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Serie di Fourier 1

Serie di Fourier
1 Rappresentazione Reale delle Serie di Fourier
In questo capitolo introduciamo le funzioni periodiche, la serie di Fourier in forma trigono-
metrica per le funzioni di periodo 2, e ne identichiamo i coecienti. Arontiamo quindi la
relazione tra la funzione e la sua serie di Fourier, e formuliamo un teorema di convergenza.
Esaminiamo anche come alcune propriet` a della funzione (parit` a, realt` a, ecc.) si traducono in
termini dei suoi coecienti di Fourier. Introduciamo poi la rappresentazione complessa delle
serie di Fourier, ed estendiamo la trattazione a funzioni di periodo qualsiasi. Inne assumiamo
il punto di vista dellAnalisi Funzionale, e trattiamo la convergenza delle serie di Fourier in L
2
.
1.1 Funzioni Periodiche
Si dice che una funzione f : R C `e periodica di periodo T (> 0) se e solo se f(x+T) = f(x)
per ogni x R.
1
Ovviamente, una funzione periodica di periodo T `e pure periodica di periodo
kT per ogni intero k > 1. Ogni funzione periodica continua non costante ha un periodo minimo,
detto periodo fondamentale. Ad esempio le funzioni seno, coseno, esponenziale immaginario
(ovvero e
i
) sono periodiche di periodo fondamentale 2; la funzione tangente `e pure
periodica di periodo 2, ma ha periodo fondamentale .
Siano a, b R, a < b; una qualsiasi funzione f : [a, b[ C pu` o essere estesa in uno ed un
solo modo ad una funzione

f : R C periodica di periodo b a, detta appunto estensione
periodica di f. Poiche ogni numero reale pu` o essere rappresentato nella forma x +n(b a) per
x [a, b[ e n Z opportuni, basta porre

f(x + n(b a)) := f(x) per ogni x [a, b[ ed ogni n.
Si pu` o allora studiare una funzione periodica di periodo T su tutto R o su un qualsi-
asi intervallo di lunghezza T; spesso si identica una funzione periodica con tale restrizione.
Questultima rappresentazione presenta alcuni vantaggi; ad esempio, la funzione nulla `e lunica
funzione periodica di L
2
(R), mentre L
2
(a, b) contiene una gran quantit` a di funzioni periodiche.
2
Si noti comunque che, per ogni funzione periodica f di periodo b a,

f C
0
(R) f C
0
([a, b[) e lim
xb

f(x) = f(a). (1.1)


Si dice che una funzione f : [a, b[ C `e continua a tratti se `e continua in tutti i punti salvo
al pi` u in un numero nito, nei quali comunque esistono niti sia il limite sinistro che quello
destro; si chiede anche che esistano il limite destro in a e quello sinistro in b. Si dice che una
funzione f : R C `e continua a tratti se lo `e in ogni intervallo. Si noti che una funzione
continua a tratti `e limitata, quindi integrabile, in ogni intervallo. Ad esempio, lestensione
periodica della funzione f : [0, 1[ R : x x `e continua a tratti, mentre la funzione tangente
non lo `e.
Analogamente si dice che una funzione f :]a, b[ C `e monot` ona a tratti se esiste un insieme
nito di punti x
0
= a < x
1
< ... < x
N
= b tali che f `e o non crescente o non decrescente in ogni
1
Si deniscono anche la frequenza := 1/T e la pulsazione := 2. La frequenza `e misurata in cicli
nellunita di tempo, la pulsazione in radianti nellunita di tempo.
2
Si potrebbe osservare che linsieme delle funzioni periodiche di L
2
loc
(R) `e ancor pi` u vasto; tuttavia L
2
loc
(R)
presenta linconveniente di non essere uno spazio normato.
2 Metodi Matematici per TLC a.a. 2004-05 A. Visintin
intervallo ]x
n
, x
n+1
[ (n = 0, ..., N 1). Ad esempio, le funzioni seno e coseno sono monotone
a tratti su ]0, 2[; la funzione f : x x sin(1/x) `e monotona a tratti su ogni intervallo [a, 2[
con a > 0, ma non su tutto ]0, 2[.
Si noti che le funzioni periodiche di un certo periodo costituiscono uno spazio lineare, e che
lo stesso vale sia per le funzioni continue a tratti che per quelle monotone a tratti.
1.2 Identicazione dei Coecienti di Fourier
In questo paragrafo assumiamo sistematicamente che f : R C sia una funzione periodica
di periodo 2, e la identichiamo con la sua restrizione ad un qualsiasi intervallo di lunghezza
periodo 2.
Lo sviluppo in serie di Fourier si applica a funzioni R C periodiche. Qui assumiamo che
il periodo sia uguale a 2 per semplicare certi conti; poi estenderemo facilmente la trattazione
a funzioni di periodo qualsiasi.
Studiamo allora la possibilit` a di approssimare f mediante una successione di funzioni della
forma
S
f,n
(x) :=
a
0
2
+
n

k=1
(a
k
cos kx + b
k
sin kx) x R,
dette polinomi trigonometrici. Poniamo poi
S
f
(x) :=
a
0
2
+

k=1
(a
k
cos kx + b
k
sin kx) x R, (1.2)
detta serie di Fourier in forma trigonometrica, e ci chiediamo se S
f
= f in R, per unopportuna
scelta dei coecienti di Fourier a
0
, a
1
, a
2
, .... e b
1
, b
2
, .....
Si noti la distinzione tra la funzione f e lo sviluppo in serie di Fourier S
f
: la (1.2) `e una
denizione, mentre S
f
= f `e una propriet` a che pu` o valere o meno, e comunque richiede
lindicazione di opportune condizioni di regolarit` a per f. A questo proposito si pongono diversi
problemi:
(i) Quali funzioni (periodiche di periodo 2 o denite su [0, 2]) ammettono una tale
rappresentazione?
(ii) In che senso `e da intendersi la convergenza della serie: puntuale, uniforme, in
L
2
(0, 2), o altro?
(iii) I coecienti di Fourier a
0
, a
1
, a
2
, .... e b
1
, b
2
, .... sono individuati da f?
(iv) In caso aermativo, questi coecienti come possono essere espressi in termini di f?
(In teoria dei segnali si dice che le successioni a
0
, a
1
, a
2
, .... e b
1
, b
2
, .... costituiscono lo
spettro reale del segnale f.)
Le prime due questioni riguardano la regolarit` a di f (che potremmo pensare come un ele-
mento qualitativo), le altre due coinvolgono invece degli aspetti quantitativi.
Incominciamo proprio da queste ultime due questioni, che sono pi` u vicine alle esigenze
applicative. I coecienti di Fourier a
0
ed a
k
, b
k
(k = 1, 2, . . .) sono individuati da f, e per
calcolarli useremo le seguenti identit` a.
Lemma 1.1 (di Ortogonalit` a)
_

cos kx cos xdx =


_

_
0 se k ,=
se k = ,= 0
2 se k = = 0
k, N, (1.3)
Serie di Fourier 3
_

sin kx sin xdx =


_

_
0 se k ,=
se k = ,= 0
0 se k = = 0
k, N, (1.4)
_

cos kx sin xdx = 0 k, N. (1.5)


Dimostrazione. Grazie alla formula di Eulero,
_

cos kx cos xdx =


_

e
ikx
+ e
ikx
2
e
ix
+ e
ix
2
dx
=
1
4
_

(e
i(k+)x
+ e
i(k)x
+ e
i(k)x
+ e
i(k+)x
) dx k, N;
poiche
_

e
imx
dx =
_
2 se m = 0
0 se m ,= 0
m N, (1.6)
ne consegue la (1.3). La dimostrazione di (1.4) e (1.5) `e analoga. .
Secondo limpostazione introdotta nel Cap. I, le (1.3)(1.5) esprimono lortogonalit` a nel
senso del prodotto scalare di L
2
(, ) di ogni coppia di funzioni dellinsieme
sin kx, cos kx : k N = 0, 1, sin x, cos x, ..., sin kx, cos kx, ....
Si noti che queste funzioni appartengono a C
0
([, ]), quindi anche a L
2
(, ).
3
Siamo ora in grado di esprimere i coecienti di Fourier a
k
e b
k
. in termini della funzione
periodica.
Teorema 1.2 Sia f : R C una funzione periodica di periodo 2 continua. Se vale la (1.2)
nel senso della convergenza uniforme e f = S
f
, allora
a
k
=
1

f(x) cos kxdx per k = 0, 1, 2, ...


b
k
=
1

f(x) sin kxdx per k = 1, 2, ...


(1.7)
Dimostrazione. In seguito allipotesi di converga uniforme, possiamo scambiare le operazioni
di serie e di integrazione. Grazie al lemma di ortogonalit` a abbiamo
_

f(x) cos xdx =


a
0
2
_

cos xdx +
_

k=1
(a
k
cos kx + b
k
sin kx)
_
cos xdx
=
a
0
2
_

cos xdx +

k=1
a
k
_

cos kx cos xdx +

k=1
b
k
_

sin kx cos xdx


= a

per = 0, 1, 2, ...
(1.8)
3
Esse appartengono anche per gli altri L
p
, tuttavia solo in L
2
disponiamo di un prodotto scalare.
4 Metodi Matematici per TLC a.a. 2004-05 A. Visintin
Si noti che questa formula vale anche per a
0
: proprio per ottenere questo abbiamo scritto il
termine costante della serie di Fourier nella forma a
0
/2.
Analogamente si ottiene
_

f(x) sin xdx = b

per = 1, 2, ... .
In questultimo teorema abbiamo richiesto che la funzione f fosse continua, poiche la di-
mostrazione si basa sulla convergenza uniforme; tuttavia le formule (1.12) hanno senso per ogni
f L
p
(, ) per ogni p. Questo lascia sperare di poter trattare le serie di Fourier anche per
funzioni meno regolari, ad esempio continue a tratti, o soltanto L
p
per un qualche p.
Si noti anche che i coecienti di Fourier dipendono linearmente dalla funzione f. Ovvero,
deniti a
k
:= a
k
(f) e b
k
:= b
k
(f) come in (1.12) per ogni k, per ogni coppia di funzioni f
1
, f
2
periodiche di periodo 2 e continue a tratti si ha
a
k
(
1
f
1
+
2
f
2
) =
1
a
k
(f
1
) +
2
a
k
(f
2
)
1
,
2
R, k,
ed analogamente per i b
k
.
1.3 Teorema di Convergenza
Le (1.12) forniscono gli unici candidati a soddisfare la (1.2); tuttavia non sappiamo ancora se
questa formula `e eettivamente soddisfatta. Il seguente risultato risponde alla questione.
Teorema 1.3 (di Convergenza) Sia f : R C periodica di periodo 2, continua a tratti e
tale che f

`e continua a tratti oppure f `e monotona a tratti. Si ponga

f(x) :=
1
2
_
lim
yx
+
f(y) + lim
yx

f(y)
_
x R. (1.9)
Allora la serie di Fourier di f converge puntualmente alla funzione

f, ovvero

f(x) =
a
0
2
+

k=1
(a
k
cos kx + b
k
sin kx) (=: S
f
(x)) x R. (1.10)
Se f `e anche continua in un intervallo [a, b] [0, 2], allora la serie di Fourier converge
uniformemente a

f = f in [a, b].
4
Sotto le ipotesi di questo teorema, essendo

f = f in ogni punto in cui f `e continua (quindi
quasi ovunque), la (1.10) implica che
f(x) =
a
0
2
+

k=1
(a
k
cos kx + b
k
sin kx) (=: S
f
(x)) qx R. (1.11)
4
Pu` o sembrare abbastanza naturale che, se la serie di Fourier converge in un punto in cui il limite sinistro
s
e quello destro
d
della funzione esistono niti, il limite della serie coincida con il valore intermedio (
s
+
d
)/2.
Naturale o meno che sia, anche questa aermazione vale solo in quanto dimostrata. Indicandola come teorema,
intendiamo che `e stato dimostrata, anche se non ne riportiamo la dimostrazione. Comunque in matematica non
mancano aermazioni apparentemente altrettanto naturali , ma clamorosamente smentite da controesempi (e
quindi non dimostrabili).
Serie di Fourier 5
* Osservazioni. (i) Mediante la serie di Fourier si pu` o approssimare una qualsiasi funzione
periodica ad esempio di classe C
1
(quindi soddisfacente le ipotesi del Teorema 1.3) con una
serie di funzioni di classe C

. Questo pu` o apparire sorprendente, poiche per ogni k una somma


(nita!) di funzioni di classe C
k
`e essa pure di classe C
k
. Tuttavia questo in generale non vale
per le serie di funzioni, ovvero per le somme innite; infatti la derivata di una serie di funzioni
`e uguale alla serie delle derivate solo sotto opportune ipotesi.
Ad esempio se f `e di classe C
1
, allora in seguito al Teorema 1.3 la serie di Fourier di f
converge uniformemente a f, ma non `e detto che la serie di Fourier di f

(di classe C
0
) converga
a f

.
(ii) Per le (1.12), ciascun coeciente di Fourier dipende da f attraverso unintegrazione, e
quindi non risente del comportamento di f in specici punti; pertanto, se si modica f solo in
un punto x, S
f
( x) non pu` o cambiare. Quindi f pu` o coincidere con il suo sviluppo di Fourier
(ovvero, questo sviluppo pu` o convergere a f) solo sotto opportune ipotesi.
Il Teorema di convergenza 1.3 ci dice che f = S
f
nei punti in cui f `e continua. I motivi per
cui questo avvenga non sono ovvi: occorrerebbe esaminare la dimostrazione; tuttavia `e chiaro
che per quei punti non si pu` o riprodurre il ragionamento appena esposto, perch`e modicando
la f in un punto ivi verrebbe meno la continuit` a.
(iii) Ciascun coeciente di Fourier dipende dal comportamento globale di f, per via della
(1.12); tuttavia, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, in seguito allaermazione
nale del Teorema 1.3 il valore della somma S
f
( x) dipende solo dal comportamento di f in
prossimit` a di x; pi` u precisamente:
Corollario 1.4 * (Principio di Localizzazione) Se due funzioni f, g soddisfano le ipotesi del
Teorema 1.3, e se f = g in un intervallo ]a, b[]0, 2[, allora S
f
= S
g
in ]a, b[.
(iv) Nei pressi dei punti di discontinuit` a di f, per ogni intero n 1 la somma parziale
a
0
2
+
n

k=1
(a
k
cos kx+b
k
sin kx) presenta delle oscillazioni; questo `e noto come fenomeno di Gibbs. Per
n queste oscillazioni non si smorzano; pur conservando la loro ampiezza, esse comunque
agiscono in un insieme sempre pi` u piccolo. Questo consente la convergenza puntuale della serie
di Fourier nei punti di continuit` a, coerentemente col Teorema 1.3.
(v) La continuit` a di f non basta ad assicurare la convergenza della serie di Fourier S
f
:
occorrono delle ipotesi aggiuntive su f, ad esempio quelle del Teorema 1.3 o altre condizioni pi` u
o meno elaborate. Elenchiamo schematicamente alcuni dei risultati pi` u signicativi conseguiti
dagli studiosi di Analisi di Fourier: (i primi tre sono dei controesempi, ovvero sono in negativo;
gli altri due sono in positivo)
Du Bois Reymond (1873): esiste f C
0
([0, 2]) tale che S
f
non converge in un punto.
Kolmogorov (1926): esiste f L
1
(0, 2) tale che S
f
non converge in alcun punto.
Kahane and Katznelson (1966): per qualsiasi insieme di misura nulla A [0, 2] esiste
f C
0
([0, 2]) tale che S
f
non converge In A.
Carleson (1966): per ogni f L
2
(0, 2), S
f
converge ad f in quasi tutti i punti.
Hunt (1967): per ogni p > 1, per ogni f L
p
(0, 2), S
f
converge ad f in quasi tutti i
punti.
Alla luce di queste patologie sembra prudente distinguere la funzione di partenza f dalla sua
serie di Fourier S
f
, e pensare che questi due oggetti coincidono solo sotto opportune ipotesi (ad
6 Metodi Matematici per TLC a.a. 2004-05 A. Visintin
esempio quelle del Teorema 1.3 di convergenza). Naturalmente per poter scrivere i coecienti
di Fourier occorre un minimo di regolarit` a; ma ne basta poca: f L
1
(, ) `e suciente.
(vi) Non tutte le serie trigonometriche convergenti sono serie di Fourier di una qualche fun-
zione periodica: ad esempio si pu` o dimostrare che questo `e il caso per la serie

k=2
(sin kx)/ log k.
Esercizi.
Data una qualsiasi funzione f : R C continua e periodica di periodo 2, ed un
qualsiasi x
0
R, si dica se i coecienti di Fourier di f possono essere scritti nella seguente
forma:
a
k
=
t

_
x
0
+
x
0

f(x) cos kxdx per k = 0, 1, 2, ...


b
k
=
1

_
x
0
+
x
0

f(x) sin kxdx per k = 1, 2, ...


(1.12)
Sia f : R C una funzione periodica di periodo 2 e si assuma che la sua serie di
Fourier esista e converga uniformemente su tutto R. Si pu` o concludere che la serie di Fourier
converge a f?
Si dica se le seguenti funzioni R C ammettono sviluppo di Fourier, e nel caso lo si
calcoli:
(i) f
1
(x) = sin 2x
(ii) f
2
(x) = i sin x/3
(iii) f
3
(x) = cos x + i sin x/3
(iv) f
4
(x) = cos

2x i sin x
(v) f
4
(x) = sin x cos x
(vi) f
5
(x) = 1/(tan x) (x ,= k, k Z).
Sotto quali condizioni lestensione periodica di una funzione f : [a, b[ C di classe C
1
`e
di classe C
1
?
Lestensione periodica della funzione f : [1, 1[ C : x x
2
`e di classe C
0
?
`
E di classe
C
1
?
Sia f una funzione f : R C periodica di periodo 2 continua, e siano a
k
e b
k
i
suoi coecienti di Fourier nella rappresentazione trigonometrica reale. Si verichi che
a
2h
= b
2h
= 0 k N (ovvero S
f
contiene solo le armoniche di ordine dispari)
se e solo se f(x) = f(x + ) per ogni x R. Si verichi anche che
a
2h+1
= b
2h+1
= 0 h N (ovvero S
f
contiene solo le armoniche di ordine pari)
se e solo se f `e anche periodica di periodo .
1.4 Funzioni Pari e Dispari
In questo paragrafo trattiamo degli aspetti essenzialmente algoritmici; supponiamo quindi che
la funzione f sia cos` regolare da garantire che f = S
f
. Ad esempio f C
1
(R) pu` o bastare,
grazie al Teorema 1.3 di convergenza. Pertanto assumiamo che f sia una funzione R C
periodica di periodo 2 e di classe C
1
.
Serie di Fourier 7
Si dice che
f `e pari f(x) = f(x) x R,
f `e dispari f(x) = f(x) x R.
(1.13)
Se f `e denita in un sottoinsieme di R simmetrico rispetto allorigine, queste denizioni si
estendono in modo ovvio.
Il prodotto di due funzioni pari o di due funzioni dispari `e pari, mentre il prodotto di una
funzioni pari ed una dispari `e dispari. Questo pu` o forse spiegare queste denominazioni. Si noti
anche che la funzione potenza x t
n
`e pari se n `e pari, mentre `e dispari se n `e dispari. Il
coseno `e pari, seno e tangente sono sono dispari.
Ogni funzione f : R C pu` o essere decomposta nella somma di una funzione pari ed una
dispari:
f
p
(x) :=
f(x) + f(x)
2
(pari)
f
d
(x) :=
f(x) f(x)
2
(dispari)
f(x) = f
p
(x) + f
d
(x) x R. (1.14)
Si noti che
f `e pari (dispari, risp.) f
d
0 (f
p
0, risp.).
5
Poiche il coseno `e pari ed il seno `e dispari, si ha
f
p
(x) =
a
0
2
+

k=1
a
k
cos kx, f
d
(x) =

k=1
b
k
sin kx x R;
queste sono dette rispettivamente serie di coseni e serie di seni. Quindi
f pari f(x) = f
p
(x) =
a
0
2
+

k=1
a
k
cos kx x R,
f dispari f(x) = f
d
(x) =

k=1
b
k
sin kx x R.
(1.15)
Inoltre
f pari a
k
=
2

_

0
f(x) cos kxdx, b
k
= 0 k,
f dispari a
k
= 0, b
k
=
2

_

0
f(x) sin kxdx k.
(1.16)
Per vericare la prima di queste ultime due aermazioni basta notare che i rispettivi integrandi
sono pari, e quindi i corrispondenti integrali estesi a [0, ] sono uguali alla met` a degli integrali
su [, ].
Esempio 1. Si consideri la funzione [, [ R : x x, e sia f la sua estensione periodica
(con periodo 2) a tutto R. La funzione f `e dispari, quindi si pu` o rappresentare come serie di
soli seni: essendo
b
k
=
2

_

0
x sin kxdx =
2
k
cos k = (1)
k+1
2
k
per k = 1, 2...,
5
f 0 signica che f `e identicamente nulla, ovvero f(x) = 0 per ogni x.
8 Metodi Matematici per TLC a.a. 2004-05 A. Visintin
si ottiene
S
f
(x) =

k=1
(1)
k+1
2
k
sin kx = 2 sin x sin 2x +
2
3
sin 3x + ... x ] , [.
Per applicare il Teorema 1.3 di convergenza occorre ora valutare la regolarit` a della funzione:
si verica facilmente che sia f che f

sono continue a tratti, ed f `e ha dei salti solo in k con


k Z. Quindi
f(x) = S
f
(x) x R k : k Z, f(x) = 0 x k : k Z.
f `e continua in ogni intervallo [a, b] ] , [, ma non in tutto [, ]; pertanto la serie di
Fourier S
f
converge uniformemente a f in ogni intervallo [a, b] ] , [, ma non in tutto
[, ].
Esempio 2. Sia g lestensione periodica della funzione [, [ R : x [x[. Questa funzione
`e pari, quindi pu` o essere rappresentata mediante una serie di soli coseni: essendo
a
k
=
2

_

0
x cos kxdx = ... =
_

_
per k = 0
0 per k = pari ,= 0
4/(k
2
) per k = dispari,
si perviene a
S
g
(x) =

2

4

k=0
1
(2k + 1)
2
cos(2k + 1)x
=

2

4

_
cos x
1
3
2
cos 3x +
1
5
2
cos 5x + ...
_
x ] , [.
(1.17)
Si verica facilmente che f `e continua su tutto R e f

`e continua a tratti. Per il Teorema


1.3 quindi f(x) = S
f
(x) per ogni x R, e S
f
converge uniformemente in tutto R.
In particolare per x = si ottiene una rappresentazione di
2
:
=

2
+
4

k=1
1
(2k + 1)
2
, ovvero

2
8
=

k=1
1
(2k + 1)
2
= 1 +
1
3
2
+
1
5
2
+ ....
Esempio 3. Sia h(x) := tan x per ogni x = /2 + k con k Z. Questa funzione non `e
continua a tratti, quindi non possiamo applicare i risultati precedenti.
* Osservazione. Le funzioni f e g dei due esempi precedenti coincidono in [0, [, ed in questo
intervallo si possono rappresentare sia come serie di seni che come serie di coseni.
Questo non contraddice la (1.15), poiche questa doppia rappresentazione vale solo su una
parte dellinsieme di denizione delle funzioni f e g. Daltra parte i coecienti della serie di
Fourier, in quanto integrali, dipendono dal comportamento della funzione in tutto lintervallo
[, [.
`
E quindi naturale che due funzioni che coincidono solo in parte dellinsieme di denizione
abbiano due diverse rappresentazioni in serie di Fourier.
Sia ora f : R R (si noti: a valori reali) periodica di periodo 2. Si ponga
0
:= a
0
/2,

0
= 0, e per ogni k N siano
k
e
k
[0, 2[ tali che

k
:=
_
a
2
k
+ b
2
k
, e, se
k
> 0, cos
k
=
a
k

k
, sin
k
=
b
k

k
k N 0; (1.18)
Serie di Fourier 9
si noti che i
k
sono univocamente determinati se
k
> 0. Si pu` o allora riscrivere la serie (1.2)
nella forma equivalente
S
f
=
a
0
2
+

k=1
(a
k
cos kx + b
k
sin kx) =

k=0

k
cos(kx +
k
) x R; (1.19)
In teoria dei segnali i numeri
k
e
k
sono rispettivamente detti ampiezza e fase della frequenza
k-esima del segnale f; le corrispondenti successioni
k
e
k
sono rispettivamente dette
spettro di ampiezza e spettro di fase. Poiche cos = sin( + /2) per ogni R, ponendo

k
:=
k
+ /2 la (1.19) `e anche equivalente a
S
f
=

k=0

k
sin(kx +

k
) x R. (1.20)
2 Rappresentazione Complessa delle Serie di Fourier
La serie di Fourier
S
f,n
(x) :=
a
0
2
+

k=1
(a
k
cos kx + b
k
sin kx) x R
pu` o essere espressa equivalentemente mediante esponenziali complessi, poiche grazie alla for-
mula di Eulero
cos k =
e
ik
+ e
ik
2
, sin k =
e
ik
e
ik
2i
R.
Ponendo
c
0
:=
a
0
2
, c
k
:=
a
k
ib
k
2
, c
k
:=
a
k
+ ib
k
2
k N 0, (2.1)
si ha
S
f
(x) =
a
0
2
+

k=1
(a
k
cos kx + b
k
sin kx) =

kZ
c
k
e
ikx
.
In questo caso le relazioni di ortogonalit` a (1.3), (1.4), (1.5) assumono la forma
_

e
ikx
e
ix
dx =
_
0 se k ,=
2 se k =
k, Z;
(1.12) e (2.1) allora forniscono
c
k
:=
1
2
_

f(x)e
ikx
dx k Z. (2.2)
Si noti che le formule (2.1) sono equivalenti a
_
_
_
a
k
= c
k
+ c
k
per k = 0, 1, 2, ...
b
k
= i(c
k
c
k
) per k = 1, 2, ....
[Es] (2.3)
(In teoria dei segnali la successione doppia c
k
`e detta lo spettro complesso del segnale f.)
10 Metodi Matematici per TLC a.a. 2004-05 A. Visintin
Valore Principale. Resta da denire la somma della serie doppia

kZ
c
k
e
ikx
, scrittura questa
che `e da intendersi come equivalente a

k=
c
k
e
ikx
. Vi sono due alternative:

kZ
c
k
e
ikx
= lim
n
n

k=0
c
k
e
ikx
+ lim
n
+

k=1
c
k
e
ikx
, (2.4)
oppure

kZ
c
k
e
ikx
= lim
n
n

k=n
c
k
e
ikx
. (2.5)
Questultima `e la denizione corretta; `e detta somma della serie doppia nel senso del valore
principale, e la si indica anche con V.P.

kZ
c
k
e
ikx
.
Si noti che la convergenza di due serie
+

k=0

k
e
+

k=1

k
implica quella della serie
V.P.

kZ

k
:= lim
n
n

k=n

k
=
+

k=0

k
+
+

k=1

k
,
ma non sempre vale il viceversa. Un semplice controesempio `e fornito da
k
:= k, per ogni
k Z; infatti V.P.

kZ
k = 0, mentre
+

k=0
k e
+

k=1
(k) divergono a + e (rispettivamente),
e quindi la loro somma `e rappresentata dalla forma indeterminata (+) + ().
Nel seguito trattando di serie doppie le intenderemo sempre nel senso del valore principale,
ed ometteremo di scrivere V.P..
6
`
E facile vericare che intendere la serie di Fourier in forma complessa

kZ
c
k
e
ikx
nel senso
del valore principale equivale a scrivere la serie di Fourier in forma reale come

k=1
(a
k
cos kx + b
k
sin kx) piuttosto che

k=1
a
k
cos kx +

k=1
b
k
sin kx.
(Ovviamente `e pi` u restrittivo richiedere la convergenza di entrambe queste due ultime serie
piuttosto che quella della serie della somma.)
Funzioni Pari e Dispari. Denotando con c la funzione Z C : k c
k
e con iR linsieme
dei numeri immaginari, abbiamo
f pari c
k
= c
k
k Z,
f dispari c
k
= c
k
k Z,
f(x) R x c
k
= c

k
k Z,
f(x) iR x ic
k
= (ic
k
)

k Z;
[Es] (2.6)
6
Una denizione analoga pu` o essere introdotta a proposito degli integrali di funzioni limitate su insiemi
illimitati o di funzioni illimitate su insiemi limitati. Ad esempio gli integrali
_
+

xdx e
_
+1
1
1/xdx non
esistono, ne come integrali di Riemann generalizzati ne come integrali di Lebesgue. Tuttavia si defniscono gli
integrali nel senso del valor principale:
V.P.
_
+

xdx := lim
m+
_
m
m
xdx (= 0),
V.P.
_
+1
1
1
x
dx := lim
0
+
__

1
1
x
dx +
_
1

1
x
dx
_
(= 0).
Serie di Fourier 11
ovvero, denotando con c la successione doppia Z C : k c
k
,
f pari c `e pari,
f dispari c `e dispari,
f(x) R x Re(c) `e pari, Im(c) `e dispari,
f(x) iR x Re(c) `e dispari, Im(c) `e pari.
[Es] (2.7)
Il passaggio dalla funzione f alle successioni dei coecienti di Fourier (a
k
, b
k
) o c
k

`e interpretato come un processo di analisi; loperazione inversa che porta dai coecienti di
Fourier alla funzione f `e interpretato come sintesi. I coecienti c
k
sono anche detto lo spettro
della funzione f (analogamente a quanto si vedr` a per la trasformata di Fourier).
Rappresentazione Complessa Alternativa. In analogia con la (1.19), nel caso di una
funzione f a valori reali si noti che per ogni k Z, c
k
= r
k
e
i
k
, per r
k
0 e
k
R opportuni.
Pertanto

kZ
c
k
e
ikx
=

kZ
r
k
e
i(kx+
k
)
. (2.8)
Osservazione. Disponiamo quindi di quattro rappresentazioni S
(1)
f
, ..., S
(4)
f
per lo sviluppo in
serie di Fourier di una funzione f periodica di periodo 2:
(i) due rappresentazioni in forma trigonometrica per f : R R:
S
(1)
f
(x) :=
a
0
2
+

k=1
(a
k
cos kx + b
k
sin kx) (a
k
, b
k
R), (2.9)
S
(2)
f
(x) :=

k=1

k
cos(kx +
k
) (
k
,
k
R); (2.10)
(ii) due rappresentazioni in forma esponenziale complessa per f : R C:
S
(3)
f
(x) :=

kZ
c
k
e
ikx
, (c
k
C), (2.11)
S
(4)
f
(x) :=

kZ
r
k
e
i(kx+
k
)
(R )r
k
> 0,
k
R. (2.12)
Per alcuni scopi pu` o essere utile usare la rappresentazione complessa anche per funzioni a
valori reali: i conti con gli esponenziali possono essere pi` u agevoli che con le funzioni trigono-
metriche. Nulla poi vieta di scrivere la prima delle (2.9) anche per coecienti a
k
, b
k
C (per
la seconda ci sarebbe qualche dicolt` a per
k
C), oppure di considerare (2.11) per c
k
R:
in generale in entrambi i casi si otterranno funzioni complesse.
Come abbiamo visto, questi sviluppi in serie sono equivalenti: si passa da uno allaltro
mediante semplici formule di trasformazione lineari dei coecienti di Fourier (siano essi reali o
complessi).
Sottolineamo che i coecienti a
k
, b
k
, c
k
degli sviluppi di Fourier (2.9) e (2.11) dipendono
linearmente dalla funzione f; questo invece non vale per i coecienti
k
,
k
, r
k
,
k
delle rappre-
sentazioni equivalenti (2.10) e (2.12), che infatti sono ricavati dagli a
k
, b
k
, c
k
mediante trasfor-
mazioni non lineari.
Esercizi.
12 Metodi Matematici per TLC a.a. 2004-05 A. Visintin
Si sviluppino in serie di Fourier complessa le funzioni degli esempi del paragrafo 1.4.
Si traducano le propriet` a (2.6) in termini dei coecienti
k
e
k
per le serie reali (1.19),
o dei coecienti r
k
e
k
per le serie complesse (2.8).
Sia f una funzione f : R C periodica di periodo 2 continua, e siano c
k
i suoi
coecienti di Fourier nella rappresentazione esponenziale complessa. Si verichi che
c
2h
= 0 k (ovvero S
f
contiene solo le armoniche di ordine dispari)
se e solo se f(x) = f(x + ) per ogni x R. Si verichi anche che
c
2h+1
= 0 h (ovvero S
f
contiene solo le armoniche di ordine pari)
se e solo se f `e anche periodica di periodo .
2.1 Funzioni con Periodo Diverso da 2
Se f `e periodica di periodo T ,= 2, allora

f(y) := f(Ty/2) `e una funzione periodica di periodo
2. Partendo dallo sviluppo
S

f
(y) =
a
0
2
+

k=1
(a
k
cos ky + b
k
sin ky) y R,
mediante la traformazione di variabile y x := Ty/(2) si ha
S
f
(x) = S

f
_
2
T
x
_
=
a
0
2
+

k=1
_
a
k
cos
2k
T
x + b
k
sin
2k
T
x
_
x R,
con
a
k
=
1

f(y) cos ky dy =
2
T
_
T/2
T/2
f(x) cos
2k
T
xdx
b
k
=
1

f(y) sin ky dy =
2
T
_
T/2
T/2
f(x) sin
2k
T
xdx
per k = 1, 2, . . . ,
e la prima formula vale anche per a
0
. Pertanto tutti i risultati precedenti si estendono facilmente
a S
f
. Analogamente
S
f
(x) = S

f
_
2
T
x
_

kZ
c
k
e
2ikx/T
x R,
con
c
k
=
1
2
_

f(y)e
iky
dy =
1
T
_
T/2
T/2
f(x)e
2ikx/T
dx k Z. (2.13)
3 * Il Punto di Vista dellAnalisi Funzionale
Secondo limpostazione introdotta nel Cap. I le funzioni di energia nita sono considerate come
punti dello spazio di Hilbert L
2
(, ), dotato della norma
|f| =
_
_

[f(x)[
2
dx
_
1/2
f L
2
(, ),
indotta dal prodotto scalare
(f,

f) :=
_

f(x)

f(x)

dx f,

f L
2
(, ).
Serie di Fourier 13
Teorema 3.1 Ogni funzione f L
2
(, ) `e sviluppabile in serie di Fourier. Pi` u precisa-
mente, deniti i coecienti a
k
, b
k
, c
k
come in (1.12) e (2.13),
f(x) =
a
0
2
+

k=1
(a
k
cos kx + b
k
sin kx) =

kZ
c
k
e
ikx
qx R. (3.1)
Inoltre la serie di Fourier converge in L
2
(, ), ovvero
_
_
_f(x)
a
0
2

n

k=1
(a
k
cos kx + b
k
sin kx)
_
_
_
L
2
0
_
_
_f(x)
k=n

k=n
c
k
e
ikx
_
_
_
L
2
0
per n +. (3.2)
Formule analoghe valgono per le rappresentazioni delle (??) e (??).
Teorema 3.2 (di Parseval) Siano f,

f L
2
(, ), e siano (3.1) e

f(x) =
a
0
2
+

k=1
( a
k
cos kx +

b
k
sin kx) =

kZ
c
k
e
ikx
qx R. (3.3)
i rispettivi sviluppi in serie di Fourier. Allora
_

f(x)

f(x)

dx =

2
a
0
a

0
+

k=1
(a
k
a

k
+ b
k

k
) = 2

kZ
c
k
c

k
; (3.4)
in particolare
_

[f(x)[
2
dx =

2
[a
0
[
2
+

k=1
([a
k
[
2
+[b
k
[
2
) = 2

kZ
[c
k
[
2
(< +). (3.5)
Dimostrazione. Per vericare la prima uguaglianza di (3.4), basta scrivere f(x)

f(x)

in
termini dei coecienti di Fourier a
k
e b
k
, sviluppare il prodotto, quindi integrare ed usare
le propriet` a di ortogonalit` a (1.3), (1.4), (1.5). [Es] Analogamente
_

f(x)

f(x)

dx =
_

kZ
c
k
e
ikx
__

Z
c

e
ix
_
dx
=

kZ

Z
c
k
c

e
i(k)x
dx = (cf. (1.6)) 2

kZ
c
k
c

k
= 2

kZ
[c
k
[
2
.
(Ancora una volta abbiamo scambiato le operazioni di serie e di integrale; questo risulta lecito
in L
2
(, )...) Inne, ponendo

f = f in (3.4) si ottiene (3.5). .
Quindi il passaggio da f ai suoi coecienti di Fourier c
k
trasforma funzioni di L
2
(, )
in successioni di
2
, e conserva norma e prodotto scalare (a meno di un fattore costante).
14 Metodi Matematici per TLC a.a. 2004-05 A. Visintin
Proposizione 3.3 Sia f L
2
(, ) e sia (3.1) il suo sviluppo in serie di Fourier. Se f


L
2
(, ) allora
f

(x) =

k=1
k(a
k
sin kx + b
k
cos kx) =

kZ
ikc
k
e
ikx
qx R. (3.6)
_

[f

(x)[
2
dx =

k=1
([k
2
a
k
[
2
+[k
2
b
k
[
2
) = 2

kZ
[k
2
c
k
[
2
(< +). (3.7)
Analogamente, per ogni intero n 1, se f, ..., f
(n)
L
2
(, ) allora
7
f
(n)
(x) = ... =

|k|n
(ik)
n
c
k
e
ikx
qx R, (3.8)
_

[f
(n)
(x)[
2
dx =

k=n
([k
n
a
k
[
2
+[k
n
b
k
[
2
) = 2

|k|n
[k
n
c
k
[
2
(< +). (3.9)
Osservazioni. (i) La convergenza delle serie in (3.5) ha una notevole conseguenza. Se f
L
2
(, ) allora
a
k
0, b
k
0, c
k
0 per k +. (3.10)
Analogamente, se f

L
2
(, ) allora per la (3.7)
ka
k
0, kb
k
0, kc
k
0 per k +, (3.11)
ovvero i coecienti di Fourier si annullano pi` u rapidamente allinnito.
Grazie alla (3.9), si pu` o ripetere questo ragionamento per le derivate successive (se esistono):
per ogni intero n 1
f, ..., f
(n)
L
2
(, )
k
n
a
k
0, k
n
b
k
0, k
n
c
k
0 per k +.
Quindi: quanto pi` u la funzione f `e regolare, tanto pi` u rapidamente i suoi coecienti di
Fourier si annullano allinnito.
(ii) La condizione f

L
2
(, ) pu` o essere interpretata come una propriet` a di regolarit` a
per la funzione f: ad esempio si pu` o dimostrare che essa implica la continuit` a di f.
8
Se poi
f

`e derivabile e f

L
2
(, ), allora f

`e continua e quindi f `e di classe C


1
. Pi` u in generale,
per ogni intero n 1 (ancora supponendo lesistenza delle derivate)
f, ..., f
(n)
L
2
(, ) f C
n1
([, ]).
Daltra parte, `e noto che ogni funzione continua `e limitata in ogni insieme chiuso e limitato,
quindi essa `e di quadrato integrabile in [, ]; pertanto per ogni intero n
f C
n
([, ]) f, ..., f
(n)
L
2
(, ).
7
Omettiamo la formula della derivata n-esima della serie S
f
(x) =
a
0
2
+

k=1
(a
k
cos kx + b
k
sinkx) perche
richiederebbe una distinzione dei diversi valori di n, in quanto la derivazione trasforma seni in coseni e viceversa.
`
E invece molto agevole derivare la serie

|k|n
ikc
k
e
ikx
, poiche la derivata di un esponenziale `e un esponenziale:
questo `e uno dei vari vantaggi oerti dalla rappresentazione complessa.
8
Non dimostriamo questa aermazione, che comunque non dovrebbe apparire troppo sorprendente: se f `e
discontinua in un punto allora f

contiene una massa di Dirac in quel punto, quindi f

, L
2
.
Serie di Fourier 15
Possiamo quindi concludere che la quadrato-integrabilit` a delle derivate `e un indice di regolarit` a
delle funzioni. Si pu` o anche notare che non c`e perfetta corrispondenza tra la continuit` a di f e
la sommabilit` a di f e f

.
(iii) Combinando le due ultime osservazioni, possiamo concludere che quanto pi` u f `e rego-
lare, tanto pi` u rapidamente i coecienti di Fourier a
k
, b
k
, c
k
si annullano per k .
* Gli Spazi C
k
e H
k
.
`
E noto che la derivabilit` a di una funzione `e rappresentativa della sua
regolarit` a; nellambito della teoria classica questo conduce alla denizione degli spazi C
k
delle
funzioni continue dotate di derivate continue no allordine k (con k N). Analogamente nella
teoria pi` u moderna si denisce la classe H
k
delle funzioni di quadrato integrabile dotate di
derivate (nel senso delle distribuzioni) di quadrato integrabile no allordine k (in particolare

H
0
= L
2
):
C
k
(R) = f : R C : f, f

, ..., f
(k)
C
0
(R),
H
k
(R) = f : R C : f, f

, ..., f
(k)
L
2
(R);
e per un qualsiasi intervallo [a, b]:
C
k
([a, b]) = f : [a, b] C : f, f

, ..., f
(k)
C
0
([a, b]),
H
k
(a, b) = f : [a, b] C : f, f

, ..., f
(k)
L
2
(a, b).
(Per i motivi gi` a visti per L
2
, si usa scrivere H
k
(a, b) invece di H
k
([a, b]).)
I C
k
([a, b]) sono spazi normati dotati della norma
|f|
C
k
([a,b])
:=
k

n=0
max
x[a,b]
[f
(n)
(x)[ f C
k
([a, b]);
lo stesso per` o non si pu` o dire per C
0
(R) (perche?).
Gli H
k
(a, b) sono spazi lineari dotati del prodotto scalare
(f,

f)
H
k
(a,b)
:=
k

n=0
_
b
a
f
(n)
(x)

f
(n)
(x)

dx f,

f H
k
(a, b),
e quindi anche della norma
|f|
H
k
(a,b)
:= (f,

f)
1/2
H
k
(a,b)
=
_
k

n=0
_
b
a
[f
(n)
(x)[
2
dx
_
1/2
f H
k
(a, b).
Gli spazi classici C
k
e gli spazi di Sobolev H
k
. sono strumenti fondamentali dellanalisi
moderna delle serie di Fourier e di altri settori dellanalisi matematica.

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