglierlo dalla ca di Firenze , colla cessione di
guerra d'Africa, ma inutilmente, e Siena e suo vasto territorio. Pio
di correggere quelle cose statuite IV nel i564 per d. Giulio Cesa-
nella dieta di Ratisbona, contrarie re Colonna inandò in dono alla
ai sacri canoni. Carlo V chiese al cattedrale, altri dicono al magistra-
Papa la sua benedizione , e parti to della città di Lutea, la rosa
per Algeri, e Paolo III si restituì d'oro da lui benedetta, cioè una ra-
inRoma. ma contenente più rose d'oro con
Neil' anno seguente per le ,
molte foglie. La rosa d'oro fu ri-
LUC LUC 55
neremo un fosso navigabile per Pontefice Gregorio XV. Nel i63i
mettere in comnuicazione Lucca e nel 1648 la peste infierì in Luc-
coli' Ozzeri e il lago di Sesto, don- ca e nel contado, ed il magistra-
de poi per l'emissario della Seres- to fece quanto suol praticarsi in
sa sboccare nell'Arno, navigando simili sventure ; esso però sempre
verso Firenze o Pisa. Tante spese si mostrò severo contro i macchi-
depauperarono l'erario, per cui il natori del governo, che sino al
governo potè dare a Massimiliano 1700 visse quieto. Lievi cagioni
li soli quindicimila scudi dei ses- d'inconsiderata violenza e di par-
santamila che domandò per la guer- ziali ingiurie recarono ai senatori
ra contro il turco. In tutto il re- di Lucca nel 1700 un qualche im-
stante del secolo XVI i lucchesi barazzo per parte di Cosimo III
ebbero calma interna, e pace al granduca di Toscana, e sedici anni
di fuori. Per turbare quest'ultima dopo per conto del duca di Massa e
cominciarono nel 1607 a risuscita- Carrara. Clemente XI nel 171
re antichi dissapori tra i reggitori rimproverò severamente con apo-
della repubblica duca di Mo-
e il stolico breve il gonfaloniere e gli
dena, sulla Garfagnana ; però la anziani della repubblica, per aver
guerra fu sospesa per ordine del- pubblicato un decreto apertamente
l'imperatore, e giudicata la causa in contrario ai sacri canoni, alla eccle-
Milano, fu risoluta in favore di siastica giurisdizione , e principal-
Modena. Posate le armi, il go- mente all' autorità della sacra ro-
verno lucchese si occupò a re- mana inquisizione. Impose loro che
stringere la borsa degli eleggibili al- religiosamente eseguissero quanto per
le pubbliche cariche, in quelli soli lo slato lucchese era stato pre-
ch'erano in possesso di tal prero- scritto da Paolo V col breve de'i2
gativa all'epoca della legge Marti* ottobre 1606, e fino allora dal-
niana. Quindi è che in ordine alla l'uso costante osservato, non tra-
stessa provvisione, nel libro d'oro lasciando frattanto di provvedere
furono registrati i nomi e le armi cristianamente alle loro coscienze.
di tutti coloro, cui sino a quel Diede pur motivo di qualche ama-
giorno si apparteneva tale diritto, cioè rezza fra il senato lucchese e la
duecentoveutiquattro famiglie. Così santa Sede V inchiesta stata dal
le antiche famiglie vollero perpetuare primo avanzala per avere il diritto
tra loro il comando, ad esempio delle di presentare al Papa una terna
repubbliche genovese e veneta. La di tre soggetti idonei ad ogni va-
repubblica soleva spedire oratori in canza della sede vescovile di Lucca;
Roma al nuovo Papa. Il Cancel- inchiesta che finalmente nel 1754
lieri nella Storia de*possessi p. 196, dal Pontefice Benedetto XIV fu
dice che il diarista Gigli registrò, secondata. Clemente XIII con suo
che ai 2 maggio 1621, in dome- breve apostolico accordò alla na-
nica, fecero l'entrata tre ambascia- zione lucchese un posto nel rispet-
tori Lucca con bella cavalcata,
di tabile ed antichissimo collegio de-
ed ai 4 detto medesimi amba- i gli avvocati concistoriali , e pel
sciatori di Lucca fecero l'altra ca- primo ne fu investito Prospero
valcata, e andarono al concistoro Lorenzo Bottini patrizio lucchese,
pubblico a rendere obbedienza al poi cardinale. Il breve Devolionìs
56 LUC LUC
vJLabsequii erga, de'28 luglio 1764, dai francesi in Italia cambiarono
m Ugge nel t. Ili, p. 5 Bull. Roni. affatto le sorti della penisola, sic-
Co ritituta tio. che i padri coscritti di Lucca inu-
Nel 1764 fu dal governo de- tilmente con l'ambascerie e con
creta to cheniuno potesse alle cor- l'oro procurarono di guadagnar la
porazioni morali donare o testare protezione del direttorio di Fran-
ùn valsente superiore alla ventesi- eia, di acquistare la benevolenza
ma parte del suo patrimonio, né del loro generalissimo in Italia, e
mai una somma maggiore di scu- di blandire le fervidissime neonate
di duecento. Tale legge fu emanata repubbliche Cispadana e Traspa-
dal vedere la classe degli ecclesia- dana. L'occupazione di Lucca, dai
stici a sovrabbondanza provvista francesi da lungo tempo medi-
di beni, i quali si calcolò che tata , ebbe finalmente il suo effet-
f
Senato ascritte alla nobiltà, con fa- fautori de'francesi sene gravarono,
colta di crearne di queste ultime scongiurando il generale a prov-
a proporzione che si fossero estin- vedere alla causa loro, ch'era pur
te le prime. Quanto alla politica quella della Francia; e Serrurier
esterna dei reggitori di Lucca, fu vi provvide all'orientale. A' 4 feb-
sempre 1799 mi ono da
'
quella de' feudatari , cioè braio invitati lui
LUC LUC 07
ste privilegiate. Nel tempo stesso go quanto i generali suoi prede-
soggiunse, aver scelto da ogni clas- cessori avevano perduto in un an-
se de' cittadini quelli destinati a no; quindi mutazioni di reggi-
governare in un modo provvisorio mento ed imperiose contribuzio-
la repubblica di Lucca, e di ave- ni gravitarono su Lucca dopo il
re in quella scelta creato uomini ritorno de'francesi. Nel 1801 piac-
virtuosi, che fossero per appagare que a Napoleone di ridonare a
il voto di tutti i buoni. Così finì Lucca una specie di esistenza po-
dopo 243 anni il governo aristo- litica, mediante un governo repub-
11 duca regnante per fomentare nel distingue in due parti, una unita,
mio dominio l' industria, le arti e l'altra disunita, perchè dalla prima
le scienze, e promoverne l'emula- affatto isolata. Sono in tutto un-
zione ne' suoi sudditi, come la fe- dici comunità, suddivise in i5i se-
deltà e la disciplina ne' suoi sol- zioni, ossiano parrocchie. Fra i ca-
dati, nel 1 833 fondò l'ordine eque- poluoghi delle undici comunità si
stre di s. Giorgio (Vedi)j quindi coniano tre città, Lucca, Viareg-
per dare una decorazione e cospi- gio, Camaiore: le altre hanno per
rilo segno d'onoranza a quelli che residenza delle terre , dei castelli
avessero reso ragguardevoli servigi o dei villaggi. Nel territorio unito
allo stato ed alla sua real perso- del ducato lucchese trovasi la sua
na, o che si distinguessero per va- capitale con nove comunità. Esso
lore e preeminenza nelle scienze è circondato quasi da ogni lato dal
lettere ed arti, ed avessero un titolo granducato di Toscana, meno che
alla speciale sua considerazione, nel da settentrione e da ponente. Dal-
i 836 istituì l'ordine cavalleresco la parte di tramontana ha a con-
di x. Lodovico [Fedi). Il lodato fine la Garfagnana granducale ed
sovrano nel 1820 sposò la regnan- estense, e dal Iato di ponente ter-
te duchessa di Lucca Maria Tere- mina col lido del mare Tosco per
sa, figlia Sardegna Vit-
del re di il tragitto di dieci miglia. In quan-
torio Emmanuele, che nel 1823 die to al territorio disunito lucchese,
alla luce il principe Ferdinando esso è attualmente ridotto a due
Carlo che nel 8^5 ha sposato la1 vicarie e comunità, Minucciano e
principessa Luisa Maria, figlia di Monlignoso, situate sopra due fian-
Carlo duca di Berry. Sulla storia chi opposti dell'Alpe Apuana. Mi-
di Lucca e suo stato si possono nucciano è nel lato di settentrione,
consultare : Machiavelli , Somma- e Montignoso dalla parte di mez-
rio delle cose lucchesij Cianelli ,
zogiorno ; la prima di esse fra la
Memorie lucchesij Mazzarosa, Sto- Garfagnana estense e la Lunigia-
ria di Lucca, e Guida del fore- na granducale, la seconda fra il
stiere per la città e contado di ducato di Massa e il vicariato gran-
Lucca; Berlini, Memorie lucchesij ducale di Pietrasanta. L' Apennino
Barsocchini, Memorie lucchesi; Re- toscano, dal lato di grecale serve
petti, Dizionario geografico fisico di confine al territorio unito luc-
storico della Toscana, ducalo di chese, mentre a levante viene chiu-
Lucca, Garfagnana, ec. ; e le Me- so dalle diramazioni che dall'Apen-
morie per servire alla storia del nino medesimo si avvallano fra le
ducato di Lucca, che vanno pub- fiumane delle due Pescie sino al-
sino alla ripa del Serchio ; alla de- degli abitanti a circa 170,000, com-
stra del quale inoltrasi per la pa- presi quelli che in molta parte del-
lustre pianura di Massa ciucco li , e l'anno vivono lungi dalla patria o
nella direzione da levante a ponen- per lavorare in altri paesi, anche
te attraversa il lago omonimo, per lontani, o per vendere figurine di
quindi arrivare alla spiaggia del gesso e di stucco. Osserva il eh.
mare. Di costà andando verso mae- marchese Mazzarosa, Guida di Luc-
stro, percorre il littorale fino a Mo- ca pag. 4 1 che la estensione del
»
trovano rocce di diaspro nel Mon- e di Marlia villa reale; quindi par-
te Fegatese, e a Gallo sotto il Mon- leremo della sede ed arcidiocesi di
te di Pescaglia. In quanto all' in- Lucca , e per ultimo della chiesa
dustria agraria lucchese , tipo e ed ospedale che hanno in Roma i
6i LU C LUC
la riva del mare con Porto Cana- ca conduce. Quell'eroe avea con-
vi
le, n I tua I mente con due chiese par- cepito il disegno di fabbricare un
rocchiali, s. Antonio e s. Andrea. ampio porto, e la forre di Molro-
capoluogo di comunità e di giu- ne un poco al nord-ovest di Via-
risdizione, nell'ai'cidincesi e ducato reggio indica il sito ove doveasi
di Lucca. Risiede tra Pietrasanta il vasto progetto mandare ad ese-
e la foce del Serchio, tredici mi- cuzione. In Viareggio si gode este-
glia a ponente da Lucca. Questa sa veduta del mare, la spiaggia
città tagliata a guisa di paralello- essendo inclinatissitna e aperta per
gramina ha strade larghe e dritte, lutto intorno. Ai vascelli di alto
con regolari edifizi. Il suo nome bordo non solo è impedito V in-
deriva dalla Fia Regia che nel gresso nel suo Porto Canale, oli
medio evo fu tracciata lungo il lit- non ponno dar fondo in quei pa-
torale passando da Viareggio. Gli raggi. Solamente legni a vela la-
i
bricata sino dal 1 171 presso la fo- lice. Considerando il duca regnan-
ce del Serchio. Fu oggetto fre- te il notabile aumento della popo-
quente di contrasto tra i genovesi, lazione, la cui comunità ascende a
i lucchesi ed i fiorentini, che il tol- circa nel
12,000, 1839 decretò
sero vicendevolmente ai primi 'do- l' erezione una seconda chiesa
di
minatori pisani, Castruccio la unì parrocchiale, e quando fu dal Papa
stabilmente ai suoi dominii , e vi Gregorio XVI emanato l' analogo
formò la bella strada che da Luc- breve a 21 luglio 1840, fu fab-
,, ,
LUC LUC 63
bricalo presso la spiaggia un tem- fabbricato, onde nel i3y4 fu chilo
pio a tre navate ed un convento delle menzionate mura e toni. Nel
contiguo di servi di Maria, essen- 1429 i fiorentini l'occuparono con
do la chiesa intitolata a s. Andrea tutta la valle sino al mare: nel
apostolo, a croce latina , e adorna i43o soffrì altri disastri dall'eser-
di statue nella facciata. Ninno fra cito del Piccinino. Nel i436 e 14^7
i territorii commutativi della To- presa e ritolta ora dai milanesi
scana forse offre tanta messe allo ora dai fiorentini, questi ultimi per
studioso delle scienze fisiche e idro- accordo nel i44 2 riconsegnarono
quante ne fornisce la comu-
statiche, ai lucchesi il castello di Camaiore,
nità di Viareggio nella sua pianu- con tutti quelli della sua vicaria,
ra. In Viareggio risiede un gover- dalla quale dipendeva Viareggio
natore , un comandante militale, con tutto il suo littorale. Per avere
un giusdicente civile e criminale i camaioresi liberato gli anziani di
ed una dogana principale per lo Lucca assediati nel palazzo pubblico,
scalo del Porto e la via del litto- la repubblica fece innalzare in Cama-
rale. La conservazione delle ipote- iore un arco benemerenza
trionfale, in
che, la direzione delle acque e stra- di tanta fedeltà. Restata Camaiore
de, ed il tribunale di seconda istanza costantemente sotto il dominio della
sono in Lucca. sua capitale, ne segui sempre de- i
iore. Prese Camaiore forma di re- nunziata nella cappella del Rosario
golare borgata nel 1255, mentre è lavoro del valente Stefano To-
era podestà di Lucca Guiscardo fanelli lucchese. Nel 1260 non esi-
Pietrasanta, e nel 1271 vi alber- steva dentro Camaiore che la par-
garono i figli di Carlo I d'Angiò. rocchia di s. Michele, ora pubbli-
Sottomessi dal comune di Lucca i co oratorio. Dall' antica pieve di
nobili della valle di Camaiore , il Camaiore nel secolo XIII dipen-
borgo crebbe di popolazione e di devano diecisette chiese: dipendono
, ,
64 LUC LUC
attualmente dalla collegiata quat- fama delle efficacissime terme, di
tordici chiese succursali. Nel sob- cui il luogo dalla natura fu arric-
borgo occidentale di Camaiorc, do- chito. Sono tre o quattro villaggi
ve fu l'ospedale di san Lazzaro^ uno prossimo all'altro, tutti va^in,
esiste un convento di francescani tutti comodi, tutti pregevoli e ac-
riformali con chiesa dedicata alla creditati per qualche scaturigine
ss. Cauiaiore ha un
Concezione. minerale . All' insieme di .queste
teatro, due pubbliche scuole ele- ville e sorgenti termali è stato da-
mentari, un magistrato coni unita- to il nome generico di Bagno, nel
ti vo ed un podestà. Camaiore fu modo stesso che sotto un egual ti-
patria di vari uomini distinti in tolo fu compresa tutta la comuni-
dottrina, fra i quali lo storico Ni- tà già conosciuta nella storia della
colao Donati benedettino nel mo- repubblica di Lucca come vicaria
nastero di Eugenio presso Siena,
s. di Lima. Il primo a incon-
vai di
che fiorì nel secolo XVI. Poco di- trarsi partendo da Lucca, è il
,
de' Bagni di Lucca possono anno- basse, e i Bagni caldi. Quelli detti
verarsi fra le più seducenti pro- alla Villa si trovano un mezzo
che
spettive del bel cielo d' Italia, miglio discosti sulle falde orientali
in molte vallate s'incontrano pure della stessa collina. La più antica
della bellissima Toscana. Alla fa- terma, quella che diede il nome
vorevole situazione de' Bagni di ai bagni di Lucca, è il Bagno
Lucca, in un'aria elastica e pura, caldo, più nolo col nome di Cor-
accrescono pregio le eleganti fab- sena, dalla chiesa e villaggio omo-
briche ivi sparse, la diligente cul- nimo. Cominciò la celebrità di que-
tura che a guisa d' un anfiteatro sto bagno sino dal secolo XII, ed
si mostra nelle adiacenti colline, è opinione che la contessa Matilde
la caduta delle acque che scendo- costruisse sul Serchio ,
presso al
no dai torrenti nella Lima , e la borgo, il ponte chiamato della Mad-
LUC LUC 65
dalena, onde agevolare agli abitanti eretta la fabbrica del Casino. I
famoso capitano faceva uso del ba- strada rotabile sulla destra riva
gno di Corsena. Questo è alimen- della Lima trovasi il teatro, e qua
tato da quattro sorgenti, una delle fu innalzato dalle ultime sovrane
quali il Doccione è la più abbon- di Lucca un palazzo principesco ,
dante e la più calda di tutte. La poco lungi dal borgo dove risiedo-
sua sorgente provvede le Docce no le autorità civili e amministra-
alle, le Docce temperate e i bagnet- tive nella stagione della bagnatu-
li, che si distinguono col nome di ra. Quasi tutti gli autori che trat-
acqua di s. Lucìa. Alle scaturigi- tarono delle terme, parlarono delle
ni del Doccione stabilironsi i Ba- lucchesi fra' quali meritano distin-
:
gni a vapore, ossia stufe, sino dal zione, il Trattato de' bagni di Luc-
più remoto uso dei bagni di Cor- ca pubblicato nel 1792 dal dottor
sena. Questo bagno vaporoso di , Moscheni ; e l' Igea de' bagni e più
cui forse non si conosce in Italia particolarmente di quelli di Lucca,
né il più utile, ne il più comple- del direttore de' medesimi profes-
to, trovasi modellato alla foggia del sor Franceschi. A questi due au-
Calidario delle antiche Terme, for- tori devesi altresì le analisi chimi-
nito anch'esso del suo Tepidario. che delle slesse acque. Le terme
Ne' contorni del bagno caldo sono lucchesi sono state riconosciute di
stati recentemente costruiti vari costante efficacia nelle febbri lente
pubblici edifizij un ospedale e un e nelle ostinate intermittenti; alle
Docce trastulline, quelle della Dispe- scende a circa 9,000 abitanti, com-
rata e la Doccia rossa. In piccola presi quelli del territorio.
struire una chiesa dedicata alla ss. duca presiedeva al governo di Pi-
Trinità, come dice la tradizione, la sa, di Limi e di Lucca. Aggiungasi
qual chiesa fu poi riedificata e ancora, qualmente le persone ani-
LUC LUC 67
ni, e persino i figli dei ciuchi ve- zi oni. Al seminario arcivescovile fu
nivano promossi alla prima digni- dai principi Baciocchi nel 1807 riu-
tà della chiesa lucchese, in guisa nito un nuovo collegio di giovani
che essi a preferenza degli altri ve- secolari da essi istituito, e chiama-
scovi furono beneficati e protetti to Collegio Felice dal nome del
a scapito forse delle vicine diocesi. principe che in quel tempo regna-
Infatti, trovandosi nel secolo Vili va : nel 1809 fu collocato nella
la diocesi di Lucca nelle colline gran fabbrica, un giorno convento
di s. Miniato, di Palaia e di Lari, de' canonici lateranensi , soppresso
non pare che tali luoghi apparte- dal governo aristocratico del 1780,
nessero a quel territorio lucchese con l'approvazione della santa Se-
dell'epoca romana. Inoltre la dio- de. Nel 1819 dalla duchessa Ma-
cesi lucchese si estese dentro i con- ria Luisa già regina d'Etruria, ri-
tadi di Luni, di Pistoia, di Vol- cevette nuovo lustro e incremento,
terra, di Pisa, ed in altre separate facendolo dirigere dai sacerdoti i
diocesi. perchè nelle diocesi di
Il più distinti per la loro morale sa-
Volterra, di Populonia, di Roselle viezza. I convittori vi ricevono la
poi Grosseto e di Soana, si trova- istruzione nelle belle lettere, e in
rono delle chiese, oratorii e cap- quanto vanno ad ap-
alle scienze
pelle di giuspatronato de* vescovi prenderle al real liceo. Dal men-
di Lucca, cui erano pervenute per tovato catalogo pure risulta che ,
68 LUC LUC
nasteried ospedali dentro e fuori Leone X che nel 1^19 vi distac-
di Lucca, laonde fu dato a Lucca cò la pieve di Pescia. Maggiore e
l'epiteto di Città devota. Il patri- più vasto smembramento operò nel
monio della chiesa lucchese si au- 1622 Gregorio XV, per erigere la
mentò in guisa, che per causa di sede vescovile di s. Miniato. La
livelli si resero dai vescovi tribu- terza riduzione della diocesi di Luc-
tarie non solo le primarie famiglie ca segui sotto il pontificato di Pio
della città e del contado, che figu- VI, il quale per bolla de' 1 8 lu-
rano dopo il mille nella storia, ma glio 1789 distaccò dalle parrocchie
molti altri cittadini e perfino de- lucchesi quelle dei vicariati gran-
gli ebrei, i quali ottennero in en- ducali di Barga e di Pietrasanta,
fiteusi beni di chiesa. Essendo i ve- oltre il distretto di Ripafratta, che
scovi riguardati fra i primi digni- assegnò tutti all'arcidiocesi di Pisa,
taridel regno longobardo, incom- dalla quale la lucchese ebbe in
beva ad essi l'obbligo in tempo di cambio sette chiese costituenti il
LUC LUC 69
Io. Fu martirizzato a' 29* gennaio era vescovo Berengario,, nell* 844
nell'anno 90. Non si hanno me- Ambrogio che collocò i corpi di s.
morie, secondo 1' Ughelli, Italia sa- Cassio e di s. Fausta nella chiesa
cra, tom. I, pag. 789 e seg., di di s. Frediano. Gli successe nell'852
altri vescovi sino a Teodoro eletto Girolamo nobilissimo lucchese, fra-
verso l'anno 3 24? cne governò san- tello del conte Ildebrando. Ghe-
tamente. Il vescovo Massimo nel rardo dell' 868 vendicò quanto era
347 assistè al concilio di Sardica, stato tolto alla chiesa di Lucca, e
celebrato contro gli ariani, negli atti gli successe nell'896 Pietro, che Io
del quale si trova segnato Maxì- : imitò nello zelo di ricuperare quan*
rnus a Thuscìa de Luca. Paolino to apparteneva alla sede, e ricevet-
li intervenne al concilio di Rimi- te in dono dal Pontefice Giovanni
ni del 359, e venne succeduto da X il corpo di s. Ponziano, la cui
Fullano o Fullario. Nel 4^5 fu al festa si celebra a' 2.5 agosto. Ja-
concilio romano il vescovo Felice. copo arcidiacono della cattedrale
Nel 546 lo era Obsequenzio indi , fiorì nel 934; e nel seguente an-
Io fu Geminiano. Immediatamente no Corrado che fu sepolto nella
fiorì s. Fridiano o Frediano che chiesa di s. Frediano, nella cap-
dicesi figlio d'un re d' Irlanda, che pella da Vincenzo
lui eretta a s.
morì a' i3 marzo nel 578, e di- martire. L' imperatore Ottone I di-
venne insigne patrono de' lucchesi. chiarò vescovi di Lucca principi
i
7o LUC LUC
lu sua esaltazione al pontificato. sacri canoni in simili casi. Mansi
Ritenne per dieci anui il vescova- Sujìplrm. alla raccolta de concila ,
to di Lucca; rifabbricò e consacrò t. I, col. 1267. Alessandro lì inol-
la cattedrale; concesse al comune tre creò cardinale il nipote s. An-
per gli atti pubblici un
sigillo con selmo Baggio, e gli conferì pure la
bolla di piombo impronta del
coli' sede lucchese, ovvero dichiarò chi:
santo patrono, il quale venne usa- lo avrebbe succeduto ; e s. Grego-
to sinché durò la repubblica; ai rio VII subito lo consacrò e poscia
canonici della cattedrale accordò lo destinò consigliere della contes-
nelle processioni 1' uso della mitra sa Matilde, indi prima di morire
di tela bianca, non però le vesti gli mandò la sua mitra pontifìcia,
cardinalizie come scrisse il Novaes, per mezzo della quale il santo per
bensì la mitra V usano i canonici virtù divina operò molti miracoli.
anche nelle altre solenni funzioni Alla sua biografìa che come santo
ecclesiastiche. Ornò il vescovo della riportato dal Butler facemmo, e co-
dignità di primate, col privilegio me cardinale, si è detto quanto Io
di farsi precedere dalla croce asta- riguarda, che alcuni canonici si ri-
IX, pag. 819. Questi inoltre nel tirò per non essere vittima della
tom. I, pag. 809 riporta le bol- cospirazione. Nel 1074 s. Gregorio
le di Alessandro II: Cimi divina; VII punì i canonici colle censure
Quamvis ecclesiasticae j Quamvis nel concilio lateranense, e nel sino-
circa, per la chiesa, canonici, clero do che si celebrò in s. Genesio dal
e popolo di Lucca, che ricolmò di legato cardinal Igneo con s. Ansel-
onori e privilegi. Fu tenuto in mo e molti altri vescovi, furono
Lucca un concilio in presenza di scomunicati. Allora i canonici fecero
Alessandro li, e da lui sottoscritto ribellare la città alla contessa Ma-
nel 1062. In esso venne presa ad ricorrendo ad Enrico IV. II
tilde,
esame la condotta di Eritta, abba- Papa incaricò s. Anselmo del go-
dessa del monastero di s. Giustina verno di più diocesi in Lombar-
in Lucca, accusata d'aver introdot- dia eh' erano prive de' loro pastori
to un ecclesiastico nel suo mona- per sinistre circostanze, e morendo
stero , e di aver peccato con lui. gli mandò la sua mitra pontificale,
ro nel 1 166 Enrico, nel 1 171 Lan- Sotto Lodovico il Bavaro l'anti-
dò, nel 1 1 75 Guglielmo Roffredi papa Nicolò V intruse nella sede
primicerio della cattedrale, che in- Rocchigiano Tadolini; ed in morte
tervenne al generale La-
concilio di Enrico nel i33o Giovanni XXII
teranense III morì nel 119^ e fu
: fece vescovo fr. Guglielmo di Monte
eletto a succedergli il cardinal Ghe- Albano, procuratore generale dei
rardo Allucingoli lucchese, ma oc- domenicani. Ne furono successori,
cupato in gravi affari della santa nel 349 Berengario arciprete del.
1
72 LUC LUC
nunzio e legato in più luoghi. Si- fece vescovo e creò cardinale Mur-
ato IV nel 1477 fece vescovo il ce- co Antonio Franciotli di Luco.
lebre cardinal Jacopo Ammannati Per sua rassegna, Innocenzo X nel
iliLucca, detto Piccolomini perchè 1646 dichiarò successore Giani bai
Pioli lo aggregò alla sua famiglia, lista Rainoldi milanese, degno di
e Papiense per essere stato vesco- ogni lode; dopo di lui lo furono
vo di Pavia, che restaurò il pa- nel i65o Rota nobile d
Pietro
lazzo del vescovo; e i479 ^ " nel l R avel,na 1657 ^ cardinal Gi-
> ne l
sto Gara della Rovere lucchese, che to benemerita della romana Chie-
il Papa zio fece vescovo nel i5o8, sa, con bolla de'i5 febbraio 1726,
cesse il nipote Alessandro Guidic- nello, ec. Con bolla poi dei 2
cioni nel i55o: celebrò diversi settembre eresse la cattedrale al
74 luc LUC
di s. Giovanni Battista e di s. puccini a Villa Basilica; i france-
lustituta. La cattedrale ha tre sa- scani riformati al Borgo a Mozza-
grestie, una pei cauonici, 1' altra no, a Viareggio ed a Camaiore.
pei beneficiati, la terza pel restan- Negli antichi tempi poi sono stati
te del clero : il palazzo arcivescovile successivamente in Lucca quasi tut-
gli è aderente. 11 capitolo si compo- ti gli ordini religiosi d'ambo i ses-
ne di quattro dignità, cioè del- si tranue i gesuiti, gli scolopi, ed i
zione sopra la porta interna. Della celebra la festa della ss. Croce ai
antica chiesa di s. Nicolò si veg- 3 maggio ed ai 14 settembre, e
gemo ancora superstiti la tribuna quella del francescano s. Bonaven-
niewski eletto nel 1721. Silvestro palazzo vescovile era stato nelle ul-
Lubienicki Rudniki di Volinia, del- time guerre incendiato. Indi me-
l'ordine di s. Basilio, fatto vescovo diante la benignità dell'imperatore
nel 1750 di Luck e di Ostrog, Alessandro I, l'ottimo vescovo con-
Ostroginen (Fedì), che già era uni- corse che al collegio cattolico latino
to al vescovato di Luck. Cipriano fossero aggiunti quattro assessori del
Stecki del palatinato di Kiovia, clero ruteno nel 1804. Quindi dopo
dell'ordine di s. Basilio, vescovo la morte di Lewinski fu nominato
nel 1777. Matteo Stadnicki mo- vescovo di Luck il zelante prelato
naco basiliano, eletto nel 1783. Giacomo Matuszewicz, cui fu dato
Pio VI nel 1784 gli diede per a suffraganeo nel 1825 il piissimo
coadiutore con futura successione sacerdote Cirillo Sierocinski, col ti-
cevuto sotto il suo dominio tutti concistoro di Luck. Nel i832 per
i vescovi ruteni, salvo quelli di le disposizioni imperiali la chiesa
Leopoli e di Premislia, li volle rutena diventò semplice parte della
tutti soppressi, fuorché la sede di scismatica, e la sede scismatica di
Polock , incamerando e donando Volinia sottentrò alla cattolica di
i beni ai suoi generali ed uffiziali Luck, ed ebbe poco appresso un
pubblici ; e siccome assegnò scarse suffraganeo: lo scisma si propagò
rendite ai vescovi cui avea tolto ed ebbe lagrimevole compimento
diocesi e rendite, provvide Lewin- nel 1839. Qui appresso riportere-
ski vescovo di Luck e di Ostrog mo lo stato di questa chiesa, co-
con tremila scudi annui. Divenuto me si trovava prima del disgra-
imperatore nel 1796 Paolo I, nu- ziato avvenimento.
trendo sentimenti umani per la La sua giurisdizione si estende-
Chiesa con monsignor
cattolica , va non solo a tutta la Volinia e
Li Ita stipulò una convenzione, che Podolia, ma comprendeva anche
Pio VI approvò nel 1798, nella ilgoverno di Kiovia. Conteneva
quale si ricompose pure il vescova- molte chiese greco-cattoliche Ostrog ;
Volinia, della Podolia e del pala- cattotici dei due sessi maggiori del-
tinato di Kiovia. Stanislao Lewin- la pubertà erano 111,598. Le
ski, già espulso da Caterina li, fu chiese parrocchiali ascendevano a
richiamato a questa antica sua se- i5i. 11 clero secolare era di 266
de; riassunse il titolo -di eparca o individui, quello regolare compo-
esarca della chiesa greco-unita, ebbe nevasi di 343. I basiliani vi avevano
un snffraganeo assegnamento
con trentatre monasteri. Le monache
di fermò la sua
seimila scudi, e basiliane, ch'erano 55, vi possede-
residenza nel rinomato monastero vano quattro monasteri. In Ostrog
80 LUC LUC
si trovava aperto un seminano. Vi essa costruito sul più elevalo cli-
era anco un convento di basiliani. vo, non formano oggi che un am-
Il clero secolare possedeva in ca- masso di ruderi che servono alle
pitali 7897 rubli. I servi addetti greggie di ricovero, e fra' rottami
ai villaggi di questo clero erano vedesi la torre quadrata di pietra
168. Il clero regolare aveva in beni erettavi da Carlo II nella libera-
stabili rubli 207,180; di annua ren- zione di Lucerà. Nella remota an-
dita39,256. I servi ne' suoi villaggi tichità vi era un celebre tempio
erano 6374. Il vescovo portava il ti- consacrato a Minerva, ov'eransi ra-
tolo di esarca della Russia sopra gli dunate per la liberalità pagana im-
arcivescovi di Smolensko e di Po- mense ricchezze : negli scavi vi si
lok. In questa città era stato sta- trovarono molte medaglie. E que-
bilito il concistoro, secondo le nor- sta l'antichissima Luceria, una del-
me delle altre città. I beni del- le più famose città del Sannio,
l'abbazia Zydyczinense erano stati che Strabone dice fondala da Dio-
destinati pel mantenimento del con- mede re de^li etolii. Quivi i roma-
cistoro e del sulnaganeo, che pe- niandando al soccorso di questa
rò non si potè mai ottenere dal che credevano assediata, cad-
città,
82 LUC LUC
ca nipote del vescovo di egual no- se doli. 1642 f»'- Tommaso de
me fatto da Bonifacio IX nel 14*22 ; Avalos napoletano de' marchesi del
da Martino V fu elevato a questa Vasto, domenicano. 663 Gio. Bat- 1
sede: sotto questo prelato nel i/|3() tista Eustachi di Troia, canonico
Eugenio IV unì a Lucerà il vesco- della cattedrale. 17 18 Domenico
vato di Civitate. i45o Antonio An- Maria de Ligurro chierico regolare
glo napoletano, che traslato nello teatino: con questo 1' Ughelli ter-
stesso anno a Potenza, gli successe mina la serie de' vescovi , la cui
Ladislao Dentice napoletano, sotto continuazione può leggere nelle
si
di cui nel 1478, Sisto IV, o dopo annuali Notizie di Roma. Alfonso
la sua morte, separò Civitate da M. de' marchesi Freda di Foggia
Lucerà , e ne nominò il vescovo : da Pio VI fatto vescovo nel 1798,
del vescovato di Civitate ne par- le lodi del quale scrisse e pubbli-
leremo all'articolo s. Severo [Vedi), cò colle stampe di Napoli nel 1 835
al quale fu unita da Gregorio XIII. il eh. Tommaso Maria Vigilanti
1478 fi*. Pietro Ranzano siciliano canonico della basilica cattedrale
domenicano dotto ed eloquente. Fer- con due opuscoli intitolati Cenno :
creato cardinale e traslato a Gros- gorio XVI, per morte del vescovo
seto. i553 cardinal Fulvio della precedente, nel concistoro de' 19
Cora ia per alcun tempo ammini- giugno i843 dichiarò- vescovo l'o-
stratore, e si dimise a' 16 maggio dierno monsignor Giuseppe Jannuz-
1 553, succedendogli Pietro del Mon- zi di Andria, e canonico di quella
LUC LUC 83
s. Agostino vescovo di Lucerà , ed il Sarnelli aggiunge varie spiega-
è munita di fonte battesimale; l'e- zioni simboliche sulle lucerne. Ero-
piscopio è rimpetlo alla cattedrale. doto, in Euterpe e. 62, narra che
Il capitolo si compone di quattro gli egiziani istituirono la festa delle
dignità, la maggiore delle quali è il lucerne, e ciò nacque o dall' idea
decano, di sedici canonici, di otto del fuoco perpetuo e sacro de' tem-
preti, di otto chierici, di dieci man- pli, ed usato dagli antichi nelle ce-
sionari, e di altri preti e chierici rimonie e misteri, e cogli stessi de-
addetti ai divino servigio. Nella cit- funti per espiazione a mezzo d'uà
tà vi sono tre altre parrocchie lume perpetuo oppure dalle sette
;
tutte col baltisterio ; quattro con- lucerne del gran candelabro, o per
venti di religiosi , un monastero di rammentare quella infausta notle$
monache, due conservatorii, diversi qua Deus omnem primogenitum in
sodalizi, l'ospedale, il seminario, ed Aegypto percussit. Infatti lo stesso
il monte di pietà. La diocesi si Erodoto accenna, che gli egiziani
estende in circa centocinquanta mi- facevano delle nenie per la morte
glia, e contiene più luoghi. Ogni de'primogeniti, e celebravano anco
nuovo vescovo è tassato nei libri la festa dell'accensione delle lucer-
dellacamera apostolica in fiorini ne, in memoria
della partenza d'u-
200, corrispondenti alle rendite del- na nazione magica, cioè degli ebrei.
la mensa che sono 3o4o ducati Era poi nota la festa de' lumi , o
moneta del reame. 1' Encenia {Vedi), presso i Macca-
LUCERNA, Lucerna, Lychnus. bei, e. 4?v 5o, di cui parlano altresì
«
t. IV, lett. Perche nell'antico tem- vano pei lumi del tempio, su di
pio si adoperasse l'olio non la ce- che si può vedere 1* Hotfman alla
ra, osserva che la candela si usò voce Luminaria. Da questa origine
prima della lucerna dagli antichi, sacra per il popolo eletto, ed usur-
perchè delle lucerne nella sacra pata per li pagani ,
gli uni e gli
Scrittura non si fa menzione pri- altri mantennero l'uso de' lumi se-
ma che Dio le ordinasse nell'Eso- polcrali e perpetui. Fortunio Lice-
do, 3 7, dov'egli dice a Mosè:
e. 2.5, v. to dotto archeologo, nella sua ope-
Facies et lucernas septem, et pones ra De reconditis antiquorum lucer-
eas super candelabrum, ut luceant nìs lib. II, cap. 26, riporta trenta-
ex adverso, etc. Benché Eusebio, due fatti storici di lucerne o lumi
De prarparat. evang., lib. X, dica perpetui cavati da monumenti pro-
che gli egizi avessero inventato le fani. Anzi parlando il Liceto del
lucerne, forse quelle di creta, per- fuoco sacro delle vestali, sostiene
chè in Egitto erano fornaci per al cap. 3o, con l'autorità di Plu-
cuocere la creta, e quelle di Mosè tarco in Numa, non in rogo ligneo,
erano d'oro , come dicemmo agli sed in lucernis lampadibusque per-
articoli pure si
Gandelliere, ove petuis exarsisse. E Lodovico Vi-
dice delle lucerne, e Gerusalemme ves attesta di essere stalo presente
parlando del tempio di Salomone: in Parigi allo scavo di un monu-
,
84 LUC LUC
mento di i5oo anni antico, dove lucerne erano per la maggior parte
vide una lucerna ardente che si di terra cotta, bizzarramente lavo-
sciolse poi in minutissima polvere. rate, ed aventi la forma or tonda,
Il p. Menochio nel toro. Ili delie or bislunga, ora ovale. Alcune rap-
Stuore, cap. XLI: Varie osserva- presentavano maschere comiche, tut-
zioni circa le lucerne e lumi, e uso te con la bocca assai larga e l'ac-
loro appresso gli antichi. Cap. XL1I: conciatura del capo molto ridicola;
Delle lucerne ardenti ritrovate nei altre raffiguravano uomini e fan-
sepolcri antichi. Egli riporta tre ciulli, ora in piedi, ora seduti, ora
esempli di lucerne ardenti rinve- distesi. Quelle che avevano nel brac-
nute ne' sepolcri, due de' quali nel ciolino la figura della luna cre-
secolo XVI. Ottavio Ferrarlo ci scente, sono quelle che ponevano
diede un'opera intitolata: De ve* nel sepolcro de' patrizi, i quali por-
ter. lucernis sepulchrorum. tavano fitte nelle scarpe certe lu-
Marangoni, Delle cose genti-
Il nette,che formando la lettera C ,
lesche e profane } trasportale ad uso denotavano aver essi tratta la loro
e adornamento delle chiese, nel cap. origine da qualcuno dei cento se-
LXX1V tratta di alcune lucerne di natori, de' quali fu composto il se-
terra cotta con figure gentilesche, nato di Romolo. Non manca però
che talora ritrovatisi ai sepolcri, chi sostiene, che i romani portas-
anche de' sacri cimiteri. Il Guasco, sero queste lunette alle scarpe per
/ riti funebri di Roma pagana, a aver sempre dinanzi agli occhi un
pag. 84 e seg. discorre delle lu- simbolo della instabilità e fralezza
cerne, della loro specie e forma, e delle umane cose : altri vogliono
spiega perchè si posero ne' se-
il che accennasse lo stato delle a-
polcri. Antichissimo fu l'uso di col- nime nel cielo, le quali avranno
locare a' sepolcri de' defunti le lu- sotto i piedi la luna : comunemen-
cerne di varie sorti e specialmente te se ne attribuisce l'origine agli
di terra cotta, poiché se ne ritro- arcadi , i quali si credettero più
varono anche in quelli degli egi- antichi della luna, perchè furono i
niche, cap. io, 11, 79, dice che le lucerne presero il titolo di perpe-
, ,
LUC LUC 85
lue.Di questo sentimento fu l'Al- non abbruciar mai. Anche il Gua-
dovrando, De metallis 1. 4> e. a5, sco confuta con naturali e buone
scrivendo: Romae in mullis sepul- ragioni le asserzioni di gravi scrit-
chris repertae sunt lucernae seni- tori,i quali dicono aver veduto al-
86 LUC LUC
le sue ceneri, ella senza lume non e trovatisi in quasi tutti gli anti-
giacesse fra quelle tenebre a que- : chi sepolcri de' gentili , anche di
sti due ultimi, rigettando tutti gli liberti e plebei, ed eziandio fra la
altri, aderisceLiceto.il Sarnelli, Lelt. semplice terra. Questo costume non
acci. X, p. i3i, dice che gli an-
t. fu abbonito dagli antichi cristiani,
tichi con Milani lumi perpetui vol- ne* cimiteri, sepolcri e catacom-
lero denotare l'immortalità dell'a- be, come si può leggera nel Boiio,
nima, e la chiarezza del sangue o nel Boldetti, e nel Bianchini} Hist.
delle opere di chi giaceva sepolto. quadripart. secolo I, lelt. A, 9, e
Riporta l'opinione di quelli che di- secolo li, lett. B, 5, 6, 7. Ordina-
cono essere state le lucerne di due riamente ne' cimiteri e catacombe
sorta, una che si lasciava accesa e di Roma nelle pareti si trovano
l' altra smorzata, ma con un com- affisse somiglianti lucerne, talvolta
posto chimico , che all' aprirsi del di bronzo e generalmente di terra
sepolcro s' incendiava ; ne descrive cotta, alcune delle quali adorne di
la composizione, e riporta diverse varie figure come di animali, e di
erudizioni sulle lucerne. Una ne simboli di varie sorti, ed altre se-
ricorderemo , cioè la disposizione gnate col monogramma Cristo [Ve-
della matrona romana Mevia, che di), con le lettere greche XP in-
nel suo testamento concesse la li- trecciate , col monogramma espri-
berta ai suoi servi, coll'obbligo che mente la croce , colla figura del
ogni mese alternativamente accen- pastore, con palme colombe. Il
e
dessero la lucerna del suo sepolcro. Buonarroti nelle Osservazioni sui
Il Guasco è di parere che i roma- vasi antichi di vetro 3 p. 1 2 5, dice
ni probabilmente ponessero queste che i cristiani per rappresentare le
lucerne ardenti, per la grande ve- anime uscite dal corpo in pace
nerazione che portavano al fuoco ; costumarono di fare in forma di
Minerva avea una lucerna accesa colomba alcune lucerne, delle quali
nelle mani ; negli sponsali, Pronuba si servivano per accenderle in certi
accendeva una lucerna, la quale giorni ai sepolcri. Alcuno volte si
non era lecitochiudere nel sepol- sono rinvenute ne' sacri cimiteri
cro; e le lucerne o lampade came- lucerne con figure gentilesche e
rali, mai spegnevano, ma si la-
si profane ; ma se si riflette alla sem-
sciavano estinguere da per sé. Nei plicità, colla quale i primi cristia-
conviti funebri erano escluse le lu- ni ve le posero, talvolta staccando-
cerne, che solevansi però accendere le da' sepolcri de' gentili , che o
nelle casequando taluno nasceva. vicini o pure sopra gli stessi cimi-
Finalmente scrive il p. Manuzio, teri si o comprandole
trovavano,
che gli egiziani usassero simboleg- dalle officine ne servivano, non se
giare la vita umana colla lucerna, dee portare meraviglia; mentre lo
giudicando l'umana vita somigliare stesso facevano sovente de' vetri
ad una lucerna accesa alimentala con figure profane, e colle iscrizio-
con olio. ni de' gentili svelte dai loro sepol-
Qualunque siasi il fine per cui cri , e adattate ai sacri cimiteri.
gli antichi ponevano lucerne acce- Veramente lucerne con figure gen-
se ne* sepolcri, è certo che queste tilesche di rado si trovarono ne'se-
lucerne di terra cotta si trovarono polcri cristiani , molte bensì con
LUC LUC 87
simboli d'animali ed allre cose. In entro le chiese la forma di un
questo costume però gli antichi cri- candelliere, come si vede in molte
stiani, altro diverso fine ebbero da di Roma, tra le quali nomineremo
quello de' gentili, ed infinitamente le chiese di s. Maria di Aracoeli,
più. commendabile. Imperciocché, di Maria Nova e di s. Maria
s.
finalmente oltre a moltissimi altri offerte de' fedeli ne' tempi delle per-
riflessi morali s non v'ha dubbio che secuzioni , che si provvedevano i
intesero anche di onorare i corpi sacri templi di preziose suppellettili
de' santi martiri coli' apporre ai lo- e di lucerne di argento; con lu-
ro sepolcri le lucerne. cerne accese, frondi e foglie si a-
A questo antichissimo costume dornavano in Roma i templi e le
de' primi fedeli, può riferirsi quel- case nelle pubbliche allegrezze, ec.
lo de' secoli a noi più vicini , di Antonio degli Effetti nelle Memo-
scolpirsi sopra le lapidi sepolcrali rie di s. Nonnoso abbate riporta
,,
68 LUC LUC
diverse crudizioni sulle lampade LUCERNARIO , Lucernarium
meravigliose, e dell'efficacia dell'o- lucernalis hora; termine liturgico.
lio (della divozione poi che se ne 11 lucernario è una specie di du-
ha ne parlammo altrove ) di plicato responsorio, composto di al-
quelle che ardono innanzi alla cuni versetti, tutti ricavati dai sai*
Beata Vergine ed ai santi. Ag- mi. Fu cosi detto, poiché recitan-
giunge che la festa delle lampa- dosi anticamente i vesperi sull'im-
de fu istituita dagli ateniesi in o- brunir del giorno, ed accendendosi
nore di Vulcano, Minerva e Pro- perciò nella chiesa le lampade o
meteo che gli antichi romani usa-
; le lucerne, che vi si usavano allo-
rono le luminarie nelle feste di ra in vece delle candele successi-
Flora, le quali feste furono poi dai vamente introdotte, allusione si fa-
permutate in celebrare le
cristiani ceva con quel lucernario all'accen-
memorie de' martiri , della Beata dimento di esse. Benché il lucer-
Vergine, e nella notte dell' Ascen- nario non sia sempre lo stesso, con
sione, citando le testimonianze di tuttociò vi si fa sempre cenno di
Tertulliano, di Beda e di Baronie luce o d'illuminazione. 11 lucer-
Il p. Menochio dice che le lucer- nario dei greci consiste in un gran
ne per alimento del lume, in vece numero di preghiere molto più lun-
d' olioebbero talora il butirro, o ghe de* vesperi de' latini, e simili
altra sorta di materia ontuosa, e alle preghiere che si recitano a pri-
che in onore de* santi si adoperò ma, ed ai vesperi ne' giorni feriali.
talvolta il balsamo odoroso. Che IlMacri nella Notizia de' vocaboli
nelle chiese anticamente si adope- ecclesiastici dice che Lucernarium
rarono anche lucerne d'oro e di viene chiamato nel rito ambrogia-
argento, lo abbiamo dal Severano no certo responsorio od antifona ,
nelle Memorie sacre: tra le sup- che si canta nel principio del ve-
pellettili sacre donale da Costanti- spero, e che anzi questo medesimo
no imperatore alla basilica latera- vocabolo appresso gli scrittori eccle-
pense, si novera una lucerna d'o- siastici significa il Vespro (Vedi),
ro detta faro, che ardeva con quin- una delle sette ore canoniche. 11
rano, ove collocò il corpo del san- legge Assueverat exemplo ad ora-
:
to, pose una lucerna d'oro con die- tiones et psalmos nocte consurgere,
ci lumicini di trenta libbre. V. mane hymnos canere, accensaque
gli articoli Lampada e Lumi. Si pos- lucerna reddere sacrificium vesper-
sono consultare, Luca Fanciulli, De tinum. Però s. Epifanio, in Comp. t
lucernis s sivelampadibus pensilibus in chiama lucernali i salmi che in
sacris Christiane-rum aedibus, Mace- quella prima ora della notte si so-
ratae 1802, con figure. Gio. Pietro levano cantare; con che ottima-
Bellori, Le antiche lucerne sepolcra- mente si conviene il detto di s. Ba-
li\ disegnate ed incise da Pietro San- silio : At quinam fuerit pater ilio-
LUC LUC 89
rum non possumus:
actìonis, dicere inno intitolato ad sommtm , cioè
populus tamen antequam edit vo- per la compieta. La Compieta (Ve-
cerà, età, dando ad intendere tal di) poi recitavasi dopo cena, ver-
rito aversi nelle chiese per aposto- so un'ora di notte, secondo l'uso
lica tradizione. Delle istesse preci monacale di quel tempo. Conchiu-
lucernariesi fa menzione appresso de il Sarnelli, che per spiegare le
Clemente e Cassiano che compose parole del citato canone Toletano,
un libro del modo di far orazione cioè che il Lucernario non si leg-
la notte. Anche
Giovanni Cri- s. ge che in chiesa, ciò fu decretato,
sostomo chiama lucernario 1' ufficio perchè dopo vespero il vescovo, il
del quale lasciò scritto in psalm. prete, o in assenza il diacono loro,
1 1 8 Ad solis occasum, quod e-
: spiegava le come ri-
sacre scritture,
tiam lucernarium appellamus, oran- porta Niceforo 1. Cy-
12, e. 34. In
dum scilicet; quia Lum ob diei tran- prò, et in Caesarea Cappadocìam
sitimi Deo gratias agimusj enume- in sabbato, et dominica die vespe-
ra sette ore canoniche per orare ri, et post lucernarum accensionem,
e distesamente discorre delle tre episcopi et presbiteri sacras scriptu-
ore notturne di fare orazione. Ter- ras populi exponunt. Ed acciocché
tulliano le chiamò notturne con- ognuno vi fosse presente, furono
vocazioni, perchè non si recitavano tutti obbligati a recitare il vespero
privatamente in casa, ma pubbli- in chiesa, o se fosse in villa alla
camente in chiesa. Il Sarnelli nel presenza del vescovo, del prete o
tom. I, p. 1 1 3 delle Lett. eccles. del diacono , acciocché alcuni di
parlando del can. IX del concilio loro esporre potessero ai recitan-
Toletano I, riporta queste parole : ti nel divino ufficio le sacre scrit-
complementum lucernarii, idest ves- che fece nel modo più distinto. Co-
pertini offìciì dominìcae ; così pa- prì poscia diverse cariche nella sua
rimenti Prudenzio, avendo compo- congregazione cassinese , e non ot-
sto alcuni inni per tutte le ore ca- tenne che a stento il permesso di
noniche, il quinto sopra il vespe- dedicarsi nel ritiro al suo gusto
LUC LUC 91
antichi correligiosi, i primi col lo- mentano , nel quale egli avrebbe
ro clero ne suffragarono Y anima schiarite tutte le difficoltà che può
nelle XVII chiese dell'abbazia con presentare la lettura de' sacri libri.
solenni esequie ed orazioni funebri ; Però dalle indagini che abbiamo
i secondi in Roma con decoroso fu- fatto sulle opere dei cardinale, ri-
nerale nella patriarcale basilica di s. sulta quanto riportiamo. Esiste tra
Paolo. Luigi Ciolli pubblicò colle i mss. della biblioteca vaticana la
slampe : Orazione funebre in lode aiaggior parte delle opere maggio-
dei cardinal Michelangelo Lucìa, ri e minori del cardinal Luchi
Roma 1N02. Il Diario di Roma che in tutto sono 1 5o, e mag-
la
oltre le notizie della malattia, mor- gior parte autografe. Fra queste è
te, ed onori funebri del cardinale, da annoverarsi la sua grand'opera
nel num. 186 ci diede l'estratto sulla Bibbia che dovea stamparsi
del suo testamento. Lasciò i libri in Roma dal Fulgoni in tomi XXI
e la pianeta paonazza al mona- in foglio, al prezzo di scudi tre il
a
so il pastorale, a quello di s. Sco- i." contiene il testo ebraico; la 2.
a
lastica; alla chiesa collegiata di s. una traduzione greca ; e la 3. una
Andrea la pianeta rossa; al suo traduzione Ialina del testo ebraico
titolo la mitra preziosa ; diversi le- fatta letteralmente dall'autore; la
d
gali ai fratelli; al Papa i suoi scrit- 4- la versione greca dei LXX, se-
ti per collocarsi nella biblioteca condo i codici Vaticano e Ales-
a
vaticana, ed un quadro della Bea- sandrino; la 5. la traduzione la-
ta raccomandandogli la
Vergine, tina dal greco dei LXX, fatta di
famiglia, alla quale bramò che si nuovo dall'autore; e finalmente la
pagasse il solito corruccio, quaran- 6/ Volgata latina illustrata con
la
tena e spartizione, oltre le somme perpetue annotazioni e commen-
che assegnò a molti individui della tari. Il Nuovo Testamento è divi-
medesima. Scrissero alcuni che la so in quattro colonne; la prima
collezione degli scritti è formata di delle quali contiene il testo greco,
193 opere, delle quali 7 4 in greco, la seconda e la terza le traduzio»
e 119 in latino, versanti tulle so- ni ebraica e latina dello stesso te-
pra argomenti eruditi , di critica , sto greco fatle dall'autore; la quar-
di teologia e di morale. Egli avea ta la Volgata latina con perpetuo
il progetto di pubblicare una nuo- commentario, lì lavoro sul Nuovo
va Bibbia poliglotta, che giusta il Testamento per l' immatura morte
suo piano avrebbe formato trenta dell'autore termina nel v. 3j del
volumi in foglio, siccome perito in cap. VI dell'evangelio di s. Marco.
diverse lingue. Proponevasi di riu- Di lui abbiamo ancora alcuni Dia-
nire in essa il testo ebraico rista- loghi greci stampati a Firenze; e
bilito nella sua primitiva purezza, diversi Discorsi e della Causa del-
due nuove versioni greche e latine la Chiesa difesa contro l'ingiusti-
letterali, il testo e la versione la- zia de' suoi nemici, 1799.
tina dei Settanta, e la Volgala, non LUCIA (s.), vergine e martire.
che le osservazioni dei più dotti Uscì di nobile e ricca famiglia si-
i LUC LUC
gione di Cristo. Essendole morto il era annoverata fra le più illustri
padre menti*' era ancora fanciulla , vergini che abbiano suggellato la
Eutichia sua madre ebbe cura d'in- fede col proprio sangue.
spirarle i più vivi sentimenti di LUCIA di Vene7ia (beata). Pre-
pietà , che produssero in lei mera- servata nella sua fanciullezza da
vigliosi edelti. Avendo fatto voto una morte che sembrava inevita-
in segreto di conservare la sua vir- bile, prese di buon'ora la risoluzio-
ginità, cercò tutti i mezzi per im- ne di darsi aAbbracciò il
Dio.
pedire il progetto della madre, che, terz' ordine di s. Francesco nel mo-
ignara di ciò, le propose di mari- nastero di Salerno sua patria, ed
tarsi. Intanto Eutichia fu assalita attese assiduamente all'acquisto del-
da una infermità, che ad onta di le virtù del suo stato. Rifinita per
tutti i rimedi persistè per quattro le sue grandi austerità, provò una
f
dore, e nessuno ebbe ardimento di de' gentili. Negava l immoralità
recarvi offesa. I tormenti usati per dell'anima, che credeva materiale,
vincere la di lei costanza riuscirono ricusava l'antico Testamento e l'e-
egualmente senza successo: laonde pistola agli ebrei ; escludeva il ma-
fu rimessa in prigione tutta coper- trimonio e la concezione del Ver-
ta di piaghe, ove mori circa l'an- bo nel seno di Maria. Ammetteva
no 3o4, cioè al tempo della per- finalmente due divinità, una buo-
secuzione di Diocleziano. Il corpo na e l'altra cattiva. Anche gli a-
di s. Lucia rimase parecchi anni a riani furono chiamati lucianisti
Siracusa; fu poscia trasferito in Ita- perchè questi erroneamente ritene-
lia, indi a Metz. Una porzione del- vano che s. Luciano prete di An-
le sue reliquie, ch'era anticamente tiochia e martire, avesse professato
a Costantinopoli, è di presente a i loro sentimenti.
Venezia, e vi è onorata con peeu- LUCIANO e MARCIANO (ss.),
LUG LUC 93
maligni per virtù del segno della in Siria, avendogli la morte rapiti
croce. Aperti gli occhi alla luce del i genitori, egli distribuì ai poveri
vangelo, abbruciarono tosto i loro tutti i suoi beni, e sostituì lo stu-
libri di magia in mezzo alla piaz- dio delle sante Scritture a quello
za di Nicomedia, ricevettero il bat- della reltorica e della filosofia, in
tesimo, distribuirono i loro beni ai cui avea già avanza-
fatto rapidi
poveri, e si ritirarono nella solitu- menti. Fatto sacerdote, in nessuna
dine. Passato lungo tempo nella altra cosa si occupò più, che nel
penitenza , si misero a predicare guidare gli altri alla virtù coi suoi
Gesù Cristo ai gentili; ma appena esempi e discorsi, ed imprese a da-
fu pubblicato in Bilinia , nell'anno re una nuova edizione dei libri
25o, l'editto di Decio contro i cri- santi, correggendovi gli errori ch'e-
stiani, furono arrestati e condotti rano incorsi nel testo dell'antico e
dinanzi al proconsole Sabino, che nuovo Testamento. Questa edizio-
trovandoli fermi nella loro fede ne meritossi la stima universale, e
dopo averli fatti tormentare sopra fu di grand'uso a s. Girolamo , il
l'eculeo, ordinò che fossero bruciati quale dice che era la più esatta
vivi. mezzo alle
Essi spirarono in e che per conseguenza era delta
fiamme, lodando e benedicendo il sovente in senso assoluto la Bib-
Signore. Sono nominati nel marti- bia dei settanta, o la versione co-
rologio romano il 26 ottobre. mune. Si è avuto alcun sospetto
LUCIANO (s.), martire. Da Ro- della fede di s. Luciano, dietro la
ma si recò nel terzo secolo a pre- svantaggiosa testimonianza che ne
dicare il vangelo nelle Gallie, e rende s. Alessandro vescovo d' A-
suggellò col proprio sangue la dot- lessandria, il quale riferisce ch'esso
trina che annunziava. Alcuni lo visse fuor della comunione della
fanno discepolo di s. Dionigi ve- Chiesa ,
suo attaccamento al
pel
scovo di Parigi, altri di s. Quintino. partito di Paolo di Samosata; ma
Soffrì forse il martirio a Beauvais ci ha tutta l'apparenza ch'egli fos*
verso l'anno 290, ove alcun tempo se stato ingannato per non aver
innanzi erano stati martirizzati Giulia- potuto conoscere ben addentro gli
no e Massiano o Massimiano, compa- empi dommi di quello scaltro ere-
gni di sue fatiche. Le reliquie di siarca. Inoltre d. Ceillier è d'avvi-
questi tre martiri, celebri per molti so con alcuni altri critici , che il
miracoli, si custodiscono nella ba- Luciano di cui parla s. Alessandro
dia di s. Luciano di Beauvais. S. sia diverso dal nostro santo, poi-
Luciano non ha che il titolo di ché non gli dà il titolo ne di pre-
martire nella maggior parte dei ca- te, ne di martire. Aggiungasi che
lendari prima del decimo secolo, e Eusebio, s. Gio. Crisostomo, s. Gi-
nel martirologio romano ; ma un rolamo, non dicono che sia mai
calendario dei tempi di Lodovico slato separato dalla comunione del-
il Bonario Io qualifica col titolo di la Chiesa, ne che sia caduto negli
vescovo, e sotto questo titolo egli errori di Paolo di Samosata. Certo
è onorato a Beauvais. Celebrasi la è che s. Luciano morì in seno alla
sua festa agli 8 gennaio. Chiesa cattolica. Avvegnaché sacer-
LUCIANO (s.), detto d'Antio- dote d'Antiochia, trovavasi Lucia-
chia, martire. Nativo di Samosata no a Nicomedia, quando Dioclezia-
94 LUC LUC
no vi fece pubblicare i suoi primi Magno, a cui furono portate d.-d-
gnargli tutte le rendite della Chie- diritto delle decime del distretto
sa, mentre dicevano al Pontefice e della corte di Portalbera sul
bastare le decime e le oblazioni. Pavese, pronunciando due delle tre
Volendo dunque Lucio li repri- parti di essa spettare al detto capi-
mere i ribelli e scacciarli dal Cam- tolo di Piacenza, e ciò al cospetto
pidoglio, allorché vi saliva con un de' vescovi Alfano di Pavia e Ardoi-
esercito, fu colpito da una sassata, 110 di Piacenza, non che di Giovan-
per la ferita della quale morì ai ni proposto della cattedrale, e di
s5 febbraio 1
1
4^ 9 e fu sepolto altri personaggi sì ecclesiastici che
nella basilica lateranense . Lucio secolari. Quindi collo stesso carat-
li governò undici mesi e quattor- tere fu inviato da Innocenzo II
dici giorni, e in due promozioni nelle Gallie, e poi da Eugenio III
ioo LUC LUC
in Sicilia insieme col cardin.il Gio- accettare : dicesi che il nome Io
vanni napoletano, il quale Lisciato- prese per onorare la patria Lucca
si sedurre e corrompere dall' oro, o Luca.
pronunziò sentenza favorevole a Giunto in Roma, poco tem-
prò di chi lo avea guadagnato; po vi dimorò, temendo qualche
lo che saputosi dal cardinale Al- affronto dai romani che si rivol-
lucingoli, non volle prendere parte tarono contro di lui, per non a-
nel di lui giudicato. In seguito lo ver egli voluto osservare certi costu-
spedì Alessandro III insieme con mi praticati dai predecessori, cioè
due altri cardinali, col medesimo non volle contribuire que* presenti
titolo di legato all'imperatore Fe- che solevansi fareal popolo dal nuo-
derico I, fautore ostinato dello Sci- vo Papa ; altri dicono essere il po-
sma di Vittore V antipapa. Nien- polo malcontento perchè l'immedia-
te però potè ottenere per allora to predecessore 1* avea spogliato
da quel principe, ma quando ri- dell'intervento all'elezione pontificia.
tornò alla sua corte in compagnia Tuttavolta per una sedizione mos-
del cardinal Raniero di s. Giorgio, sa dal senatore di Roma, non dai
gli riuscì felicemente di ridurlo consoli, ritornò Lucio III in Vel-
in Pavia all'obbedienza del Iccritti-
o letri,dove nel 1 182 assolvè Gu-
rao Pontefice. Indi ricusò quell* o- gliemo re di Scozia, dalla scomu-
ro che Enrico li re d'Inghilterra nica lanciatagli dall' arcivescovo di
fece offrirgli, oltre al cardinal Gia- York, perchè erasi opposto alla
cinto Bobone ,
per mezzo del suo consacrazione di Giovanni eletto
ambasciatore in Roma, affinchè lo vescovo di s. Andrea nella Scozia.
favorisse nella causa che quel prin- Canonizzò in Segni s. Brunone ve-
cipe agitava contro s. Tommaso scovo di quella città. Il Gigli nel
arcivescovo di Cantorbery. Questo Diario sanese p. 4^2, scrive es-
santo fece di ciò onorevole menzio- servi fondamento da credere che il
ne in una sua lettera, dicendo che b. Giacomo Piccolomini romitano
l'Allucingoli ed altro cardinale, an- di Lecceto sanese, fosse ancora an-
ziché ricevere denari dal re, impie- noverato tra' santi da questo Pon-
gavano le proprie sostanze in sol- tefice, insieme con s. Galgano, di
lievo de'poveri cattolici perseguita- cui fugrande amico; ma il No-
ti in quel reame. Alla fine dopo vaes desiderò che il Gigli avesse
aver contribuito col proprio suffra- prodotto documenti più. autentici.
gio all' elezione dei Pontefici Cele- Nel 11 83 Lucio III eresse in me-
stino Eugenio III, Anastasio IV,
II, tropoli la chiesa vescovile di Mon-
Adriano IV, ed Alessandro III, al- reale. Da Velletri il Papa si recò
le bolle de' quali a quelle come in Anagni, dove celebrò la festa di
pure d'Innocenzo II appose la sua Natale, e quindi tornato in Roma
soscrizione , egli medesimo rimase per pacificare gli abitanti, per nuo-
eletto Papa in Velletri il dì pri- ve discordie fu costretto partirne,
mo settembre 1181, dai cardinali avendo inutilmente tentato amicarsi
senza Y intervento del clero e del i malcontenti con abbellire la cit-
popolo, ed ivi coronato col nome tà ; ed a molti suoi seguaci furo-
di Lucio III ai G settembre, ben- rono cavati gli occhi. 11 Muratori
ché per la vecchiaia ripugnasse dice che agli 8 luglio 11 85 con-
LUC LUC 101
secrò la cattedrale di Bologna, ed morì tra le sue braccia, e le sue
il Fellone che ai 22 di detto me- truppe furono battute. Il Papa chie-
se consecrò in Modena la nuova se de'sussidi all'Inghilterra, che gli
cattedrale, quindi proseguì il viag- mandò alcun denaro pel soccorso
gio per Verona. In questa città si della crociata. Altra discordia col-
abboccò colfimperatore Federico I l'imperalore fu l'argomento dell'in-
sopra gli affari della repubblica dipendenza dei monasteri delle mo-
cristiana, e di suo concerto emanò nache, e le possessioni della con-
una bolla per 1' estirpazione del- tessa Matilde. Or mentre Lucio
l'eresie,e suir Inquisizione [Fedi) III tutto si applicava all' ottima
da lui più formalmente stabilita. amministrazione del suo pontificato,
Continuando la sua dimora in e non cessava d'invitare i principi al
Verona vi celebrò un concilio: in soccorso di Terrasanta, dopo il go-
esso il Papa scomunicò coloro che verno di quattro anni, due mesi,
in Roma l'avevano oltraggiato, od ventitre o dieciotto giorni computati
aveano usato crudeltà contro certi dalla consecrazione, morì in Verona
chierici; ammise nel concilio gli ai 25 novembre 1 185. Il Papebro-
inviati di Palestina , eh' esposero chio in Propylaeo par. II, p. 28, di-
il tristo stato degli affari de'crociati. ce che fu creato a' 29 agosto, co-
Lucio III non potè ottenere che ronato 3o deli 181, che gover-
ai
la cala di Aiguillon, una delle più dieciotto anni, e morì nel 1 334-
glie Margherita Toschi. 1298 Mi- Ligo fu degli anziani, e nel i36o
no di Giovanni gonfaloniere della dal celebre cardinal Egidio Albornoz
società militare delle spade. i3oi legato d' Innocenzo VI venne eletto
Lodovico di Giovanni^ si maritò camerlengo e priore di Bologna:
con Azzolina Caccianemici, fami- fu marito di Azzolina Caccianemi-
glia che nel j i44 avea dato alla ci e di Bartolomea Castaldi, lascian-
cioni, con torre, fu poi acquistato chiamano Laura Bianca col nome
dai Tibertini, e passò in una del- di Camilla Bianchini, illustre fami-
le eredi Cappi. Fu rimodernato glia bolognese. Da questa e da
per bella architettura a spese dei Girolamo chiamato pure Pompeo
conti Tibertini, anzi non ha gua- nacque in Bologna nel i55>4 A-
ri restaurandosene la facciata, d'or- lessandro Ludovisi che fu il prin-
dine dell'attuale proprietaria Ma- cipale lustro e decoro di sua pro-
tilde Galazzi in Pianegiani, si scuo- sapia, per la potenza, onori e ric-
Bianchini. 1 562 Conte Ippolito dì gnità. Il Gigli registrò nel suo Dia*
Nicolò, fu anziano e sposo di Eleo- rio, che a' 3 marzo giunsero in
1
tata da quel Papa, che passò poi ai fecero la gran caduta d'acqua, la
Conti, ed ora è del duca di Brac- gradinata, le fontane laterali e la
ciano d. Marino Torlonia, ciò che peschiera. L'attuale signore poi del-
meglio dicemmo nel voi. XXVII, la villa, tolte le aquile de' Conti,
p. i56 del Dizionario ove a pag. , vi ha sostituito il proprio stemma.
i5»4 parlammo ancora della villa Quanto alla Sora o Boncom-
villa
Soia e Boncompagni di Frascati. pagno, nel nominato mss. ho letto
Qui però aggiungeremo sulle ville che ivi il celebre Annibal Caro tra-
Ludovisi e Boncompagni alcune dusse l'Eneide di Virgilio in tem-
altre erudizioni. Ho letto di recen- po di villeggiatura. Certo è che il
te in un mss. che la villa Ludo- Caro si formò una villetta nel Tu-
visi, poi Conti, ora Torlonia, fu sculano, che chiamavasi Caravilla,
costruita dal cardinal Tolomeo Gal- ove fece gran parte di detta tra-
li di Como, di cui lasciò scritto duzione in versi sciolti, per dimo-
no LUD LUI)
strare che la lingua italiana avea glio pontificio, e generale della ma-
tutte le qualità poetiche che po- rina e galere pontificie. Nel 164^
tevano renderla atta all'epopea, e Innocenzo X creò cardinale Nicolò
riuscì uno de' capolavori dell'italia- AllxMgati-Ludovisi bolognese, pa-
na (avella. Inoltre il cardinale Lu- rente di Gregorio e cugino XV
dovisi fabbricò in Roma il sontuo- del cardinal Lodovico Ludovisi, che
so e magnifico tempio in onore di lo chiamò in Koma e gli diede
s. Ignazio, che descrivemmo nel il cognome e lo slemma
Lu- de'
voi. XIV, p. 19Ì e seg. del Di- dovisi, indi morì decano del sacro
zionario, ed ove eresse al Pon- collegio.Va osservato che allorché
tefice zio un grandioso e nobile erano prelati Alessandro Ludovisi
monumento sepolcrale; il fratello e Giambattista Pamphilj, poi Gre-
Nicolò eresse la facciata, e compì gorio XV ed Innocenzo X, furono
la fabbrica della chiesa, la cui de- amici intrinseci. Narra il diarista
finitiva I' ebbe
ultimazioneperò nel Gigli che nel i653 Innocenzo X
i685. Combinazione ammirabile diede al principe Nicolò Ludovisio
della provvidenza, che fece prima una cedola di centomila scudi,
edificare da Gregorio XIII il con- perchè quando egli sposò la nipote
tiguo superbo edilìzio del collegio non ebbe dote alcuna. Con questi
romano, e poi la chiesa dal nipote denari egli comprò un palazzo a
di Gregorio XV, le cui famiglie, co- Monte Ci torio, dietro la chiesa di
me andiamo a dire, doveano tras- s. Biagio, e cominciò a fabbricare,
fondersi in una. La chiesa è affi- con incorporarvi le case contigue,
data come dalla sua erezione ai ed anche l'abitazione ed il giar-
benemeriti gesuiti, conservandone dino che apparteneva a detta chie-
il patronato la nobile famiglia Bon- sa, dove stavano i chierici regolari
compagni-Ludovisi, che vi ha la somaschi, i quali perciò si parti-
sepoltura gentilizia; nelle feste so- rono, e andarono a stare tra gli
lenni si espongono due nobilissime altri della medesima congregazione
e ricche coltri o portiere o dos- al collegio dementino in piazza
selli collo stemma de'Lu- gentilizio Tale magnifico palazzo lo
Nicosia.
dovisi, il quale è pure sopra l'ar- comprò dai Ludovisi Innocenzo
chitrave della porta maggiore nel- XII per collocarvi la curia roma-
la facciata delia chiesa. na, compiendone
l'edifizio: di que-
LUD LUD in
il Papa vi si ne re-
recò il vide, Boncompagni -Ludovisi, a condizio-
stò sorpreso, conobbe ch'era una ne di prendere il nome e le ar-
destrezza del principe, e ne ordinò mi degli Ottoboni (Fedi). In tal
la pronta esecuzione. Il principe modo Gaetano pei suoi due figli
fìa viene riportata nell' Album dei Nella provincia del Principato Citra,
18 aprile 1846. Quanto al prin- la città di Gonza, con otto terre. Nel-
cipe d. Antonio, aggiungiamo alla la provincia di Basilicata, la città
fìgliuolanza notata all'articolo Bon- di Venosa col casale Maschito. 11
va stare del pari con qualsivoglia che rincora porta suo nome, ed
il
cui era fornito, atto ad ogni vir- ch'era di naturale attivo e inde*
tù o grande affare ,
prese la lau- fesso, d'animo grande e magnifi-
rea dottorale. Appena lo zio Gre- co, di cuore benigno e generoso,
gorio XV fu innalzato al pontifi- facile oltre ogni credere in amrnet-
cato, lo fece referendario delle due tere all' udienza chiunque ed in
segnature, e segretario del buon qualunque circostanza di tempo*
governo e della sacra consulta; ed siccome dotato d'una gentilezza che
essendo nell' età di ventisei anni, non conosceva limiti. Vacata per
il Papa a' i5 febbraio 1621 lo morte del cardinal Montalto nipo-
creò cardinale dell' ordine de'preti, te di Sisto V la carica di vice-can-
conferendogli per titolo quello che celliere, fu da con-
Gregorio XV
aveva portato nel cardinalato, cioè ferita al che rinunziò quel-
nipote,
la chiesa di s. Maria in Traspon- la di camerlengo. Durante il pon-
tina. Successivamente Io stesso Gre- liticato dello zio, Roma e lo sta-
gorio XV
gli affidò amministra- T to goderono pel cardinale l'abbon-
zione generale dello stato pontifi- danza, la tranquillità e la pace.
ciò, Io nominò suo successore al- Morto Gregorio intervenne al XV
l'arcivescovato di Bologna, dove ce- conclave iu cui fu eletto Urbano
lebrò il sinodo, e nel tempo stes- Vili, nel cui pontificato provando
so lo dichiarò camerlengo di s. or avversa, or prospera fortuna,
Chiesa, legato d'Avignone, segre- tutto si diede al governo della sua
tario de'brevi, e protettore di Sa- chiesa di Bologna. Tormentato dal-
voia e dell' Ibernia, non che dello la podagra, avendo stabilito inde-
stato di Fermo, dell'ordine dei ss. bolirla con un' ostinata dieta, ne
Maurizio e Lazzaro, e segretario rimase talmente estenuato e rifini-
della congregazione del s. offizio. to, che con universale cordoglio
VOL. XL. 8
tf4 LUD LUG
morì in Bologna ai 18 novembre nes, et taxa fori ecclesiastici et ,
i632, nella robusta età di tren- curine arcìiicp. Bonon. 1629. In-
taselte anni. Trasferito il suo ca- sti tuzioni ai curati della ciltà e
da vere in Roma, ebbe sepoltura diocesi per le necessità correnti
nel sontuoso tempio di s. Ignazio, nel contagio di Bologna, if)3o.
nella cui fabbrica impiegò duecen- Sermoni, e panegirico in lode di s.
tomila scudi, venendo tumulato a Ignazio^ siccome amatore de'gcsuili
piedi del mausoleo da lui innalza- suoi figli. Inoltre lasciò vari volu-
lo allo zio, in un'urna di porfido mi mss. di lettere sopra materie
rosso, in cui leggesi il suo nome, di politica e negozi, alcune delle
e si vede espressa in bianco mar- quali furono stampale da Michele
mo la di lui effigie, sostenuta da Giustiniani nelle Lettere memora-
due geni di eccellente scalpello. Fu bili.
colta di alcune cose stabilite nel cassata in argento con tre raggi,
primo smorzo, Bologna 1623 e 1624. leggendosi nello scudo: 27, 28,
Altri ordini del sinodo diocesano , 29 juillel i83o, e l'epigrafe: Don-
celebrato a' 3o maggio 1624- Co- ne par le roi des Francais. Dal-
stituzioni per le monache che pro- l' altro lato dello scudo avvi il
u6 LUI LUI
Concilii di Lugo. A* 27 maggio 1234, pei consigli
della madre, impalmò la principes-
primo tenuto nel r)Gt),
11 fu sa Margherita figlia primogenita
per la divisione delle diocesi di del Provenza
conte unione
di :
Spagna. Regia t. XII ; Labbé t. V; che Iddio benedisse con una felice
Arduino t. III. fecondità. Frattantoil giovane mo-
secondo nel 572, in cui s.
11 narca, essendo negli anni venti di
Martino vescovo di Braga mandò età, prese in mano le redini del
ottantaquattro canoni o capitoli, governo; ma
avea tale rispetto ver-
che avea estratti dai concilii della so la madre sua , che non facea
Chiesa latina. Regia t. XII; Labbe cosa alcuna senza prendere consi-
tom. V. glio da lei. Siccome Luigi VIII
Alcuni autori mettono un ter- avea ordinato nel suo testamento
zo concilio tenuto iu Lugo , verso che il prezzo delle sue gioie fosse
l'anno 610. impiegato nel fondare un mona-
LUIGI IX (s.), re di Francia. stero , il figlio ne eseguì fedel-
Figlio primogenito di Luigi Vili mente la volontà, facendo edifica-
e di Bianca figlia di Alfonso IX re re la abbazia di Royau-
celebre
di Castiglia, nacque nel castello di mont, che divenne poscia per lui
Poissyil 1 5 aprile I2i5. Sua madre un luogo di ritiro, dove si recava
Bianca principessa di rara virtù, di quando in quando a gustare le
prese la cura di vegliare alla di delizie della solitudine, occupandosi
lui educazione, e gl'inspirò fin dal- santamente del suo Dio, ed imploran-
la culla grande rispetto alle cose do il possente aiuto di lui col di-
sante, vivi sentimenti di pietà, e giuno, coll'oraziòne e colla peniten-
straordinario amore alla castità. za. Diversi altri conveuti, vari ospe-
Il giovane principe fece rapidi pro- dali, e un gran numero di chiese il
tutto ciò che può consecrare la sua Lancia (Fedi) che ferì il costato
memoria nei fasti della religione. del Redentore, mentre la lancia fu
LUI LUI 117
poi da Baiazette II regalata ad guenza delle fatiche nell' ultima
Innocenzo Vili. La sacra reliquia fu guerra da lui sostenute come l'in-
tuire i denari che aveano estorto trocinio dei santi martiri a s. Dio*
con usure inique, e non trovando- nigi, prendervi 1' oriflamma,
e a
sicoloro cui doveansi restituire, si ch'era lo stendardo che si facevano
impiegassero in opere buone. Nel portare dinanzi nella guerra i re
1242 marciò contro il conte della francesi. Imbarcossi il 25 agosto
Marca e contro Enrico III re di 1248 colla regina Margherita sua
Inghilterra che aveano stretto fra moglie e co' suoi fratelli conti di
loro alleanza contro di lui. Ei li Artois e d' Anjou. Prese Damiata
sconfisse nella battaglia di Taille- nel 1249, e fece prodigi di valore
bourg il 20 luglio , ed inseguilli alla battaglia di Massora nel i25o;
fino a Saintes, ove quattro giorni sennonché la mancanza di viveri e
dopo riportò sopra di essi un' al- le malattie contagiose avendo poscia
tra grande vittoria. Accordò in se- estremamente indebolito l'esercito
guito la pace al conte della Mar- francese, sofferse una terribile scon-
ca, e fece una tregua di cinque fìtta, ed il re gravemente malato fu
anni col re d'Inghilterra. S. Luigi fatto prigioniero co'suoi due fratelli
cadde pericolosamente ammalato due Alfonso e Carlo, e molti altri si-
anni dopo, cioè il io dicembre gnori. Luigi IX seppe anche pri-
1244» in modo che venne perfino gioniero serbare il contegno di re
creduto morto. Ciò fu una couse- e di cristiano, e trovar tutto in
Il* LUI LI I
i monti ; poscia i francesi s' impa- te del fratello, ed insieme con Fi-
dronirono di una fortezza vicina lippo 111, resi gli ultimi uffici al san-
alle rovine dell'antica città di Car- to re, adoperossi alla sicurezza del-
tagine, e si apparecchiarono all'as- l'armata. I saraceni vennero scon-
sedio di Tunisi, attendendo l'arrivo fitti, Tunisi fu presa, e si con-
del re di Sicilia Carlo I d' Angiò, chiuse una tregua vantaggiosa. Le
che dovea condurre a suo fratello spoglie mortali di s. Luigi IX fu-
male ognor più, fece le sue ulti- rare il patrocinio del santo re, e vi
di spirare si fece porre sopra la sta alla santa cappella della stessa
cenere, coperto di un cilicio, e così città.
passò dalla presente vita ai 25 di LUIGI (s.), Teseo vo di Tolosa,
no LUI LUI
Figlio di Carlo II, soprannominato cipio di febbraio dell'anno appres-
ti Zoppo, re di Napoli e di Sici- so fu consagrato vescovo. Egli in-
lia, e secondo nipote di s. Lui- traprese con zelo e carità il go-
gi IX re nacque a
di Francia, verno della sua diocesi, e ne fece
Brignole nella Provenza V anno la visita lasciando per tutto vesti-
1274. Fin dai suoi primi anni e- gi della sua santità, e spargendo
gli fece manifesto ciò che sarebbe largamente le sue beneficenze. La
stato un giorno. La saviezza e la morte suo gregge, men-
lo rapì al
pietà da cui erano animate tutte tre era a Brignole, a' 19 agosto
le sue azioni ben facevano giudi- 1297, in età di soli ventitre anni
care ch'egli era guidato dallo spi- e mezzo, e fu seppellito nel con-
rito divino. Nel 1284 suo padre vento dei francescani di Marsiglia,
fu fatto prigioniero del re d' Ara- come avea domandato. Giovanni
gona, e non riebbe la libertà che XXII lo canonizzò ad Avignone
dopo quattr'anni, colla condizione nel 1 3 1
7. Nel 142 3 le sue reli-
mossi. Egli segui suo padre a Ca- propri compagni. Pel continuo im-
sal Monferrato , ed ivi cominciò a mergersi e tener la mente fissa
porre in esecuzione il piano di nelle cose di Dio essendosi affievo-
austerità che si era proposto. Nel lito molto il suo corpo, i superiori
i58i l'imperatrice Maria d'Austria gli proibirono di fare altre preci
passando per la Lombardia onde e meditazioni oltre quelle dalla
condursi in Ispagna presso Filippo regola preseli tte, e lo mandarono
II suo fratello, il marchese di Ca- a Napoli per curarsi. Compiuto il
stiglione 1' accompagnò menando noviziato fece i suoi voti a Roma
seco i suoi figli. Filippo lì no- il 20 novembre i587, e incomin-
minò Luigi paggio dell' infante d. ciò i suoi studi di filosofia e di
Giacomo. Il giovane Gonzaga non che
teologia, dovette però inter-
avea per anco quattordici anni rompere per recarsi, dietro ordine
ed era già l'ammirazione della cor- de'suoi superiori, a conciliare gl'in-
te di Spagna per la sua pietà e teressi di Vincenzo Gonzaga duca
saviezza. Fu allora che risolvette de- di Mantova succeduto a Guglielmo,
cisamente di abbandonare il mon- e del proprio fratello Rodolfo, i
parenti d'essere contenti di tal ma- zioni teologia del dotto p. Sua-
di
ritaggio. Ritornato a Roma volle rez; poscia entrò nell' ordine a' 2
divìdere co' gesuiti suoi confratelli dicembre 1
5y4 , e mandato
fu
le cure eh' essi prendevano degli a fare il noviziato in Medina del
ammalati in una epidemia che fa- Campo. In capo a due anni tor-
ceva stragi nella città. Egli fu col- nò a Valladolid a compiere i suoi
pito dal contagio, senza però soc- studi teologici. Egli vi brillò per
combervi; ma una febbre lenta lo la svegliatezza del suo ingegno e
consumò poco più di tre me-
in per la solidità del suo giudizio,
si. Morì tranquillamente dopo la superando tutti i suoi condiscepoli.
mezzanotte del 20 al 2 1 di giugno Ordinalo sacerdote nel i58o, in-
del i5g[, nel ventesimolerzo anno segnò successivamente la filosofia
di sua vita. Fu seppellito nella e la teologia nel collegio di Leo-
chiesa di s. Ignazio del collegio ne. Esperto del pari nelle vie del-
de' gesuiti, ove fu poscia colloca- la vita spirituale, come nelle scien-
to in una magnifica cappella che ze, divenne maestro de'novizi e ret-
vi è stata edificata sotto il suo tore di parecchi collegi. Il suo zelo
nome dal marchese Scipione Lan- per la gloria di Dio lo rese un apo-
cellotti. Gregorio XV Io beatificò nel stolo in favore di tutti quelli che
162 1, e Benedetto XIII canonizzol- erano sotto la sua disciplina e sot-
lo nel 1726. La sua festa si cele- to la sua guida Egli applicossi .
vivo timor di Dio; Umore che gli otteaue dai suoi superiori, nel 1 So,*},
LUI LUI 123
di esporsi al pericolo della pestilen- e latini, degli storici, degli orato-
za a Villa Garcia per assistere ri e di quanto la dotta antichità
gli ammalali che n' erano assaliti. vanta di più perfetto in ogni ge-
Egli avea domandato di poter an- nere di studi. Colle sue prediche,
dare nelle Indie a consumale i coi suoi scritti, e con esempi di santa
suoi dì penosa fatica delle
nella vita produsse moltissime conversioni.
missioni ; ma non avendone otte- Eletto priore in Badajox , vi eresse
grandi del regno, a domandare al- ritirò nel convento reale di Lisbo-
la santa Sede la canonizzazione di na , dove proseguì a raccogliere
questo .servo di Dio. Nel 1759 il ulteriori frutti co'suoi consigli, col-
Papa Clemente XIII pubblicò un le prediche e cogli scritti. Gre-
decreto comprovante l'eroismo del- gorio XIII con lettele apostoliche
le virtù del p. Luigi da Ponte. si congratulò de'suoi lavori e V a-
1 disastri della compagnia di Ge- nimò a continuarli. Sisto V voleva
sù furono forse cagione che non crearlo cardinale, ma non potè riu-
siasi continuato il processo. Egli scirvi. Visse questo celebre dome-
compose alcune opere spirituali ,
nicano spagnuolo ottantaquattro an-
che meritarono la stima generale, ni in un continuato esercizio di
e contribuirono non poco ad accre- l'unzioni apostoliche ed in una per-
scere la fama del loro pio autore. fetta solitudine, passando la maggior
Tali sono le Meditazioni sopra i parte delle notti a meditare, a
misieri della fede-, la Guida spiri- contemplare, a pregare, e i giorni
tuale; il Trattalo della percezione a confessare, a studiare,a scrivere
cristiana in tutti gli stati ; oltre un o a dettare. Riposò nel Signore ai
gran numero di lettere che sono 3 1 dicembre 1 588. Abbiamo di
state raccolte, e varie altre opere. lui un gran numero di eccellenti
LUIGI di Granata. Nacque nel opere scritte in latino o in ispa-
i5o5 in Granala, e vestì l'abito gnuolo, e tradotte in molte lin-
domenicano uell' anno i524 nel gue. 1 . Un Trattalo dell' orazione,
convento di quella città. I suoi 2. La Guida de' peccatori. 3. Il
progressi nelle virtù e nelle scienze Memoriale della vita cristiana. /\.
scorsi sopra ogni sorta di argomen- solo nastro o bandoliera colla cro-
ti ili pietà. 7. Dialoghi sull'incar- ce pendente, senza la placca. I ca-
nazione del Figlio di Dio. 8. L'in- valieri usavano solamente la croce
troduzione al simbolo della fede. d'oro in petto, pendente da picciol
e). La rettorica della chiesa, os- nastro color di fuoco , e la pone-
J
sia eloquenza de predicatori ; e vano all'occhiello dell'abito. La cro-
molti altri scritti dominatici, mo- ce era d'oro con corona, di forma
rali, storici ec. ottagona, con de' gigli o fiordalisi
LUIGI (s.), ordine equestre. Per ai quattro o angoli; nel mez-
lati
miti. L'ordine avea pure de' digni- dere l'onore del re, la di lui au-
tari, i quali godevano di alcuni torità, e i diritti suoi e delia co-
distintivi. A tutti i cavalieri del- rona ; di non passare senza il suo
l' ordine concesse per insegna una permesso al servizio di un princi-
croce d'oro coli' immagine di s. pe straniero , di rivelare tuttociò
Luigi IX gran cro-
re di Francia. I che si potesse conoscere di contra-
ci la portavano pendente da un rio al re ed allo stato, di osserva-
nastro o bandoliera larga quattro re esattamente gli statuti dell'ordi-
dita color di fuoco, che poneva- ne, e di comportarsi da buono, sa-
no a traverso del petto dalla spal- vio e leale cavaliere. L'ordine ogni
la destra all'anca sinistra, usando anno teneva il capitolo nel giorno
,
1
civescovato di Sens ;
quindi ad cura di predicare il vangelo agl'i-
istanza di Giacomo III re cattoli- dolatri, nel che occupossi indefes-
co d'Inghilterra, lo stesso Pontefi- samente, senza temete le persecu-
ce nel concistoro de' 5 aprile 1756 zioni mossegli contro dai nemici
lo creò cardinale dell'ordine de'pre- della religione. S. Bonifacio, dopo
ti, e gli mandò la berretta cardi- averlo ordinato prete nel 7^1, lo
nalizia per l'ablegato monsignor mandò a Roma per consultare il
Durini. Morto Benedetto XIV nel Papa Zaccaria sopra parecchie que-
1758, il cardinale si recò al con- stioniimportanti. Ritornato in A-
clave che riuscì uno de' più ce- lemagna, lo nominò suo successo-
lebri , ed
unione degli altri
in re, ed ottenutone il consenso del
cardinali francesi,
per ordine di re Pipino, venne consacrato arci-
monsignor di Laon ambasciato- vescovo di Magonza. Due anni do-
re di Francia, diede la formale po s. Bonifacio sofferse il martirio,
esclusiva dal pontificato al cardi- e s. Lullone ne portò il corpo al-
LUM LUM 127
l'abbazia di Fulda, e gli diede o- lennizzare qualche fe>ta. Tarlano i
n8 LUM LUM
al dire del Lunadoro, edizione del pria dei chierici detti ceroferarii
i6£6,p. 3ia, le torcie di cera bian- benché nei primi tempi della Chio-
ca che ad essa aveano servito alle sa, e nel tempo degli apostoli, non
finestre de' cardinali principi, ed , tutti i ministeri che ora si eserci-
ambasciatori, si gettavano al popo- tano dagli ordini minori , erano
lo. Delle illuminazioni e fuochi che come adesso si pratica
distribuiti,
hanno luogo nella sera della pro- ma esercita vansi da un solo mini-
mozione dei cardinali e nelle se- stro. Lampadario o Lampadisia
guenti, ne tratta eziandio il Chiap- (Fedi), era un ministro nella chie-
poni, Ada canoniz. sanctorum p. y
sa di Costantinopoli, incaricato del-
ao8 e seg. l' illuminazione del tempio; eranvi
Tra i distintivi degl' imperato- eziandio lampadari nel palazzo im-
ri romani eravi quello di essere periale e pel servigio de' grandi
preceduti nelle strade con facelle uflìziali di Anticamente i
corte.
accese; ma sebbene Comodo con- Mansionari ( Vedi) ebbero nelle
cedesse a Marcia , che teneva in chiese la cura dei lumi delle lam-
luogo di moglie, tutti gli onori pade. Quanto alla illuminazione
come ad Augusta, non gli accordò delle strade, negli articoli di qual-
d' essere accompagnata dalle facelle che città capitale, dicemmo quan-
accese. Il disco di luce con cui i do ebbe principio. Neil' Effemeridi
pittori vollero esprimere i santi, è di Roma del 1787, a p. 4° 2 > P ar *
quel lume comunicato agli ange- lasi della dissertazione del prepo-
li ed agli uomini da Dio stesso sto Carlo Castelli, sulla forma più
fonte perenne di luce, e qual se- conveniente per le lampade desti-
gno eh' egli abita in loro. Le illu- nate alla illuminazione delle strade.
minazioni furono sempre presso tut- L'uso de' lumi nelle funzioni sa-
ti i popoli un segno di letizia, on- cre è antichissimo furono essi :
de fu cosa naturale che siano sta- sempre adoperati nella legge vec-
te impiegate per onorare la divi- chia in tempo de' sacrifizi. Quan-
nità ed il culto. Agli articoli Can- do Iddio volle il tabernacolo, co-
dela, Cancelliere, Lampada, Lam- mandò a Mosè la fabbrica di un
padario, Lucerna ed altri simili misterioso candeliere , in cui ar-
oltre i relativi, già parlammo delle dessero sette lampade. Nel tempio
principali nozioni ed erudizioni ri- edificato da Salomone, i lumi fu-
guardanti lumi , le luminarie
i rono d'assai moltiplicati, come di-
specialmente lumi de* sacri tem-
i cemmo all' articolo Gerusalemme ,
pli e loro antico uso; laonde quan- ove descrivemmo il tempio; quel
to si troverà mancare in questo ar- re' collocò avanti il tabernacolo
ticolo, si potrà rilevare ne' citati cinque candelabri d'oro a destra e
luoghi. Il Macri nella Notizia dei altrettanti a sinistra, oltre il can-
vocaboli ecclesiastici^ dice che si deliere mosaico, per cui in vece
chiamò candelaptìs o sagrestano di sette lumi ne ardevano settan-
colui che avea la cura di accen- tasette, numero misterioso, in cui
dere le lampade e i lumi delia vuoisi significalo il numero infini-
ed anche presso i gentili, come si Quanto all' uso de' lumi e dei
legge nel Baronio all'anno 58. Fi- cerei, e dell'accompagnamento del
no dal principio della Chiesa era- funerale il ,primo esempio rac-
-vi l'uso dei lumi, non solo nella colto dai santi padri da Meta-
notte, ma anche nel giorno, sia fraste, fu nel trasferirsi dal monte
per adornare con lumi i luoghi sa- Sion nella valle di Getsemani il
cri, sia per discacciarne le tenebre, corpo venerabile della Beata Ver-
quando il richiedesse il. bisogno gine, coli' accompagnamento degli
sia per segno di letizia spirituale apostoli e di tutti i fedeli , come
e venerazione. Quindi fu consuetu- notò s. Giovanni Damasceno. Il li-
dine antichissima V usare i lumi bro pontificale nella vita del Papa
nella celebrazione dei divini miste- s. Silvestro I, racconta ch'egli fe-
ri e degli altri uffici ecclesiastici, ce fare per la chiesa de' candela-
e come segno di culto verso la bri di bronzo. Dell' uso dei cerei
ss. Eucaristia, o per onore delle nella chiesa d' Alessandria ne fa
reliquie dei santi e delle loro im- menzione s. Atanasio ; ed in una
magini, o per rispetto del luogo lettera si duole che gli ariani a-
sacro. Prova che la Chiesa cattoli- veano tolti i cerei e le candele
ca fin dal suo nascere costumò i dalle chiese per bruciarle in ono-
lumi, sono le offerte fatte dai fe- re degli idoli. Passando s. Epifa-
deli al tempo degli apostoli dell'o- nio per la Palestina si avvide che
lio perchè ardessero lumi nei tem- i un tale edilìzio era la chiesa di
pli : anche in tempo delle perse- quel luogo, dal lume della lampa-
cuzioni si manteuue l'uso dei lumi, da. Dopo Gregorio Nazianzeno
s.
voi. XL.
9
,
guisa di una corona al di sopra Ego sani lux mundi. Come nelle
come ancora le lampa-
dell'altare; religiose costumanze usate nella li-
de sospese alla catena di bronzo, turgia della Chiesa, così pure in-
ed una gran lucerna d'oro pen- sorsero in diversi tempi contro la
dente avanti l'altare. disciplina de' lumi parecchi prote-
Provano l'esistenza dell'uso dei stanti e novatori, fra' quali Rasna-
lumi anche nelle chiese delle Gal- gio confutato dal cardinal Rona, e
lie, Isidoro Apollinare, e s. Gre- il De-Vert e l'Ildebrando confuta-
gorio di Tours; anzi il primo rac- ti da Renedetto XIV. È quasi in-
conta d'essersi trovato presente al- credibile 1' immensa spesa, che i
In sanctae, de'i8 dicembre 1801, pade o con cera presa dalle can-
perpetua privilegia u tendi bugia _,
dele. Di questa divozione ne facem-
canonis libro, aliisque insignibus prò mo memoria all'articolo Lampade.
canouicis metropolitànae Firmanae. Il medesimo Rinaldi dice che dall'ac-
lari e generali rubriche n' è così e perché la Chiesa non solo si man-
prescritto l'uso da non potersene tiene immutabile nella purità della
violare l'osservanza : tanto più poi fede, ma eziandio ne' disciplinari
se si parli di quelle funzioni nelle statuti, quando una manifesta ne-
quali esse stesse sarebbero abolite, cessità od utilità non richiegga un
non usandosi la cera 'di api. Per cambiamento, che allora riesce de-
altra parte però avverte essersi fin siderabile, i cardinali della sacra
qui comandato l'uso della cera nel- congregazione de' riti risposero: Con-
la mancanza d'una materia più ac- sulant rubricas ai postulanti. Un
concia ; e si propone di ricercare bel sunto di ambedue voti del i
sacri templi, non che la materia arso le lampade ne' primi tre se-
con la quale debbono essere ali- coli coll'olio; che nel seguente se-
mentati ; la cera cioè delle api pel- colo avuta pace la Chiesa , si co-
le candele, l'olio per le lampade. minciò a sfoggiare nell'ornato dei
Quindi passa a dire, se l'osservan- luoghi sacri, e per vasi di lumi
za della legge in generale può va- mentovò fari o lucerne guarnite
i
LUM LUN *3 7
sivoglia altra sostanza al rispetto e detonazione. Termina monsignor
venerazione dovuta al luogo sacro. Martinucci il suo ragionamento con
Passando poscia ad esaminare che dire, che il variare tuttociò che
debba dirsi del gas proposto in so- appartiene ai riti ecclesiastici spet-
stituzione per ardere nelle lampade ta unicamente alla santa Sede; ec-
delle chiese, dichiarò nulla ricavar- cita lo zelo degli ecclesiastici a te-
si dall' autorità della tradizione a ner lontano da' sacri templi siffat-
suo sostegno, dappoiché solo lo stu- te novità, e tuttociò che può pro-
dio e avanzamento fatto nelle
1' fanarli ; rammentando quanto il
scienze naturali ha presentato que- Signore si mostrò geloso per la sua
sto nuovo genere d'illuminazione. casa, quando Testamen-
nell'antico
Cosi pel maggior splendore di sua to si occupò minutamente di ciò
luce, pel minor aggravio di spesa, che riguarda il suo onore , e nel
per amore d' inusitata vaghezza lo nuovo quando armossi di flagello
si è introdotto nelle vie pubbliche, per discacciarne i profanatori. Un
ne' grandi edifìzi, nelle socievoli a- erudito articolo sull'origine, pro-
dunanze, ne' teatri, nelle feste di gresso, uso e pericoli della illumi-
danze. Per tanto la Chiesa in ve- nazione a gas, si legge nell'appen-
ce di trovarne l'origine fra le pra- dice al Diario di Roma miai. 24
tiche di sua veneranda antichità del 1844.
la rinverrebbe nella recente intro- LUNA, ordine equestre. Divenu-
duzione di un uso tutto profano. to nel 1266 re di Napoli e Sicilia
Il titolo di economia non essere Carlo I duca d'Angiò, per ricom-
un motivo di adottarne 1' uso, es- pensare il merito di molti cavalie-
sendosi impiegate ognora pei culto ri illustri siciliani, li nobilitò nella
divino le cose più preziose e più città di Messina nel 1268 con una
ricche, come le più gravi. Spie- collana d'oro composta di gigli e
gate le varie specie di gas estratto stelle , da cui pendeva una luna
da corpi adiposi o da materie bi- crescente, coli' epigrafe : Donec to-
tuminose, prive esse di simboli e tani impleat, e dichiarò ordine e-
mistici significati ; considerato che questre i cavalieri che vi annoverò.
in adoperarlo non si può infonde- Siccome 1' ordine avea per princi-
re nelle lampade come olio, ed ab- pale scopo il combattere per la
bisognare in vece un macchinismo santa fede, l'alloggiare i pellegrini
ed un apparato; conchiuse non po- ed il seppellire morti, cosi il Papa i
(Fedi), per lo stabiliufento di questo suo furore sul di lui fratello An-
arcivescovato. Il Mirco afferma, che tonello, e tolse al nunzio un mi-
Adriano IV nel ii5o, dichiarò l'ar- lione di talleri delle oblazioni che
civescovo di Lunden primate. Al da tutte le chiese di Scandinavia
medesimo articolo Danimarca indi- aveva raccolto. L'estremo supplizio
cammo come Bonifacio Vili sco- era pure apparecchiato al legittimo
jnunieò il re, e fulminò l'interdet- *
arcivescovo di Lumi Giorgio Scor-
to al regno, per avere il primo borg, per aver disapprovato le stra-
delia Scandinavia avrebbe perdona- gine etrusua, per quanto sia stata
LUN LUN 141
per molto tempo dominata dal li- vescovi piò attivi per rivendicare
guri , cui sottentrarono i romani, ai prelati della diocesi lunense i
dai quali la città col suo distretto diritti stati trascurati o perduti, fu
fu riunita al governo di Pisa, e ilvescovo Enrico de' nobili di Fu-
conseguentemente alla provincia to- cecchio,il quale fiori nella catte-
scana. Siccome Luni fu antico ca- dra di Luni dal 1276 al 1296.
poluogo del contado e diocesi che A lui si deve la raccolta dei diplo-
ne porta il nome, ed il paese mi ed. altre carte spettanti alla
prese da lei il nome di Lunigiana, chiesa e mensa vescovile, che sotto
di questa daremo prima un breve ilnome di Codice Pallavicino si
cenno. La Lunigiana, Lunisiana, è conserva nella cattedrale di Sarza-
una piccola regione posta fra la na. Da alcuni documenti e dalle
Liguria e la Toscana , percorsa bolle pontifìcie spedite da Eugenio
per la maggior parte dal fiume 111 nel 1 149, e da Innocenzo III
Magra e dai' suoi influenti. Il pe- nel 1202 ai vescovi di Luni, ne
rimetro di questo antico conta- risulta che la chiesa lunense al
do e i suoi limiti poco si cono- secolo XI l non avesse più giurisdi-
scono, ma sembra dovessero oltre- zione alcuna sulle isole di Capraia
passare quelli della Magra. La Lu- e della Gorgona , come l'ebbe al
nigiana fu congiunta al municipio tempo del Papa
Gregorio I; e s.
datori liguri , e dei magnifici ro- due ultimi offrono sicuro ricovero
mani, nello scorrere l'età dei bar- e comodo approdo alle navi); ne la
bari tempi cadde nel più deplora- città di Luni fu unica fra quelle
bile desolamento. Afflitta dall'a- dell'antica Italia a portare l'em-
riana eresia, davastata dai vandali, blema di Diana. Rare e meschine
dai goti, dai longobardi, dai sara- macerie, di cui l'edifizio maggiore
ceni, come pure dalle fazioni che attualmente si riduce alla semidi-
indi in poi regnarono
V I- in tutta ruta ossatura un mediocre an-
di
talia, fu Tale
lacerata e divisa. fiteatro, trovansi qua e là sepolte
contrada che fu già ragguardevo- nell'arenosa campagna, il perchè in
le per la sua Luni in riva al ma- vari tempi fu disputalo non sola-
re Tirreno con nobile porto già ,
mente dell' origine e vicende, ma
una delle Lucumonie di Toscana, ancora della vera posizione di que-
famosa per 1' aruspicio e pel flo- sta antichissima città, che fu con-
rido commercio per marmi ra- ,
i fusa con Avenza, con Sarzana, con
ri di cui abbonda, per le sue strade Spezia, ec.; ciò che diede argo-
romane eh' erano assai frequentate, mento a varie erudite opere, che
LUN LUN i43
illustrarono i monumenti supersti- ne fece in Roma e in altri luoghi,
ti. Questi nella massima parte dis- Aumentò talesmercio quando sotto
sepolti nel suolo di Limi, consisto- Nerone si scuoprì nelle stesse ca-
no in iscrizioni votive, sepolcrali e ve quel finissimo marmo statuarie
di famiglie: rinvenne pure un
si da Plinio più candido
qualificato
candelabro di bronzo, un pavimen- e più bello del pario. Indi dagl'im-
to a mosaico, avanzi di edifizi ed peratori romani si assegnarono i
altre pregevoli antichità che dan- ragionieri alle cave lunensi, e al
no un' idea della Luni romana, luogo dello scarico de'marmi al
Dagli ubertosi scavi poi fatti per porto Claudio e in Pioma, nel luo-
ordinedel redi Sardegna nel 1837, go denominato la Marmorata.
tra le altre cose si rinvennero i S' ignorano le vicende di Limi sot-
bronzi trasportati alla reale acca- to la dominazione gotica, come nelle
demia delle scienze a Torino, molti tre prime decadi del regno cle'lon-
pezzi di scoltura, statuette di bron- gobardi ; si rileva però nelle epi-
zo, capitelli di marmo, il tutto il- stole e nei Papa s.
dialoghi del
lustrato dal eh. direttore di detti Gregorio I, che qualche anno pri-
scavi Carlo Promis, nelle sue dot- ma del suo pontificato, che inco-
te Memorie della città di Luni) minciò nel 590, era seguita T irru-
di cui ne narrò le cose principali zione de' longobardi nel territorio
il benemerito scrittore Emmanuele di Luni e circostanli luoghi che
Pi epetti, nel suo Dizionario della desolarono ferocemente. Il Pontefi-
Toscana, all'articolo Luni. Nell'ali* ce scrisse otto lettere al vescovo di
no 537 di Roma il console Tito Luni, del cui contenuto poi parie-
Manlio Torquato recossi colle 10- remo. I cittadini di Luni erano del
mane legioni al porto di Luni per partito del greco imperatore, ma è in-
salpare in Sardegna, e vent' anni Certa l'epoca della sua prima distru-
dopo fece altrettanto M. Porcio zione, riportandosi l'invasione longo-
Catone per recarsi in Ispagna, giac- bardica sotto il re Glotario o Rota-
che Luni per molto tempo do- rio,o forse prima. Tuttavolta Luni
minata dai liguri, Io fu poi dai continuò non solamente ad essere
romani che col suo distretto la riu- sede de' suoi vescovi, ed a chia-
rirono al governo di Pisa. Nella marsi costantemente città, ma nel-
guerra civile tra Cesare e Pompeo lo stesso suo distretto ebbero case
si ricorse all' oracolo dell' aruspice e possessioni i duchi longobardi di
etruscoAronte abitante di Luni. Lucca, al cui governo politico Lu-
Quindi Luni sotto il triumvirato ni con tutta la Lunigiana sembra
di Ottaviano, M. Antonio e Lepi- che restasse incorporata. Inoltre si
do dovè accogliere una colonia mi- congettura che Luni sotto il regno
litare di veterani. Sotto Augusto de'longobardi dipendesse da un ca-
sno patrono, Luni rifiorì, aumen- staldo, sottoposto egli medesimo al
tò di popolazione, e mediante Te- duca di Lucca e di Pisa. Sotlo
scavazione il traffico ed il traspor- l'epoca de' Carolingi Luni fu tran-
io de'marmi lunensi, tanto bianchi quilla e continuò adipendere dal
ordinari, come quelli bianco-ceru- governo superiore di Lucca. Nar-
lei delti bardigli, fu grande e co- rano gli storici V apparizione del
pioso, pel straordinario uso che se portentoso naviglio, che senza pilo-
144 LUN . LUN
to e senza alcuna guida, dai mnri che spingeva nei campi di Luni la
di Levante, verso l'anno 782 por- vagante fiumana della Magra, e che
tò alle spiaggie di Limi fra le al- ivi arrestavano i crescenti rinterri,
tre insigni reliquie quella del Cro- fecero abbandonato e deserto il
fu la sede della desolata città, con stre suo martirio avvenne in Car-
fossi ed i suburbi, alcuni diritti e rara, ed ivi nella chiesa maggiore
vari castelli del contado lunense, giace anche oggidì entro un'urna
fra i quali Carrara, le sue Alpi di marmo di elegante lavoro, in-
e la lapicidine de' marmi. La cor- vocato con religioso culto, special-
ruttela dell'aria cagionala dai pa- mente da che, pochi anni addie-
duli, dai ristagni delle acque mari- tro, cioè a'g aprile i832, monsi-
ne, e da quelli dell'acqua doke gnor Zoppi ,
primo vescovo di Mas-
LUN LUN 145
sa Ducale, ne ottenne dal Papa Ermo e di s. Sebastiano, pel qual
Gregorio XVI il riconoscimento del monastero il Papa mandò poi l'ab-
cullo immemorabile, festa ed officio badessa, ec.
proprio , come notò ancora il eli. Successore a s. Venanzio fu s.
sacerdote Semeria a p. 206 della Basilio, secondo 1' Ughélli, che nel
sua Storia ecclesiastica di Genova toni. I, p. 853 dell' Italia sacra
e. della Liguria. Ebbe amicizia e riporta la serie de' vescovi di Luni:
corrispondenza col Papa s. Grego- s. Basilio fu di tale e tanta santi-
rio l il vescovo s. Venanzio di tà, che la chiesa cattedrale, in cui
Limi, e si hanno òtto epistole del dopo la morte fu sepolto, dimen-
primo al secondo, sia per gli uf- ticato l'antico suo titolo, venne dap-
lìzi del sacro loro ministero, sia poi denominata chiesa di s. Basi-
pel vincolo d' amicizia, tutte meri- lio ; cessò di vivere a' 29 ottobre.
tevoli di attenzione, siccome monu- Indi abbiamo vescovo s. Salario
menti preziosi di disciplina eccle- martire, in cui onore fu eretta una
siastica, e perchè danno urt' idea chiesa tra il castello di s. Teren-
qual fosse lo stato politico e civi- zio e Lerici, nel qual luogo di-
le della città nel terminare del se- cono alcuni storici che abbia ver-
colo VI. Colla prima dèi £9,4 s. sato il sangue, non per la per-
Gregorio I interdisce i cristiani di secuzione degl'infedeli, riè pel fu-
stare a servire gli ebrei abitanti rore degli eretici , ma per la di-
nella Luni, e nel tempo
città di fésa de' diritti ecclesiastici; la sua
medesimo egli accorda a questi festa celebrasi a' 2 2 Ottobre. Tra
ultimi la facoltà di continuare a i di lui successori nomineremo l'im-
tenere i bri ini nella qualità di a- mediato Lucio; Gualcherio eh' era
gi'icoltori delle terre di proprietà vescovo all'eccidio de* normanni; O-
degli ebrei, purché i lavoratori vi delberto cui Berengario confermò'
stiano come veri coloni, e senza i privilegi che Carlo Magno avea
aggravio di altri oneri servili. Nel- conceduti alla chiesa di Lurii; A-
le altre si ragiona, della penitenza delberto del 961; Goffredo figlio
clero era vagante. Nella bolla in- *» Consistere dicitur in illis publicis,
oltre si dice , che conservato il et regalibus redditibus, quos prin-
nome di città alla stessa deserta ceps supremus, ejusque camera, vel
Luni, viene ordinato che sia tras- respublica habens regalia, et jura
latata la cattedra in s. Maria di supremi principatus, assignat illis,
Sarzana , erigendo questa in cat- qui pecunias ei accommodant prò
tedrale con tutti i privilegi delle publicis indigentiis, tamquam per
altre chiese vescovili, e dando a speciem censum consigrtativi ad ra-
Sarzana il titolo di città. Alla mor- tionem tot prò centenario singulis
te di Giulio Cesare Pallavicino, annisj donec soluta pecunia in sor-
vescovo di Luni e
Pio Sarzana, te, restituatur singulis scutorum
VII con bolla de' 18 febbraio 1821 centenis, unum assignando iocum,
separò dal vescovato centododi- puta quia camera principia , vel
ci parrocchie, per costituirle alla respublica prò bello, vel prò aliis
e Sarzana con riunirvi la sede ve- quam cum honorum, vel ju-
ejus
scovile di Brugnato (Fedi), e che rium annuo, vel alias temporaneo
questa fosse concattedrale a Sarzana. fructu, sive emolumento prompte
A questo ultimo articolo parleremo obtinere non potest, curat vendere,
-, ,
LUO LUO i4 7
Tel oppignorare proprieratem , vel lorum ofiìciorum popularium ter-
soi lem principalem , ut ita habens tiae classis, quae nullam habent
(exempli gratis) ex publicis vecti- annexam administrationem, nulla-
galibus, aliisque regalibus juribus que in eis electa dicitur industria
annutim recidi in m seutorum cen- personae, sed sunt ad solum nego-
tum promptnm obtineat
miliium, tium, et interesse bursale
M
«
privilegio, per grazia, per regali ra- donare, se in vece di essere la ca-
pivano il prezzo de' benemeriti a- pitale della religione, Roma fosse
gricoltori. stata un banco di negozio , ed a-
Pa Paolo III poi sino a Paolo vesse somministrato a discreto frut-
V, i| tesoro pontificio spese ben to quel suo denaro dato in sovve-
solici milioni di scudi, a bene- nimenlo gratuito delle nazioni este-
fìzio delia sola Germania. Laon- re, introiterebbe Roma almeno an-
de calcolandosi le spese fatte dai nui scudi 773,283, e niuno ne a-
successivi Gregorio XV,
Pontefici vrebbe fatto un lagno; quando non
Urbano Vili, Alessandro VII, Cle- ne vengono pei riferiti motivi nem-
mente X, Innocenzo XI e Clemen- meno scudi 3oo,ooo, cioè ai tem-
te XI per sovvenire le urgenze del- pi del Marchetti, dopo quali tale i
Calcolando in questo minore frut- trui ; per quanto fecero nelle Cro-
tato soltanto il debito contratto ciate , si è detto a quell'articolo.
dal tesoro pontificio pe2 sovveni- Clemente VII dunque, come af-
menlo gratuito delle nazioni, esso ferma anche il Bernino nella Sto-
divenne aggravato dell'annuo debito ria delle eresie, t. IV, pag. 3 80,
e frullato di molto più di quat- eresse ed introdusse in Roma i
trocento mila scudi, senza calcolare luoghi di monte per impedire l'e-
molte altre somme ben grosse, che stensione delle conquiste de' turchi
la reverenda camera sborsò pegli stra- a danno de' Duemila di
fedeli.
nieri. Il cardinal De Luca, De locis questi monti furono eretti la prima
montinm cap. V, n. 9, fa il confron- volta, importanti il capitale di scu-
to del denaro che veniva a Roma di 200,000, e furono denominati
per la dateria, con quello che ne Monti Fede, dalla pia causa onde
uscì. Giovanni Marchetti poi arci- furono eretti. Paolo III aumentò
vescovo, trattò ex professo questa tali luoghi di monte. Pio IV vo-
materia nel libro Del denaro stra-: lendo soccorrere il re di Francia
niero che viene a Roma, e die se nella guerra contro gli eretici ugo-
ne va per cause ecclesiastiche, cal- notti, eresse il Monte Pio, più i
colo ragionato, Roma 1800. Chi Monti soccorso primo, soccorso se-
leggerà le dimostrazioni del dotto condo, ed Avignone, nella quanti-
e veridico scrittore, conoscerà pie- tà di diecimila luoghi, coulraendo
,
alla valuta di scudi cento per por- da Pio IV suo successore imme-
zione, e costituente il capitale di scu- diato, era 00 state alienate le can-
di 98,000, risei bando scudi 1200, cellerie, segreterie, e notariati ci-
compimento dell'appalto. Avendo vili e criminali di domimi tutti i
di scudi dieci per cento e per luo- mediante la quale cessazione, ven-
go, dandogli in assegnamento dei ne alla creazione del Monte Can-
fruiti, scudi io,5oo dalla Doga- celleria pel capitale di scudi 50,000,
na di Roma {Vedi), computato e luoghi ooo a ragione di 100
, ,,
}
$2 LUO LUO
pendi l'uno, ed a forma degli altri di d'oro per qualunque spedizione
monti vacabili, da darsi pei' asse- beneficiale di minor grazia, ed as-
gnamento fisso del frutto annui , segnolli pel pagamento dèi frutti
sudi 5,ooo sopra i nuovi condut- del Monte /)<i furiato, che creò per
tori delle predette cancellerie e luoghi 600, pel valore capitale d>
membri annessi. Giovanni Agosti- Scudi 60,000 a ragione del io per
no Pinelli comprò questo monte cento, colf assegnamento predetto,
di 5oo luoghi pel detto prezzo di dichiarando neljo stesso tempo
scudi 5ooo annui alla camera a- che se in qualche caso il suddetto
nostolicaj e Sisto V avendo appro- provento di cinque scudi d'oro non
vato detta vendita , di nuovo lo coprisse gli accennati scudi 6000,
vendè al Pinelli, accordandogli la frutto certo, allora estendeva per
facoltà di vendere ad altre persone qualunque mancanza la facoltà so-
ì medesimi luoghi di monte. pra la impq-
gabella della carne,
Nella stessa maniera, essendo ve- sta già da Pio IV pel monte che
nuto a morte il cardinal Guasta» creò, la rendita della quale era su-
camerlengo di s. Chiesa, Si-
villani periore a quello che qccorreva al
sto V deliberò d' incamerare l'en- predetto monte da Pio IV eretto.
trata del camerlengato. Da questa 11 prezzo poi delle rassegne costi-
smembrò la rata di scudi 6000, tuenti gli scudi60,000, volle chp
dando la quota di scudi 2200 ai andasse in deposi teria generale agli
cinque chierici di camera da lui usi ed effetti medesimi espressi
accresciuti, e quegli scudi 38oo che nel Monte Camerlengato preceden-
avanzavano, li serbò per creare, te. Ma non era tutto questo ba-
come effettivamente fece a* 12 set- stante a supplire alle spese che Si-
tembre i587 ? il Monte Camerlen- sto V andava facendo ; il perchè
gato, per luoghi a scudi 101 664 siccome egli non fece m,ai cosa al-
somma annua che a per gli utili vendesse a minuto. Il sacro colle»
loro recano le spedizioni oltramon- gio approvò il pontificio divisamen-
tane della dateria, per le cedole te , laonde V a' 24 api ile
Sisto
bancarie fatte dai medesimi. Avea i5§7 affittò la gabella per scudi
il santo Padre già istituito il teso- 70,100 a Filippo Anlinori banchie-
riere del datario, creandolo uffizio re fiorentino iu Roma, per cinque
vacabile; ma vedendo che il teso- anni, con patto di pagarsi la rata
riere avea molti assegnamenti che di bimestre in bimestre nella dc-
lo facevano oltremodo dovizioso positeria generale. Non contento
smembrò dal suo uffizio cinque scu- ancora, Sisto V adunò di nuovo
LUO ivo 53
il concistoro, nel quale espose ai duemila luoghi del Monte Sisto al
cardinali che ideava creare un mon- Monte delle Provincie coli' esenzio-
loro una pari e duplicata somma creato monte. Aveva pure s. Pio V
nelle dogane. Diede però la facol- creato il Monte Religione, lascian-
tà per la rassegna di detto monte do la via aperta a' successori di
al tesoriere generale Benedetto Giu- ampliare e rassegnare le porzioni
stiniani, all'indie rassegnati che fos- di detto monte, le quali Sisto V
sero detli tremila luoghi pel valo- estese per luoghi seicento
quaran-
re di scudi 3 00,000, si serbassero ta, e in tal guisa incamerò scudi
in deposi leria generale all'uso sud- f>4,ooo, senza che gli occorresse
detto dell'estirpazione de' malviven- far nuova costituzione , e pensa-
ti, e si chiamò poi sempre Monte re al riparo de' frutti da s. Pio
Giustiniani. V stabiliti sopra la gabella della
Aveva nell'anno 1^26 Clemen- carne. Detta estensione non fu di
te VII creato il Monte Fede per somma maggiore, perchè Gregorio
la somma di scudi 200,000 a ra- XIII ne avea rassegnati altri, on-
gione del dieci per cento. Il suc- de non v' era luogo che per li pre-
cessore Paolo III vedendo che il detti seicento quaranta luoghi, co-
fruttato era troppo vantaggioso ai me disse Alessandro VII nella ri-
montisli, io ridusse a scudi sette e forma che ne fece poi nel 656.
1
p sia per luogo, coi medesimi as- col pagamento de' frutti d'annui
segnamenti dati al prefato monte scudi 8200. Or conoscendosi tut-
da Clemente VII e da Paolo III, tociò da Sisto V, e che la camera
ph'essi aveano eretto ed ampliato apostolica non poteva evitare un
sopra le dogane di Roma; onde discapito , fece segretamente ,
per
con tale industria Sisto V inca- guardarsi dai montisti, trattare l'a-
merò scudi 120,000, co* medesimi lienazione di que' terreni colle co-
36,ooo che Paolo IH aveva asse- munità de' territorii in cui erano,
gnati ai 480,000, e che da Sisto esibendoli per lo stesso prezzo. Ma
LUO luo m
avendo le comunità risposto essere della chiesa di g. Sabina, la casa pia
detta somma e col nome di Monte di monte di Sisto V, ciò che colla
Civitavecchia, a ragione del sei per costituzione Vlea, in favore delle
cento, costituente la somma di scu- comunità, confermò ed ampliò nel
di 49 20 cne addossò alle comuni- i5g2 Clemente Vili, il quale nel
tà acquirenti, colle debite cauzio- i6o3 emanò altre provvidenze per
ni, tutto venne approvato. Fondò l'estinzione del Monte delle Pro-
eziandio Sisto V il Monte di Or- vincie, e pel nuovo regolamento
vieto, di ottocentoventi luoghi, col delMonte Comunità. Clemente Vili
disposto della costituzione Inter per soccorrere la Germania e l'Un-
multiplices Pastora li s
per offìciì s gheria contro gli eretici , fu co-
1'asciugamento delle Chiane. stretto indebitare lo stato pontifi-
Ed ecco le saggie provvidenze del cio, colla giunta di duemila luo-
gran Pontefice Sisto V sui luoghi dei ghi di monte Monte Novenna-
al
monti e vacabili; che se i ministri le, oltre l'erezione del nuovo Mon-
pubblici ed altri l'avessero esamina- te Ungheria, nella somma di scudi
te, in luogo di criticarle avrebbero 200,000, e di altro Monte Soccor-
veduto, che le risulte dell'estinzio- so nella quantità di scudi 400,000.
ne de' Monti Camerali non vaca- Inoltre Clemente Vili nel 1600
bili, si sarebbono estinte, median- emanò il motu proprio, Decet Ror
te la regola prescritta da Sisto V manum Pontijicem, presso il De
e con vantaggio dell'erario ponti- Luca pag. 86, super resignationi-
fìcio. Con siffatte industrie, si co- bus montami romanae curìae. 11
nosce come Sisto V potè fare im- Papa Paolo V per comodità dei
mense spese per tante opere, come poveri nel 1612 istituì il Monte
sono : la cupola di s. Pietro, l' e- della Fatina, da cui ognuno po-
rezione degli obelischi, il restauro teva procurarsi il sostentamento.
delle due colonne, il trasporto dei In so v veni mento dell' imperatore
cavalli marmorei sul Quirinale, l'e- contro gli eretici Germania della
rezione del palazzo lateranense e eresse un nuovo Monte Religione
dell'ospizio de' poveri , l'introdu- secondo , nella somma di scudi
zione dell'acqua in Roma pei rin- 200,000. Inoltre Paolo V nel 160$
novati acquedotti, il sussidio alla fece il 1110 tu- proprio Cu/n prò su-
Francia, e tanti edilìzi, cioè la son- prema, presso il De Luca pag. 89,
tuosa cappella in s. Maria Mag- col quale deputò una congregazior
giore, la biblioteca vaticana, la ne sui luoghi di monte della cu-
chiesa di s. Girolamo degli schiavoni, ria romana, per togliere gli abusi
l'edilìzio delle scale sante, le sei gran- e qualunque impedimento. Quindi
diose strade di Pioma, il restauro uel i6i5 Paolo V colla costituzio-
i56 LUO LUO
ne Inter caeltras, confermò le prov- di dicci e mezzo, indi per diverse
visioni, le ordinazioni e le tasse cagioni erano saliti al prezzo di
stabilito dalla congregazione da lui centocinquanta 6cudi. Appena nel
destinata pel regolare andamento i655 divenne Papa Alessandro VII
de' luoglii di monte, quale il De volle alleggerire la camera di qué-
Luca riproduce a pag. 93, ripor- sto aggravio, per cui propose di
tando a pag. 95 e seg. Provvi- sostituire a questi monti vacabili
sioni ed ordini da osservarsi ed altri non vacabili, di cui la came-
eseguirsi dai segretari, pro-segre- ra pagasse il quattro per cento.
tari, computisti , sensali de' luo- Consigliavamo alcuni a restituire
ghi di monte in Roma, ed altri a ildenaro di questi vacabili , dopo
cl)i spetta nelle rassegne ed altri ch'erano stati venduti per scudi
ailari di detti monti. A pag. 1 i'j centodieci l'uno; ma egli ricusando
poi il De Luca ci dà la costitu- di fqre tanto danno ai sudditi, de-
zione di Urbano Vili, Decct nos terminò che per ogni vacabile si
un peso più grave per farlo solo tem- di pontificato,perle guerre ed al-
porale, ritenendovi poi le medesime tri avvenimenti, avea aggiunto ga-
gravità, diversi aveano renduti
gli belle corrispondenti nel frutto a
perpetui, giacché alcuni Papi allor- quattordici milioni di scudi di de-
ché vacavano li donarono a' propri bito. Il successore Innocenzo X per
parenti. Erano questi monti vacabili la guerra con Parma avea speso
al numero di quindicimila, vendu- scudi 600,000, dato molto a'suoi,
tisi al principio a ragione di scudi ed oltre a ciò trovate le spese or-
centodieci l'uno, col frutto di scu- dinarie superiori alle rendite, avea
LUO LUO i$7
fatto un nuovo debito di tre mi- presse Monte d'oro eretto da
il
suo pontificato e nel 1767 coi ti- frutti alla solita ragione di scudi
pi di s. Michele, Fabrizio Evange- tre per ciascun luogo di monte,
lista diede alla luce il dotto trat- volle che si erogasse il denaro che
tato Opus de locis
intitolato : proveniva impresa del giuoco
dall'
to pontificio, Pio VI si trovò co- rali, sia per la loro illegittima sop-
ta de' luoghi de' monti, e per lo to per ogni altro titolo a carico
spazio di quattro anni continui non dello stato, e per quelli eziandio
si pagò neppure un soldo pei frut- che trovaronsi vigenti a carico del-
ti di questi capitali , finche le pa- le corporazioni religiose natural-
terne sollecitudini di Pio VII, ad mente passati a peso dello stato,
onta delle ristrettezze dello stato, insieme alle pensioni vitalizie asse-
dopo aver colla costituzione Post gnate agl'individui che si trovaro-
diulurnas, tertio kal. novembris no nelle case e corpi religiosi.
cipe romano, direttore generale del che in vista delle grandiose spese
debito pubblico; il segretario poi occorrenti per la riprislinazione dei
è quello della direzione generale religiosi stabilimenti, colla quale
dello stesso debito pubblico. Al de- dichiarazioue venne ad ammettersi
bito suddetto venne dipoi aggiunto diplomaticamente il principio della
ancor quello derivante dalle con- doverosa riprislinazione degli slabi-
venzioni diplomatiche , e notabil- li menti religiosi, la quale in fallo
mente dagli articoli ofa e io3 dei- ebbe il suo effetto, avendo il Papa
Tatto finale del congresso di Vien- assegnato alle ripristinale corpora-
na, del quale parlammo all' artico- zioni una congrua dotazione, coi
lo Germania, per la quota degl'im- beni ed attività come sopra lascia-
pegni del sopraddetto monte Napo- te a disposizione della Sede aposto-
leone ricaduta a peso della santa lica. Non devesi in fine tacere, che
Sede in ragione di popolazione e nel sopra citato motu- proprio del
LUO LUO i63
6 luglio 18 16, con cui si provvi- ne, al fruito del cinque per cento,
de alla sorte de'creditori, come per per cui venne ampliato il detlo
gli antichi luoghi di monte così , monte con pontifìcii chirografi di
per ogni altro titolo a carico dello luoghi numero 345o, e costretto in
stato, venne istituita una cassa fine all'estinzione de' medesimi per
di ammortizzazione, la quale col- essere tempo prefisso
venuto il
bimestre per ciascun luogo di mou- zione del capitale di questi luoghi
te, liberando detti beni da qua- di monte alla ragione di scudi
lunque vincolo fidecomuiissario e 1 5,ooo all'anno, e di scudi 100
primogeniale, ed anche da ogni di- per ogni luogo; ma questa estin-
ritto di alimento e doti , fuor- zione non fu fatta che per soli
ché nel solo caso in cui fatta luoghi trentacinque conte A- dal
dai creditori di alimenti e doti lessandro Nappi. Sia che la impre-
l'esecuzione degli altri effetti della sa non riuscisse di quella utilità
casa Ben ti voglio, non si trovassero che si era prefissa il marchese En-
beni sulììcienli per la soddisfazione zio, sia che per il gran lusso, in
de'loro crediti. Ammise finalmente cui vivevano molti individui di
il conte Alessandro Nappi a com- quella potente famiglia si andasse
partecipazione dei vantaggi di det- a poco a poco depauperando il di
tomonte, ampliandolo di altri luo- lei patrimonio, e dovessero profit-
ghi 4°*5 sopra due altre tenute tare delle rendite de' beni obbli-
da lui possedute nelle bonificazio- gati al monte, il fatto sia che non
ni di Massa e di Stieuta. Pro- solo non si adempì all'obbligo del-
tettore del monte fu nominato l'estinzione del capitale, ma dopo
da Urbano Vili, il prelato teso- pochi anni la famiglia Bentivoglio
riere prò- tempore. Pubblicato che cominciò a rimanere arretrata nel
fu il raotu-proprio, molti capitalisti pagamento de' frutti bimestrali, tal-
di Roma e dello stato , e molti mente che essendo rimasti credi-
luoghi pii, cioè chiese, confraternite, tori montisti a tutto l'anno 1678
i
te Sisto, che non erano stati estinti, rentela, erano stali tassali ad an-
e così i detti luoghi di monte am- nui scudi 600, e a scudi i5,ooo
montarono a numero 44^4 2 9- ; il capitale delle doti I monti' .
LUO LUO 161
sti si opposero vigorosamente a fatta per un milione ,
quattrocento
tali pretensioni per il lungo spa- ottantamila, settecento diecinove scu-
zio di anni quaranta, ma nell'an- di romani, de'quali 1,095,939 era
no 1720 in virtù del giudicato l'importo del credito di frutti arre-
della congregazione de' monti, con trati fino al mese di ottobre 1773,
il voto del sacro tribunale della e scudi 384,780 corrispondevano
rota romana, dovettero lasciare e- al capitale di luoghi 3847 e cen-
scguire a favore dei Dentivoglio il tesimi 80, ch'erano rimasti a ca-
mandato d'immissione al possesso rico della famiglia Bentivoglio; e
del palazzo di Ferrara, de' beni di siccome il valore de' beni aggiudi-
Earco, Sa viano, Giacciano, Bran* catisi ascendeva a circa mezzo mi-
celta, Corbella Presti, Cologna,
, lione, ne venne in conseguenza che
de' moli ni sul Po di Argenta, non i montisti rimasero creditori dalla
clic della tenuta del Feudo e suoi famiglia Bentivoglio, senza speran-
molini; rimanendo i montisti in za di ricupero, di quasi un mi-
possesso col titolo di Sahianisti lione di frutti arretrati.
delle grandi tenute nelle bonifica- Dopo l'anno 1774 • montisti
zioni di Massa, Zelo e Stienta al Bentivoglio divennero condomini dei
di là del Po, della tenuta della beni subastati alla famiglia Benti-
Frascata, Pianta e Arginino nel voglio, per azioni 3847 e cente-
territorio di Lugo, de'molini a gra- simi 80, rimanendo in credito ver-
no nel comune di Filo, del casino so l'eredità JXappi dei 4^° luoghi
di Massa, e de' beni di Ariano e di monte di sua pertinenza, sui
Fiaccano. Una tale divisione rima- quali vengono loro puntualmente
se da una concor-
poi sanzionata pagati i frutti al quattro e mez-
dia del 1733 autorizzata dal chi- zo per cento, e facendo causa co-
rografo pontificio di Clemente XII mune coi montisti Sisto seconda
del 28 aprile. Avendo però cono- erezione, rimasti creditori di luoghi
sciuto i montisti per V esperienza j 3 1 e centesimi 49 > rappresen-
di trentanni consecutivi, che il frut- tano un cumulo di azioni 4 429
5
: a 9*
tato di quei beni di cui erano ri- fondate sui beni propri e su quel-
masti possessori non bastava nem- li dell'eredità Nappi. Amministra-
meno a pagare loro i frutti bime- no detti beni col mezzo di un
strali correnti, e che niente si po- rappresentante in Ferrara ma ne ,
to il denaro da Fer-
proveniente amministratori generali tengono die*
rara, si deposita nel pubblico ban- Lo a tale liquidazione per la qua-
co di s. Spirito di Roma, e sopra le rimangono a superarsi alcune
di esso si traggono le liste di pa- difficoltà legali e diplomatiche ,
gamento dei riparti fra i condo- che possono mettersi in campo sol
mini, i quali stante l'intelligenza diritto e sul fatto del possesso dei
di chi attualmente dirige 1'
animi» beni nel Polesine Rovigo dopo di
lustrazione, e l'efficace cooperazione la nuova demarcazione de' confini
dell'agente locale, hanno potuto da fra Io stato papale e 1' austriaco,
vari anni percepire circa quattro a forma di quanto disse il Ponte-
riparti anno all' antico saggio
all' fìce Pio VII nel concistoro de'
di baiocchi 75 a luogo, quali ri- i settembre 18 15, nella allocuzione
parli vengono annunziati ne'pubbli- che pronunziò,
ci fogli. I beni poi sono sempre LUOGHI PII. Istituzioni di pie-
minacciati dai fiumi Po è Tarta- tà o religiose. Sotto il nome di
ro; e per la depressione del loro luoghi pii e pubblici stabilimenti
quando il Po e abbondali-
livello, si comprendono tutti gì' istituti e-
stante che gli fu attribuita nel con- articoli, sia degli antichi che degli
gresso di Vienna a*9 giugno 181 5, attuali. o luogotenenti de-
I legali
e nella convenzione di Milano del gli imperatori romani erano quel-
primo giugno 18 16 la proprietà li che si spedivano nelle provincie
de'beni già appartenenti alle cor- dell'impero, affine di governarle
porazioni religiose rimaste soppres- con autorità assoluta. Chiamavansi
se nell'epoca francese, vuole essere anche legati consolari o semplice -
riconosciuto condomino in quella mente consolari , legati di cesare
parte de'beni ch'esisle nelle Pole- pel console o pel pretore ;
qualche
si ne di Rovigo, oggi territorio au- volta da vasi loro il nome di pre-
silo veneto , e che appartiene a sidi o procuratori. Incominciarono
quelle corporazioni religiose che fu- dopo il riparto di provincie fatto
LUO LUO 167
da Augusto. Chiamavansi parimen- bttnalc del cardinal vicario (Vedi),
ti con tal nome i luogoteneuti del ha un prelato, luogotenente civile,
generale, carica importante, dacché ed un togato luogotenente crimi-
vediamo Scipione africano legato nale, il quale ha il sostituto luo-
di Lucio suo fratello nella guerra gotenente. Il Tribunale di Campido-
contro Antioco. Pompeo n' ebbe glio (Fedi), nel criminale ha un to-
venticinque nella guerra contro i gato luogotenente ch'è pure giudice
pirati; Cicerone quattro essendo singolare, con un togato sostituto
proconsole della Ciiicia. Poscia que- luogotenente. Talvolta un luogote-
sti ebbero il titolo di sotto-conso- nente funse l'uffizio del cardinal
li. I erano no-
legati de'proconsoli camerlengo di s. Chiesa, ed ebbe
minati dal senato, e scelti con sua ancora il luogotenente criminale.
permissione dal proconsole, o stabi- A questa indicazione dei diversi
liti da legge particolare: facevano luogoteneuti della romana curia,
da luogoteuenti e vicari di quei qui appresso daremo migliore di»
governatori, ed in qualche provin- chiarazioue. Nel voi. XXXI, p. 307
cia reggevano soli. Nella curia ro- del Dizionario, dicemmo che anti-
mana molti sono i luogotenenti; camente i prelati governatori del-
nomineremo i seguenti. Il Tri- le città e provincie dello stato
bunale A. C. (Vedi) ha tre
dell' pontificio avevano luogotenenti, i
del secondo turno è pure vice- Castel Gandolfo, prima avea il ti-
presidente di esso; inoltre il pre- tolo di luogotenente. Giovanni Bat-
lato primo luogotenente è vice-pre- tista Seta trattò: De officio locurn-
sidente della congregazione prela- tenentis. I luogotenenti fauno cor-
tizia dell' A. C. in cui hanno luogo po col capo loro, ne sono le mem-
gli altri due prelati luogotenenti ; bra, ed esercitano rispettivamente
il secondo ed il terzo luocotenen- le stesse attribuzioni del capo, a
ti sono alternativamente vice- pre- differenza degli assessori, od altri
sidenti del tribunale criminale del- aggiunti, i quali, strettamente par*
l' A. C. Questo ultimo tribunale laudo, hanno facoltà designate e
ha un togato luogotenente genera- specifiche, No-
non però generali.
le del tribunale, dell'uditorato del- minati come sono dal sovrano, con
le simonie, e giudice relatore della biglietto del cardinal segretario per
sacra congregazione de' vescovi e gli affari di stato interni , souo
regolari ; oltre il sostituto fiscale giudici ordinari, nò è in facoltà
generale, il sostituto luogotenente, del capo del tribunale di togliere
ed il sostituto luogotenente aggiun- o restringere le loro attribuzioui.
to. Il tribunale del governo, come di- In assenza o vacanza del capo,
cemmo a Governatore di Roma (Fe- /are ordinario ne assumono la rap-
di), ha due togati luogotenente e presentanza, finche dal superiore
quattro sostituii luogoteneuti. Il IH- governo non fosse altrimenti prov-
iG8 LUO LUO
veduto; né altrettanto è degli as- per lo più preso da un sostituto
sessori o altri appartenenti ai ri- luogotenente del governo a forma*
spettivi tribunali, per cui onde sup- re un distinto tribunale per la
della visita de' carcerati, [della qua- gli affari criminali il governatore di
d'Innocenzo Vili; Etsi prò cuncia- criminali nel tribunale del vicaria-
rum, di Leone X; Universi agri, to; ed uno e togato, ossia giudice
di Paolo V; Ad militantis Eccle- de'maletìcii, in quello di Campido-
siae , Rerum humanarum, Justitiae glio. Nel tribunale dell'A. C. che
gladium, Ad coercenda, di Bene- in dignità precede, il prelato pri-
detto XIV; come pure nelle ope- mo in ordine di nomina è vice-
re di monsignor Gio. Battista Sca- presidente del primo turno, ed il
ti, i quali oltre le altre incomben- aprile 182!?., dopo d'essersi prov-
ze loro particolarmente ingiunte veduto con particolari disposizioni
sono all' opportunità chiamali a al decoro ed alla dignità de' tri-
supplire straordinariamente ai luo- bunali dello stato, anche in ordine
gotenenti, ed anche agli altri giu- all'abito di costume, assegnandone
dici; e si è detto straordinariamen- la roba e le forme; volendo di-
te a rincontro di quel che pei stinguere il tribunale del governo
supplenti è ordinariamente dispo- di Roma, e renderne più rispetta-
sto dall'attuale regolamento orga- bili i soggetti che lo compongono,
nico di procedura criminale, pub- furono dalla sovrana provvidenza
blicalo a' 5 novembre i83i, ed di Pio VII abilitali i Juogoteneh-
170 LUO LUP
ti slessi a fare uso, nelle congre- nenli; del o soprana
mantellone
ga/ioni generali ed in altre occa- simile con maniche corte, e picco-
sioni di formalità, della soprana o la orlatura di seta, che li distin-
mantellone negro simile a quello gue dai luogotenenti; della fascia
clie indossavano il fiscale e l'av- di seta nera con frangia, e della
vocato de' poveri prima che fosse- berretta consueta a quattro pizzi
ro decorati del paonazzo (il qua- egualmente nera. Oltre a ciò, al-
le descrissi a Camera Apostolica}^ tre volte e non remotissimamente,
siccome venne annunziato dal nu- pei luogotenenti defunti, nei loro
mero 3o del Diario dì Roma dei funerali si adoperava il letto mi-
i3 aprile 1822. Quindi se ne co- nore. Per gl'individui delle sud-
municò 1' uso anche al luogotenen- descritte magistrature non si esi-
te generale criminale dell'A. C, e ge per requisito l'essere avvocati,
fu esteso altresì agli altri del vica- e neppure si reputa necessario il
riato e camerlengato. Consiste l'a- dottorato, che pur sarebbe deside-
bito (che dicesi essere precisamen- rabile che concorresse, quantunque
te come quello che adoperava la soglia il governo per decoro chia-
società di Sorbona )
quanto alla marli avvocati, e tali per lo più
roba, secondo le stagioni, di lana anche sostituti
i luogotenenti. P.
o di quanto alla forma, in
seta; Curia Romana.
sottabito talare o sottana con mo- LUPENZIO (s .). Era abbate del
stre o paramani e bottoni di se- monastero di s. Privato di Gabales
ta, collare, fascia di seta con due o di Javouls nel Gevodanese, nel
fiocchi, soprana o mantellone, cui sesto secolo. Essendo stato accusato
indi a poco furono aggiunte le da Innocenzio conte di Javouls di
mezze maniche larghe più dicevo- aver tenuto discorsi ingiuriosi contro
li alla dignità di magistrato, con la regina Brunechilde, fu costretto
mostre di seta; berretta a quattro recarsi alla corte di Austrasia per
pizzi, e grande fiocco di foggia pre- confondere i suoi accusatori. Egli
latizia al cappello; tutto in colore potè facilmente provare la sua in-
nero, e coll'uso del fazzoletto di nocenza, ma i suoi nemici non vol-
seta paonazza. Il luogotenente poi lero perdonargli. Il conte lunoeen-
del Campidoglio, tribunale mera- /io lo aspettò sulla via al suo ri-
mente laicale, usa dello stesso abi« torno, e lo condusse a Pontion nel
to assegnato ai collaterali. La se- Pertese, dove gli fece soffrire i più
greteria per gli affari di stato in- indegni trattamenti. Egli Io rilasciò
terni,con dispaccio de' 27 gennaio di poi, ma i suoi satelliti lo se-
1845, con autorità del Papa Gre- guirono e misero a morte sulle
lo
gorio XVI, ha stabilito il vestiario rive dell' Aisne, iu cui gettarono il
ai sostituti luogotenenti ( il quale suo corpo. Alcuni pastori ve lo
vestiario venne simultaneamente e- scopersero miracolosamente, e di-
steso al sostituto fiscale generale, versi prodigi attestarono la santità
ed 1
ai sostituti del fiscale generale), del servo di Dio. Egli è onorato
ilquale consiste nella sottana ne- come martire il giorno 22 ottobre
ra con bottoni e paramani di se- a Chalons o Sciallon sulla Marna,
ta, simile a quella de'luogotenenti, ove conservasi parte delle sue reli-
con sopra- collare come i luogote- quie il
: restante rimase bruciato
LUP LUP 171
nell'incendio della cattedrale, av- fece un viaggio a Macon in Bor-
venuto pel fulmine a' 19 gennaio gogna, per disfarsi di una terra
1688. che ivi possedeva, affine di vivere
LUP1A, Lupìae. Città vescovi- nella più esatta povertà. Impiega-
le ed antica dell' Italia nella Mes- to in opere buone il prodotto del-
sapia, sulla costa del mare fra Brin- la vendita, si disponeva ritornare
disi ed Otranto, fu colonia roma- a Lerino; ma i deputati della chie-
na, dedottavi dall'imperatore Tito, so di Troyes lo domandarono per
e secondo alcuni corrisponde a Lec- successore di s. Orso, morto nel
ce {Fedì). L'Ughelli nel tom. X, 4^6; e ad onta de' suoi sforzi per
p. 125 dell' Italia sacra registra esentarsene, fu consecrato vescovo.
i tre seguenti vescovi. Donaco, uo- La novella dignità non gli fece
mo santissimo, fratello di s. Catal- cambiare per nulla il suo tenore
do vescovo di Taranto; fiorì nel- di vita. Si vide sempre in lui la
essere stati operati molti miracoli gorio XII fatto arcivescovo di Ni-
per la intercessione dei due santi. cosia indi da Martino V
, a'
24
S. Lupo è onorato il di i5 d'ot- maggio 1426 creato cardinale dia-
tobre. cono di s. Adriano, e poi da Eu-
LUPO o WOLF Cristiano . genio IV trasferito all'ordine dei
INacque ad Ypres nel 1612, e di preti, conferendogli per titolo la
quindici anni entrò nell'ordine di chiesa di s. Clemente. Dal mede-
s. Agostino. Insegnò la filosofia a simo nel 1 4-3 venne decorato del
1
dite definizioni del lusso si lee- targo egli si è esposto a dei peri-
o ;
gono negl' importanti ed utili Cen- coli, mentre voi eravate tranquil-
ni economico-statistici del cav. An- lo; egli ha compromesso suoi i
un uomo compariscono
celebre, citato anonimo poi, prova che la
le conquiste fatte dai romani nei spese; sui quali argomenti si può
più lontani paesi, colle spoglie del- consultare , oltre le riportate opi-
le provincie soggiogate e le ric- nioni, l'opera di Stefano Laoiii-
chezze che portate ('mono in Roma, ce, abbate Corona, inti-
cioè dell'
dopo di tutte le altre donne, ac- lusso sia conforme allo spirito del
ciocché alcuna di esse non portasse cristianesimo: una religione che ci
cosa indegna di se ; come pure che predica la mortificazione, l' amore
ognuna secondo il modo della fa- della croce e dei patimenti, Pan-
coltà si vestisse, statuendo pena negazione di noi stessi, come virtù
pecuniaria a quella che facesse al- assolutamente necessarie alla salute
trimenti, per la qual contravven- eterna, non può approvare il lus-
zione era subito punita. Nella Fran- so o l'amore delle vanità. Gesù
cia il lusso fu introdotto da Carlo Cristo colle sue lezioni e co'suoi
Magno, allorché tornò dall' Italia esempi condannò questo vizio : la
colle sue armate vittoriose; ma già virtù e la fortezza dell' animo non
in molli articoli parlammo di quau- si può trovare in un uomo sner-
to riguarda il lusso di tutte le vato nel lusso e nella mollezza.
specie. Solo qui aggiungeremo, che I padri della Chiesa, secondo le
avvi, die' egli, altro lusso consecra- le suppellettili, ec; come la loro
to al vizio, figlio snaturato dell' in- condotta dev' essere più modesta,
dustria attiva, fragile colosso in- più esemplare, più santa che quel-
nalzato dal solo orgoglio ; aureo la de' laici, ad essi è severamente
è il suo simulacro , i piedi sono interdetta ogni superfluità. Il se-
di fragile argilla ; la vanità lo as- condo concilio generale di Nicea
siste, e avanti di esso inginocchiato l'anno 787, can. 16, proibisce a've-
l'orgoglio, sacrifica senza riguardi scovi ed ai chierici gli abiti ma-
mogli e figli, padre e sposo. Egli gnifici e sontuosi e l'uso dei pro-
è questo uno scheletro spolpato, fumi. 11 concilio di Aix la Cha-
ma alletta tuttavia in mezzo ad pelle dell'816, can. i4^, proibisce
un'antica figura una specie di pin- loro la pompa ed ogni superfluità
guedine che altro non è che gon- nella tavola e nel modo di vestire.
iiezza sotto la porpora rilucente
; Il concilio generale lateranense III,
nasconde i cenci , e il suo trono celebrato nel 1 1 79 da Alessandro
s'innalza in mezzo alle tombe. Il III, determinò che i prelati non
Manzi ci diede un trattato sul lus- usassero vesti preziose. II concilio
so degli italiani nel secolo XIV. di Montpellier del 12 16, can. 1,
no ordinato Clemente VII del voto di non portare per cinque an-
i523, Pio IV del i55cj, e s. Pio ni né oro, ne argento sugli abiti,
V, sulla riforma delle spese eccessi- e di non ammettere pubblici diverti-
ve che
impoverivano le famiglie; menti, spettacoli e teatri. Clemente
ìndi fece compilare dal magistrato XII proibì sotlo gravi pene iu tutti
romano alcuni regolamenti sulla i dominii pontificii, l'uso di merletti
moderazione del vestire, delle doli, di seta o di filo e fetluccie lavorate,
de'conviti, delle carrozze, de'funera- di straniera manifattura. Coman-
li, ed altro per ogni ceto di per- dò inoltre che fossero vietate alle
sone, eli confermò a'2 3 dicembre zitelle pretendenti ai sussidi dotali,
i586, colla costituzione, Cum in vesti di seta o di patini fini, e gli
lusso inutile, a favore del vestir sa immolata nel giorno della so-
semplice presso le persone di sor- lenne espiazione. Si aspergevano
Tizio, società di economia nel più coli' acqua stessa le persone e le
largo senso della parola , sarebbe- cose che avevano contratta qualche
ro con piacere accolte da un gran immondezza all'occasione d'un mor-
numero di gente, e molti si affret- to.Chiamavasi lustrazione eziandio
terebbero di unirsi ad una tale so- quanto praticavasi allorché un leb-
cietà, che stabilita in uno scopo broso era guarito dalla lebbra. Si
buono e lodevole , non può avere usò della parola lustrare, anche
che felici risultameli ti ". parlando della consecrazione che i
LUSTRAZIONE , Lustralio. A- genitori facevano de' loro figli in
spersioni, suffumigi, sacrifizi di e- onore del falso Dio Moloch.
spiazione, ed altre cerimonie colle LUTERANI e LUTERO. Chia-
quali si purificavano i luoghi e le masi luterano colui, il quale pro-
persone immonde. I pagani e gli fèssa il luteranismo o sia l'erronea
ebrei avevano le loro lustrazioni, dottrina di Martino Lutero, famoso
e ve n'erano di tre sorta presso i eresiarca, ed il piti celebre nova-
primi. Alcune fàcevansi coli' acqua XVI, che
tore religioso del secolo
lustrale, colla quale si aspergevano ne produsse un numero grandissi-
quelli che si volevano purificare; mo, per fatale disgrazia di gran
altre col fuoco e col zolfo; ed al- parte del cristianesimo. I luterani
tre per mezzo che si a-
dell' aria sono divisi in molte sette, e que-
gilava all'intorno della cosa che si ste in miti , rigidi e misti, il cui
•voleva purificare. I pagani chia- novero riporta il p. ab. Biagi an-
mavano giorno lustrale , clies In* notatore del Bergier, Dizion. enci-
stricus, quello nel quale si faceva- clopedico, all' articolo Lutero: ri-
pei maschi, e 1' ottavo per le fem- moderati, che la rendono meno se-
ilei giorni senza mangiare e senza naturale, una voce forte, robustissi-
bere. Mandato dai suoi superiori, mo petto, una penna instancabile;
onde studiasse la teologia nella nuo- quella facilità di parlare cui dan-
va università di Witlemberga, l'ap- no la violenza e T entusiasmo ; da
plicazione sua ed i suoi talenti il ultimo la pertinacia che irrita del-
fecero seegliere per uno de' profes- le contraddizioni; tali sono le qua-
sori dell'università. Nel i5io sot- lità e i difetti, che assicurando a
to il pontificato di Giulio li, fu Lutero successi di cui il lusingava
inviato a Roma per gli affari del il suo orgoglio, lo rendevano più
suo ordine, ove concepì qualche ardilo e più intraprendente.
avversione contro capo della Chie- il Fino dal i5i6 annunziò in
sa Tornato in Sas-
e la sua corte. pubbliche tesi germi de' nuovi
i
sonia, piacquero talmente i suoi ser- donimi cui sostenne poscia con
moni all'elettore Federico, che vol- tanta pubblicità e romore. Non es-
le supplire alle spese pel suo ad- sendo intanto sufficienti i tesori del-
dottoramento nel i5i2. Fino allora la camera apostolica per proseguire
Lutero veuiva tuttavolta tenuto per la sontuosa riedificazione della ba-
un zelantissimo dell'autorità del Pa- silica vaticana incominciata da Giu-
pa, e per quei punti di dottrina e di- lio li, il successore Leone X, come
sciplina, contro i quali si scagliò erasi praticato in altri casi, ricorse
dappoi con tanta violenza. Soleva alla generosità de' fedeli per le
dire che trovavasi disposto a por- oblazioni, premio della santa
col
tare le prime legna per far ab- Indulgenza (Fedi), mentre l'Euro-
bruciare Erasmo (Vedi), il quale pa era tranquilla, e tutti i cristia-
in dispregio dell'autorità pontificia ni vivevano nella comunione e
aveva osato di scrivere contro la sotto T obbedienza della Chiesa ro-
messa, contro il celibato degli ec- mana. Il Papa ordinò pertanto al
clesiastici , e contro T invocazione cardinal Alberto di Brandeburgo
de'santi. La lettura de'libri di Gio- arcivescovo di Magonza, che per
vanni Huss non tardò ad ispirar- mezzo di zelanti predicatori faces-
gli del disgusto per levane sotti- se promulgar le indulgenze per la
gliezze e per la burbera favella Germania. Alberto si servì de' soli
degli scolastici del suo tempo, disgu- religiosi domenicani, incaricandone
sto che a poco a poco si convertì il p. Giovanni Tetzel inquisitore,
iu un odio ognora crescente per le il quale avea fatto altrettanto pei
pratiche della Chiesa. Intraprese per- cavalieri teutonici nella guerra coi
tanto di spianarsi una nuova stra- turchi; quindi falsamente asserì il
da, e la natura gli avea dato tut- Soave, che questa incombenza fos-
ti i mezzi di riuscirvi. Un carat- se privativa degli agostiniani. Dis-
LUT LUT i83
graziatamente nel 1 5 7
1
il p. Gio- una semplice contesa di corpora-
vanni Staupitz vicario generale de- zione, alla quale non bisognava da-
gli agostiniani, commise a Lutero re troppa importanza facendovi in-
di difendere il suo ordine, contro tervenire 1' autorità. L' imperatore
quello di s. Domenico, sul diritto Massimiliano I avendo però veduto
di predicare silFatle indulgenze . nel discredito delle indulgenze la
chi non andavagli a sangue, non giustifica colla sola fede; che il
risparmiando Enrico Vili re d'In* libero arbitrio ebbe fine nel primo
ghilterra, eh' era entralo in lizza peccato; che le indulgenze non gio-
con lui. Lutero con le usate sue vano all'anima; che non vi è pur-
esagerazioni, dipinse con negri co- galorio ; che per mezzo de'sagra-
Jori la corte romana, impudente- menti non si conferisce la grazia;
mente qualificandola grande prosti- che i peccati quando sono perdo-
tuta; chiamò prelati lupi
i voraci, nati non si estinguono, ma soltan-
ed i religiosi farisei e sepolcri ini- to non s'imputano. Non ammetteva
biancati. Talvolta, assumendo lo la parola Trinità ; diceva che l'u-
slile de' profeti, osò minacciare dei manità di Gesù Cristo era da per
giudizi di Dio coloro che ricusa- tutto ; che l'anima di Gesù Cristo
vano di sottomettersi al suo nuo- avea sofferto le pene dei dannati
vo vangelo. I precetti della Chiesa, nell'inferno; che si dovevano abo-
ia legge del celibato ecclesiastico, lire le feste , tranne la domenica;
sa, Lutero insegnò che Iddio solo poligamia era una cosa permes-
ha il diritto d' imporre leggi ai sa, del pari che il divorzio. Si
cristiani ; che le sue volontà regi- deve notare che allorquando Leo-
strate ne' libri santi, vi si trovano ne X
condannò suoi errori, non i
vole nella corte cesarea, come sta- onta della sua prevaricazione, sino
to maestro di Carlo V, i cardinali al i52 3 in cui lo depose ed assun-
sperarono colla sua esaltazione ve- se l'abito di dottore. Allorché Car-
der abbattuta V empietà luterana , lo V si recò nella Scagna, Lutero
eh' era appunto che allora
l'affare uscì dal castello di Wartburg ve-
avesse la Chiesa di maggior iuinor- stilo con la corazza,, la spada, gli
i88 LUT LUT
stivali e gli speroni, sotto il nome approvarlo. La pubblicazione del
tli cavaliere Giorgio, e andò per piano ollese tutti i principi e tutti
tutta la Germania, onde funesta- i vescovi, ed il disgusto si accreb-
mente propagarvi il suo nuovo e- be per le lettere imperiose di Car-
vangelo. Bodenstein e Muncer i , lo V. Indi si adunò la dieta di
quali aspiravano a farsi capi di Spira, in cui si trattò di celebrare
setta, furono perseguitati. I princi- un concilio in Germania e poi un
pi cattolici di Germania non pò- altro generale; ed intanto si con-
terono dare esecuzione ai decreti venne, che gli stati delle rispettive
della dieta di Worms contro Lu- provincie dovessero regolarsi nei
tero, temendo di eccitare una se- loro governi, in fatto di religione,
dizione e rinnovar le guerre di re- in modo da solo renderne conto a
Jigione un secolo prima
che per Dio ed all' imperatore, cioè la li-
nera affezione. Noteremo qui, che nella maggior parte fanatici lute-
allorquando Lutero fu chiamato nel rani, rivestiti delle cappe de' car-
1 546 in Eisleben non potè
, ella dinali, in cavalcata si condussero
accora pagnarvelo subito, ed ebbe in al Vaticano, ed in una delle cap-
tal guisa il rammarico di non es- pelle rappresentarono iniqua azio-
sere stata presente ai suoi ultimi ne. Dopo avere sacrilegamente de-
momenti. Si narra, che in una not- posto Clemente VII che tenevano as-
te serena, mirando Lutero il cielo sediato in Castel s. Angelo, pro-
stellato, disse a Caterina: moglie cederono a ridicola elezione di Lu-
mia quello non è per noi. Cateri- tero loro patriarca in successore,
na fu costretta partir due volte da contraffacendo tutte le cerimonie del
Witlemberga, prima quando Carlo conclave, dando ognuno il suo vo-
V prese quella piazza nel i547, to all'eresiarca, che dalla abbomi-
poi a cagione della peste soprag- nevole adunanza, di unanime con-
giunta nel i552, cadde di carroz- senso fu proclamato Papa. Uno dei
za nel recarsi a Torgau , e morì più ardenti luterani, che si asso-
in tal città a' 20 dicembre i552. ciò all'esercito imperiale, fu Gior-
La famiglia di Lutero si estinse gio Francesperg o meglio Frund-
nel I75g colla morte di Martino sberg svevo, il quale per avidità
Amedeo Lutero, avvocato consu- di spianar l'eterna Roma e di stroz-
lente a Dresda, ultimo de' suoi di- zare un sommo Pontefice, per ec-
scendenti. L' ultimo rampollo del cesso di delirio, fu così sciocco e
ramo mascolino è stato Giovanni perverso d'impegnare il proprio pa-
Martino Lutero canonico di Zeitz, trimonio per arrolare gente al-
mono nel 17^6. Tuttavolta vuoisi iniquo scopo, portando seco da
l'
re del furioso nemico a' 6 maggio quali sono rilevati dai controversi
1527. Venendo ucciso il contesta- sti e riportati dalla storia, ed i
maggiorità. Da ciò provenne la le- fiutarono, anzi con ogni studio pro-
ga offensiva o difensiva di Sinai- curarono sturbarlo ed impedirlo.
calda tra i principi luterani, ove li Paolo IH che gli successe, trovan-
avea adunati il langravio d'Assia do afflitta la Chiesa da un nume-
contro Carlo V. Tale avvenimento ro sterminato di eretici propagato-
immerse Lutero in nuove varia- ri di perniciosissime dottrine, per
zioni. Aveva per lo innanzi posto distruggerle a richiesta di Carlo V
per principio, che non si potesse stabilì convocazione di un con-
la
mai prendere le armi in difesa del cilio generale in cui fosse dato ri-
beni ecclesiastici parecchi principi de' suoi Annali delle scienze reli-
ch'eransi dichiarati in favore delle giose. Egli tra gli altri allega il
sue opinioni erronee. Si vuole con- seguente passo come saggio del dott.
cedere da alcuni a Lutero di aver Spalding , dappoiché mise a raf-
dato un gagliardo impulso ai pro- fronto i portamenti di Lutero pri-
gressi de' lumi, per l'emulazione che ma e dopo la riforma , stringendo
dalle scuole di teologia si comuni- l'infedele storico ginevrino con que-
cò nell'impero delle scienze; che sto raziocinio. » Tale si fu Marti-
abbia costretto i capi della Chiesa a no Lutero dopo che si partì dalla
vegliare sulla loro propria condotta, Chiesa ! Ora raffrontate i suoi por-
e su quella del clero in generale, tamenti, che allora tenne, con quelli
che avea bisogno di riforma. Quan- di prima; e indi portatene giudizio
to a lui, sembra che contento della colla regola proposta dallo stesso
gloria dell'apostolato e dell' impe- d'Aubigné. La conchiusione è in-
ro delle controversie, non fosse do- dubitata Lutero non potè essere
:
zuingliani e dagli anabattisti. Ep- tutti tra loro per alcuni domini par-
schmied, inserita nell'opera tedesca gandosi col Papa, ad onta che l'e-
di Goffredo Harnold sulle Vite dei lettore di Sassonia ed il langravio
santi. Da ultimo il eh. cav. J. M. V. d'Assia pubblicarono un manifesto,
Audin ha pubblicato in due volu- per far vedere che la guerra era
mi Histoire de la vie, des ecrits
: religiosa, senza averne dato motivo
et des doctrines de Martin Lu- a cesare. Si prepararono a resister-
ther, ec. Nel num. 3 1 degli An- gli, ma uon poterono impedire che
nali delle scienze religiose del 840,
1 Carlo V s'impadronisse dell'alta
si legge un' idea di tale opera, per A lemagna. Nell'anno seguente i pro-
la quale l'autore visitò la Germa- testanti furono disfatti e V elettore
nia e vi passò più anni. Fra le di Sassonia rimase prigione. Il lan-
altre cose ivi si dice, che l'autore gravio d'Assia pensò allora di fal-
dipinge Lutero come uno spirito la pace, fu però ritenuto dall' \m*
superbo ed audace, che ha col suo peratore che levò grosse somme
ribellarsi attirato sulla Chièsa e dalla Germania, accordando tutta-
sull'Europa una lunga serie di ca- volta ad alcune città libere di con-
lamità. La casa in cui nacque Lu- servare la religione luterana. Aven-
tero essendo stata distrutta nel do Paolo III a cagione della peste
1689 da un incendio, i magistrali trasferito il concilio a Bologna, ciò
di Eisleben la fecero ricostruire per assai dispiacque a Carlo V, che in
uso di scuola dei poveri. Vi si ve- Augusta credendo di pacificare i
devano ancora nel 1748 dei mss. dissidenti, eccedette ne' diritti di
LUX L€T i
95
sovrano temporale, e pubblicò una dalle guerre religiose, si conchiuse
forinola religiosa per la Germania la pace religiosa,) e ne furono posti
chiamata Interim {Vedi), da aver gli articoli tra le leggi perpetue
vigore sinché il concilio avesse re- dell'impero. I principali articoli so-
golato ciò che apparteneva alla fe- no: che i protestanti goderanno
de. U Interim fu subilo riprovato della libertà di coscienza, e che né
da Paolo III, e dispiacque egual- l'uno né l'altro partito potrà usar
mente ai protestanti ed ai cattoli- violenza col pretesto di religione ;
alcuno dalla comunione del calice, se stessa, come giudicherà più op-
e che i mag-
loro predicanti, per la portuno ; che niun principe potrà
gior parte religiosi apostati non , attirare alla sua religione i sudditi
inducevansi ad abbandonare le mo- di un altro, ma che sarà permesso
gli che sacrilegamente avevano pre- ai sudditi di un principe, il quale
se, non poterono nulla stabilire. Nel non fosse della loro religione, di
pontificato di Giulio III, Enrico II vendere i loro beni, e di uscire
re di Francia si collegò con Mau- dalle terre del suo dominio; e che
rizio di Sassonia e coi protestanti, questi articoli sussisteranno sino a
ed invase la Lorena, mentre Mau< tanto che non si accordino tutti
rizio alla testa dei protestanti li- in fatto di religione, con mezzi le-
l' imperatore e dai membri dell'im- cificumj Jo. Schilter, De pace re-
pero, cattolici e protestanti, stanchi ligiosaj Gabr. Schveder, De pa-
,
l' impero a Ferdinando I suo fra- mente parlare, non erano loro pun-
tello, e il trono di Spagna a Fi- tò dovuti; e finalmente si venne
lippo II suo figlio. Il duro gover- alla risoluzione di scacciare da una
no di questo principe, la fierezza parte e dall'altra i teologi che non
ed imprudenza de' suoi ministri, i erano della opinione de' principi.
taciti progressi della religione pro- Ad onta di tali divisioni la religio-
testante, e lo stabilimento dell' in- ne protestante faceva de' progressi
quisizione, fecero di molte parti del in Germania i vescovi
; a" Alber-
suo regno il teatro di una guerra stadt e di Maddeburgo l' avevano
lunga e crudele, la quale staccò abbracciata, ed eransi mantenuti in
per sempre l'Olanda dalla monar- possesso de' loro vescovati; ma l'e-
qui, ingiusti, condannati, .senza for- colo renano della Baviera, dove
?a,e che niuno era obbligalo a luterani e calvinisti nel sinodo gè-
mantenere, ancorché avesse giura- nerale da essi tenuto a quest'og-
to di farlo : ma non badò alla
si getto, stabilirono eziandio alcuni
bolla pontificia, come non si avea articoli dominatici , da professarsi
fatto caso della protesta delnunzio in comune, e fra questi che non
che fu poi Alessandro VII. Già ne ammettevano battesimo per ur-
il
nella sua lettera divenuta tanto ce- Salvatore lateranensi, ora degno ve-
lebre, quando affermava, che un scovo di Terni.
notabile cangiamento erasi operato LUTTO, luctus. Mestizia per
in seno del protestantismo da cir- perdita di parenti, duolo, pianto,
ca trent'anni : » non vi è più una Jlelus, vioeror. Lutto inoltre dicesi
comune credenza, ognuno si forma del vestito che si porta in segno di
una religione a sua posta., o non dolore per morte di qualche per-
ne riconosce più veruna. Ognuno sona, e del tempo in cui si porta
spiega la Bibbia secondo i capric- il vestito medesimo, accompagna-
ci suoi propri, o più non vi cre- to da altre dimostrazioni di duolo
de. 1 nostri sono
stessi ministri e di privazione di divertimenti: il
divisi fra loro, e perciò non sanno lutto è di diverse specie, ed è pu-
ne ciò che si credono, ne ciò ch'es- re pubblico e privato. Volgarmente
ci debbano insegnare agli altri. il lutto dicesi ancora Corruccio t da
L' uno comballe la sera ciocche Cruccio per travaglio ed afflizione
l'altroha affermato la mattina ". d'animo, aegrìtudo 3 dolor; ovvero
L' esperienza non tarderà poi a da Corrotto , pianto che si fa ai
farci vedere, che gli aderenti del- morti, luctus funebris 3 e per dolo-
le due comunioni, con questa u- re o pianto generale, luctus , flelus.
nione si sono da per se slessi L'uso di mostrare il dolore che si
data la zappa sui piedi; percioc- prova per la perdita dei congiunti
ché amalgamando elementi fra lo- col mezzo di segni esteriori ebbe ,
casa per deplorarvi le loro disgra- era morta nel suo famoso vivaio?
zie. Nelle occasioni di grande lutto Il Guasco ne' Riti funebri di
gli egizi si lasciavano crescere i ca- Roma pagana da lui descritti, dice
pelli, e tagliavano la barba ,
giac- a pag. 43 che nelle pompe fune-
che fuori di quel periodo porta- rali degli antichi uo- romani ,
gli
vano i capelli corti. Gli assiri e i mini erano vestiti di abiti neri;
persiani si radevano nel lutto al se però il defunto non avea oltre-
pari degli egizi : tra i romani men- passata l'adolescenza, il colore lut-
tre cadavere passava per le con-
il tuoso era il ceruleo o sia l'azzur-
trade, s'erasi meritata la pubblica ro. I vestimenti lugubri delle don-
stima il defunto, la bara veniva ne, al dire di Vairone, erano neri ;
20 j LUX LUT
ovvero quando perdevano qualche alcuno della famiglia veniva gra-
battaglia considerabile, come fu zialo di qualche onorevole impie-
quella di Canne. Allora si denun- go, svestivano i panni lugubri e
ciava la vacanza de' magistrati , e ripigliavamo i festivi. Intanto, per-
la sospensione dal rendere ragione. chè nulla mancasse alla gloria del
In questo tempo consoli sedendo
i defunto, appendevano le di lui im-
nella curia usavano le sedie voi* magini nelle sale (ninno poteva
gari ;fasci si portavano per tut-
i farsi ritrattare prima di avere con-
prato dai ueuiici o rimandato dal Colori. Dicesi poi l'anno di lutto,
principe, da cui fosse stato ritenu- ber significare l'anno di vedovan-
to per ostaggio. Cosi se una gio- za, prima che sia decorso il quale
vami sposa andava a marito, o se la vedova non può maritarsi senza
, -
andare alla chiesa nelle feste di ciumque praeseferat, ouuii alia ra-
precetto ad ascoltar la messa s. : tione ,
quae cum clericalis ordinis
Antonino tollera per qualche set- decore, dignitateque omnino conve-
timana siffatta costumanza, e s. niant ". Nel sinodo di Piacenza del
Carlo uel suo primo concilio te- 1 589 fu ordinato » Porro vestes
nuto a Milano nel i565 la tollera lugubres, et pullas ex lino gossi-
per un mese. Altri sono d'avviso pino, seu xylino confectas , vulgo
coti trario, e considerano quella co- di cotone, nemo clericorum, cujus-
stumanza come intollerabile e pro- cumque sit conditionis, atque gra-
scritta da' sacri canoni, i quali im- dus, gestare audeat ". Nel sinodo di
pongono a tutti i fedeli 1' obbligo Firenze del 1589 venne prescrit-
di ascoltar la messa in tutte le fe- to: >» Clerici lugubres vestes, alias,
ste di concorda ciò colla
precetto ; quam clencales, in obitu parentum
regola d' Innocenzo III in cap. ad non ferant "". Nel sinodo di Ame-
Nostrani, 3 de consuetud. lib. I, tit. lia del i5q5 si comandò. « Qui
3. Era permesso anticamente agli clericali in veste incedunt, eam, ne
ecclesiastici il portare il vestito di in parentum quidem funeribus po-
lutto, purché nou fosse cambiata naut, et cum atra, lugubrique com-
la forma esteriore, come apparisce mutent ". E nel cap. 65S. » Cle-
dalle seguenti parole del concilio rici, mortuorum causa , vestem ne
di Toledo » Qui lugubres et lu-
: mutent".
ctuosas vestes induunt, et flebilio- Prima che Alessandro VII e la
res quam suae congruit honestati ". congregazione cerimoniale vietasse-
Così pure si legge nel citalo con- ro a' cardinali l'uso del corruccio
cilio Milano » Clericus
di : nella loro persona per la perdita
ne parentum quidem obitu vestes de' congiunti, al modo che si dirà,
lugubres , more laicorum , induat lo portavano in tali occasioni, ed
gestetque neque vero vestis for-
: ecco come lo descrive Michiel Lo-
matti, aut panni genus , quo cle- nigo, Delle vesti purpuree, Venelia
rum universum uti moris est, com- 1623, p. 43 Lutto ovvero scomo-
:
mutet ". Ma che chierici non deb- i do. » Li cardinali di lutto ovve-
bano portare vesti lugubri, che di- ro scor uccio, per morte di alcuno
ciamo di corrotto o di corruccio, de parenti suoi portano le vesti e
nella morte de' loro congiunti, lo cappe di saietta paonazza senza fa-
prescrissero il seguente concilio di scie o mostre, bottoni o imbotti-
Milano , ed i sinodi di Piacenza ,
ture rosse per tutto il tempo del-
di Firenze e di Amelia. Nel con- l'anno, quando gli altri cardinali
cilio di Milano del 1579 fu decre- portano le cappe paonazze di ciana
tato. » Clericus qui amiclu elerU bcllotto tanto a cappelle, quanto a
cali indutus inccdit, ne in propin- concistori. Ma quando gli altri car-
quorum, ne parentum quidem obj- dinali in cappella ad altro atto pub-
2o4 LUT LUT
hlico intervenendo collegialmente puccio della cappa, quando non vi
portano la cappa rossa, dovranno sono le pelli, di ormisino paouaz-
porlarla ancora li cardinali di lutto; zo, ma sempre di rosso". Si vede
ed in (al giorno se cavalcheranno che il Lonigo riprodusse il decre-
pei concistori o cappelle porterau- tato dalla sacra congregazione dei
no la cappa paonazza di saietta iti riti li 3o agosto 1602, sotto Cle-
pala/zo, poi dovranno vestir la ros- mente Vili, essendo segretario del-
sa sopra la sottana paonazza (ma la Paolo Ma-
congregazione Gio.
il decreto che citeremo veramente canzio celebre cerimoniere pontiii-
dice che i cardinali di lutto do- ciò, ciò che confermò la stessa sa-
vranno come gli altri vestire in era congregazione a'3 1 marzo dei-
tutto, e se di rosso, di questo co- Tanno 1618, nel pontificato di
useranno le vesti oltre la cap-
Iure Paolo V, essendo segretario della
pa ). Nei tre giorni veramente di medesima Pietro Ciammariconi o
Pasqua di resurrezione, della Pen- Ciammaruconi, altro cerimoniere
tecoste, di Natale (e loro feste), pontificio. Però le cose tralasciate dal
Epifania, Annunziazione della Bea- Lonigo, e facenti parte de' citati
ta Vergine (per la cui cavalcata decreti, le notammo fra parentesi,
useranno anco nelle mule gli orna- anzi crediamo opportuno riportare
menti rossi), nel giorno del Cor- l'ultimo periodo di essi. « Adver-
pus Domini ( e sua ottava ), del- tant tamen RR.mi DD. cardinale*
l'Ascensione, de' ss. Pietro e Paolo ne propter luctum utantur colore
( dell' Assunzione della Beata Ver- nigro nec in vestibus, nec in cur-
vine, della Circoncisione), di tutti ru, nec domi in aulaeis ad parie-
i santi, nell'anniversario della crea- les, sed tantum colore violaceo u-
pe rosse ), non ostante il scoruc- et ipsi DD. cardi nales visitanles esse
ciò, per tutto il giorno avranno la in abitu violaceo". 11 Sestini nel
cappa e tutti i vestimenti rossi, suo Maestro di camera, stampato
Nelledomeniche III dell'avvento, in Liegi nel i634, cap. XIV, Del
e IV di quaresima nelle cappelle , lutto de cardinali, e dell'abito che
in abito paonazzo
con sottana , no, ma ed
senza cotone, i servi-
mozzetta e ferraiuolo, ed il cardi- tori de' gentiluomini, con il resto
nale visitato deve rendere la visita della famiglia, di panno un poco
2o6 LUX LUT
più grosso, avendo dato quei buo- bus, neque in curribus qnibuscuro-
ni principi tutto quello che biso- que". Noteremo che parlando il
gnava per vestirsi, e pagato fattu- Lunndoro della processione del Cor-
re e di più calzette di seta, legac- pus Domini, avverte che cardi- i
ci , cappello, cintura,
centurino e nali devono sempre avere scarpe
stringhe ad ogni persona conforme e calze rosse; quando però portava-
al suo grado. Deve avvertirsi che no vestimenti paonazzi, anche le
i
le, gn^O ed ordine de' cittadini vissero & 'posteri di continuo stimo-
poi eli è non solo allora si conosce- lo ad imitarli. Tifilo più nobile
vano nella società i diversi celi era stimata una stirpe, quanto
ma veniva tenuto in freno il fa- maggiore era il numero delle im-
tale ed immorale Lusso (f^edi), ro- magini di cui vedevasene adorna
vina delle famiglie, e cagione d'in- la casa. Riputavansi non meno cu-
finitimali. Non si nega che tutti stodi, che autori dello splendo-
possano anzi debbano esprimere con re acquistato. Daremo qui appres-
modi esterni il lutto, per quel sen- so alcune delle principali nozio-
timento di dolore che abbiamo per ni sul usano le nobili
lutto che
la perdita de' nostri, ma solo i sag- famiglie romane e le persone d'am-
gi desiderano che non si faccia con bo i sessi, oltre quanto dicemmo
que' segni che sono da tempo im- all'articolo Funerali, massime a p.
memorabile propri della nobiltà 72, voi. XXVI II del Dizionario.
e delle persone distinte e qualificate, Nella nobiltà romana la durata
poiché l'amalgama ha sempre dis- e qualità di lutto non avendo re-
piacevoli conseguenze. In alcuno gola scritta, esiste nelle tradizioni,
parti d'Italia, come in Bologna, le quali hanno variato e variano
fu costume anticamente, che quan- tra gli antichi usi ed i moderni, e
do moriva alcuno de' nobili della principalmente per comodo di quelli
città,
il pretore ed il capitano an- che di mala voglia soffrono le pri-
davano ad onorarne il funerale. A vazioni dei divertimenti che il lut-
troduzione delle armi gentilizie tie- peto, non essendovi una salutare
ne luogo delle immagini e ritratti prammatica., ciascuno si fa un me-
de' maggiori, che appresso i roma- todo particolare, aumentando o di-
ni venivano esposte, e che secondo minuendo le consuetudini, secondo
i costumi loro., designavano le fa- le circostanze, l'arbitrio e forse an-
miglie nobili di que' tempi, per cui cora la poca affezione e rispetto per
quando una famiglia non poteva gli estinti. Di fatti anticamente mai
esporre una simile pompa, giudi- intervengasi ai balli ed alle cla-
ca vasi che fosse ignobile ed oscura. morose riunioni col lutto, massime
Tali immagini consistevano in te- col greve, come si fa ora con dis-
ste di cera, che conservavansi negli approvazione di non pochi saggi. Il
armadi di legno, tenuti rinchiusi lutto greve non si deponeva mai
negli atrii delle case. In occasione dalle vedove nella sua durata, e
de' funerali si adornavano que' si- gli altri non lo deponevano che
mulacri con abiti neri. In tal mo- nelle grandi solennità della Chiesa.
do ravvivavansi le memorie di que- Oggidì anche i vari gradi di lutto
gli eroi, si esponevano nella parte sono diversi dagli antichi. Eziandio
piìi insigne e più celebre della ca- nella qualità delle stoffe e colori,
sa, affinchè col far risplendere in prima nel lutto greve rigorosamen-
,
ni portavano abito nero con cai- un anno di lutto, sei mesi greve
toni e calzette simili , corpetto e e sei leggiero, negli ultimi mesi
cravatta bianca. Andiamo dunque a però potranno mettersi veli bian- i
riportare le norme più general- chi e neri nei primi due mesi
;
in mezzo lutto, ed in lutto leggie- donne nei primi quattro mesi use-
ro. Il lutto greve consiste nell'in- ranno i veli crespi , nei secondi
tiero vestiarionero di tutta lana, quattro mesi i veli appannati, ne-
sì negli uomini che nelle donne. gli ultimi quattro mesi i veli bian-
Per altro gli uomini usano la cal- chi. Vi sono altri che dividono il
gioie ed ori. 11 mezzo lutto sì ne- po e nello stesso modo che si por-
gli uomini che nelle donne consiste ta pei genitori. Figli e Figlie: i fi-
e due di mezzo lutto e lutto leg- ne, uguagliasi a quello de' padro-
giero; per quindici giorni non si ni. I famigliari però non indossa-
.
Per la morte di altri parenti dei Quattro, indi dallo stesso Papa nel
padroni, la servitù non indossa al- i44 2 m
fatto vescovo Tusculano.
cun lutto, a meno che non trattisi Morì in Hatfeild nell' Inghilterra
della un cardinale fratel-
morte di nel i443, 6 fu sepolto nella catte-
lo o zio carnale del padrone di drale di s. Ely tra due colonne
casa. In tale caso non in ragione presso F altare delle reliquie. La-
della parentela, ma a causa di gra- sciò per testamento alla chiesa di
titudine, indossa il lutto anche la Terovanne la terra di Harmaville
famiglia dell'erede. Va notato, che nella diocesi di Arras, per la fon-
il lutto ossia le vesti della fami- dazione di sei cappellanie a favore
glia nobile, deve distinguersi nella e in servigio di quella cattedrale.
qualità dalle famiglie di sala , di LUXEMBOURG Teobaldo, Car-
scuderia, ed il portiere. Sono poi dinale. Teobaldo di Luxembourg
varie le regole del lutto nelle al- della real stirpe de' monarchi di
tre città dello stato pontificio, come Francia, tempi capitano
fu a' suoi
negli altri luoghi degli stati este- di gran valore e fama e per con-
1496 lo creò cardinale prete de'ss. ove ottenne dei gran successi dap-
Marcellino e Pietro, colla preroga- prima nel seminario di s. Magio-
tiva di legato a Intere nelle Gallie; rio, poi alla casa di Navarra. Nel
Leone X nel 1 5 8 lo fece vescovo
1 1762 fu acclamalo il primo della
Tusculano. Fu uno de' giudici de- sua classe. Fu poi vicario generale
putati col carattere di legato nella di Narbona e nel 1765 venne
,
causa per lo scioglimento del ma- nominato agente generale del cle-
trimonio di Luigi XII e Giovan- ro. Dovette a' suoi talenti l'onore
na Francesca di Valois, che dopo di esserenominato dal re nel 1770
lo scioglimento fondò un mona- per successore di Montmorin ve-
stero di francescane, visse e mori scovo di Langres, ove preceduto
santamente. Istituì il cardinale due dalla fama di sue virtù si guada-
collegi , uno in Parigi, 1' altro in gnò la stima e l'amore de'suoi dio-
Mans, a cui si diede principio do- cesani. Instancabile nell' adempi-
po la sua morte nel i526, asse- mento de'doveri del vescovato, era
gnando al primo diecimila lire di indefessamente occupato; il poco-
dote. Rinunziò il vescovato di Mans tempo che gli rimaneva lo dava
a suo nipote con regresso, secondo allo studio, e quindi nel 1773 pro-
l'uso di que' tempi, ed essendo que- nunziò a Nostre Dame l'orazione
sti premorto allo zio, fu di nuovo funebre del re di Sardegna Carlo
il cardinale collocato sulla cattedra Emmanuele III. Nell'anno seguente
di quella quale com-
chiesa, alla nella stessa chiesa vi recitò quella
partì segnalati benefizi. Il suo no- di Luigi XV. Nel 1787 fu eletto
me si legge registrato nel martiro- per uno de'residenti nell'assemblea
logio gallicano a'22 giugno, dicen- de' notabili, e nell' anno appresso
do ivi essere stati da Dio operati del suo clero per rappresentarlo
al suo sepolcro strepitosi miracoli. agli stali generali. Fu in questa
Certo è che fu riguardato come occasione che conobbe quali pro-
uno de' più grau cardinali del suo gressi avesse fatti lo spirito della
tempo. Egli morì in Mans nel 1^19, vertigine rivoluzionaria. Vide che
in età di ed
settantaquattr' anni, l'unico mezzo d'arrestarne i pro-
ebbe in quella cattedrale la tom- gressi sarebbe stato quello di for-
ba, che in tempo delle guerre ci- mare due camere a un dipresso
vili sperimentò il furore degli ere- simili a quelle dell'Inghilterra ; ma
tici, che nel loro fanatismo dopo la sua proposizione non fu ascoi-
LUX LUX 2i3
tata, e il conte di Mirabeau con- capo del cardinale la berretta gli
futò questa opinione. Indi fu elet- disse. >* In quanto a me se valgo
to presidente del clero. Allorché qualche cosa, è perchè io mi sono
seguirono gli orrori delle giornate costantemente applicato a seguire
5 e 6 ottobre, egli ritornò nella i consigli che voi mi avete dati
.sua diocesi; mavedendo ancor là quarantatre anni sono, terminando
die i due partiti erano inaspriti, l'elogio funebre di mio nonno " .
MA A MAB 2 i5
M
MAADAN. Sede vescovile della tre anni in una infetta prigione,
Meso pò tamia, nella diocesi de' gia- ove patì tutti i rigori della fame.
cobiti, ch'ebbe per vescovi Malcho Quindi fu ricondotto davanti al
che fiorì nel i494> sotto il patriar- giudice, che trovandolo fermo nel-
ca Ignazio XII; Dionigi che visse la confessione di Gesù Cristo, or-
sotto il patriarca Ignazio Davide dinò di gittarlo in una fossa, e
Sciaci) , nel i586. Oriens christ. chiuderne l'apertura. Alcuni gior-
t. Il, p. l5l2. ni dopo soldati aprirono questa
i
N . . . che sedeva nel i 365. Oriens composizione sulla morte della re-
christ. t. II, p. i588. gina Anna d'Austria intitolata: Gal'
MAARSAPORE (s.), martire. liae ad Hìspaniam lugubre nuntium.
Principe persiano, commendevole L'anno 1667 egli pubblicò una nuo-
per le sue virtù e pel suo zelo reli- va edizione delle opere di s. Ber-
gioso. Nel cominciamento della per- nardo. Incaricato poco dopo dal-
secuzione mossa dal re Isdeger- la sua congregazione dell' edizione
do fu preso con Narsete e Sabu- degli Atti dei santi dell' ordine di
tacaj quali dopo aver sofferto
i s. Benedetto, ne pubblicò il primo
vari tormenti riportarono la coro- volume nel 1668, ed in seguito ot-
na de! martirio. Maarsapore subì to altri che arrivarono sino all'XI
molti interrogatoli!, e fu posto al- secolo, condotte prefazioni, le qua-
la tortura, poi lasciato languire li vengono a ragione considerate
oi6 MA3 MAB
come capi-lavori, e die contengo- ordine all'occasione di una (Jisputa
no moltissime importanti notizie insorta fra i benedettini della pro-
ed osservazioni sulla dottrina, sul- vincia di Borgogna, e i canonici
la disciplina e sulla storia di cia- regolari della provincia stessa, intor-
scun secolo. Nel 1674 compose u- no al sedere negli stati. 1 canoni-
ua dissertazione latina sull' uso ci regolari avendo risposto, il p.
del pane azimo, nella quale egli so- Mabillon vi rispose di nuovo. Dopo
stiene che pane azimo è il so-
il qualche tempo entrò in un'altra
lo di è sempre fatto
cui si uso contesa letteraria intorno all' intel-
nella Chiesa latina. Pubblicò in se- ligenza di alcuni passi della rego-
guito alcuni schiarimenti sopra la la di s. Benedetto ,
per cui nel
dissertazione stessa, contro l'opinione 1690 pubblicò un trattato analogo.
del cardinale Bona. Nel 1675 pub- Indi nel 1691 die alla luce un li-
blicò ilprimo "volume degli Analet- bro contro Rancé abbate della
ii, cioè piccoli frammenti o princi- Trappa intorno agli studi mona-
pi! d'opere da lui rinvenute in di- stici, lo scopo del quale è di di-
Verse biblioteche, e ne pubblicò po- mostrare che i monaci possono e
scia due volumi con eccellenti
altri devono studiare , e di spiegare il
ra sulla morte della madre Gia- tere. 11 suo stile è maschio puro, ,
volume uscì nel 1703. JNelle opere cesse Tommaso, il quale sedeva
postume del p. Mabillon e del p. sotto il patriarca Atanasio I, verso
Thierry Ruinart, pubblicate nel 724 1 la fine del VI secolo o nel prin-
dal p. Thuillier in tre volumi, non cipio del VII. Gli altri vescovi suoi
si trovano altri scritti inediti del successori sono riportati dal padre
p. Mabillon fuorché i seguenti. Le Quien , Oriens christ. t. II,
4<j8. Egli aveva in no allora me- lì palazzo del consiglio d'una pesante
nato austeri vsi ma vita in un luogo architettura , è di granito , ed ha
pieno di montagne, il quale dal suo due piani e molte colonne, sulle
nome è stato appellato s. Magol- quali è scolpita in caratteri cinesi
do. Ampliò molto il regno di Ge- la cessione che 1' imperatore della
sù Cristo colle sue fatiche e co' suoi (lina fece di Macao ai portoghesi;
esempli. Ignorasi l'anno della sua la casa del governatore non è ri-
morte ; ed è nominato nei calen- marcabile che per la bella prospet-
dari d' Inghilterra e d'Irlanda sotto tiva che vi si gode. Fra le chiese
il giorno i5 aprile. La sua cassa quelle di s. Paolo e di s. Giusep-
fu custodita a Man nella chiesa di pe, senza essere bellissime, meri-
s. Magoldo , sino al tempo della tano qualche osservazione; vi sono
pretesa riforma. conventi e monasteri , e dei ban-
MACAO (Macaonen). Città con chi di molte nazioni : quello do-
residenza vescovile sottoil dominio gi' inglesi si distingue per un vasto
del Portogallo nella Cina , provin- edilìzio e comodo , e per un bel
cia di Kovang-toung, distante 25 giardino che rinchiude
all' inglese,
2 20 MAC MAC
cesso patronato a condizione che
il vescovo da Pio VI nel 1789; Fran-
dotaste l' episcopio nascente ed il cesco della Nostra Signora della
capitolo. A cagione dell' immensità Luce, de' minori della più stretta
di questo vescovato che compren- osservanza di s. Francesco, della
deva in origine tutta la Cina ed diocesi di Lisbona, preconizzato da
il Giappone, il Pontefice Sisto V Pio VII nel i8o4; e l'odierno
nel i588 dismembrando dalla dio- monsignore Nicola Rodriguez Pe-
cesi di Macao l'impero ed isole del reira de Borja della congregazione
Giappone, eresse in quelle un nuo- della missione, nato in Corticada ,
vo vescovato nella città di Funai, fatto vescovo da Gregorio XVI nel
accordandone al re di Portogal- concistoro de' 19 giugno i843. In
lo la nomina. Restando però an- quello poi de' 17 giugno 1844 il
cora amplissima la diocesi di Ma- medesimo Papa dichiarò coadiutore
cao, e propagandosi sempre più la di esso con futura successione mon-
lede cattolica nella Cina, ad istau- signor Girolamo Giuseppe de Mat-
za della corona di Portogallo fu- ta portoghese, e vescovo di Alto-
rono eretti da Alessandro Vili nel bosco o sia Colofone in partibus.
1689 i due vescovati di Pekino e 11vescovo fu nominato dalla regi-
di iNankino, e data la nomina ai na che regna Maria II, la quale
sovrani portoghesi. La diocesi di acconsenti all'elezione del coadiu-
Macao comprende al presente le tore.
vaste provincie di Kovang-toung e La cattedrale è dedicata a Dio
di Kovang-sij non che l' isola di in onore di s. Pietro principe degli
llaj nan o Anjan. 1 cattolici di tut- apostoli, la quale per essere in ista-
per dispensa pontificia. Presso Ma- parò nel deserto ove pas-
di Scetti,
cao vi è il villaggio di s. Lazzaro sò gli ultimi sessant'anni di sua
abitato da 600 cinesi cattolici, che vita. Quantunque mettesse tutta la
ha una cappella ed una scuola. sua attenzione a celare le sue vir-
L'isola di Hong-Kong vicina a Can- tù, esse però tralucevano da lun-
ton, da ultimo ceduta agl'inglesi gi; laonde molte persone vennero
nel trattato di pace, formava parte a porsi sotto la sua condotta, per
della diocesi di Macao; ma il Papa apprendere da lui il modo di giun-
Gregorio XVI a' 22 aprile 184.1 gere alla perfezione. Fra tutti i
l'eresse in prefettura apostolica, che suoi discepoli egli non ne ritenne
comprende tutta l' isola. I cattolici presso di se fuorché uno, per aver
sono più di 3 00, ed a questa ora cura dei forestieri; tutti gli altri
riportarono la corona del martino; lette, cosi detto dalle piccole celle
Macario ed altri principali furono che i solitari vi fabbricarono: quivi
rilegati per ordine dell' imperatore fu innalzato al sacerdozio. Quan-
Valente in un' isoletta d'Egitto cin- tunque grandi fossero le austerità
ta di paludi. I pagani che quivi che si pia lica vano in quel deserto,
abitavano, ammaestrati dai santi tutte le avanzavano di molto quelle
confessori, rinunziarono al colto de- di Macario. Per sett'anni egli non
gl' idoli, e ricevettero il battesimo. visse d'altro che d'erbe crude e di
Tosto che il popolo d' Alessandria legumi ; nei tre susseguenti si con-
ebbe saputo questa cosa esclamò , tentò di tre o quattro onde di pa-
contro l'ingiustizia del patriarca, ne al giorno. Penetrato dalla fama
di maniera che questi , temendo del monastero di Tabenna gover-
una sedizione permise ,
ai solitari nato da s. Pacomio, volle andarvi
di tornarsene alle loro cellette. S. da artigiano, e vi passò
travestito
Macario, restituito alla sua solitu- una quaresima senza mai sedersi,
dine, riprese gli ordinari suoi eser- e senza mangiare altro che alcune
cizi. Qualche tempo appresso, aven- fogliacee di cavoli affatto crude. Il
do conosciuto ch'era vicino al suo lavoro delle mani, in cui occupa-
fine, visitò tutti i solitari di Nitria, vasi, non arrecava alcuna distrazio-
lasciando loro utili ammaestramen- ne suo spirito, unito intimamen-
al
ti ; e morì nel 390, in età di no- te aDio per mezzo dell'orazione.
vantanni. Pare eh' egli sia stato il Fu sovente tentato di abbandona-
,
i5o popoli diversi, fra i quali i quanto sobri nelle abituali loro
più rinomati nella storia furono i maniere di vivere, erano altrettan-
taulanti, gli elymioti, i dessareti, to magnifici nei pubblici festini :
da Ercole. Si aggiunge che il vin- cui figlio Pausa uia, dopo il regno
citore si condusse eoo tanta mo- di un anno, fu scacciato da Amin-
MAC MAC 229
ta I ch'era figlio di Filippo I e pare tutti i mezzi posti in ope-
fratello di Perdicca II, e discen- ra dalla politica ed ambi- destra
dente di Carano: le guerre fra ziosa di questo principe, ne di se-
Pausania ed i Caranaidi non fini- guire Alessandro il Grande suo fi-
rono finché Perdicca III, di cui glio nel rapido corso delle sue im-
parleremo, non vendicò la morte mense conquiste ,
parlandosi delle
del fratello Alessandro» Il regno cose e fasti principali dell' uno e
di Aminta IV fu clamoroso: sot- dell'altro negli analoghi articoli.
to questo principe Dario volendo Sotto regno di Filippo II la di-
il
Grecia colla Macedonia. A Cassan- nollo sino a che Perseo lo fece mo-
dro successe Filippo suo figlio, e rire 178 anni avanti la nostra era.
dopo la morte di questo, Antipa- Questo Perseo, ultimo re di Mace-
tro ed Alessandro fratello di Filip- donia, fu preso e vinto dai roma-
,
MAC MAC %U
ni Tanno 167, sotto il console Pao- stiana, ed i punti più sostanziali
lo Emilio loro generale, con Filip- della disciplina e morale evangeli-
po ed Alessandro suoi figli, cioè ca. Da Filippi i banditori del van-
l'anno 586 dalla fondazione di Ro- gelo passarono per Amfipoli e per
ma. Filippo morì in prigione, ed Apollonia, giunsero a Tessalonica
Alessandro non ebbe per sussistere città nobilissima di tutta la Mace-
che il travaglio delle proprie mani. donia. Vi predicò s. Paolo il van-
Certo Andrisco dominò in qualche gelo e lo confermò colla virtù dei
parte della Macedonia dall' anno miracoli, per cui una gran molti-
i52 all'anno 148 avanti la nostra tudine di gentili abbracciarono la
era e la Macedonia venne fatta
, fede cristiana. I filippensi per ben
provincia romana. Paolo Emilio di- due volte lo provvidero di tutto il
23 2 MAC MAC
gettassero al suo giudizio. Così i ardore la divinità di Gesù Cristo.
Pontefici commisero le loro veci ai Che se de' quattrocento prelati adu-
vescovi di Tessalònica, onde impo- nati in Rimini nel 35c), erano del
nessero le mani sui metropolitani partito eretico Ursacio , Valente
di quelle provincie, dassero il con- Germinio, Gaio, Migodonio e Me-
senso alle ordinazioni de' vescovi gaso vescovi illirici ; questo fu
e conoscendo le loro differenze, de- un numero scarso in paragone di
cidessero le cause e negozi occor- tanti altri, che governando le al-
renti, ma le più gravi riferissero tre chiese di vaste e popolate pro-
alla santa Sede, cui apparteneva il vincie dell'Illirico, particolarmente
supremo giudizio e la finale deli- orientale ( che il ripetiamo conte-
berazione de' più importanti affari. neva la diocesi di Macedonia, ov'e-
Più chiaramente s. Innocenzo I , rano la Macedonia, l'Epiro vecchio
concedendo nel 4 12 a ^ uro vesc0 * e nuovo, e la Tessaglia colle città
vo tessalonicense e successore d'A- che appartengono all' Albania su-
nisio, la vicaria apostolica sopra periore , nelle quali dominava la
do, il quale nel secolo XI unì alla breve del i3o,i, di cui parla pure
sua corona di Puglia e Calabria il Rinaldi a detto anno, num. ij.
la Macedonia ed altri stati dell'Al- Gli albanesi nel secolo XIV con
bania, non che della Bulgaria e di raro ed indicibile valore resistette-
diversi luoghi della Grecia. Ambe- ro alla potenza ottomana, sotto la
due queste potenze tra di loro con- condotta di Giorgio Caslriota detto
giunte, erano un validissimo ante- Scanderbegh principe Macedonia, di
murale all'inondazione dell'eresie, di cui parlammo Alba-
all'articolo
che per le regioni orientali rapida- nia ed altrove, aiutato ed encomia-
mente scorrevano. Dopo Boemon- to dai Pontefici Nicolò V, Calisto
do, obbedì l'Epiro ai re di Sicilia ili, Pio II, e Paolo II. I Castrioli
Ruggiero I, Guglielmo e Costanza. furono signori d' una parte della
L' impero greco in molte signorie Macedonia, mentre l'Albania col-
miseramente lacerato e diviso, Teo- l'Epiro, e molte isole furono con-
doro Comneno s'impadronì dell'E- cedute dagl' imperatori di Costanti-
piro e della parte occidentale della nopoli ai Comneni, ai Tocchi , ed
Macedonia, in cui l'Albania fu indi agli stessi Castrioti. Scanderbegh
in poi ristretta, essendo passata sot- dopo prodigi di valore, vedendo la
to altro signore la Macedonia orien- Macedonia, l'Epiro e l'Albania inon-
tale, che fu dall' Albania separata data dalle armi di Maometto 1[
e distinta. Gli albanesi obbligati al- imperatore de' turchi, si portò in
lora di piegare il collo alle leggi Roma dal Pontefice Paolo II, che
de' principi scismatici , non trascu- lo ricevette con dimostrazioni di
rarono di tentare gli opportuni stima in concistoro, e riportò co-
mezzi onde opporsi alle loro vio- piosi soccorsi di denaro per opporsi
lenze, sottrarsi dal loro dominio e alla potenza ottomana, e difendere
far comparire lo zelo comune con Croia capitale de' suoi stati ; ma
molto splendore e frutto maggiore. dopo sua morte l'Albania, l'E-
la
Il Papa Giovanni XXII nel i3i8 piro e la Macedonia furono inte-
sicongratulò cogli albanesi che a- ramente conquistate dai turchi nel
veano implorato il soccorso della 1478. Passate queste provincie in
Chiesa romana, per aver sconfitto potere degl' infedeli, gli albanesi, e-
l'invasore Urosio re di Rascia , il piroti e macedoni dierono contras-
quale deposta l'ereticale perfidia si segni di sommo valore, e fiorirono
umiliò al Pontefice. Nel libro di d. nella gloria dell'arte militare negli
Paolo Maria Panino , intitolato: eserciti di principi cattolici, massi-
Perpcluac Albancnsis ecclesiac con- me nel regno delle due Sicilie, ove
scnsionis cimi Romana, narra la fondarouo delle colonie di rito greco.
divozione verso la santa Sede di Per mantenere la religione nel-
234 MAC MAC
l'Albania ed in tulio l'Illino, Gre ai nominati tre ospizi vi ha «ng-
gorio XIII fondò il celebre colle- giunto un altro ospizio nella dio-
gio, di cui trattammo all'articolo cesi di Sappa, e risarcì le chiese
Loreto (Vedi). Nel pontificato poi ed medesimi ospizi, per le deva-
i
cuni posti pei giovani epiroti nel sto all'est. Essa forma i sangiacati
collegio Urbano: se ne legge la dis- di Uskup, di Ghiustendil, di Mona-
posizione, Optai'imus quidem, dei stir, di Salonichi, e la parte occi-
ì5 settembre 1708, presso il Bull, dentale di quello di Gallipoli. L'a-
de prop. fide, Append. tom. I, ria vi è salubre, ed il suolo ferti-
p. 373. Benedetto XIV stabili gl'in- le : ebbe un tempo miniere d' oro
terrogatorii che doveansi fare ai ve- e d'argento. Salonichi o Tessaloni-
scovi di Albania e Macedonia, e ca n' è il capoluogo, ed è gover-
sono riportati anco nel Bull, de nata da un pascià che quivi risie-
marchesi nell'epoca del maggior lu- verno del commissariato della san-
stro. Quanto più le selvose rupi ta Casa di Loreto, col prelato com-
si allontanano dal territorio Camer- missario apostolico, forma un go-
te, tanto meglio viene ricreato lo verno speciale. Sanseverino contiene
sguardo da ripetuti ordini di va- nel suo distretto i governi di san
riate colline, ove alla copia delle Ginesio , che ha per appodiato
viti , si unisce ogni rurale prodot- Morico colle comuni di Loro ,
to, che gli operosi coloni molti- Ripe s. Ginesio, e sant' Angelo
plicano con intlustre attività. Quin- in Pontano; e di Sarnano colle ,
MAC MAC 23 9
fece confermare gli statuti dal car- e di s. Lorenzo , il comune eresse
dinal legato. Sebbene un tempo l'odierna chiesa di s. Michele ed
Osimo, secondo il Martorelli ed il ingrandì quella di s. Salvatore; e-
Fanciulli , esercitasse il temporale dificò pure la loggia e prospettiva
dominio in Monte Cassia no, questa del palazzo, residenza de'priori so-
terra si dichiarò del contado di pra la piazza. In questo tempo e
decanati, riserbandosi il mero e sotto Sisto IV fiorì in Monte Cas-
misto impero, e la facoltà di far siano il valoroso militare Giorgio
leggi e statuti, e ciò dopo il i±5i. Cariasi o, che a difesa di Roma
11 iXovaes nella vita di Nicolò V combattè numerosa banda d'ar-
dice che a* 9 novembre i4-53 il mati duca di Calabria
del sul ,
XXV delle Antichità picene. Al- mediato del Pontefice e suoi mi-
l'occasione che alcuni corsari bru- nistri, ripugnarono dare il possesso
ciarono il porto di Recanati, il co- del governo agli agenti del cardi-
mune mandò cento operai per for- nale, fecero energiche proteste agli
tificar le mura del santuario di ordini superiori, appellarono a Giu-
Loreto, ed istituì una milizia per lio III cui inviarono due ambascia-
difesa. Per la peste che afflisse Ma- toried il cancelliere. 11 Papa be«
cerata, il vicelegato Antonio Erco- nignamenle gli accolse , ma emanò
lano si rifugiò in questo luogo, che una risoluzione ambigua, propria
ricorse al divino aiuto erigendo le del suo carattere, ordinando che
chiese sotto il titolo di s. Giusep- non si scontentasse il popolo, che
pe e di s. Maria di Salimbene. An- continuasse ad essere nella provin-
lonfrancesco Scaramuccia, eccellente cia della Marca, senza ritirare il
filosofo e poeta, divenne medico del- breve di concessione dato al cardi-
la Nel 1527, pel tremendo
patria. nale, cui non voleva mancar di pro-
sacco ,di Roma
la provincia con messa. Il perchè questi facendo cre-
raro esempio di fedeltà spedì i5,ooo dere che solo alcuni lo ricusarono
soldati, e questo comune sommini- per signore, mandò armati contro
strò soccorsi all' afflitto Clemente la terra, che bravamente li respin-
VII, che avea deposto il pensiero se, ciò che saputosi da Giulio III,
di vendere Monte Cassiano con al- ordinò che non si facesse altro con-
tri luoghi della Marca , e tutti si tro Monte Cassiano. Fin qui arri-
fortificarono e misero in guardia. va il Discorso istorico sopra l'ori-
le è l' Apiro, che dal secolo XII o Clemente, la quale pur coutea fu
XIII fu sempre esente da ogni vas- chiamata, avea per oflìzio ammi-
sallaggio, regolato prima dai suoi nistrare la giustizia o colle ragioni
consoli e poscia dai podestà, essen- o colle armi. Dopo che Federico
do popolato più del presente, ed lì si ribellò alla Chiesa, verso il
roccò Casa voi la dopo clic dai par- gua greca significa fuoco, è tradi-
ticolari signori l'aveva comprato. zione che il più antico stemma di
Adirato perciò Sanseverino , corse Piro fosse una fiamma di fuoco;
a farne vendetta , devastando le ciò ammettendosi, nasce la proba-
campagne, e incendiando dopo un bile congettura, che Piro fosse uno
fatto d'armi un intero borgo. E de' luoghi fabbricati nel Piceno dai
qui noteremo che l'origine dell' at- greci siculi. Apiro è cinto di mu-
tuale Apiro si racconta che viene ra castellane, ha tre porte aperte,
da un castello chiamato Piro, po- essendo chiusa la quarta detta Om-
sto in altro sito, il quale Piro era si- briana. Prima sulle mura, oltre co-
gnoreggiato da Andrea d'Ugolino moda strada, erano disposte quat-
di Monlecchio, che 1' avea conse- tordici torri, non che il suo cassero
guito in dote dalla moglie. 11 ca- o fortezza posto nella parte più ele-
stello fu distrutto dagli uomini del vata della terra, lo che rendeva il
nuovo, e Andrea colla moglie, sen- castello fortissimo e ben munito.
za risentirsene, si obbligarono ob- Aveva parimenti attorno le mura
bedire agli statuti e leggi di Apiro. due popolali borghi, mancati poi
Ciò non per tanto sembra impro- negli avvenimenti che oppressero
babile che l'odierno succedesse in Apiro. Ora del secolo XIII altra
tal modo all'antico, e piuttosto que- fabbrica non vi che il
si scorge
sto distrusse l'altro, come più assai palazzo priorale, già fortificato con
antico, libero e nobile, con giuris- merli e loggie. Pare che l'edificas-
dizione su più castelli, e situato se prima del 1286 Gentile di Cor-
nel basso della valle. Circa il di- rado di Rovellone erede dell'ulti-
roccato Piro, esso era sulle colline mo signore d'Accola, e perchè a
che di poco sovrastano il nuovo, guisa di fortezza ne ingelosì il co-
e vuoisi che soffrisse le devastazio- mune. L'antico suo territorio con-
ni de'goti e longobardi; pertanto teneva tredici parrocchie, con di-
alla desolazione de' primi si attri- versi castelli. Seguì la diminuzione
buisce la decadenza di Piro, e la del suo territorio verso Sanseveri-
fondazione di Apiro nella parte piti no e Fabriano; soffrì perciò nel se-
bella ed elevata della Valle. Quan- colo XV molti litigi colle comuni
to al nome di Piro, Lapero, La- confinanti: il più ostinato l'ebbe
piro, Apiro, dicesi derivato da un con Sanseverino, e durò dal 1226
antico albero di pero sul colle pian- al 1734; di poco momento poi fu-
tato. Certo è che V antichissimo rono quelli che passarono fra Cin-
stemma del comune, come si ha goli e Staffolo. Giaceva nel suo ter-
dai sigilli de'secoli XIII e XIV, ritorio il monastero dell'eremo del-
fu un albero di pero colle radiche, la ss. Trinità fondato da s. Pier
e ne' lati le lettere P ed I, che Damiani alle radici del monte San-
dir vogliono Pirum. Altri sigilli so» vicino. Tanto e più copiosamente
144 MAC MAC
scrisse Ottavio Turchi di Apiro Francesco, e dove operò molti mi-
canonico dell' insigne collegiata di racoli. Parla in molti luoghi del-
s. Urbano della terra di Apiro, l'Apiro il Compagnoni nella Reggia
autore di altre opere, nel suo picena, dicendo che nel i355 n'e-
Trattalo storico inedito della Val- ra signore Jumentaro dall' A pira,
le di s. Clemente, donde traemmo che nel 1371 concorse con altre
queste poche notizie, e per la pri- città e terre per la riduzione della
ma volta pubblicato dal Colucci, curia in Macerata, e parla pure del
in fine del tomo XVI delle Anti- sindacare de'suoi offiziali. Del mo-
chità picene. nastero di s. Urbano nel territorio
Leggo nel Gritio, Dell' istorie di di Apiro e dell'antichissima chiesa
Jesi p. che Lapiro ogni anno
i io, de' monaci di s. Salvatore posta
per la festa di s. Fiorano portava sul colle prossimo alla terra, ne
a Jesi un pallio e venticinque uo- discorre il march. Ricci nelle Me-
mini che in nome del comune giu- morie storiche 1. 1, p. 26 e 74. La
ravano l'osservanza de'patti tra lo- collegiata di Apiro è sotto il tito-
ro convenuti. Nelle Memorie della lo di s. Urbano, il cui capitolo
città di Cingoli di Avicenna, a p. era ricchissimo, e dispensava ogni
189 si narra come il celebre pe- anno quante doti occorrevano alle
rugino Braccio da Montone verso zitelle del paese. 11 Turchi ancora
il 142 3 ebbe funestissima rotta dai nel suo Carne rinum sacrimi, non
cingolani, a' quali vendè poi la ter- solo discorre della Valle di s.
diui furono insigniti eziandio degli Piceno pei goti, longobardi, re d'i-
ordini gerosolimitano e di s. Ste- talia ed imperatori, comune fu la
fouo, venendo riconosciuta Civita- sorte di Civilanova. Le maggiori
nova e la sua collegiata per insigni calamità però della Marca ne'tempi
ad omnes furis ejfectus , ciò che posteriori, seguirono nell'impero di
confermò nel 1623 Gregorio XV. Federico I, il quale circa il 1176
Molto prima Sisto V, che era sta- costrinse Civitanova a rendersi alle
lo suo pastore, come vescovo di sue forze, e giurargli fedeltà. Nel
Fermo, conoscendone i distinti pre- 1191 il comune fece una conven-
gi, come luogo nobile, illustre, in- «ione col vescovo di Fermo, di ri-
signe per la quantità de'suoi abi- sarcire quel Girone , difenderlo in
tanti e per le ricchezze de'cittadini, un al castello di s. Giovanni, e di
l'eresse, come diremo, in ducato, ed non collegarsi con Monte Santo,
è considerata città. Fiori in Civi- Essendo nell'obbedienza della Chie-
tanova una nobile accademia' di sa, nel ir 98 il comune si confe-
letterati, sotto il nome degl' injor- derò con Ancona ed Osimo, e nel
mi (i quali ebbe pure Ravenna, 1199 con Sanseverino, Fabriano
come scrive il conte Paolino Ma- ed altri luoghi. Nel 1200 insorse-
stai Ferretti , Accademie aV Euro- ro alcune differenze pei confini tra
pa } pag. 55) } di cui degna memo- Civitanova e i signori di Monte
ria ne fanno Giovanni Ferri e Cosaro, che compose Innocenzo IH
monsignor Centofiorini , presso il mediante concordia stipulata in Poi-
Barbosa, Collcctau. doctr. t. I, tract. verigi. Sempre fedele il comune
5, dist. 80. Favorita Civitanova alla Chiesa, Macerata con licenza
a48 MAC MAC
di Oaimo si collegò con Civitanova. pò la morte di Federico II, Inno-
Intanto Federico 11 spedì in Italia cenzo IV accordò grazie e privile-
un esercito, e nella Marca un vi- gi al comune, e alla diminuzione
cario imperiale. I popoli non vo- d'imposta convenne pure Alessan-
lendo riconoscere altro dominio che dro IV. Mentre la Marca veniva
quello della Chiesa, cercarono di- vessata da Pircisvalle o Perei valle ca-
fendersi ; Civitanova spontaneamen- pitano di Manfredi, figlio bastardo del
te si die alla giurisdizione del ve- defunto imperatore, il rettore Anni-
scovo di Fermo, per difendere lo baldo pel suo duro governo molti
stato di Fermo nella sua libertà, scontentò; laonde i fermani volen-
e l'indipendenza della Sede aposto- dolo costringere colle armi a mi-
lica , ciò che pur fecero altri luo- glior consiglio, i civitanovesi ad
ghi. Nel 1129 benché gli osima- essi uni ronsi, giacché in questo
ni si rendessero a Federico II, Civi- tempo aderivano a Manfredi. A?
tanova resistette alle sue richieste, Jessandro IV nel 1259 scrisse loro
per cui Gregorio premiò con IX la un minaccioso breve ,
per cui la-
speciali privilegi, confermandole l'an- sciata la parte di Pircisvalle si u-
tico commercio libero al suo porlo nirono col rettore pontificio, nulla
e lido di s. Marone nel i^35, me- curando il diploma de'privilegi di
diante bolla. Divisa la Marca dal- Manfredi, e riprendendo le armi
le fazioni de'guelfi e ghibellini, in- contro i nemici e ribelli della
calzata dalle armi di Federico li, Chiesa.
seguendo Civitanova la parte guel- Godendo Civitanova quiete, que-
fa del Papa, fu invitata con let- sta si alterò nel 292 quando pre- 1
,
e del suo porto, ne die notizia a Ci- Civitanova nel i4°4 ottenne da
vitanova, e la richiese di sua amici- Innocenzo VII di restare sotto l'im-
zia con titoli decorosi.Continuando mediato suo governo, e favorì il
i ghibellini a travagliar la Marca, di lui nipote Migliorati marchese
sembra che fosse costretta aderirvi dellaMarca contro Monte Santo
,
Civitanova, per cui ebbe parte con che non voleva riconoscerlo non :
favore de' secondi fu risoluta la 1' elezione del podestà, Paolo III
il decretalo di Pio II, ordinò il tadini, e nel i55o Giulio III con-
proseguimento della fabbrica del fermò a Civitanova tutte le ma
porlo e fortezza. Nelle nozze di Co- antiche consuetudini eprivilegi. Tut-
stanzo Sforza da Pesaro invitato ta volta questo Papa per sgravai
il comune, vi spedi ambasciatore il la camera apostolica di un debito
1
MAC MAC 25
.li ticdicimila scudi clic teneva con podestà di Civitanova dal 1291
Giuliano Gonfaloniere del popolo siuo al 1 55 1 il Marangoni lo ri-
197 a p. 223. Del convento e chie- ione nel 1292. Sisto V ad istanza
sa di s. Maria de* conventuali dis- del duca Cesarini la dichiarò col-
con ornati di buono stile, ed ai sof- con chiesa sotto il titolo della Ma-
fitti fregi ed intagli splendidamen- donna del Monte , alla quale si
te dorati. Trascurato prima dai mi- presta molta divozione, avente l'im-
nistri, e poi quasi abbandonato dai magine dell'aitar maggiore dipinta
suoi signori, quando il lodato odier- nel i5i6 per cagione di voto. 11
no duca d. Lorenzo nell'autunno march. Ricci nelle Memorie stori-
del 184*2 si portò la prima volta che p. 16 narra che sulla fede del
a visitarlo, vi ordinò vari restauri Lilii, Storia di Camerino, deve dir-
diretti a conservarlo. Allora alle si che al declinare del XIV secolo
altre sue possidenze volle aggiun- si possa assegnare la chiesa di s.
rapo della navata di mezzo si tro- Nel i3oS seguendo le parti ghi-
va l'unico aliare presso l'abside con belline fu sottoposto n varie pene
cripta semicircolare: questa chie- da Clemente V. Il cardinal legato
sa è un monumento pregevolissi- Albornoz nel 1 358 gli concesse
mo di cristiana antichità. 11 Ma- l' indulto di non dover trasmettere
rangoni nelle Memorie di Civita- alcun balio alla curia generale. Il
e Paolo III, ed ottenne ampli pri- pontificio nel 1246. Essendo ret-
vilegi per se e fratelli ; Dario, uno tore Annibaldo, Morrò di Valle si
de' fondatori dell'accademia àe Ca- sollevò, per cui fu spedito per suo
tenari di Macerata, dotto nella poe- sindaco Domodeo, perdonandosi il
sia e nelle lingue greca e latina ; passato. Nel 1264 vi alloggiò il
dìclae terrae. Nel i4o3 gli fu inti- Claudio o sue vicinanze il sito di
mato mandare un balio alla curia Pansola , di scostandosi solo dal Lan-
generale, venendo quindi sottopo- cellotti, che voleva essere Montolmo
,
infortunio fosse traslatata in s. Clau-
cospicuo borgo assai popoloso, che dio, abbazia detta anche di s. Chio-
giace su di un colle nella destra mensa arcivescovi-
do, spettante alla
riva del Chienti, circondato di forti le diFermo. Conchiude il Colucci
mura ed opulento per ubertosi con ragioni, che l'agro Pausolense
campi. Un olmo di straordinaria è l'agro istesso dell' odierno Mon-
grandezza stendeva gli annosi rami tolmo, e che da questo territorio
nel mezzo della sua piazza, il qua- non discosta vasi la città ;
protesta
le gli diede il moderno nome, ma quindi di far delle note alla dis-
oggi più non esiste. Il paese ha sertazione del Lanzi, senza profit-
molti e belli fabbricati, e dicesi e- tare delle notizie raccolte su Mon-
dificato per l'atterramento dell'an- tolmo dal Torelli nell'archivio se-
tica città di Pansola o Pan sola o creto della terra, con che avrebbe
Pausula, i cui abitanti chiamaronsi potuto parlar de' vari castelli nel
pausulani. Il Colucci nel tom. XV suo territorio compresi, non meno
delle Antichità picene, ci ha dato: de' pregi con cui si distinse Mon-
Della condizione e del sito di Paii- tolmo nel medio evo, specialmente
sula città antica del Piceno dis- , nel secolo XIII. Ora della disser-
sertazione epistolare dell'ab. Luigi tazione del Lanzi, e delle note del
Lanzi, premettendo una lettera al- Colucci brevemente parleremo.
l'ab. PietroPaolo Torelli, ed aggiun- Poche memorie della città di Pau-
gendovi alcune sue note. Dice nella sula lasciarono gli antichi, per cui
lettera che gli giunse la disserta- i gonfalonieri e priori di Montol-
zione quando avea ricevuto altra mo pregarono il concittadino a sup-
VOL. XL. »7
5
mente soggetta alla santa Sede. Di- dichiarato uno degli statutisti di sua
versi rettori e Papi l'esentarono da patria. Berto nel 1 383 venne de-
molte gravezze, per la sua fedeltà stinato alla correzione e giunta da
alla Chiesa. Paolo V gli accordò farsi agli statuti di questa nobile
due annue fiere franche, e Pio VI terra, quale esimio giureconsulto.
il pubblico mercato ogni giovedì. Tommaso giuniore si distinse pure
Il Compagnoni nella Reggia picena nella perizia legale, e fu uomo di
registra diverse notizie di Sangiu- mente e di consiglio ,
perciò pro-
sto; riporteremo le seguenti. Que- mosso a vari governi illustri. Fa-
sta terra fu compresa nel 1202 brizio fu dotato di singoiar pru-
nella pace tra'fermani ed anconita- denza e dottrina ; a nome della sua
ni. Nel 1 3o8 Clemente V la con- patria fu ambasciatore nel i5i3 a
dannò a varie pene, per attentati Leone X, da cui riportò a di lei
commessi contro i ministri della favore alcuni privilegi : fu canoni-
santa Sede. Nel i4o5 i suoi giu- co di Loreto e conte palatino. Non
dici furono sottoposti al sindacato meno versato nella scienza legale
generale; e nel 1^17. elesse per fu Marino, spedito dalla patria am-
podestà Manente di Conaccorso da basciatore a Giulio II e Leone X
Macerata : suo stemma era nella
il per trattare interessi di somma im-
sala dell' antico palazzo pubblico , portanza. Di presente fioriscono due
cioè due teste di cavallo e nel ci- rispettabili prelati , monsig. Roberto
miero un turco. Giambattista Ton- Roberti uditore generale della came-
dini nel 1790 pubblicò in Siniga- ra, e perciò vicino alla dignità cardi-
glia : Memorie della vita di Giani' ed il suo fratello monsignor
nalizia,
mattco Durastante, che per la sua Giuseppe Roberti prelato domesti-
vasta e molteplice erudizione, e per co e preposto della collegiata di s.
la sua profonda dottrina, quale si Giovanni in Macerata. In Sangiu-
ammira nel gran numero di sue sto si distinse pure la famiglia To-
opere, meritò gli elogi e gli applausi lomei originaria di Siena, ch'ebbe
del suo secolo e de' posteriori. Sul- Matteo insigne medico, Giacomo giu-
le di lui tracce camminarono molti reconsulto, Antonio e Francesco al-
sangiustani, coetanei e posteriori, tri giureconsulti e magistrati. La
ed altri aveano preceduto in o-
lo famiglia Romani, una delle più no-
norare la patiia, dappoiché Sangiu- bili ed antiche, un ramo della qua-
sto fiorì sempre per copioso nove- le passò nell'Adami di Fermo, che
ro di uomini celebri in ogni ma- si trasferì in Macerata: Taddeo sot-
2 G4 MAC MAC
codice legislativo di Sangiusto. Altro rini referendario e segretario apo-
venato nella facoltà legale fu An- stolico, Timoteo Marzi commissa-
tonio di Simonetto. Questa fami- rio nella Marca per I' erezione de-
glia discende da Pietro di Roma- gli archivi ordinata da Sisto V,
no Simonetto profondo legale e
di Luzio Seganti, commissario gene-
magistrato insigne, cioè il 'ramo in- rale de' minori osservanti, Salutilo
nestato nella famiglia Adami : sotto Grazi, Isidoro Roberti che si crede
il suo gonfalonierato, nel i497 * u autore del celebre elogio della Mar-
stipulata la transazione fra il co- ca Anconitana, posto nella galleria
mune di sua patria e quello di Mon- vaticana da Gregorio XIII. Sono
te Granaro , con che si spensero pure a nominarsi Mascio Panzoni,
antiche vertenze. Giacomo concorse Sebastiano Pacciarelli, Giacomo Fi-
alla compilazione delle leggi mu- lippo Concetti, Simone Alfàui, e d.
nicipali, ed il fratello Andrea a Giusto Capparucci.
correggerle nel i383; altrettanto Tolentino (Fedi). Città vescovile
poi fece nel i4oo Giacomo giu- e governo.
niore. La cospicua famiglia Recchi Belforte. Comune del governo
si estinse nei primi del secolo pas- di Tolentino, diocesi di Camerino.
sato, in Giuseppe , che dispose Il paese è posto in colle e in pia-
dell'eredità in favore del convento no con buoni fabbricati cinti di
degli agostiniani. Un ramo si tra- mura, con due grossi borghi, uno
piantò in Ripatransone, di cui fu dei quali può dirsi bello ed è po-
vescovo Luca Nicolò. Meritano men- polato. Il suo aspetto corrisponde
zione tra i Recchi, Giacomo di Lu- al nome, sovrastando alla via Ro-
cido, e Pierfilippo canonico di Fer- mana, e scorrendogli a piedi il
tolomeo vicario generale degli ago- quale evvi un bel ponte di mate-
stiniani, Marino Mancini giurecon- riale di un solo arco. Due porte
sulto, Troilo Cervinari insigne me- sono alle sue mura di vaga strut-
dico, Rainerio Casiotti, Marino Ma- tura, quella a levante chiamasi Mar-
rini,Paolo Martelli prelato e chiaro chegiana, l'altra a ponente è det-
canonista. Coetanei a Matteo Dura- ta Romana. A s. Eustachio è sacro
stante fiorirono di Sangiusto; Camillo il suo tempio principale, ove si
che le terre e fondi di Belforte cessioni d' ogni jus ch'essi aveano
sieno per l'avvenire compresi nel sopra Belforte. A' 20 di detto me-
territorio di che i suoi
Tolentino ; se Enrico Ventimiglia, vicario ge-
uomini facciano pace e guerra coi nerale della Marca di Manfredi re
tolentinati, e giurino di osservare i di Sicilia, con autorità regia cedet-
patti , conforme questi giurino di te a Tolentino il castello di Bei-
non convenzione e pat-
far alcuna forte, con piene facoltà, obbligando
to con alcuna comunità ; prometto- tulli belfortesi ad abitar in To«
i
2 66 MAC MAC
dal Papa Gregorio XVI nel 1 84 me invasioni della contrada, fafc-
mune alla città di Urbsalvia, sia e per la sua vastità negli ultimi
in ordine allo stato di prefettura tempi vi fu fatta la giostra dei bo-
dopo il soggiogamento de' piceni, vi.Questo bel monumento rimane
sia in ordine all'essere colonia mi- fuori del recinto delle mina del-
litare, in seguito del triumvirato di l' antica Urbsalvia, pochi passi lon-
Ottaviano, Lepido e M. Antonio, tano dalla porta, e venne edificato
per loro legge in premio de' servi- dopo il pomerio, per cui non fu
gi prestati dai veterani. Siccome trovato sitomigliore che uè' sob-
peri sotto il triumvirato uno della borghi. Aveva teatri, e forse tre:
gente Salvia, contrario alle prepo- di uno esistono le reliquie dentro
tenze de' triumviri, probabilmente il recinto delle antiche mura, ed
mostrandosi loro nemici gli urbi- era lungo 3 60 piedi 249 di su
salvicsi, per le aderenze e influenza larghezza. Altri monumenti che
della gente Salvia, i triumviri con- attestano la sua magnificenza e il
rico e della Rocca dell'Aquila. Fio- quel luogo nel 1527 all'occasione
ri in questa terra il b. Ugo mo- che si condussero dentro il castel-
naco discepolo di s. Silvestro poi lo ad ufficiare la chiesa di s. Ni-
abbate, de' conti degli Atti, e figlio colò, la quale in un all'altra di
di inesser A Itone della Serra, il cui s. Bartolomeo ora più non esiste.
corpo vi posa nella chiesa di s. Fi- Fa poi menzione di Girolamo Mez-
lippo di Monte Granaio la testa : zalancia da Jesi generale de' silve-
dicono sia a Fermo, e la cappa a strini, che formò i disegui per vari
Sassolerrato ove morì ( secondo il monasteri del suo ordine, fra' quali
Calindri ). Vogliono anche che di quello esistente di Serra san Qui-
qua fosse il b. Pietro, ed il b. Jo- rico nel cui archivio si conserva-
seffo monaco silvestri no, fratello di no diversi suoi scritti di architet-
s. Ugo (tanto del b.che del b. Ugo tura. 11 Calindri nel Saggio siati-
passaggio che celebrammo già nel Anatolia. march. Ricci nelle sue
11
voi. XXII, p. 273 del Dizionario, Memorie attesta che gli agostinia-
ove dicemmo che il supremo Ge- ni si stabilirono nel principio del
rarca venerò Spina che
la sacra secolo XIII in sant'Anatolia: Gual-
possiede la chiesa di s. Lucia dei tieri Chiavelli avea già eretto nel
monaci silvestrini. Di Serra s. Qui- 1210 un monastero sotto il titolo
rico è protettore il cardinale Pietro di s. Angelo, due miglia distante
Ostini. dai castello, in un luogo detto
Sassoferrato (Vedi). Governo l'Eremita, avendolo donato ai mo-
nella diocesi di Nocera. naci colla condizione che l'abbate
Genga (Fedi). Comune del gover- dovesse nominarsi da esso e dalla
no di Sassoferrato , diocesi di Fa- sua famiglia in progresso, confer-
briano. mandolo il vescovo di Camerino,
Matelica (Vedi). Città vescovi- ed il patto che in ogni occorrenza
le con governo. egli ed i successori potessero pren-
S. Anatolia o Anatoglia. Comu- der ivi alloggiamento con tre ca-
ne delgoverno di Matelica, dioce- valli a spese dell'abbate e del mo-
si di Camerino. Non si ha memo- nastero, come abbiamo dall'Ascevo-
ria della sua origine, solo si cono- lini, Istoria di Fabriano. Ora la
sce che fu la città umbra detta chiesa appartiene ai canonici di s.
poco lunge da questo luogo chia- di Gentile Varani, nel qual tempo
mato pure di s. Michele. Esso fu le leggi municipali furono riforma-
fondato nel ioi5 pei monaci ca- te. Poscia nel i35i Sant'Anatolia
maldolesi, indi da Innocenzo III si collegò col ghibellino Visconti si-
Monte Fano. Comune del go- Compagnoni citato nella Raggia pi-
verno di Recanati, diocesi di Osi- cena ì ed il Martorelli nelle Meni.
reo. Surse questa terra dalle dis* d'Ottimo, riportarono alcune notizie
sensioni fra li cittadini di Fano, su Monte Fano. Nel 1202 ad i-
per le guerre civili, massime dei stanza d' Innocenzo III, si pacifico
ghibellini, e vi concorse la stessa con Recanati, al dire del Compa-
ciltà cui rimase soggetta, come si guoni. Nel 1 37 1 si unì a que'luo-
rileva dal documento prodotto dal- ghi che domandarono al cardinal
l'Amiani, Memorie istorìclie di Fa- Grirnoaldo la riduzione della cu-
no t. I, p. 252, il quale aggiunge ria in Macerata, sottoscrivendosi al
che questa colonia fanese si stabi- memoriale Cicco Massi Vanni di
fi in amenissimo colle con le reli- Recanati officiale del podestà. Nel
quie dell'antica Veragra o Beragra i3g3 intervenne in una gran lega.,
colonia de'romani, nelle incursioni e nel1397 gli mosse guerra Gen-
de'goti rovinala e distrutta, e dalla tile Varani signore di Camerino,
posizione e dal nome della pa- primeggiandovi allora un Andrea,
tria fu chiamato il castello Mon- Nel 14.16 vi si stipularono i capi-
te Fano. AH' anno poi 1232 per toli tra i commissari della Chiesa
gli odii cagionati dalle discordie e Macerata, e nel 14^8 Galeotto
intestine, l'Amiani parla di que'cit- Malatesta signore di Rimini resti-
tadini che Fano si
abbandonando tuì Monte Fano a Martino V. Ver-
portarono altrove, e molti in Mon- 60 la metà del medesimo secolo fu
te Fano, aumentando così il nume- due volte saccheggiato dai soldati
ro de'suoi abitanti. Siccome Y A- di Francesco Sforza, indi ricuperato
miani trattò dell'origine di questa da Giacomo da Gaivano; si levò
terra all'anno i322, avverte che poi dal dominio di Osimo , nel
il Compagnoni pretende che nella pontificato d'Innocenzo Vili, quan-
pace stipulata nel i2o3 a Polveri- do Buccolino s'impadronì di quella
gì, si facesse menzione di Monte città ribellandola alla Chiesa. Allo-
Fano, e che errò nel dire che il ra Monte Fano si rese libero al
suo sigillo ha la forma di un for- Pontefice, non ostante le richieste
tilizioessendo come
, quello di de'recanatesi, che con buona som-
Fano un tempio che assomiglia per ma di denaro il pretendevano^ co-
altro ad una rocca, e lo produce me narra l'Angelita nell' Origl-
ili figura a p. 227 insieme ad al- ne di Recanati : il Calcagni nelle
MAC MAC 279
sue Memorie dichiara però che zo del pubblico, e perciò vi diresse
avendo il Papa domandato
a Re- un pontifìcio breve ai5 aprile, in,
canati aiuto controOsimo, promi- cui dichiarava quanto stimasse que-
se ai recanatesi in compenso la sta sua patria. Morì Marcello II
terra di Monte Fano, ma dopo la dopo 11 giorni di pontificato.
presa della città i montefanesi a- Filottrano. Città con governo,
doprarono ogni arte per essere diocesi diOsimo. Il benemerito con-
immediatamente soggetti alla Sede cittadino d. Silvestro Rondini ar-
Bpostolica. Alcuni dissero che Re- cidiacono della basilica Lauretana
canati spinse contro Monte Fano uo- lasciò mss. le Memorie istorichc.
Rovere, poi Giulio II, legato alla tuato in elevato colle di temperalo
ricupera d' Osimo, non essendovi clima tra Osimo e Cingoli, e tra
«tato ammesso dagli osimani,si ri- Jesi e Macerata, quasi in egual di-
tirò in Monte Fano e fu trattato stanza. Il suo contado che per più
con tale ossequio ed amorevolezza, di trenta miglia si estende, è do-
che ottenne dal Papa la grazia di vizioso di vaghe ed ubertose colli-
essere la terra soggetta immedia- ne, essendo bagnato da un picciol
tamente alla Sede apostolica, venen- fiume detto Fiumicello che si unisce
do totalmente liberata dalla sogge- al Montone, il quale dalla parte
zione diOsimo e di Recanati. Ai di tramontana ne bagna i confini,
6 maggio i5oi nacque in Monte essendo popolassimo. Coll'aumento
Fano Marcello Cervini di Monte- della popolazione di Filottrano ,
pulciano, la cui famiglia erasi ivi quasi tutto il circuito delle mura
stabilitacome afferma l'Amiani, ed castellane venne occupato ila par-
il Novaes dice che il di lui padre ticolari abitazioni, come ve ne sono
Riccardo era tesoriere della Marca ne'sobborghi ed in vari villaggi del
d'Ancona di Alessandro VI. Dopo territorio. Delle quattro chiese par-
una luminosa ed esemplare carrie- rocchiali, la prima è prepositura sot-
ra, Marcello fu creato cardinale da to l'invocazione dell'Assunta, pre-
Paolo III, e poi nel i555 eletto positura già annessa alla chiesa
Pontefice col nome di Marcello II. di s. Maria di Tornasano, fin dalla
Ricordandosi del luogo in cui era demolizione di questo castello. Sot-
nato, gli condonò fino a nuovo or- to il vescovo cardinal Lanfredini
dine la somma che per ragione nelle pertinenze del castellare fu e-
del sussidio triennale dovea ogni retta la chiesa e cura della ss.
giandosi alle autorità del mss. del tolo di contea passò alla nobile
can. Rondini ed alle ricerche del famiglia Lavini, una delle dovizio-
dotto can. Turchi, nella valle o se e principali di Filottrano. Dal
piano ch'è Ira due luoghi, anchei medesimo documento ne trae con-
pei documenti che producono fi- i ferma che i primi fondatori della
lottranesi e montefanesi 3 ed ezian- patria furono i figli di Ottrano,
dio per le anticaglie, ruderi ed a- nel sito occupato dal padre longo-
vanzi che tuttora si vedono, e per bardo. Il Colucci aggiunge che il ca-
le monete, marmi lavorati e pavi- stello o villa di Monte Polesco dopo
281 MAC MAC
essere stato posseduto lunghissimo spettare a Filottrano: tuttavolta
tempo monaci farfensi, ai qua-
dai si ha che nel 1204 era nel con-
li lo confermarono nel ioi3 Be- tado Osimano, nel i3o8 seguitava
nedetto Vili, e nel 11 18 Enrico nella sua giurisdizione, ed Eugenio
V, passò alla nominata famiglia IV i44^> giacché
glielo restituì nel
Lavini, il conte Giuseppe della nel i36o era stato ceduto ai fi-
quale eresse sulla facciata della chie- lottranesi dal rettore della Marca,
sa della contea, dedicata alla Ma- Ivi fu una chiesa di s. Agata, ed
donna Neve, una lapide che
della il castello più non esiste. Storaco
dice averla lui fabbricata. Ivi ogni con chiesa di s. Maria che appar-
anno per autorità sovrana si fa tenne ai benedettini, ed un tempo
una fiera franca ed immune. Nel ci visse ritirato s. Bonfiglio giù
territorio filottranese esisterono an- vescovo di Foligno; nel 12.58 essen-
ticamente alcuni castelli, che sono do villa, il re Manfredi la cedette
i seguenti, e sui quali se ne pos- a Jesi. Tornasano nel 1271 con
sono leggere le notizie nel Fanciul- Storaco appartenevano alla giuris-
ii , Osservazioni alle antichità di dizione della mensa episcopale di
Cingoli, e nel Martore! li, Memorie Osimo avea ceduta la cit-
, cui la
d' Osimo. Mon toro esisteva nel 1 164, tà per vendita, secondo il Marto-
ora villaggio che in parte era dei relli, perchè Osimo sino dal 1200
Osimo nel 1206, indi come cara* fra' quali, al dire del Martorelli,
pagna passò al possesso dei Pai- Filottrano, Tornasano ed altri Juo-
mucci nel secolo XIV
: vescovi i ghi, i cui abitanti si rifugiarono
di Osimo vi aveano il proprio in Osimo, al quale si die nel 1200
palazzo. Cerlongo oggi contrada Filottrano. Il Rondini ripugna al
s. Agata con chiesa. Nel 1204 fu documento prodotto sul preteso
restituito dai cingolani alla chiesa dominio, e confuta il Martorelli
di s. Leopardo e alla città d'Osimo, anche sul dominio di altri castel-
ma neli25o per indulto del cai- li, come dedizioni di particolari
dinal Capocci tornò alla soggezio- persone non del pubblico, dichia-
ne di Cingoli. Sant'Angelo non pa- rando che mai Filottrano si sogget-
re edificato dagli osimani , ma tò ad Osimo, perchè avea libero
MAC MAC 283
il governo, eleggeva il podestà, ed nernle. e nel 1 383 colle genti di
avea proprie leggi. Il Colucci però Monte FaQO e Recanati cacciarono
osserva che Filottrano per giudi- da Osimo alcuni malviventi che
ziale sentenza appartenne agli o- aveano cercato ribellare la città,
simani, che ne presero possesso, Nel i3o,3 dopo la morte di Boi-
che Urbano VI confermò con boi- drino rinnovò la lega con diverse
la, e più tardi lo dichiarò Enge- comunità, ma accresciute nella Mar-
nio IV. Nel confessare il Rondini cale rivoluzioni e prepotenze, Mo-
che nel I2i4 Aldobrandino Esten* starda da ForPi rimise all'obbe-
se marchese della Marca ampliò dienza della Chiesa tutta la pro-
si dominio di Osimo coi castelli di vincia. In questo tempo Monte Fi-
Tornasano, Casarolo, Cerqua, ec. e loltrano godeva la protezione di
con Monte Filottrano e che al- , Pandolfo de'Malalesti, coi titoli dì
trettanto fece il rettore Manfredi e rettore , difensore e governatore,
diversi brevi pontificii, dice che O- Sotto Giovanni XXIFI Ladislao re
siroo con denaro si procurò siffatti di Napoli tentò il conquisto della
lottrano, e la cinse d'assedio, onde VIII, pag. 509, del Bull Roni.
per mancanza d'acqua e di frumen- Continuano. Di Filottrano parla
to, dopo due giorni si diede, co- ancora il Compagnoni nella Reggia
me fece Appigliano che per paura picena. L'Avicenna nelle Memorie
avea ceduto a Jacopo. Terminate di Cingoli lo chiama
terra onore-
le turbolenze della guerra, il ca- volissima, e dice che con autorità
stello nel pontificato di Nicolò V pontificia per qualche breve tem-
fu afflitto dalla peste, ed è tradi- po venne sottoposto alla soprain-
zione che allora si erigesse la chiesa tendenza de'gonfalonieri del comu-
di s. Rocco fuori delle mura castel- ne di suoi qua-
Cingoli; di alcuni
lane. Neil' aprile del 1466 seguì dri discorre marchese Ricci nel-
il
vasi l'antica e ricca abbazia di Po- Stefano, così detto dalla chiesa ma-
tenza, e sulla riva del mare Adria- trice, prese il nome di Monte Santo.
tico una fabbrica ovefortificata , Lo stemma delcomune si compo-
sono gli uffizi di finanza con la ne di cinque monti, per le cinque
forza armata, e chiamasi il Porto ville che ad esso si unirono e in-
di Monlesanlo. Molti collocano nel- corporarono. In un arco presso la
le vicinanze l'antica e famosa città s. Giovanni si
porta di legge l'an-
di Potenza Picena, non Pollenza no MCC. Nella cancelleria del pa-
già colonia romana, e vogliono che lazzo de' magistrati si conservano
dalle sue rovine, cagionate dai goti, alcune lettere scritte in pergamena
questo paese fosse costruito. In fine dalla repubblica di Venezia alla ter-
diremo delle sue memorie, sebbe- ra di Monte Santo ,
partecipando-
ne il Colucci si dichiari più per gli morte dei dogi e l'elezione
la
Recanati o per Monte Lupone, ciò dei nuovi. Patrono di Monte Santo
che non intendiamo contraddire, né è s. Girio, il quale morì in questo
,
Girio de' conti Lunelli di Lingua- sciò quattro figli , Simone e Fa-
doca, il quale partendo per Ro- bricio dottori di legge, il primo
ma, e da questa pei luoghi santi uditor di rota iu Perugia, l'altro
di Palestina, di giungere ad
prima lettore in Macerata e Roma ; Le-
Ancona nel secoloXI 11 mon presso lio cavaliere di Loreto, ed Orazio
l'antica Potenza. La sua morte fu filosofi), teologo e medico lodato.
annunziata suono miracoloso
dal Tra gli altri dottori, merita men-
delle campane, onde vicini popoli i zione Ventidio Zamberlani. Di Mon-
accorsero per contrastarsi il suo cor- te Santo furono pure Ridolfo Cor-
po. Questo non potendosi per virtù raducci consigliere e ambasciatore
divina rimuovere con forza alcuna, cesareo al Papa e ad altri princi-
fu proposto con altro prodigio da pi che divenne la terza
d'Italia,
un bambino, che il corpo fosse po- persona dell' impero; ed il vescovo
sto in un carro tirato da due gio- di Teramo Vincenzo domenicano
venchi senza condottiero , i quali commissario del s. cttìzio. Nomine-
ferma ronsi in luogo detto Colom- remo pure Prospero Marefoschi ma-
bario non lungi da Monte Santo, ceratese nato in Montesanto, crea-
dove restò col titolo di protettore. to cardinale da Benedetto XIII nel
Nel i43 il comune incominciò u
1 1724. 11 convento de' minori con-
celebrarne la festa di precetto, e ventuali di antichissima fondazione,
Pio li nel 1460 concesse l'indul- ed eretto sul monte di s. Nicolò
genza di dieci anni ed altrettante esisteva nel 1257 in cui Gerardo
quarantene a chi visitasse la chie- vescovo di Fermo gli donò un pez-
sa del b. Girio nel giorno di sua zo di terra, poi data a chi cede il
non
gnificenza di Potenza, restan- edificata da Potenza distrutta che
dovi che un frammento di lapida da Ricina per la maggior vicinai
pel grande eccidio cui dev' essere Monte Lupone
za della prima, e
soggiaciuta, che conservasi in Ma- Monte Santo come più prossimi al
belle lettere il figlio Alessandro mor- fu compresa nella pace tra' ferma-
to nel fior dell'età. Poco lontano ni ed altri, promossa da Jnnocen-
dalla terra vi è l'abbazia di s. Fir- co III. Perei valle d'Oria vicario re-
mano, e si tiene che ivi riposi il gio di Manfredi, l'espugnò nel 1258.
suo corpo : fu già abitata dai mo- Dipoi nel 1290 fu richiesta d'aiu-
naci di s. Benedetto, lo che rile- to dal legato. Clemente V nel i3o8
vasi da un breve d'Innocenzo VII, la sottomise a varie pene perchè ,
ne, che influiscono nel Chienti, scor- gi neh' abitato racchiuse, vuoisi
rono alle sue falde. L'area esterio- ancora che dai sabini emigrali nel
re è contrassegnata dal secondo Piceno si edificasse uria rocca, che
cerchio delle vecchie mura fatte di fu chiamata Avio Escolano. Ivi
tando l'opinione che Capra Monta- stabilì nel Piceno, e viene creduto
na fosse nelle vicinanze di San Gine- siccome uno de* primi abitanti e
sio, dichiarando che il colle ascola- restauratori di San Ginesio, e come
no, non Escolano, perchè mai cre- autore di quella nobilissima fami-
de che esistesse città di tal nome, glia deimarchesi Giberti che quivi
piuttosto derivi dalla denominazio- sino da remotissima età fu sì grande
ne impostagli dai ginesini in memo- e potente. Da questa famiglia usciro-
ria della loro antica e costante con- 110 moltissimi uomini illustri e famosi
federazione con Ascoli, o per aver in armi, in lettere ed in dignità
gli ascolani ivi fabbricato o risto- ecclesiastiche e civili. Ritornando
rato una fortezza per guardare i all'origine della terra, è incontra-
loro lem toni, sospetta con più pro- stabile che sul colle ov'essa al pre-
babilità che nelle vicinanze di San sente torreggia, nelle sue vicinanze
Ginesio vi fosse la città di Castro, sorgesse ab antico una qualche
ciò che nega il Colucci, non am- grande città; dappoiché il nome
mettendo città di tal nome nel appunto di città che ancora man-
Piceno, tranne la marittima città tiene un piccolo paggio dell' agro
di Castronovo, di cui egli trattò ginesino, i ruderi d'antiche fabbri-
nel toaa. "Vili, pag. 177 delle An- che, i sepolcreti, le iscrizioni roma-
licìiifà picene. 11 Benigni conget- ne, alcuni avanzi di statue, mo- le
tura che Castro venisse devastata nete, ed altre antiche memorie che
dai longobardi, e peggio dagli un- quivi in diversi tempi si sono rin-
gali e saraceni, indi ristorata nel venute, non lasciano dubbio che
secolo XI; che avesse il suo Cam- fino dai tempi romani vi avesse
pidoglio con tempio dedicato a Gio- sede un popolo colto e potente.
ve Capitolino nel sito che altri col- Quivi pel primo, secondo qual-
locarono quello di Giunone; che cuno, predicò il vangelo s. Ca-
fosse colonia romana coi magistra- tervo martire protettore di Tolen-
ti , ed ascritta alla tribù velina; tino, ed aggiungono che il prodigio-
che vi si adorasse Giove, Giunone so cambiamento che nel pubblico
e forse pure Minerva e Mercurio, teatro di Roma fece 1' istrione o
e che venisse distrutta dai longo- mimo, o suonatore Adriano, ne
il"
bardi, parlando quindi de' monu- compì la conversione alla fede cri-
menti superstiti che crede di Ca- stiana. Sotto Diocleziano imperato-
stro. Ritiene poi che nel 996 vi re è certo che l'istrione Adriano,
fosse già il castello di s. Ginesio, e beffando le sacre cerimonie de'cri-
che nel colle Ascolano fosse stata stiani , istantaneamente abbracciò
(ondata la chiesa di s. Michele il cristianesimo, assumendo il nome
tuttora esistente, noverando fra i di Ginesio, risoluzione che sosten-
suoi primi abitatori Giberto che cre- ne e suggellò con glorioso martirio.
de fondatore del luogo che alme- Questo portentoso fatto accese nel-
no gliene impose il nome. Questo le provincie, cui venne in cognizio-
Giberto si tiene dal Benigni e da ne, un religioso zefo, e quivi gli a-
altri storici per discendente da SU bitanti infiammati di questo, infran-
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sero gP idoli del tempio di Giunone, vo paese luccessivamente rinacque
e cangiarono l'edifizio in chiesa ad dalle rovine, e mentre dominava-
onore di Dio sotto l'invocazione di no i longobardi, venne circondato
s. Ginesio. Al 9. Ginesio romano di mura frammezzate da torri e
non attribuisce il Benigni il nome baloardi, non che cinto da terra-
di San Ginesio, né a quello vescovo pieni e fosse che ancor si conser-
d'Arles, ma forse al s. Ginesio ve- vano, divenendo forte propugnaco-
scovo di Brescello, il cui corpo rin- lo l'interna parte più alta, che
Tenutosi nel cader del IX secolo, denominossi Capocastello, e quat-
la sua fama si sparse per tutta Ita- tro esteriori forti ne guarentirono
lia, pei tanti prodigi che Dio operò le trinciere coperte : anche queste
a sua intercessione. Brescello al pre- fortificazioni e mezzi di difesa, co-
sente è un borgo del ducato di me diremo, sono contrastati. Prin-
Modena ; PUghelli lo chiama Bre- cipalmente sotto i re longobardi
sello, Brixillensis episcopalus, Bri- Aistulfo e Desiderio, le depredazio-
xellurn, seu Brixillum non lungi ni e i saccheggi furono frequenti ;
ritrovamento della suddetta cap- solidarsi colla forza delle armi, con-
pellata coli' immagine
di s. Gine- vertì i villaggi in muniti castelli.
sio. Fra Avio ed il colle
il colle 11 Benigni dice però che i norman-
Ascarano, così detto da una fami- ni non passarono il Tronto, o al
glia di stirpe gotica, era nel terzo più penetrarono in Ascoli, e che gli
colle l'ampio fòro, divenne il che ungari e saraceni lo smantellarono,
punto centrale, a cui facevano ca- recandogli estrema rovina. In se-
po le cinque principali contrade guito si da altri che am-
vuole
tuttora esistenti, delle quali la pri- mettono il dominio normanno, che
ma mantenne il nome di Capoca- San Ginesio avendone scosso il
stello, derivato coi tre rioni di Bru- giogo, potè nel richiamare colla
giano, Alvaneto e Trensano, dalla persuasione e colla forza gli sban-
diminuzione della vecchia fortezza, dati cittadini , e nell' atterrare
ed all'altro lato esteso rimase il gli sparsi propugnacoli, preparar le
vecchio vocabolo di Offone: in tut- basi della sua importanza e flori-
ti cinque rioni. dezza. Avverte il Benigni che San
Quegli storici che narrano avere Ginesio non ebbe né mura né for-
la terra opposta resistenza alle scor- tezze prima del secolo XIII. Il
tra della Chiesa; facendo paci, al- dusse al dovere, inviandovi per
leanze e con le principali
guerre sindaco Giacomo di Giacomo, con-
città e Marea.
terre della cedendogli poi nel 1207 l'assoluzio-
Sotto l'imperatore Federico I, nel ne e conferma ed ampliazione
la
poi la fortezza assediata e presa dal lunga pace, San Ginesio però andò
Piccinino colla morte del prefetto decrescendo, e solo nella formazio-
che comandava, e che il popo-
la ne del regno italico fu alquanto
lo stesso ne compisse il guasto per favorito per la sua centralità, es-
togliere agli stranieri ogni motivo sendo stato fatto capo del terzo
di occupazione. Vero è bensì che circondario del dipartimento del
lo Sforza lasciando la terra,, questa Tronto con un vice-prefetto, cogli
ritornò dominio della Chiesa,
al uffizi delle ipoteche, catasto, ec.
ma poco dopo lo Sforza la ricu- Ma siffatto ed
utile fu passeggiero
però, diminuì il canone, e gli con- apparente, perchè quel governo
cesse altre grazie ed esenzioni ,
sopprimendo i due ricchi conventi de-
come luogo forte, e tenuto la chia- gli agostiniani e conventuali, disper-
ve della montagna. La guerra che gendo diverse biblioteche di regolari,
il Papa continuava contro lo Sfor- e i fondi destinati alle scuole di
za, costrinse questi ad imporre con- filosofìa e teologia, lasciò lagrime-
tribuzioni ai ginesini, che si vide- vole memoria di sé.
ro amaramente spogliare di alcun Sono pregevoli per l'antichità
privilegio. Risoluti di tornare alla i palazzi governo, e quello
del
Chiesa, spedirono a Fano al cardi- del municipio ornato di portici dal-
nal Mezzarota la loro sommissione la parte della piazza, il quale non
nel i445- Tornati in grembo del solo è fornito d'ogni comodità, ma
pacificogoverno pontificio, si die- ha il un archivio ricco
teatro, e
dero a riparare i danni sofferti, e di pergamene e dove
moltissime
Nicolò V
confermò loro gli antichi anticamente esisteva una sala coi
diritti sui castelli delle Ripe, di ritratti de' più celebri guerrieri di
Morico, e di Colonnalto, con me- San Ginesio, e la più fornita arme-
ro e misto impero; ciò conferma- ria che si trovasse nella Marca. Fra
MAC MAC 2 97
gli edifìzi privati e piti notevoli so- signi reliquie un dito di 8. Ginesio
no le case Giberti, Onofri, Bruti arelatense venuto di Francia , un
e Mazzabufì. Ad onta di tante vi- braccio del medesimo santo, ed al-
cende, sussistono il grandioso ospe^ tro di s. Eleutei io , concessi da
dale, antico ospizio de'pellegrini, Clemente Vili, quando nell'anno
il monte di pietà ed il monte fru- 6anto 1600 molti di San Ginesio si
mentario oltre l' istituto di s. Ma- portarono a Roma in divoto pel-
ria del Popolo, e diversi legati di legrinaggio, e con processione alle-
doti ed elemosine. Nella parte dell'an- gorica che descrivemmo al voi. Il,
tico foro, che oggi è la piazza mag- pag. 124 del Dizionario. La chie-
giore, alquanto ampia ed ornata, sor- fia de' conventuali dice il p. Civalli
dotti nella chiesa i chierici regolari rettore Lautrec, e nel 1 334 Sl °f"
minori, questi nel loro collegio nel frirono marciar a danno de' bolo-
j 720 vi eressero una letteraria ae- gnesi; furono lodati da Benedetto
< ademia sotto il nome degli Stel- XII, e nel i34^ da Clemente VI
lali. Eleganti pure sono le chie- per la fedeltà, mentre Bonifacio IX
dine delle monache benedettine e nel 1391 diminuì loro le annue
Clarisse, monasteri ed u-
con belli corrisposte, militando in favore del
Uli educandati. Sonovi pure altri fratello Tomacelli, e poi contro il
selii legato della Marca donò il ca- vilegi da questa accordati ai gine-
stello ai camerinesi, insieme colla sini, grazie ed esenzioni ; ordini mi-
rocca de' figli di Prontaguerra. Nel litari a' quali furono ascritti i gi-
San Ginesio illustrata con antiche bero genealogico della famiglia dei
lapidi, ed aneddoti documenti, in Guernieri o Guarnieri, e delle fa-
due tomi. Nel primo tratta della miglie Varani e Gualtieri che si
s. Ginesìo neir originale latino e occupò nel 12.55 il sito del diruto
col volgarizzamento a lato, illustra* Castello di Colbuccolo, allora della
ti con note ed osservazioni, edizio - Camerino, comprato dal
diocesi di
ne seconda, accresciuta di copiose comune di Monlolmo, ed armala
note con una lettera di Silvestro mano vi fabbricò il castello e vi
Benigni all' autore, Osimo 1766. fece diverse fortificazioni. Né a le-
so, massime nel filare la seta. E blioteca vaticana, e del conte Troi-
ricinto di mura, ha una bella piaz- lo Cerri, ambedue ginesini, per ri-
nocenzo IV. Questo castello confi- quale dovesse sempre essere un con-
na con Colmurano e Loro, ed ha sigliere descritto nel reggimento del
fertile ed amenissimo territorio. Co- comune di San Ginesio. I ginesini
MAC MAC 3o3
trascurarono il mantelli mento della fra' quali non devono tacersi quelli
rocca, ed i ripani ne procurarono che nel 1 185 erano in lite co' J3o-
la decadenza. 11 Penigni che nella nifazi nobili e signori d'una parte
sua San Ginesìo illustrala riporta di Monsammartino, per il possesso
(ali ed altre notizie, nel toni. 1F, di Gualdo. Lo signoreggiarono pure
pag. 288, produce il catalogo dei i Giberti nobili di San Ginesio, pa-
podestà di Ripe, incominciando dal droni di altre terre, e da cui usci-
i3f)o e da Pietro Vannucci ca- rono molti grandi uomini. Riferi-
stellano e vicario. Questo storico sce Compagnoni nella Reggia pi-
il
afferma esistere in Ripe famiglie cena, che nel 1256 questo castel-
ricche e civili, ed alcune di esse lo e suo conte Rainaldo da Bruiti
il
godono i gradi del nobile rcggi- forte, furono ricevuti in grazia dui
incnto di San Ginesio. Furono così lettore della Marca Annibaldo di
enormi le spese che fecero i gi- Trasmondo. Abbiamo dal Santini,
nesini per questo castello, clie in- Memorie di Tolentino p. no, la
rigine nei primi tempi della Chie- di star sempre sotto il dominio di
sa, essendovi tuttora due antichis- quel signore generale della Marca,
sime chiese, una delle quali secon- sotto il quale sarà Tolentino, e
do il Calindri è di stile egiziano, questa si obbligò di sempre custo-
e però più antico del gotico; vi
'
lentino, e che ivi fiorirono pure liali. Poco distante dalle mura dal-
nel 1 38 1 Andriolo da s. Angelo, la parte di levante scorie il fiume
soldato di gran valore, e nel seco- detto torrente Aquila, che divide
lo XVI Lodovico coppiere e poi un sufficiente piano di terreno a-
maestro di camera di Clemente VIII, vente al fianco alcuni colli. Sorge
nel 16 14. Parla pure del con veti e si eseguisce la linea di strada
,,
3 io MAC MAC
riconoscendoli come cittadini fer> rati nipote d'Innocenzo VII e fra-
mani, ed obbligandosi di trattarli tello Lodovico signore di Fer-
di
sempre come tali., corrispondendo mo. Nel l445 Eugenio IV conces-
per tal compera al Bruntbrte dir se Castel Sismondo a Pandolfò
cimila libbre ravennati di usualo Talamonti benemerito della Sede
moneta. apostolica, e la città di Fermo lo
La potenza dei Varani che si comprò da esso nel 1 447- Per
andava ognor più dilatando nel dilferenza di confini furono già que-
XIV secolo per virtù di Rodolfo, stioni fra Sanginesio e Gualdo : nel
uno de' più rinomati signori di i453 il comune di Fermo n'ebbe
que'tempi, si estese anche a Gual- favorevole sentenza. Ai 21 ottobre
do, che venne tolto ai fermarli. Il i483 Sisto IV, a tor di mezzo
concilio di Costanza ne confermò maggiori uccisioni , devastazioni e
ai Varani la signoria nel ì^.\6 f saccheggi tra i fermani ed i gine-
nel tempo dello scisma d'occidente. sini e quei di Gualdo, ordinò al
Ma dopo preso il possesso di Fer- comune di Sanginesio di eleggere
mo dal conte Francesco Sforza, fu- tre deputati del consiglio di Fer-
rono restituiti nel i434 a quel mo., e alle città comandò l'elezione
comune dai signori di Camerino, di tre ginesini per accomodare o-
Santangelo, Penna s. Giovanni o gni titolo di questione e inimicizie
Gualdo. Quei di Gualdo inviaro- che vi fosse tra essi. Inoltre Fer-
no nell'istesso anno Antonio di Pao- mo nel i483 acquistò ancora i
delle quali posseggono buoni di- patronato del Monte e Carità Ric-
pinti,portano il titolo di s. Gio- ci per uno de* molti generosi legati
MAC MAC 3 1
Tenna. Al presente tre sono le Como detto di Jesi , che 1' inco-
porte, delPiano già Maria, del- ,
.y. minciò nel i52i circa, in luogo
la Pesa forse costruita nel 1 354, dell'antica demolila. Vi sono poi
e del Forno, già s. Martino j avvi le chiese di s. Francesco, già della
pure due altre porte, chiamate il ss. Vergine delle Grazie, col con-
portone e la porlarella, venendo la vento, rimodernata nel secolo pas-
piima detta anticamente porta vec- sato, con buoni quadri, ed eretta
chia e porta spinta. Le antiche nel secolo XV^ venendo concessa
mura castellane in parte esistono ai conventuali nel 1 4^7? c,ì e la-
in buon essere, e in parte vennero sciarono quella pur dedicata alla
restaurate nel secolo passato, nel ss. Vergine delle Grazie, ed allora
resto sono rovinate o occupate da fu edificato il convento di s. Anto-
abitazioni. Le strade principali del- nio, che possiede il corpo di s.
la terra sono tre, ed altrettanti i Vincenzo martire donato dal be-
quartieri o lanieri, chiamati Castel- nemerito del Piceno ed onore del-
lo, eh' è la parte più elevata, più la patria Giuseppe Colucci, insieme
antica e più nobile ; s. Giovanni, a bella statua della Beata Vergine
e s. Croce. Il palazzo priora le era in legno scolpita da Molini , comò
presso la portarella e la piazza ascritto alla confraternita del Rosa*
dello Statuto, ed aveva annessa la rio, esistente nella chiesa; di s. Pie-
torre per la campana pubblica, di tro^ elegante con monastero grande
cui si faceva uso principalmente delle monache benedettine, già nel
per adunare i consigli. Venduto secolo XIII sacra a s. Michele,
all' ospedale degl'infermi , verso il mentre il monastero fu ampliato
1793 maggiore s'in-
nella piazza nel secolo passato, ed è uno de»
cominciò ad abitare il nuovo, fab- più antichi della diocesi, e da es?
bricato maestosamente dai fonda- so partirono due monache per fon-
menti con sua torre elegante, con dar quello di s. Tommaso a Mori-
disegno di Pietro Maggi; ivi sono te Santo di s. Maria delle Grazio
;
denti delle famiglie Bracondi, Cini, hanno memorie dal 1292, cioè di
Colucci, Ferraguti, Miti, Perucci, quelle però spettanti alla camera
Rioli, Scipioni, e quattro diverse apostolica, la cui fabbrica è nel
famiglie Vecchi. Consistevano le ve- territorio di s. Angelo in Pontano.
sti del magistrato nella veste di L' origine di questa terra è in-
rnbbone, di velluto neh' inverno, certo, nel cominciò a
1248 bensì
di damasco nell'estate, e di zimar- formarsi in comunità, avendo avu-
ra violacea in tempo de' consigli, to prima signori particolari, ed era
atti pubblici e rappresentanze. II già luogo forte e munito di rocca
territorio confina con Castel de- quando i proprietari lo venderono
mentino, presso il quale ora è sta- al pubblico. 11 nome di Penna pa-
lo eretto sul Tenna un grandioso re analogo a quello di altura sco-
ponte di quattordici arcate, con scesa, monte o rocca, cui si aggiun-
L'alerone, con s. Angelo in Ponta- se s. Giovanni, dal nome del pa-
no, con Gualdo, colla Mandola trono, sotto la cui invocazione e-
p con Monsammartino. Nel territo- ressero i pennesi il primo tempio
rio vi sono ville e chiese, nella vil- a Dio. Vuoisi compresa nel terri-
cola di Tolentino fu eretta nel la qual città era quattro miglia di-
,
Gualdo la contrada Morrone, for- quale avea già dominato nella Mar-
se per le possidenze che vi ave- ca, a ciò indotta da' nobili, co' quali
vano. Moltiplicati i nobili di Pen- i pennesi fecero nuovi patti ; e per-
na, nacque tra' loro vassalli e di- chè nelle loro mani non cadesse la
pendenti, a cagione de'tempi ,
ge- rocca e il girone, tutto demolirono,
losie, fazioni e dissensioni , il per- ricevendone nel 1265 assoluzione
chè i signori a prevenire funeste dal cardinal Pah linieri legato, che
conseguenze continuando nella si- lodò la fedeltà e i servigi resi dai
gnoria, vennero col popolo nel 1248 pennesi, confermando loro i privilegi
ad un amichevole accordo, ceden- e le esenzioni. Dopo il 1276 i no-
dogli i loro diritti mediante sborso bili e fuorusciti, armata mano ten-
di denaro, patti e riserve. Così eri- tarono d' impadronirsi di Penna ;
gendosi la comunità in repubblica, ilpopolo però ne frenò l' impeto
acquistò la libertà di eleggere gli con fiero combattimento, per cui
uffiziali, far leggi e statuti, non che Rinaldo di Brunforte eh' era alla
il girone, segnando l'atto col nome testa degli aggressori si sfogò col
d'Innocenzo IV, cui i pennesi mo- dare il guasto al territorio.
straronsi fedeli, contro i ghibellini Intanto la comunità acquistò la
seguaci di Federico II, e perciò metà Colmerlo e di
de' castelli di
sempre Te-
di voti alla santa Sede. Agello, e della quarta parte di Ca-
mendo comunità
de' ghibellini la stel Gismondo, rigettando le pre-
si sottomise a Fermo, e ne otten- tensioni della provincia Farfense
ne la cittadinanza nel I25i ; ma che voleva Penna e il suo territo-
non piacque ciò al Papa, probabil- rio soggetta alla propria giurisdi-
mente per la crescente potenza di zione. Nei primi del secolo XIV
Fermo, cui ordinò dimettersi dal nate varie differenze coi nobili, a-
possesso di Penna onde il rettore ; michevolmenle si accomodarono; eb-
della Marca Gualdiero contro que- bero luogo diversi acquisti e scor-
sta fece marciare l'esercito temen- rerie de' ginesini sul territorio , e
do de' nobili ghibellini, e resela li- Giacomo di Ti asm ondo de' nobili
,
bellino, Giovanni XXII cui era no- che la curia generale ordinò che
to l'attaccamento de' pennesi alla si compensasse Antonio con s5oo
santa Sede, con breve nel 1329 li ducati d'oro; e siccome Fermo re-
avvisò di tali timori, esortandoli a clamò con Varani raffronto fatto
restar fedeli, e prestare aiuto al al suo concittadino, il traditore Van-
lettore della Marca. Nel 1 334 molti ni venne precipitato dalla rupe del
sbanditi pennesi unitisi ad altri ri- monte, e morì sfracassato, e ciò
belli della Chiesa, con grandissimo avvenne dopo il i3g4- Mentre bol-
numero di cavalleria e fanteria, o- livano nella Marca le fazioni fra i
mente cacciò gì' invasori , i quali spedì per marchese il suo fratello
però partirono carichi di bottino, o nipote Andrea Tornaceli, il qua-
e con alcuni prigionieri. Per tanta le mosse guerra ai Varani, ed en-
fellonia il rettore della Marca con- trò in Penna, senza potersi impa-
dannò i rei e li multò in favore dronire della fortezza ben custodita
della danneggiata comunità. Nel dalle genti di Gentile Varani. Que-
i3t»4 patì Penna l'espugnazione sti portatosi con un esercito a Pen-
dalla masnada di fra Mori cale na, forse verso la contrada di A-
che viveva di ruberie e ladronecci; gello, in battaglia vinse Andrea e
indi nel 1 358 incominciarono al- col conte di Carrara lo lece pri-
cune vertenze con Falerone, pei gioniero, riprendendo la terra nel
danni fatti ne' terreni di Agello. settembre 1 393.
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