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La Banca dItalia informa: nel 2009 la pressione fiscale passata dal 42,9 al 43,2%. Non doveva tagliare le tasse?

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www.ilfattoquotidiano.it

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VERIT PER STEFANO CUCCHI


Venerd 16 aprile 2010 Anno 2 n 115
Redazione: via Orazio n 10 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 fax +39 06 32818.230 1,20 Arretrati: 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

ESPLODE IL PDL
Ultimatum di Fini: o si cambia o i miei faranno gruppi autonomi Ma Berlusconi minaccia: dovrai lasciare la presidenza della Camera

Scappellamento a destra
di Marco Travaglio

La posta in gioco
di Paolo Flores dArcais

dc

Finisce male il pranzo tra i due Schifani difende il premier: cos si va al voto anticipato
di Luca Telese

ra Berlusconi e Fini la partita a somma zero. Uno dei due ne uscir sconfitto, irrimediabilmente. Lo abbiamo scritto gi mesi fa. La posta dello scontro non consente mediazioni. Riguarda due concezioni antitetiche del suffragio universale: per il presidente della Camera una versione di destra della democrazia liberale, ispirata a De Gaulle. Per il caimano di Arcore un populismo plebiscitario a pulsione totalitaria, modellato sullamico Putin (e in qualche tratto sullamico Gheddafi). Uno scontro il cui esito ipotecher un periodo non breve della nostra convivenza civile. Lesito dipender dai modi in cui Fini arriver allo showdown. Dando per scontato che abbia deciso, che il dado ormai sia tratto. Dovesse infatti fare marcia indietro, il patto che firmerebbe, al di l delle possibili apparenze di compromesso, sarebbe un patto leonino, in cui il ruolo della vittima da sacrificare non sarebbe certo assegnato a Berlusconi. La prima mossa di Fini, apprezzabile e coraggiosa (e comunque improcrastinabile), ha un difetto di fondo, che regala al ducetto miliardario una carta di vantaggio: appare legata a uno scontro di potere, ad una redistribuzione delle quote di influenza allinterno del Partito del predellino. Tema che certamente non in cima ai pensieri dei cittadini, e rischia di gettare unombra di avidit che la strapotenza mediatica del Padrone amplificher a dismisura attraverso le falangi dei suoi minzolini, di video e di penna. Mentre se c una battaglia in cui un politico non mosso da interessi piccini o inconfessabili, e anzi rischia tutto il potere e i vantaggi accumulati nei decenni, quella che ieri ha aperto Fini. Riguarda infatti la sopravvivenza o meno dei valori della Costituzione repubblicana, le libert di tutti e di ciascuno, un futuro europeo anzich da satrapia orientale. Non ci permettiamo consigli, che oltretutto la disinformacija di regime iscriverebbe come prova a carico del tradimento comunista di Fini (vedrete che ci arriveranno comunque). Ma essendo lo scontro sui principi della democrazia liberale, il banco di prova sar sulle prossime leggi di svolta totalitaria, in primis quella che garantisce la galera ai giornalisti che continueranno a fare i giornalisti (il loro mestiere sarebbe infatti informare). Basta non votarle e spiegare il perch. Gli italiani capiranno. E se cade il governo, non detto che non ci siano in Parlamento i numeri per un governo di lealt costituzionale. E milioni di cittadini in piazza per appoggiarlo.

la goccia che ha A lla fine,tono,vasobozza chefatto traboccare il stata quella serata fuori la annuncia la Terza Repubblica presentata a Gianfranco Fini quasi per caso, ai margini dei baccanali. pag. 3 z
Silvio Berlusconi (FOTO ANSA) . In basso, Augusto Minzolini (FOTO EMBLEMA)

CAMERA x S alla leggina che recupera il decreto-truffa del governo

SALVALISTE, IL PD CONTINUA A FARSI DEL MALE


I Democratici erano scesi in piazza contro i trucchi. Invece ieri hanno votato No dellIdv
di Paola Zanca

alle no ai SPd,il 13regole, scorsotrucchi. marzo quando il con questo slogan, manifesta contro il decreto salva-liste. Un mese dopo, lo stesso partito, decide di salvare gli effetti di quel decreto che chiamava truffa. pag. 2 z

Minzolini Ascolti in caduta libera lievitano i costi

Questuomo sta affondando il Tg1


Tecce pag. 4 - 5 z

Udi Beatrice Borromeo n Vianello addio


Se ne va BERNSTEIN: il gentiluomo ITALIA COMPROMESSA della tv
on parlo mai della politica interna degli altri paesi. Ma far uneccezione. Avere un presidente del Consiglio che controlla i mezzi dinformazione un pericolo palese per la democrazia . Parola di Carl Bernstein. pag. 6 z

Alberti pag. 14z

CATTIVERIE
Alla notizia morto Vianello, il presidente Napolitano ha prontamente replicato: Dove devo firmare?

iore e siori, sempre pi difficile! Pur di non opporsi, lopposizione allitaliana chiamata Pd s prodotta ieri in un triplo salto mortale carpiato con avvitamento e scappellamento a destra, un numero mai riuscito n provato prima d'ora. Ricordate il decreto salva-liste che sanava ex post le illegalit nella presentazione delle liste Pdl a Milano e Roma? Bene, era illegale, incostituzionale e inutile. Illegale perch una legge del 1988 vieta i decreti in materia elettorale (onde evitare il rischio che si voti con una regola e poi, se il decreto non viene convertito in legge, quella regola decada dopo il voto e si debba tornare alle urne). Incostituzionale perch sanava solo le irregolarit di alcune liste e non di altre e perch cambiava le regole del gioco a partita iniziata. Inutile perch modificava per via parlamentare una legge regionale. Incuranti di questi dettagliucci, i presidenti del Consiglio e della Repubblica lo firmarono a pi fermo. Il Pd grid allo scandalo (ma solo per la firma di Berlusconi: quella di Napolitano era ottima e abbondante), annunci la fine del dialogo sulle riforme, port la gente in piazza del Popolo a protestare contro latto eversivo. Motivazione ufficiale, fremente di sdegno: Se il governo indossa gli anfibi e scende in piazza con attacchi violenti contro le istituzioni, noi non restiamo certo in pantofole. Qualcuno, chiedendo scusa alle signore, parl financo di regime. Non contenti, due giorni fa i piddini organizzarono unimboscata per affossare il decreto alla Camera, bocciandone la conversione in legge grazie alle consuete assenze nella maggioranza e alle inconsuete presenze nellopposizione. Un miracolo mai accaduto prima: lopposizione pi stracciacula della storia dellumanit riesce a mandar sotto il governo, senza sopperire con le proprie assenze come invece era accaduto sulla mozione anti-Cosentino e sullo scudo fiscale a quelle endemiche del centrodestra. Ma niente paura: lillusione di unopposizione che si oppone durata lespace dun matin. Ieri il Pd, sgomento per linatteso e involontario successo, s subito pentito. Ha riposto gli anfibi, ha recuperato le pantofole di peluche ed tornato al suo passatempo preferito: linciucio. Tenetevi forte, perch la notizia grandiosa: onde evitare di invalidare le elezioni regionali appena tenute in base al decreto ormai defunto, la maggioranza pi comica della storia ha presentato in fretta e furia una leggina per salvare gli effetti del decreto medesimo, ribattezzata dai magliari di Palazzo Chigi legge salva-effetti, e sbrogliare il gran casino creato dal Banana con la partecipazione straordinaria di Napolitano. Cos il decreto, cacciato dalla porta, rientrato dalla finestra in meno di 24 ore. A quel punto qualunque persona sana di mente avrebbe mantenuto le posizioni di partenza: la maggioranza pro-decreto avrebbe detto s alla salva-effetti, lopposizione anti-decreto avrebbe detto no. E infatti lIdv ha detto no e perfino lApi di Rutelli s astenuta. Indovinate come ha votato il Pd? A favore (a parte Furio Colombo e poche altre persone serie), a braccetto col Pdl e la Lega. Ne saranno felici le migliaia di persone che si erano fatte convincere a calzare gli anfibi e a scendere in piazza del Popolo contro lattacco violento alle istituzioni. Era tutto uno scherzo. Il Pd era contro il decreto, ma non contro i suoi effetti. Tant che ieri ha contribuito a ripescarli. Un voto del tutto inutile, vista la maggioranza bulgara Pdl-Lega, ma comunque indicativo dellamorevole trepidazione con cui i diversamente concordi del Pd seguono le porcate del Banana. Lui li insulta e loro lo salvano anche se lui non vuole. Per questo sbaglia il capogruppo dellIdv Massimo Donadi quando afferma che non si tratta comunque di inciucio perch il Pd non ha avuto nulla in cambio. Gli inciuci dei centrosinistri col Banana sono sempre a senso unico: lui ci guadagna, quelli ci perdono. E un do ut des senza des. Ma quelli continuano. Si divertono cos.

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Venerd 16 aprile 2010

Venerd 5 marzo: il presidente Napolitano decide di firmare

OPPOSIZIONI
grazie ad un ricorso, il Pdl romano, nonostante i tre gradi di giudizio, non partecipa alle elezioni del 28 e 29 marzo. In compenso, il decreto consente a una ventina di liste minori di sanare le irregolarit che le avevano lasciate fuori dalle schede. La firma del presidente della Repubblica, tra le polemiche, arriva la sera stessa. Lopposizione il 13 marzo scende in piazza a Roma, Cagliari, Torino e Milano. Interviene anche la Corte Costituzionale, che respinge la richiesta di sospensione del decreto sollevata dalla regione Lazio, pur non pronunciandosi nel merito. Le elezioni si tengono regolarmente l'ultimo fine settimana di marzo. Il 13 aprile il salva-liste arriva alla Camera per la conversione in legge: maggioranza battuta, il decreto decade. Ieri, invece, arriva il via libera bipartisan alla leggina che salva gli effetti prodotti dal decreto non convertito.

l decreto salva liste approvato dal governo il 5 marzo scorso. Serve a risolvere due questioni: riammettere la lista del Pdl di Roma e provincia, esclusa perch non presentata entro i termini previsti, e consentire la corsa di Roberto Formigoni alla presidenza della Lombardia, stoppata dalle irregolarit presenti nelle firme raccolte. Di fatto, il decreto non serve a nulla: Formigoni ottiene l'ok

METAMORFOSI PD: PRIMA VA IN PIAZZA E POI LO VOTA


I Democratici danno il s alla Camera per il decreto salva-liste. No di Idv
di Paola Zanca

alle regole, no ai trucchi. il 13 marzo scorso quando il Pd, con questo slogan, manifesta contro il decreto salva-liste. Un mese dopo, lo stesso partito, decide di salvare gli effetti di quel decreto che chiamava truffa. Lo fa in nome della responsabilit istituzionale, nonostante tre giorni fa la stessa maggioranza, irresponsabilmente, non si sia nemmeno scomodata ad andare in Aula per convertire il decreto in legge. Eppure in quella piazza sventolavano necrologi che recitavano cos: I cittadini italiani annunciano la scomparsa della democrazia, uccisa dal Governo Berlusconi il 5 marzo 2010 attraverso l'approvazione del decreto interpretativo per le elezioni regionali. I funerali si terranno il 28 e il 29 marzo 2010. Pare che nel Pd abbia prevalso il parere dei giuristi, secondo i quali un fiume di ricorsi avrebbe messo a rischio il risultato elettorale. I Radicali, per esempio, avevano gi avviato nel Lazio una verifica giuridica e politica. La salva-effetti che rende validi gli atti compiuti nel periodo in cui il decreto stato in vigore conferma la riammissione di una ventina di liste che non avevano rispettato i termini e le modalit di presentazione. Senza la conversione del decreto, di fatto, la loro presenza sulle schede elettorali sarebbe

stata nulla, cos come il voto di migliaia di cittadini che su quelle liste hanno messo la croce. Non si pu, dice il Pd Gianclaudio Bressa, vanificare l'espressione della sovranit popolare. Anzich punire chi ha commesso gli errori, sostiene il Pd, avremmo punito i cittadini. Non votare la salva-effetti, prosegue Bressa, significa annullare la certezza del diritto. E senza certezza del diritto non vi societ, non c' convivenza civile, non c' democrazia. Secondo il Pd quella di ieri una lezione di stile, figlia del nostro senso dello Stato, della nostra lealt costituzionale; ma dice Bressa alla maggioranza questa la politica e voi, invece, siete pi interessati alla forza. Va detto per che un'alternativa c'era: bastava astenersi. La maggioranza, volendo, aveva i numeri per approvarsela da sola, la salva-effetti. Non serviva l'opposizione a dargli manfor-

Il 13 marzo scorso si manifestava a Roma contro un provvedimento definito truffa

te. Qualcuno dei democratici ha alzato la mano per dirlo: 41 gli astenuti, solo tre i nomi certi tra le fila del Pd. Furio Colombo, Pasquale Ciriello e Olga D'Antona. Solo una, la deputata Ileana Argentin, vota contro: Votare a favore mi sembrava talmente incoerente dice Abbiamo esultato quando non c' stata la conversione e ora approviamo questa sanatoria? Gi, perch tre giorni fa stata la stessa maggioranza a non approvare la conversione del decreto, con quello che lo stesso Bressa definisce uno dei tonfi parlamentari pi clamorosi della storia dell'Aula: 69 assenti nel Pdl hanno fatto s che venisse approvato l'emendamento dellopposizione che sopprimeva il decreto. I giuristi del Pd hanno convinto i parlamentari che senza salva-effetti ci sarebbero state molte probabilit di tornare alle urne. Ma nel Pdl sembra prevalere un'ipotesi contraria. Spiega Maurizio Abrignani, avvocato e responsabile elettorale del partito: L'ipotesi di ricorsi c'era: qualcuno per esempio avrebbe potuto dire che i Verdi in Liguria sono stati ammessi sulla base di un decreto che non c' pi. Lo stesso la lista Sgarbi nel Lazio. Ma attenzione: per invalidare il voto bisognava provare che

In alto la manifestazione del 13 marzo; a sinistra il voto alla Camera. In basso Bersani (FOTO ANSA)

i voti delle liste riammesse sono stati determinanti per il risultato finale. E mi pare che nessuna delle liste riammesse abbia influito sull'esito delle elezioni. Naturale che, comunque, per Abrignani dal Pd non ci sia stato un eccesso di zelo. Quella di salvare gli effetti dei decreti non convertiti una prassi legislativa, soprattutto in materia elettorale. E poi un dovere morale: i cittadini hanno il diritto di aver espresso un voto valido. Non hanno fatto calcoli di merito, ma hanno votato pensando alla forma, i Radicali e l'Italia dei Valori. Entrambi con un no. Dice Emma Bonino, che vota al Senato, ma stata protagonista della battaglia per la legalit nel Lazio: Il decreto era illegale, non vedo perch ci sia stato bisogno di contribuire a sanare un pastrocchio. Ce l'ha con il Pd? Ognuno fa le sue scelte. Perfino la Lega, in Aula, si sentita in dovere di giustificare il suo s a un decreto forzatura, servito solo a coprire l'incapacit di poche persone che non sanno fare il proprio lavoro. Il deputato leghista Pierguido Vannalli rende onore al merito per chi riuscito a cassare il decreto-legge e fa mea culpa

QUEL DUELLO CON CIAMPI

Sartori, il Colle e i pasticcini negati

altra sera sul divanetto rosso di Parla con me era in grande spolvero. Bordate a Berlusconi (il sistema elettorale che vuole il premier? Ovvio, quello in cui pu fare quello che vuole), bordate al Pd (Bersani ha bisogni di molti ansiolitici per tenere il partito). Giovanni Sartori, politologo tra i pi autorevoli, non mai compiacente, mai professorale. Parla chiaro. Lo fece anche allindomani del via libera di Ciampi al Porcellum made in Calderoli, bollando come catastrofica la firma del Colle. Da allora non sono mai pi stato invitato al ricevimento del Quirinale per il 2 giugno... . Conflitto istituzionale? Macch, mi dispiace solo per i pasticcini... .

per la maggioranza che ha fatto una figura barbina. Chi ha consentito questo pasticcio, doveva tirarsi fuori da solo dice il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi Non ha senso dare una mano al Pdl. Non usa, come ha fatto Antonio Di Pietro, la parola inciucio,

perch convinto della buona fede del Pd. Rispetta la scelta dei democratici, anche se non la condivide: Si confonde dice un presunto senso di responsabilit istituzionale con il mettere frettolosamente il coperchio sopra gli effetti aberranti di una legge aberrante.

E sulla giustizia Bersani prova a tenere unito il partito


DOMANI IL CONFRONTO IN DIREZIONE NAZIONALE TRA LA MAGGIORANZA E LAREA DEMOCRATICA. IL SEGRETARIO: IL PDL STA PEGGIO
di Sara Nicoli

l Pd non la scissione, I "salva unito,vienerischiaanchein voto dice Bersani. E in fondo il al liste" considerato ambienti vicini alla segreteria Pd, come la dimostrazione che ancora possibile, all'interno del partito, trovare una sintesi tra le diverse posizioni sul tappeto. "Siamo nel mezzo di un mare di chiacchiere - ha aggiunto Bersani - abbiamo la direzione e si vedr che il partito unito. Se qualcuno ha voglia di fare la guerra la faccia lui da solo. Noi abbiamo di fronte l'Italia con i suoi problemi ed di questo che ci dobbiamo occupare, non ripegarci su noi stessi". Bersani tiene il punto, si spinge a dire che "il nostro risultato stato sottovalutato, che tutti quanti siamo coinvolti nel distacco tra politica e societ, il calo dei votanti, quindi c' un problema di fondo uguale per tutti che dobbiamo sapere cogliere", ma la realt che emerge di tutt'altro segno. Sulle

riforme il Pd mostra anime diverse, addirittura contrapposte quando sul tavolo si apre il fascicolo della giustizia. E la brutta pagina del s al "salva liste" anche figlia di un tentativo di mostrare coesione quando questa ben di l da venire. Anche se su un punto a via delle Fratte sono tutti d'accordo: nel Pdl la lacerazione forte e di certo stanno peggio che nel Pd: "Credo che il centrodestra abbia pi problemi di quello che racconta, anche dal punto di vista delle riforme

- ha sostenuto sempre Bersani - perch a differenza di quello che si racconta in giro, sul tema dei cambiamenti e delle riforme noi abbiamo le nostre proposte solide, presentate in Parlamento. Il centrodestra sta producendo molte discussioni e chiacchiere, ma non ha presentato nulla. Vuol dire che qualche problema c'". Di certo cos, ma la sintesi su alcune proposte di riforme dentro il Pd ancora lontana. L'iniziativa di Andrea Orlando di far sottoscrivere a 105 parlamentari "cinque proposte per riformare la giustizia" che sono state fortemente criticate, seppure solo ufficiosamente, sia da Bersani che da Franceschini, danno esattamente il senso di un partito diviso tra due diverse anime che domani, nella direzione, dovr trovare un nuovo assetto e, soprattutto una strategia utile "a non farsi inghiottire dal dipietrismo". I nervi restano scoperti. Spiega, infatti, uno dei firmatari del documento Orlando: "Non possiamo farci irretire, sulla

giustizia, dalla vicende personali di Berlusconi n possibile che solo ex pm e giuristi abbiamo il diritto di parlare di giustizia". Si vedr quale sintesi emerger dalla direzione che, comunque, nasce sotto una stella polemica. Tanto per dirne una, ha destato malumori diffusi la riunione semi carbonara dei bersaniani che l'altra sera il segretario ha riunito in una sala al centro di Roma per fare il punto sulla linea da lanciare in direzione. Si parla di proporre un'agenda riformista dai contenuti netti. Avanti sulle riforme, dunque, e senza fare sconti; il Pd verificher il confronto con la maggioranza nelle sedi deputate, ad esempio sulla giustizia e sui temi istituzionali, ma in altri casi, come sul lavoro, assicurer al partito una fisionomia chiaramente distintiva. Solo che l'ala di Area democratica, che fa capo a Franceschini e Veltroni, malgrado le dichiarazioni di facciata, l'ha presa male. Particolarmente duro il commento di Beppe Fio-

roni che ha preferito dire la sua anche a costo di scontrarsi con Franceschini: "Nel Pd c' chi si sente figlio di un Dio minore". Con le riunioni tra pochi "si ingenera il rischio - ha proseguito l'ex margheritino - che il Pd sia formato solo dal 51%, e che il resto sono figli di un Dio minore. Cos estirpa una filiera culturale alternativa, quella dei cattolici". Parole pesanti anche verso Sergio Chiamparino, che nei giorni scorsi ha proposto la creazione di un Pd del nord. "Attenzione ad assecondare l'opportunismo di alcuni - ha detto ancora Fioroni - a scapito delle opportunit per molti. Non possibile che finanziare ad ogni sconfitta elettorale, e all'esperienza amministrava di qualcuno che sta per finire, ci riapra il dibattito sul Pd del nord". Quindi l'affondo finale: "Non c' elasticit che possa trasformare in vittoria una sconfitta". Bersani avvertito: se anche si trover la sintesi, non sar perch il partito unito, ma perch deve sopravvivere.

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Venerd 16 aprile 2010

La conta: 40 deputati e 15 senatori pronti al gruppo autonomo

MAGGIORANZA?
numerico. Gli ex di Alleanza nazionale presenti nel gruppo del Popolo della libert alla Camera (270 deputati) sono una novantina e tra questi i cosiddetti finiani doc sarebbero una trentina. Al Senato su 47 senatori ex An (il gruppo Pdl composto di 144) i finiani sarebbero 10-12. In realt, secondo quanto confermato da uno degli uomini pi vicini al presidente della Camera, Fabio Granata, i deputati pronti a confluire in un gruppo che fa capo a Fini sarebbero almeno 40 (della ex An), a cui si aggiungerebbero altri del Gruppo misto e del Pdl. Sarebbero invece 15 i senatori.

eventuale costituzione di gruppi parlamentari finiani (ufficialmente occorrono 20 deputati a Montecitorio e 10 senatori a Palazzo Madama) potrebbe sconvolgere la mappa politica e dare un volto completamente nuovo alla maggioranza, se non addirittura metterla in affanno

Pronto ai gruppi autonomi. E Berlusconi: allora lasci la presidenza della Camera


melo Briguglio, il viceministro Adolfo Urso, il sottosegretario allAmbiente Roberto Menia. Subito dopo arrivano Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia della Camera e da Flavia Perina, direttrice del giornale del partito, Il Secolo una delle deputate pi battagliere e decise. Quello che Fini racconta un dialogo fra sordi. Berlusconi dice: tutto a posto: abbiamo vinto le elezioni, lagenda delle riforme procede a ritmo spedito, non ci sono problemi.... La risposta del presidente della Camera arriva come una tegola: Ma cosa stai dicendo? Al Nord la classe dirigente in fibrillazione! La Lega sta svuotando il partito, stiamo negando la crisi e le difficolt, cos non andiamo da nessuna parte. Quando mette sul tavolo la proposta dei gruppi autonomi, Fini precisa: Non faremmo cadere il governo, ma ci riprenderemmo la nostra autonomia politica. Nellincontro con i suoi il presidente della Camera spiega che la cosa pi importante il messaggio che si d allesterno. Noi stiamo difendendo il Pdl dalla Lega, e non il contrario. Aggiunger in serata la Perina (e nel suo editoriale di oggi): Adesso si gioca a carte scoperte. Schifani: voto anticipato. Intanto arriva un primo colpo di avvertimento di Berlusconi. lunica minaccia possibile, ed affidata alle parole del presidente del Senato, Schifani: Leggo della costituzione di nuovi gruppi... Se si divide la maggioranza la parola torna agli elettori. La risposta di Bocchino tempestiva: Schifani sa benissimo che secondo la Costituzione italiana si va al voto solo quando viene meno una maggioranza, non quando si divide. Infine la nota ufficiale di Fini, che mette nero su bianco la sua richiesta politica: Berlusconi ha diritto di governare fino alla fine della legislatura, perch cos hanno deciso gli italiani. Per... Il Pdl deve avere piena coscienza di essere un grande partito nazionale, attento alla coesione sociale del paese. Motore di riforme equilibrate condivise. Per Berlusconi il colpo duro. Si arriva alle nove di sera: Quella delle elezioni - spiega Bocchino, ospite a Otto e mezzo - unarma spuntata. Come farebbe Berlusconi a farsi votare la sfiducia dai propri deputati?. Alla stessa ora Berlusconi convoca i tre coordinatori - Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini per una riunione notturna a Palazzo Grazioli. Quello che si profila, ancora una volta, lo spettro del 1995, quando dopo il ribaltone della Lega, Berlusconi non riusc ad ottenere le elezioni anticipate. Arriva anche il primo commento di Pier Luigi Bersani, leader del Pd: La verit che a furia di decreti e di voti di fiducia i problemi del paese non si risolvono. Sotto questo dissidio si nascondono problemi profondi. Soglia vitale. Quali sono le soglie che decideranno la vittoria delluno o dellaltro contendente? La prima la massa critica. Ai finiani - per poter dar vita a dei gruppi servono dieci voti al Senato e venti alla Camera. Loro dicono di poter contare su molti parlamentari. Pi di una settantina, dicono. Sarebbe gi pronto persino il nome, Pdl-Italia. Ha ragione Flavia Perina: Stavolta una partita a carte scoperte.

LA GUERRA DI FINI

E Feltri prepara il titolo: Se va via, meglio cos


ini ne va F oggisequestomeglio cos il titolo scelto da Vittorio Feltri per aprire il suo Giornale. E quello che abbiamo sempre detto - chiarisce il direttore - non si pu andare avanti in questa maniera, non fa bene a nessuno. Il quotidiano di via Negri in questi mesi non ha risparmiato critiche al presidente della Camera accusato, solo qualche giorno fa, di essere contrario al doppio turno per favorire la sinistra: Vuole vedere il Cavaliere fare fagotto e tornare a casa. Direttore Feltri, siamo allatto finale tra Fini e Berlusconi? Limpressione che ci siamo. Da molti mesi si respirava unaria cattiva tra i due, i motivi li abbiamo ripetuti mille volte, risalgono ai tempi del Predellino e tutti se ne sono resi conto. Quello di ieri pomeriggio stato lennesimo chiarimento oscuro, un incontro che non ha chiarito niente. Fini lascer il Pdl? Non credo che abbia ancora preso la decisione. Ma la sua insofferenza evidente, pu essere che pensi di andarsene ma non so fino a che punto gli convenga: se Berlusconi dovesse anticipare le elezioni, quanti lo seguirebbero? Fini rischierebbe anche di scomparire. Si parla di quaranta deputati pronti a seguire il presidente della Camera. Non si sa bene quanti siano, qualcuno dice quaranta, qualcuno ventiquattro. Ma i numeri devono passare dalla prova dei fatti. Il Pdl al governo, pu distribuire cariche importanti, quanti saranno quelli disposti a seguire Fini in questa sua avventura minoritaria? Non credo che ci sia una folla che prema. Poi io parlo a caldo, magari lui avr fatto altri calcoli. E stata la bozza Calderoli a far precipitare la situazione? La bozza Calderoli (sul presidenzialismo a turno unico, ndr) ha molto irritato Fini: stata lennesima dimostrazione che Berlusconi pi incline a mandare avanti la Lega che consultarsi con lui che era il presidente di An. Ora il presidente della Camera, ma evidente che ha ancora voglia di fare politica. La partita nel centrodestra la vincer ancora una volta Berlusconi? Fini ormai scollegato dal Pdl, quasi estraneo, al massimo ha dietro qualche pattuglia. Mi sembra che il rapporto di forze sia cos a favore del premier, che Berlusconi non dovrebbe faticare a vincere anche questa volta.
Federico Mello

Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini (FOTO DLM) di Luca Telese Roma

lla fine, la goccia che ha fatto traboccare il vaso stata quella serata fuori tono, la bozza che annuncia la Terza Repubblica presentata a Gianfranco Fini quasi per caso, ai margini di festeggiamenti e baccanali. gelido Italo Bocchino, mentre ripercorre il quadretto: Non possibile che il cofondatore del partito apprenda, per ultimo, il contenuto di una bozza di riforme discussa tra canti e balli con Bossi, durante i festeggiamenti per lelezione di Cota. Non cos che si costruisce uno dei principali partiti dellOccidente. Ma se questo lantefatto, lepilogo stato il disastroso pranzo di ieri. Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini hanno appuntamento a pranzo alluna spaccata. Dovrebbe essere un incontro conciliato-

rio, per recuperare gli equilibri dopo il rendez-vous tra il premier e la Lega ad Arcore. Ma si capisce subito le cose vanno subito male, tra i due cala il gelo. Pasto indigesto e minacce. Fini vuole un passo indietro del premier, non solo sulla bozza, ma su tutta la linea seguita dal Carroccio. Alla fine minaccia larma risolutiva: O si cambia rotta, oppure costituiremo gruppi autonomi alla Camera e al Senato. Se non una mini-scissione finiana nel Pdl, poco ci manca. Sicuramente sarebbe un colpo micidiale per la stabilit del governo. Berlusconi lo sa, e allora risponde a sua volta con una minaccia (che nel pomeriggio costretto a smentire): Se lo fai ti devi dimettere da presidente della Camera. E subito dopo: Chi porta avanti iniziative autonome naturalmente fuori dal partito.

Schifani: Se ci dividiamo, al voto. La goccia che ha fatto traboccare il vaso la bozza Calderoli
Passano poche ore, e i termini di questo dialogo esplosivo trapelano a velocit inaudita, anzi, letteralmente deflagrano non appena le agenzie iniziano a battere i loro retroscena. Vertice finiano. Provi a digitare i telefonini dei finiani: sono tutti staccati. Per forza. Si sono riuniti nello studio del presidente. Ci sono Italo Bocchino, il vicecapogruppo Car-

Le truppe di Gianfranco si organizzano


BARBARESCHI: CE NE ANDIAMO. SIAMO TUTTI STUFI DI ESSERE ESCLUSI DAI POSTI CHIAVE
di Sara

Nicoli

tempo a luned. C Poi, forse,finolegislatura la cambier. Vorrei sentire risposte, non si pu avere un partito a trazione leghista, ha detto Fini durante una riunione in cui erano presenti i suoi fedeli pi stretti, ovvero Briguglio, Bocchino, Urso, Menia, Bongiorno, Perina, Buonfiglio, Raisi, Laboccetta e Mazzocchi. "E cos, tra l'altro - ha proseguito, secondo quanto racconta Laboccetta - si buttano nel cestino i temi tradizionali di 50 anni di destra. Ma soprattutto, prosegue ancora Laboccetta, a Fini non andata gi neanche la strategia portata avanti sulle riforme, quella

scelta di tenerlo all'oscuro, di discutere della bozza prima con Renzo Bossi che con chi ha cofondato il Pdl. Raccontano che nel momento pi caldo del pranzo, quando ormai si era consumata la rottura, Berlusconi abbia chiesto a Fini di dimettersi dalla carica di presidente della Camera racconta Quagliariello - in caso di conferma alla formazione di nuovi gruppi; non so dare torto al presidente del Consiglio e dovrebbe essere anche una sensibilit di Fini il prendere le dimissioni in considerazione. A questo punto pu succedere di tutto - racconta ancora il finiano di ferro - perch il presidente della Camera stato chiaro; con questo Pdl

qui lui non si sente rappresentato. Lo stupore, per, pervade soprattutto l'area dei falchi del partito. E mentre Giorgio Stracquadanio, l'animatore del sito internet "Il Predellino", d per scontato che Fini ritoner indietro perch non pu andare da nessuna parte, sempre Quagliariello mostra assai meno convinzione. Io non sono in grado di dire cosa abbia fatto saltare il tappo commenta - ma questa mossa in netto contrasto con la carica che Fini ricopre e con la sua storia; il suo un errore politico madornale e spero si renda conto che, in questo modo, non fa che accelerare la chiusura anticipata della legislatura anche se dice il contrario; lo vuole

davvero? Bisogna vedere quanto va avanti. Va avanti, va avanti, conferma con grande soddisfazione Luca Barbareschi: Quando sono arrivato alla riunione dei finiani - racconta - lui mi ha guardato e mi ha detto: sei pronto?. Pronto a cosa? Ad andare da soli, ovvio. Convinti davvero? Siamo tutti stufi - racconta ancora siamo un gruppo di persone che 'scalpita' da un po', che stufa di vedere che nei posti chiave alla fine viene messo qualcuno non si sa perch. Ora bisogna contarsi e definire le competenze. Basta con la storia che ' colpa della Lega', la Lega lavora benissimo sul territorio. Noi invece non lo sappiamo fare, ed responsa-

bilit di Berlusconi; io mi vergogno a sentire chi passa davanti alla Camera e pensa che ci sono solo troie. l'ora di andare da soli, Fini davvero determinato, il Cavaliere lo sappia.

Sotto accusa la gestione del partito e un governo sempre pi a trazione leghista

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Quando le notizie scomode finiscono in fondo alla scaletta

MEDIA AD PERSONAM
da prima pagina, iniziata in una domenica di febbraio nella citt del terremoto. Minzolini quel giorno ha un paio di edizioni mattutine del telegiornale per anticipare la notizia: niente, forse aspetta l'edizione dell'una. A quell'ora potrebbe fare un collegamento in diretta: niente ancora. Forse rinvia al pomeriggio. Che succede? Niente, esatto. Nemmeno nelledizione delle 20. Motivazioni fornite ai suoi collaboratori in sala riunioni: Ma le carriole mica sono un evento?. Mica. Infatti al Tg1 bastano trenta secondi in tarda serata per raccontare la rivolta degli aquilani. Questo s che un miracolo.

e Silvio Berlusconi dice di fare i miracoli, Augusto Minzolini deve stare attento affinch non si scopra il trucco del suo telegiornale. Un esempio? I comitati cittadini degli aquilani scendono in piazza con le carriole per rimuovere le macerie dimenticate nel centro storico colpito dal terremoto. Una protesta

Tg1 sotto dettatura del Pdl, costi boom e ascolti flop Minzolini insulta: dati falsi. Garimberti: la smetta
di Carlo Tecce Salsomaggiore

SE TELECOMANDO
Francesco Giorgino asso piglia tutto, promosso conduttore nelledizione delle 20 (in sostituzione dellepurata Tiziana Ferrario) e caporedattore centrale. Minzolini ha consegnato i fili della politica a dei colleghi con le stellette pocanzi appuntate: al pugliese Giorgino attivissimo nella raccolta di firme pro direttore e al vice Susanna Petruni, ex inviata speciale embedded di Palazzo Chigi/Grazioli. E cos un intervento (pessimistico) sulla crisi economica di Mario Draghi, qualche settimana fa a Bari, viene ignorato allora di pranzo e ripescato nelle retrovie allora di cena: il governatore della Banca dItalia introduce le notizie di costume, le cosiddette armi di distrazione di massa che affollano la seconda parte del giornale. Minzolini intollerante alla critica: il suo mandato sta per compiere un anno e i dati dascolto che luned saranno presentati in Cda dal consigliere Rizzo Nervo fanno la cornice a un fallimento totale. Spettatori in fuga (circa un milione in meno), share in picchiata (27%, 4,67 punti in meno del predecessore Riotta), margine ridotto sui rivali del Tg5 (3 per cento la sera). Lex squalo della Stampa cerca laffondo su Rizzo Nervo: Non sa leggere le cifre. E in atto una campagna denigratoria nei miei confronti. Il presidente della Rai severo: Minzolini ha perso una buona occasione per tacere, dice Paolo Garimberti. E se il pubblico boccia il Tg1, lazienda concede carta bianca e risorse copiose che contraddicono le previsioni di Salsomaggiore: Lacrime e sangue. Minzolini ha scelto tre caporedattori centrali: Giorgino, Leonardo Sgura e Filippo Gaudenzi, presto toccher a Monica Maggioni. Cinque barra sei in totale: Tg2 e Tg3 ne hanno uno ciascuno (da regolamento). Gaudenzi ha la delega alla redazione Internet: che esiste da un mese, che arruola dodici ragazzi (contratto a nove mesi), che piccolo particolare ancora inoperosa. Assunto con la qualifica di vicecaporedattore (inedito Rai), proprio per Internet, Mario Prignano (ex Libero) gi diventato caporedattore. C un gruppo di 14 giornalisti per il sito, ma non c il sito. E in pi c la trattativa in corso con Roberto Fontalan, un ex: contratto a tempo indeterminato da 300 mila euro lanno lordi. Operazioni che sbattono contro il muro dellufficio risorse umane, ultimo residuato dellopposizione politica di viale Mazzini: nel complesso, spalmate negli anni, le promozioni di Minzolini pesano per quasi due milioni di euro sul bilancio. Per accontentare la Lega, pi gradita dei finiani, il direttorissimo (dalle intercettazioni di Trani, cos Berlusconi chiamava Minzolini) stava per alzare i gradi a Enrico Castelli. Poi s accorto che, per parafrasare una battuta cult di Salsomaggiore, i capi sono pi numerosi degli spettatori. Lo squalo ha imboccato la terza via: redazione di corrispondenza da Milano coordinata dal Castelli medesimo, unenclave immune al Tg regionale che da un paio di settimane incasso immediato delle elezioni verdi in Piemonte e Veneto sforna speciali sulla cultura dei lumbard.

l panino del Tg1 non mai di giornata. Riempito con dichiarazioni di governo, maggioranza e opposizione. Lagenda politica dettata prendiamo pure il senso letterale dallufficio stampa del Pdl che, allingresso della sala riunioni, chiama i vicedirettori pi vicini a Minzolini, Fabrizio Ferragni e Gennaro Sangiuliano, e fa la solita ordinazione: Che fate oggi? Noi possiamo farvi parlare con.... Il portavoce Daniele Capezzone e i capigruppo Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri prendono il posto dei puntini sospensivi. Il Pdl gioca danticipo, chi conosce il poker direbbe: Vedo. E gli altri concorrenti intorno al tavolo i partiti del centrosinistra sono costretti al buio. Non mai successo nella storia del Tg1: c chi sceglie cosa deve lanciare e chi deve ribattere a tema, spiega un giornalista del settore politico che, nei burrascosi tempi depurazione, preferisce lanonimato. Il Pdl concorda la scaletta con la direzione. Pu accelerare sulle riforme costituzionali aggiunge e frenare sul testamento biologico. Lopposizione passiva: pu entrare nella discussione subendo oppure restare in silenzio. Stabilite le coordinate con il Pdl, la coppia Ferragni-Sangiuliano allerta i giornalisti parlamentari, incaricati di cercare una risposta del Partito democratico o dellItalia dei Valori a una domanda che il Pdl propone per i suoi interessi. La politica mediatica: il teatrino Tg1-Pdl regge perch nessuno della minoranza pu rifiutare il palco, un minuto di visibilit su Raiuno.

Il Tg1 su commissione un telegiornale da costruire, un po stile Ikea e un po bollettino di Palazzo Chigi: Una sorta di ferragnismo dal nome di Ferragni, commenta Alessandro Gaeta, membro del Cdr. La macchina del giornale una cucina sbrigativa che smista servizi e invia giornalisti ispirandosi ai contatti di Augusto Minzolini: immancabile la telefonata quotidiana con i collaboratori del presidente del Consiglio e, per le pratiche pi delicate, con il sottosegretario Bonaiuti. Il Tg1 protegge il governo: per eccesso di zelo, a volte, colpisce anche il cofondatore del Pdl, il presidente della Camera: Raiuno ha sempre cercato la distinzione tra partiti e cariche istituzionali. La seconda o terza carica dello Stato spiega un inviato del Tg presente al congresso Usigrai di Salsomaggiore merita una finestra a parte. Eppure Gianfranco Fini, suo malgrado, spesso finisce a sottiletta nel panino. Nei giorni fortunati. Perch un recente convegno della fondazione FareFuturo, seguito dal giornalista Angelo Polimeno, sfumato in un resoconto di venti secondi. Polimeno ha protestato con il reggente della politica, quel

Augusto Minzolini, direttore del Tg1

Le dirette con gli uomini di Cicchitto, quelle con Bonaiuti. E le sottilette per i servizi con Fini

Quelli su Draghi vanno a soffietto E le nuove promozioni costano 2 milioni di euro

CASO RUFFINI Nel ricorso le minacce di B uno dei bersagli della cricca del telebavaglio scoperchiata dallinchiesta di Trani. Lui Paolo Ruffini, ex direttore di Raitre. Sembrava destinato a guidare Rai
Digit. Ma il punto unaltro: ha fatto causa all'azienda per chiedere di essere reintegrato. lui luomo che ha inventato i vari Ballar, Presa diretta, Che tempo che fa. Nel suo ricorso Ruffini ricorda che i risultati ottenuti in termine di audience e qualit gli sono valsi invece ripetuti attacchi di natura politica. Ruffini ricorda esplicitamente lintervento del premier a Porta a porta del 15 settembre del 2009 e la telefonata a gamba tesa durante il Ballar del successivo 27 ottobre, quando il Cavaliere attacc il conduttore Giovanni Floris e la rete urlando lei fa dei processi pubblici nei miei confronti e senza contraddittorio nella tv pagata dai cittadini. Le ricordo che la tv non sua. E ancora in unaltra occasione: La Raitre di Ruffini si conferma come una repubblica separatista allinterno del servizio pubblico radiotelevisivo. Parole difficili da equivocare. Ruffini fuori. Quel che lazienda sta diventando sempre pi chiaro.

Tutti gli uomini del direttorissimo


6 CAPOREDATTORI CENTRALI. IL CDR: TRASPARENZA SULLE GRATIFICHE ECONOMICHE
Salsomaggiore

ugusto Minzolini premia i colA laboratoriC'era Maurizio Cirilliin pi vicini, anche senso fisico. a reggere la telecamera per l'editoriale del 3 ottobre contro la manifestazione per la libert di stampa, il numero due della serie. Entrato in Rai da operatore con Clemente Mimun al Tg2, il figlio Emiliano ne ha raccolto (da esterno) l'eredit con Vincenzo Mollica, Cirilli il primo candidato per la scrivania di caporedattore della segreteria di redazione: dove il Tg1 prende forma con acquisti e vendite, dove nasce e muore l'ordinaria amministrazione che costa decine di migliaia di euro. L'uscente Pino Caserta troverebbe comoda sistemazione agli Esteri, alla tolda di comando lasciata vacante da Monica Maggioni, pronta a completare

la sestina di caporedattori centrali (record assoluto per i telegiornali italiani, uno ciascuno per Tg2 e Tg3). Leonardo Metalli compagno di vacanze del direttorissimo e dunque, per meriti giornalistici o per le estati trascorse insieme, stato premiato con l'articolo 11:

Fedeli, fedelissimi e cooptati I fuori linea? Tolti dal video come la Ferrario & Co

vuol dire che copre sempre la stessa mansione, ma riceve uno stipendio di caporedattore e conduce la rubrica di musica 'Note'. La lettera di sostegno a Minzolini ha diviso la redazione tra amici e nemici. I super premiati Francesco Giorgino e Filippo Gaudenzi entrambi caporedattori centrali hanno promosso il documento a favore del direttore contro la segnalazione (danno di immagine, caso Mills) del comitato di redazione ai vertici aziendali. Giorgino e Gaudenzi hanno raccolto 92 firme, tra precari e colleghi in uscita, sfruttando un vecchio metodo: telefonatina dalla stanza di Minzolini domanda famelica (Sei con il capo o no?). I nomi di chi ha firmato li ritroviamo nella lista dei promossi: Mario Prignano (ex Libero, da vice a caporedattore), Leonardo Sgura (caporedattore

centrale), Francesca Grimaldi e Laura Chimenti (conduttrici nelle edizioni principali), Fabio Massimo Rocchi (prossimo vicedirettore) e i gi citati Giorgino, Gaudenzi, Maggioni, Cirilli e Metalli. Chi si astenuto precipitato nella lista di proscrizione. Gli epurati, tolti dal video (Ferrario, Di Giannantonio, Damosso) oppure dall'ufficio centrale (De Strobel). Non c' premio senza prezzo. Pare che Minzolini distribuisca 'gratifiche'. Tradotto dal gergo Rai: gettoni in busta paga una tantum per ringraziare i colleghi per il lavoro svolto. Il comitato di redazione ha chiesto nomi e quantit, ma Minzolini tergiversa. In programma c' l'ingaggio di Roberto Fontolan, ex di Saxa Rubra: il direttorissimo ha confermato la trattativa, definita in fase avanzata. Andr a buon fine: offre 300 mila euro lordi l'anno.

Venerd 16 aprile 2010

Si potr ascoltare per gravi indizi di reato e solo gli indagati

MEDIA AD PERSONAM
inquirenti. Nelle riunioni delle ultime ore si pensato di tornare indietro alla definizione di gravi indizi di reato, prevista dal Codice per poter autorizzare gli ascolti. Si potrebbe poi giungere ad una limitazione temporale delle intercettazioni, possibili entro un periodo di tempo non superiore ai trenta giorni, rinnovabili laddove linchiesta grazie alle intercettazioni - prenda ulteriormente corpo. Ci dovr essere anche una connessione tra il soggetto da intercettare e il reato, ovvero si potranno ascoltare solo le persone indagate o ad esse collegate. Una stretta si avr anche sulla responsabilit del procuratore generale rispetto alla fuga di notizie, da cui dipender tutto ci che esce da quegli uffici. Modifiche che lascerebbero immutata gran parte del testo.

l disegno di legge sulle intercettazioni, oltre a mettere il bavaglio ai giornalisti, rischia di rendere impossibili le indagini. Lo sanno anche i moderati del Pdl e i finiani, che tentano una mediazione. Molto ruota attorno alla frase evidenti indizi di colpevolezza, che limiterebbe in modo sostanziale lesercizio dellazione penale da parte dei magistrati

Ossessione Noemi: bavaglio alla stampa


INTERCETTAZIONI, LE CORREZIONI NON SFIORANO LA CENSURA-PUBBLICAZIONI
di Antonella

Mascali

TRIO MEDUSA

Gli ausiliari dello scoop perduto

er mere questioni di spazio fisico alcune notizie non entrano nel Tg1? Bene, non disperatevi, c il Trio Medusa. Li abbiamo visti in questi mesi in azione a Parla con me. Loro, indefessi denunciatori di scandali che Minzo avrebbe voluto urlare ma sai la vita... Insomma, eccoli gli ausiliari del Tg1, coloro che salvano dalle involontarissime censure. Dal gioco di stendersi a pancia in gi nei posti pi strani all arrivo nei negozi dello scanner per le scarpe su misura: per quello che il direttorissimo non pu approfondire tra una saga del cardo e una nuvola cleptomane - ci sono gli ausiliari del Tg1.

e il maquillage pro firma del Quirinale il Pdl disposto a farlo alle modalit delle intercettazioni (si tornerebbe ai gravi indizi di reato della legge attuale invece che agli evidenti indizi di colpevolezza), neppure prova a fare un minimo ritocco alle nuove regole per la stampa. I giornalisti vanno zittiti punto e basta. Berlusconi non vuole che si ripeta unaltra estate come quella dellanno scorso con

Il Capo e il fantasma di Casoria e della DAddario: niente scandali sui giornali

i casi Noemi Letizia e Patrizia DAddario, passati in secondo piano solo grazie al Marrazzo gate. Vuole scongiurare che finiscano sui giornali le sue pressioni, come quelle sul commissario dellAgcom Innocenzi e le sue sviolinate al direttorissimo del Tg1, Minzolini, registrate dagli inquirenti di Trani. Non vuole neppure che ci possa essere unaltra gogna mediatica, come la chiama lui, rappresentata dalle intercettazioni su Bertolaso, Balducci e la sua cricca. Quindi se lagenda della maggioranza sar rispettata, a met maggio la legge verr approvata al Senato. Poi a giugno ci sar il passaggio definitivo alla Camera. Se il presidente Napolitano firmer, il bavaglio ai giornalisti sar messo con la prima calura dellestate. Il ddl vieta la pubblicazione, anche parziale, per riassunto o nel contenuto degli atti relativi alle intercettazioni anche se non pi coperti dal segreto istruttorio,

Pi carcere per tutti


Il testo della Camera Vietata la pubblicazione, anche parziale, degli atti relativi alle intercettazioni anche se non pi coperte da segreto istruttorio fino alla conclusione delle indagini preliminari ovvero fino al termine delludienza preliminare. Gli editori che violeranno il divieto saranno puniti con multe fino a 465 mila euro. Per i giornalisti previsto larresto fino a 30 giorni o unammenda fino a 5 mila euro che arriva fino a 10 mila se si tratta di intercettazioni. Chi pubblicher il contenuto o il riassunto delle intercettazioni di cui stata ordinata la distruzione, sar punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni.

le opinioni

Chiocci Preoccuparmi? Io dico di no


ovrei essere preoccupato: da 15 anni la mia attivit andare a caccia di intercettazioni. Meglio se coperte dal segreto. Ma non lo sono: necessario frenare la divulgazione selvaggia di conversazioni che coinvolgono persone estranee alle indagini e senza rilievo penale. Cos Gian Marco Chiocci de Il Giornale. Aspettare il vaglio di un giudice non un attacco a democrazia e libert di stampa. Personalmente, dal deposito degli atti, ho scoperto dessere stato intercettato e pedinato per tre anni per aver svelato il nascondiglio di Licio Gelli: se gli atti fossero finiti anzitempo agli amici del Fatto, forse, avrei letto sul vostro quotidiano linterpretazione che gli inquirenti davano alla chiacchierata con mia madre, definita in codice: parlavamo di fichi e mozzarelle da comprare al solito posto. Un mio scoop che rischierebbe di non essere pubblicato? La foto del portavoce di Prodi beccato con un trans.

Bianconi Ruotolo DAvanzo Cos non tutelano Rischiamo di non Uccide la cronaca neanche gli imputati poter pi raccontare giudiziaria
na premessa necessaria: non sappiamo ancora come andr a finire la vicenda. Detto questo, credo che se realmente dovessero impedire la diffusione delle intercettazioni o di tutti gli atti di indagine, sarebbe impossibile spiegare il motivo per il quale una persona stata rinviata a giudizio, arrestata o altro. Giovanni Bianconi una delle firme dinchiesta del Corriere della Sera, sul campo ogni qual volta c da raccontare un angolo di malaffare italiano. Vede, con una linea del genere, sarebbe stato impossibile raccontare tutte le pi grandi inchieste degli ultimi ventanni. Inoltre, c un aspetto ancora trascurato: conoscere gli atti, anche nellinteresse degli stessi imputati per ottenere uninformazione completa, quindi corretta. Come successo nel caso delle presunte violenze sessuali a Rignano Flaminio.

emplice, cos non potremmo pi informare, raccontare in differita, spiega Guido Ruotolo, giornalista de La Stampa. Un esempio? Lasciamo fuori il solito Silvio Berlusconi e chi gli sta attorno, ma prendiamo in considerazione Cosimo Mele: lui era stato eletto nelle liste dellUdc, quindi aveva siglato un patto con i suoi elettori basato sui principi cattolici. Li ha traditi, nel momento in cui stato pizzicato con la Zenobi in una notte di sesso e cocaina. Noi abbiamo informato, monitorato. il nostro lavoro. Quali grandi inchieste non avrei potuto seguire? B, un po tutte, ma delle ultime mi viene in mente quella sullex senatore Di Girolamo, Mokbel e lNdrangheta; oppure gli uomini della cricca e i Grandi appalti. Se poi vogliamo tornare a un recente passato ecco linchiesta su Calciopoli.

l mio lavoro cambier, come quello di tutti. Giuseppe DAvanzo, vicedirettore de La Repubblica e firma di punta del quotidiano diretto da Ezio Mauro, preoccupato ma non dispera: chiaro che il divieto di pubblicare, o anche solo di raccontare, le intercettazioni telefoniche uccide la cronaca giudiziaria, ma non detto che non si possa pi fare. Anzi, pi divertente, anche se pi difficile, muoversi in campo aperto, fuori dal perimetro delle carte dei tribunali. Vivere sulla pubblicazione di atti ordinati dalla magistratura un po un lavoro da saprofita. Le cose migliori non vengono mai dalle intercettazioni. Un esempio per tutti, il caso Telekom Serbia: Gli imbrogli della commissione racconta DAvanzo li abbiamo scoperti prima. Soltanto dopo scattata linchiesta della Procura di Torino.

fino al termine delludienza preliminare. Viene cos reso carta straccia il diritto di cronaca. Per esempio, avevano o no i cittadini il diritto di sapere che alla clinica Santa Rita di Milano cerano medici senza scrupoli che non hanno esitato a operare pazienti sani, a menomarli, pur di gonfiarsi il portafogli? Avevano o no i cittadini il diritto di sapere che nel 2005 lallora governatore di Bankitalia, Fazio, invece di essere arbitro della scalata alla Bnl era di parte, quella dei furbetti del quartierino? Secondo i sostenitori di questa legge, no. Approfondiamo altri divieti. Fino a quando linteressato non ne a conoscenza, vietata la pubblicazione delle richieste di misura cautelare. E mai, in alcuna forma, si possono citare le eventuali intercettazioni (quasi sempre presenti) allegate allordinanza del gip. Quindi il giornalista pu scrivere che tizio finito in carcere ma non pu neppure fare intuire al lettore quali siano le prove dellaccusa. Gli editori che violeranno questi divieti saranno puniti con multe fino a 465 mila euro. Per i giornalisti arresto fino a 30 giorni o ammenda fino 10 mila euro. E la fine della libert di stampa specie per i piccoli organi di informazione. Gli editori di media poveri non pubblicheranno notizie vietate, per non rischiare la chiusura. Sui grandi giornali le leggeremo magari solo quando gli editori, spinti da interessi politico-economici, saranno disposti a sborsare alcune centinaia di migliaia di euro. Ci saranno anche i giornalisti liberi che scrivono su mezzi di comunicazione liberi e che sono disposti a rischiare il carcere. Fino a 3 anni, se si pubblica

La Fnsi: non ci faremo chiudere la bocca Pronti allo sciopero e alla disobbedienza professionale
il contenuto o il riassunto di intercettazioni destinate alla distruzione perch non hanno rilievo penale. Ma possono averne a livello sociale. Roberto Natale, presidente dellFnsi, il sindacato dei giornalisti, vuole sperare che alla maggioranza torni il buon senso ma se non ci saranno cambiamenti sar protesta: Il 30 giugno del 2007 abbiamo scioperato contro il ddl Mastella e allora al governo cera Prodi. Faremo altrettanto. Non tralasceremo neppure altre strade: la Corte costituzionale, la Corte di Strasburgo, la disobbedienza professionale. La Fnsi ricorda qual la mediazione del sindacato per conciliare il diritto-dovere di cronaca con il rispetto della privacy: Siamo disposti a rispettare il divieto di pubblicazione di intercettazioni relative a persone estranee alle indagini o relative alla sfera privata degli indagati. Ma non pu essere accettabile chiarisce Natale che sulle intercettazioni gi a conoscenza delle parti e che sono di interesse pubblico debba calare un incomprensibile silenzio. Se dietro lassegnazione di appalti di pubblici ci sono mazzette, pubblicare le intercettazioni che ne parlano non intrusione nella vita privata ma un fatto di rilevanza sociale.

Venerd 16 aprile 2010

pagina 6

Il Watergate, linchiesta che port alle dimissioni di Nixon

GIORNALISMI
sorpresi dalle guardie notturne mentre sistemavano microfoni spia sotto le scrivanie. All'inizio, la notizia pass quasi inosservata, ma a gennaio 1973 si sapeva gi che i sette erano tutti pi o meno collegati al partito Repubblicano. In particolare, uno dei cinque, James McCord, era un ex funzionario della Cia. Quando McCord fu chiamato in tribunale, due giovani cronisti del Washington Post assistettero alla deposizione. Bob Woodward e Carl Bernstein, questi i loro nomi, si gettarono quindi a capofitto in un'inchiesta giornalistica. A quel punto, Woodward entr in contatto con un misterioso informatore, immediatamente soprannominato "gola profonda". Oggi sappiamo che si trattava di Felt, che poteva contare su informazioni riservate in possesso dell'FBI. Le scoperte dei due portarono alle dimissioni di Nixon.

o scandalo Watergate cominci nel 1972. In quell'anno, a novembre, Nixon venne riconfermato alla casa Bianca. Ma cinque mesi prima della sua rielezione, il 18 giugno 1972, i giornali pubblicarono la notizia di un'incursione di cinque ignoti negli uffici del comitato elettorale democratico, all' hotel Watergate. I cinque, a cui vennero collegati in seguito altri due complici, furono

di Beatrice Borromeo

o non parlo mai della politica interna degli altri paesi. Ma in questo caso far uneccezione: perch ho vissuto qui, amo questa nazione, ho studiato il vostro sistema e soprattutto perch i problemi dellItalia sono ovvi. Avere un presidente del Consiglio che controlla i mezzi dinformazione un pericolo palese per la democrazia . Parla Carl Bernstein premio Pulitzer per aver denunciato lo scandalo del Watergate, appena arrivato a Roma per partecipare a un dibattito sul giornalismo allAuditorium. Nellultima campagna elettorale qui in Italia, i pi importanti programmi dinformazione televisivi del servizio pubblico sono stati chiusi con la scusa della par condicio. Sarebbe potuto succedere in America? No. Non sarebbe mai potuto succedere. A parte rare situazioni, si pu dire che i giornalisti americani possono lavorare in grande libert.

CARL BERNSTEIN LITALIA UN PAESE COMPROMESSO


La gente non reagisce? Ma il nostro lavoro dare le notizie
Quindi cosa pensa di quello che succede qui in Italia? Penso che i nemici della libert di stampa, soprattutto durante questultima campagna elettorale, abbiano vinto. Ma allo stesso tempo la gente sa che ci sono sempre pi posti dove possono andare per trovare le informazioni. Una delle cose meravigliose del Web che, a meno che non si tratti della Nord Corea o della Cina, le notizie si possono trovare l. Il Fatto ha pubblicato delle intercettazioni in cui il presidente Berlusconi ha chiesto al garante per le Comunicazioni di chiudere Annozero, e una delle puntate pi osteggiate stata proprio quella sullo scandalo DAddario, dove lei era ospite. Ma sa che ho visto Berlusconi oggi? Mia moglie e io camminavamo in via Margutta e abbiamo visto una folla davanti a un negozio di antiquariato. Lha salutato? La sicurezza non voleva farmi entrare ma ho mostrato il tesserino da giornalista e mi hanno lasciato stare. Ho sbirciato nel negozio e lho visto. Cosa stava facendo? Indovini? Usava il telefono. Ma non usava il suo: quello del negozio! E chi chiamava ? Questo il punto: o telefonava al proprietario dellantiquariato, oppure non voleva usare il suo cellulare. Secondo me entrato solo per telefonare. Lei che pensa? Ritorniamo allAgcom. Berlusconi non ha subito particolari conseguenze. Ogni nuovo scandalo sembra far dimenticare quello precedente. Secondo lei perch la gente non reagisce ? E a lei perch interessa? Il suo lavoro dare le notizie, quello che la gente fa con le informazioni una scelta loro, non si pu controllare. Lo scandalo del Watergate emerso, e

I due giornalisti al cinema

REDFORD & HOFFMAN


Tutti gli uomini del Presidente (Alan J. Pakula, 1976) il classico per antonomasia del film dinchiesta a sfondo politico. Tratto dal libro omonimo, a Woodward e Bernstein diedero il volto Robert Redford e Dustin Hoffman

siamo stati fortunati, perch tutto il sistema politico funzionava, era sano a tutti i livelli: dal giornalismo al congresso. E quando abbiamo scritto i nostri articoli, la gente ha risposto: ha detto basta. Quindi la societ passiva frutto di un sistema malato nel suo complesso? Certo: lItalia un paese che ovviamente compromesso a livello politico. E cos da molto tempo e dubito fortemente che potrebbe accadere in qualunque altra democrazia europea a questi livelli. Ora, con Berlusconi, tutto ci alla luce del sole: ma partito anche da prima. Resta comunque il fatto che il nostro lavoro di raccontare e basta. Secondo lei lItalia pu an-

cora considerarsi una delle maggiori democrazie occidentali? Se io fossi in voi andrei in America, in Francia, in Russia. Chiederei a chi lavora con Obama o Sarkozy di raccontare, off records, come vedono Berlusconi e la sua politica. Almeno vi rendereste conto di cosa pensano. Ci sono pochi leader nel mondo che attirano lattenzione, e Berlusconi uno di questi. Cos come Obama. Come si comporta con la stampa? Molto bene. Il suo un governo improntato alla trasparenza, al raggiungimento degli obiettivi. Per fortuna, perch lAmerica messa davvero male. Quali sono i settori pi in crisi? Le infrastrutture, leducazione, leconomia che comincia solo ora a riprendersi. E fondamentale, in questo periodo come nellera di Bush, avere una stampa libera. Quando i reporter cercano la verit, le cose migliorano. E questa limpor-

tanza del giornalismo investigativo: comera la situazione quando cera lAmministrazione Bush? Era una presidenza completamente basata sulle bugie, sui tentativi di non far emergere la verit. Ma quando la guerra in Iraq di Bush e di Cheaney ha cominciato ad andare male, i giornalisti inviati in Iraq hanno fatto un ottimo lavoro riportando i fatti. Quello che sappiamo grazie a loro: hanno scavato, hanno fatto il loro mestiere. E la gente, grazie a loro, ha potuto sapere. Lei la prova vivente che il giornalismo pu cambiare la Storia. Ma il nostro lavoro, ripeto, soltanto raccontare onestamente tutto quello che vediamo. Se tutti lo fanno, la democrazia regge. Ma non bisogna farlo per cambiare la Storia, non questo il nostro dovere. Come definisce lei il servizio pubblico? Quello in cui un giornalista si chiede: E una notizia?. E, se valuta che lo , la pubblica.

Sulle tracce del premier

Oggi ho visto Berlusconi da un antiquario che telefonava, ma con il telefono del negozio
Il decano del giornalismo americano visto da Emanuele Fucecchi

Norma Rangeri e la sfida della direzione del Manifesto


LA CRITICA TELEVISIVA PENSA ALLA CANDIDATURA: DISCUTERE SUL FUTURO DEL GIORNALE VUOL DIRE INTERROGARSI SU COS LA SINISTRA
di Luca De Carolis

on ha ancora deciso se si N candider intriga.direzione, alla ma la sfida la Una sfida complicata, perch discutere del futuro del Manifesto significa confrontarsi anche su cos la sinistra e su cosa sono diventati i giornali. La settimana prossima Norma Rangeri, critica televisiva con un importante passato da cronista parlamentare, potrebbe diventare la direttrice del quotidiano comunista, con il compito di rilanciarlo. Senza laiuto di Michele Santoro perch le voci su una sua entrata nel Manifesto sono solo sciocchezze. I giornali la descrivono come la direttrice in pectore. Si sente pronta? Innanzitutto, non sicuro che

mi presenti. Marted prossimo ci sar unassemblea, in cui valuter gli orientamenti della redazione per poi decidere. Per essere nominati direttore del Manifesto serve la maggioranza assoluta dei voti (il 50% pi uno, ndr) tra tutti coloro che lavorano al giornale: obiettivamente un quorum molto alto. Lanno scorso lei si present senza raggiungerlo. Proprio perch servono tanti voti: ottenni la maggioranza relativa, non quella assoluta. Questa volta per potrebbe farcela. Qual il Manifesto che ha in mente? una domanda complicata: bisognerebbe prima chiarire cos la sinistra oggi, e cosa sono diventati i giornali. Di certo, vorrei un Manifesto aperto al di-

battito, capace di rivolgersi a una sinistra critica, che c ma che ha grande difficolt a farsi sentire. Una sinistra poco rappresentata dai mezzi di informazione. Alcuni giornali hanno scritto che vorrebbe coinvolgere Michele Santoro, come partner editoriale e collaboratore. Tutte favole. Io e gli altri due membri del comitato di gestione del giornale (Loris Mazzetti e Angelo Mastrandrea, ndr), assieme al direttore Valentino Parlato, abbiamo semplicemente discusso con Michele dellipotesi di un convegno sulla sinistra, da organizzare assieme. Sarebbe un modo anche per celebrare il 40 anno di vita del Manifesto, tra fine maggio e inizio giugno.

Di certo c che la situazione del Manifesto non semplice. La situazione molto grave, vero. Il taglio dei contributi alleditoria e il generalizzato calo di vendite dei giornali ci fanno navigare in acque difficili.

Attualmente vendiamo attorno alle 19.000 copie in edicola, pi qualche migliaio di abbonamenti. Dovremo cercare di migliorare questi numeri. Quanto vi ha danneggiato la scomparsa della sinistra radicale dal Parlamento?
Norma Rangeri (FOTO IMAGO ECONOMICA)

Vendiamo attorno alle 19.000 copie in edicola, pi qualche migliaio di abbonamenti

Sicuramente ha influito, perch stato un fatto che ha toccato tutta la societ. Lei una critica televisiva: questo potrebbe renderle pi difficile il lavoro da direttrice? (Ride, ndr) Guardi, io sono diventata critica televisiva, e non mi spiace affatto, dopo anni da cronista parlamentare. Nel 1992, con Tangentopoli, la politica si trasferita sulle televisioni, e io lho seguita. Diciamo che ho cambiato punto di osservazione: dal Parlamento al piccolo schermo. Gran parte del mio lavoro riguarda trasmissioni politiche. Allinizio vedere certe cose in televisione mi era difficile: ora siamo quasi alla repulsione fisica. La politica ovunque. E non un bel vedere.

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Venerd 16 aprile 2010

Il senatore e quel comune laziale sciolto per infiltrazioni mafiose

POLITICHE
carabinieri, e soprattutto le inchieste della Procura antimafia di Roma, Damasco 1 e 2, raccontavano di una citt con il mercato ortofrutticolo piu grande dEuropa, che aveva gi superato il livello di guardia delle infiltrazioni mafiose. Quel Prefetto venne duramente attaccato dal senatore Claudio Fazzone, i notabili a lui vicini parlarono di corpi deviati dello Stato. Il comune di Fondi non venne sciolto per mafia con uno stratagemma i consiglieri si dimisero spontaneamente evitando il commissariamento che diventato un precedente pericolosissimo. A Fondi si votato a marzo, hanno vinto gli uomini di Fazzone. Ora governano esattamente quelli di prima. Prima, quando la mafia comandava e aveva suoi pupi al comune.

uando il prefetto di Latina, Bruno Frattasi, lesse gli atti della Commissione daccesso al comune di Fondi, non ebbe dubbi: va proposto lo scioglimento. Troppe le infiltrazioni della Camorra e della Ndrangheta nellamministrazione, troppi i legami con settori della burocrazia. E poi il territorio, le indagini dei

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Caos a Latina: si dimette il sindaco pizzicato mentre chiede alla Polverini raccomandazioni per le figlie
Fierro
con i suoi non pu fare a meno di noi. Noi possiamo tranquillamente fare a meno di lui. E per far capire al suo rivale come stavano le cose ordin il voto disgiunto, costringendolo ad un umiliante ballottaggio. Si odiano i due, al punto che Zaccheo vede la mano del suo nemico dietro il blitz di Striscia. Io quelle frasi non le ho dette, ascoltate laudio, un falso, hanno sottotitolato in quel modo per sputtanarmi. E poi le figlie, che anche a Latina so piezze core. Gli amici di Fazzone insistono: Zaccheo ha chiesto proprio una raccomandazione, una consulenza, un incarico. Lui, invece, si difende. La mia prima figlia si laureata in Giurisprudenza con 110 e lode e lavora in un affermato studio legale, laltra si sta laureando alla Luiss e vuole entrare in magistratura. Una difesa blanda, imbarazzata, la dimostrazione che a Latina e nel sud Pontino, le cose vanno cos. Chi ha potere pu tutto. Ma la gaffe del sindaco loccasione per Claudio Fazzone di regolare una volta per tutte i conti: Le parole di Zaccheo dimostrano quello che . Provo solo pena nei suoi confronti, una cosa vergognosa. O si dimette lui o lo devono dimettere. E cos il senatore, espertissimo in raccomandazioni, settore privilegiato la sanit pubblica, un recordman che ha firmato una sessantina di lettere di segnalazioni per imprese, medici, fornitori e portantini, ora al centro di una
Uno dei fotogrammi trasmesso ieri da Striscia con il colloquio tra la Polverini e Zaccheo (FOTO ANSA) di Enrico

lla fine ha vinto lui, Claudio Fazzone, ras del Pdl nel sud Pontino, senatore e padrone di Fondi. E riuscito a far dimettere il suo eterno nemico, Vincenzo Zaccheo, da sindaco di Latina. Si va tutti a casa, da oggi arriva il Commissario nella citt dove la destra ha da sempre maggioranza bulgare. Zaccheo il sindaco diventato famoso per il duetto con Renata Polverini trasmesso da Striscia la notizia. I baci, gli abbracci, e soprattutto quelle due richieste. Una col pensiero alla famiglia, Ren ricordati delle mie figlie, laltro con locchio rivolto agli affari e al potere politico. Mi raccomando Fazzone, nun glie d pi appalti. Scene da regime, un misto di nostalgie fascistoidi e clientelismo di antica marca democristiana. Zaccheo, ex missino, e Fazzone, ex galoppino di Nicola Mancino quando era poliziotto e uomo di scorta dellallora ministro dellInterno. Entrambi colonne del Pdl pi forte del Lazio, due uomini da anni impegnati in una feroce lotta di potere. A Latina ancora ricordano la scena di tre anni fa, quando Zaccheo riun i suoi supporter in un albergo per lanciare la sua candidatura e Fazzone non si present. Gli fece il vuoto intorno impedendo anche agli altri notabili di portare una parola di conforto. La manifestazione fu rinviata e quando il ras di Fondi si decise finalmente ad essere presente, per tutta la sera ostent platealmente il suo impegno: disegnare pinocchietti su un foglietto di carta. Zaccheo sentenzi quella sera Fazzone

inchiesta della procura di Latina, pu vestire i panni dellindignato moralizzatore. Lui, protettore e sponsor degli amministratori di Fondi collusi con la Camorra casalese e con la Ndrangheta dei Tripodi, il socio in affari di personaggi in odore per la gestione di un capannone costato qualche miliardo di vec-

Nel sud Pontino una feroce lotta di potere tra il ras Fazzone e gli ex An: in ballo le nomine in Regione

chie lire allo Stato e mai entrato in funzione. Ma dietro la lotta tra i due ras del Pdl c altro. Erano giorni che Claudio Fazzone manovrava per far cadere la giunta Zaccheo. Prima con le minacce di crisi, poi con le dimissioni di 16 tra assessori e consiglieri comunali della maggioranza da lui controllati. Il leader del partito Fazzone stata la parola dordine Zaccheo non pu fare tutto da solo deve parlare con Claudio. Un bel gruppo al quale si sono aggiunti i consiglieri dellopposizione fino a raggiungere la quota di 23 consiglieri, un numero sufficiente per lo scioglimento. Il tutto a Latina, una citt devastata dalla crisi economica. Una sola scena: mentre la lotta di potere tra i notabili del Pdl raggiungeva il suo punto piu alto, 800 lavoratori della

Bristol, una multinazionale farmaceutica, facevano un sit-in sotto la Prefettura, a pochi passi dal comune. E nella piu totale solitudine. Perch a Latina la posta in gioco unaltra. I piani urbanistici, gli interessi in citt e sulla costa, gli appalti e la rivalutazione delle aree. E poi c Fazzone che sta giocando una partita tutta sua e non vuole ingombri. Alcune frasi della Polverini rubate da Striscia non gli sono piaciute. Quando Zaccheo ricorda alla nuova governatrice che Fazzone ha perso 9mila voti, e lei risponde in romanesco e che non lo so, Fazzone perde le staffe. Lui si candidato nuovamente alla Regione per entrare in Giunta, e con un assessorato di rilievo. La Sanit, o un altro settore pesante, oppure il posto piu ambito: vicepresidente della

Giunta. Per questo ha armato la guerra di Latina, per far capire alla Polverini che a Fondi, Latina e dintorni i conti li deve fare con lui. Zaccheo non nessuno, hanno ripetuto i suoi fedelissimi in questi giorni di visite a Latina dei maggiorenti del Pdl e della destra, da Storace a Gasparri. Una mediazione lavevano pure tentata offrendo al senatore la poltrona di Presidente del Consiglio regionale. Lui non li ha voluti neppure ascoltare. Non posso tornare indietro di dieci anni, quando alla Pisana cera Storace. Dieci anni, il potere dellex poliziotto cresciuto. Ora un uomo da 28mila preferenze, il consigliere regionale piu votato del Lazio. A Fondi comanda su tutto. Neppure un Prefetto riuscito ad averla vinta con il padrone dei voti Claudio Fazzone.

PROCESSO LAZIOGATE

CHIESTI DUE ANNI PER FRANCESCO STORACE

Il bluff di Cota sulla pillola Ru486


IL NEO GOVERNATORE PIEMONTESE VOLEVA BLOCCARLA. EPPURE GI DISPONIBILE
di Stefano Caselli

olto rumore per nulla, coM Ora del resto era prevedibime le. che Roberto Cota si ufficialmente insediato alla presidenza della Regione Piemonte, finita la melina sulla pillola abortiva Ru486. Gli anatemi post-voto del successore di Mercedes Bresso, che aveva minacciato di far marcire in magazzino le confezioni del farmaco invitando i direttori delle Asl a bloccare la somministrazione del farmaco fino al suo avvento, hanno solo provocato un ritardo di un paio di settimane. LOspedale SantAnna di Torino che dallestate 2006 conduce la sperimentazione della Ru486 ha approvato la versione definitiva del protocollo

che regola linterruzione volontaria di gravidanza. Lazienda ha destinato tre posti letto per le aree di ricovero ordinando cinquanta confezioni del farmaco. I primi trattamenti saranno probabilmente eseguiti a partire dalla prossima settimana. Una copia del protocollo, elaborato da una commissione ad hoc, stata inviata al ministero della Salute. Ieri intanto si riunita la commissione ministeriale incaricata di stilare le linee guida sullutilizzo della Ru486 secondo i pareri espressi su questa materia dal Consiglio superiore di Sanit. Salvo clamorose sorprese, le indicazioni del ministero non dovrebbero discostarsi significativamente da quanto messo a punto dal SantAnna di Torino: ricovero obbligatorio per al-

meno due notti e permessi di uscita disposti soltanto per gravi motivi su autorizzazione della direzione sanitaria, oltre a un monitoraggio costante di tutti gli interventi e di eventuali complicanze post-intervento. Rimane comunque salva la facolt della paziente di rifiutare il ricovero tra la prima e la seconda somministrazione: Se non ci sono controindicazioni a trattenere le donne dichiara Silvio Viale, il ginecologo che ha avviato la sperimentazione al SantAnna ciascuna di loro potr assumersi la responsabilit di lasciare lospe-

ue anni per lex presidente della Regione Lazio Francesco Storace, pene fino a 3 anni e 6 mesi per gli altri otto imputati. Sono le pesanti richieste del pm a conclusione del processo Laziogate che vede l'entourage di Storace accusato di aver tentato di boicottare la candidatura di Alessandra Mussolini a capo della lista Alternativa sociale. La vicenda giudiziaria legata alle elezioni regionale del 2005 - che si conclusero con l'elezione di Piero Marrazzo - quando secondo l'accasa, tramite i computer di Laziomatica, Storace e gli altri avrebbero tentato di inserirsi nel sistema informatizzato dell'anagrafe capitolina inserendo firme false in modo da invalidare la lista ribelle. Oltre ai due anni di reclusione per Storace, l'accusa ha chiesto anche tre anni e sei mesi per l'allora portavoce Nicol Accame e tre anni per l'ex direttore tecnico di Laziomatica Mirko Maceri. I reati contestati vanno dall'accesso abusivo a sistema informatico, alla violazione della privacy, favoreggiamento e falso. Nelle prossime udienze la parola passer ai legali degli imputati, poi ci sar la decisione del giudice. L'accesso abusivo, avvenuto nella notte tra il 9 e il 10 marzo, puntava ad acquisire dati su persone residenti a Roma per poi chiedere l'esclusione della stessa lista. Tentativo, come sappiamo, fallito perch i giudici del Tar - di fronte sta al quale la Mussolini furiosa stazion giorno e notte fino alla decisione stabilirono che le firme valide garantivano comunque ad Alternativa sociale di partecipare alla tornata elettorale.
(Rita Di Giovacchino)

dale. Ed quanto pi frequentemente accade: In Toscana ricorda Viale dove il protocollo prevede il ricovero ordinario, nessuna paziente mai rimasta ricoverata. Tra Viale e il direttore del SantAnna Walter Arossa non sono mancati gli attriti, ma alla fine si trovato un accordo: Partiamo cos dichia-

ra Arossa poi vedremo. Se con il tempo le richieste dovessero aumentare cambieremo il modello organizzativo. Per ora la pillola dovrebbe essere utilizzata nel 15-20% dei casi. Leffetto Cota, in ogni caso, ha prodotto i suoi frutti: Lavoriamo con una pressione addosso senza precedenti ancora Via-

le sono in questo ospedale da pi di ventanni ed la prima volta che un protocollo viene approvato personalmente dalla direzione sanitaria. Ma il problema che gli altri ospedali del Piemonte sono in standby. Aspettiamo di valutare latteggiamento del nuovo assessorato alla Sanit.

Venerd 16 aprile 2010

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RAZZISMI

NON PAGHI LO SCUOLABUS? VAI A PIEDI


Lassessore veronese allIstruzione: Furbetti, non poveri
di Erminia Della Frattina Verona Bambini in una scuola elementare (FOTO EMBLEMA)

ambini a terra, niente scuolabus per i piccoli insolventi, come li chiama lassessore allIstruzione di Verona. La storia si ripete, e ci sono sempre di mezzo un pulmino e dei bambini, guarda caso per la maggior parte stranieri. Dopo Adro nel bresciano, dove il sindaco voleva mandare a casa col bus i bimbi che non avevano pagato la mensa per riportarli unora dopo, a Verona 16 bambini della scuola materna non salgono sul pulmino perch lautista glielo proibisce: ordine del comune, i genitori non hanno pagato la retta per il trasporto scolastico. Di questi 16 bimbi rimasti a terra, che fanno parte di 11 nuclei familiari, tre sono italiani ma tutti gli altri sono stranieri: ci sono tre marocchini, due tunisini, due nigeriani, due srilankesi, due nomadi e due rumeni. Una situazione grave, che rischia di peggiorare perch ci sono almeno altri 93 bambini le cui famiglie hanno pagato solo qualche rata. Se mamma e pap non regolarizzano la loro posizione, insomma se non pagano, il servizio sar sospeso anche a loro. Lassessore Alberto Benetti per non ci sta al linciaggio mediatico, e vuole dare la sua versione dei fatti. A Verona ci sono 1117 bambini di tutte le

scuole dellinfanzia comunali della citt che usufruiscono del trasporto scolastico, per una retta che ad essere precisi di 19 euro al mese. Circa un migliaio di famiglie hanno pagato regolarmente, e io le rispetto e a loro devo rendere conto. Altri 48 non hanno mai pagato nulla, usufruivano del trasporto gratis. Quindi sono partite, secondo il racconto dellassessore veronese, 43 anni, in quota Pdl, le prime lettere di sollecito di pagamento a fine gennaio. Dopo quel provvedimento oltre la met ha regolarizzato la propria posizione, mentre per 21 famiglie abbiamo spedito un secondo sollecito di pagamento, dove si preavvisava che a partire dal 6 aprile i figli degli inadempienti non sarebbero pi saliti sul pulmino. Cos successo, a cominciare da venerdi scorso quando due sorelline sono state portate regolarmente a scuola ma il ritorno stato loro negato (davanti alle maestre incredule e sbigottite) per ordine del comune, cos si giustificato lautista. Ordine che si esteso ora ai 16 piccoli, ma che rischia di coinvolgerne appunto un altro centinaio. Partiranno le lettere di sollecito tra qualche giorno, e provvederemo a sospendere il servizio di bus anche per loro se non si metteranno a posto con i pagamenti, dice linesorabile assessore. Ma non finisce qui. Secondo i

resoconti dellamministrazione veronese dal 2004 al 2009 i mancati pagamenti di rette per mensa e trasporto scolastico hanno creato un ammanco di 1,3 milioni. Attenzione per, c una piccola buona notizia: i bambini veronesi inadempienti non resteranno a pane e acqua come nella vicina Montecchio, perch il comune di Verona considera essenziale garantire questo servizio. Evviva. Un atto dovuto per, non una posizione necessaria per salvaguardare un sistema sociale attento a chi ha bisogno di aiuto. S, perch per lassessore veronese non si tratta di nuclei familiari indigenti, almeno per la maggior parte, ma di una cattiva abitudine che sta prendendo sempre pi piede, quella di fare i furbetti, largomentazione. E aggiunge: Posso assicurare ad esempio che nel caso delle due bimbe che non abbiamo riportato a casa venerdi, che sono figlie di madre straniera e padre italiano libero professionista, si tratta di un nucleo molto benestante che abita a Borgo Trento, una delle zone pi facoltose e prestigiose della citt. E tutti gli altri? Credo che si tratti di famiglie con redditi almeno nella media, altrimenti usufruirebbero delle tante agevolazioni che il nostro comune, uno dei pi attenti alle politiche sociali in Italia, ha messo in campo.

Nuova iniziativa contro i bimbi Colpiti soprattutto immigrati e rom


E qui parte lelenco: a Verona gli enti comunali offrono lesonero totale della retta alle famiglie pi bisognose e monitorate dai servizi sociali, ma anche una riduzione del 50% nel caso di Isee (lautocertificazione delle entrate familiari) inferiore a 6 mila euro lanno (ben oltre la soglia di povert) o sul primogenito per nuclei con due figli. Ci sono anche agevolazioni per famiglie numerose fino allesonero per il quarto figlio e la riduzione del 30% della retta nel caso il capofamiglia perda improvvisamente il posto di lavoro e sia in grado di dimostrare di avere fino a quel momento un Isee inferiore ai 15 mila euro. E poi c la rateizzazione, mica li devono pagare tutti subito, no, per carit. Non rimane che salutarci con un latinismo, per ricordarci le nostre radici italiche. Ho risposto bene al suo petitum?, chiude lassessore.

MONTICHIARI

CUD PER LA RESIDENZA CONDANNATO IL COMUNE


li stranieri per ottenere la residenza devono presentare l'ultima busta paga, il Cud e una copia del contratto di lavoro. Gli italiani no. Discriminante? Secondo Cesare Massetti, giudice del Tribunale di Brescia, s. Secondo il comune bresciano di Montichiari no. In realt era una prassi ormai consolidata e iscritta in una ordinanza. Ovvero: la concessione della residenza differenziata a seconda del colore della pelle. Nessuno aveva sollevato alcuna obiezione. Tutto normale fino al primo ricorso presentato e vinto da un cittadino straniero, dall'Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione) e fondazione Guido Piccini di Brescia. Nella sentenza il giudice ha sottolineato il carattere discriminatorio del regolamento che stabiliva la concessione della residenza agli immigrati regolari. Il tribunale ha ordinato di stralciare l'ordinanza e imposto di garantire la parit di trattamento tra straniero e non in materia di diritti civili. L'anagrafe dovr, in modo retroattivo a partire dal 30 giungo 2009 (data di presentazione della richiesta), iscrivere lo stesso firmatario del ricorso. In merito l'avvocato Alberto Guariso, che ha seguito il caso, commenta: Le restrizioni imposte agli immigrati stranieri da parte dell'amministrazione comunale di Montichiari erano assurde. Come dice chiaramente la legge, il permesso di soggiorno documento necessario e sufficiente per l'iscrizione all'anagrafe. Qualsiasi ulteriore imposizione, oltre a violare la dignit degli immigrati da ritenersi discriminatoria. L'Asgi peraltro lancia un appello al governo affinch ribadisca che ai fini dell'iscrizione anagrafica di italiani e stranieri non possa essere richiesto altro requisito se non la dimora abituale. L'invito dell'associazione anche ad intervenire puntualmente e prontamente al fine di far cessare questa prassi illegale anche attraverso i poteri di annullamento esercitabili dai prefetti nei confronti di delibere ed ordinanze degli enti locali manifestamente contrarie ai principi fondamentali dellordinamento giuridico.
(e. reg.)

La sfida dei benefattori: dopo Adro, Montecchio Un medico vuole pagare le mense per gli indigenti
di Silvia DOnghia

ultimo fu princiI nNelfupaese Adro, inMaggio-i pio Montecchio re. del bresciano bambini i cui genitori non hanno pagato la retta dovrebbero rientrare a casa per pranzo (per poi tornare a scuola), nel Comune in provincia di

Vicenza, i piccoli alunni di materna ed elementare sono stati costretti a mangiare panini imbottiti invece che il pasto completo offerto ai loro compagni. Comune denominatore, due sindaci leghisti. Ma non solo. Dopo lanonimo imprenditore (elettore di centrodestra) che ha deciso di donare diecimila

euro allamministrazione di Adro per saldare i debiti delle famiglie inadempienti, oggi si fa avanti un altro benefattore, stavolta per aiutare i bimbi di Montecchio. Si chiama Andrea Bagagli, un medico legale di Mercallo, nel varesotto, esponente locale dellItalia dei Valori, ex asses-

IL BUON ESEMPIO

di Elisabetta Reguitti

A BARLETTA CI PENSA IL COMUNE M


entre al nord i sindaci duri e puri si battono per il salto del pasto, al sud, quando i bambini digiunano, il vicesindaco si scusa. Siamo nella scuola elementare Modugno di Barletta dove per tre giorni accaduto questo: suona la campanella della mensa e mentre una parte degli alunni va verso il refettorio altri otto aspettano in classe. Niente cibo, al massimo un panino. Loro sono i piccoli dei genitori che non hanno caricato la card carica. La vicenda stata riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno che ha raccolto anche le dichiarazioni della dirigente scolastica: Questa situazione

molto grave per la salute dei nostri bambini. Purtroppo il problema si crea essendoci delle situazione di estrema precariet. Pur sforzandoci di attenuare limpatto della situazione anche da un punto di vista psicologico, il disagio risulta molto penalizzante per tutti. La mensa erogata dalla ditta La Cascina, in convenzione con il Comune. Sulla vicenda interviene poi il vicesindaco Franco Caputo: Non vi alcun atteggiamento discriminatorio nei confronti di alcuni bambini, n poca attenzione verso chi ha problemi economici e chiude assicurando che interverr a salvare i pasti degli alunni.

sore in un Comune di diecimila abitanti. Vivo nella patria della Lega spiega al Fatto Sono presidente di unassociazione di volontariato che, insieme ad altri enti, contribuisce a mantenere una scuola per 500 bambini in Brasile. La discriminazione sui pi piccoli la cosa pi odiosa che possa esistere. Non poteva restare indifferente. E cos ha deciso, alla fine di marzo, dopo aver letto sui giornali di quanto accaduto, di scrivere una lettera al sindaco: Le scrivo a campagna elettorale conclusa, onde eli-

Discriminare i pi piccoli la cosa pi vergognosa che si possa fare. Ho scritto al sindaco ma non ha risposto

minare qualsiasi dubbio di attenzione pretestuosa si legge Immagino che il fatto che questo fulgido atto di grande equit fiscale realizzato contro dei bambini abbia suscitato lattenzione dei media nazionali, abbia destato in Lei e nei suoi gloriosi collaboratori un vanto senza eguali. Bagaglio ha provato sulla propria pelle quanto accaduto a quegli otto alunni di Montecchio: Ancora oggi mi ricordo come mi fece sentire diverso lallora povert della mia famiglia che non mi consent di frequentare unora di doposcuola a pagamento. Allora ha pensato di intervenire in due modi: Prima di tutto bisognava protestare in maniera pi o meno marcata spiega ancora al Fatto Poi mi sono offerto di pagare, da solo o insieme ad altri, la retta della mensa scolastica per questi bambini fino alla fine dellanno. Un gesto simbolico, in risposta ad uniniziativa esclusivamente politica: La mia proposta : Se il suo bilancio non lo consente, le vengo incontro. Ma la mia esperienza di amministratore mi dice che impossibile non trovare

nelle casse di un Comune diecimila euro per dare da mangiare ai bimbi. Basta soltanto verificare le singole situazioni, le condizioni economiche dei genitori. Anche perch ci si trova di fronte ad un disagio generale, dove gli ultimi sono sempre pi gli ultimi. La sua iniziativa ha cominciato a raccogliere le prime adesioni: amici e conoscenti, che si sono detti disponibili a partecipare alla colletta. Il problema che, finora, il sindaco leghista Milena Cecchetto non ha neanche risposto alla lettera: E non credo che lo far commenta amaro il medico visto che la sua iniziativa ha fatto scuola. Bagaglio non si vuole fermare, per: attender qualche giorno, poi scriver nuovamente alla prima cittadina. Questi bambini si legge ancora nella lettera rei per la maggior parte di appartenere a famiglie indigenti oltre che extracomunitarie, grazie a Lei hanno provato anche a scuola quella condizione di umiliante diversit che, probabilmente, gi ora li relega tra gli ultimi anche fuori dalle aule scolastiche.

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CRONACHE

CHIESA SENZA TIMONE


Papa Ratzinger scrive libri, documenti, discorsi, si concentra sul rapporto tra fede e ragione. Dovrebbe essere la Segreteria di Stato a tenere in mano tutto invece si ha limpressione di una disfunzione e di pareri divergenti allinterno.Ma ci sono, a parere dello studioso, due nodi pi profondi, che caratterizzano in senso regressivo il pontificato ratzingeriano. Anzitutto il ridimensionamento sistematico del concilio Vaticano II. Il Concilio viene letto alla luce della tradizione. C una fedelt letterale ai suoi testi. Ma si rifiuta lo spirito del Concilio come svolta e nuovo inizio e gli si rimprovera un eccesso di apertura al mondo. Eppure da esperto, chiamato ai lavori conciliari, Ratzinger aveva posizioni riformiste. Ora nelle sue memorie dice che i testi preparatori erano buoni, bastava solo ritoccarli. Strano. Perch lui stato uno dei coautori del discorso del cardinale Frings di Colonia che (allinizio dei lavori conciliari)
Lo storico Giovanni Miccoli (FOTO OLYCOM) di Marco

N
NDRANGHETA

Assessore in manette

Lo storico Miccoli: si rifiuta lo spirito del Concilio E ieri dal Papa nuovo messaggio contraddittorio
pare di sentire il lamento di Lefebvre, secondo cui se il Vaticano II avesse seguito i binari di Pio XII, sarebbe stato un concilio stupendo . Lesito un ritorno indietro, una riduzione del ruolo del laicato, uninsistita sacralizzazione del clero, collegata al celibato, piuttosto che lumanizzazione del prete in seno al sacerdozio comune dei fedeli. Una riproposizione della piramide gerarchia-Santa Sede-Papa. La liberalizzazione della Messa tridentina gioca un ruolo cruciale. Il latino non centra niente. E la sostanza del vecchio rito che fa problema. Laddove nella Messa postconciliare Paolo VI si riferiva agli ebrei fedeli alla Promessa (fatta da Dio ad Abramo, ndr), Benedetto XVI lascia che nel rito tridentino si parli ancora di conversione degli ebrei. E resta laccenno ad eretici e scismatici: non esattamente un incoraggiamento ai rapporti ecumenici. Ma c un nodo pi profondo, che riguarda il motivo perch la Messa di Pio V era il simbolo di Lefebvre (il vescovo scissionista, che dopo il Concilio ruppe con Roma, fond un suo movimento, ordinando propri preti e vescovi finche Papa Wojtyla lo scomunic nel 1988). Per Lefebvre ricorda Miccoli la nuova messa simboleggiava quanto di storto era stato fatto dal Concilio. Perci l11 settembre 1976, a Castelgandolfo, chiede a Paolo VI: Santit, ci lasci fare lesperienza della Tradizione. E Paolo VI dopo un mese gli risponde con una lunga lettera in latino, spiegando di non potere accettare, perch altrimenti accetterebbe la sua idea del Concilio e dei suoi presunti errori. Stupisce che con Papa Ratzinger tutto questo sia caduto nel dimenticatoio. La concessione della pari possibilit di celebrare vecchio e nuovo rito la banalizzazione straordinaria di una questione grave. Chiesa di Cristo sia realizzata nella Chiesa di Roma. Presupporre la totale verit nella Chiesa di Roma un freno al dialogo ecumenico. Poi c il rapporto tra Chiesa e Stato. Se la societ deve attenersi alle norme di diritto naturale, sancite da Dio, allora la Chiesa diventa istanza suprema, poich compete a lei definire i diritti naturali. Alla fine riassume Miccoli la societ che non riconosce Dio destinata a rovinarsi: una base labile per lincontro tra Credenti e Non credenti. E intanto la Chiesa lamenta di non avere accesso allo spazio pubblico. Non vero, si discute solo che i suoi principi non possono essere tradotti in norme di legge. Non possibile che al legislatore sia vietato regolare fenomeni come le coppie di fatto o le unioni gay. Difficile prevedere levoluzione del pontificato. Ieri, ancora una volta, Benedetto XVI si presentato come Giano bifronte. Ha esaltato il valore della penitenza sotto gli attacchi del

anche l'assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Condofuri tra le 26 persone arrestate ieri da squadra mobile e carabinieri di Reggio Calabria. Si tratta di Filippo Rod, primo degli eletti nelle amministrative 2009. I provvedimenti, richiesti dalla Dda di Reggio Calabria, hanno riguardato persone indagate per associazione di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento, detenzione e porto abusivo di armi e munizioni, violenza e minacce a pubblico ufficiale. Gli arrestati vengono sospettati di essere vicini alla cosca Rod-Casile che opera nei Comuni di Condofuri e San Lorenzo.

Politi

l pontificato di Benedetto XVI? Io penso che sia un ritorno al passato. Settantasette anni, professore emerito allUniversit di Trieste, Giovanni Miccoli uno dei pi noti studiosi del cristianesimo e della Chiesa cattolica. Lelezione di Benedetto XVI il 19 aprile 2005, spiega, segn la scelta della certezza della dottrina. Cinque anni dopo Miccoli vede un pontificato marcato da molti interrogativi. Anche adesso mi sembra che da parte della Santa Sede ci sia una grande difficolt a riconoscere che la prassi di evitare in primo luogo gli scandali, mantenendo una serie di questioni delicate come gli abusi nell'ambito del segreto pontificio, era largamente vigente fino a non molti anni fa. Non il solo momento di crisi del pontificato. Pensiamo al discorso di Ratisbona, la citazione pesante contro lislam dellimperatore Michele Paleologo, senza pren-

derne le distanze. Con il Papa costretto quindi ad esprimere il suo dispiacere e a rimaneggiare il testo, aggiungendo che le parole su Maometto per noi sono assolutamente inaccettabili. E la gaffe sullAids in Africa, che smentisce il lavoro che i religiosi fanno da tempo sul posto. E il discorso ad Aparecida, in Brasile nel 2007, quando descrisse una cultura india che accoglie lannuncio di Cristo a braccia aperte, senza accennare ai massacri della Conquista. E la questione della scomunica tolta ai lefebvriani: con il Vaticano che stranamente cade dalle nuvole a proposito del negazionismo del vescovo Williamson, quando noto che lantisemitismo radicato in tutto il movimento di Lefebvre.

Ratzinger ha un quadro fosco del presente Il suo Pontificato un ritorno al passato


port al rigetto dei testi preparati dalla Curia. Altri teologi hanno avuto paura del dopo-Concilio: Danielou, Lubac, Maritain. Il problema quando una simile impostazione arriva al soglio pontificio. La linea generale stata precisata con lesaltazione di Pio XII nel cinquantennale della morte. Oltre alla riabilitazione del suo atteggiamento verso lo sterminio degli ebrei durante la guerra, Pio XII stato presentato come predecessore e protagonista del Vaticano II. Cosa che lascia esterrefatti. In qualche modo

La linea stata precisata con lesaltazione di Pio XII nel cinquantennale della morte
mondo, che ci parlano dei nostri peccati. E necessario purificarsi, ha sottolineato. Poi, per, ha denunciato lo spirito dei tempi, per cui sarebbe obbligatorio pensare ed agire come tutti. Tornando a rovesciare colpe sulla societ contemporanea: La sottile aggressione contro la Chiesa, o anche meno sottile, dimostra come questo conformismo pu realmente essere una vera dittatura. Il professor Miccoli non si meraviglia: Ratzinger ha sempre avuto un quadro fosco del presente.

FRANA MONTAGUTO

Scontati biglietti ferroviari

lla fine Trenitalia ha ceduto: a un mese dalla frana che ha interessato il comune di Montaguto, con tanto di viaggiatori costretti al trasbordo sui pullman e viaggio interminabile, la societ ha deciso di scontare i biglietti ferroviari per il tragitto Roma-Puglia. Da oggi, si avr una riduzione temporanea media di circa il 20% su tutti i treni della media e lunga percorrenza.

Troppi pareri divergenti


Che cosa non funziona? E come se non ci fosse chi tiene in mano il timone del governo.

Chiesa di Cristo Chiesa di Roma


Altri temi sono sul tappeto, che rendono problematico il Pontificato. La concezione che la

LAZIOGATE

Chiesti due anni per Storace

Quando politica e solidariet vanno a braccetto


AL CONGRESSO NAZIONALE DELLARCI ANCHE UN MESSAGGIO (APPLAUDITO) DI FINI
di Giampiero Calap Chianciano Terme (Siena)

ove il s dell rci Ddei cbattelinicuore rolasosinistra'Avin-, l'associazione delle case del popolo e irco , il Pd e cono ancora. Pur perdendo voti e spesso senza avversari in grado di contrastare gli ex comunisti, indubbio, per, che una parte importante di quei successi arrivi proprio grazie al radicamento territoriale consentito dalla presenza delle case del popolo e dall'importante attivismo politico dell'Arci, che vanta oltre 5mila e 600 circoli in tutta Italia (con pi di un milione di tesserati) di cui 950 in Emilia Romagna e 1200 in Toscana. Vere roccaforti dove il vecchio partito nel bene o nel male funziona anche oggi, almeno alle urne. L'orgoglio di questa realt, che sopravvive alla disgregazione dei grandi partiti popolari e al declino dei movimenti, da ieri a domenica esibito con for-

za dai 572 delegati del Congresso nazionale dell'Arci a Chianciano Terme. Chi spesso ne parla a sproposito - ha aperto i lavori il presidente Paolo Beni dovrebbe provare a conoscerli meglio i nostri circoli: cattedrali del comunismo decadenti e mercificate, orfane del partito che non c' pi e sciocchezze simili. Socialit, cultura, solidariet, mutuo aiuto, inclusione sociale e tutela dell'ambiente: siamo ancora tutto questo e per milioni di persone Arci richiama i valori della pace e dei diritti umani, oltre all'impegno per un mondo diverso. Proprio di ritorno alle case del popolo ha parlato il neo-governatore della Toscana, Enrico Rossi, che a pochi giorni dalla vittoria si impegnato a visitare tutti i circoli Arci della regione. Era presente anche lui, ieri, insieme al segretario Pierluigi Bersani al Palamontepaschi di Chianciano: Oggi la cultura troppo dominata dalla destra - ha am-

monito Rossi - e proprio l'Arci pu essere importante nel richiamare i nostri intellettuali a parlare alla gente con parole diverse rispetto a quelle che le tv berlusconizzate ogni sera vogliono farci vedere. Perch dall'Arci parte anche un grido d'allarme rispetto allo stato dell'informazione nel Paese e molto rilevante ieri, in questo senso, stata la presenza al Congresso di Roberto Natale, presidente della Fnsi: Il rapporto del sindacato dei giornalisti con voi - ha detto Natale ai delegati - sempre pi importante, come ha dimostrato il vostro impegno per la manifestazione di ottobre sulla libert di stampa. Informazione imbavagliata al punto, ha incalzato Bersani che per due anni siamo riusciti a non parlare della crisi economica che investe il Paese, modo utile per consentire di non occuparsene con una manovra specifica, mentre abbiamo percentuali di disoccupazione giovanile da Maghreb, non da nazione oc-

cidentale. Segno dei tempi che cambiano, gli applausi dopo la lettura del messaggio inviato dal presidente della Camera, la prima volta che un ex missino interviene ad un Congresso dell'Arci, proprio nel giorno del pranzo-vertice in cui Gianfranco Fini ha posto l'ultimatum al premier Silvio Berlusconi, dicendosi pronto a procedere con gruppi autonomi in Parlamento. Per affrontare la crisi - ha scritto Fini elogiando l'attivit dell'Arci - necessario rinnovare nei cittadini un autentico senso di impegno civile che arricchisca in profondit il tessuto sociale, creando diffusamente un clima di reciproca fiducia. A tale impegno possono contribuire in modo significativo associazioni particolarmente sensibili all'esigenza di affrontare, in chiave solidaristica, contesti di degrado e di bisogno con iniziative e progetti volti a dare un sostegno concreto a molte persone.

ue anni di reclusione per Francesco Storace. E la richiesta avanzata dal pm Ciardi, al termine del processo sul Laziogate, la vicenda che vede coinvolto lallora presidente della Regione in merito ad alcune intrusioni abusive allinterno dellanagrafe di Roma. Richieste condanne per altre sette persone. I reati contestati vanno, a vario titolo, dallaccesso abusivo a sistema informatico, alla violazione della legge sulla privacy e al favoreggiamento.

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Venerd 16 aprile 2010

ECONOMIA

La versione di Colaninno
TELECOM NON STATA SPOLPATA
di Roberto Colaninno

aro Direttore, ho letto con indignazione larticolo di Peter Gomez dal titolo La polpa Telecom ha riempito le loro pance, pubblicato ieri dal Fatto Quotidiano. Il pezzo contiene una serie di affermazioni e ricostruzioni infondate figlie della pericolosa categoria dei falsi miti che continua tristemente ad animare la vicenda dellofferta pubblica dacquisto su Telecom e che ho gi avuto occasione di smentire in innumerevoli occasioni. Ma, evidentemente, repetita iuvant: sono costretto, quindi, a ricostruire (ancora una volta) i fatti cos come si sono realmente svolti, nonch i loro risultati industriali e finanziari. Nella speranza che le illazioni possano lasciare posto, finalmente, alla verit storica.

Roberto Colaninno quando era presidente di Telecom nel 1999 (FOTO ANSA)

LA SCALATA. LOpas lanciata da Olivetti su Telecom nel 1999 non rappresent soltanto la pi grande operazione di questo tipo mai realizzata in Italia e una delle principali effettuate a livello globale, ma anche lo strumento per realizzare uno straordinario progetto industriale nellinteresse di Olivetti, di Telecom Italia, del nostro Paese. Parlano i fatti: mi limito a ricordare che nel 2001 al termine di unavventura industriale complessa e appassionante fui costretto a lasciare unazienda totalmente diversa da come lavevo trovata. In soli due anni lazienda italiana di TCL era diventata un vero player internazionale, in virt di una strategia di espansione sui mercati pi promettenti del pianeta. Avevamo conquistato la maggioranza della societ di telefonia mobile in Cile, sviluppato la rete di telefonia mobile e fissa in Brasile, razionalizzato Telecom Argentina, rafforzato la nostra presenza in Grecia, in Turchia e in tutta larea del Mediterraneo orientale, avviata con Telecom Austria la presenza del gruppo sui mercati dellEuropa centro-orientale in virt di un accordo con il governo austriaco, risolti gravi contenziosi come quelli in Serbia e a Cuba nei riguardi degli Stati Uniti. Il profilo industriale di Telecom Italia nel 2001 spaziava dalla telefonia fissa a quella mobile, da Internet alla televisione, dalle comunicazioni satellitari ai sistemi informatici. Altro che Telecom spolpata. Sotto il profilo finanziario, lOpas del 1999 fu unoperazione di mercato cos dirompente e trasparente da cogliere di sorpresa (e forse preoccupare) chi era abituato da decenni a considerare i salotti buoni del capitalismo italiano come lunico terreno di gioco delle grandi operazioni industriali e finanziarie del Paese. A differenza di quanto successo negli altri passaggi di propriet del gruppo telefonico, lofferta di Olivetti si rivolse infatti a tutti gli azionisti ordinari di Telecom Italia dando loro la possibilit di incassare un premio rilevante rispetto alle quotazioni del titolo. IL DEBITO. Quanto al debito, desidero ribadire con forza che lOpas non port indebitamento su Telecom Italia e sulle altre societ operative: per realizzare loperazione Olivetti utilizz 20.000 miliardi di lire di liquidit propria, bond e strumenti finanziari di debito, che rimasero in ca-

Il debito di Telecom era largamente inferiore a quello dei suoi grandi competitor Nel 2001 Telecom spaziava dalla telefonia fissa a quella mobile, da Internet alla televisione
rico alla societ di Ivrea e che sarebbero stati quasi annullati se loperazione gi accettata dal mercato di conversione delle azioni di risparmio Telecom Italia in ordinarie e il successivo buy back avessero trovato esecuzione nellestate del 2001. Ma il dato fondamentale un altro: il debito di Telecom, allepoca, era largamente inferiore a quello dei grandi competitor europei ed era perfettamente sostenibile dalla cassa generata annualmente dal gruppo telefonico stesso. E altrettanto importante inquadrare in modo corretto un altro aspetto delloperazione su cui vengono riproposte ciclicamente teorie improbabili e calunniose, delle quali mi interesserebbe molto conoscere le vere motivazioni. Nessuno chiese ed ottenne sponsorizzazioni politiche o istituzionali. Non fanno parte della mia etica, sarebbero state contrarie alle regole del diritto nonch unevidente contraddizione rispetto alla logica esclusivamente di mercato che caratterizz lintera operazione. Allepoca dei fatti le istituzioni competenti in primis lallora presidente del Consiglio Massimo DAlema, il ministero del Tesoro, Consob e Borsa Italiana controllarono severamente ogni dettaglio di questa operazione, garantendo il rigoroso rispetto

delle leggi. Il modello di relazioni con tutti i rappresentanti del mondo istituzionale si bas sulla trasparenza e sulla tutela della neutralit: elementi richiesti anzi pretesi dal mercato, che fu in grado di stabilire lesito delloperazione al di fuori di ogni condizionamento esterno. Lopinione pubblica e il mondo finanziario e del risparmio furono informati quotidianamente dai media italiani e internazionali, che per la prima volta in Italia ebbero la possibilit di seguire, analizzare e valutare in ogni dettaglio unOfferta di Pubblico Acquisto verso tutti gli azionisti di Telecom Italia, dalla sua nascita alla sua conclusione. Nel dettaglio, allassemblea degli azionisti Telecom che doveva deliberare lOpa di Telecom sulla controllata Tim si present soltanto il 22,3 per cento del capitale della societ: lassemblea, dunque, non pot n costituirsi n deliberare, a prescindere dalla decisione del ministero del Tesoro e del Fondo Pensioni della Banca dItalia. Questi due soggetti erano titolari rispettivamente del 3,4 per cento e del 2,3 per cento del capitale di Telecom: se anche si fossero presentati a Torino, il quorum non sarebbe stato raggiunto. BELL. Voglio ribadire per lennesima volta, inoltre, che non ho mai posseduto nessuna azione di qualsivoglia societ lussemburghese e in particolare di Bell. Nel luglio 2001, quando gli azionisti di Bell decisero di vendere a Tronchetti Provera, lo fecero contro la mia volont e quindi senza alcun mio coinvolgimento nella trattativa. A quel punto la mia decisione proprio perch in contrasto con la strategia del gruppo Gnutti fu quella di vendere tutte le mie partecipazioni in Hopa, Fingruppo e Olivetti al gruppo Gnutti. E doveroso ricordare, infine, che i frutti di questa e di tutte le mie operazioni sono sempre rimasti integralmente in Italia e hanno generato ingenti imposte a favore dellerario.

debitata per 8,1 miliardi di euro. Oggi sono 34. 2) Questo buco stato in gran parte causato dallOpa del 99. A indebitarsi infatti non fu nellimmediato Telecom, ma le societ che la controllavano come Tecnost e Olivetti. Societ che negli anni successivi, dopo diverse fusioni, hanno finito per scaricare il debito su Telecom. Ma quel che peggio che tutto questo

era stato ampiamente previsto. Non solo da molti giornali ed economisti, ma persino il 28 aprile del 99, dallallora ad Franco Bernab in un celebre discorso ai dipendenti. 3) Le scatole finanziarie, come Bell e Olivetti (17,5 miliardi di debiti nel febbraio 2001), che dallOpa in poi hanno controllato Telecom (con Tronchetti si passati a Olimpia) avevano sempre bisogno di soldi. E li pompavano dal basso. Anche per questo Telecom tra il 1998 e il 2008 ha distribuito 21 miliardi di dividendi. Pure quando la societ andava male. 4) vero che nellera Colaninno lazienda, sullonda della bolla della Borsa, si espandeva allestero. Ma altrettanto vere sono le cessioni italiane di asset come Sirti e Italtel. 5) La conversione delle azioni Telecom e il buy back successivo che, secondo Colaninno, avrebbe potuto risolvere parte dei problemi non si realizzato. E la storia non si fa con i se. 6) Parlare di governo DAlema neutrale un insulto alla cronaca e allintelligenza. Prima di tutto perch Telecom un azienda strategica per il Paese e lesecutivo ha non solo il potere, ma anche il dovere di seguirla. E poi perch una serie di fatti, molti dei quali riassunti ne Laffare Telecom, libro mai smentito dei giornalisti Oddo e Pons, dimostrano lesatto contrario. Elogio dei capitani coraggiosi a parte - avvenuto 24 ore prima del cda

Olivetti che vota lOpa - bisogna ricordare che a Colaninno, per fare cassa, fu permesso di vendere Omnitel e Infostrada alla Mannesmann con un anno di anticipo rispetto al vincolo previsto nella concessione di governo. Che nel cda Telecom sedevano tre rappresentanti dellesecutivo che potevano esprime il loro gradimento sui nuovi soci con pi del 3 per cento del capitale. Che, secondo i mai smentiti Oddo e Pons, Colaninno incontr DAlema un mese prima della scalata e gli mostr due lettere dimpegno delle banche disposte a sostenerlo. Che il tesoro e la Banca dItalia non parteciparono allassemblea Telecom che avrebbe dovuto deliberare lOpa su Tim per stoppare la scalata. E se vero che da sole le loro azioni non sarebbero state sufficienti per raggiungere il quorum 30 per cento del capitale, altrettanto vero che alcuni fondi internazionali decisero di non partecipare proprio perch il governo tifava per i capitani coraggiosi. Infine unultima annotazione: ma realmente si pu pensare che Consorte (presente con Unipol in Bell, la lussemburghese di cui nessuno ha mai scritto che Colaninno fosse socio) abbia parlato con DAlema solo in occasione delle scalate bancarie del 2005? Io, no.
Peter Gomez

I CAMBIAMENTI CLIMATICI, TUTTA COLPA DELLUOMO.

QUELLO CHE NON TORNA


a versione Roberto Colaninno, Lvista storicodiche da quellodal puntoae mio avviso fa acqua. Sia di politico finanziario. Vediamo perch. 1) Nel 1998, cio subito prima dellarrivo alla testa di Telecom dei capitani coraggiosila societ era in-

Abbiamo inquinato laria, la terra e il mare. Raso al suolo le foreste. Provocato cambiamenti climatici fatali per centinaia di migliaia di specie e sempre pi pericolosi per luomo. Prima che non ci sia pi nulla da fare, fai una cosa: sostieni Greenpeace. Per informazioni chiama lo 06.68136061 o visita il nostro sito.
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ECONOMIA

LE PROMESSE CHE LA LEGA NON con lui leMANTENERE generose PU banche diventeranno Bossi sostiene che
Non succeder mai, ma intanto ottiene consensi e potere
di Gianni Barbacetto

osservatorio crisi
dc

Le prossime vittime
di Superbonus

e non S Greciaintervengonoa investimenti politici la non riuscir rifinanziare il suo debito sui mercati e utilizzer la linea di credito messa a disposizione dallEuropa molto presto. A quel punto a chi detiene i bond Greci non rester che sperare che i debiti pregressi vengano pagati, anche se magari in un futuro lontano. Ma il mercato ha gi scelto le sue prossime vittime: Portogallo e Spagna. Il rendimento dei bond a due anni del primo sono al 1 per cento sulleuribor; la seconda ha iniziato ad avvertire il pericolo quando le grandi banche e gli hedge fund americani hanno iniziato a vendere allo scoperto i titoli spagnoli. Le banche private spagnole continuano a comprare titoli del governo di Madrid controbilanciando lofferta, ma fino a quando durer? Larticolo apparso ieri sul Sole 24 Ore che indicava la Spagna come prossima vittima ha poi convinto molti gestori di fondi italiani a non acquistare. Si attende un segnale da qualcuno, dalla Germania, dallEuropa o da entrambe, che rassicuri sul fatto che la situazione migliore di come la dipingono gli economisti pi accreditati e i giornali. La gestione della finanza europea appare sempre pi un deserto senza leader in cui ognuno tira acqua al proprio mulino non capendo che il fiume rischia di prosciugarsi. LItalia pensa di essere al sicuro con il suo deficit/Pil 2010 inferiore a quello dei partner, ma solo un gioco di specchi: le banche dinvestimento comprano i titoli italiani per mitigare il rischio dellesposizione a ribasso su Portogallo e Spagna seguendo un ordine ben preciso di vittime predestinate. Landamento della spesa pubblica e la diminuzione delle entrate fiscali non aiutano ad uscire dalla lista, Tremonti sa che gli scogli sono pericolosamente vicini ed entro lestate il governo dovr decidere quale segnale vorr dare ai mercati. Il ministro del Tesoro sta cercando di mitigare lentit delle manovre da attuare nei prossimi anni con una grande (s)vendita di immobili pubblici: come se una famiglia vendesse il proprio patrimonio per pagare le bollette. Baster a calmare i mercati ed a tenere unita maggioranza e paese? Vedremo. Di fatto la mancanza di trasparenza sui numeri avr un prezzo in termini di compromessi da dover raggiungere fra le forze politiche e le forze sociali, in una gigantesca commedia degli errori in cui si dice che tutto va bene e nello stesso tempo si stringe la cinghia.

uando lo facevano la Dc e il Psi (senza dirlo), era lottizzazione, era Roma ladrona. Ora che lo fa la Lega (rivendicandolo), cosa buona e giusta. Spartizione e occupazione delle poltrone nelle istituzioni, negli enti, nelle societ, alla Rai... E ora anche negli istituti di credito: Chi intelligente ha capito che abbiamo vinto tutto e fatalmente ci toccher anche una fetta di banche. Cos ha ribadito ieri Umberto Bossi, dimostrando che le dichiarazioni del giorno prima ( chiaro che le banche pi grosse del Nord avranno uomini nostri a ogni livello. La gente ci dice prendetevi le banche e noi lo faremo) non erano state un incidente, non gli erano sfuggite di bocca. Se lipocrisia il tributo che il vizio paga alla virt, la seconda Repubblica dellipocrisia fa volentieri a meno, esalta il vizio e si vanta di ci che la prima ipocritamente cercava almeno di nascondere.

ha toccato con mano, quando il suo partito si imbarcato, per ben due volte, nellavventura della banca padana. La prima stata quella fai-da-te, la Credieuronord, naufragata in un paio danni dopo aver bruciato quasi lintero capitale sociale e aver gettato nella disperazione i tanti militanti leghisti che, credendo alle promesse dei loro capi, vi avevano investito i loro risparmi. La seconda stata quella affidata a Gianpiero Fiorani, con il suo assalto ad Antonveneta, finito con larrivo della polizia giudiziaria e la contestazione di un lungo elenco di reati. IL TENTATIVO DI GIULIO. Non c il due senza il tre. E ora la Lega convinta di aver imboccato finalmente la strada giusta: loccupazione delle poltrone che spettano agli enti locali (leghisti) nelle Fondazioni che controllano grandi banche del nord come Unicredit e Intesa-Sanpaolo. Gli uomini del Carroccio hanno di colpo trovato la via per arrivare al cuore del sistema, senza pi svenarsi in imprese fallimentari come improbabili banchette padane o avventurose scalate dei furbetti di turno. Se a Giulio Tremonti, guru silenzioso delle manovre leghiste nella finanza, fosse riuscita la sua riforma, oggi gli enti locali, cio i partiti, avrebbero a disposizione addirittura il 75 per cento dei posti sulla plancia di comando delle Fondazioni. Invece la Lega dovr accontentarsi di quel che rimasto, che comunque non poco e savvicina al 60 per cento. Come lo utilizzer? Per obbligare le banche a stare vicine al terri-

LOMBRELLO. A chi ieri gli ha fatto osservare che allora la Lega fa come gli altri partiti, partecipa allo stesso sistema di potere, il leader del Carroccio ha risposto: Fino a ora andata avanti cos, non vedo perch dobbiamo cambiare le regole proprio quando vince la Lega. T.... E segue gesto dellombrello. Lo ha detto la gente che adesso tocca a noi. Bossi non riesce nemmeno a immaginare che loccupazione politica di posti, che andrebbero invece assegnati almeno con il criterio della competenza, pu danneggiarle, le banche. Eppure lo

torio, cio a dare i soldi agli imprenditori del nord. Cera una volta la banca il cui fine era creare valore per gli azionisti. Ora trionfa, almeno nelle intenzioni di Bossi, la banca che finanzia i piccoli, che allarga i cordoni della borsa. Anche a rischio di vedere impennarsi i tassi dinsolvenza, gi alti anche nel nord battuto dalla crisi. Diventer realt la banca che piace a Bossi, attenta al territorio e soprattutto prodiga e generosa fino ad avere le mani bucate? Non detto. Lesperienza insegna che, da una parte, banche e Fondazioni hanno qualche strumento e qualche filtro per resistere alle imposizioni pi grossolane della politica, come ha cercato di spiegare ieri a Bossi Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo. Anche se questa speranza vacilla non appena si sentono dichiarazioni come quelle del ministro Claudio Scajola (Teniamo la politica il pi lontano possibile dal sistema finanziario, facciamo solo il bene dellItalia e degli italiani) o di Fabrizio Palenzona, vicepresidente di Unicredit (Bossi vuole fare unopa? Il mercato contendibile). Daltra parte, dimostrato che i leghisti insediati in qualche poltrona di peso (vedi lex senatore Dario Fruscio allEni) non sono capaci neppure di fare grandi danni. PARTITO DEI PICCOLI. Ma intanto i proclami di Bossi hanno un effetto certo: quello propagandistico di accreditare la Lega come unico partito davvero attento i piccoli, a chi fa impresa, a chi rischia con il suo lavoro e oggi si trova davanti banche arci-

gne e chiuse. Il messaggio : noi del Carroccio trasformeremo le banche in fatine benefiche. O, vista da unaltra angolazione, in una nuova greppia del nord (come le erogazioni di fondi volute dalla Lega, dalla restituzione delle quote latte in gi, secondo la lettura che ne da leconomista Tito Boeri). Ma quasi del tutto propaganda, un robusto spot, pi che una promessa da mantenere. LE FONDAZIONI. Nella concretezza, per, un effetto Bossi lo potr ottenere, con loccupazione militare delle Fondazioni: i suoi uomini avranno voce in capitolo nelle loro decisioni di spesa. E sono tanti soldi. Dunque accresceranno potere e consenso. Per carit, non inventano nulla:

Lottizzazione: Non cambieremo certo le regole proprio quando vinciamo noi

lo facevano (anzi lo fanno) anche i democristiani. E lo fa anche la sinistra: basta guardare quel che succede a Siena. Il Monte dei Paschi non solo la pi antica banca del mondo, anche la pi grande azienda della citt, con una maggioranza blindata nelle mani della Fondazione Montepaschi, controllata dal Comune di Siena (che nomina otto dei suoi 16 deputati generali) e dalla Provincia (che ne nomina cinque). E la Fondazione, oltre a controllare la banca, la grande benefattrice di Siena: non c iniziativa culturale, ricreativa, di volontariato dalle mostre pi prestigiose allultima scuola locale di tango che non sia generosamente finanziata dalla Fondazione. Certo, il rosso Montepaschi pu permettersi per di ricordare il suo gran rifiuto: bench controllato dai Ds, nel 2005 respinse gli ordini di scuderia di Massimo DAlema e Piero Fassino e rest fuori dalla scalata di Giovanni Consorte a Bnl. pensabile che qualcuno della Lega dica di no a Bossi? Si dovrebbe chiederlo a Giancarlo Giorgetti, luomo della finanza nel Carroccio, forte di un solido rapporto con Giulio Tremonti e di unantica consuetudine con Massimo Ponzellini, presidente della Banca popolare di Milano. Ma chiaro che si tratta di una domanda retorica.

Addio alle liberalizzazioni il governo accontenta le lobby


di Stefano Feltri

i chiamano stati generali delle professioS ni: unadei professionisti. Sono cominciati consultazione del governo con le categorie ieri, ma i lavori in Parlamento durano da mesi, con un obiettivo preciso: spazzare via le liberalizzazioni introdotte dal governo Prodi (la lenzuolata di Pier Luigi Bersani) che hanno aumentato la concorrenza in diverse categorie di professionisti. A cominciare dagli avvocati. Questa la dichiarazione programmatica del ministro della Giustizia Angelino Alfano, che ieri ha aperto gli stati generali: Dobbiamo fare la riforma mettendo al centro il cittadino, garantendo unalta qualit delle prestazioni rese dai professionisti, tariffe chiare e trasparenti e, allo stesso tempo, assicurando ai professionisti la dignit e il prestigio che derivano dal loro essere laureati che hanno superato unesame di Stato. In realt, per gli avvocati almeno, la riforma significa ripristinare le tariffe minime. Ricapitolando: nel 2006 Bersani introduce alcune novit che consentono allItalia di risalire la classifica della libert nella professione legale (resta comunque 26ma su 30). Viene permessa un minimo di pubblicit agli studi legali, diventa possibile una societ tra avvocati sul modello americano (sia pure con molti vincoli), viene abolito il divieto della quota lite, cio diventa possibile legare lonorario dellavvocato allesito della causa e vengono abolite le tariffe minime inderogabili e vincolanti. Lo scopo di consentire anche ai giovani professionisti di trovare clienti sul mercato, offrendo prezzi ridotti per compensare la scarsa esperienza. Le associazioni di categoria degli avvocati non gradiscono: il 4 settembre 2006 il Consiglio nazionale forense, presieduto da Guido Alpa, propone uninterpretazione molto restrittiva delle liberalizzazioni, tanto che lAntitrust a marzo 2009 denuncia che la mag-

gior parte degli ordini sta resistendo ai principi di liberalizzazione introdotti dalla legge Bersani che va dunque rafforzata. Oggi Alpa applaude le mosse di Alfano: Siamo soddisfatti dellincontro e del fatto di avere nel ministro un interlocutore per la riforma delle professioni. E infatti, nel disegno di legge appena approvato in commissione Giustizia al Senato ispirato da Alfano, si torna indietro: ricompaiono le tariffe minime ma non quelle massime, arrivano nuovi paletti per le societ (vietate quelle tra avvocati, permesse quelle tra un avvocato e un commercialista), viene ripristinato il divieto a legare la retribuzione del legale al risultato che ottiene. Una sola cosa non cambia mai: nessuno ha lobbligo di retribuire i praticanti negli studi legali. I giovani si trovano cos con nuove barriere allentrata in un settore in cui le disparit di reddito sono gi molto elevate: nel 2008 su 220 mila avvocati, uno su 4 dichiarava meno di 720 euro al mese, anche perch molti sono di fatto dipendenti dagli studi per cui lavorano ma con una partita Iva che esclude tutti i benefici del lavoro dipendente. Poi arrivata la crisi. I professionisti sono stati colpiti come e forse pi dei lavoratori dipendenti, con la differenza che per loro non ci sono cassa integrazione e ammortizzatori sociali. Il Corriere della Sera ha fatto da sponda mediatica, trasformando il disagio di una categoria in un tema politico: anche ieri riportava in evidenza un sondaggio di Confprofessioni secondo cui il 68,94 per cento degli intervistati favorevole al ritorno dei minimi tariffari. Dietro la riforma sembra esserci quindi una volont di assistere un settore in difficolt, sostenendo chi c dentro anche se a spese di chi sta provando a entrarci. Almeno questa la tesi di Bersani, che dice: Il messaggio quello si salvi chi pu e chi fuori, fuori. Se cos, si aspettino tutta la nostra opposizione.

Il triumvirato economico della Lega: il segretario Giancarlo Giorgetti, il ministro Giulio Tremonti (Pdl) e il leader, Umberto Bossi (FOTO IMAGOECONOMICA)

GUERRE SINDACALI

di Salvatore Cannav

intervento suonato come uno schiaffo e la sala ha reagito con il gelo. Il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, dopo aver ascoltato Rinaldini, segretario dei metalmeccanici, che annunciava che la Fiom non aderir al modello contrattuale di Cisl, Uil e Confindustria, ha spiegato invece che la Cgil torner al tavolo della riforma contrattuale al termine del triennio di sperimentazione del nuovo modello del 2009, perch lobiettivo della Cgil e della Fiom deve essere riconquistare un modello contrattuale degno di questo nome. Lo avesse detto chiaramente nei congressi di base - commenta Giorgio Cremaschi, numero due della Fiom - il congresso tutto ne avrebbe giovato. Con il suo intervento di rientro, Epifani, scava un solco con la Fiom che si appresta a concludere il congresso con due documenti contrapposti: da un lato quello degli epifaniani (27 per cento), dallaltro la maggioranza Rinaldini-Cremaschi che ora sembra pi compatta.

EPIFANI CONTRO RINALDINI L

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Venerd 16 aprile 2010

DAL MONDO

GARATTI? UNA DELLE PERSONE PI ONESTE CHE CONOSCO


Parla una collega del chirurgo di Emergency arrestato in Afghanistan
C PIAZZA E PIAZZA
di Elisa Battistini

N
BIRMANIA

Bombe e morti a Rangoon

CI VEDIAMO A SAN GIOVANNI

er la manifestazione di nicchia si sceglie piazza Farnese. Quando liniziativa prende piede si passa in piazza Navona. Ma quando ci si attende tanta tante gente, allora si prenota piazza San Giovanni. Che la manifestazione indetta da Emergency per domani (ore 14.30) sia stata spostata da piazza Navona a piazza San Giovanni una notizia. In effetti il contatore delle adesioni allappello Io sto con Emergency sul sito dellong ha sforato ieri il tetto delle 300.000 firme. E lomonimo gruppo su facebook andato oltre le 121.000 adesioni. Gino Strada ieri ha detto che ci potrebbe essere una marea di gente. Le adesioni allappello dice il portavoce

dellong, Maso Notarianni e le mail ricevute sono state cos numerose che non ce la siamo sentiti di restare in piazza Navona. La cui capienza non supera le 30.000 persone. Per la mobilitazione che ci attendiamo continua Notarianni non sufficiente. Le persone ci hanno dimostrato una vicinanza straordinaria. Solo durante il rapimento di Daniele Mastrogiacomo avevamo sentito una solidariet paragonabile. Ma, in questo caso, la difesa dellong stata ancora pi forte: merito anche delle insinuazioni e degli attacchi contro i volontari arrestati. Forse mai come in questi giorni la gente ci ha sostenuto, dice Notarianni. Che piazza San Giovanni sia.

re bombe sono esplose ieri a Rangoon, sulla riva del lago Kandawgyi, dove una grande folla festeggiava il nuovo anno buddhista e hanno ucciso nove persone (secondo la tv birmana, ma altre fonti parlano di 24 morti) e ne hanno ferite altre 62. Lattentato avvenuto a pochi mesi dalle prime elezioni dal 1990 da cui stata esclusa la leader dellopposizione, Aung San Suu Kyi.

KIRGHIZISTAN

Il chirurgo Marco Garatti allinterno dellospedale di Lashkar Gah (FOTO ANSA)

Il presidente deposto fugge

di Elisabetta Reguitti

ggi Marco Garatti compie 49 anni. Ricorda questa ricorrenza lamica, prima che collega, Mariella Monteleone. La pediatra che, anni fa, voleva iniziare a lavorare per Emergency ma a cui Garatti aveva detto: Emergency non cura bambini. Poi le cose sono cambiate e, cos, 10 anni dopo i due si sono ritrovati nella corsia dellospedale Fatebenefratelli di Brescia. Mariella due giorni prima aveva mandato il suo curriculum al gruppo fondato da Gino Strada mentre Marco era tornato per dirle che ora Emergency cura, soprattutto, i bambini vittime delle guerre. Mariella e Marco si sono conosciuti allUniversit di Brescia: studi insieme, amicizie comuni. Poi lui era andato negli Stati Uniti per imparare a fare trapianti di fegato. Avrebbe avuto la possibilit di restare ma ha scelto di tornare. Ha scelto anche di abbandonare la brillante carriera nell'ospedale cittadino bresciano per fare il medico di guerra. Era passione la sua, passione vera. Vera come la sua etica professionale e la sua morale tanto che la stessa Monteleone

non ha tentennamenti nel dire che per Marco metterebbe non una ma entrambe le mani sul fuoco. Parla di colossale errore e di inutile accanimento. Nel gruppo di Emergency di Brescia nessuno dubita dellintegrit del chirurgo a capo dellospedale per vittime di guerra di Lashkar Gah, accusato di terrorismo assieme ad altri due operatori italiani (Matteo Dell'Aira, infermiere, e Matteo Pagani, tecnico della logistica) e assieme a tre afghani. Accuse alle quali si sono aggiunte le insinuazioni dell'agenzia afghana Pajhwork, secondo cui Garatti nel 2007 avrebbe partecipato al sequestro del giornalista Daniele Mastrogiacomo. Una ricostruzione smentita subito dalle parole della presidente di Emergency, Cecilia Strada, dal portavoce bresciano dellong Giorgio Cordini e dalla stessa Monteleone. Che quasi all'unisono dicono: Proprio in quel periodo Marco era in missione in Sierra Leone, per la precisione era responsabile dell'ospedale di Goderich. Quindi come avrebbe fatto a macchinare tutto ci di cui viene accusato?. Ieri, inoltre, Daniele Mastrogiacomo in unintervista a Peacereporter ha

dichiarato di non aver mai conosciuto Marco Garatti. Il giornalista di Repubblica afferma anche che, quando fu liberato, Garatti non era allospedale di Emergency, di aver incontrato Gino Strada solo dopo essere stato liberato e soprattutto ringrazia Emergency, che si battuta per la sua liberazione. Mariella ha lavorato con Marco. Prima in reparti diversi a Brescia poi nell'inferno di Kabul, nella regione del Panshir, in missione insieme nel 2005-2006. Marco era capo programma. Era lui che diceva a Mariella che la paura normale in quei casi. A volte mi sentivo inadeguata davanti a ci che vivevamo ogni istante della giornata: era lui che mi dava sicurezza. Marco una delle persone

pi pulite che io abbia mai conosciuto. La sua vita professionale sempre stata guidata dalla passione vera. Un uomo che certo non taceva rispetto a ci che vedeva. Cos come aveva fatto, in una intervista telefonica rilasciata ad un giornalista bresciano. A Eugenio Barboglio Garatti aveva dichiarato che nelle province del sud del paese che la situazione sia drammatica lo dice il numero costante dei feriti ricoverati. Kabul sembrava, al contrario sotto controllo. Un controllo che ora sta sfuggendo, nonostante lincremento delle forze militari. In realt vedo esplodere problemi. Che non riguardano, come alcuni sostengono, un insufficiente impiego militare. La situazione che peggiora

segno che si sbagliato molto in partenza. Che mancato il controllo sulla ricostruzione e che ora le forze occidentali stanno commettendo gli stessi errori di incomprensione delle realt afghane gi commessi dai russi. La gente delusa nelle aspettative. L'ultima volta che Mariella ha visto Marco stato un paio di mesi fa, in ospedale a Brescia. Mi disse di essere venuto a trovare suo padre ricoverato. Che sarebbe ripartito a breve ma che avrebbe voluto tornare a maggio per festeggiare il compleanno di suo pap. Il gruppo Emergency di Brescia organizza, per questa sera, un'ora di silenzio a partire dalle 18 in piazza Rovetta mentre a livello nazionale lappuntamento con la manifestazione di domani.

l presidente kirghizo deposto Bakiev ha presentato le sue dimissioni ed fuggito dal paese in Kazakhstan. La fuga seguita a una manifestazione dei suoi sostenitori avvenuta nella citt di Osh, durante la quale partita una sparatoria. Al momento degli spari Bakiev stava tenendo un discorso. Sempre ieri in Kirghizistan stato arrestato il ministro della Difesa del governo destituito.

ISRAELE

Lex premier e la maxi tangente

DALLA FARNESINA

L
sina. Strada, ai mattutini microfoni di Radio Citt Futura, ha affermato infatti che se i tre arrestati fossero stati americani, inglesi o spagnoli la loro liberazione sarebbe avvenuta nel giro di un quarto dora. questo, insomma, che testimonia lo scarso peso dellItalia. Incapace di far valere il miliardo di euro che ogni anno spendiamo per tenere in piedi il governo afgano. Strada ha detto anche che il governo non pu continuare a ripetere che si sta facendo tutto il possibile: Mi sembra che nessuno abbia chiamato lambasciatore afgano alla Farnesina, n tantomeno ricordato a Karzai che se i tre italiani non verranno subito liberati cesser immediatamente il sostegno al governo locale. Le sue parole hanno provocato, a stretto giro, la risposta del ministero degli Esteri che ha criticato duramente Gino Strada. Frasi come le sue si legge in una nota inviata nel pomeriggio sarebbero da evitare nell'interesse dei connazionali arrestati. La Farnesina ha definito le sue dichiarazioni controproducenti. E ha affermato, difendendosi, che lazione diplomatica del governo forte e tesa a garantire i diritti dei tre arrestati. Gino Strada ieri se l presa anche con i pochi mediocri (come li ha definiti) che hanno assecondato le accuse rivolte ai cooperanti con calunnie e insinuazioni, nel mero tentativo di screditare long e di togliere di mezzo tutti i testimoni scomodi del conflitto. Sul caso dei tre italiani intervenuto anche il rappresentante speciale dellOnu a Kabul, Staffan de Mistura. Che ha chiesto rassicurazioni a Karzai affinch gli operatori ricevano assistenza legale adeguata e siano garantite loro condizioni sicure e visite dalla loro ambasciata. Mentre in Italia infuriava la polemica, ieri in Afghanistan nella provincia settentrionale di Baghlan, vicino a Kunduz quattro militari tedeschi sono rimasti uccisi da un razzo sparato contro il loro carro armato. Il portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahid, ha rivendicato lattacco, che porta a 43 il numero di soldati tedeschi uccisi nel paese dal 2002. Oltre a questo attentato militare, ieri a Kandahar ci sono state due forti esplosioni. Una nel primo pomeriggio vicino a un hotel in cui alloggiano giornalisti afgani. In questo caso, non risulta ci siano stati morti. Letale, invece, lautobomba che ucciso sette lavoratori stranieri, con ogni probabilit inglesi. Un kamikaze riuscito ad entrare in un luogo sorvegliato dove le vittime vivevano e si fatto esplodere.
(E. B.)

STRADA EVITI FRASI CONTROPRODUCENTI


Afghanistan lItalia non I n che ieri A tornatoGino conta niente. dirlo Strada, a respingere le accuse contro i tre operatori dellospedale di Lashkar Gah arrestati sabato scorso per la presunta cospirazione contro il governatore della provincia di Helmand. I tre, ieri, sono stati trasferiti a Kabul e oggi verranno visitati dallambasciatore italiano Glaentzer e dallinviato speciale della Farnesina Attilio Iannucci. Lavvocato Afzal Shurmach Nooristani, uno dei legali che segue il loro caso su incarico di Emergency, ha confermato che i tre si trovano nella capitale afgana, ma ha detto al Fatto quotidianodi non avere alcuna informazione su dove precisamente si trovino Matteo Pagani, Marco Garatti e Matteo DellAira. Nooristani, come gli altri legali che si pccupano del caso, non sono ancora riusciti a vedere i loro assistiti. A tenere banco, ieri, sono stati per i botta e risposta tra il fondatore di Emergency e la Farne-

Islanda

ERUTTA IL VULCANO, LEUROPA NON VOLA

ex premier israeliano Olmert il principale indiziato in uno scandalo di tangenti legate alledilizia. Olmert sospettato di aver intascato circa un milione di dollari per la costruzione di un complesso a Gerusalemme negli anni in cui era sindaco della citt. Nell'ambito dello stesso scandalo mercoled era stato arrestato anche un altro ex sindaco di Gerusalemme, Uri Lupoliansky. Dal canto suo, Olmert si dichiarato innocente, dicendo di essere vittima di una campagna di diffamazione senza precedenti.

SVIZZERA

La societ che aiuta il suicidio


oom di adesioni in Svizzera per lassociazione di assistenza al suicidio Exit, organizzazione che contrariamente alla collega elvetica Dignitas non accetta di aiutare nella dolce morte persone provenienti dallestero. Nel 2009, Exit ha registrato 2.000 nuovi membri per un effettivo totale di 53.000 nella sola Svizzera tedesca e in Ticino. L'anno scorso lorganizzazione Exit ha accompagnato alla morte 217 persone.

Leruzione del vulcano Fimmvorduhals, in Islanda, ha bloccato i voli di tutta Europa. Dalla Gran Bretagna alla Danimarca fino alla Spagna: la cenere che ha invaso il cielo ha reso lo spazio aereo off limits per la giornata di ieri. Alitalia ha dovuto cancellare i voli da e per Londra, Amsterdam e Bruxelles. Ma anche oggi la situazione sar critica. A Reykjavik le autorit hanno imposto ai cittadini di indossare maschere anti-gas, perch la nube prodotta dalleruzione potrebbe essere tossica. Gli esperti dicono che, vista lintensit del fenomeno, leruzione del vulcano potrebbe durare anche per mesi.

Il fondatore dellong: Se fossero stati cittadini francesi o inglesi sarebbero stati liberati in un quarto dora

UN CAPOLAVORO
CORRIERE DELLA SERA
FESTIVAL DI CANNES 2009

UN CERTAIN REGARD
Premio Speciale della Giuria

CANTA, URLA, IL FILM CHE A TEHERAN. DISCE LA LIBERT SCAN

UN FILM DI BAHMAN GHOBADI


DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA

BAHMAN GHOBADI HOSSEIN ABKENAR SI RINGRAZIA ROXANA SABERI TURAJ ASLANI MONTAGGIO HAYEDEH SAFIARI SUONO NEZAMODIN KIAIE MIX BAHMAN ARDALAN PRODUTTORE ESECUTIVO BEHROZ GHOBADI CON NEGAR SHAGHAGHI ASHKAN KOOSHANEJAD HAMED BEHDAD BABAK MIRKHANI
SCENEGGIATURA

PRODUTTORI

MIJ FILM

WWW.IGATTIPERSIANI.IT

AL CINEMA

pagina 14

Venerd 16 aprile 2010

SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out

ADDIO A VIANELLO

SENZA RAIMONDO CHE NOIA CHE BARBA


di Barbara Alberti

Gibson Lascia la compagna per cui aveva chiesto il divorzio

Madonna La figlia frequenter la scuola di Saranno famosi

Rafa Bentez Alla Juve solo se si qualifica per la Champions League

Tiger Woods Arrestata in Usa una delle amanti dellatleta

Il nostro italiano inglese si spento a 87 anni. Inizi con il teatro di rivista una lunghissima carriera condivisa con linseparabile moglie Sandra

morto Raimondo Vianello? No! Io gli volevo bene.... I commenti che sento intorno sono tutti uguali. Anche il mio. La prima volta lo vidi agli albori della tv, quando gi avere in casa un televisore era un fatto magico. Apparve questo italiano inglese e fu subito nostro, della famiglia. Aveva una qualit che non richiesta al comico, ma quando capita crea amore: ti metteva di buonumore solo a guardarlo. Aspettavi con ansia che tornasse nel teleschermo, si contavano i giorni. Allora era una cosa nuova che i personaggi dello spettacolo ci venissero in casa, si creava unintimit domestica impensabile oggi. Erano tutti nostri, non cerano le pubblicit che 10 minuti la sera, e anche quello era un rito. Non cerano gli spot continui che spezzano il gioco. Ora davanti alla tv si sempre in prestito. Quando furono introdotte le interruzioni pubblicitarie nei film in tv, Fellini disse diventeremo una popolazione di cretini impazienti. Ora che lo siamo, contiamo sulle interruzioni per sfaccendare in casa. Noi ammiratori di Raimondo Vianello della prima ora venivamo dallItalia rurale, eravamo semplici e mistici, quel bel giovane ironico sembrava che parlasse solo per te, che ti vedesse. Piaceva alla nonna perch era tanto distinto, alla sorella perch le ricordava in buffo Ashley di Via col vento, a tutti perch ci faceva ridere, un secondo dopo ma a scroscio. Ti faceva star bene prima di parlare, lilarit gli partiva diabolica dallangolo dello sguardo, si capiva che era lui il primo a volersi far ridere. Riusciva a mettere un soffio di eleganza britannica perfino nei vizi italiani pi fastidiosi, perfino nel gallismo (miracolosamente

era capace di svolgerlo con innocente leggerezza aveva la qualit che rende pi bello il maschio, il pudore). Poi incontr Ugo Tognazzi, lo spudorato geniale, il grande artista naturale, con lui cera qualcosa di sulfureo, unirriverenza condivisa. Censurati dalla Rai per essersi burlati (in maniera insieme fine e carnasciale, che era la sintesi della loro due vene comiche ) del presidente Gronchi. Poi furono finalmente riammessi. E quando si trovarono davanti ai funzionari serissimi che avrebbero deciso della trasmissione, ovvero della loro sorte, non poterono trattenersi. Improvvisarono unimitazione del Papa (Giovanni XXIII detto il Papa buono, imbarazzante, ma allora gli altri erano cattivi?). (Ne parla Giorgio DellArti nel Catalogo dei Viventi 2007). Quando il gesto valeva pi di una scrittura, pi del pane, per fare gli audaci uno davanti allaltro, i Sun Shine Boys, gli sbruffoni, per il gusto di vedere le facce dei funzionari, e impagabilmente divertirsene poi nel ricordo. Al figlio dellammiraglio, che alla carriera diplomatica prefer leterna infanzia dellumorismo, accaduta la pi grande fortuna per un uomo di spirito: innamorarsi di una donna di spirito, del suo doppio artistico, di una comica formidabile,

alla pari. Con Sandra Mondaini, Raimondo diventa la ditta Mondaini-Vianello. A un certo punto i due eludono le traversie del matrimonio, rappresentandole. In Casa Vianello interpretano se stessi. Catarsi saggissima e insolente, consumano il peggio in scena Casa Vianello il loro ritratto di Dorian Gray, che si carica dei tic delle incomprensioni delle insofferenze di coppia (che noia, che barba, qui non succede mai niente, il refrain) e fuori scena si ritrovano intatti, bellissimi, continuando a ridere di s. Vivono ariosamente. In casa ci sono due camerieri filippini, nascono i loro figli, e diventano tutta una famiglia. I due bambini scapoli che non hanno figliato trovano una discendenza. Un bel matrimonio. Non frequente. Due o tre coppie in ogni secolo ce la fanno i coniugi Curie, Dario Fo e Franca Rame, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. Ce la fanno solo quelli che hanno un sogno in comune (scienza, arte, ma anche mettere su una tabaccheria). Un coccodrillo che si rispetti dovrebbe onorare lo Scomparso di unombra di critica per rafforzare lelogio, ma niente da fare. Raimondo Vianello riusc ad essere impeccabile perfino quando dichiar da una rete Mediaset che avrebbe votato per Berlusconi, il suo edito-

re, trattandolo come un cliente (la camere ardente sar allestita domani proprio negli studi televisivi di Mediaset a Cologno Monzese, dalle 11 alle 20; i funerali saranno celebrati sabato alle 11 nella chiesa di Milano 2). Ah s ecco, un commento sgradevole da uno che non ha mai riso S, s, vabb mi dispiace, aveva pi stile degli altri, era simpatico, ma non la facciamo lunga. Alla fine era solo un comico. Solo? (musoni, disgrazia della famiglia umana, inventori della minacciosa menzogna Risus abundat in ore stultorum). Raimondo Vianello ha portato gioia. Viene da trattarlo con confidenza, di dirgli sono contento che sei vissuto a lungo. Viene voglia di abbracciare Sandra, forte, sobriamente, con gratitudine.

Festival di Cannes

La seconda volta di Lucchetti


arla (anche) italiano il 63esimo FePDaniele Luchetti, comeLa nostra vita stival di Cannes: sar di vi avevamo anticipato, il portabandiera tricolore. Furiosa, vitale e targata RaiCinema, la seconda volta di Luchetti (Il portaborse) in concorso prende di mira la povert etica, con larruffino Elio Germano, il fratello sfigato Raoul Bova e la moglie che lo lascia vedovo Isabella Ragonese, e se la vedr per la Palma dOro con big quali il messicano Alejandro Gonzalez Iarritu (Biutiful), linglese Mike Leigh (Another Year), liraniano Abbas Kairostami (Copia conforme, coproduzione franco-italiana distribuita da Bim), il giapponese Takeshi Kitano (Outrage, ritorno allo yakuza-movie), il russo Nikita Mikhlakov (il sequel Sole ingannatore 2) e Betrand Tavernier, che guida larmata dOltralpe (Mathieu Amalric, Xavier Beauvois) con La principesse de Montpensier. Ma azzurro sar anche laltro lato del concorso: lattrice Giovanna Mezzogiorno, lanno scorso in lizza con Vincere di Marco Bellocchio, e il direttore del Museo del Cinema di Torino Alberto Barbera affiancheranno il presidente Tim Burton in giuria. Non solo, a Cannes fuori gara sbarcher anche Draquila - LItalia che trema di Sabina Guzzanti, panoramica doc sul terremoto aquilano e italiano, che Bim porter in sala il 7 maggio. Ma i giochi non sono finiti: per lItalia, Le quattro volte di Michelangelo Frammartino potrebbe arrivare alla Quinzaine des Ralisateurs, e al concorso a giudicare dalle ultime edizioni mancano almeno quattro titoli, con The Tree of Life di Terrence Malick e Miral di Julian Schnabel tra i pi papabili. Out of competition, non mancano i pezzi da novanta - Stephen Frears con Tamara Drewe, Ridley Scott con lapertura Robin Hood, Oliver Stone con il sequel di Wall Street, Il denaro non dorme mai e Woody Allen con You Will Meet a Tall Dark Stranger, e di nome e di fatto si preannuncia Un Certain Regard, che ospita talenti quali il nipponico Hideo Nakata (Chatroom) e il romeno Cristi Puiu (Aurora, prodotto dal Bobby Paunescu di Francesca) e mostri sacri del calibro di Manoel de Oliveira, 101 anni e il neonato O estranho caso de Anglica, e Jean-Luc Godard, che promette: Film socialisme sar lultimo di una carriera straordinaria. Tornando al concorso, su 16 titoli sono 13 le nazioni rappresentate, tra cui le debuttanti Ucraina (Sergei Loznitsa, You. My Joy) e Chad (Mahamat-Saleh Haroun, Un homme qui crie): La nostra selezione sottolinea come il grande cinema sia vivo in tutti i paesi: non solo tra Europa e America, ma un dialogo globale, afferma il direttore del festival Thierry Fremaux, rilevando, per contro, una sostanziale diminuzione dei film sottoposti: Oggi stiamo sentendo gli effetti della recessione sulla creazione artistica. Ma Cannes 63, in programma dal 12 al 23 maggio, vede rosa, anche per lItalia: Se Thierry lha messo in una competizione cos agguerrita, vuol dire che quello di Luchetti un gran bel film: ci si pu scommettere!. Parola di uno, Alberto Barbera, che Monsieur le directeur lo conosce bene
Federico Pontiggia

La vita
Gli esordi Vianello, che era nato nel 22, partecip alla fortunata rivista di Garinei e Giovannini. Negli anni 50 pass al cinema, come caratterista, e al teatro. Il grande successo giunse in televisione, assieme a Ugo Tognazzi, in Un due tre.

Raimondo Vianello si spento allet di 87 anni ( FOTO ANSA)

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SECONDO TEMPO

ARTE DI GOVERNO

IMAIE, IL MURO DI GOMMA


Mascoli, Germano, Santamaria insieme ad altri 400 colleghi chiedono trasparenza sulle sorti dellente
arrivati alla chiusura e provare a redistribuire i denari ai troppi artisti sconosciuti che ne avrebbero assoluta necessit. Gli attori denunciano limpossibilit di avere chiarimenti: Un muro di gomma da parte di chi in questi anni ha gestito lente come se fosse una cosa sua spiega amaramente Santamaria. L'unica certezza il tempo che corre e largine che Marcor, Mascoli, Santamaria, Germano e gli altri 440 riuniti nel blog di Artisti 7607, tentano di porre a decisioni che sembrano limposizione di una volont calata dallalto. Una possibilit ci sarebbe, il governo potrebbe rinunciare allestinzione dellImaie e i sindacati procedere alle necessarie modifiche dello statuto utili per iniziare un nuovo percorso basato prima di tutto sulla trasparenza. Non solo una questione economica, royalties, conti correnti, per i ragazzi che misurano le parole e per districarsi nel ginepraio sono aiutati da un giovane legale, Cristina Piovani. Stiamo difendendo unindipendenza di fondo, laffermazione dellesistenza di una categoria che non vuol essere strumentalizzata ma solo affermare e tutelare i suoi diritti. I sindacati nella visione di Germano si sono comportati in maniera molto diversa da come ci avevano insegnato i nostri genitori. I sindacati li vogliamo vedere ma sui posti di lavoro, sui set dove non li abbiamo mai incontrati e dove invece gli artisti che lavorano hanno bisogno di essere tutelati quotidianamente. Per usare le parole di Claudio Santamaria: E una caciara. Una confusione cercata, per negare alla radice le ragioni in ballo e confondere i contorni, fino a non distinguere pi tra vero e falso. Cinzia Mascoli, pi agguerrita di quando con Carlo Verdone organizzava un complicato viaggio di nozze, oggi vorrebbe sposarsi con la chiarezza. Ma trova porte chiuse, scarichi di responsabilit, accuse di voler dividere la categoria Siamo al o con noi o contro di noi ed una sensazione sgradevole. Alcuni sono contro lestinzione
di Malcom Pagani

e Silvia Truzzi
i hanno costretti a pensare ironizza Elio Germano seduto nella sala riunioni del Fatto. mattina presto, ma lui con alcuni colleghi Cinzia Mascoli, Daniela Giordano,Alessandro Riceci, Claudio Santamaria, sono qui in rappresentanza dei 440 artisti, attori, musicisti, cantanti riuniti nel gruppo Artisti 7607 per seguire le bizzarre vicende che hanno coinvolto lImaie (lIstituto preposto alla tutela dei diritti degli artisti, interpreti ed esecutori di opere musicali, cinematografiche, drammatiche, letterarie e audiovisive) oggi in liquidazione. Un organismo nato nel 1977 per volont dei sindacati confederali, regolamentato nel 92 e ora nella bufera per una oscura vicenda di finanziamenti poco chiari, conflitti allinterno degli organi di gestione e interessi governativi che si allungano sullistituto come unombra. Nelle casse dellImaie cerano 120 milioni di euro: il prefetto di Roma Pecoraro, nella primavera del 2009, aveva dichiarato estinto listituto per per assoluta incapacit di raggiungere gli obiettivi statutari. Ovvero limpossibilit di redistribuire quei 120 milioni, vale a dire i compensi spettanti agli artisti per lutilizzazione di opere a cui hanno partecipato e che emittenti come Sky, La7 e naturalmente Mediaset e Rai, oltre ai produttori di dischi e di Dvd, sarebbero tenuti a versare per legge allImaie per ogni artista che ottenga un passaggio o uninterpretazione. Ne avrebbero potuto beneficiare 60 mila persone. I soggetti effettivamente individuati sono per molti di meno. Circa cinquemila. Un numero infinitesimale, troppo pochi in dieci anni di attivit, anche considerando tra gli irreperibili morti, eredi, oppure star di Hollywood considerate irraggiungibili secondo il sito della stessa Imaie (!). Sullestinzione dellImaie c un ricorso al Tar, ma nel frattempo, i liquidatori hanno valutato che il patrimonio dellente, i 120 milioni di euro, non sufficiente al pagamento degli artisti aventi diritto e i creditori. Lestinzione stata cos tramutata in liquidazione fallimentare, decisione giuridicamente forse ineccepibile, ma che rischia di compromettere i diritti di molti. Perch si arrivati a questo punto?

dellImaie, altri a favore: ma estinta o no, vecchia o nuova il rischio vero che lImaie resti uguale a prima. E invece noi chiediamo una vera riforma dellistituto. E prima di affidare al governo le sorti di un istituto nato per tutelare i nostri diritti dice Alessandro Riceci vorremmo essere ascoltati e confrontarci con tutte le parti coinvolte. Sul resto, la magistratura faccia presto il suo lavoro, individui i responsabili e impedisca loro di danneggiare ancora la nostra categoria.

Tra Parlamento e Governo


Il governo ha pronta una soluzione legislativa che prevede lintroduzione allinterno dellImaie di una figura forte di nomina ministeriale. LImaie un istituto privato degli artisti e sono loro che dovrebbero avere la possibilit di controllare loperato dei propri organi di amministrazione. Beppe Giulietti, deputato del gruppo misto, portavoce di Articolo 21, autore di uninterrogazione parlamentare sullImaie e destinatario di una risposta insoddisfacente perch non getta luce sulle ambiguit e introduce lipotesi di un passaggio da ente privato a ente pubblico: questo passaggio non d garanzie di trasparenza. Anzi getta altre ombre. Non mi fido di questo governo, ma ho avuto rassicurazioni dal sottosegretario Giro che domani (oggi per chi legge, ndr) il decreto non si far. Si ha limpressione che la confusione generale abbia fornito il pretesto per unintromissione pubblica allinterno di un ente privato che toglie autonomia agli artisti. Se intervento pubblico deve esserci chiede il gruppo Artisti 7607 solo per restituirci nel pi breve tempo possibile il diritto di eleggere democraticamente i rappresentanti degli artisti-interpreti che con trasparenza realizzino finalmente lImaie che tutti abbiamo sognato.

Cinzia Mascoli, Daniela Giordano, Claudio Santamaria, Elio Germano nella sala riunioni del Fatto ( FOTO DLM)

In attesa di una decisione del Tar lesecutivo sembra voler intervenire: ma gli artisti non ci stanno
provvedimento del prefetto Pecoraro, e il Tar gi due volte si pronunciato contro lestinzione, ma sino ad ora solo nella fase cautelare. Il 29 aprile attesa la sentenza di merito sulla legittimit dellestinzione. Il problema che sul tema insiste Mascoli esiste una disinformazione mostruosa. Nel settembre del 2009, qualche mese dopo il decreto di estinzione e dopo scontri inenarrabili, fra le organizzazioni sindacali la pace: in quanto soci fondatori dellImaie, con il delegato del ministero dei Beni Culturali, lavv. Andrea Miccich, raggiungono un accordo che prevedeva un nuovo consiglio di amministrazione, con un vicepresidente dotato di poteri particolarmente forti designato dallo stesso ministero dei Beni e delle Attivit culturali. Alcune voci individuano nello stesso Avvocato Miccich il candidato per questo ruolo, in quanto professionista ben visto anche dalle organizzazioni sindacali. Ma per non rischiare sembra che sia pronto un intervento del governo via decreto legge che potrebbe essere approvato gi il 16 aprile. Giusto pochi giorni primache il Tar si possa esprimere, attuando di fatto, la stessa strategia usata per sanare il pasticcio delle liste elettorali. Un decreto-suggerimento prima della sentenza. Un controsenso per un istituto che amministra risorse private e che rischia di essere oggetto di pesanti intromissioni governative. Eh gi, perch se lidea quella di azzerare tutta la gestione dellImaie e rifondare listituto ex novo: La sensazione che si voglia risolvere un problema, lasciando senza risposte domande lecite osserva Masco-

li. In piazza, il 18 marzo scorso, davanti a Montecitorio una delegazione dei dipendenti Imaie. Poco meno di quaranta lavoratori. Sostenevano la nascita dellImaie 2, non opponendosi, nonostante lo scioglimento dellistituto preludesse al loro licenziamento, alle decisioni del prefetto Pecoraro. Qualcuno dice per rassicurazioni ottenute da chi sta lavorando alla nascita del nuovo soggetto: verranno riassunti. La delegazione ha espresso grande soddisfazione per la disponibilit dimostrata dalla presidenza della Camera e per limpegno manifestato da alcuni parlamentari si legge in un comunicato diffuso dal Comitato Liberi Lavoratori Imaie. Un diluvio di nomi, orientati, per cos dire, a destra e ringraziati per la sensibilit dimostrata: Maurizio Gasparri e un plotoncino di deputati Pdl. In atto ci sarebbe un esperimento di ingegneria genetica. Un mostro bicefalo governo-Cgil, con Massimo Ghini, ex membro del CdA Imaie in rappresentanza degli artisti, che dopo aver lasciato la presidenza del sindacato attori dichiara di essere coinvolto nella nascita della

nuova Imaie. Come si pu definire nuovo un ente si chiede Mascoli creato dalle stesse persone, lo stesso direttore generale, gli stessi rappresentanti sindacali, la stessa rappresentanza di artisti di quello vecchio? In sintesi si tratta della stessa compagine gestionale definita dal Tar e dal prefetto inidonea a raggiungere gli obiettivi dellente.

In rappresentanza di chi?
Elio Germano, che del lavoro precario aveva offerto in Tutta la vita davanti di Paolo Virz un desolante quadro ipercontemporaneo, non conosce diplomazia. Ci definiscono restauratori per aver denunciato la stranezza di questa storia. Ma noi chiediamo trasparenza e una rappresentanza, perch da parte di chi si seduto al tavolo con il governo,non ci sentiamo affatto rappresentati. Via Skype, collegato anche Neri Marcor. E non ha nessuna voglia di ridere. Eliminare il vecchio Imaie e fondarne uno nuovo, suona sospetto. Ci devono spiegare perch si

Campionato tra veleni e minacce di scontri


TELEFONATE, SOSPETTI E PARTITE AD ALTO RISCHIO PER LORDINE PUBBLICO
di Giancarlo Padovan

tutto complesso di perpi.unSopra ogni altra,cose cui questo calcio non piace c' Napoli, intesa come sede di un processo penale, dove si parla di uno scandalo mai abbastanza perlustrato e, in effetti, poco perlustrabile. Prima perch c'erano quelle telefonate (soprattutto di Luciano Moggi), adesso perch adesso ce ne sono altre. Delle quali si vogliono auscultare i toni e sondare i modi; chi chiamasse chi; quale voce abbia pronunciato, per prima, il nome di Collina e quale, invece, l'abbia solo ripetuto, al pari di un insondabile mantra; quali fossero i regali e quali i regalini, secondo inveterata abitudine delle corti e dei cortigiani (dai Rolex della Roma in gi,

Interpreti legali
Cinzia Mascoli, armata di penna e appunti, la portavoce degli attori. E denaro che spetta per legge agli artisti. Si scelta la strada dellestinzione, che scavalca qualsiasi discussione sul merito, sul metodo e non tiene conto del ricorso al Tar contro lestinzione della vecchia Imaie. Molti artisti contrari allestinzione hanno promosso un giudizio amministrativo per lannullamento del

nulla va omesso o rimosso). Tutto (quasi) come la primavera di quattro anni fa, anche allora vigilia di un Mondiale. Manca anche la forca e la vittima designata, qualcosa in pi di un dettaglio. Inaccettabile, per, che si debba affrontare un finale di stagione (gli ultimi cinque turni di campionato, una semifinale e la finale di Coppa Italia, le semifinali di Champions) con due squadre e due tifoserie diverse e diversamente umorali (Roma e Milano, sponda Inter), oppresse da minacce (non solo agonistiche) e gravate da sospetti (non solo pregressi), mentre intorno si abbassa la nebbia del rancore. Nella capitale, il derby, gi di per s acceso, rischia la deflagrazione sulla scorta del desiderio laziale di riscattare una sta-

gione sbagliata con l'unica vittoria giusta: quella sui giallorossi, domenica pomeriggio, in modo da favorire l'immediato controsorpasso interista. C' gi stato il prologo, una settimana fa, nel derby Primavera, botte e incidenti. Adesso si chiede il riscatto (non solo sportivo). Il prefetto ha fissato il posticipo alle 18.30: una necessit e un pessimo presagio. Questa sera, nell'anticipo di San Siro, la Juventus cercher lo stesso obiettivo dei laziali: far perdere punti (e, magari, lo scudetto) all'Inter, con una prestazione mai vista prima, addirittura superiore alla gara di andata (2-1 per la Juve). La molla non sar la classifica (la Juve praticamente fuori dalla Champions e si consolerebbe poco con l'accesso all'Europa League), ma scatter

per l'umiliazione del 2006: i due scudetti sottratti, quello regalato all'Inter, la serie B, l'avvento di una dirigenza che il pretesto per tornare a invocare Moggi e Antonio Giraudo (gi condannato con il rito abbreviato). Tecnicamente non c' partita, ma decideranno nervi e pancia. Nonostante tutto, vedo l'Inter battere la Juve e, nel derby, un pari tra Lazio e Roma. Forse scontenterebbe entrambe. In assenza del risultato adatto per non turbare l'ordine pubblico (un'idea per qualche burocrate eccentrico) e detto che a Milano non saranno ammessi juventini, il calcio ormai sempre pi frontiera e sempre meno bandiera. L'importante non adeguarsi. E, se ancora possibile, pensare.

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Venerd 16 aprile 2010

SECONDO TEMPO

TELE COMANDO
TG PAPI

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

Raimondo e la tacchetta
di Pinco

le da dopobomba. La bomba vera per politica. Berlusconi e Fini sono ai materassi e il premier minaccia: se Fini strappa, deve dimettersi da presidente della Camera. Se questo avvenisse sarebbe solo per sua sensibilit personale: di quella carica Fini risponde solo al deputati, non a Berlusconi. Cos va il mondo. E la prassi parlamentare. g3 T Le notizienella sequenza politiche si trasformano dei servizi del Tg3 in una analisi. E una rottura, quella fra Berlusconi e Fini, che mette in discussione un po tutto: ruoli personali, promesse di riforme impossibili, geografie del sottopotere economico. La brutale occupazione delle banche del nord richiesta dalla Lega, ha solo laspetto di uninvasione barbarica: in sostanza, se tutto si ferma, rimane una battutaccia postelettorale. Ai servizi di Terzulli e Toppetta, segue Luciano Fraschetti con Napolitano. Il Presidente richiama il mito dellUnit dItalia e anticipa forse anticipa troppo limminente 25 aprile, anniversario della Liberazione. Una festa di rimettere in vita con forza: a chi vuole le banche del Nord si pu sempre replicare con la forza della Storia.

di Luigi Galella

Il fumetto democratico
rete da domenica, ha impallinato il bersaglio grosso Bersani, che ama suggestive metafore del tipo: Oh ragazzi, non possiam mica guardarci lombelico! accompagnato da un coro e visto come la tragedia greca della sinistra. Giovanna Melandri si dichiarata daccordo con Renzi e ha ammesso che si preso un colpo serio avendo dilapidato dalle politiche quattro milioni di voti. Ma Lamberto Sposini, fra i giurati, ha incalzato: Il partito democratico brancola nel buio. La sinistra malata, di doppio moralismo e di maanchismo. Manca il carisma, la leadership, la capacit di organizzare. Il piddione sembra essere al de profundis, dunque. Nel Lazio ha infierito Francesco Storace sono riusciti a farsi battere da una lista civica. Un cupio dissolvi che coinvolge innanzitutto i suoi antichi leader, come la copertina del programma, Compagno dove sei? mutuata sul film dei fratelli Coen ironicamente propone: Veltroni, che voleva essere lObama italiano e che ora triste e solo; Fassino, che deve far dimenticare daver detto: Abbiamo una banca; Rutelli, che uscito dal partito e ha seguito la fede. Non c linguaggio pi efficace della satira per descrivere lo spaesamento attuale, che fa tornare in mente il morettiano tristo annunzio di futuro danno: Con questi dirigenti non vinceremo mai. Profetico e quanto mai attuale. In un fumetto Tetris ha ricostruito 16 anni di strategie del centrosinistra, culminate nellautotiro al piddione, lultima ineffabile idea di Prodi: Bisogna cancellare gli organi nazionali del Pd e ripartire da venti segretari regionali. A volte lironia che si sovrappone al testo perfino superf lua.

Pallino

g1 Una volta tanto anche il caramelloso Tg1 deve occuparsi sul serio di politica. Lo fa a modo suo, cercando di sgusciare fra i due contendenti, Fini e Berlusconi, ma alla fine la bilancia pende per il premier, le televisioni, con tutto quello che c dentro, appartengono a lui. Chiedo ai lettori del Fatto il permesso di un ricordo personale: ho giocato a tennis con Raimondo Vianello. Un giorno, perduto un incontro molto amichevole, si mise seduto su una panca, in raccoglimento. Guardava tristemente la racchetta, rigirandosela fra le mani. Poi, allimprovviso, le parl e disse: Ecco, non sai giocare, eppure ti ho pagata tanto. Era un umorista naturale. Il Tg1 ne ha rivissuto gli esordi televisivi (aveva gi alle spalle notevoli esperienze di teatro leggero e di b-mo-

vie) con Tognazzi nella trasmissione Un,due, tre. Una sera di gala allOpera, un valletto imbranato tolse la poltrona dorata da sotto laugusto posteriore di Giovanni Gronchi, allora presidente della Repubblica. Il presidente spar dietro la balaustra del palco donore. Vianello e Tognazzi parodiarono lepisodio della culata presidenziale e la trasmissione fu cancellata anzitempo. Ecco, nella solita litania di ricordi, condoglianze, rimpianti, il Tg1 (il Tg2 non lo ha imitato) non ha vigliaccamente ricordato lepisodio. g2 T La nei cieli dEuropa vernube islandese che si aggira so sud sta bloccando il traffico aereo. E in apertura del Tg2 e ricorda senzaltro la Nube Purpurea del romanziere Shield. Questa non letale, quella del romanzo s e provocava uno scenario spettra-

incipit era stato trionfale, o quasi. Quando si annunci la possibile candidatura alla segreteria del sindaco di Roma, Walter Veltroni, il Partito Democratico ebbe uno slancio in avanti nei sondaggi. E sfior il 40%. Poi ci furono le elezioni del 2008, che Veltroni volle improntare con ardita incoscienza allinsegna della vocazione maggioritaria. Quindi la prevedibile sconfitta e il calo dei consensi. Le critiche, le lotte interne: altre sconfitte. Il cambio del segretario. Le nuove primarie, il nuovo numero uno, la recente debacle, ammessa solo per met. E ora, infine, si aperta la caccia. E visto che larte venatoria stata appena deregolamentata, iniziato il nuovo sport nazionale: il tiro al piccione, o per meglio dire, al piddione. Considerato che loriginario acronimo Pci nellarco di un ventennio si trasformato nellattuale Pd. Il piddione un uccello che vola basso e incerto. E si lascia colpire senza alcuna distinzione da fuoco amico e nemico. Preferibilmente dal primo. Ne abbiamo avuto una dimostrazione nella serata televisiva di merGiovanna Melandri coled. Il sindaco di ospite di Tetris in onda Firenze Matteo Renmercoled su La7 zi, ad esempio (Tetris, La 7, 21.10), ha accusato il suo partito di tristismo e di essere composto da maschere di cera. Mentre il comico Maurizio Crozza, presentando il suo prossimo programma, Crozza Alive, in onda sulla stessa

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SECONDO TEMPO

MONDO
LINTERVENTO DI CALABR

Non aprite quella Banda B


isogna essere ottimisti, ripete come un mantra il governo. Eppure appare chiaro come il quadro dei conti pubblici italiani non presenti niente di buono: soldi non ce ne sono per nessuno e i primi fondi a saltare sono stati quegli sugli investimenti, a cominciare dalla banda larga. Il Cipe, comitato interministeriale per le grandi opere, aveva stanziato 800 milioni. Una cifra sufficiente a iniziare a modernizzare la rete. Ma subito prima di sbloccarli il governo fece sapere di volerli spendere altrimenti, li stanzieremo comunque presto fu la promessa a dicembre. Ieri anche il presidente dellAgcom Corrado Calabr tornato sul tema con un lungo intervento pubblicato dal Sole 24 Ore. LAgcom, chiarisce Calabr, a differenza della sua omologa americana Fcc (che gestir i 25 miliardi di dollari stanziati da Obama per le broadband) non ha alcun mandato del Parlamento per lo sviluppo della banda, ma solo un invito a segnalare

alle Camere gli interventi legislativi necessari allo sviluppo delle comunicazioni. LAgcom quindi elaborer soltanto le sue proposte per unagenda italiana per lo sviluppo di Internet veloce. Calabr spiega come le connessioni ad alta velocit siano strumenti di innovazione e sviluppo: gli investimenti da soli possono produrre una crescita del Pil fino uno 1,5 punti percentuali. Calabr invita il governo a fare una cabina di regia tra gli enti locali e gli operatori della comunicazione. Ma dei famosi 800 milioni non parla. Infatti a quanto risulta al Fatto Quotidiano, in un recente faccia a faccia il ministro dellEconomia Giulio Tremonti ha detto chiaramente al viceministro delle Comunicazioni Paolo Romani di togliersi dalla testa lidea che gli 800 milioni verranno presto sbloccati. Soldi appunto, non ce sono. Per la banda larga, al massimo, si pu fare qualche cabina di regia, raccogliere segnalazioni. Queste, almeno, sono gratis.

Luned sono arrivate le motivazioni della sentenza che ha condannato in primo grado (a sei mesi di carcere) tre manager Google per uninformativa sulla privacy ritenuta carente (il caso quello di un ragazzo autistico vessato a scuola dai compagni di scuola). Il giudice Oscar di Federico Mello Magi, che ha emesso la condanna, intervistato ieri dal Sole24Ore ha dichiarato di aver ricevuto minacce: Mi sono arrivate critiche molto violente dallestero, e minacce vere dallItalia le sue dichiarazioni. Sulla condanna che da pi parti MESSAGGI FB CONTRO IL PAPA sembrata molto severa il giudice ha chiarito ARRESTATI STUDENTI MALTESI che: E la legge sulla privacy che prevede A quanto riferisce lAnsa, un numero pene non banali che vanno da un anno di imprecisato di persone, la maggior parte reclusione in su. giovani studenti universitari, sono stati arrestati e interrogati dalla polizia maltese per aver scritto messaggi contro Papa Benedetto XVI su blog e social network come Facebook; il Papa sar in visita nellisola da DAGOSPIA sabato prossimo. Alcuni giovani sono stati CASINI SI LECCA prelevati dalla polizia dalle loro case e IL SUO CONO DOMBRA portati al quartier generale di Floriana, che si A Roma c molta trova a pochi passi dal palco principale che preoccupazione nel Palazzo per viene allestito per la santa messa del Papa la sparizione di un noto politico domenica prossima. italiano nato a Bologna 55 anni fa e famoso per le sue piroette. Allanagrafe il suo nome Pierferdinando e di cognome fa Casini. Fino a poche settimane fa era conosciuto come un bel uomo dai capelli brizzolati che dopo la laurea in giurisprudenza nel 79 aveva cominciato a sgambettare dentro la Democrazia Cristiana diventando il delfino di Arnaldo Forlani. Nella vita privata il colpo pi grosso lo ha messo a segno nel '98 quando ha incontrato sulla barca di Rana Ranucci, la figlia di Francesco Gaetano Caltagirone, poi sposata nel 2007 con rito civile. Ed grazie a questa parentela che da ieri pomeriggio il nome di Pierfurby ha ripreso a circolare con sollievo degli ultimi fans. Il suocero riuscito infatti a imporre al vertice dell'Acea il rinnovo del mandato per un fedelissimo di Casini, quel Marco Staderini, romano e ingegnere che insieme a Giancarlo Cremonesi dovr guidare la multiutility capitolina per i prossimi tre anni. La riconferma di Staderini pi che un riconoscimento al merito (il bilancio e la gestione dell'Acea fanno acqua da tutte le parti) un atto di fiducia per questo amico di Pierfurby che grazie alla fedelt politica riuscito ad entrare qualche anno fa nel cda Rai.
Il giudice Magi; Leonardo nel videogame Assassin Creed II; Wired su Leonardo; il blog di Twitter

WEB

MINACCE VIA FACEBOOK A OSCAR MAGI IL GIUDICE DELLA SENTENZA SUL RAGAZZO DOWN

feedback $
Commenti al post: Adro, rivolta contro il benefattore dei bimbi di Elisabetta Reguitti COME possibile che ci siano persone che ragionano in questo modo?? Ma in che mondo sono capitato? Veramente non trovo parole per commentare il comportamento di questi genitori! A pensarci bene il problema non il sindaco leghista, in fin dei conti lui lo specchio delle persone che lo hanno votato... Giovanni NON CI CREDO . Ditemi che non vero! Marco UN DOVERE di un Paese civile erogare GRATUITAMENTE i pasti a tutti i bambini. Ma le tasse che noi paghiamo a che servono? Fabio MA L'IMPERATORE di Lombardia? Giunto al suo quarto mandato, ciellino e membro del partito dellamore? Ma si rendono conto di quanto giustamente arrabbiati saranno questi bambini da grandi? Gabriele NON RIESCONO a tenere a freno la loro cattiveria nemmeno davanti ai bambini: non sono madri, sono iene. Tanja NIENTE SOLDI per la mensa? Ma adesso che non c' pi lIci non siamo tutti ricchi? Cosa sar mai una mensa oggi che abbiamo un milione di posti di lavoro, meno tasse per tutti, amore e libert e fra poco anche presidenzialismo e finalmente il federalismo. Andrea QUESTI BAMBINI, da grandi, meglio che si ricordino di un Sindaco leghista che li ha lasciati senza cibo perch, non avendo soldi, non pagavano la retta o di una persona generosa, che ha permesso loro di mangiare insieme ai loro amici senza umiliazioni e sofferenze?. Forse, un giorno, loro stessi, potrebbero ripetere il gesto di questo imprenditore. Di solito, uno d quello che ha ricevuto. Barbara SIAMO PROPRIO due popoli diversi. Un fatto simile capitato in una scuola di Barletta. Andate a leggere articolo e commenti sul sito della Gazzetta del Mezzogiorno, sembra di vivere in un'altra Italia, certamente migliore. Giuseppe E POI MAGARI la domenica sono tutti a messa a sentir parlare di carit, solidariet e amore per il prossimo. Daniele E POI ci si chiede come mai sto paese va cos male? inutile lamentarsi di questo paese se poi ci sono cose del genere! V LA FOLLIA sta nel fatto che per una questione "di principio" venga fatta un'angheria a dei BAMBINI! Ma vi rendete conto? CHE COLPA HANNO LORO? Raffaele

GRILLO DOCET
UN APPELLO PER ENRICO

Mi ha chiamato un ragazzo, Enrico Turco. La sua storia drammatica. Dopo 4 anni di esami diagnostici di ogni tipo fatti in Italia in cui stato trattato come una cavia da laboratorio, in Thailandia gli stato diagnosticato il saturnismo, un'intossicazione da metalli pesanti dovuti quasi sempre alle condizioni di lavoro. Lospedale di Trieste non ha preso in considerazione gli esami stranieri, quelli che gli hanno salvato per ora la vita, e due giorni fa l'ha dimesso. Ora a Milano e si sta curando privatamente, a proprie spese. Ha gi speso 120 mila euro per cure ed esami. Ora deve anche pagarsi lalloggio a Milano, il medico e i farmaci salvavita. Enrico ci chiede un aiuto per continuare a vivere. Il suo conto corrente : Enrico Turco, Unicredit Banca IT 75 Z 02008 02201 000019516678. La sua testimonianza: Ho 37 anni, mi chiamo Enrico Turco, vivo a Trieste e non avevo mai sofferto nessun tipo di malattia n di dolore. Ero una persona atletica che amava il ciclismo e la corsa che praticavo per hobby da 10 anni. Sono stato ricoverato il 21 settembre 2005 per violenti dolori addominali - intestino, stomaco e trachea comparsi all'improvviso, in seguito ad un esercizio fisico, uno sforzo intenso, ITS THE RENAISSANCE, MAN! di WIRED CELEBRA IL GENIO DI LEONARDO compressione fatto La rivista di cultura digitale e tecnologica con l'addome e Wired ieri ha festeggiato sul suo sito difficolt a respirare wired.com lanniversario della nascita di LA BANCA DEI TWITT - a dilatare la cassa Leonardo da Vinci (il 15 aprile 1452). Un TUTTI ACQUISITI DALLA toracica. (continua articolo dal titolo Its the Renaissance, BIBLIOTECA DEL CONGRESSO su beppegrillo.it). Man!, (che suona come E il Rinascimento, La Biblioteca del Congresso mio caro) accompagnato dalla famosa americano, depositaria di tutti i immagine delluomo di Vitruvio leonardiano. libri pubblicati negli Stati Uniti, ha La rivista ripercorre la vita del genio italiano: annunciato che raccoglier anche la sua indole artistica; e quella pi rivolta alla tutti i messaggi di 140 caratteri affissi sul social sperimentazione e alla tecnologia. Vengono network Twitter sin dal giorno del lancio nel marzo anche ricordati gli appunti di Leonardo su 2007. I messaggi andranno a comporre uno una macchina umanoide, ovvero lidea di un sterminato archivio elettronico. Il sito (che ha robot possibile anche grazie alla sue grandi raggiunto il numero di 105 milioni di utenti nel conoscenze di anatomia umana. Negli Stati mondo) ha annunciato anche numerose altre novit: Uniti - e in tutto il mondo - c un rinnovato twitt con pubblicit incorporata, il prossimo lancio di interesse verso la storia italiana anche grazie un nuovo servizio di localizzazione geografica, a videogiochi blockbusters, come Dantes chiamato Punti di interesse e @anywhere uno Inferno che rielabora i gironi della strumento che permette di integrare le funzionalit Commedia; e soprattutto Assasin Creed del micro-blog allinterno di un sito web. II ambientato nel rinascimento italiano e nel quale lo stesso Leonardo Da Vinci ha uno dei ruoli principali, manco a dirlo come inventore che affianco il protagonista.

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SECONDO TEMPO

PIAZZA GRANDE
Cera una volta il Paese leale
di Oliviero Beha

giustamente

di Bruno Tinti

IL RESPONSABILE CHE TI MERITI A

nota da un pezzo la contrapposizione tra paese reale e paese legale, confluita poi nel paese illegale che in gran parte siamo diventati: ma adesso saffaccia un altro paese, il paese leale che diventato sleale e che si prima avviato e poi infilato a mani (piedi) basse nel paese illegale di cui sopra. Facciamo chiarezza, giacch la vicenda di Calciopoli, sia la prima che questa bis o la prossima ter, ha creato sembra pi nebbie che verit solari. E opportuno ricordare perch esiste la giustizia sportiva. Perch essere sleali se non nella fattispecie di reati contemplati dal codice penale o civile non rilevante per la giustizia ordinaria. E invece cruciale per la giustizia interna allo sport e al calcio. Lo sport si basa o si basava o si baserebbe sulla lealt, sul rispetto di quelle regole. Non pi cos da un pezzo, e lo sappiamo pi o meno tutti, dagli addetti ai lavori di varia specie e peso ai tifosi che ne vogliano essere anche minimamente consapevoli. Le telefonate intercettate dello scandalo, che riguardino Moggi oppure Moratti, Facchetti oppure Galliani al telefono con Bergamo o Pairetto o Collina o chi volete voi dellambiente arbitrale, per diverse che possano essere come intonazione, parole ecc., sono la dimostrazione innegabile di questa macerazione del concetto e della norma (art. 1 delle carte federali) riassunti nel termine lealt. Lealt che difficile quantificare, un po come la donna incinta: tanto o poco incinta, tanto o poco sleale E sleale e basta. E quello che impressiona e che come un mercurio misura la febbre del tifo e pi in generale la febbre del paese tutto, di questo paese di tifosi del calcio come della politica, sono le reazioni: si reagisce secondo lappartenenza tifosa o la convenienza di parte a ogni singola telefonata, considerata di volta in volta pi o meno grave. Pi o meno grave di fronte a che? Di fronte al codice penale? Ma non questo in discussione, discussione da fare a parte di altra specie. E tutto palesemente sleale ma lopinione pubblica, la stampa e la parte di classe dirigente che coincide in sovrimpressione tra calcio e politica, calcio ed economia, calcio e finanza o imprenditoria ecc., distinguono ferocemente se la telefonata partita da Tizio o da Caio. Mi dispiace, ma bisogna avere il coraggio di chiarirsi le idee: il calcio ridotto a questa slealt o illegalit sportiva peculiare certamente da chi lo amministra ma anche dai media che lo accettano e lo vendono/spacciano cos e dai tifosi che fanno pubblica opinione da sciarpa o striscione di parte che lo accettano cos, facendo finta che sia tutto normale. Se un merito ha questa vicenda, quello di aver urlato forte e chiaro che cosa sia diventato il pallone. Ci sono due aspetti ulteriori: da come parlano al telefono e come agiscono, con altre telefonate trascritte in arrivo in Tribunale, evidente la normalizzazione della slealt. Nessuno di loro si sente davvero in colpa, perch, dice Moggi e pensano senza dirlo gli altri concorrenti a questo scudetto del maneggio, era quello il siste-

Le vicende di Calciopoli hanno creato pi nebbie che verit solari opportuno ricordare perch esiste la giustizia sportiva: perch essere corretti, nel calcio e nello sport, fondamentale
ma. Ma allora visto che li riguarda tutti o quasi (staremo a vedere) possiamo pensare che questo tasso di slealt organizzativa, logistica sia continuato anche dopo Moggi. Se il sistema era quello B. M. (before Moggi, cristologicamente), sar immagino continuato ad esserlo A. M. (after Moggi): perch no se era abituale quel vezzo di confricare con arbitri e designatori? Perch no se quella forma di illegalit calcistica denominata slealt un po come la depenalizzazione del falso in bilancio era stata legalizzata dal costume, dalla Costituzione materiale del pallone, cos da diventare se non commendevole almeno sopportabile? Con il concorso di colpa di tutti i variamente coinvolti, almeno dal punto di vista della giustizia sportiva che si regola sul codice della lealt. Il mio timore ed la seconda notazione che questo sistema coinvolga psicologicamente e materialmente anche il potere calcistico, compreso quello giudiziario che nella Repubblica del pallone dipende di riffa o di raffa dallesecutivo (Federcalcio, Lega dei club specie di quei quattro, cinque che con-

tano di pi). E il modello (il giudiziario dipendente dallesecutivo) che vorrebbe dichiaratamente per lItalia Paese il presidente del Consiglio e di cui gi gode come presidente del Milan sub specie Galliani. Quindi purtroppo tutto da rifare, Moggi o non Moggi, oppure, come per la Costituzione, il legittimo impedimento, le leggi ad personam ecc., ci sarebbe lespediente di togliere la lealt anche dalla Costituzione formale calcistica, cos da non avere pi intralci di sorta. Nel frattempo per va ridiscusso e riesaminato tutto giacch nel 2006 le sentenze ci sono state, eccome. Obiezione per scudetti e condanne: ma ormai c la prescrizione. E qui le idee sulla giustizia sportiva si fondono e si confondono con le idee sulla giustizia ordinaria. Ma come sarebbe, la prescrizione per Andreotti e per Berlusconi un marchio di infamia per coloro che a torto vengono etichettati come giustizialisti solo perch (credo) vogliono accertare e raccontare la verit dei fatti, e invece nel calcio la parola prescrizione suona come apriti Sesamo per liberare le co-

LA STECCA di INDRO

Quando dico che bisogna dare allItalia stabilit, non alludo a un inciucio fra maggioranza e opposizione. La maggioranza faccia il governo e governi, lopposizione faccia lopposizione, (...) con correttezza, lealt, senso della misura.
Telemontecarlo, 19 maggio 2001

scienze? Forse che la lealt sportiva prescrivibile oltre che (non) quantificabile? Strano atteggiamento. Berlusconi prescritto un infame, i prescritti del calcio (oppio e religione dei popoli) sono semplicemente dei prescritti. E cos sono tutti incazzati senza oppiacei e bestemmiano continuamente in chiesa e fuori delegando al tifo pallonaro (cfr. Ilvo Diamanti con qualche anno di ritardo) quello che non delegano quasi pi in fatto di appartenenza alla politica Eccellente risultato, davvero.

Luciano Moggi e Adriano Galliani (FOTO ANSA)

ndrea Orlando il responsabile del settore giustizia del Pd. lautore di un progetto di riforma della giustizia che un misto di luoghi comuni e di proposte che hanno il solo merito di essere utili a B&C: separazione delle carriere di pm e giudici, processo morto, discrezionalit dellazione penale. Possiede un titolo di studio: maturit scientifica. Prescindendo dal merito del suo progetto (molto modesto il livello tecnico, in certi casi semplici enunciati ripresi dagli slogan propagandistici di B&C), la domanda che ci si dovrebbe fare : perch il Pd ha scelto Orlando quale responsabile per la giustizia? Che non una domanda da poco perch, prima di tutto, appena ovvio che uno che non sa niente di un problema, se lo mettono ad occuparsene, bene che ci vada proporr qualche fotocopia di soluzioni gi proposte da altri che sapevano quello che dicevano; e, male che ci vada, sparer qualche stupidaggine, frutto della sua ignoranza. Naturalmente si potrebbe rispondere che sarebbe stato bello poter ricorrere a qualche esperto di giustizia ma che cera poco da scegliere, il convento del Pd Orlando passava. Che per sarebbe una solenne bugia perch, tra le file del Pd, ci sono, tra gli altri, DAmbrosio, Casson, Della Monica, tutti magistrati con decine di anni di esperienza. Ci sono anche avvocati (tra altri Chiurazzi e Galberti). Insomma c gente che conosce bene i problemi della giustizia, ha passato una vita a combatterci e sarebbe stata in grado di proporre decine di ottime soluzioni che avrebbero avuto lunico torto di essere pertinenti, concrete e di tenere in nessun conto limpunit di B&C. In particolare Gerardo Dambrosio vanta nel suo curriculum la bellezza di 10 disegni di legge da lui proposti al tempo del governo Prodi: vi ricordate?, quello che non ha mosso un dito per proporre una legge sul conflitto di interessi e per abrogare la legge che depenalizzava il falso in bilancio; e che, in compenso, ha partorito un disegno di legge Mastella (altro super esperto di giustizia) in materia di intercettazioni al cui confronto quello in esame oggi al Senato un capolavoro di tecnica legislativa. C da dire che devo essere uno dei pochi estimatori di questi disegni di legge. Forse perch avevano il torto di occuparsi di problemi concreti: tra altro, notifiche (con sospensione dei processi contro irreperibili che costano tempo e soldi e non servono), riduzione dei casi di Appello e ricorso in Cassazione, abolizione del processo abbreviato (che serve solo a garantire una irragionevole riduzione di pena e che costa, in tempo e danaro, quanto un processo normale), ampliamento del patteggiamento (con contestuale ammissione di responsabilit, il che significa utilizzare la sentenza di patteggiamento nei processi civili e amministrativi con risparmio di tempo misurabile in anni). Il governo Prodi questi disegni di legge non se l filati per niente; e adesso comincio a capire che il problema era che non si inquadravano molto nella politica dei dialoghi costruttivi per riforme condivise che sono la specialit di Orlando e del Pd. A questo punto, perch uno che ha la maturit scientifica e che di diritto sa niente (come ampiamente dimostrato dalle sue proposte) sia prescelto in un parterre di avvocati e magistrati esperti, si capisce bene: perch la riforma della giustizia gi scritta: da B&C. E il Pd ha un obiettivo prioritario: che sia sollecitamente approvata. Una riforma condivisa, appunto.

Nozze gay quanto arretrata lItalia ,


di Paolo Hutter

er fortuna lattesa della sentenza della Corte costituzionale su coppie omosessuali e matrimonio era limitata, non cerano milioni di italiani in attesa di uno storico verdetto. Era una speranza relativa, presente negli ambienti pi informati o pi vicini al movimento gay. Ci non toglie che quando sono state annunciate le prime parole, soprattutto quei due antipatici aggettivi inammissibili, infondati riferiti ai ricorsi di incostituzionalit, un sentimento di frustrazione e scoramento ha attraversato moltissime persone. Pochi giorni fa la Corte costituzionale portoghese si invece pronunciata a favore della costituzionalit della nuova legge approvata dal Parlamento a maggioranza socialista, legge che istituisce il matrimonio anche per omoLa Corte sessuali in Portogallo. Ad appellarsi alla Corcostituzionale te, a Lisbona, era stato il presidente della Reportoghese pubblica che non voleva firmare, ma ha dovusi pronunciata to arrendersi. Altro contesto, certo, per caa favore della legge rit. Ma fa impressione approvata che il matrimonio gay sia legge oggi in Portorecentemente gallo, in Sudafrica, nello stato della capitale dal Parlamento messicana, e in Italia non ci sia nulla. Tra poche istituisce co saranno passati il matrimonio anche ventanni dallinizio della battaglia per ottetra omosessuali nere un qualche tipo di

riconoscimento legale delle coppie dello stesso sesso. Ricordo la sera del 28 giugno 1992, quando dopo aver celebrato la simbolica unione civile di nove coppie dello stesso sesso in piazza della Scala a Milano, guardavamo soddisfatti i telegiornali che tutto sommato avevano capito il valore non solo provocatorio delliniziativa. Ci sentivamo un pochino indietro rispetto agli altri principali paesi europei, dove il movimento era pi sviluppato; ma solo in Scandinavia gi si erano ottenute leggi di unione civile o convivenza riconosciuta. Eravamo insomma ancora al passo europeo. Poi mentre negli altri paesi si approvavano leggi di riconoscimento, e in alcuni si passava al matrimonio vero e proprio, lItalia rimasta al palo. Ferma, bloccata dalla quasi totale compattezza bigotta del centrodestra e dalle contraddizioni nel centrosinistra. Fino alla sceneggiata finale di Mastella e della Binetti che riescono a bloccare persino i blandissimi Dico del governo Prodi nel 2007. E in questo contesto bloccato che si collocato il tentativo di aggirare lostilit politica puntando ad affermare i diritti per via legale. Il comitato di ispirazione radicale Certi Diritti ma poi via via tutto il movimento LGBT ha operato per ottenere i ricorsi di costituzionalit sulla esclusione degli omosessuali dal matrimonio. Lobiettivo dichiarato era quello di far aprire direttamente le porte del matrimonio agli omosessuali per via giudiziaria-costituzionale, come accaduto in diversi Stati degli Usa. Non solo in California ma persino in Iowa il ragionamento delle Supreme Corti era stato semplice e lineare: non ci sono cittadini di serie A e di serie B. Se finora il matrimonio stato riservato alle coppie eterosessuali solo perch non era ancora maturata una domanda sociale anche gay. Ora che maturata, sarebbe incostituzionale tenerli fuori da un diritto fondamentale. In questo modo in vari paesi la giustizia ha forzato la mano al legislatore. Nel 2004 la Corte Suprema dAppello del Su-

dafrica ha autorizzato il matrimonio di una coppia lesbica, definendo il matrimonio come unione di due persone e non per forza di sesso diverso. In seguito allappello presentato dal governo che rivendicava la priorit del Parlamento in questo tipo di decisioni un anno dopo la Corte costituzionale sudafricana ha bocciato come incostituzionale, la legislazione vigente sul matrimonio, appunto perch esclude le coppie dello stesso sesso. La Costituzione sudafricana, infatti, vieta espressamente la discriminazione fondata sullorientamento sessuale. La Corte ha stabilito che la legge deve essere emendata sostituendo la parola coniuge dove si legge adesso marito o moglie; ma ha concesso un anno al Parlamento sudafricano che ha poi approvato (a larga maggioranza) la legge sul matrimonio omosessuale. Nel contesto italiano si sapeva che sarebbe stato assai improbabile un esito di questo tipo. Ma comprensibilmente ci si provato. Cosaltro si doveva fare, ormai? Il comunicato della Corte inquietante soprattutto l dove definisce infondato invocare larticolo 3 (tutti i cittadini hanno pari dignit sociale e sono eguali di fronte alla legge). Quello che si spera che nella motivazione della sentenza, che verr stesa dal relatore Criscuolo, ci sia almeno un monito al Parlamento perch si riconosca almeno un qualche tipo di riconoscimento alle coppie omosessuali. La speranza in questo senso sarebbe autorizzata dal fatto che la Corte su questo punto non potr essere un passo indietro ma un passo avanti largomentazione dellavvocato dello Stato, Gabriella Palmieri, secondo la quale non si potevano accogliere i ricorsi e spalancare disordinatamente le porte del matrimonio perch la materia di competenza del legislatore. La speranza comunque riposta soprattutto sul contesto internazionale, dove lanomala arretratezza italiana su questi temi spicca sempre di pi. E come se sperassimo che prima o poi, in qualche modo, arrivino i nostri a liberarci.

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SECONDO TEMPO

MAIL
Addio a un signore, Raimondo Vianello
Ho appena appreso (con costernazione) la notizia della scomparsa di Raimondo Vianello. La tristezza che scaturisce dallaperdita di un bravo e gentile presentatore , logicamente, la prima cosa che si prova. Tuttavia, mi impossibile non associare alla tristezza del lutto anche la rabbia per l'ormai imminentefine della tv. Dopo Corrado eMike Bongiorno - infatti -se ne andato anche lui,uno degli ultimi"grandi". Cosa ci restaquindi oggi? Il Grande Fratello? Il plastico della casa di Cogne presentato da Vespa? La presenzaindispensabile di Alberto Stasi a Matrix?Ventisette anni fa, quando guardavo quel gioiello che si chiamava Zig Zag, ero felicecheCanale 5 avesse tra i suoi dipendenti questo galantuomo (compresa, ovviamente, la moglie Sandra).E anche la Rai ebbe la fortuna di avere Vianelloin programmi divenutistorici (soprattutto in coppia col grande Tognazzi). Ma adesso abbiamo Uomini e Donne, Studio Aperto, Sipario, Verissimo, Lucignolo, Porta a Porta, Buona Domenica, LIsola dei Famosi,

BOX
A DOMANDA RISPONDO LA SOLIDARIET COME INGIUSTIZIA
soccorso ai pi deboli viene visto come truccare la gara. La carit giudicata una ingiustizia. Eppure non il solo problema. Provo a elencare. 1) Dopo la bizzarra abolizione berlusconiana dellIci, i comuni sono stremati. Quelli piccoli addirittura con le casse vuote. 2) Per non lo dicono. Sono di destra e non possono accusare il loro capo di quella frivola e incredibile trovata: sacrificare i bilanci della citt per la bella figura del leader. 3) Se sei sindaco e sei senza soldi, la vendetta si fa sui poveri, che non hanno, per dirla con Celentano neppure un prete per chiacchierare. la prima vola da decenni che preti e vescovi, furiosamente mobilitati sulla RU486, non hanno niente da dire sullumiliante digiuno dei bambini. 4) Se i bambini (non tutti immigrati, anche italiani) digiunano vuol dire che i genitori non possono pagare e che la povert grande. Molto pi grande di quanto si dice. Ma questa lItalia di Berlusconi, bellezza!
Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano 00193 Roma, via Orazio n. 10 lettere@ilfattoquotidiano.it

IL FATTO di ieri16 Aprile 1943


Era partito da una ricerca sullergot, un fungo parassita della segale, usato dalle ostetriche nelle emorragie post-parto. Puntava a isolarne la sostanza chimica e a farne un cardiotonico, un anti-dolore per i malati terminali. Scopr lLSD. Lallucinogeno della beat generation, la droga simbolo della controcultura underground anni 60, che, per dirla con Aldous Huxley, apriva le porte della percezione. Una scorciatoia per lestasi firmata Albert Hofmann, lo scienziato svizzero che in un famoso 16 aprile 1943 speriment casualmente su se stesso gli effetti psichedelici di quella sostanza magica, in grado di trasformare il mondo esterno in un sogno abbagliante, fitto di giochi caleidoscopici di colore, fantasmi di figure minacciose e di oggetti dilatati semoventi. Con quel primo trip bad inizia la mitologia dellLSD. Bandito per anni come farmaco, diventer lacido dellintrospezione, il crazy diamond dei Pink Floyd, il manifesto della Summer of love dei Figli dei Fiori, della rivoluzione sessuale e dellAmerica che dice no al Vietnam. Un rituale di massa segnato da una lunga lista di morti eccellenti e di cervelli bruciati. Nel nome di quella molecola che garantiva paradisi artificiali.
Giovanna Gabrielli

Furio Colombo

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C

aro Colombo, continuo a pensare ai bambini lasciati senza mangiare nelle scuole leghiste. Ho notato che persino il famoso benefattore anonimo che ha pagato per i bambini di Adro stato quasi insultato dalle altre famiglie. Come, quando si cos incattivita lItalia? Mirella, Maddelena

DA QUELLO che so, i casi di bambini lasciati senza mangiare nelle scuole italiane dei famosi territori del nord sono molto di pi di quei due che sono diventati notizia sui giornali. E soltanto una volta, ad Adro, si fatto avanti un benefattore che ha pagato le quote dei bambini lasciati a digiuno. Ha pagato fino alla fine dellanno scolastico. Abbiamo visto in tanti, nei servizi del Tg3 (solo del Tg3) le reazioni di mamme razziste e furenti disposte a dire senza vergogna: Se non pagano non mangiano. Troppo comodo che qualcuno paghi per loro. Allora non pago pi neanchio. E il capolavoro della peggior cultura leghista. La solidariet, il

Labbonato del giorno


MARCO SAVI
Labbonato del giorno di oggi si chiama Marco e ci scrive da Ceresara, un paese in provincia di Mantova: Ciao a tutta la redazione del Fatto Quotidiano! Occhio alla foto: questa la prima copia acquistata al mio paese. W il vostro giornale, ancora di pi dal momento che non prende contributi pubblici per la stampa. Un grazie a tutti da El Mostro
Raccontati e manda una foto a: abbonatodelgiorno@ ilfattoquotidiano.it

Villa Pini, 1660 dipendenti senza stipendio da un anno


I 1660 (milleseicentosessanta!) dipendenti della Clinica Villa Pini DAbruzzo non ricevono il loro stipendio da 380 giorni, quindi da pi di un anno! Nessuno ne parla pi ma la situazione non affatto cambiata. Io faccio parte del Movimento 5 stelle abruzzese, noi non abbandoneremo mai i dipendenti e le loro famiglie.
Nicola Monachetti

Le insinuazioni su Emergency
Fin dallarresto dei tre volontari di Emergency, non ho mai creduto per un minuto alla loro colpevolezza. Il governo, secondo me, non ha difeso a sufficienza questa associazione che fa del bene in tutto il mondo. Leggo poi, attonita, che qualcuno ha anche detto che uno dei medici ha preso dei soldi per far rapire il giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo. Ancora una volta, la politica non difende long da queste voci. Sono indignata. Io sto con Emergency.
Federica Moia

LA VIGNETTA

molti non lo conoscevano, infermiere, suore e altri, tanto che chiedevano se fossero vere tutte quelle notizie. Dal giorno successivo e per dieci giorni, visto linteresse e l'importanza, raccolsi tutti i numeri de Il Fatto dei giorni precedenti e li dimenticai sparsi nelle sale daspetto dei piani. Grande stata la soddisfazione nel vedere i visi e le facce che la gente assumeva durante la lettura. Che dirvi, grazie, siete una bella e importante cura.
Rober to

la povera gente!
Patrizia De Tomas

La strategia di Frattini
Il ministro Frattini continua a pestare acqua nel mortaio anzich chiedere l'immediata liberazione dei tre operatori di Emergency. Ha avuto il coraggio di dire che le parole di Strada non aiutano dopo che nellimmediatezza del sequestro proprio lui, con i suoi compari Gasparri e La Russa, si espresso in maniera discutibile. Proviamo a immaginare se i tre operatori fossero stati americani, inglesi o francesi: a questora, con le buone o le cattive, sarebbero gi liberi. Chiss se DAlema, quale vicepresidente dellInternazionale Socialista, ha pensato, per ottenere la liberazione dei nostri concittadini, di contattare il compagno Gordon Brown, visto che nel sequestro sono coinvolti i militari inglesi.
Mario Sacchi

Le misure che non bastano


Se anche la Marcegaglia, presidente di Confindustria ha evidenziato come queste misure siano non sufficienti, i nostri governanti dovranno ammettere che stanno solo mettendoci una pezza. Ma cosa credono? Che questo fuocherello di paglia possa aiutare il mercato a ricollocare quei milioni di disoccupati che a causa della crisi non lavorano pi? Quando gli italiani avranno cambiato la vecchia cucina con una nuova, avranno ancora i soldi per metterci su qualcosa per il pranzo e qualcos'altro per la cena?
Viola Vermentino

etc. A me fa dispiacere tutto ci, anche perch le alternative a queste porcherie sono davvero poche. Ci saranno ancora signori come Vianello? Nonlo so, ma dubito. Di certo andiamo sempre pi verso la volgarit, e non quella ingenua e innocua della commedia allitaliana degli anni 70. Stiamo annegando, casomai,nella volgarit becera e prepotente di chi si sente superiore solo perch ha due soldi oppure perch hanoleggiato (per una notte) una Bmwo una escort. Questo lo schifo: lostentazione tracotante che alla fine, per,copre solo il vuoto. Ecco: di fronte a questa volgarit agghiacciante (etipica degli ignoranti),mi viene voglia di andare a rivedere subito i programmi

di Raimondo Vianello. Altro da fare non mi resta. Grazie di tutto e addio caro sig. Vianello. Ti ricorder e ti riguarder.
Alessandro Marchesi

parlare d'Unit d'Italia davvero arduo. Per l11 maggio, direi che sarebbe interessante invitare all'incontro con il Presidente Napolitano chi ha fatto parte delle Brigate Garibaldine. Non guasterebbero nella visita di Giorgio Napolitano la presenza dei marsalesi insigniti da questo Presidente "Cavalieri al Merito della Repubblica Italiana". Questi potrebbero essere dei simboli, utili a far sentire la voce dei marsalesi al nostro presidente Napolitano, che deve firmare spesso leggi turandosi il naso.
Ing. Gaspare Barraco

I nostri errori
Nel Fatto di ieri, gioved 15, a pagina 7, abbiamo pubblicato la foto di Vito Gnutti al posto di quella di Emilio Gnutti. Ce ne scusiamo con i lettori e con gli interessati.
IL FATTO QUOTIDIANO via Orazio n. 10 - 00193 Roma lettere@ilfattoquotidiano.it

LUnit dItalia
Nel 1860, l1 maggio, lo Sbarco a Marsala, che ha portato allUnit d'Italia. 11 maggio 2010 nel 150 anniversario lo sbarco a Trapani, alla faccia del rispetto storico. Dopo tanti preparativi, di cui si parlato negli anni scorsi, adesso si scopre il problema dei fondali del porto di Marsala. Ancora, per, non si comprende se davvero il porto di Marsala non pu ospitare le barche della regata, che giusto chiamare "trapanese" e non storica. Chi sa ci spieghi. Certo con i programmi della Lega, al governo,

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Incentivi per i motoscafi


Arrivano gli incentivi per lacquisto di motoscafi, lestate alle portecosa c' di meglio di una nuova barca? Disoccupati, cassintegrati e tutti coloro che non arrivano alla terza settimana ringraziano, finalmente il governo ha fatto qualcosa per

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