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N 6/2011 Ottobre/Novembre
Editoriale di Marco Ferrando La lettera Trichet e Draghi al governo italiano descrive con brutalit il diktat dei banchieri europei: ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende con esplicito plauso allaccordo del 28 giugno; rivedere le norme che regolano i licenziamenti dei dipendenti, con evidente mandato sullarticolo 8; intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico con leliminazione delle pensioni di anzianit e lelevamento dellet pensionistica delle donne nel settore privato; ridurre significativamente i costi del pubblico impiego, anche con la riduzione degli stipendi; garantire lanticipo del pareggio di bilancio al 2013 con la riserva di tagli automatici orizzontali sulle spese discrezionali (taglio delle detrazioni su mutui, spese mediche, spese di casa, spese scolastiche.. ); introdurre una riforma costituzionale per vincolare il bilancio (costituzionalizzazione del pareggio). IL COMMISSARIAMENTO DRAGHINAPOLITANO Siamo al commissariamento della Repubblica da parte della BCE. Tutta la retorica costituzionale sulla sovranit popolare completamente sbugiardata. Una grande banca privata come la BCE - custode dellEuropa delle banche - detta a Governo e Parlamento italiani linsieme della politica sociale e persino una revisione costituzionale. Pena il disimpegno della BCE nellacquisto dei titoli di Stato tricolori. E una enormit giuridica al servizio di un ricatto usuraio. Ma unenormit che lungi dal suscitare reazioni negli ambienti politici dominanti, diventa in Italia un vero e proprio oggetto di culto bipartisan. Il governo vanta la compiuta applicazione delle direttive dei banchieri. Le opposizioni liberali (PD e UDC) lamentano una loro applicazione tardiva o insufficiente. Ma gli uni e gli altri assumono le prescrizioni delle banche come programma obbligato del presente e del futuro. Enrico Letta, vicesegretario del PD, stato fra tutti il pi chiaro: La lettera della BCE la base di riferimento del prossimo governo. E in ogni caso, la Presidenza della Repubblica vigila su governo e opposizioni perch si inchinino al diktat nel nome dellItalia. Giorgio Napolitano, il cosiddetto garante della Costituzione diventa cos il garante della BCE, al fianco di Confindustria e Bankitalia, contro i lavoratori e la maggioranza della societ italiana. Questa deriva trascinata dal contenuto sociale del programma Europlus. Un programma che prescrive per i lavoratori italiani un salasso finanziario di 900 miliardi per ridurre il debito pubblico al 60% del PIL richiede inevitabilmente una stretta
reazionaria. Tanto pi se intrecciato con la demolizione del contratto nazionale di lavoro. Costituzionalizzazione del pareggio di bilancio, presidenzialismo strisciante, invocazione emergenziale del patto sociale, riduzione delle libert contrattuali, stravolgimento dello Statuto dei lavoratori, ne sono il portato naturale. Poich le politiche di massacro sociale non possono incontrare il consenso delle vittime, occorre imporle contro il loro dissenso, ostruendo ogni canale indipendente di possibile reazione e resistenza. Nelle fabbriche e nella societ. INDUSTRIALI E BANCHIERI SCARICANO BERLUSCONI NEL NOME DELLA BCE La lettera di Trichet e Draghi anche un fascio di luce sullintera partita della successione a Berlusconi. Il governo Berlusconi in agonia. Il suo consenso sociale precipita. I suoi partiti costituenti sono attraversati da una cupa guerra per bande. Tutti i poteri forti, uno dopo laltro, abbandonano la nave che affonda: Confindustria, banche, ampi settori delle gerarchie clericali. Mentre si stringe la morsa giudiziaria attorno al Capo. Ma la borghesia scarica Berlusconi per la ragione esattamente opposta a quella dei lavoratori. Lo scarica perch lo ritiene ormai un ferro vecchio e inutilizzabile per varare e gestire sino in fondo, contro il lavoro, il programma di Draghi e di Trichet. Lo scarica perch quel programma richiede un quadro politico istituzionale ben pi robusto, ben pi equipaggiato, a fronte della gravit della crisi sociale e finanziaria. E vero: non c ad oggi una formula politica immediatamente spendibile allo scopo. Ma questa la ricerca della borghesia. E questa lofferta politica che le opposizioni liberali cercano di strutturare, seppur tra loro divise e in concorrenza.
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perch il panorama politico al cui PRC ambisce strettamente vincolato alla volont di essere parte integrante dellennesimo centro sinistra... Sono due le coordinate su cui il movimento dovrebbe muoversi sin da subito. La prima sono cinque punti programmatici: 1) Non pagare il debito e far pagare ai ricchi, agli evasori fiscali e nazionalizzare le banche. 2) No alle spese militari e cessazione di ogni guerra, no alla corruzione e ai privilegi di casta. 3)Giustizia per il mondo del lavoro, basta con la precariet.
capitalisti, con la povera gente o con i banchieri. In mezzo al guado non si pu stare. Il valore della nostra campagna sul debito che traccia con forza questo confine. Ora si tratta di investire il successo di questa nostra assemblea. In primo luogo sul terreno di una battaglia comune di massa, che attraversi il
al contratto nazionale di lavoro , punisce un suo sindacalista scomodo nel momento stesso in cui sotto attacco del fronte reazionario e antioperaio. Una vergogna. Ma anche la misura della stretta interna contro il dissenso. E lanticipazione delle logiche che si potrebbero scatenare allinterno della CGIl e del movimento operaio in un quadro futuro di concertazione consolidata, a seguito di un nuovo governo di centrosinistra o di unit nazionale. Per questo la battaglia sul caso Caffo deve interessare tutti i militanti davanguardia e assumere una valenza generale. A Parma, la riconoscibilit pubblica del nostro compagno, unita alla volgarit della campagna ai suoi danni, sta richiamando attorno a Mauro una vasta solidariet. Innanzitutto tra i lavoratori, che lhanno conosciuto e apprezzato in tanti anni di battaglie comuni. Ma anche allinterno della CGIL, a partire dalla FIOM , e nella stessa sinistra cittadina ( FDS). La stampa e i media locali peraltro stanno dando al caso molto risalto. Parallelamente la vicenda ha fatto il suo primo ingresso nel commentario nazionale, con lintervista odierna de Il Manifesto a Mauro, e una nota su Liberazione. Ora il momento di una campagna nazionale sul caso: con lestensione nazionale della raccolta di firme gi intrapresa a sostegno di Mauro. Una campagna rivolta a tutti, a partire dai militanti della CGIL che vogliono opporsi ad un abuso antiIl significato simbolico di tutto questo inequi- democratico. I compagni e le compagne del PCL vocabile. La stessa CGIL che sigla coi padroni possono svolgere ovunque un ruolo utilissimo di il patto del 28 Giugno a favore delle deroghe diffusione dellappello ( pubblicato su questo sito, assieme ad altri materiali relativi al caso).
DOVE VA LA PALESTINA?
di Renato Pomari Le campagne di disinformazione colpiscono a livello planetario. In questo caso parliamo di disinformazione riguardo alla Palestina, il che non sarebbe una novit, se non parlassimo del finto tentativo del Presidente Palestinese Abu Mazen. Tutti sanno che costui il 23 settembre ha presentato al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon la richiesta per il riconoscimento a pieno titolo dello Stato Palestinese come 194 Stato facente parte dellO.N.U. I media internazionali si sono divisi tra chi ha sottolineato la forza positiva e chi si fatto portavoce di unassoluta contrariet. E cos avvenuto per gli Stati: Russia, India, Cina, Germania, Sud Africa si sono espressi con grande entusiasmo a favore mentre gli Stati Uniti, capocordata dei contrari, hanno subito sguainato la spada del diritto di veto. Il loro fantoccio Israele ha subito avvisato che avrebbe disdettato unilateralmente gli accordi di Oslo del 1993. Linsignificante Italia si guadagnata la ribalta della scena internazionale gridando il proprio no. Ma come si viene ammessi con pieno diritto alle Nazioni Unite ? La procedura piuttosto complicata. La domanda deve essere presentata al Segretario Generale che poi la deve trasmettere al Presidente del Consiglio di Sicurezza che deve calendarizzare la discussione. Una volta terminata la fase di discussione il Consiglio di Sicurezza procede al voto. A questo punto la domanda di adesione del Paese candidato deve avere il voto favorevole di almeno 9 membri dei 15 facenti parte il Consiglio. Questa una condizione necessaria ma non sufficiente perch se tra i 6 contrari vi anche un solo Paese membro tra i 5 permanenti, che intende esercitare il diritto di veto, la domanda respinta. Il Consiglio di Sicurezza costituito dai 5 permanenti con diritto di veto (Stati Uniti, Russia, Francia, Gran Bretagna e Cina) e da 10 a rotazione che durano in carica due anni. Allora perch Abu Mazen ha presentato la domanda sapendo che non verr mai accolta dato il veto degli U.S.A.? Lha presentata proprio per farsela respingere. Perch anche e proprio con una domanda respinta spera di ottenere dei risultati. La coppia Stati Uniti Israele deve ottenere almeno 9 voti contrari in Consiglio di Sicurezza, risultato possibile ma non scontato perch se non ci fossero i 9 voti gli Stati Uniti sarebbero costretti ad esercitare il diritto di veto strumento non proprio gradito da Obama che verrebbe sbugiardato di tutte le sue false promesse ed aperture a favore del mondo arabo. Abu Mazen sa benissimo che sul piatto vi sono unopzione b ossia accoglimento come Stato osservatore ed unopzione c che permetterebbe di ottenere qualche minima concessione territoriale sufficiente a dichiarare la nascita di un insignificante Stato Palestinese. Questo permetterebbe ad Al Fatah di vincere le prossime elezioni parlamentari palestinesi sconfiggendo non solo Hamas ma anche tutte le eventuali liste antagoniste che sispirano alla Primavera Rivoluzionaria Araba e soprattutto di vincere le prossime elezioni presidenziali palestinesi ponendo, come successore di Abu Mazen, Salam Fayad attuale primo ministro nonch autorevole esponente del Fondo Monetario Internazionale. Questo ragionamento lo pu fare chiunque abbia una minima conoscenza della Palestina attuale ma soprattutto la convinzione del movimento giovanile del 15 marzo che in Palestina ma anche nella striscia di Gaza sta tentando di innescare le motivazioni delle Rivoluzioni Arabe. Movimento molto temuto sia dalla cricca collaborazionista dellAutorit Nazionale Palestinese sia da Hamas. La discussione che si quindi sviluppata attorno a questa richiesta presentata allO.N.U. fondata sulla sabbia. La realt molto pi drammatica e soprattutto non pu prescindere da una domanda fondamentale: possono ancora i Palestinesi essere rappresentati dallA.N.P.? A questo proposito per noi non sono valide le obiezioni di chi sostiene che vi debba essere prima la nascita dello Stato e poi la discussione sulla struttura che deve governare quello Stato. Per noi la discussione esattamente rovesciata: prima vi deve essere unautorit legittima e legittimata da tutti i Palestinesi e poi una reale lotta per lindipendenza e la nascita dello Stato palestinese. O per lo meno i due processi devono procedere parallelamente. Come pu infatti unautorit, nata dai mostruosi accordi di Oslo (che hanno sancito la definitiva esclusione dei profughi diTeoria, con la T maiuscola, dei Due popoli Due Stati ossia la legittimit del sionismo associata alla legittimit della borghesia corrotta Palestinese, ma ci conforta ancora di pi nella nostra convinzione che solo una Rivoluzione Araba-Palestinese pu rovesciare lo Stato esistente delle cose. Ci che avvenuto in questi ultimi mesi in Tunisia ed in Egitto ha aperto una breccia nel muro della Storia. Noi non sappiamo quale ne sar levoluzione sappiamo solo che se non si fosse verificato ci nel mondo arabo e palestinese ancora per lungo tempo non vi sarebbe stata alcuna speranza. Per tanto abbiamo il dovere di sostenere queste Rivoluzioni sotto tutti gli aspetti politici ed economici avendo lumilt di partecipare alla Storia non dal nostro consumato eurocentrismo ma dal mondo stesso. La Rivoluzione Araba iniziata e continua un suo percorso. I giovani del movimento 15 marzo ci invitano a riconoscere il carattere popolare della Rivoluzione Araba ed a riconoscere in essa sostenendole le peculiarit classiste-marxiste. E ovvio che vi siano le infiltrazioni imperialiste! La tragica esperienza della guerra coloniale di aggressione alla Libia l di monito. Ma ipocrita accusare i libici di essersi venduti, cosa di per s in parte anche vera, quando noi popolazioni dellEuropa evoluta non abbiamo fatto nulla per accusare e rovesciare i nostri governi sanguinari. Anzi, abbiamo assistito a braccia conserte al grido di guerra congiunto di Governo, Opposizione e Stato. La Rivoluzione Araba per riuscire deve essere una Rivoluzione Mediterranea ovvero anche una Rivoluzione Siriana. Vanno sostenuti i movimenti popolari in Siria affinch siano prevalenti rispetto ai provocatori infiltrati agenti occidentali e prevalenti rispetto agli sgherri del regime sanguinario degli Assad. Assad deve cadere sotto i colpi della Rivoluzione Popolare. Appunto perch non possiamo permetterci un altra Libia dobbiamo sostenere la Rivoluzione Siriana. Particolarmente preziose sono il lavoro e la testimonianza di Omar Barghouti. Barghouti raffinato intellettuale palestinese invita a vedere la situazione della Palestina come uno spettro complesso in cui laspetto del dominio economico israeliano ha una parte preponderante. Per Barghouti come il Sud Africa dellapartheid crollato sotto i colpi del boicottaggio economico cos altrettanto pu accadere nei confronti dIsraele. Il tallone d Achille di Israele la totale dipendenza economica dagli Stati Uniti e dallEuropa. Non un caso in fatti che lattuale crisi strutturale sia drammaticamente percepita in Israele. Per questo Barghouti sostiene che il boicottaggio economico d Israele associato al boicottaggio accademico e culturale pu essere un arma letale contro Israele stesso. Non possiamo e non dobbiamo dargli torto, ma dobbiamo lavorare perch questa campagna decolli anche nel nostro Paese. Nel suo ragionamento Barghouti, riguardo alla lotta contro Israele e per lindipendenza della Palestina, compie piazza pulita delleterno e assurdo dibattito che da sempre alligna nella sinistra alternativa: violenza o non violenza? che un po come dire essere o non essere? dare o avere? andando avanti allinfinito in questo dibattito metafisico. La verit molto pi semplice e quindi basta avere voglia di vederla e di capirla : le rivoluzioni si fanno con mezzi pacifici e non pacifici; il boicottaggio un mezzo pacifico che non esclude altri mezzi. Usiamolo!
menticando di fatto la Naqba, la separazione di Gaza dalla Cisgiordania, la batunstanizzazione della stessa Cisgiordania prendendo come modello il Sud Africa dellApartheid, lebraizzazione di fatto e forzata di tutta Gerusalemme, la creazione di una ricca borghesia palestinese socia in affari con Israele, la legittimazione totale dello Stato sionista israeliano , loccupazione civile e militare della Palestina attraverso la colonizzazione che un fenomeno di manifestazione razziale e classista, la dollarizzazione dellapparato palestinese) erigersi a rappresentante del popolo palestinese? Lo scopo dellA.N. P. di rendere definitivo ci che oggi provvisorio perch manca semplicemente una ratifica. Abu Mazen coglie nei movimenti geostrategici dellarea unopportunit ,che oggi c e domani potrebbe non esserci pi,per ratificare, completare e santificare gli accordi di Oslo ed innalzare lA.N.P. come loro guardiano a fondamento della stabilizzazione della schiavit palestinese. La depredazione delle risorse del territorio in primis lacqua e di conseguenza tutta lattivit agricola da parte dei sionisti, la costruzione di muri, contromuri e fortificazioni militari, la dominazione territoriale classista e militare dei coloni, la limitazione nelle strade alla mobilit dei palestinesi, la nascita di una borghesia economica e politica corrotta e collaborativa con gli israeliani, la repressione carceraria attuata dagli israeliani e dai palestinesi in collaborazione con gli israeliani delle componenti marxiste della societ palestinese hanno ridotto la Palestina ed i Palestinesi in una situazione dal quale difficile vedere a breve unuscita. Tuttavia questo ci conforta in due convinzioni: lassoluta scempiaggine di chi anche nella cosiddetta sinistra radicale del nostro Paese ha sempre sostenuto e continua a sostenere la
tra parte, nelle mani degli stranieri. Dopo otto anni, la Borsa Famiglia ha lasciato 16,2 milioni di persone in povert assoluta (reddito mensile inferiore a 40 $, meno di un biglietto del bus al giorno []. Per Marcial Portela, presidente della Banca Santander del Brasile: in pochi anni il Brasile sar meno povero degli Stati Uniti - il che probabile, pi per larretramento nord americano che per lavanzamento brasiliano. Il piano Brasile senza povert ha un bilancio 1,2 miliardi di R$. A titolo di paragone, la partecipazione (iniziale) del governo al progetto del treno proiettile (privato e destinato alle classi abbienti, tanto da prevedere fermate solo nei quattro aeroporti tra Campinas e Rio de Janeiro) 3,9 miliardi di R$; il governo spende ogni giorno in questa grossa voragine dei grandi creditori, quasi il doppio del budget previsto annualmente per i pi poveri. Il miglioramento di alcuni indici di povert stato un sottoprodotto di una crescita speculativa, usato per manipolare elettoralmente i sondaggi di una larga parte delle masse sfruttate, e difficilmente potr resistere allimpatto della crisi globale sulleconomia del semicoloniale gigante dai piedi dargilla. Negli otto anni del governo guidato da Lula, la maggior parte dei dirigenti sindacali e contadini stata integrata nello stato. La smobilitazione dei lavoratori, con poche eccezioni era la nota dominante in questi anni. Dal 2009, a partire dalla crisi e dalla cassa integrazione, c stata una ripresa delle lotte operaie, anche in settori strategici, per quanto lontana da unoffensiva di classe. Grandi settori di salariati, come metalmeccanici, bancari, lavoratori dellindustria petrolifera (questi per la prima volta in sciopero dopo quattordici anni, dopo la sconfitta del 1995), edili, impiegati postali, hanno incrociato le braccia e sono scesi in strada a difendere i loro salari e sostenere le loro rivendicazioni. Con il governo Dilma, la crisi globale ha cominciato a colpire pi direttamente i lavoratori: tagli per pi di 50 miliardi di R$ dal bilancio federale, che colpiscono soprattutto le aree sociali, 3 miliardi in quella dellistruzione, un miliardo dal-
di Tiziano Bagarolo
Scritto a quattro mani da Marx ed Engels fra la fine del 1845 e lautunno del 1846, lopera che qui trattiamo non fu conosciuta che nel 1932, dopo la pubblicazione in URSS ad opera di V.V. Adoratskij, sotto il titolo di Ideologia tedesca, riprendendo una formula impiegata nel testo dagli stessi autori. Tuttavia della sua esistenza si sapeva da molto tempo, avendone scritto Marx nella Prefazione a Per la critica delleconomia politica (1859): Decidemmo di mettere in chiaro, in un lavoro comune, il contrasto fra il nostro modo di vedere e la concezione ideologica della filosofia tedesca, di fare i conti, in realt, con la nostra anteriore coscienza filosofica. Il disegno venne realizzato nella forma di una critica alla filosofia posteriore a Hegel. Il manoscritto, due grossi fascicoli in ottavo, era arrivato da tempo nel luogo dove doveva pubblicarsi, in Vestfalia, quando ricevemmo la notizia che il mutamento di circostanze non ne permetteva la stampa. Abbandonammo tanto pi volentieri il manoscritto allo roditrice critica dei topi, in quanto avevamo gi raggiunto il nostro scopo principale che era di veder chiaro in noi stessi. (1). Ne aveva scritto anche Engels nel 1886 nello scritto per la Die Neue Zeit Ludovico Feuerbach e il punto di approdo della filosofia classica tedesca: Prima di dare queste righe alla stampa ho ricercato e riveduto ancora una volta il vecchio manoscritto del 1845-46. Il capitolo su Feuerbach non terminato. La parte redatta consiste in una esposizione della concezione materialistica della storia, che prova soltanto quanto a quel tempo fossero ancora incomplete le nostre conoscenze della storia economica. (2) E
zione materialistica della storia, che egli considera la prima delle grandi scoperte del marxismo (essendo laltra la teoria del plusvalore, a cui Marx giunge nel 1858) (4).
Un materialismo storico-ecologico
I passi successivi sono stati selezionati con lobiettivo di illustrare le acquisizioni teoriche pi significative dellIdeologia tedesca sui temi che hanno una pertinenza diretta o indiretta con le questioni ambientali e con levoluzione del rapporto uomo-natura. Cominciamo da un lungo brano, estratto dalle pagine iniziali, che sintetizza i risultati pi importanti di tutta questopera (6). Nel primo capoverso Marx e Engels ricordano che non intendono contrapporre a Feuerbach e agli altri ideologi tedeschi un nuovo schema filosofico ma un punto di vista che parte dallaccertamento dei dati empirici [t. II]. La nozione di materialismo storico si compone di due termini il cui nesso stato spesso equivocato anche da marxisti e interpreti intelligenti (Antonio Gramsci, Alfred Schmidt). Anche se vero che laccento cade sul predicato storico (Marx ed Engels sono interessati soprattutto a comprendere la storia reale), tuttavia il suo fondamento sta nel sostantivo materialismo. Se, ragionando in generale, la conoscenza scientifica del fenomeno umano non pu prescindere dagli elementi che sono forniti dalla storia e dunque dal movimento e dai cambiamenti che la caratterizzano, la storia stessa, tuttavia, non sorge e non si sviluppa su presupposti arbitrari, ma sulla materialit del rapporto con la natura degli esseri umani in quanto essere viventi, e dalle sue trasformazioni nello spazio e nel tempo. Una natura che preesiste alluomo, dal cui
aggiungeva: Invece ho ritrovato in un vecchio quaderno di Marx le undici tesi su Feuerbach che riproduco in appendice. Sono appunti per un lavoro ulteriore, buttati gi in fretta, non destinati in alcun modo alla pubblicazione, ma dun valore inestimabile come il primo documento in cui depositato il germe geniale della nuova concezione del mondo. (3). Con Lideologia tedesca siamo dunque di fronte a un testo chiave della biografia intellettuale di Marx ed Engels e della formazione delle loro concezioni mature. E qui che vengono elaborati e presentati i concetti di fondo del materialismo storico o, come si esprime Engels, della conce-
seno luomo sorge e si sviluppa, rispetto alla quale luomo ha un rapporto attivo nel lavoro (Marx e Engels impiegano spesso in questo scritto il termine industria), ma che tuttavia resta il fondamento dellesistenza degli esseri umani e una dimensione ineliminabile della loro vicenda storica [t. III]. Si tratta a ben vedere di una fondazione ecologica della storia della specie umana. Ovviamente Marx ed Engels non usano il termine ecologia (sar enunciato e definito dal darwinista Ernst Haeckel solo una ventina danni pi tardi, nel 1866), ma il suo contenuto quello. A differenza degli altri animali, gli uomini producono i propri mezzi di sussistenza in modi che variano nello spazio e nel tempo in relazione alle condizioni naturali [t. IV]. Daltra parte, nella misura in cui la produzione si sviluppa, nascono nuovi bisogni e nuovi stimoli ad ampliare e modificare la produzione. Inoltre, nella loro produzione gli uomini non operano isolatamente ma come membri di una comunit; entrano cio in rapporti sociali determinati i quali sono, inizialmente, un riflesso di un dato naturale come il sesso o let. La famiglia, un rapporto a un tempo naturale e sociale, il primo di questi rapporti [t. V]. Questa duplice determinazione, naturale e sociale, daltra parte, una caratteristica essenziale della produzione materiale e della riproduzione complessiva della societ come tale e dunque un dato fondante della dialettica concreta che si manifesta in tutta la storia umana [t. VI]. Ora, la produzione della vita materiale, il rapporto con la natura e i rapporti sociali in cui questa produzione si attua, nonch i conflitti che su questa base si sviluppano, costituiscono il fondamento ad un tempo materiale e sociale su cui si sviluppa la coscienza e le sue diverse manifestazioni: il linguaggio, la cultura, la religione, ecc. E lessere sociale che determina la coscienza, non viceversa; questa unacquisizione fondamentale del materialismo storico [tt. VII, VIII]. Daltra parte, in ogni epoca, le idee della classe dominante, che possiede le condizioni materiali, sono anche le idee dominanti di quellepoca [t. IX].
ziazione sociale molto rigida: c netta separazione fra prncipi, nobilt, clero e contadini nelle campagne, e fra maestri, garzoni, apprendisti e plebei a giornata nelle citt. Si assiste alla tendenza allunificazione di vasti paesi in regni feudali con al vertice un monarca. Dalla divisione del lavoro, che si trasforma in differenziazione sociale e quindi in antagonismo di classe, nasce anche lo Stato, come forma illusoria dellinteresse generale e dellunit della comunit [t. XI]. Questi temi troveranno nel seguito dellIdeologia tedesca, soprattutto nella prima parte (7), un ampio sviluppo che non rientra nei nostro scopo riassumere qui. Mi limito a ricordare che per Marx ed Engels lo sviluppo della societ capitalistica moderna prende le mosse da cambiamenti che intervengono nella societ feudale e in particolare nelle citt. Con lo sviluppo dei commerci e degli scambi mercantili, si affermano anche le nuove forme di propriet privata borghese che entrano in conflitto con le forme feudali di propriet. Con laccumulo di ricchezze nel commercio e nella finanza, con la concentrazione della propriet fondiaria, si attua unaccumulazione di mezzi di produzione nelle mani dei nuovi ceti borghesi mentre allaltro polo della societ va formandosi un proletariato privo di ogni propriet e costretto a lavorare nelle manifatture a vantaggio delle classi proprietarie in cambio di
Note
1) K. Marx, Prefazione a Per la critica delleconomia politica, Editori Riuniti, Roma, 1974, p. 6. 2) Friedrich Engels, Ludovico Feuerbach e il punto dapprodo della filosofia classica tedesca, Editori Riuniti, Roma 1985, p. ?. 3) Si tratta delle famose Tesi su Feuerbach qui riprodotte. 4) Laffermazione di Engels in un articolo nel Volhskalender (1878) e nellorazione funebre sulla tomba di Marx (1883). Cfr. Maurice Godellier, Prefazione a Sur les socits prcapitalistes, ditions sociales, Paris 1970, p. 28. 5) M. Godellier, Prefazione a Sur les socits prcapitalistes, ditions sociales, Paris 1970, p. 20. 6) I sottotitoli fra parentesi quadre non sono nelloriginale; sono stati inseriti da me per aiutare a individuare i diversi temi sviluppati nel testo. 7) Lideologia tedesca per pi dei 6/7 unanalisi polemica degli scritti di alcuni filosofi della cosiddetta sinistra hegeliana, alcuni dei quali oggi quasi dimenticati; i pi importanti oltre a Ludwig Feuerbach, sono Bruno Bauer, e Max Stirner. Per chi volesse approfondire il tema della concezione materialistica della storia consigliamo lantologia di scritti di Marx ed Engels curata da Nicolao Merker, La concezione materialistica della storia, Editori Riuniti, Roma 1998.
Ma il sostegno alla rivoluzione libica, dentro lappoggio pi generale alla rivoluzione araba, non ha mai significato da parte nostra alcun sostegno alla sua direzione. Cos come lappoggio alla sollevazione tunisina o egiziana non ha mai significato e non significa il bench miniLA CADUTA DI GHEDDAFI, FRUTTO mo adattamento alle sue leadership e ai governi borghesi e filoimperialisti che oggi guidano DELLA RIVOLUZIONE ARABA quei paesi, e che sono i peggiori nemici di quelLa caduta del regime totalitario di Gheddafi - le rivoluzioni. partner privilegiato e bipartisan dellimperialismo italiano - lesito conclusivo del processo aperto dallinsurrezione libica del 17 Febbraio, a sua volta inseparabile dalla sollevazione del popolo tunisino ed egiziano. Senza la sollevazione popolare del 17 Febbraio, fuori dalla dinamica della rivoluzione araba, il regime di Gheddafi sarebbe ancora in piedi, con limperturbabile sostegno , gi decennale, di tutti i governi imperialisti e dello stesso Stato sionista dIsraele. (E sicuramente con lappoggio del Venezuela di Chavez, che tuttora esalta Gheddafi come un socialista fratello). E invece caduta una dittatura sanguinaria, certo segnata alle origini da un connotato piccolo borghese antimperialista, militarmente distorto, di tipo nasseriano (colpo di stato degli E vero lESATTO contrario. Sin dallinizio, ufficiali liberi del 1969), ma pienamente inte- contro ogni affidamento illusorio alla pura digrata da tempo nel nuovo ordine imperialista namica rivoluzionaria, abbiamo insistito su un internazionale: con la solenne benedizione pri- punto decisivo: solo unaltra direzione della ma dellamministrazione Clinton, e poi defini- rivoluzione, basata su un programma anticapitivamente dellinsospettabile amministrazione talista e dunque antimperialista, avrebbe potuto e potrebbe dare una prospettiva conseguenBush (2004). La rivolta contro Gheddafi non stata la ribel- te alla rivoluzione araba. E la lotta per questa lione etnica della Cirenaica, ma una rivolta direzione alternativa non pu che implicare la nazionale che ha trovato la sua espressione non contrapposizione pi radicale, dal versante delsolo a Bengasi, ma a Misurata, nella maggio- la rivoluzione, alle attuali direzioni borghesi e ranza delle citt costiere della Tripolitania, nelle filoimperialiste delle rivolte. Pena linevitabile popolazioni berbere dellOvest, e allinizio, in tradimento delle stesse ragioni democratiche parte, nella stessa Tripoli (per essere qui falci- delle rivoluzioni. diata nelle prime 48 ore dalla repressione mili- Il caso libico ha offerto una conferma clamorosa a questa tesi marxista. Una conferma se postare del Regime). La domanda popolare che ha ispirato la rivolta sibile ancor pi netta di quella espressa dallo non stata diversa da quella che ha mosso la pi scenario tunisino ed egiziano. ampia rivoluzione araba: una domanda di liber- La direzione della rivoluzione libica si cont, di diritti, di emancipazione sociale contro un centrata da subito nelle mani di un entourage controrivoluzionario, selezionato dalla stessa regime oppressivo, familistico, privilegiato. La giovanissima generazione di scebab in armi dinamica degli avvenimenti. Il CNT di Bengasi di Bengasi,i resistenti eroici di Misurata, le mili- ha rappresentato certamente un raggruppamenzie montanare berbere hanno combattuto per la to eterogeneo di forze, segnato da contraddiziopropria liberazione. Le sovrapposizioni tribali e ni profonde. Ma il baricentro del CNT stato di clan che pur esistono - e che segnano storica- rappresentato da transfughi del vecchio regime, mente assai spesso i processi di liberazione dei ex ministri di Gheddafi, ex comandanti militari popoli oppressi, come del resto oggi in Yemen e delle sue truppe: i quali hanno concentrato nelle proprie mani le leve essenziali del governo in Siria - non cancellano questa verit. Se la rivoluzione libica, a differenza della ri- provvisorio, delle relazioni diplomatiche, delvoluzione tunisina o egiziana, si rapidamente le relazioni economiche internazionali. Il loro trasformata in guerra civile non lo si deve ad obiettivo non era quello dei giovani insorti per una sua diversa natura, ma alla immediata re- la libert della Libia. Era quello di riciclarsi azione militare del regime: il quale, a differenza come carta di ricambio dellimperialismo, al che altrove, poteva godere di un apparato mili- servizio della continuit delloppressione della tar repressivo relativamente compatto attorno al Libia.
Tunisia ed Egitto. Al tempo stesso non possibile lavorare per lemergere di una direzione marxista rivoluzionaria- e quindi coerentemente antimperialistase non a partire da uninternit al processo rivoluzionario : se non a partire da una chiara scelta di campo per la sollevazione popolare contro la PER UN ALTRA DIREZIONE DELLA RI- tirannia. Questa stata ed la nostra scelta di campo. In Tunisia, in Egitto, in Libia, come in VOLUZIONE ARABA Siria o in Yemen. Tutto lascia pensare che la caduta di Gheddafi, Quelle componenti neostaliniste o bolie lattuale successo militare e diplomatico im- variane che o rifiutano lesistenza stessa di perialista in Libia, non chiuderanno affatto la processi rivoluzionari, o rifiutano di schierarsi partita libica. E impossibile predire gli eventi. al loro fianco- spesso formalmente nel nome Ma rivoluzione e controrivoluzione continue- dellantimperialismo- non lo fanno perch ranno a confrontarsi - in forme diverse e con pi radicali. Lo fanno, consapevolmente o dinamiche imprevedibili - in uno scenario alta- meno, per la ragione opposta: perch non sono mente instabile e terremotato. Molto, certamen- interessate alla rivoluzione nel mondo reale, ma te, dipender dalla dinamica pi generale della al suo surrogato ideologico nel mondo immarivoluzione araba, che oggi conosce un anda- ginario. Magari vedendo la rivoluzione sociamento molto contraddittorio ( arretramento in lista nel colonnello Chavez e nelle sue leggi antisciopero, lantimperialismo nel regime Egitto, radicalizzazione in Siria). Ma lelemento decisivo, ancora una volta, in clerico fascista iraniano, il comunismo nella Libia come ovunque, l emergere di una nuo- Cina dei capitalisti miliardari. (E dopo aver vova direzione politica della rivoluzione araba. tato, in qualche caso, tutte le peggiori porcherie Tutta lesperienza storica di questi 9 mesi di ri- dei due governi Prodi in Italia). voluzione araba dimostra la verit di fondo del Chi invece persegue la rivoluzione reale per il marxismo rivoluzionario: non c possibilit di governo dei lavoratori - contro i suoi travestiaffermare e consolidare i contenuti democratici menti mitologici- sceglie come proprio campo della rivoluzione in paesi arretrati e dipenden- di lotta il terreno della lotta di classe, dei moti senza rompere con limperialismo, e quindi vimenti di massa , dei processi rivoluzionari con le borghesie nazionali sue alleate. Senza . Confrontandosi con la loro complessit e le rompere con limperialismo e con le borghesie loro contraddizioni. Non confondendo mai le nazionali sue alleate (laiche o islamiche), ogni ragioni delle rivoluzioni con la natura e i provittoria contro la tirannia di vecchi regimi di- getti delle loro direzioni controrivoluzionarie. spotici, per quanto importante, condannata a Contrapponendosi sempre allimperialismo. ripiegare, prima o poi, sotto una nuova forma Lottando ovunque per la costruzione del partidi sottomissione e dipendenza. Da questo punto to rivoluzionario: in Italia,come in terra araba, di vista,in forme certo diverse, la Libia segue come in tutto il mondo. un problema serissimo(Corriere 24 Agosto). Gi. Come assicurare la continuit del proprio dominio sulla Libia, nel momento in cui non si dispone pi della sicurezza garantita dal vecchio regime(..antimperialista) e dai suoi sgherri?
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storaciana) hanno sempre rifiutato la definizione di strage fascista per il 2 agosto 1980, organizzando vere e proprie campagne politiche dagli anni 80 ad oggi per reclamare linnocenza del trio Mambro -Fioravanti-Ciavardini, ovvero i tre neofascisti dei Nuclei Armati Rivoluzionari condannati definitivamente per la strage. Lo scorso anno il sito di Repubblica pubblic, tra le altre, una foto del giovane Alemanno incatenato insieme ad altri suoi camerati allo scalone della Corte dassise di Bologna. Quella del 2 agosto 1980 non una strage che si possa ammettere ed accettare come frutto, seppur impuro, della propria area politica. Analogamente, da settantanni, i nazifascisti negano, o cercano di ridimensionare, lolocausto e le stragi di civili del periodo 1939/1945. La difesa dufficio di Mambro e Fioravanti, usciti dalle sezioni giovanili romane del Movimento Sociale Italiano ove militavano insieme ai coetanei Gasparri, Storace e Fini, diventata, quindi, un atto dovuto non solo dei neofascisti ma di tutta la destra italiana. E cos si sono susseguite le campagne e le tesi innocentiste, a volte sostenute non solo dallestrema destra ma anche da qualche personaggio di sinistra o ex estrema sinistra evidentemente senza nulla di meglio da fare. A volte con affermazioni ridicole come quella dellavvocato di estrema destra Giosu Bruni Naso che a proposito di Fioravanti dice: () era un amorale. Sarebbe stato capace di uccidere ottantacinque persone con un colpo alla nuca. Ma la bomba no. Non era nel suo DNA (). Largomentazione ritenuta forte dagli innocentisti appunto quella di considerare i Nar dei puri, in rotta con la destra stragista compromessa con gli apparati e i servizi segreti, come si sono spesso dichiarati gli stessi Fioravanti e C. Questa tesi non regge alla prova della storia. E non solo per una loro amoralit che li portava a sparare e ad uccidere per il solo gusto di farlo. Fin dalle origini i Nar colpiscono nel mucchio:il 9 gennaio 1979 as-
meno se uso documenti falsi per lalbergo o se uso il mio vero nome? Fantaletteratura di serie B. La strage come un messaggio tra servizi e governi alleati? Probabile, in una situazione che in quel 1980 vedeva labbattimento sui cieli di Ustica del DC9 dellItavia, sicuramente centrato da un missile di forze Nato francesi o americani che avrebbe potuto creare difficolt nellopinione pubblica italiana, che si sarebbe dovuta preparare allinstallazione dei missili nucleari USA nella base siciliana di Comiso che verr approvata dal governo Spadolini lanno successivo. E proprio in questo quadro politico, istituzionale e militare occidentale che va ricondotto il tutto, la ricerca della verit e delle ragioni della strage. Peraltro solo cos si giustificano gli interventi di Kossiga, di Gelli e della sua P2, dei servizi segreti. E il deputato che ha proposto di abrogare la festa del 25 aprile per sostituirla con la ricorrenza della vittoria della DC alle elezioni del 1948. Tra i firmatari dei vari appelli troviamo Ersilia Salvato ex senatrice del Prc e Mimmo Pinto eletto deputato nel 1976 in quota Lotta Continua. Poi ci sono ovviamente i radicali, presso i quali i due ex Nar lavorano tramite lassociazione Nessuno tocchi Caino. Capitolo a parte meritano le due ex brigatiste Nadia Mantovani ed Anna Laura Braghetti che, dopo aver conosciuto la Mambro in carcere, hanno sposato la causa innocentista fino a scrivere letterine al presidente della repubblica Da M.Caprara e G. Semprini, Destra estrema e criminale, Newton Compton Editori 2007, pag.150. v. il capitolo Alessandro Alibrandi in Destra estrema e criminale, op. cit. Anche sulla strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969 si vorrebbe tornare a dare la colpa a Valpreda e agli anarchici. Il missile non poteva nemmeno essere utilizzato perch incompleto di alcune parti. Al processo pare che Pifano abbia sostenuto che gli sembrava un tubo della stufa che poteva tornagli utile e lo aveva cos caricato. La pista palestinese? E frutto solo di invenzioni e bugieI palestinesi e la sinistra sono distanti anni luce dalla strage di Bologna e dalla cultura che la ha prodotta. Parlano Abu Saleh, che secondo la destra sarebbe coinvolto nella vicenda, e Daniele Pifano, che fu arrestato con lui Intervista su Il Manifesto del 4 agosto 2005 Sono stati condannati per depistaggio oltre a Gelli: il colonnello Belmonte ed il generale Musumeci, entrambi del Sismi, il servizio segreto militare.
Il giornale comunista dei lavoratori Registrazione del tribunale di Milano n.87 del 06/02/2008 Direttore responsabile: Francesco Moisio Proprietario: Partito Comunista dei Lavoratori Redazione: Via Marco Aurelio 7 - 20127 Milano tel.3886184060 fax 02700448199 info@pclavoratori.it
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Mario Gentilini. (p. 117) Ma fuori chi? Lori!: loro, gli immigrati, i rom, i cinesi, i meridionali, tutti coloro che non fanno parte della razza Piave di Gentilini o della Padania bianca e cristiana di Borghezio o di qualsiasi altra fantasiosa etnia coniata dalla fertile immaginazione dei leghisti. Altre volte i leghisti non si limitano a ringhiare ma mordono: la legge BossiFini, per esempio, ha peggiorato le condizioni di vita degli immigrati. Cos pure, a livello locale, tanti piccoli provvedimenti razzisti, come i divieti di vendere kebab! Un piccolo appunto che si pu fare al libro che non risulta convincente lobiettivo dichiarato nellintroduzione di voler smascherare la Lega, mostrandola come sarebbe veramente. Secondo gli autori, la Lega si autorappresenterebbe come partito mosso da un onesto desiderio di garantire ai cittadini legalit, sicurezza, decentramento, federalismo e snellimento della macchina burocratica. (p. 11) Gli autori vorrebbero dimostrare che dietro questa tranquillizzante facciata si cela un movimento eversivo, razzista e tendenzialmente totalitario. (p. 11) In realt, difficilmente sostenibile che la Lega nasconda i suoi caratteri razzisti ed eversivi. Anzi, li mostra senza ritegno, pensiamo a Borghezio e Gentilini o allo stesso Bossi, non si registrano loro dichiarazioni che non siano becere, truculente e stupide. La Lega ha avuto a volte tattiche spregiudicate, ma
UNA MANIFESTAZIONE STRAORDINARIA PER LA RIVOLTA SOCIALE Per queste stesse ragioni una grande manifestazione di massa davanti a Governo e Parlamento, non solo un diritto democratico, ma un atto politico che collide con tutta la logica dellalternanza e dei poteri forti. Perch un atto che allude -fosse pure simbolicamente- alla prospettiva della rivolta sociale: lunico fattore capace di rovesciare Berlusconi dal versante delle ragioni dei lavoratori e non dei banchieri, di spostare i reali rapporti di forza, di aprire la via ad unalternativa vera. Il punto vero se vogliamo PROVARE a investire la manifestazione del 15 Ottobre in una prospettiva di reale ribellione di massa, nel cuore della crisi italiana ed europea, oppure se la concepiamo PREGIUDIZIALMENTE come una ordinaria manifestazione di propaganda: naturalmente importante, naturalmente di massa, ma destinata di fatto a lasciare le cose come stanno, al pari di tutte le tradizionali manifestazioni dautunno. Questo il bivio. LIBERARSI DA UNA PREGIUDIZIALE RINUNCIATARIA Lobiezione secondo cui non ha senso chiedere di dirigersi su Palazzo Chigi perch tanto non ce lo concedono, rischiamo di aizzare estremismi e avventurismi non ci sono i rapporti di forza ecc., riflette una psicologia politica rinunciataria. Se gli oppressi dovessero rivendicare solo ci che viene loro concesso la storia umana avrebbe fatto pochi passi in avanti. Rivendicare limpossibile da sempre la condizione decisiva per ottenere possibili conquiste: cos