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di Patrizia Tomaselli, pag. 21 Ringraziamento ufficiale della preside e degli insegnanti dellIstituto Comprensivo FermiManzoni, pag. 23 La stanza di Dante: workshop di accoglienza per ragazzi immigrati La stanza di Dante - Workshop allistituto Scaruffi - Conferenza stampa del 21/5/2003 intervento di Giovanna Ferrari, pag. 29 La stanza di Dante - workshop allistituto professionale Ipsia- una educatrice alle prime armi di Claudia Panizzi, pag. 33 La stanza di Dante - workshop allIstituto Comprensivo di Cadelbosco Sopra - I Chihuahua di Francesca Tirelli, pag. 35 - Voglia di ritornare di Federico Cella, pag. 36 - Una esperienza formativa di Sara Capoccia, pag. 36 La stanza di Dante - workshop allIstituto Comprensivo di Bagnolo - La stanza di Dante a Bagnolo di Marcella Paterlini, pag. 37 - Mondi diversi a contatto di Katia De Pietri, pag. 38 - Lincontro con mondi diversi di Barbieri Elena, pag. 39 I workshop pomeridiani

Indice
Presentazione di Deliana Bertani, pag. 7 Un anno di attivit di Mariella Cantini pag. 9 Attivit nelle e con le scuole medie superiori della citt Workshop presso il liceo scientifico A. Moro - Relazione finale dellattivit extracurricolare di Sandra De Pietri, pag. 13 Workshop presso lITAS di Rivalta - Il gancio del Tricolore di Mariacarla Fornaciari, pag. 15 Il senso del volontariato allIstituto Magistrale Matilde di Canossa di Ornella Thiebat, pag. 17 Gancio: una grande risorsa per i ragazzi I.p.s.s.c.t. Filippo Re di Elisabetta Fabbi, pag. 19 Gancio Originale al Bus raddoppia

Workshop alla scuola media Dalla Chiesa - Un anno allinsegna del divertimento e della creazione di legami di Giulia Gazzotti, pag. 43 - Gancio, un esperienza da ripetere milleduocentonovanta volte di Stefania Paglia, pag. 44 - Non c due senza tre con Gancio! di Luca Bedogni, pag. 44

Workshop alla scuola elementare Don Milani - Unesperienza importante di Gloria Rutigliano, pag. 45 - Rendere felici gli altri di Valentina Mantovani, pag. 45 - Rifarei la stessa scelta di Maria Bevivino, pag. 46 - Imparare facendo di una volontaria, pag. 46 Workshop alla scuola elementare S. Giovanni Bosco - Il secondo anno di volontariato di Francesca Baracchi, pag. 49 - Loccasione di provare qualcosa di nuovo di Serena Bedini, pag. 49

Workshop alla scuola media A. S. Aosta - Responsabilit di Massimiliano Anzivino, pag. 55 - Affetto e volontariato di Marianna Strolin, pag. 56 - Un rapporto particolare di Michela Peragine, pag. 56 - Un mondo migliore di Gloria Filippi e Alice Gregori, pag. 57 - Riempirmi il cuore di Raffaella Rossi, pag. 58 - Fare per crescere di Manuela Kaddiss e Michele Miozzi, pag. 58 - Diario di bordo a cura dei volontari, pag. 59

Workshop alla scuola media Lepido - Il primo impatto con Gancio di Silvia Borghi, pag. 61 - Il significato di essere gruppo di Agnese Ferrari, pag. 62 - La mia E.P.G. al Gancio: di Elisabetta Neviani, pag. 63 - Considerazioni finali. di Silvia Castagnetti, pag. 64

Workshop alla scuola media Fontanesi - Gancio Originale come un circuito di formula 1 di Luisa Grasselli, pag. 50

Workshop alla scuola elementare Lepido - Un posto al sole. di Stefania Annarelli, pag. 65 Workshop alla scuola media Pertini

- Prontisi parte! di Alessia Sforacchi, pag. 67 - Unesperienza significativa di Pareschi Caleffi Elena e Siggillino Anna, pag. 69

- Chi si rivede!..A Quattro Castella - di Silvia Arlini, pag. 81

Workshop alla scuola media Don Pasquino Borghi - Essere grandi e tornare bambini, Essere bambini e diventare grandi di Anna Chiara Montanari, pag. 71 - Gancio Originale di Monica Albi, pag. 72 - La "pantegana", una storia vera di Filippo Davolio, pag. 73 - Io e J: questione di feeling di Ilaria Controne, pag. 74 - Io e il volontariato di Alessia Zini, pag. 74 - Gita in tram: come perdersi in un bicchiere dacqua di S. B., uno dei protagonisti, pag. 75 - Il giro di Reggio in 80 minuti di S. e Melissa Scolari, pag. 76 - Gancio, che spettacolo! dal giornalino della scuola, pag. 77

Workshop alla scuola media di Cadelbosco Sopra - Una esperienza importante di Isabella, pag. 83 - Gancioproprio da consigliare di Antonio DArelli, pag. 83 - Unesperienza unica per crescere tra tante difficolt di Marco Bigliardi, pag. 83

Altre esperienze di volontariato Le scuolette Esperienza nella residenza psichiatrica scuolette di Agnese Ferrari, pag. 87 Volontari alle Scuolette di Elena Incerti, pag. 87 Volontaria nella residenza psichiatrica scuolette di Adriana, pag. 88 Nei Centri Diurni Busetti - Intervista ai volontari del Centro Busetti, pag. 89 - Continua lesperienza presso i centri diurni Busetti e Damiel, pag. 91 Volontariato singolo La mia esperienza di Alessio Varchetta, pag. 93 La mia nuova amica di Chiara Busolini, pag. 93 Una partita del cuore

Workshop alla scuola media di Bagnolo - Una esperienza positiva di Jessica Iori e Annalisa Galeone, pag. 79 - Una figura di riferimento anche fuori dai libri di Sara Fantuzzi, pag. 79 Workshop a Quattro Castella

di Giovanni Grasselli, pag. 94

Volantini laboratori- febbraio 2003 Volantino magistrali- tutor tirocinanti Volantini Festa 2003 Volantini Marola 2003

Per la neuropsichiatria. Cambia forse la realt...ma resta sempre GANCIO! di Marcello e Valentina, pag. 95 Il bilancio 2002 a cura di Deliana Bertani e Mariella Cantini, pag. 129 Eventi Partecipazione al Forum del Volontariato - intervento di Alberto Lugli, pag. 99 - intervento di Daniela Ligabue, pag. 100 Presentazione del progetto Gancio Originale alla delegazione tedesca della facolt di pedagogia della universit di Berlino (ottobre-novembre 2003) e foto ricordo di Katrin, pag. 103 Gancio Originale e i volontari di Mondi Lontanissimi di Francesca Tirelli, pag. 105

Gancio Originale sulla stampa pag. 136 Ritardatari che hanno preso il treno allultimo minuto Atelier di pittura nel reparto di neuropsichiatria infantile, p.145 di Mimmo Spaggiari Mitici Draghetti, p.147 di Laura Ianetti e Marcello Maramotti La stanza di Dante dellIPSIA Lombardini, p.149 di Alessandra Martelli

Riflessioni Il volontariato giovanile a Reggio Emilia fra invenzione, concezione ed esperienza. Alcune note di Leonardo Angelini, pag. 109 La prospettiva del cambiamento: una minaccia o una promessa? Considerazioni sullesperienza del cambiamento a partire da ci che avviene in un gruppo di volontariato giovanile: Gancio Originale di Deliana Bertani, pag. 111

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La r e d a z i o n e de l l A n n u a r i o :

La formazione Volantini Isola che non c ottobre 2002

Kdnm`qcn @mfdkhmh  Cdkh`m` Adqs`mh  L`qhdkk` B`mshmh  Rhkuh` Anqfgh  Eq`mbdrb` Enms`mdrh  L`rrhlhkh`mn@myhuhmn   @fmdrd Edqq`qh 

pre sen ta zio ne

affiancato i volontari di Gancio nel lavoro bisettimanale di sostegno e di accoglienza. Sono terminate collaborazioni significative con persone che da anni lavoravano con Gancio (prima come tirocinanti psicologi, poi come borsisti). Abbiamo preso atto noi, gli operatori, lultimo anello della ormai famosa catena di santAntonio del tutoring, noi pi vecchi che i figli crescono e vanno oltre, abbandonano il desco famigliare e pongono le basi per costruirsene uno nuovo. Ne abbiamo preso atto con soddisfazione ma anche con fatica, perch abbiamo dovuto ricominciare da capo a ridefinire nuovi anelli della catena, ad impiantare nuovi accompagnamenti. Daltra parte questa tendenza ad abbandonare il desco e andare oltre una caratteristica di Gancio Originale, una caratteristica dei luoghi di volontariato giovanile. Non per niente ci venuta in mente la metafora dellascia di Washington quando, gi dai primi anni abbiamo compreso questo: lascia ancora l in bella vista, anche se nel frattempo le sono stati cambiati sei volte il manico e due volte il ferro. E cos avviene da noi: i giovani volontari, i tirocinanti, i giovani collaboratori passano e Gancio resta a disposizione dei nuovi venuti, come lascia di Washington, che rimane se stessa nonostante non lo sia da un punto di vista materiale. E per questo che Gancio deve affrontare tutte le coniugazioni e tutte le separazioni che derivano da questo continuo transito; per questo che laccompagnamento, il tutoring nelle strutture di volontariato giovanile somiglia pi ad una attraversata di un passo alpino che ad un lungo viaggio.

Presentazione di Deliana Bertani

Questanno stato caratterizzato da cambiamenti provocati dalla necessit, da nuove esigenze, da nuove richieste, da nuove opportunit: Sono state sperimentate nuove modalit di collaborazione con le scuole: in alcune situazioni infatti lintervento delle scuole stesse stato pi diretto e operativo e ha supplito alla nostra mancanza di figure di coordinamento, venute meno sia per lampliarsi negli anni degli interventi e soprattutto per lesaurirsi delle risorse economiche della L.R. 29/97 della RER e della sponsorizzazione della la COOP nordest . Sono state ampliate e stabilizzato le attivit di accoglienza per ragazzi immigrati. La stanza di Dante diventato un progetto strutturato e articolato in 4 centri di attivit. Ha coinvolto 27 ragazzi di recentissima immigrazione, circa 30 volontari e 5 giovanissimi mediatori culturali: 5 ragazzi immigrati da tempo frequentanti le scuole medie superiori che hanno

Tutto ci ci spinge ancora a riflettere. E in una struttura cos fragile e soggetta continui mutamenti le nostre riflessioni non possono non essere che sul significato del cambiamento: Di fronte al cambiamento il problema non quello di fare la politica dello struzzo, ma di usare il meglio di se stessi e lorganizzazione nella quale si inseriti per trasformare lansia e langoscia che inevitabilmente sorgono in queste occasioni in elementi che permettono di non farsi travolgere dal cambiamento, ma di governarlo, di programmarlo. Laccompagnamento una delle strategie pi efficaci per governare il cambiamento allorch, come avviene in Gancio Originale, sulla scena organizzativa vi siano pi generazioni poich permette a tutti gli attori di ricollocarsi luno rispetto allaltro in modo coordinato e complementare e di trasformare cos le ansie in elementi di programmazione e di cooperazione intergenerazionale.Accompagnare significa introdurre nella verticalit di un raffronto generazionale degli elementi di compartecipazione e di condivisione che attutiscono le distanze e ci fanno sentire pi vicini. Tutto questo non mi fa per perdere di vista la mia condizione di anziana che mi permette di fare alcune considerazioni partendo da questa premessa: confortante vedere lesistenza - confermata di anno in anno - del piccolo esercito di giovani di Gancio. Un esercito clandestino che non fa notizia, che non si fa pubblicit (siamo noi adulti che cerchiamo di farla) che ha fatto della solidariet una bandiera senza colori politici

e razziali. Questi giovani che vedo tutti gli anni, attivi ed entusiasti, non hanno niente di diverso dai loro coetanei; come loro si divertono,vivono i loro amori, vanno a scuola e spesso non sono molto studiosi, ma hanno qualcosa in pi. Questi ragazzi non sono eroi, anche se non facile fare scelte di impegno in un contesto apparentemente di totale disimpegno e di negazione di quei valori che forse noi adulti non abbiamo avuto n il tempo n la voglia di far sentire validi e accettabili. Il fatto che il volontariato giovanile esista e sia in aumento anche se in forme strane, nuove a volte difficili da cogliere, significa che i giovani sono recettivi a certi messaggi, ma vanno motivati, sostenuti e accompagnati.

Per concludere: mi piace pensare che la parola giovani oggi a Reggio Emilia possa avere anche questo significato. Mi piace pensare che Gancio Originale possa continuare a contribuire, nei fatti, a questopera di accompagnamento del giovane verso let adulta e verso lassunzione della dimensione dellautonomia, delloperosit e della responsabilit.

Un anno di attivit di Mariella Cantini

Prima di parlare di questanno di attivit voglio dire qualche parola ai nostri volontari. Siete stati veramente bravi!!! Bravi perch? per l impegno preso e mantenuto ( anche se l entusiasmo iniziale per alcuni ha dovuto fare i conti con la quotidianit dei troppi impegni ) per le responsabilit che vi siete assunti per la criticit che avete maturato, frutto della riflessione e rielaborazione del vostro fare E proprio lavorando insieme che si impara a superare le difficolt nel confronto, nel chiedere aiuto, che si impara a misurarsi con le proprie forze e a fare i conti con se stessi, a prendere le giuste distanze e iniziative nelloperare. Tutti voi avete svolto compiti altamente operativi che vi hanno portato a instaurare rapporti umani significativi. Avete messo in gioco le parti pi importanti della vostra persona. Tutti voi avete scoperto che fare volontariato s faticoso ma anche molto gratificante.

Avete scoperto la gratificazione nella quotidianit del vostro lavoro, costatando che ogni vostro gesto, azione, parola assumono un significato diverso a seconda del contesto in cui lavete speso. Siete stati aiutati per migliorare la vostra capacit di relazione da chi pi grande di voi e ha condiviso con voi le scelte operative ,le strategie di intervento per far scattare la molla dellinteresse per richiamare alle regole, per fare eseguire un compito o mantenere una promessa. La vostra motivazione a fare volontariato sicuramente la qualit fondamentale ma l aver voglia di conoscere un mondo nuovo ( relativo al disagio, ai problemi legati all immigrazione e allhandicap) e cercare di esserci come persone mettendo in gioco la propria vita il passo successivo. Credo che l identit del volontario di Gancio Originale sia quello di avere voglia di fare crescere l'altro e se stesso insieme, il che significa dare delle cose ma riceverne altre, come il desiderio di guardarsi dentro. La nostra e la vostra identit congiunta fra tanta gente, bambini, ragazzi da aiutare, giovani studenti della scuola, cittadini, giovani studenti tirocinanti, educatori, nonch insegnanti e operatori pubblici. Si cerca insieme facendo delle cose, mettendoci in una situazione di scambio creando una catena nel progettare, nel fare, nel riflettere. Questa vostra avventura non vissuta a parte, scollegata dal resto della vostra quotidianit ma inserita in un contesto nel quale qualcuno la riconosce, la condivide e costantemente cerca di mantenerla interessante, aiutandovi con la formazione. Ora vorrei ringraziare tutto il mondo della scuola, I PRESIDI, GLI INSEGNANTI E Il PERSONALE NON

DOCENTE . E grazie alla loro collaborazione e allaverci riconosciuto come uno strumento di prevenzione, di cura ed di educazione che possiamo collaborare con tanti studenti. Questanno tra le scuole, oltre al Liceo Moro, il Bus Pascal, lo Scaruffi, il Levi, lItas di Rivalta, le Magistrali, lo Zanelli, lIpsia Lombardini, il Chierici, il Secchi, abbiamo lIstituto professionale Filippo Re, lIstituto professionale Luigi Galvani e abbiamo accolto alcuni volontari dal liceo Ariosto, dallITI, dalla Filippo dArzo di Montecchio. Quasi tutti i presidi hanno voluto valorizzare i loro studenti oltre che riconoscendo i crediti formativi anche con parole di sollecitazione, di riconoscimento e di apprezzamento. L istituto Bus Pascal ha assegnato una borsa di studio offerta dalla famiglia in memoria del preside Bortolani a una studentessa che oltre ai meriti scolastici, collabora con GANCIO ORIGINALE. L interesse e la collaborazione che la scuola ci gratifica ; speriamo di poter sempre meglio collaborare per dare motivazioni forti ai giovani, perch il volontariato ha un valore aggiuntivo e concorre alla formazione delluomo solidale e del cittadino responsabile portando un contributo al cambiamento e alle relazioni Il numero dei volontari che hanno collaborato con noi questanno sono stati 350 di cui 275 minorenni con un monte ore di circa 10000 . Hanno lavorato nei workshop dove hanno seguito 230 ragazzini e in servizi gestiti dall azienda Ausl: con la NPI negli atelieres - di musica, cucina , pittura , arte terapia ,bricolage Sono stati animatori nellatelieres di teatro al progetto Simonini ,hanno tenuto compagnia a ragazzini disabili, facendo con loro uscite in bicicletta in autobus ecc

Hanno collaborato con il servizio handicap adulto, infatti sono stati 11 i ragazzi presenti nelle strutture ( centro Busetti e centro Daniel) Hanno collaborato con il C.S.M. giocando a calcetto con i malati psichiatrici e andando una volta a settimana presso la struttura residenziale L Scuolette. Hanno giocato a basket con i ragazzi disabili presso la loro associazione sportiva. Grazie poi alla presenza di Katrin una ragazza tedesca che ha svolto un monteore pari a 800, abbiamo potuto dare un contributo alla associazione internazionale per la ricerca sulle malattie neurogenetiche Ring14 contribuendo con le sue traduzioni alla realizzazione di un compendio informativo diagnostico su questa malattia. Saranno le relazioni ad illustrare meglio il lavoro dei volontari. GRAZIE ANCORA A TUTTI VOI, E UN SALUTO PARTICOLARE A KATRIN CHE IN APRILE PUR AVENDO TERMINATO IL SUO IMPEGNO COME VOLONTARIA EUROPEA HA CONTINUATO TUTTO IL MESE DI MAGGIO A LAVORARE COME VOLONTARIA DI GANCIO.

Attivit nelle e con le scuole medie superiori della citt

Workshop liceo scientifico A. Moro Relazione finale dellattivit extracurricolare di Sandra De Pietri

VOLONTARIATO INTERNO AL MORO Ieri: intendo cinque anni fa, quando mi fu proposto di coordinare lattivit di volontariato allinterno del liceo Moro non ero affatto preoccupata di non riuscire a gestirla in quanto si trattava solo di 8 volontari che aiutavano i ragazzi delle scuole medie limitrofe a fare i compiti allinterno del Moro in due pomeriggi la settimana; lanno scorso, avendone 108 sparsi in tutte le scuole elementari e medie della citt e provincia, ho avuto attimi di incertezza sulle mie capacit, ma per fortuna cera sempre il punto fermo di Mariella che riusciva a sbloccare le piccole crisi!!! Oggi: intendo in questultimo anno scolastico: i volontari sono diminuiti (sono stati in tutto circa 70) in quanto sono usciti dalle quinte molti dei volontari storici, che hanno svolto il loro volontariato per 3 anni consecutivi, diventando sempre pi competenti ed accettando, molto spesso, due tipi di volontariato molto diversi fra loro: il workshop ed anche quello singolo. Mi sono ritrovata cos a dover ripartire dalle

terze: ragazzi piccoli come volontari ma molto motivati e molto concentrati nel non sbagliare a dire, a fare con i ragazzini e per questo mi chiedevano continuamente spiegazioni (di matematica!) e collaborazioni... ma questo porre continuamente i piccoli problemi quotidiani sul tavolo della risoluzione, mi ha continuato a far crescere come docente, ma ancor pi come persona .e li ringrazio per questo. Anche il nuovo esperimento del mediatore culturale (la Stanza di Dante), introdotto allo ScaruffiLevi con la collaborazione del mio ex-studente (nel biennio) Geng Hao Yang che ha fatto da traduttore e facilitatore con i suoi connazionali per aiutarli prima di tutto nella lingua e poi anche nelle altre discipline, mi ha riempito di gioia sia perch Yang ha accettato subito la mia proposta, sia perch stato sempre un punto di riferimento sicuro e competente, cos Dante non si rivoltato nella tomba! Domani: intendo il prossimo anno scolastico: ritengo di fare, proprio i primi giorni di scuola, unopera di informazione presso le nuove terze, con laiuto della Mariella , cercando di aumentare i nostri volontari, dal momento che le richieste delle scuole elementari e medie sono in aumento; inoltre voglio fare anche unopera di convincimento sui colleghi per avere un aiuto maggiore rispetto allanno precedente.. certamente ho bisogno di nuove idee, ma penso che con un po di riposo mentale (le ferie) e qualche chiacchierata con Mariella lass a Marola queste nuove idee verranno scodellate! C gi una certezza per: non mi sono stancata di fare Gancio Originale!

con sincero affetto e grande stima che, in procinto di lasciare la scuola, dico a loro il mio BUON LAVORO per il prossimo anno

Workshop presso lITAS di Rivalta Il Gancio del "Tricolore" di Mariacarla Fornaciari E' con grande soddisfazione che, anche quest'anno mi trovo a fare il bilancio dell'attivit di volontariato svolta dai ragazzi dell'ITAS "Citt del Tricolore" di Risalta. La soddisfazione certamente data dall'entusiasmo che sento nei loro racconti, sempre colorati, dell'esperienza che, anche in quest'anno scolastico, li ha fatti crescere a fianco dei loro amici pi piccoli, li ha fatti maturare e ha valorizzato le particolari attitudini di creativit e capacit di reinventarsi. Il risultato pi evidente stato l'elevato numero di ore che ciascuno di loro ha dedicato al volontariato, che al suo secondo anno di presenza nella nostra scuola, si esteso a nuove esperienze: oltre agli ormai collaudati workshops, i ragazzi si sono impegnati in un atelier di cucina e hanno supportato il progetto GET presso la scuola elementare di Rivalta, con grandi soddisfazioni personali e degli operatori che li hanno affiancati. Tutti i ragazzi hanno espresso la loro voglia di continuare a "fare Gancio", perch la trama di rapporti con i bambini, che sostengono con il loro aiuto, e con gli operatori pi grandi divenuta solida, parte integrante delle loro giornate... ed

Il senso del volontariato allIstituto Magistrale Matilde di Canossa. di Ornella Thibat

Numerosi alunni dellIstituto Magistrale anche questanno si sono dedicati al volontariato. Un volontariato realizzato non solo con Gancio originale, ma con diverse realt territoriali, nella convinzione che sia estremamente importante operare nelle comunit culturali in cui i bambini e i ragazzi vengono allevati ed educati. Ogni situazione locale mette in atto una serie di attivit e di routines quotidiane e i soggetti, attraverso la cultura costituita da una conoscenza condivisa e coerente del mondo culturale quotidiano, si adattano alla vita. Gancio, si sa, potente nel pensiero e nelle azioni e quindi questanno la bella idea dei due momenti di verifica effettuati a scuola con gli studenti non stata riservata ai volontari e agli operatori di Gancio, ma allargata a tutti gli enti, le associazioni e gli studenti che progettano con noi il volontariato. Lelevata partecipazione, da una parte stata momento di conoscenza reciproca, di condivisione di gioie e di speranze e dallaltra ha evidenziato il fatto che l dove c una azione

localmente razionale assunta con consapevolezza i progetti crescono in qualit e coesione, con grande capacit di rispondere ai bisogni e alle aspettative dei soggetti coinvolti. Il progetto tiene se le basi e le azioni che lo costituiscono sono riconosciute nel loro ridefinirsi volta per volta come basi e azioni comuni che hanno come scopo prioritario quello di rispondere ad un bisogno di appartenenza. Un bisogno a cui si risponde con un legame fatto di quotidianit, di impegno, di rispetto del e nel contesto, che si mantiene e si arricchisce con lapporto della memoria, del ricordo dei momenti vissuti e delle cose fatte insieme. I volontari che hanno condotto unesperienza pluriennale pi di una volta si sono soffermati a rimarcare come nel tempo hanno visto, con gioia e stupore, crescere i ragazzi, progredire nelle loro competenze, diventare pi grandi Io, di rimando, mi sono soffermata a pensare che il loro un crescere speculare: diventano capaci di cogliere i miglioramenti dellaltro nella misura in cui anchessi sono sempre pi attenti, fedeli, convinti di quello che stanno facendo e lo vivono come parte integrante della loro vita. Un esempio significativo di quanto affermo lho riscontrato nei percorsi che gli alunni preparano per lesame di stato. In questi anni diversi percorsi sono partiti dallesperienza con Gancio originale, alcuni hanno tratto spunto dalla formazione, altri dalle attivit, altri dalle relazioni che si sono instaurate. In tale occasione lesperienza del volontariato si rivelata fonte di stimolo per una ricerca su di s e sugli altri, nella quale confluiscono le esperienze e i saperi dei diversi soggetti coinvolti: ragazzi, tirocinanti, tutor, genitori, il tutto sistemato nelle coordinate del sapere disciplinare che la scuola cerca di trasmettere alle nuove generazioni.

Gancio: una grande risorsa per i ragazzi I.p.s.s.c.t. Filippo Re di Elisabetta Fabbi

Ho sentito parlare del volontariato di Gancio per la prima volta da mio figlio, due anni fa. Per un intero anno ho potuto constatare limpatto positivo e lentusiasmo che le attivit di Gancio hanno trasmesso a un diciassettenne come tanti. Questa esperienza lo ha aiutato a crescere e a interrogarsi su tanti aspetti della vita insieme ai ragazzi che ha seguito nei workshop. La Filippo Re una scuola con una grande tradizione nella realt reggiana e una forte sensibilit per lintegrazione; la sua offerta formativa diversificata, ma il percorso didattico abbastanza lontano da attivit pedagogiche. Ho avuto, per, molta fiducia, promuovendo lattivit allinterno della scuola, nelle capacit di impegnarsi dei nostri ragazzi e infatti, dopo lincontro con la dottoressa Mariella Cantini, rivolto agli studenti delle classi quarte, la risposta stata positiva. Ragazze e ragazzi, allinizio, sembravano un po disorientati, ma le loro parole esprimevano la voglia di provare, di mettersi in gioco per gli altri e di aiutare.La signora Cantini, con la competenza e la pazienza che la contraddistinguono,

ha saputo consigliare gli allievi per far coincidere le loro esigenze con i bisogni delle varie scuole. Particolarmente importante stato il momento di verifica condotto alla fine del primo quadrimestre avvenuto nella nostra scuola con tutti i ragazzi volontari. In questa occasione hanno potuto confrontare le loro esperienze, le loro difficolt, ma soprattutto sono emersi lentusiasmo e la grande ricchezza interiore che questa attivit stava dando. Lopinione comune che mi hanno espresso stata : Ma questo lavoro eccezionale! E una grande risorsa e mi fa sentire meglio. . Dopo la verifica finale, posso sottolineare la soddisfazione, mia come referente, e nostra, come scuola; da rilevare la continuit che i ragazzi hanno assicurato per tanti mesi. Proprio in questi giorni hanno chiesto informazioni per poter continuare il loro lavoro il prossimo anno. Speriamo, infatti, di poter aprire la nostra scuola un pomeriggio alla settimana con un maggior numero di volontari che gi si sono resi disponibili e di contribuire ancor pi a questa straordinaria attivit.

maturit i problemi che via via si presentavano. Tutto ci stato apprezzato anche dalla nostra scuola che ha conferito loro un riconoscimento per lattivit di volontariato svolta. In particolare, stata assegnata una borsa di studio a Flavia Predieri in memoria del preside Carlo Bortolani che ha sempre creduto nella valenza formativa del volontariato, ai progetti portati avanti da Gancio e soprattutto, ormai pi di dieci anni fa, alla sua diffusione nelle scuole.

GANCIO ORIGINALE AL BUS RADDOPPIA di Patrizia Tomaselli E motivo di grande soddisfazione aver potuto aprire il workshop al Bus per due volte la settimana durante lanno scolastico appena concluso. Diversi fattori hanno concorso a render ci possibile: sicuramente la grande disponibilit dei volontari della nostra scuola, il cui numero anche questanno aumentato, lentusiasmo mostrato dai ragazzi delle medie che lo frequentavano, ma soprattutto la grande disponibilit e dedizione di Marcello ed Elisa. Diplomati nello scorso anno scolastico proprio al BUS, dove tre anni prima avevano fatto conoscenza con le esperienze di Gancio Originale, non sono riusciti a lasciare del tutto la scuola. Cos questanno si sono resi disponibili, pur non tralasciando gli impegni universitari, a coordinare per un pomeriggio la settimana il workshop interno. Investiti di questa responsabilit hanno risposto con seriet e impegno e hanno costituito un valido esempio per i volontari che pensano di proseguire con Gancio anche dopo essere usciti dalla scuola superiore. In effetti anche questanno i volontari del Bus sono stati seri e costanti nellimpegno, capaci di affrontare con

Prima lettera Fermi -Manzoni

Seconda lettera Fermi-Manzoni

La stanza di Dante:
workshop di accoglienza per ragazzi immigrati

Intervento alla Conferenza Stampa del 21/5/2003 per il progetto la Stanza di Dante allistituto superiore Scaruffi di Giovanna Ferrari

La Stanza di Dante la realizzazione di unidea avuta nellanno scolastico 2001/2002 e della collaborazione del nostro istituto con dei referenti dellAUSL di Reggio Emilia che avevano finalit ed esigenze in comune e risorse complementari. Perch mi sono trovata a realizzare tale idea? 1. Ci credo 2. per la necessit di ampliare lofferta formativa del docente a causa delle varie e nuove situazioni di lavoro che negli anni si sono presentate come: a. coordinare consigli di classi , spesso prime, in cui si sono iscritti studenti ultraquindicenni che non conoscevano la lingua italiana perch da poco arrivati in Italia e tentare di risolvere la situazione demergenza e di sconcerto per le difficolt di comunicazione e il superamento di scuola non obbligatoria aperta

a studenti che non hanno strumenti idonei di partenza ; b. per labitudine a portare avanti progetti con enti o esperti esterni come i progetti di educazione alla salute aventi lo scopo di prevenire il disagio e favorire il benessere psicofisico degli studenti; c. la capacit di sperimentare nuovi percorsi e di mettersi in gioco offrendo pi ampi orizzonti come quelli proposti dalla legge 9 di allungamento dell obbligo scolastico, di successo scolastico non solo legato alla promozione, di accoglienza, orientamento /riorientamento, PEI,PIF,PEI.. d. fare linserimento degli studenti dei programmi di Intercultura che non conoscono la lingua italiana ed escono dal programma di sei mesi o annuale con successi scolastici, con le azioni di flessibilit e di personalizzazione del percorso scolastico in un contesto di inserimento in una famiglia italiana. C stato un aumento nel numero di iscrizioni di giovani stranieri ultraquindicenni neoarrivati in Italia e c un D.P. (394) che ne regola le modalit ; poich le risorse delle scuole stanno diminuendo ma c una attenzione crescente per il loro inserimento anche da parte della Provincia di Reggio Emilia da anni la nostra scuola partecipare ai bandi e porta avanti iniziative con forte finalit interculturali e di integrazione. Linterazione e lospitalit sono perci in atto e in continua evoluzione nel nostro istituto.

Personalmente ho sentito lesigenza di fare formazione per avere confronti con i referenti di altri scuole, di fare ricercaazione e di ampliare la conoscenza culturale del fenomeno ma anche di sperimentare percorsi nuovi da affiancare a quelli pi istituzionale prima citati. Lesperienza delle prime attivit di Gancio originale dal 2001 mi ha portato a fare questa riflessione: Si favorisce lintegrazione nellambiente scuola se gli studenti, che sono i destinatari ( sia stranieri che volontari della scuola), diventano pi attori , anche nella progettazione e questo lo abbiamo realizzato con la Stanza di Dante. Il valore aggiunto che si voleva dare era creare un ponte verso linterazione con un dopo-scuola a questi studenti stranieri che diversamente dei programmi di scambi culturali vivono due momenti nettamente separati tra loro: la scuola con la nuova lingua italiana e la famiglia e il lavoro nel contesto sociale e linguistico di partenza . La scuola non lunico ente di formazione e non pu realizzare da sola lintegrazione ma pu contribuire promovendo idee di apertura ( e negli studenti si sono visti e sono stati acquisiti durante lesperienza) che sono in linea con le finalit del POF ( piano offerta formativa ) di accettazione e rispetto di s e degli altri e di promozione al valore di tolleranza .

volontariato e ai temi dellintegrazione degli stranieri, nel 2002/2003 anche il sostegno scolastico. Come? Con la creazione di una rete di risorse : studenti della scuola, stranieri e non, e di altre scuole, docenti dellistituto e volontari e referenti dellAUSL I destinatari Giovani stranieri neoarrivati in Italia, ultraquindicenni che non parlano la lingua italiana e studenti dellistituto che vogliono fare esperienza di volontariato Finalit Raccogliere le aspettative e dare risposte concrete alle motivazioni dei giovani stranieri neoarrivati che si iscrivono nel nostro istituto e delle loro famiglie che sono un inserimento sociale attivare un ponte verso la normalit e la legalit offrire opportunit che le famiglie non potevano fare nel loro paese realizzazione di un sogno?! fare apprendere litaliano ai figli affinch essi facciano loro da mediatori Che cosa rivelano e come sono gli studenti stranieri destinatari ? Adolescenti che hanno lasciato affetti e una vita sociale gi costruita Sono presenze incostanti Possono essere in pieno shock culturale La barriera linguistica pu risultare enorme e rispetto ai pi giovani hanno pi difficolt ad apprendere la lingua e a mettersi in gioco ( nella scuola elementare i linguaggi non verbali sono invece un valido strumento e un grande supporto)

Breve storia dellesperienza La Stanza di Dante nel 2001/2002 ha portato avanti soprattutto la socializzazione tra gli studenti della scuola, stranieri e non, e la sensibilizzazione dei giovani volontari al

Frequentano la scuola ma devono anche lavorare per cui non hanno i tempi spesso per raggiungere il successo scolastico Attivit Del primo anno: il lavoro stato difficile perch non strutturato ma terminato in positivo con produzione di materiali, una buona socializzazione degli studenti volontari hanno fatto un paziente lavoro Secondo anno: attivit pi tarata sullo sportello scolastico, come richiesto dagli studenti stranieri Continuare perch? Credere nel valore aggiunto di ragazzi uno spazio di comunicazione in italiano per gli studenti stranieri un modo per sensibilizzare i nostri studenti al problema dellintegrazione sociale e conoscere un fenomeno in evoluzione nella nostra societ Perch una rete di soggetti offre di pi ( risorse diverse) e con un risparmio di risorse Perch la scuola deve essere portatrice del valore interculturale

La stanza di Dante - workshop allistituto professionale Ipsia una educatrice alle prime armi di Claudia Panizzi

Il mio ruolo allinterno del settore era condurre attivit di recupero scolastico e di integrazione ai ragazzi con problemi di disagio scolastico e comportamentale, seguiti e segnalati ai servizi di NPI (Neuropsichiatria Infantile), Psicologia Clinica e Area Sociale dellAUSL . Pi precisamente ho lavorato al progetto di Gancio Originale1, svolgendo attivit di Workshop2 presso due Scuole Medie Inferiori del territorio reggiano, lavorando con ragazzini a rischio, della
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G.O. un gruppo di generis di volontariato che si costituito dagli anni Novanta allinterno dei Settori di NPI e PCS (Psicologia Clinica Sociale); i giovani volontari lavorano su due fronti: quello della disabilit e quello del disagio, e pi precisamente nei confronti dei ragazzi disabili e a rischio. 2 I Workshop sono il frutto della collaborazione tra scuola e servizi e nascono per fronteggiare le problematiche emerse nelle zone della citt considerate a rischio.

fascia det compresa 12-14 anni con disagio scolastico, in attivit pomeridiane. Ho svolto, inoltre, attivit con singoli utenti, partecipato al Progetto Stanza di Dante presso la scuola superiore Ipsia Lombardini con ragazzi ghanesi e indiani e infine agli incontri di programmazione dei Workshop. Prima di iniziare a lavorare nel Progetto non avevo delle aspettative particolari, pi che altro sentivo che stavo per affrontare un Avventura rivolta al possibile, al nuovo, che mi avrebbe messo in gioco in qualsiasi istante e solo tramite le mie risorse personali avrei affrontato le mille e pi difficolt che avrei incontrato durante il percorso. Tutte le volte che mi trovavo a vivere certe situazioni mi meravigliavo e scoprivo con un piacevole stupore che stavo vivendo situazioni che avevo appreso nei libri e che tutto quello che stavo vivendo era davvero una straordinaria avventura intrinseca di emozioni, di relazioni intense come IO Altro. Molti dei ragazzini con cui sono stata a contatto erano i cosiddetti ragazzi a rischio, soggetti, dunque, che stavano e stanno vivendo situazioni difficili, dolorose, profonde che sicuramente influiranno sul loro vivere; e il riuscire a superare certi pregiudizi, e quindi a entrare a comprendere le visioni del mondo dellaltro, mi ha dato dal punto di vista professionale, ma soprattutto personale qualcosa di pi di tutti i libri che ho letto: la Soddisfazione di Essere per lAltro, quindi

una persona fidata, di essere una figura stabile e perch no, una figura modello. I ragazzini sono i destinatari del Servizio, e come tali, penso che abbiano trovato beneficio e molte soddisfazioni dalle attivit di G.O.. Tutti questi bambini hanno qualcosa che li accomuna: hanno vissuti dolorosi, situazioni difficili alle loro spalle, e dalla societ sono considerati degli emarginati. Il rischio, quindi, quello di classificare gli ALTRI come DIVERSI, come soggetti che devono essere allontanati, evitati A questo punto, credo, che gli emarginati siamo NOI, che non riusciamo a comprendere la diversit dellALTRO non la accettiamo perch troppi sono i pregiudizi che li condannano continuamente come se fossero una malattia sociale da allontanare; ed qui che il Progetto G.O. interviene ad Alta Voce e a Testa Alta, proprio per evitare che questa categoria di Ragazzi Difficili diventi una Categoria Ghetto. Ci che mi ha colpito di pi durante le attivit stato la forte solidariet ed amicizia che si creata tra i ragazzini e i volontari: i volontari erano considerati come fratelli o sorelle maggiori, come , quindi, un modello da seguire. Il giocare, il mettersi alla prova, sentirsi soddisfatti di fare e saper fare certe cose, trovarsi in un ambiente in cui la propria personalit possa emergere sono i principi su cui si fonda il Progetto G.O.. Non vorrei che la categoria di noi Educatori venisse dipinta come una Categoria di Angeli Custodi, ma

come persone che hanno la pazienza e la sensibilit di ascoltare, come coloro che hanno la capacit di fornire una nuova visione del mondo allAltro, di dare la possibilit al soggetto di ripensarsi non come un DIVERSO ma come un soggetto AUTENTICO ed IRRIPETIBILE.

CONCLUSIONI PERSONALI Credo che la figura delleducatore sia molto utile per il conseguimento degli obiettivi di G.O., in quanto una figura competente pu riportare effetti positivi sui ragazzi, non solo sulla loro condotta, ma anche sulla loro personalit. Facendo un quadro generale della mia esperienza come Educatrice, la definirei positiva: stata una vera e propria avventura in cui IO ero la protagonista; tante sono state le occasioni, le opportunit che mi hanno permesso di mettermi alla prova, di ripensarmi in tanti modi diversi, utili per ME e per lALTRO. Questa esperienza mi ha permesso di vedermi, di dare un assaggio al mio possibile futuro da Educatrice; penso, infatti, che lavorare con i minori sia la mia strada, una scelta proprio adatta a me, alle mie attitudini, alla mia personalit.

La stanza di Dante - workshop allIstituto Comprensivo di Cadelbosco Sopra I chihuahua !! di Francesca Tirelli

E questo il nome del gruppo di ragazzi della Scuola Media di Cadelbosco Sopra che il 6 febbraio di questanno hanno iniziato la loro esperienza con Gancio Originale. In questa Scuola i progetti del Gancio non sono sconosciuti; infatti, quando noi abbiamo iniziato la nostra attivit, era gi attivo un workshop costituito da un gruppo di volontari provenienti da vari Istituti Superiori che, coordinato dalla prof. Mariuccia Reggiani, si occupava di seguire 10 ragazzini segnalati dagli insegnanti della Scuola stessa per disagio scolastico. A differenza del gruppo gi costituito in precedenza, il nostro workshop si inserisce in un progetto per limmigrazione chiamato La Stanza di Dante impariamo litaliano in quanto si rivolge nello specifico a ragazzi di prima e seconda immigrazione con difficolt scolastiche, di inserimento e relazionali in buona parte dovute ad una scarsa conoscenza della lingua italiana. Nel nostro gruppo abbiamo una ragazza proveniente dallUcraina, un ragazzo dellAlbania, un ragazzo della Serbia, due ragazzi immigrati da altre regioni

italiane e, almeno nella fase iniziale della nostra esperienza, una ragazza cinese che poi si trasferita a Reggio Emilia insieme alla sua famiglia. Ma i chihuahua non sono tutti qua ci sono anche due tirocinanti della Facolt di Psicologia dellUniversit di Parma e tre volontari provenienti da diverse Scuole Superiori che hanno scelto di regalare un po del loro tempo libero per aiutare i ragazzini della Scuole Medie, di poco pi piccoli di loro. Direi che ci che ha accomunato un po tutti quanti stata la possibilit di sperimentarci in un ruolo nuovo. I ragazzi, nonostante soprattutto per alcuni le difficolt linguistiche fossero notevoli, hanno trovato un luogo dove imparare ad esprimersi in vari modi, cercando sui dizionari le parole che ancora non sapevano dire in italiano, costruendo insieme delle cornici e decorandole, colorando il sale con i gessi, impastando la pasta e sale, festeggiando insieme i rispettivi compleanni imparando cio pian piano a conoscersi e a relazionarsi nel gruppo. I volontari, tutti di Cadelbosco, sono rientrati nella loro Scuola, come loro stessi spesso hanno sottolineato, non pi da studenti ma come punti di riferimento per i ragazzi pi piccoli ora sono loro che cercano di interessare i pi piccoli alle materie, che li contengono nel comportamento e nel linguaggio quando i pi piccoli esagerano, che cercano di coinvolgerli nelle attivit quando sono svogliati, che fanno sentire i ragazzini importanti con la loro presenza costante e devo dire che sono sempre riusciti a farlo con molta spontaneit e freschezza riempiendo la nostra Stanza di Dante anche di tanto divertimento! Non ultimo, anchio sono rientrata nella mia Scuola, ho avuto la possibilit di collaborare con quelle che erano state le mie insegnanti, ho avuto modo di misurarmi rispetto alle responsabilit del ruolo che ho ricoperto e soprattutto ho avuto lopportunit di accompagnare i ragazzi pi grandi, e attraverso questi anche i pi piccoli, in un percorso di

crescita spesso complicato e tortuoso ma rispetto al quale credo sia molto importante sapere di non essere soli. __________

La stanza di Dante - workshop allIstituto Comprensivo di Cadelbosco Sopra Unesperienza formativa di Sara Capoccia

La stanza di Dante - workshop allIstituto Comprensivo di Cadelbosco Sopra Voglia di ritornare di Federico Cella

ciao franci!! questo progetto mi piaciuto moltissimo, ma non per l'organizzazione che stata eccellente, ma per la semplicit e l'entusiasmo che c' stato nei ragazzi e nei volontari!! Tutto qui!!Alla fine ho poco da dire perch qualsiasi cosa faccio, in qualsiasi luogo mi diverto sempre se ci sono dei "bambini" e i "bambini"di quest'anno sono stati bravissimi e fortissimi!!!!!!! Sicuramente rifar questa esperienza e qualsiasi altro progetto dove posso stare a contatto con i bambini!! CIAO UN BACIO!!! Fede.......... P.S. con te e tutte le altre mi sono divertito un mondo ed stato utile perch ho imparato molto da voi!!! GRAZIE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ho appena terminato la mia prima esperienza come tirocinante. L'ho trovata molto interessante, pi stimolante e coinvolgente di quanto avessi immaginato. Il fatto di avere a che fare con altri esseri umani, con i quali si instaura un buon rapporto di amicizia, davvero positivo. Inoltre l'aiutare i ragazzi con qualche difficolt, anche solo nell'esecuzione dei compiti pomeridiani, ti fa sentire importante. Il partecipare con loro all'attivit ludica, non stato solo puro divertimento, ma un modo per aiutarli ad organizzare il gioco, a parteciparvi correttamente, a potersi esprimere, senza voler per forza primeggiare, a crescere come persone. Reputo questa senz'altro un'esperienza formativa, non solo per i ragazzi che abbiamo seguito, ma anche per noi tirocinanti, che ci ritroviamo arricchiti dal contatto con gli altri, pi consapevoli di realt che differiscono dalla nostra, pi disponibili ad ascoltare persone diverse da noi, dai nostri amici e familiari e i loro problemi, pi capaci, tutto sommato, di agire in modo efficace in situazioni nuove e inattese, senza mai sentirci disorientati o scoraggiati grazie allo spirito di collaborazione con gli altri operatori e al rapporto di fiducia con gli studenti.

La stanza di Dante - workshop allIstituto Comprensivo di Bagnolo La stanza di Dante a Bagnolo di Marcella Paterlini

Questanno mi sono trovata a coordinare un progetto per me nuovo: La Stanza di Dante. Il laboratorio linguistico per gli immigrati partito inizialmente con 5 bambini delle scuole elementari, tutti di provenienza diversa, India, Cina, Turchia, Australia, e di livelli dissimili di alfabetizzazione. Il prezioso aiuto dei volontari ha consentito di ottimizzare al meglio il lavoro, in modo che ogni bambino avesse un aiuto individuale per andare in contro alle loro diverse esigenze. Ci siamo incontrati ogni marted a partire dal mese di febbraio, organizzando ogni volta attivit diverse: costruzione di fiori di carta con materiale riciclato, portaritratti personalizzati, laboratorio di danza e musica lavorando sullespressione corporea, ascolto di musiche indiane, giochi di squadra. Il lavoro coi bambini delle scuole elementari stato molto appagante dal punto di vista affettivo, anche se in certi momenti stato difficile farsi ascoltare..(costringendoci a volte ad alzare la voce)..ci si scioglieva ogni qualvolta ricevevi un abbraccio o unaccoglienza calorosa allarrivo o

un saluto strappalacrime alla fine della giornata, una volta imbarcati sul pulmino per il ritorno a casa. stato interessante notare come anche tra loro ci sono forme di intolleranza razziale: il bambino indiano che per offendere la bambina australiana di colore le dice africana, o la bimba turca che per canzonare il compagno cinese sul suo modo di parlare lo scimmiotta dicendo cin cian ciun.., insomma TUTTO IL MONDO E PAESE!! Tra loro sono per nate anche delle amicizie e si sono formati i sottogruppi degli amici preferiti con tanto di volontario favorito!. Allinizio di maggio partito anche il gruppo dei ragazzi delle scuole medie: una ragazza ed un ragazzo cinesi, un ragazzo marocchino, uno tunisino e tre ragazze ghanesi. Per lavvio di questo gruppo stato prezioso laiuto della mediatrice culturale della scuola, Alina Mussini. Ci siamo organizzati in modo da condurre 2 workshop distinti che funzionassero in parallelo, in modo da riuscire a curare il coordinamento di entrambi. Questo stato possibile grazie al contributo eccellente dei volontari e dei tirocinanti: Giorgia, Elena, Chiara, Katia, Simone, Elisa (tutti veramente bravissimi!!). LA FESTA DEI WORKSHOP AL MORO: la festa stato un momento di verifica importantissimo!! Nelle settimane precedenti avevamo spiegato loro di cosa si trattasse e che era fondamentale portare lautorizzazione firmata dai genitoriovviamente fino allultimo momento c stata lansia dellattesa: chi verr, chi non verr, avranno capito, porteranno le autorizzazioni??!!.ma puntualissimi sono giunti allappuntamento: h.14.30 davanti alla scuola media di Bagnolo.

RIVELAZIONE: rispettosissimi nei confronti dell autista del pullman, compostissimi nelloccupare gli spazi sul pullman, meravigliosi con me nellaiutarmi a trasportare le mie sporte piene di giochi e materiale per la festa, e a dislocarli poi.ed IO INCANTATA e COMMOSSA nellosservare le loro nuove espressioni cariche di altre emozioni. Per tutta la festa siamo stati un gruppo unico, i bimbi delle elementari amici dei ragazzi delle medie: nata una simpatica amicizia tra un bimbo cinese di 9 anni ed un ragazzo cinese di 14 anni! Il ragazzo tunisino che mi aiutava a comunicare con quello marocchino parlando in arabo..Insomma in tutte queste disparit di razze, culture, et e ruoli, io mi sono sentita di appartenere ad una nuova e speciale famiglia: era bello perdersi nella folla per poi ritrovare lo sguardo e il sorriso rassicurante di un volto famigliare, ognuno di noi era il punto di riferimento dellaltro. stato incantevole vederli uniti, complici e solidali e per me questo stata la dimostrazione di ci che in poco tempo siamo riusciti a costruire!!

ragazzi delle classi prime, seconde e terze. Limpegno stato oneroso anche perch gli incontri erano fissati al venerd pomeriggio dalle 14.30 alle 17.00; inoltre il cospicuo numero di studenti ha richiesto grande flessibilit nellorganizzazione del lavoro. Essendo unesperienza nuova per tutti abbiamo cercato, di calarci al meglio nella situazione in modo da rispondere adeguatamente alle richieste del progetto e della scuola, incontrando anche una qualche difficoltcos che.. qualcuno lo abbiamo perso strada facendo: chi per motivi di studio chi forse perch non ha trovato ci che si aspettava Voglio comunque ringraziare tutti i volontari che hanno partecipato al doposcuola per la loro collaborazione e per il prezioso contributo offerto.

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Mondi diversi a contatto di Katia De Pietri Introduzione allesperienza di Gancio alla Scuola Media di Bagnolo: Il work-shop alla scuola media di Bagnolo questanno stato modificato in vista di un progetto gi esistente, che riguarda la ex legge 285/97. Cos si avviata una collaborazione tra lIstituto Comprensivo di Bagnolo e Gancio Originale, attivando un team di volontari alcuni reclutati dalla scuola stessa altri da Gancio. I volontari di Gancio si sono trovati ad operare in una realt nuova e diversa rispetto alla filosofia di provenienza. Il loro compito ha previsto il mero aiuto e sostegno nei compiti dei Lesperienza la stanza di Dante stata fortemente positiva e formativa. Non si tratta di un semplice doposcuola ma di un momento di scambio reciproco di contenuti ed esperienze tra mondi diversi, perch se vero che il ruolo degli operatori fondamentale dal punto di vista educativo, lo altrettanto il contributo portato dai bambini e dai ragazzi. Alla domanda: cosa ti rimasto da questa esperienza? Risponderei che mi rimasto il buon rapporto instaurato con i ragazzi e il clima di organizzazione, professionalit e armonia dello staff degli operatori.

Oltre a questo ho raggiunto la consapevolezza dei molteplici momenti in cui si rivela la grande diversit culturale che c tra ogni bambino proveniente da un paese diverso, e, al di l di questo luniversalit di certi comportamenti e delle caratteristiche tipiche di varie fasi dello sviluppo infantile. Per questi bambini e ragazzi importante il momento dellattivit creativa, del gioco, ed proprio attraverso di esso che si realizza il dialogo e il confronto di esperienze culturali e quotidiane diverse. questo il mezzo attraverso cui possono comunicare varie emozioni, positive e negative, le situazioni che hanno vissuto, anche quelle spiacevoli e dolorose, nonch i loro problemi. In particolare per questi bambini e ragazzi stranieri il momento relazionale e formativo offerto dalla Stanza di Dante insegna ad esprimersi nel linguaggio quotidiano e a superare le difficolt linguistiche, e si propone in questo modo di facilitare anche la formazione di amicizie e conoscenze e di metterli allo stesso livello dei bambini italiani dal punto di vista linguistico, con il risultato finale di aumentare la loro autostima e stimolare una crescita personale positiva.

La stanza di Dante - workshop allIstituto Comprensivo di Bagnolo Lincontro con mondi diversi di Elena Barbieri

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E la prima volta che vivo lesperienza di Gancio Originale. Ho deciso di iniziare quando un ragazzo della mia parrocchia mi ha informato dellesistenza di questo progetto e mi ha chiesto se volevo parteciparvi. Avendo una sorella di otto anni, ero gi abituata ad essere a contatto con i piccoli; inoltre questo impegno mi avrebbe occupato soltanto due ore alla settimana, e siccome mi piace molto stare con i bambini, ho accettato subito con entusiasmo. Adesso, insieme ad altre ragazze un po pi grandi di me, il marted pomeriggio seguo dei bambini extracomunitari della scuola elementare di Bagnolo. Allinizio il fatto di stare con dei bambini stranieri mi metteva un po a disagio: essi avevano difficolt ad apprendere e a parlare la nostra lingua; noi dovevamo aiutarli, stando loro vicino nellesecuzione dei compiti di italiano, parlando e facendo loro imparare parole nuove, e io temevo di non esserne allaltezza. Nonostante la mia titubanza iniziale, ora mi trovo benissimo: sono cinque bambini dolcissimi e simpatici- M., F., X., R. e S. - e vado daccordo anche con le altre ragazze. Naturalmente ci vuole molta pazienza, ma sono svegli e imparano in fretta. Ci incontriamo dalle tre alle cinque: per unora eseguiamo i compiti di italiano, mentre durante la seconda ora giochiamo nel prato di fianco alla scuola o facciamo dei lavoretti -con tempere, carta o altri materiali -.

Penso che sia un progetto molto importante per loro, che imparano a comunicare con gli altri e si ambientano pi facilmente nel nostro paese: non deve essere semplice lasciare la propria terra e andare a vivere in un posto totalmente diverso, in cui non si conosce nessuno. Ognuno di loro ha un bagaglio di storia, cultura, modi di vita, religione, tradizioni, molto diverso dal nostro (ad esempio, Ravinder un pomeriggio venuta a scuola vestita con un elegante completo giallo e una borsettina di conchiglie e ci ha spiegato che quel giorno per gli indiani era la festa delle donne). Per questo limportante che trovino unaccoglienza affettuosa in ogni ambito, e la scuola proprio uno di quei luoghi che ci pu aiutare nellintegrazione nella societ. Tuttavia questa avventura servita anche a me: mi ha arricchito, e sono felice perch in questo modo anchio, nel mio piccolo, ho potuto aiutare quei bambini a non sentirsi esclusi o diversi e a facilitare il loro apprendimento. Inoltre mi sono resa conto di quanto bisogno ci sia di persone che si dedichino ad attivit di volontariato. Sono contenta di aver iniziato questa esperienza, e la ripeter molto volentieri anche il prossimo anno.

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i workshop pomeridiani

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Workshop alla scuola media Dalla Chiesa Un anno allinsegna del divertimento e della creazione di legami di Giulia Gazzotti Questo il primo anno in cui faccio volontariato sia nella scuola che fuori e devo dire che per ora si dimostrata una bellissima esperienza!! Non avevo molte conoscenza prima di bambini e inizialmente devo ammettere di aver incominciato soprattutto per un particolare senso detto disolidariet,ma ora non cos, mi piace molto parteciparvi. Questo sia perch ho un buon rapporto con i bambini e le operatrici, ma anche perch sento che questa esperienza mi ha fatto in un qualche modo maturare, mi ha insegnato tanto, gli stessi bambini con le loro storie, i loro comportamenti, il loro modo di relazionarsi con noi volontari mi portano ad assumere spesso un punto di vista in relazione alle cose che si discosta da quello che io generalmente assumo e credo che sia molto importante ci; mettersi nei panni degli altri, vedere le cose come loro e cos comprendere di pi il perch di una loro azione, il perch di determinate cose penso sia fondamentale. Tutti questi motivi mi rendono consapevole del forte valore che tale esperienza assume e ci che mi continua ad

insegnare ogni volta, ho imparato a non sottovalutare ci che ti pu insegnarti una persona pi piccola, i bambini, coloro da cui meno ce laspettiamo, tutti hanno qualcosa da trasmetterci, poco o tanto importante che sia. Un anno passato quindi allinsegna del divertimento soprattutto, ma non un divertimento spasmodico, pi che altro supportato dal lavoro con i bambini; compiti di matematica intervallati da sorrisi, torte di cioccolato finito un tema, partitone di calcio appena dopo unora e mezza di scuola, Il gancio quindi non solo scuola, compiti, dover fare, ma allo stesso tempo giochi, amici, creazione di legami. Per quanto riguarda la mia personale opinione stata unesperienza molto bella, significativa e che di certo non mi ha lasciata senza segni!! Mi ha dato tanto e sono certa che questa sia una delle pi importanti che io abbai mai fatto nella vita. E qualcosa che colma gran parte di me, che mi ha in un certo senso fatta maturare e che penso sarebbe importante venisse fatta da qualunque ragazzo. Spesso, infatti, soprattutto noi giovani tendiamo a perdere di vista cose come questa, gettiamo il tempo, lo sfruttiamo per cose spesso futili; fare volontariato pu insegnare molto, accrescere la tua personalit, pu farti vedere le cose in unottica differente e semplicemente tramite dei bambini, trasmetterti insegnamenti e nozioni che nella vita di tutti i giorni risulteranno importantissime (nei rapporti con gli altri, nel modo di relazionarti alle cose, nel modo di agire nelle diverse situazioni) Il gancio sicuramente un fare qualcosa di positivo per gli altri ma allo stesso tempo anche per se stessi.

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Quindi ringrazio tutti per avermi aperto la porta di Gancio a settembre dellanno scorso,perch se penso che questo poteva essere un anno come tutti gli altri mi sento molto privilegiata. Quindi grazie. E di cuore. Se tornassi indietro,giuro,lo rifarei altre milleduecentononovanta volte.

Workshop alla scuola media Dalla Chiesa Gancio, un esperienza da ripetere milleduecentononovanta volte. di Stefania Paglia Spero di non sembrare smielata e spero anche di non sembrare una persona costruita, ma tutti gli aggettivi che mi vengono in mente parlando di questanno da volontaria sono positivi. Bellissimo,unico,incasinato,vitale,spensierato,allegro.In breve,proprio un gran anno! E non solo perch i pomeriggi passati con i ragazzi e i volontari mi hanno fatto stare bene facendomi dimenticare i soliti problemi della vita e spezzando un po la routine quotidiana, ma anche perch mi sono sentita utile, nel mio piccolo. E la cosa pi bella che mentre io cercavo di aiutare loro,loro aiutavano me. E mentre io cercavo di dar loro qualcosa,loro donavano qualcosa a me. E sinceramente credo di aver ricevuto di pi io. Perch adesso sono un po pi matura,un po pi cresciuta e un po pi capace di capire gli altri e i loro problemi e quindi,a maggior ragione,di rispettarli.

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Workshop alla scuola media Dalla Chiesa Non c due senza tre con Gancio! di Luca Bedogni Questanno stato il mio secondo anno di volontariato con Gancio originale, sempre nella stessa scuola, la Dalla Chiesa. Mi sono trovato bene, anche se qualche volta cerano pochi ragazzi e non si lavorava bene. Ho notato poca partecipazione soprattutto quando il tempo cambiato e ci sono state le prime giornate di sole. Le attivit che svolgevamo erano generalmente la prima ora di compiti e la seconda giochi assieme o creazione di oggetti con materiali tipo legumi o altri materiali di recupero. A volte usavamo parte della prima ora per preparare torte o altri dolci, da mangiare assieme alla fine dei compiti. Dal mio punto di vista mi sono trovato meglio questanno, perch cerano pi volontari maschi.

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Mi piacerebbe continuare anche il prossimo anno, visto che 2 ore alla settimana non sono tante e faccio qualcosa che per i ragazzi sicuramente utile. Tutto sommato mi sono comunque divertito questanno, e spero di essere stato anche un punto di riferimento per i ragazzi. ___________

Workshop alla scuola elementare Don Milani Rendere felici gli altri di Valentina Mantovani

Workshop alla scuola elementare Don Milani Unesperienza importante di Gloria Rutigliano

Lesperienza con Gancio Originale stata per me unimportante occasione di solidariet e crescita. Penso infatti che sia importante essere daiuto a qualcuno, soprattutto per i bambini, che oltre ad imparare da noi ci possono anche insegnare molto! Oltre ad essere unesperienza istruttiva anche per noi volontari un momento di svago e giochi, di allegria, perch i bambini sono vivaci e molto coinvolgenti. Allinizio si possono presentare difficolt ma dopo qualche settimana si sono instaurati bei rapporti tra i volontari e i bambini.
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Lesperienza di Gancio Originale stata per me una cosa nuova e molto costruttiva. Mi piaciuto lavorare con i bambini delle elementari e con il gruppo dei volontari. Durante lanno i bambini si sono sempre comportati abbastanza bene e si formato un buon gruppo. Ho lavorato con alcuni di loro e in generale erano volenterosi nel fare i compiti. Penso sia stata unesperienza positiva perch i bambini ci seguivano con attenzione forse perch ci vedevano come persone pi vicine a loro rispetto alle maestre.. Con noi i bambini hanno acquisito una certa confidenza e a mio parere questo ha aiutato lo svolgimento delle attivit. Il pomeriggio era diviso in due temi: quello dei compiti e quello dello svago di unora ciascuno. Nellora dei giochi abbiamo organizzato laboratori come il creare la pasta di sale, lavorare con il dash, creare vasetti e disegni. Inoltre attivit e giochi allaperto. Infine lattivit di giardinaggio. Penso che aiutare questi bambini sia servito a loro per dimostrare a se stessi e agli altri le loro capacit e qualit, ed servito a mio parere per far capire loro che possono contare su qualcuno. a me personalmente servito per arricchirmi umanamente. Mi sono sentita bene con me stessa quando, dopo alcuni sforzi, mi sono accorta che i bambini si stavano affezionando a me. Ho capito inoltre che basta un po di impegno e si riesce a rendere qualcuno pi felice. Penso che il volontariato di Gancio Originale sia molto utile e mirato, e riesca veramente ad aiutare. e unesperienza molto costruttiva che penso ripeter in futuro.

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Workshop alla scuola elementare Don Milani Rifarei la stessa scelta di Maria Bevivino

Come dice la parola stessa definirei lesperienza di volontariato come qualcosa di originale, divertente, nuovo e, nello stesso tempo, produttivo. Lo definirei quasi come unesperienza rilassante, poter lavorare con bambini delle elementari. Mi ha dato la possibilit di ricordare i vecchi tempi, quando non esistevano ancora preoccupazioni e problemi. Con il passare del tempo sia i bambini che noi volontari ci siamo sciolti, dimenticandoci di quella diffidenza iniziale. Credo che questa esperienza abbia messo in primo piano le diverse capacit e qualit che ognuno di noi possiede. Il fatto che ci sar sempre qualcuno su cui poter contare e fare affidamento, a cui chiedere aiuto con un grande gesto di coraggio. Questa esperienza mi ha arricchito sicuramente dal punto di vista umano, mi ha fatto capire che bastano piccoli gesti e un po di impegno per rendere felice una persona. Concluderei dicendo che se dovessi tornare indietro rifarei sicuramente questa scelta senza pensarci due volte. __________

Workshop alla scuola elementare Don Milani Imparare facendo di una volontaria Il workshop uniniziativa che d la possibilit a bambini e a ragazzini preadolescenti di avere uno spazio tutto per loro dove poter essere aiutati nei compiti nella prima ora e successivamente nella seconda ora svolgere attivit che permettono loro di sperimentarsi, divertirsi insieme agli altri e quindi fare gruppo. Il workshop si svolge allinterno di una struttura scolastica. Gli utenti del workshop sono bambini e ragazzini che hanno difficolt scolastiche quindi sul versante dellapprendimento e anche difficolt relazionali. Gli altri partecipanti sono volontari delle scuole superiori e una psicologa tirocinante che ha il ruolo di coordinatrice. Lobiettivo del workshop quello di aiutarli ad acquisire una maggiore autonomia e a migliorare la loro autostima. Le attivit che abbiamo svolto in specifico alla Don Milani sono state diverse: fare la pasta di sale, dipingere le uova sode con le tempere per Pasqua, dipingere magliette di cotone, fare i bigliettini di Natale,. riempire vasetti di vetro mischiando sale e gessetti colorati, costruire dei segnalibri, fare le formine con il pongo, disegnare e colorare con pennarelli e tempere. I bambini hanno partecipato volentieri e quasi tutti, soddisfatti del loro lavoro, hanno chiesto di portare i manufatti a casa. Abbiamo anche giocato al gioco delloca, a tombola e a calcio.

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Per carnevale abbiamo festeggiato portando ognuno qualcosa da mangiare e da bere. Lanno scorso qualche bambino ha partecipato alla festa finale dei workshop che si tiene ogni anno e dove si possono portare anche i manufatti e i cartelloni costruiti durante lanno.

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Workshop alla scuola elementare Don Bosco Loccasione di provare qualcosa di nuovo di Serena Bedini

Workshop alla scuola elementare Don Bosco Il secondo anno di volontariato di Francesca Baracchi

Questo il secondo anno che partecipo al volontariato, con Gancio Originale alla scuola elementare San Giovanni Bosco, questesperienza mi ha insegnato tantissimo. Ho imparato a rapportarmi con i bambini e grazie a Gancio ho avuto loccasione di conoscere persone nuove. Il mercoled un pomeriggio diverso dal solito; con il volontariato faccio qualcosa per gli altri ed anche per me. Rendere felici i bambini con piccole cose splendido. Cercare in quelle due ore settimanali di farli svagare e divertire la cosa pi bella che si possa fare, in pi mi diverto un sacco a giocare con loro. E davvero una bella esperienza Gancio Originale. Credo che continuer anche lanno prossimo!! _________

Come descrivere questesperienza?. Non lo so esattamente, ma quello che ho capito, che ho avuto loccasione di provare qualcosa di nuovo, qualcosa che con il passare del tempo mi ha fatto capire un sacco di cose. I bambini quando sono con noi non dimostrano affatto di passare brutti momenti allinterno della famiglia. Quando sei insieme a loro come se ti trasformassi e avresti voglia di ritornare bambina, soprattutto se fai volontariato nella tua vecchia scuola elementare. Da questa esperienza, ho capito quello che vorr fare dopo il diploma: lavorare con i bambini aiutandoli pian piano a crescere dando loro affetto. Se mi viene chiesto di rifare volontariato, io sono la prima. Grazie

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Workshop alla scuola media Fontanesi Gancio Originale come un circuito di formula 1 di Luisa Grasselli Beh, gia pronti? Gi in pool-position? Questo non un gruppo, una squadra da Formula 1. Chi? Ma gli otto ragazzini, precisi, puntuali, con zaino in spalla che entrano nellatrio dopo 5 ore di lezione e solo un panino o un pezzo di pizza nello stomaco mangiato velocemente al bar del Meridiana. Entrano in aula e senza tanti preamboli sono gi con il diario aperto, la biro in mano e IDEE CHIARISSIME. Io vado con Valentina, io lavoro con Maria, io i compiti li faccio con Ilaria. No, ragazzi, non chiedetemi di aiutarvi in matematica perch non il mio forte, preferisco italiano dice Veronika. Ma se sei della Cecoslovacchia! considerazione corale. Beh, preferisco aiutare in italiano piuttosto che in Matematica! il leit-motive di Veronika, ormai lo sappiamo...

I volontari: Elena Bigale, Stella Caccia, Valentina Caroli, Escova VeroniKa, Nicoletta Farcone, Filippo, Iotti Ilaria, Matteo Massari, Barbara Miari, Simona Pelosi, Antonella Soranno, Maria Talarico, Cristina Taurino poi Elisa Martinelli, Melissa Milito, Enrico Tirelli, ardui navigatori capaci di orientarsi tra i meandri dei libri di testo e nellinterpretare ( arduo compito) i compiti scritti sui diari come fossero REBUS. Coordinatrici del modulo: Mercoled: Claudia Panizzi Gioved: Marialuisa Grasselli

Mercoled e Gioved dalle 14.30 alle 16.30 Da novembre 2002 a maggio 2003

La formazione cos fatta: I ragazzini di 1, 2 e 3 media, 4 maschi e 4 femmine: D., N., M., S., R., G., F., L.

In unaula caldissima della Scuola Fontanesi.

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Ragazzi, un attimo... facciamo due chiacchiere, almeno segniamo i presenti... e...perch non c il vostro compagno? Vi ha detto qualcosa? Lavete visto stamattina?...2 Macch, come quando si accendono i semafori verdi per lo scatto iniziale. Via. Partenza. No, dopo, chiacchieriamo dopo, io ho un sacco di compiti da fare... No, no, prima facciamo i compiti poi..., cos finiamo prima! Abbiamo cos fatto i compiti, tradotto dal diario le grafie, letto, studiato, scritto e disegnato. Ma non solo: abbiamo cucinato e mangiato la pizza impastandola con le mani e chiedendo aiuto e mendicato olio, sale, e forchette alle operatrici della mensa della scuola elementare. Ci siamo fatti i ciondoli per noi stessi e da regalare agli amici per Natale e le decorazioni per lalbero costruendoli con il DAS e pitturandoli con le tempere. Con i fili di lana abbiamo prodotto i BRACCIALETTINI che tutti abbiamo messo al polso e chi non li sapeva fare ha imparato guardando gli altri. Per carnevale abbiamo costruito delle maschere talmente belle da far invidia ai veneziani e a maggio le rose di pastasale profumavano come le vere, anzi, di pi. Abbiamo anche costruito delle cartelline porta-fogli usando copertine di cartone e ricoprendole di tessuto, come i patchwork, alcune ce le hanno commissionate cosicch abbiamo dovuto fare il bis. Un giorno qualcuno ha portato il gioco LO SCARABEO ed stata una lotta dura comporre le parole, mai fatto tanti anagrammi come quel pomeriggio!

Unaltra volta invece tutti insieme siamo andati in tram a visitare lufficio del CARREFOUR, lufficio dellEUROPA. Il responsabile prima ci ha illustrato con la cartina quali sono i paesi aderenti alla UE poi ci ha fatto completare un PUZZLE delle nazioni. Non stato per niente noioso. Anzi. In certi pomeriggi piovosi e freddi, tra un lavoro e laltro abbiamo chiacchierato di noi. Ci siamo raccontati, ci siamo conosciuti meglio, abbiamo parlato tantissimo, cosa ci piace fare, come stiamo, cosa proviamo con gli amici e con i genitori, a scuola e a casa. E stato uno scambio di esperienze, di vissuti, ognuno di noi aveva qualcosa da raccontare e mentre parlava gli altri stavano ad ascoltare. Ci siamo aiutati. Ci siamo divertiti. Ci ritroveremo anche il prossimo anno.

Per noi lesperienza molto buona, infatti il secondo anno che veniamo. Ci piace perch non tempo perso e si instaurano buoni rapporti con i ragazzi e con gli altri volontari. Alcune di noi si sono offerte volontarie ed abbiamo convinto anche altre nostre amiche a partecipare. E un bellimpegno perch usciamo da scuola tardi e per essere qui alle 14.30 dobbiamo fare delle volate, per essere nel quartiere di casa ci permette di mangiare a casa ed avere

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un rapporto pi confidenziale con i ragazzi che incontriamo spesso. Lesperienza positiva anche per quanto riguarda i compiti perch se qualcosa una di noi non la sa chiede alle altre ed insieme aiutiamo il ragazzo che sta lavorando. Si sente un clima di solidariet, tra di noi non ci sono mai state critiche o competizioni, siamo state molto bene e secondo noi sono stati bene anche i ragazzi .

G.: -S perch mi diverto, mi piace la compagnia e le attivit mi sono piaciute tutte-. Educatrice C.:-E con i tuoi compagni hai legato?G.: -Ho legato soprattutto con F.: Bravo e Simpatico!-. Educatrice C.: -Cosa ti piaciuto delle attivit di Workshop-? R.: -Eh! Mi piaciuto perch sono stata bene, le attivit mi sono piaciute molto; lanno prossimo lo voglio rifare!-. Educatrice C.:-E con i tuoi compagni hai legato?R.: -Ho legato con i compagni e volontari-. Educatrice C.: -Cosa ti piaciuto delle attivit di Workshop-? S.: -S, mi piaciuto perch divertente, perch si fanno tante cose belle, perch i volontari mi fanno ridere-. Educatrice C.:-E con i tuoi compagni hai legato?S.: -S perch sono simpatici e perch mi posso confidare con N. e con R.-.

Le impressioni dei ragazzini Educatrice C.: -Cosa ti piaciuto delle attivit di Workshop-? N.: -Tutto, perch facevamo tante attivit, creare delle cose, cucinare, mangiare-. Educatrice C.:-E con i tuoi compagni hai legato?N.: -S, mi sono trovata benissimo col gruppo-. Educatrice C.: -Cosa ti piaciuto delle attivit di Workshop-? D.: -Un po di tutto, un po meno fare i compiti-. Educatrice C.:-E con i tuoi compagni hai legato?D.: -S, ho legato, ma soprattutto con I., la mia volontaria, che mi segue da due anni; molto BRAVA!Educatrice C.: -Cosa ti piaciuto delle attivit di Workshop-?

Le impressioni dei volontari Educatrice C.: -Come avete trovato la vostra esperienza nelle attivit di Workshop?F. (3 anno di Workshop): -Bella, stata unesperienza emozionante, perch si

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costruiscono dei legami che vanno oltre il Fare Compiti. Per me stato bello aiutare persone a fare certe cose; mi hanno dato parecchie soddisfazioni-. Educatrice C.: -Come avete trovato la vostra esperienza nelle attivit di Workshop?M. (2 anno di Workshop): -Sicuramente unesperienza positiva. Mi ha aiutato a maturare perch, innanzitutto ho avuto loccasione di conoscere situazioni nuove e in secondo luogo mi ha permesso di allargare la mente. unesperienza che mi ha permesso di crescere insieme ai ragazzi-. Educatrice C.: -Come avete trovato la vostra esperienza nelle attivit di Workshop?E. (1 anno di Workshop): -E unesperienza nuova, perch comunque non lho mai fatto; mi piaciuto lavorare nei Workshop, mi sono sentita accettata da tutti, sia dai volontari che dai ragazzini. Sicuramente lo rifarei volentieri-. Educatrice C.: -Come avete trovato la vostra esperienza nelle attivit di Workshop?F. (1 anno di Workshop): -A me piaciuto moltissimo, stato veramente bello perch ho legato con i ragazzini instaurando un bel rapporto e anche con i volontari. Mi piacerebbe rifarlo-. Educatrice C.: -Come avete trovato la vostra esperienza nelle attivit di Workshop?-

S. ( 3 anno di Workshop): -Questanno rispetto agli altri anni stato pi tranquillo. Le attivit erano organizzate meglio e il gruppo era pi gestibile; senza dubbio sono ragazzi volenterosi di recuperare le lacune scolastiche, ma anche simpatici e allegri-.

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Workshop presso la scuola media Aosta RESPONSABILITA di Massimiliano Anzivino

Terzo anno di volontariato questo, per me. Terzo anno in cui ho dovuto ancora una volta mettere in gioco me stesso, le mie paure, le mie capacit, il mio essere diventato grande. E direi che i bambini siano un banco di prova molto interessante per saggiarsi e per capire a che punto si sulla strada della maturit, sul cammino che pian piano comincia a delinearsi allorizzonte. Volontario e da questanno promosso al ruolo di coordinatore, assunto a capo, gestore, rappresentante delle norme e delle regole, punto di riferimento delle decisioni, dellorganizzazione delle giornate di workshop. Un bel salto, un bel gradino che non ci si accorge subito di aver scalato e anzi se ne rimanda la consapevolezza nella speranza di rimanere eterni bambini, eterni deresponsabilizzati. Ed questo il punto pi dolente che mi ha colpito durante questannata. La deresponsabilizzazione. Il lavoro dei volontari una risorsa enorme. Il tempo che gratuitamente essi mettono a disposizione il fulcro di tutto il movimento di volontariato che attinge cos quella quota di risorse umane

che permette di sostenere ed aiutare bambini e famiglie in difficolt. Ma proprio qui sorge un malinteso: la differenza tra volontariato ed impegno volontario. Cos, quando con il termine volontariato intendiamo qualcosa che facciamo di nostra iniziativa finiamo un po per sminuire questa nostra scelta che cos si trova ad essere relegata in secondo piano rispetto a tutte le altre cose che riempiono la nostra vita: la scuola, gli amici, lamore, la famiglia... Ognuno di noi ha una vita da mandare avanti oltre quelle due ore di volontariato che regala ogni settimana, ma a mio avviso occorre riflettere sul fatto che ci che abbiamo scelto e rimane un impegno preso in modo volontario, ma comunque un impegno, verso i bambini, verso gli altri volontari, verso tutti coloro che lavorano affinch tutto ci sia possibile. Purtroppo ho sentito in modo molto netto che questo concetto non passato e ci a discapito del lavoro di tutti e degli obiettivi che ci si era prefissati ad inizio anno. Purtroppo chi chiede aiuto tramite il volontariato si trova in quella condizione di poter chiedere ma sempre fino ad un certo punto, in quella condizione in cui ci si deve abituare a prendere quello che si pu dare e a ringraziare piuttosto che rimproverare o chiedere qualcosa di pi. Ma non sono tanto daccordo che questo giovi, oltre che a chi gestisce questi progetti, anche ai ragazzi che continuano a ricevere il messaggio di restare bambini, che comunque ci sar sempre qualcuno che metter a posto, che potr fare senza. Ho parlato di questo con i miei volontari e credo di essere stato anche piuttosto duro con loro, ma penso che dare pi responsabilit possa spaventare certo allinizio ma possa donare finalmente loro quella spinta per andare, per vedersi domani, per darsi un senso, per visualizzare un progetto, per vivere, avere finalmente il coraggio di vivere la propria vita.

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Workshop presso la scuola media Aosta Affetto e volontariato di Marianna Strolin

Anche questanno, per la seconda volta, ho scelto di partecipare al Workshop nella scuola media A. Aosta. Del gruppo di ragazzi dellanno scorso ne sono rimasti solo due e per il resto sono tutti nuovi arrivati; ma questo non stato certo un problema, anzi i ragazzi hanno avuto modo di conoscersi meglio tra di loro, di giocare e studiare insieme, di confrontarsi. Anche noi volontari siamo riusciti ad integrarci con loro, che si sono dimostrati disponibili a creare un rapporto con noi: si sono fidati di noi, ci hanno cercato quando erano in difficolt, ci hanno permesso di giocare e divertirci con loro, ci hanno dimostrato affetto, rendendoci partecipi, anche se solo per quelle due ore settimanali della loro vita; per quanto mi riguarda, attraverso i loro compiti , i loro commenti sui professori, il loro modo di fare, mi sono tornati alla mente gli anni trascorsi in quella stessa scuola. Con i maschi mi stato un po pi difficile riuscire ad instaurare un rapporto, probabilmente perch loro sono un po pi riservati per quanto riguarda la loro vita personale e preferiscono mettere quasi tutto sul gioco, sullo scherzo. Le difficolt non sono mancate, ma credo che queste non manchino da nessuna parte. In ogni caso mi sono mi sono trovata molto bene al Workshop e credo che anche lanno prossimo continuer questa esperienza, che ritengo importante, non solo perch in questo modo posso rendermi utile agli altri, ma anche perch mi aiuta a crescere consapevole che questi piccoli gesti di solidariet arricchiscono la mia vita e mi portano a conoscenza di realt diverse dalla mia.

Workshop presso la scuola media Aosta Un rapporto particolare di Michela Peragine

Ciao! Io sono Michela, ho 18 anni, frequento la scuola Filippo Re da 4 anni e solo questanno mi capitato di eseguire il volontariato presso la scuola media Aosta. Il workshop, per me, stata unesperienza a dir poco bella. Ho imparato ed insegnato (spero) tante cose. Sono davvero contenta di aver accettato di fare questa cosa per me nuova, ancora sconosciuta. Penso che a tutti piaccia essere aiutati, ma fidatevi, bello anche aiutare, specialmente persone che ne hanno bisogno. Se devo essere sincera allinizio non stato molto facile; cerano dei bambini un po svogliati, che non avevano molta voglia di studiare... e sinceramente non sapevo neanche io come comportarmi, poi stato tutto pi semplice, con un po di pazienza e di buona volont, sia da parte dei bambini che da parte dei volontari, abbiamo instaurato un bel rapporto. Il mio ruolo era quello di seguire uno di loro mentre faceva i compiti. Spesso mi capitato di aiutare A., un ragazzino molto gentile ed educato, sapeva controllarsi, riusciva a distinguere lora di lavoro con lora del gioco... insomma avrete capito che il maschietto a cui mi sono affezionata di pi. Mi sono trovata abbastanza bene con lui. Facevamo i compiti, scambiavamo due chiacchiere e poi... via a giocare!!! A volte per, notavo che a molti giochi

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femminili non partecipava: ad esempio preparare torte, costruire bambole di stoffa ecc..., diceva che erano cose da bambine e se ne andava con i suoi amici a giocare a calcio. Chi pi, chi meno sono dei bravi bambini, riescono a trasmettere allegria e felicit, simpatia ed armonia, proprio quello che hanno comunicato a me in pochi mesi. Sono felice di aver aiutato qualcuno e vorrei che tutti la pensassero in questo modo. In fondo per fare volontariato due ore a settimana non richiedono fatica, dolore, a nessuno.

E stato bello passare pomeriggi con i bambini, poterli aiutare, stata unesperienza che ha cresciuto forse pi noi che loro... E stata unesperienza di vita, e ora noi vi ringraziamo per averci dato questa possibilit. Un grazie particolare a Massimiliano!!! Un ultimo messaggio alla piccola E., a S., G., E., al furbissimo A., H., G., L., L., A., S. Non smettete mai di sognare, e non smettete di credere nei vostri sogni...!!!

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Workshop presso la scuola media Aosta Un mondo migliore di Gloria Filippi e Alice Gregori

In giorni come questi, giorni in cui ogni diritto viene violato, ogni sorriso viene negato, ogni canto di felicit viene cancellato... Nella nostra realt quotidiana, la realt in cui viviamo, fatta di violenza, dolore, sfruttamento, fatta di lacrime e pianti soffocati... E ora che importante, seppure difficile, combattere per quello in cui crediamo, senza perdere mai la speranza... Perch credere in un mondo migliore quello che fa grande ogni bambino!!! Questo il messaggio che vogliamo lasciare ai nostri bambini, bambini che stanno diventando ragazzi e che presto saranno uomini e donne.

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Workshop presso la scuola media Aosta Riempirmi il cuore di Raffaella Rossi

Ciao io sono Raffaella e questo il primo anno che faccio volontariato: Inutile dire che stata unesperienza superpositiva. Esprimere il significato del volontariato una cosa molto difficile perch dentro ogni persona assume un peso ed un significato diverso. Personalmente ho visto questa esperienza come qualcosa di pulito che non pu avere alcun aspetto negativo. Aiutare gli altri, mettersi a disposizione di qualcuno pu solo arricchire la tua persona e pu solo riempirti il cuore di 10000 cose come il sorriso di quei ragazzi e il loro modo di cercarti e di sentire che tu per loro sei come una giuda e tantissime altre cose che diventa difficile anche spiegare ma che senti tu. E se dovessi esprimere simbolicamente quello che per me il workshop disegnerei un enorme macchia nera sopra una piccola macchinina bianca. ecco quella piccola e dolce macchiolina bianca per me lesperienza con questi ragazzi. E bello alzarsi al mattino del fatidico Marted e sapere che loro mi aspettino. ASPETTANO PROPRIO ME!. Parlando dei miei bimbi sono stati troppo carini anche se inizialmente ero un po preoccupata perch ero stata messa al corrente del fatto che i ragazzi non sempre ascoltano quello che gli viene detto e che sono molto vivaci. Credo di essere stata molto fortunata riguardo a questo perch tutto il rumore che i ragazzi facevano era un rumore piacevolissimo, un rumore di vita che ascoltavo con molta attenzione. Sicuramente consiglio questa esperienza a tutti, veramente bella. Grazie a tutti quelli che hanno reso possibile tutto questo.

Workshop presso la scuola media Aosta Fare per crescere di Manuela Kaddiss e Michele Miozzi

Siamo arrivati alla fine di questa bellissima esperienza: infatti come lanno scorso abbiamo partecipato al workshop di Gancio Originale nella scuola media Amedeo dAosta il Gioved pomeriggio. I bambini, tranne qualcuno, non erano pi quelli dellanno scorso: questanno ci siamo trovati meglio perch i bambini erano pi disponibili alle attivit che venivano proposte. Le attivit che hanno avuto pi successo sono state quelle della pasta di sale e le candele nel periodo natalizio; gli antistress e la bamboline di stoffa. Quando i bambini, e a dir la verit un po anche noi volontari, non avevamo voglia di fare unattivit manuale, facevamo dei giochi di gruppo allaria aperta. A nostro parere sono stati questi i momenti pi belli e divertenti sia per noi volontari che per i bambini. Le attivit ci hanno permesso di conoscerci meglio, diventare pi complici e di prendere pi confidenza con i bambini. Ci siamo anche dedicati alle attivit culinarie: pi di una volta ci siamo cimentati nella preparazione di gustose torte e croccanti pizzette. Un pomeriggio siamo andati a prendere il gelato tutti insieme e da vero galantuomo il nostro coordinatore, il dott. Massimiliano Anzivino, ha pagato per tutti. Nonostante tutto la soddisfazione pi grande quella di vedere che i bambini apprezzano e cercano il nostro aiuto,

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ma anche noi volontari grazie a queste attivit ci sentiamo utili ed aumentiamo la nostra esperienza personale.

Diario di bordo A cura dei volontari Ciao, oggi ho fatto un quintale di compiti con G., con cui mi diverto perch tanto dolce! Dopo i compiti abbiamo fatto unattivit che riguarda le regole in un gruppo! Insomma cerchiamo anche di conoscerci meglio! Ciao ciao Mi rendo conto che ogni volta sempre pi bello aiutare i bambini Anche oggi stato stupendo, aiutare i bambini qualcosa di meraviglioso! Prima volta che scrivo su questo giornalino! Oggi stato bello, abbiamo prodotto delle fantastiche candele colorate! Cos almeno non avremo pi paura del buio! Ho anche aiutato L. a fare i compiti, tanto dolce! E c anche unaltra nota positiva, nevica!!! Che bellooooo Oggi abbiamo inventato una fiaba riuscita davvero benissimo, al contrario della torta Ciao a tutti, belli & bruttidopo due settimane di vacanza ci ritroviamo unaltra volta qui!? Un po mi siete mancati ma solo un poscherzo sempre un piacere aiutarvi!! Un mega bacio Primo giorno di teatro!che bello!abbiamo fatto delle fantastiche scenette e abbiamo inventato delle storielle assurde! stato molto divertente! Ciao ciao Anche oggi stata una giornata divertenteLe nostre scenette erano troppo belle, per non parlare della nostra sirena che sposa una talpa e diventa met albero e met essere umano va b, alla prossima!

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Oggi abbiamo fatto una torta per salutare A., era molto buonacomunque vorrei fare anchio gli antistress!!!mi ispirano tantissimo!!!a gioved Oggi abbiamo fatto gli antistress stato molto divertente e anche ai ragazzi piaciuto molto!! La prossima volta non ci sar perch sono a Ginevra, quindi fate tutti a modo! Oggi mi sono impegnata a fare il cartellone. Poi abbiamo un po rotto le scatole a M., e devo dire che ci siamo divertiti!!!alla prossima!!! Hola!come stas?oggi sono skizzata a fare matematica insieme a L. Dopo ho dovuto pulire le skifezze dei bimbi grazie alle splendide idee del capo, aiuto! Ho fatto inglese tutto il pomeriggio, i bambini hanno boicottato lattivit e si sono beccati una ramanzina. Voto 10 al gioco spastico delle mani incrociate. Ci vediamo a marzo. Oggi ci siamo divertiti un casino a fare il gioco delle sedie e il gioco contorto delle mani lunica cosa capire il gioco della frutta, se voi lavete capito siete pregati di spiegarmelo!!!alla prossima Oggi sono stata con H., insomma non stato bello perch non aveva voglia di fare nienteci ho provato e non mi sono arresa ad aiutarlo. Baci

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Workshop alla scuola media Lepido Il primo impatto con Gancio di Silvia Borghi

IL workshop alla scuola media E. Lepido stato uno dei primi compiti che mi stato assegnato al mio arrivo all'AUSL come psicologa tirocinante. Devo dire che ho avuto qualche difficolt a capire il funzionamento di questo progetto dal nome bizzarro, ma l'aspetto pi preoccupante era affiancare le coordinatrici del WS nella gestione del gruppo di ragazzini/e ogni marted e venerd pomeriggio. Le domande che mi ponevo erano tante: avr le competenze adeguate?, come far ad inserirmi in un gruppo precostituito?, riuscir a creare buone relazioni?....fortunatamente non ci fu molto tempo per pensare alle risposte, ormai il fatidico giorno era arrivato. Rimasi stupita da come i ragazzini fossero ben ambientati, si sentivano proprio a loro agio, l'atmosfera era calda e di conseguenza accogliente, ma io rappresentavo comunque una novit e come tale dovevo essere osservata e messa alla prova. Il rito di iniziazione part con un bombardamento di domande:<<Perch sei qui?, Perch tutti psicologi da noi? Non siamo pazzi!! Che macchina hai? Ti piace l'uomo gatto?....Il test continuava con i compiti: conosci l'inglese....

allora aiutami a fare questa traduzione e poi proseguiva con le parafrasi, i problemi di geometria, algebra ecc. Mi ricordo uno dei primi pomeriggi , in cui esortavo F. a fare un'espressione, F. non aveva ancora molta confidenza con me e non voleva fare i compiti, preferiva copiarli da un compagno l'indomani a scuola. <<Dai F. ti aiuto io>>, <<No , io vado in bagno>>, presi il suo quaderno e iniziai a fare l'espressione al suo ritorno mi disse:<<Ma ti risultata, allora facciamo anche le altre>>. Piccoli passettini che mi facevano sentire sempre di pi parte del gruppo e che mi spronavano a continuare. La prova iniziale per, non era ancora terminata, dovevo sottopormi alla somministrazione degli scherzi: cellulare nascosto con sbirciatina ai messaggi, giochi con erba e foglie del giardino, tentavi di fuga con le bici. Per non parlare delle prove di pazienza rispetto alle regole che dovevano rispettare. Insomma non ho mollato e al termine di questo periodo di osservazione reciproca sono arrivate le prime soddisfazioni. Nellora dedicata ai compiti era bello sentirsi scelta, entrare nel ruolo del confidente e ascoltare i loro racconti extrascolastici: fidanzatine/i, weekend con gli amici, vacanze dai nonni, ma anche preoccupazioni e problemi. A tal proposito mi viene in mente un episodio, H. considerato come discolo per usare un eufemismo, rischiava la bocciatura e un giorno mi chiese come poteva rimediare, gli risposi che dovevamo iniziare a studiare le materie insufficienti. La sua paura era che le insegnanti non apprezzassero pi i suoi sforzi verso un miglioramento, <<Sono il peggiore, la colpa sempre mia anche quando sono innocente!>>. Andai dalla professoressa di artistica (materia insufficiente) e le faci capire che H. aveva buoni propositi e per dimostrale la sua buona fede doveva

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concedergli una chance, la risposta dopo qualche tentennamento fu positiva. H. colse lopportunit e insieme iniziammo la full immertion nellarte italiana del 1700-1800. Mi ritorn in mente la fatica delle interrogazioni, in effetti H. aveva ragione studiare palloso, ma in due passa molto meglio e poi non mancarono momenti divertenti, pause e scherzi. Ora spettava ad H. mettere a frutto i suoi sforzi, linterrogazione fu sufficiente, ma non abbastanza brillante per rimediare la materia. H. arriv da me un po' sconsolato:<<Ecco vedi che avevo ragione, non c nulla da fare, alla prof. non vado bene nemmeno quando mi impegno>>. Fu difficile ri-motivarlo senza rinforzo e fargli capire il punto di vista dellinsegnante, insistetti e gli proposi lo stesso iter per inglese. Accett (con mio stupore), gli chiesi perch? Mi rispose:<<Perch sei troppo rompi palle!!!!>>. Al di l del suo modo di esprimersi, lo stimai molto, forse aveva capito che qualcuno credeva in lui, che ci teneva e che apprezzava i suoi sforzi. Penso che queste siano le cose che ti riempiono il cuore, che ti fanno capire quanto sei importante per gli altri e quanto importante sentire di aver occupato uno spazio nella testa e nel cuore di unaltra persona.
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Workshop scuola media E.Lepido Il significato di essere gruppo di Agnese Ferrari

Ho iniziato il mio tirocinio nel WOSKSHOP della scuola media Lepido e devo ammettere che inizialmente non stato per niente facile. Non conoscevo i ragazzi, quindi per prima cosa ho provato a capire come erano fatti semplicemente osservandoli. Ora, con il senno di poi, posso dire che sono stati fatti dei progressi sia dal punto di vista scolastico che rispetto al rapporto venutosi a creare tra loro e noi. All inizio era un conflitto continuo, una continua sfida che ci trasmettevano con mancanza di stimoli di rispetto e voglia di fare;nonostante questo per alla fine le cose sono molto cambiate e secondo me per una concomitanza di fattori: il gruppo degli educatori molto affiatati tra loro, la costanza nella partecipazione ai pomeriggi e la voglia di coinvolgerli e di formare un gruppotra i ragazzi sono riusciti a stimolarli nel fare e creare un rapporto di amicizia e rispetto che coinvolgesse tutti. Hanno visto in noi, con il passare del tempo,sia qualcuno a cui rivolgersi per le difficolt nei compiti,ma anche coloro con i quali parlare di argomenti di cui non sempre si pu parlare a scuola; il motorino,le uscite serali che non sempre i genitori volevano concedere,le prime cotte. Si instaurato un rapporto di rispetto ma anche di fiducia e affetto reciproco, bello vedere con quanta euforia ti salutano

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incontrandoti per strada.Ognuno dei ragazzi diverso dall altro, e credo sia giusto rispettare anche questo, credo che il rapporto che si creato stato anche grazie al fatto che siamo stati noi per primi a rispettare loro. Ci sono sempre state regole da rispettare per tutti quanti ma stato giusto anche capire e spesso aspettare i loro tempi.Per me il Woskshop molto utile ai ragazzi per crescere, come aiuto nelle attivit scolastiche e per imparare il significato di gruppo e di relazione con gli altri. __________

Workshop alla scuola media Lepido La mia E.P.G. al Gancio: di Elisabetta Neviani

Frequento l ultimo anno di psicologia a Parma e sono arrivata al Gancio a Marzo per svolgere la mia esperienza pratica guidata di trenta ore. Nonostante le E.P.G. vengano definite pratiche, in realt ci sono sempre state presentate come esperienze che dovrebbero costituire un contatto conoscitivo, basato sull osservazione e sulla possibilit di informarsi circa l organizzazione dei servizi in cui si viene inseriti. Il Gancio mi ha invece consentito di andare ben aldil di un semplice contatto conoscitivo, dandomi l opportunit di operare concretamente all interno dei workshop. All inizio ero un po intimorita dall idea di entrare a far parte di gruppi che lavoravano insieme gi da tempo. Temevo che il mio arrivo potesse in qualche modo destabilizzare gli equilibri creati fino a quel momento o che comunque non sarebbe stato facile inserirsi; fortunatamente tutti questi timori si sono risolti subito. Inizialmente i ragazzi mi hanno un po studiata per capire che tipo ero, poi hanno saputo presto dimostrarmi che la mia presenza stava diventando importante e che ero stata ufficialmente accolta tra loro. Durante questa esperienza ho avuto spesso la sensazione di rivedermi quando ero adolescente, quando tutte le regole che ti vengono imposte ti sembrano stupide e ingiuste, quando ricerchi disperatamente un modo per emergere, per provocare, per farti notare a tutti costi, anche a rischio di apparire ridicolo. Rivedere in loro alcuni aspetti della mia adolescenza mi ha aiutato a sentirmi ancora pi vicina a loro in modo pi profondo, empatico. Spero, con molta umilt, di aver lasciato loro qualcosa da ricordare: un pensiero, un emozione, un gesto. Spero di aver loro trasmesso soprattutto un po di fiducia in loro stessi, nelle loro capacit, perch ho notato che a volte l ambiente che hanno intorno, forse inconsapevolmente, si limita ad

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attaccare delle etichette che crescendo non facile togliersi di dosso. Tutti noi nessuno escluso - siamo nati con le potenzialit per crescere. Se impariamo a mettere in pratica questo potenziale, vivremo una vita di intensit e di pienezza indicibili. Riusciremo a sviluppare delle risposte di crescita che ci permetteranno di andare ovunque e di fare qualsiasi cosa. Se non impariamo a concretizzare questo potenziale, la nostra vita sar infelice e inutile. Robert Carkhuff, L arte di aiutare. Workshop alla scuola media Lepido Considerazioni finali. di Silvia Castagnetti

INCONTRI MARTEDI E VENERDI DALLE 14.45 ALLE 16.45 DA NOVEMBRE 2002 A MAGGIO 2003 ATTIVITA SVOLTE Giochi di gruppo, albero di natale con materiali di recupero, addobbi natalizi, addobbi pasquali, cartelloni, torte, pizze. Personalmente sono tre anni che coordino questo workshop. Ogni volta unesperienza ricca di emozioni e aspettative diverse. Il legame che si creato con i ragazzini forte. Inoltre questanno stato per me un anno particolare perch presto diventer per la seconda volta mamma, cosa che mi ha reso molto felice ma che al tempo stesso, dato il mio malessere iniziale, ha creato qualche disagio. Per questo motivo vorrei scusarmi con tutti, ma in particolare con i ragazzini del workshop per non essere stata presente come avrei voluto. Questanno stato particolare per tutto il gruppo anche per lavvicinarsi ad una realt scolastica diversa. Infatti i ragazzini hanno manifestato qualche tensione soprattutto per lesame. Noi abbiamo cercato di tranquillizzarli e di accompagnarli in questo momento particolare. A tutti loro voglio fare un grosso in bocca al lupo per il futuro, con la speranza di mantenere i contatti nel tempo per far s che il nostro bel gruppo non si disperda.

I PROTAGONISTI Tredici ragazzini che frequentano la III media: A., G., P., P., V., E., C., F., C., G., R., R., K. I VOLONTARI: Speroni Eleonora, Vitali Serena, Mantovi Maicol, Ancona Valeria, Bolondi Ennio, Feola Giuseppe, Maggiore Damiano, Bigliardi Roberta, Scarfone Stefania, Levada Ketty, Valenti Rosalba, Armah Paolo, Di Salvo Luca, DAloia Silvestro, Gravina Matteo e Messaovo Ahmed. I COORDINATORI: Castagnetti Silvia, Tirelli Francesca e Panizzi Claudia, Silvia Borghi. I TIROCINANTI: Silvia Borghi, Ferrari Agnese, Elisabetta

RINGRAZIAMENTI

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Grazie di cuore a tutte le tirocinanti e a tutti i volontari per aver reso possibile questesperienza. Vorrei inoltre ringraziare la prof.ssa Bertani Emanuela per essersi sempre dimostrata disponibile nei nostri confronti. Vorrei infine ringraziare la Dott.ssa Cantini Mariella per la supervisione delle attivit.

Workshop alla Scuola elementare M. E. lepido Sotto questo sole di Stefania Annarelli

Gancio Originale stato attivato, presso la scuola elementare M. E. Lepido, anche questanno, con lobiettivo di dare la possibilit, ad alcune situazioni, di indirizzare positivamente energie altrimenti disperse. I bambini partecipanti sono stati complessivamente 11, di cui 5 di terza, 1 di quarta e 5 di quinta.

Lattivit si svolta nei locali della scuola, nellambito dellOperazione Scuola Aperta, per due ore ogni luned pomeriggio, dal novembre 2002 al maggio 2003, con il supporto fondamentale di un gruppo di giovani volontari. Il percorso stato coordinato, fino a marzo, dallinsegnante Caterina Belvedere e, fino a maggio, dalla sottoscritta, alla quale stato chiesto di subentrare per motivi interni, legati allorario di servizio. Allinizio ho pensato che, forse, questo cambio improvviso ed inaspettato avrebbe potuto incontrare, nel gruppo, sentimenti negativi. In ogni caso, il fatto di sentirmi per loro una figura comunque familiare, essendo una delle insegnanti di sostegno del plesso che loro frequentano, unitamente alla curiosit verso unattivit per me nuova e interessante, mi hanno incoraggiato a trasmettere ancora entusiasmo e voglia di fare. Ho intuito, infatti, sin da subito, che gi in precedenza, a parte un paio di casi, in cui le ripetute assenze avevano purtroppo vanificato gli sforzi iniziali, i bambini avevano sempre frequentato volentieri ed assiduamente il Workshop, nel quale avevano trovato un ambiente accogliente. Questinteresse stato poi confermato successivamente dalle presenze puntuali sia dei bambini sia dei volontari. Lattivit pomeridiana si svolta in due parti: nella prima i bambini sono stati guidati nello svolgimento dei compiti per il giorno successivo, mentre nella seconda stata proposta la realizzazione di elementi vari, quali: manufatti in pasta al sale, disegni con lutilizzo di tecniche varie, biglietti augurali, maschere, Ruote dei pensieri con luso di fotografie digitali, giochi, canti, cartelloni per lesposizione dei lavori eseguiti alla festa di fine anno. In particolare, la realizzazione dei cartelloni espositivi e dellintervista finale stata curata dagli stessi

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partecipanti, affinch si rafforzasse in loro la consapevolezza che trascorrere qualche ora, di pomeriggio, a scuola, con i compagni e con degli adulti, potesse anche dare risultati tangibili e perci soddisfacenti. Ritengo pertanto che questesperienza sia stata davvero significativa sia per i bambini sia per i volontari in termini di cooperativit, partecipazione, dialogo, divertimento e, soprattutto per i primi, per lapproccio con materiali, strutture e strumentazioni poco familiari. Credo di poter sostenere, quindi, non solo la necessit di ripetere questesperienza il prossimo anno nella scuola elementare, ma anche lutilit, per i bambini di V che ne hanno usufruito questanno, di ripeterla alle scuole medie, in cui la frequenza prevista bisettimanale. Ai volontari va il sentito ringraziamento di aver partecipato costantemente, con impegno e dedizione, fino alla fine del progetto, superando con maturit, responsabilit, pazienza, premura ed amicizia sia le difficolt dapprendimento dei bambini, incoraggiandoli e supportandoli, sia limprevisto cambio della figura del coordinatore di plesso. Sotto questo sole La voglia di stare allaperto era tanta Cera tanto caldo Volevamo augurarci buone vacanze. Esprimere le nostre opinioni. perch non farlo in giardino??? Ma fa caldo!!! e che importa? Allopera!!!! Domanda: Che cosa fate al Gancio?

Risposte: Disegniamo, coloriamo, giochiamo, facciamo cartelloni, studiamo, impariamo, scriviamo (A., V., G., C., M., R., A.) D.: Vi piaciuto il Gancio? R.: Mi piaciuto molto (A., G., V., C., R.); S, tantissimo (A.); A volte non ci volevo venire (M.) D.: Che cosa avete fatto di bello al Gancio? R.: Mi piaciuto fare i compiti, giocare con i miei compagni (C.); Abbiamo fatto la pasta al sale (V.); i disegni con gli acquerelli (A.); i cartelloni, i compiti (R.); la ruota (A.) D.: Che cosa ti piaciuto del Gancio? R.: Mi piaciuto lavorare con i ragazzi pi grandi, per laiuto, lamicizia (A.); perch sanno pi cose di noi (C.); perch ci aiutano con gentilezza (R., A.); con amicizia (V.); Sono stati simpatici e gentili (M.) D.: Che cosa non vi piaciuto del Gancio? R.: Non mi piaciuto fare i cartelloni (M.); A me piaciuto tutto!!! (tutti gli altri) D.: Che cosa ti sarebbe piaciuto fare? R. :Cantare canzoni diverse (M.); Ballare (A., V., R.); Fare sport!(A., A.); Giocare allaperto (R., G.) D.: Ti piacerebbe ripetere questattivit il prossimo anno? R.: S, ma facendo attivit nuove!!!! (Tutti, tranne uno, che per sorride sempre e questo dimostra che forse un po si divertito) D.: Che cosa auguri? R.: Auguro buonestate, ringrazio e spero di rivedere presto tutti!!! (A.) Auguro felicit (R.) Auguro buona estate (G.) Auguro buone vacanze (A.) Ringrazio tutti i ragazzi per avermi aiutato (A.)

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Buone vacanze e divertitevi anche per noi!! (N.) Saluto tutti e grazie per laiuto che ci avete dato!! (C.)

Workshop alla scuola media PertiniProntisi parte! di Alessia Sforacchi

LE PRIME FASI DI PROGETTAZIONE Sono ormai ben 3 anni che mi trovo a collaborare al workshop della scuola Pertini, il primo come volontaria, il secondo come coordinatrice di un pomeriggio e questanno per coordinare entrambi gli incontri pomeridiani. Linizio di questa meravigliosa avventura stato preceduto da una fase fondamentale, che mi accingevo a compiere per la prima volta, cio la selezione dei ragazzini per la formazione del gruppo.

La precedenza ad entrare nel gruppo stata data a coloro che gi ne facevano parte lanno precedente, poi sono state prese in esame le segnalazioni degli insegnanti ed effettuati dei colloqui individuali con questi ragazzini, in modo da poter ne fare una prima conoscenza, valutare la loro situazione e verificare linteresse a partecipare al workshop. Il gruppo che si venuto a creare composto da 9 ragazzini (7 dei quali hanno partecipato in modo costante), 5 dei quali veterani del workshop, mentre gli altri 4 alla loro prima esperienza. Un gruppo piuttosto eterogeneo sia per et, che per provenienza; 5 femmine e 4 maschi, 4 frequentanti la terza media, 4 la seconda e 1 la prima. Successivamente ho avuto un incontro con gli insegnanti referenti per i vari ragazzini, in modo da approfondire e conoscere meglio le varie situazioni e soprattutto per concordare insieme un progetto individualizzato per ognuno di loro. Un altro momento importante stato il primo incontro con i volontari provenienti dalle scuole superiori della citt. Ci siamo incontrati nei locali della scuola media Pertini, ci siamo presentati e conosciuti, poi ho cercato di illustrare il progetto e di dare una prima descrizione dei ragazzini. Inoltre, ho cercato di capire quali fossero le loro aspettative riguardo allesperienza che avevano scelto di iniziare e di tranquillizzarli rispetto ai loro dubbi e alle loro incertezze. Durante questo incontro si sono formati i due gruppi di volontari che si sarebbero alternati nei due incontri settimanali del workshop e inoltre abbiamo abbozzato insieme il programma delle attivit da svolgere.

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PRONTI.SI PARTE!

sassi decorati con le foglie vetro decorato quadri realizzati con materiale di riciclo cartellone Il gioco del serpente (tipo gioco delloca). Infine tanti giochi di gruppo realizzati da noi, sempre per il famoso concetto di stare bene insieme.

Il 18 novembre 2002 la nostra esperienza di gruppo ha avuto il suo inizio; il luned e il gioved di ogni settimana, dalle ore 14.30 alle ore 16.30, ci incontravamo in unaula che la scuola ci aveva riservato per le nostre attivit, con lo scopo e lobiettivo principale di stare bene insieme , definizione che per la nostra particolare esperienza, racchiude uninfinit di significati. Ad esempio il riuscire a fare i compiti con laiuto dei volontari e per questo essere soddisfatti di se stessi e sentirsi apprezzati dagli altri, il ridere insieme delle cose buffe che accadono durante gli incontri, il sapere che a workshop c sempre qualcuno disposto ad ascoltarti se qualcosa andato storto a casa, a scuola o con gli amici, limpegnarsi insieme per realizzare manufatti, oggetti con qualsiasi tipo di materiale a nostra disposizione, il divertirsi insieme facendo un gioco, raccontando o inventando una storia, ballando ecc. Queste sono solo un po delle cose che ci hanno fatto stare bene insieme , anche se non sono mancati momenti pi difficili e a volte momenti di tensione, perch magari qualcuno di noi non andava proprio daccordo con un altro e quindi si litigava. Poi per tornava il sereno e si potavano riprendere le attivit interrotte. A proposito, ecco quali sono state le nostre stupende creazioni: cartellone La nostra fantasia (realizzato con ritagli di giornale) albero di Natale con materiale di riciclo bambole di stoffa

UN GRAZIE DAL CUORE Il mio grazie dal cuore va innanzitutto alle volontarie e ai volontari: Emma C. , Valentina C. , Alessia A. (Filippo Re), Elena P.C. , Anna S. , Alessandra M. , Elena M. (Scaruffi), Elena C. , Letizia C. , Maria F. (Liceo A. Moro), Serena G. , Daniele N. , Stefano C. (Chierici). Tutti loro sono stati fondamentali ed indispensabili, perch hanno portato un pezzetto di se stessi e ci ha consentito che il complesso mosaico del workshop fosse completato. Un particolare ringraziamento va a Marta e Rita, le due tirocinanti che si sono unite a noi a percorso gi iniziato, ma che hanno saputo entrare nei cuori dei ragazzini e mettere a disposizione la loro esperienza. Inoltre come non ringraziare tutta la scuola, nelle persone del preside, della professoressa Menozzi Lucia ( il nostro gancio con la scuola) e di tutto il personale ausiliario, che piano piano ha imparato a conoscerci e ad apprezzare il nostro arrivo come una ventata di allegria. Infatti, mai come questanno, la collaborazione con tutti i rappresentanti della scuola stata positiva e necessaria per la buona riuscita del workshop. Un altro grazie va alla Dott.ssa Cantini Mariella per il sostegno e la supervisione delle attivit.

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Concludo dicendo grazie ai ragazzini del workshop, che sono stati fantastici, stupendi, sinceri, casinisti, menefreghisti, irrequieti e testardi, ma che a fine anno mi hanno salutato dicendo: Alessia ci vediamo lanno prossimo ; questa stata la pi grande soddisfazione e gratificazione che avessi mai potuto sperare.

Workshop alla scuola media PertiniUnesperienza significativa di Pareschi Caleffi Elena e Siggillino Anna Questa per noi stata la prima esperienza di volontariato ed stato molto bello e interessante. Andavamo un giorno a settimana per due ore. Avevamo un gruppo di 7 bambini di prima, seconda e terza media; la prima ora facevamo i compiti e la seconda attivit ricreative di gruppo; anche se questo programma veniva rispettato molto raramente perch la maggior parte delle volte venivano usate entrambe le due ore per fare i compiti. Questa esperienza ha cambiato molto il nostro modo di pensare e ci ha aiutato a vedere la vita da un altro punto di vista.

Le difficolt pi grosse che abbiamo incontrato sono state soprattutto allinizio; poich abbiamo dovuto socializzare con ragazzi pi piccoli di noi, con idee diverse e soprattutto con dei problemi familiari e di inserimento quindi la cosa pi importante, e che ogni tanto procurava difficolt anche negli ultimi periodi, era capire ci che pensavano, ci che volevano o il motivo di un determinato comportamento sia positivo che negativo. Prima dellinizio del work shop avevamo fatto un incontro tra tutti i volontari e la coordinatrice in cui questultima ci aveva accennato un po i problemi di ogni singolo ragazzo; e tutte le volte ci teneva aggiornate su ci che le veniva comunicato dai professori. Per la maggior parte dei ragazzi siamo state fin dallinizio un po come un punto di riferimento, una persona di cui si fidavano, una persona importante un po per tutto ma in particolare in riferimento allambito scolastico; questo ci ha dato molte soddisfazioni e soprattutto ci ha dato la volont di andare avanti. stata unesperienza molto significativa che sicuramente rifaremo!

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Workshop alla scuola media Don Pasquino Borghi Essere grandi e tornare bambini, Essere bambini e diventare grandi di Anna Chiara Montanari

La prima volta che sono tornata in una scuola media sono stata colta da una sensazione strana, che non vivevo da anni.. Non so se vi mai capitato di aggirarvi per i reparti dei grandi supermercati allinizio del mese di settembre, quando il reparto delle occasioni occupato da cartelle, matite, biro, colori di ogni tipo, e respirare intensamente laria Si sente subito un odore particolare, che sa di passato, che ti attraversa e ti sommerge di sensazioni, che io chiamo odore di astuccio..

quello stesso odore che dominava la classe nei primi giorni di scuola, che si respira alle elementari come alle medie, quando tutti i bambini arrivano a scuola con i loro astucci nuovi, pieni di matite, pastelli, gomme, pronti ad affrontare con tutta lattrezzatura necessaria un nuovo anno, mentre i pensieri sono ancora persi nellatmosfera spensierata delle ormai trascorse vacanze estive. E quellaroma mi colpisce sempre, sollecita i miei sensi e stimola la mia memoria, facendomi ogni volta ripercorrere con la mente, i pi vari momenti della mia infanzia. Quando ho varcato la soglia della scuola media mi ha attraversato quella sensazione, fatta di piacevoli ricordi, ma anche di timori, di paure, di incertezze; per un attimo sono tornata indietro, nei miei 12 anni, con la mia passione per la pallavolo e la mia paura delle interrogazioni dinglese, con la mia instancabile voglia di disegnare e il mio complesso di essere un po cicciotta, con la mia timidezza ma anche con la mia voglia di stare con gli altri e con il desiderio incontenibile di diventare grande. strano sentire che le emozioni e le paure che ti appartenevano a quellet e che tu pensavi non essere pi tue, siano ancora cos attuali e cos presenti, e che abbiano il potere di irrompere nitide e forti nella tua mente, anche dopo tanto tempo. Ma proprio le stesse sensazioni risvegliate da quello strano profumo di astuccio, le paure, le incertezze e i desideri propri di quellet diventano parte del tuo bagaglio di adulto e sono lo strumento che ti permette di vivere assieme ai ragazzi della scuola una nuova avventura, fatta di passato e di futuro, di ricordi e di progetti, di uno stare insieme fatto di vicinanza, di affetti, di emozioni forti, il tutto legato da un senso di appartenenza e di continuit.

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E proprio grazie alle matite di quellastuccio possibile disegnare con loro un piccolo pezzo di strada, condividerlo e attraversarlo, insieme. Su quella strada camminano per mano la sicurezza di un adulto e lincertezza di un ragazzino, la voglia di diventare grandi e lemozione di tornare bambini, il bisogno di avere qualcuno che percorra affianco a te una strada a volte piena di ostacoli e la certezza che quella stessa mano che una volta scriveva con la replay sul quaderno di bella, ora la mano che accompagna un ragazzo sulla strada della vita.

Workshop alla scuola media Don Pasquino Borghi Gancio Originale di Monica Albi, ITAS Rivalta

Gli INDOMABILI o INTROVABILI A voi la scelta APPUNTAMENTI: Marted dalle 14.30 alle 16.30 e Venerd dalle 14.30 alle 16.30 da Novembre 2002 a Maggio 2003. Si avvisano i partecipanti che lorario pu essere soggetto a cambiamenti a causa di: pranzi, merende, feste e stravaganze dei partecipanti I PROTAGONISTI 11 ragazzi che frequentano la scuola media Don Pasquino Borghi tra cui: D., J., M., C., S., K., S., P., V., L., P.. I volontari: Melissa scolari (Studentessa universitaria), Katrin (volontaria europea, from Germany), Alessia, Filippo, Francesco, Stefania, Marika, Ilaria, Elena, Sabrina, Monica e naturalmente io, la coordinatrice Dott.ssa Anna Chiara Montanari A LORO LA PAROLA

Gancio Originale gi il nome , di per s, una garanzia, ma anche una certezza. Sono certa di non essermi sbagliata scegliendo di svolgere questa attivit perch mi ha dato tanto e continua a darmi molto, una soddisfazione, un impegno, ed bello sentirsi impegnati in questo modo, perch tu aiuti gli altri ma in fondo anche loro aiutano te. E quasi loro sono, oltre ai volontari e ad Anna Chiara, i ragazzi che sanno darti amicizia, fiducia e certamente, se scaviamo sotto sotto, anche riconoscenza. Sono pomeriggi spesi bene perch magari vieni qui stressato dalla scuola e da altri problemi e qui, per poche ore, smetti di pensarci e dai il tuo meglio. Alcuni rapporti si erano gi instaurati lanno scorso con S., K., P., S., M., D. Questanno ho dedicato la prima parte facendo i compiti con le ragazze, poi ho anche aiutato S. e D. e ora ho quasi una visione generale che mi permette di capire che grazie allaiuto di tutta questa organizzazione ma anche grazie alla volont dei ragazzi (molti dei quali gi in 3A., quindi dovranno lasciarci sigh!) che hanno mostrato pi maturit e pi apertura verso gli altri, rispetto allanno scorso e questo un ottimo passo per fare in modo che intraprendano con pi tranquillit la vita, non solo lanno scolastico. Monica Per LAnnuario Di Monica Albi ITAS Rivalta Volontaria

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buone cose! Mezzoretta dopo abbiamo ripreso il minibus Facciamo un altro giro?!?magari lanno prossimo!! Grazie a tutti di nuovo per la SPLENDIDA GIORNATA! Monica

Workshop alla scuola media Don Pasquino Borghi La Pantegana: una storia Vera di Filippo Davolio

Una splendida giornata Stravissuta, straviziata, senza tregua (Vasco Rossi) Vasco con questa canzone ci aiuta a dare una definizione a questo giorno passato al Moro assieme agli altri del Gancio (quelli che agganciano gli agganciati). In realt, prima di arrivare al Moro abbiamo deciso di farci un Reggio-Tour con lAnna Chiara che si improvvisata guida abbiamo sbagliato minibus, a dire la verit per ci siamo troppo divertite.e grazie a questo ci venuto in mente che potremmo aggiungere al nostro nome (anche quello improvvisato come il Reggio-tour), oltre agli INDOMABILI, gli INTROVABILIperch i migliori si fanno sempre attendere! Siamo arrivati al liceo unora dopo e la Mariella ci ha spediti dentrodopo un momento musicale siamo, anzi meglio dire sono, passati al gioco, perch io ho preferito guardare! Devo fare i complimenti a chi ha progettato quelluomo super palestrato in legno! Verso le cinque mi sono inoltrata nella scuola insieme ad altri perch avevo sentito odore di erbazzone e infatti lo abbiamo trovato!insieme ad altre

Un bellissimo Venerd venne proposta unattivit interessantissima: i pupazzi di carta pesta! Filippo servendosi di un palloncino lungo, ebbe la bella idea di dare forma ad unape; ma un incidente di percorso (lo scoppio parziale del suddetto palloncino) costrinse il nostro eroe a orientarsi verso una splendida PANTEGANA! Il musino era simpaticissimo, aveva persino la coda, quando la ripose nellarmadio Ma il venerd successivo INCUBO! La stupenda topolina giaceva dilaniata da qualche vandalo, ai piedi del suo stupendo padre. Ogni tanto il workshop vive momenti difficili!!

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Workshop alla scuola media Don Pasquino Borghi Io e J: Questione di Feeling di Ilaria Controne, ITAS Rivalta

Workshop alla scuola media Don Pasquino Borghi Io e il Volontariato di Alessia Zini, ITAS Rivalta

Quando mi hanno parlato di Gancio Originale ho pensato: Perch non provare? Avevo il timore di non essere molto gradita dai ragazzi/e, e quindi di non riuscire ad aiutarli. Ma oggi posso dire di essere contenta di questa nuova esperienza perch mi ha dato tanto. Lunica cosa che posso rimproverarmi di non essere stata sempre presente a causa di impegni, per via della scuola e per impegni personali. Ogni volta che ci sono andata per, ho sempre cercato di dare del mio meglio. Io ho aiutato principalmente J. J. un bambino molto vivace; sempre stato un po difficile convincerlo a iniziare a fare i compiti ma poi ci si metteva e devo dire che la sua bravura e la sua voglia di fare quando cerano cose che lo interessavano, mi hanno stupita! J. ha reso i workshop vivaci e divertenti (a volte esagerando), ma ha lasciato un gran segno! Ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa. Ilaria

Grazie alla scuola, due anni fa sono venuta a conoscenza di un gruppo di volontariato chiamato Gancio Originale che si occupa di tante forme di volontariato e che cerca di aiutare le persone con grandi problemi, dando loro affetto, amicizia e tanta tanta comprensione. Ho iniziato questa splendida avventura nella scuola Media di Rivalta, dove ho conosciuto molti bambini con alle spalle grandi problemi e tanta voglia di crescere. Subito ho cercato di dare loro quello che pi si aspettavano da me: AMICIZIA!!

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Lobiettivo che mi ero prefissata, prima di iniziare questa avventura, era di dare loro tutto laiuto necessario per farli crescere, maturare e dare loro tutto il bene che una ragazza come me pu offrire. Mi stato molto facile entrare nei loro cuori, ma non perch sono stata io ad essere brava, ma perch sono stati loro a volermi bene e a farsi voler bene. Mi hanno insegnato molte cose e se ora sono quella che sono solo merito loro e della loro voglia di vivere e sorridere a questo mondo che molto spesso ci da brutte notizie. Sono dei ragazzi molto diversi tra loro, sia come carattere che come mentalit, ma tutti hanno bisogni solo di una cosa: il BENE e lAFFETTO. Sono ragazzi vivaci, un po maleducati e a volte un po prepotenti, ma se si impara, come ho fatto io, a conoscerli, si scoprir che in fondo ai loro cuori si nasconde unanima dolce e molto sensibile, con tanta voglia di imparare e conoscere, anche sbagliando ogni tanto. Assieme abbiamo fatto molte attivit (pasta al sale, feste, addobbi, cartelloni, pranzi) che ci hanno uniti ancora di pi. Provo una gioia immensa quando varco la porta della classe e li vedo l ad aspettarmi, pronti a bombardarmi con 1000 domande, anche le pi stupide. Ormai, dopo due anni, come se facessero parte della mia famiglia perch il bene che voglio, a tutti loro indistintamente, non pu essere paragonato a niente, perch infinito!!! Li ho visti crescere, e dopo tanto tempo passato con loro, posso affermare con certezza che sono maturati e cambiati in meglio e sono sicura che questo miglioramento aumenter sia con il tempo che con gli anni. Concludo dicendo che stata unottima idea intraprendere questo tipo di esperienza e spero che durer anche in futuro, perch io e i miei ragazzi dobbiamo ancora imparare tanto gli uni dagli altri!!!

Un grazie particolare anche allAnna Chiara, che ha saputo gestire al meglio questi ragazzi, senza mai arrendersi e scoraggiarsi, dando prova della sua forza e buona volont. Grazie per avermi aiutata a migliorare i rapporti con loro e soprattutto grazie per essere sempre stata presente nei loro cuori, consigliandoli e insegnandoli cose che terranno come tesoro per tutta la loro vita. Un Bacio Alessia

Workshop alla scuola media Don Pasquino Borghi Gita in TRAM: come perdersi in un bicchier dacqua di S. B., uno dei protagonisti Stavamo andando al Liceo Moro con la nostra educatrice di Gancio Originale ma invece di arrivare a scuola ci siamo ritrovati in Via Adua: cosa facevamo li? Forse ci eravamo persi? No, ci eravamo sbagliati!!! Infatti, invece di salire sul tram diretto al liceo Moro, siamo saliti sul tram diretto dalla parte opposta Ma ecco il lieto fine: anche se siamo arrivati unora dopo, abbiamo fatto qualcosa di nuovo e ci siamo divertiti! By S.

Workshop alla scuola media Don Pasquino Borghi Il giro di Reggio In 80 Minuti

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di S. (Ragazza) e Melissa Scolari (Volontaria)

Noi del workshop di Rivalta siamo partiti alle 14.10 dalla scuola per andare alla Festa dei workshop al liceo Moro, ieri pomeriggio, 22 Maggio. Il sole splendeva, il venticello soffiava e niente lasciava pensare che quel tranquillo viaggio in autobus potesse trasformarsi in una vera e propria ODISSEA! Dunque, riprendiamo, il viaggio sino al centro di Reggio andato bene, tutto tranquillo. Scendiamo in piazza della Vittoria pronti per prendere la super coincidenza con in mini-bus che ci avrebbe dovuto portare esattamente davanti al Moro. Ma dove lo prendiamo il mini-bus? Davanti al Punto Moda (che tutti conoscete come punto di ritrovo cult di Reggio Dove ci vediamo al Punto Moda) ecco, questo stato linizio della nostra sventura Logicamente il mini-bus da prendere era quello DI FRONTe al negozio, dallaltro lato della stradae noi che ci siamo

sbagliati abbiamo cominciato un mirabolante viaggio per tutta Reggio!!! Ci abbiamo messo un sacco di tempo ad accorgerci di aver sbagliato direzione tempo di fare il giro delloca e di ritrovarci al capolinea degli autobus disperso nella campagna dietro via Adua! Ci siamo dovuti rimanere fermi per non si sa quanto tempo tempo in cui si visto qualsiasi atto di follia da parte di svariati membri del nostro gruppetto: chi ne approfittava per truccarsi, chi si arrampicava sul corrimano dei bus, chi si dava a opere di giardinaggio alle spese di un povero cespuglio di rose Forse meglio tralasciare gli altri particolari eh, eh, eh!!! Ok, alla fine al Moro ci siamo arrivati alle 15, 30 passate.. e giuro che nessuno di noi era mai arrivato ad una festa cos stanco!!! S. e Melissa

Il gancio: che spettacolo!! Dal giornalino

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Questanno il gancio alla scuola media Don Pasquino Borghi, ha cambiato regista, ma la sceneggiatura sempre uno spettacolo!! Ma cosa abbiamo fatto questanno al Gancio? In tutti questi mesi di attivit abbiamo fatto molte cose divertenti e per farvi capire la moltitudine di cose che facciamo e latmosfera che si respira al Gancio, beccatevi questa sfilza di verbi: abbiamo giocato, sperimentato, pasticciato, sporcato, fatto confusione, mangiato, ascoltato musica, festeggiato, urlato, lavorato, impastato, colorato, incollato, tagliato, impaginato, stampato e molto altro ancora ma abbiamo anche fatto i compiti, studiato, scritto, ripetuto fatto gli schemi, le espressioni, ecc e la cosa bella del Gancio che tutto questo lo abbiamo fatto insieme!! Ma chi sono i protagonisti del Gancio? Sono i ragazzi che frequentano la scuola media Don Pasquino Borghi, ognuno dei quali si muove sullo scenario con tutte le sue ricchezze e le sue particolarit e che al Gancio trova non solo uno spazio nel quale esprimersi e mettersi in gioco, ma ha anche un ruolo fondamentale per il funzionamento del nostro spettacolo continuo Ci sono le segretarie, gli assistenti, il magazziniere, i maestri dei laboratori, i consiglieri per le attivit, gli esperti di sport allaperto e gli immancabili casinisti che colorano di allegria le nostre giornate Ma non ci manca qualcuno? Eh S, mancano i nostri volontari, i co-protagonisti nel nostro teatro, che si muovono sul nostro palcoscenico, che arricchiscono il nostro scenario, che colorano il nostro spettacolo, che contribuiscono in maniera attiva alla realizzazione della nostra sceneggiatura e che sono preziosissimi collaboratori e aiutanti dei nostri attori protagonisti. Ma se proprio volete sapere che cosa abbiamo creato con le nostre mani beh, ve lo diciamo subito:

Abbiamo imparato a tagliare il vetro Decoupato i raccoglitori Impaginato al computer le nostre fotografie pi belle, da quando eravamo piccoli via via fino ad adesso Decorato cornici con la pasta pi strana e con i legumi colorati Creato addobbi con la pasta al sale Scritto i nostri nomi con la carta adesiva Progettato un sole da realizzare con la tecnica del mosaico Fatto cartelloni Lavorato con la carta pesta Arricchito la nostra cultura musicale giocando a Sarabanda Ma soprattutto abbiamo festeggiato il Natale e la Pasqua, mangiando, giocando e cantando assieme per ore e ore Nelle giornate di sole abbiamo giocato a calcio, pallavolo e basket Abbiamo anche pranzato a scuola, gustando assieme piatti tipici della cucina cinese!! E cosa molto importante abbiamo festeggiato i compleanni dei ragazzi!! Ma i workshop non sono ancora finiti e la nostra prossima tappa realizzare delle magliette con le scritte, gli slogan, le battute che pi ci contraddistinguono quindi tenete gli occhi aperti: ce le vedrete presto addosso!!! * Dal giornalino della scuola media Don Pasquino Borghi

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Workshop alla scuola media di Bagnolo Una figura di riferimento anche fuori dai libri di Sara Fantuzzi

Workshop alla scuola media di Bagnolo Una esperienza positiva di Jessica Iori e Annalisa Galeone

Al termine di questa esperienza di aiuto nei confronti dei ragazzi delle scuole medie, possiamo dire che in generale stata unesperienza positiva che ci ha permesso, non solo di instaurare un buon rapporto con loro, ma anche di maturare e far nascere in noi un senso maggiore di responsabilit. Durante questo periodo abbiamo affrontato molti problemi legati allinstaurazione di un buon rapporto di aiuto e di amicizia con i ragazzi che ci ha fatto capire la causa delle loro difficolt scolastiche che erano spesso legate a complicate situazioni familiari. Altri problemi riguardano il riuscire a mantenere in loro un alto livello di attenzione cercando di parlargli di argomenti di attualit o riguardanti la vita quotidiana poi ancora responsabilizzarli e fargli capire limportanza non solo dello studio ma anche di un corretto comportamento. In conclusione possiamo dire che questa esperienza ha prodotto buoni risultati in noi e speriamo anche nei ragazzi che ogni volta, al nostro arrivo, ci accolgono mostrandoci tutto il loro affetto e la loro amicizia.

Il mio ingresso in questo progetto avvenuto un po per casoavevo gi lavorato con Gancio Originale ad altri progetti negli anni precedenti, poi mi sono allontanata per un periodo da queste attivit, ma la voglia di ricominciare sempre stata tanta e quando Mariella Cantini mi ha proposto di arruolarmi di nuovo ho ceduto subito. Il mio intervento al dopo-scuola di Bagnolo dunque molto breve, ma sono comunque contenta di poter aiutare questi ragazzi con quello che mi compete nei loro compiti a scuola. Sono dunque arrivata che lattivit era gi in un qualche modo designata, dovevo solo capire come era organizzato il lavoro e qual era il mio ruolo. Mi sono trovata per un attimo spiazzata quando ho visto che gi dal primo giorno avrei avuto un gruppo da seguire da sola, in sostituzione di alcuni volontari assenti. La mia dimestichezza nel fare lezione non mai stato il mio forte, ma devo dire che i ragazzi mi hanno subito dato il benvenuto mostrandosi disponibili al dialogo e alla collaborazione. Mi hanno subito mostrato i loro quaderni chiedendomi di fare quel o quellaltro esercizio in preparazione della verifica.. Mi hanno messo subito a mio agio e sembravano contenti di conoscere una nuova volontaria. E stato un po cos in tutte le classi dove sono stata. Il mio passaggio da un gruppo allaltro sempre stato molto breve: ogni volta, infatti, mi trovo a dover lavorare con

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persone diverse e questo da un lato mi permette di conoscere un maggior numero di ragazzi presenti nella scuola, dallaltro non mi consente di vedere i traguardi che ognuno di essi raggiunge. Una volta mi anche capitato di lavorare con unaltra volontaria: il gruppo per era piuttosto agitato e non stato per niente facile farsi intendere, con il risultato che i ragazzi scorrazzavano qua e l e i compiti li hanno fatti ben poco. Comunque penso che anche la collaborazione tra i volontari sia un aspetto positivo che, una volta approfondito, possa risultare vantaggioso sia per la gestione dei ragazzi sia per migliorare il loro apprendimento. Una volta entrata in classe, ci sono ragazzi che mostrano subito problemi di apprendimento, poi durante il trascorrere dellora, parlando, ci si rende conto che esistono altri tipi di problemi; si sente parlare della famiglia e ci si rende conto che la situazione non delle pi tranquille. Questi ragazzi hanno bisogno di essere seguiti per imparare s la nozione di matematica o italiano, ma soprattutto devono imparare a rapportarsi con gli altri, devono imparare che ci sono delle regole a cui attenersi e limiti da non oltrepassare.In conclusione sono contenta di essere venuta al dopo-scuola e non mi posso certa lamentare dellaccoglienza che ho ricevuto, solo non ho potuto approfondire la conoscenza dei ragazzi in modo che potessero vedere in me una figura cui fare riferimento anche al di fuori quellora trascorsa insieme tra i libri e le esercitazioni.

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shop con chi (i nuovi acquisti) il work-shop non lo ha mai fatto prima; allora i nostri accompagnano gli ultimi arrivati spiegando concretamente cosa siamo. Grazie a questo microprocesso, non c bisogno di faticare ad inizio anno per dare unanima a gancio; gancio si fatto conoscere nelle terre matildiche e si diffonde da solo! FRASI E FRASI Bambino: Mi presti il bianchetto? Coordinatrice: No, le tue maestre non vogliono che lo usiate B.: Vedi? Le maestre le vanno a raccontare tutto B. 10 anni: Giacomo mi ha detto - Ti amo, ma non ho speranze e io gli ho risposto vero, non hai speranze - . B.: Mi ha chiesto di stare con lui ma io gli ho detto Sei matto! Abbiamo solo 10 anni!!! -.

Workshop a Quattro Castella Chi si rivede!.. A Quattro Castella di Silvia Arlini

Dalle scuole elementari alle scuole medie, continuiamo a seguire i bambini che diventano ora ragazzi. Come cambia lutenza nei due cicli scolastici? Alcuni bambini che hanno amato fermarsi a scuola da piccoli per fare gancio, una volta varcata la porta delle medie inferiori, cominciano a provare un po di vergogna nel dover dire ai compagni che hanno ancora bisogno di gancio. Questo passaggio per noi dello staff paradossalmente auspicabile quando coincide con unaumentata consapevolezza di s, con una crescita; magari davvero gancio non pi una risposta per loro, e noi ci gloriamo nel lasciarli andare, un po dispiaciuti, inevitabile, quando i nostri sguardi si incrociano ed il ragazzo che era un nostro bambino non ci saluta, o lo fa cercando di non farsi accorgere dagli altri. Ma qualcuno rimane, e lo portiamo con noi anche alle medie, proponendogli un gancio nuovo, diverso nelle attivit ma fedele a se stesso negli obiettivi. E grande il senso di appartenenza di questi ragazzi che condivideranno il work-

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Una cosa che non mi piaciuta tanto che i ragazzi dovrebbero essere pi disponibili e collaborare di pi. __________

Workshop alla scuola media di Cadelbosco Sopra Unesperienza unica per crescere tra tante difficolt Workshop alla scuola media di Cadelbosco Sopra Una esperienza importante di Isabella Questa esperienza di Gancio stata molto importante perch ho aiutato ragazzi a svolgere compiti e attivit di gruppo. Con loro mi sono trovata bene anche se sono ragazzi agitati e svogliati ma alla fine sono molto simpatici. __________ di Marco Bigliardi

Anche questanno Gancio mi piaciuto, come sempre unesperienza unica per crescere tra tante difficolt, come possono essere i nostri ragazzi che molto spesso hanno avuto poca voglia di fare i compiti e studiare . Mi sono trovato bene anche con gli altri volontari e rimarr sempre unesperienza positiva e utile.

Workshop alla scuola media di Cadelbosco Sopra Gancioproprio da consigliare di Antonio DArelli Gancio unesperienza molto valida, da consigliare a molti giovani della mia et. Con il Gancio ho avuto lopportunit di aiutare volontariamente dei ragazzi, non solo, stato anche molto divertente soprattutto nei momenti di svago e di gioco.

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Altre esperienze di volontariato

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Esperienza nella residenza psichiatrica scuolette di Agnese Ferrari

persone. Aspettavano il nostro arrivo e nel caso una di noi mancasse ne chiedevano il motivo; stato bello vedere che avevano sempre qualcosa da raccontare,una opinione da far valere anche se a volte con un po troppa grinta. Ognuno di loro ha una vita alle spalle fatta di lavoro ,esperienze e in alcuni casi di figli e famiglia,sono persone che nonostante i loro problemi hanno voglia di rapportarsi con gli altri o spesso solo di essere ascoltati;credo infine che per fare questo non ci sia bisogno di troppe competenze mediche e che quindi anche noi persone normali siamo riuscite a portare un po di normalit li dove forse per certe circostanze non sempre ci pu essere. ___________

Cosa ho capito da questa esperienza??che anche queste persone hanno un mondo interiore enorme! Non stato facile il primo approccio,non avevo la pi pallida idea di come muovermi e di cosa poter fare per dare un aiuto a queste persone. Inizialmente ho osservato e non sono stata troppo invadente ma con il passare del tempo mi sono accorta che erano per primi loro quelli incuriositi dalla nostra presenza. Abbiamo cercato di fare delle attivit adatte alle loro capacit, ma c voluto poco per capire che le nostre proposte non erano quello che li interessava;avevano voglia di parlare, di raccontarsi e comunque di avere un rapporto con persone diverse dai medici,dagli operatori e dagli infermieri. Allora eccoci li,tutti i gioved mattina, io, Adriana Laura e Giorgia a parlare di musica,politica e di donne. Noi a ricoprire scatole con la carta di giornale e gli ospiti della residenza a fare delle chiacchiere tra una sigaretta e l altra. E' stata una bellissima esperienza,mi ha dato tanto perch nonostante ci sia voluto un po di tempo,adesso posso dire che la nostra presenza costante stato un aiuto per queste

Volontari a Scuolette di Elena Incerti

Scuolette una struttura residenziale del Dipartimento di Salute Mentale di Reggio Emilia che ospita persone con disturbi psichici cronici, con programmi di mantenimento e di riabilitazione. Per queste persone assume unimportanza fondamentale il rapporto umano con familiari, operatori e ancor pi con altre persone, fino a volte a diventare un fattore decisivo per sbloccare situazioni cronicizzate e per riaprire una prospettiva di speranza e di cambiamento positivo. Adriana, Agnese e Silvia sono arrivate nella nostra struttura in punta di piedi, proponendo piccoli lavoretti concordati con gli ospiti che vivono a Scuolette.

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Ma soprattutto hanno portato qui le loro persone, senza alcuna pretesa, lasciandosi avvicinare piano piano, ogni gioved mattina. Non importante quello che si fa, ma arricchire la quotidianit di nuove relazioni, di occasioni piacevoli, di nuovi punti di vista. Per noi operatori liniziale esperienza con i volontari di Gancio Originale pi che positiva, lincontro con gli altri ci permette di riflettere sul nostro lavoro. Ma pi delle parole di un operatore ,ecco cosa dicono alcuni ospiti: D.: queste volontarie sono molto loquaci, ci fanno molta compagnia, ci raccontano e ci fanno parlare di noila loro psicologia super-positiva; G.: sono bravemi fanno anche cantare; G.: sono delle persone in gamba, ci hanno fatto delle pitture e poi ce le hanno anche regalate-mi fa piacere lavorare con loro, perch quando non lavoro vengo preso dallansia; e infine M.: questa esperienza mi piaciuta, voglio continuare.

molto significativa per quanto riguarda la mia crescita sia spirituale che come donna. Con loro sono riuscita a creare una discreta relazione pur non sottovalutando mai la loro malattia, la loro sofferenza e considerandoli sempre delle Persone che pensano, che hanno desideri nascosti che hanno voglia di essere considerati persone normali pur consapevoli a volte delle loro difficolt. Hanno voglia di raccontarsi, di essere ascoltati e amati e io li amo cos come sono.

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Volontaria nella residenza psichiatrica scuolette di Adriana Sono Adriana, dopo un periodo di assenza da Gancio Originale questanno sono rientrata per fare una esperienza con i malati di mente; stata una esperienza molto forte ma

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Intervista ai volontari del Centro Busetti NOME: Valentina Bianchi ANNI: 17 SCUOLA CHE FREQUENTI: Levi PRIMA ESPERIENZA DI VOLONTARIATO? : si, stata la prima esperienza. PRIMA ESPERIENZA CON LA DISABILITA? : si HAI AVUTO DIFFICOLTA? :inizialmente si, perch bisogna conoscerli e capire come comportarsi con loro. QUALE IMPATTO: subito la domanda che mi sono posta stata come poterli aiutare. QUALE COMUNICAZIONE HAI USATO NELL AVVICINARTI A QUESTE PERSONE? : sicuramente la prima stata la comunicazione non verbale (avvicinamento e contatto fisico ) COSA TI HA DATO QUESTA ESPERIENZA ?: mi ha fatto capire che anche le piccole cose,come mangiare da soli e camminare, sono molto importanti. IL SUPPORTO E STATO SUFFICIENTE? : si NeHAI PARLATO A CASA O CON QUALCUNO? : s a casa e a scuola.

NOME: Gibertini Giulia ANNI: 17 SCUOLA CHE FREQUENTI: Scaruffi PRIMA ESPERIENZA DI VOLONTARIATO? : si PRIMA ESPERIENZA CON LA DISABILITA? : si HAI AVUTO DIFFICOLTA? : no, solamente all'inizio QUALE IMPATTO? : subito dopo aver visto che tanti ragazzi non camminavano e non parlavano mi sono chiesta come avrei potuto aiutarli e capirli. QUALE COMUNICAZIONE HAI USATO NELL AVVICINARTI A QUESTE PERSONE? : ho usato la comunicazione non verbale e fisica. Solo dopo ho usato quella verbale essendomi reso conto che tanti ragazzi riuscivano a percepirla. COSA TI HA DATO QUESTA ESPERIENZA? : mi ha fatto capire che le piccole cose sono importanti e che questi ragazzi possono darti tanto. IL SUPPORTO E STATO SUFFICIENTE? : si NE HAI PARLATO A CASA O CON QUALCUNO? : s a scuola con il mio professore di religione e a casa.

NOME: Luigi Corsini ANNI: 16 SCUOLA CHE FREQUENTI: IPSIA Galvani PRIMA ESPERIENZA DI VOLONTARIATO?: Si PRIMA ESPERIENZA CON LA DISABILITA: SI, stata interessante, molto nuova e unesperienza molto particolare. HAI AVUTO DIFFICOLTA?: inizialmente un po si, soprattutto nellabituarmi ad assistere a certe scene.
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QUALE IMPATTO?: non saprei descriverlo bene a parole ma sicuramente positivo. QUALE COMUNICAZIONE HAI USATO NELL AVVICINARTI A QUESTE PERSONE?: ho usato gesti, parole e soprattutto diverse espressioni. COSA TI HA DATO QUESTA ESPERIENZA?: mi ha sensibilizzato ancora di pi verso le persone in difficolt. SUPPORTO SUFFICIENTE?: si NE HAI PARLATO A CASA O CON QUALCUNO?: a me non piace parlare per primo di queste esperienze, ma quando qualcuno me ne ha parlato, io ho cercato di privilegiare questattivit invitandolo ad aggregarsi. NOME: Lambertini Daniele ANNI: 16 SCUOLA CHE FREQUENTI: IPSIA Galvani PRIMA ESPERIENZA DI VOLONTARIATO?: s, la mia prima esperienza. PRIMA ESPERIENZA CON LA DISABILITA?: s HAI AVUTO DIFFICOLTA?: no, non avuto difficolt. QUALE IMPATTO?: l impatto stato duro, per con la volont si riesce a fare tutto. QUALE COMUNICAZIONE HAI USATO NELL AVVICINARTI A QUESTE PERSONE?: ho cercato di avere un dialogo con loro coinvolgendoli anche giocando. COSA TI HA DATO QUESTA ESPERIENZA?: mi ha dato una grossa soddisfazione riuscire ad aiutare dei ragazzi con grandi difficolt, ed stato anche bello fare nuove amicizie e nuove conoscenze.

SUPPORTO SUFFICIENTE?: s NE HAI PARLATO A CASA O CON QUALCUNO?: s, ne ho parlato con la mia famiglia che subito non era d'accorto per paura che togliessi troppo tempo alla studio ma poi, con i miei racconti sono riuscito a fargli cambiare idea. Ne ho parlato anche con la mia ragazza. NOME: Glennis Frigato ANNI: 19 SCUOLA CHE FREQUENTI: IPSIA Galvani PRIMA ESPERIENZA DI VOLONTARIATO?: no PRIMA ESPERIENZA CON LA DISABILITA?: no HAI AVUTO DIFFICOLTA?: no, non ho avuto nessuna difficolt. QUALE IMPATTO?: mi sembrata una cosa molto interessante e soprattutto divertente. QUALE COMUNICAZIONE HAI USATO NELL AVVICINARTI A QUESTE PERSONE?: ho lasciato che loro cercassero in noi ragazzi la persona che gli incutesse meno timore. COSA TI HA DATO QUESTA ESPERIENZA?: un bagaglio di vita notevole, mi ha aiutato a capire come si pu essere felici facendo qualcosa per gli altri e per i disabili. SUPPORTO SUFFICIENTE?: abbiamo ricevuto un supporto notevole. NE HAI PERLATO A CASA O CON QUALCUNO?: ne ho parlato con i miei genitori e con i miei amici; questi erano molto incuriositi da questattivit e alcuni hanno chiesto di partecipare.

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NOME: Nino Cristiano ANNI: 18 SCUOLA CHE FREQUENTI: IPSIA Galvani PRIMA ESPERIENZA DI VOLONTARIATO?: No, il secondo anno. COME SEI ENTRATO IN CONTATTO CON IL PROGETTO Gancio Originale?: sono entrato nel progetto tramite la scuola. Ho voluto farlo per piacere personale e sicuramente questesperienza ha soddisfatto il mio interesse e ne sono molto contento. COSA TI HA DATO QUESTA ESPERIENZA?: stata una esperienza nuova e bella, che ti soddisfa moralmente e se vogliamo spiritualmente; stare a contatto con persone disagiate sia fisicamente che mentalmente ti da consapevolezza di quanto siamo fortunati e per questo ho cercato di dare tutto me stesso per farli sentire bene. In conclusione grazie per questa bell' esperienza e della soddisfazione ricevuta. __________

Continua lesperienza presso i centri diurni Busetti e Damiel

I Centri Diurni per disabili gravi, Busetti e Damiel, dal mese di febbraio di questo anno, hanno iniziato un periodo di lunga convivenza ( presso il Centro Busetti ) conseguente ad esigenze di servizio. Indubbiamente, la complessit che caratterizza la quotidianit nei due Centri, ha richiesto un ulteriore capacit di adattamento ai componenti delle due equipe e agli stessi utenti e, in questo

ambientamento , temevamo di non essere adeguati ad offrire spazi di inserimento per i Volontari. Larrivo scaglionato, dei ragazzi di Gancio Originale, ci ha permesso di programmare opportunit attraverso le attivit - nelle quali i volontari potessero sentirsi ingaggiati ed attivi. Al Centro Busetti: in questo anno 2003 lattivit di volontariato ha impegnato 7 ragazzi di cui uno proveniente dallIPSIA Lombardini, 3 dallIPSIA Galvani, 1 volontaria europea, 1 studente universitario, 1 lavoratrice turnista. Al Centro Damiel: in questo anno 2003 lattivit di volontariato ha impegnato 4 ragazze di cui 3 provenienti dallo Scaruffi e 1 proveniente dalla Filippo Re. Come detto in premessa la vita dei due Centri si svolta al Busetti e, anche i volontari, a volte hanno partecipato ad attivit comuni ad entrambi, in altri momenti si sono inseriti in iniziative pi specifiche di uno dei due Centri. Tanti sono stati gli spazi e i laboratori nei quali i volontari si sono inseriti, affiancandosi agli Operatori, portando il loro prezioso e vivace contributo: la Psicomotricit, attivit che si svolge pi volte alla settimana e che coinvolge persone adulte provenienti da diverse esperienze e realt di vita ( anche utenti del Centro Focolare ) con modalit comportamentali e relazionali molto diverse tra loro, ha coinvolto 4 volontari. I ragazzi/e si sono inseriti immediatamente nei lavori di gruppo, agendo come supporto alla conduzione degli incontri, partecipando direttamente a giochi ed esercizi e, con la loro presenza, ricca di novit e vitalit, hanno contagiato piacevolmente tutto il gruppo di lavoro.
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Il giardinaggio, laboratorio allaperto in continuo avanzamento, che richiede anche interventi di falegnameria spicciola e opere di manutenzione, ha impegnato un volontario il quale, insieme a Operatori e utenti, ha collaborato alla costruzione di nidi per uccelli e al carteggio e pittura delle panchine in ferro. Lintervento di questo ragazzo, che ha anche zappato e contribuito ad allestire lorto, stato di grande aiuto per completare in tempi pi brevi lavori gi avviati I burattini, attivit che nel corso dellanno progredita partendo dalla costruzione di burattini e marionette per arrivare, attraverso una laboriosa preparazione, alla realizzazione di uno spettacolo, ha coinvolto 2 volontari. I ragazzi, che hanno avuto il privilegio di affiancarsi al nostro consulente nonch burattinaio Mariano Dolci ( anche lui volontario ), hanno aiutato gli Operatori partecipando attivamente: affiancandosi ai nostri utenti nelle vesti di spettatori, costruendo materialmente i personaggi dello spettacolo, recitando con gli Operatori pi volte -dietro la baracca , infine contribuendo a rappresentare uno spettacolo per 23 bambini della Scuola dellInfanzia La Villetta , invitati al Busetti nellambito di alcune iniziative realizzate per inaugurare il giardino come luogo di socializzazione. Il contributo di questi ragazzi ci ha assicurato un aiuto concreto e propositivo. Il tempo libero, proprio perch tale, prevede momenti ricreativi e socializzanti non strutturati stabilmente al Centro o allaperto nei quali si sono inseriti 5 volontarie. Queste ragazze si sono affiancate agli Operatori partecipando alla gestione degli utenti durante i momenti di merenda, accompagnandoli durante le uscite finalizzate ( acquisti per i laboratori, passeggiate a piedi,

uscite per recarsi al bar dove alcuni utenti amano consumare qualche bevanda, etc. ). La presenza di queste ragazze, importante risorsa di collaborazione, ci ha permesso di coinvolgere un maggior numero di utenti nelle uscite e di offrire altre opportunit di scambio con il contesto esterno. La presenza di Volontari, in questo anno, stata numericamente significativa e sicuramente proficua, cogliamo questa occasione per ringraziarli ancora del loro contributo ( un grato pensiero alla volontaria europea che ci ha supportato nelle attivit di Psicomotricit, Psicomotricit in acqua, Burattini ). Grazie a Gancio Originale, al quale segnalo quanto detto da una collega: lunico inconveniente leffetto dipendenza che si instaura quando si sperimenta una esperienza cos ricca e piacevole che altro dire?

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Questa stata un esperienza molto positiva che rifarei e soprattutto consiglio a tutti, questo lavoro pu darci pi di quello che ci aspettiamo, questi ragazzi sono molto ricchi dentro e ci possono insegnare molto. CONSIGLIO: Il pi delle volte non facciamo volontariato perch non siamo informati e non sappiamo a chi rivolgerci. Bisogna fare pi informazione. La mia esperienza di Alessio Varchetta HO PRESO 90/100 VOTO FINALE ESAME DI QUALIFICA

La mia esperienza al Gancio e stata molto positiva tant che invece di svolgere una sola attivit ne ho intraprese due, una consisteva nellassistenza di un ragazzo a Rivalta al quale insegnavo come utilizzare il computer e cercavo di fargli conoscere un po di pi Reggio Emilia, con stupore posso dire che Reggio Emilia la conosceva meglio di me, riguardo al computer le cose che gli insegnavo le metteva in pratica molto bene, non parliamo della voglia che aveva di lavorare al computer, forse il computer gli dava una carica molto forte, lesperienza di Rivalta e stata positiva, e la consiglio a tutti. Laltra mia attivit era molto creativa, andavo presso un Atelier darte, aiutavo bambini down o con difficolt a relazionare con le altre persone, con i ragazzini down a volte avevo dei problemi, dato che sono molto cocciuti quando ci si mettono, con loro ho imparato a disegnare con diverse tipologie di colore, dalla cera allacquerello, e cos via, a volte andavamo in Biblioteca a scegliere dei libri che i bambini leggevano nella loro ora di Atelier, quasi sempre disegnavano quello che leggevano, oltre a fare disegnoterapia.

CIAO CIAO BUONE VACANZE ESTIVE

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La mia nuova amica di Chiara Busolini

Quest'anno stata la mia prima esperienza a Gancio Originale, per tutto l'anno scolastico ho conosciuto, e una volta a settimana, sono uscita con la mia nuova amica E. A volte mi sono trovata davanti a situazioni difficili da risolvere, che mi hanno messo davvero in gioco ma stato tutto divertente e gratificante. Tra l'altro ho trovato importante quest' esperienza per la mia futura professione di psicologa: credo sia stato
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fondamentale confrontarsi con lei, e riuscire a passare con la mia nuova amica un bel pomeriggio insieme. Una cosa che mi ha stupito che quando dicevo agli altri di fare volontariato tutti mi rispondevano con una frase del tipo: "Come sei brava!" o "Certo che lo fai: sarai presto una psicologa!". Alla fine di quest'anno invece posso dire che per fare volontariato, per dedicare tempo agli altri, non serve essere ne bravi ne psicologi: basta spegnere la televisione o il PC, basta rinunciare a un pomeriggio con gli amici, per rendersi conto di che soddisfazione pu darti un sorriso di un bambino che si affeziona a te e, dimostra in tanti piccoli gesti, il suo semplice volerti bene, per non parlare poi del sapere che una persona non vede l'ora che arrivi quel giorno della settimana perch sa che lo passer con te, come mi capitato con E. Per il resto...Ci vediamo l'anno prossimo!!!!!

Un partita del cuore di Giovanni Grasselli

Sono uno studente di quarta superiore dell'IPSIA Lombardini, quest'anno per la prima volta ho fatto volontariato tramite "Gancio Originale" al CSM. Per due orette a settimana, di marted pomeriggio sono andato all'allenamento di una squadra di calcio, di ragazzi di diverse et, ma tutti pi grandi di me con vari problemi fisici o di socializzazione. Mi sono subito trovato bene con i ragazzi che mi hanno accettato ben volentieri e con loro si creato un buon rapporto. Molte cose mi sono rimaste da quest'esperienza che mi molto piaciuta, e anche solo un piccolo sorriso, o un espressione di felicit, sulla faccia dei ragazzi ad un passaggio ben riuscito o ad un gol durante una partita, mi rimasta dentro e mi ha fatto tornare a casa ogni pomeriggio con dentro qualcosa in pi. Ho dato poco, perch due ore a settimana non sono niente, ma veramente in cambio ho ricevuto tanto, per questo consiglio ad ogni ragazzo di vivere quest'esperienza!.

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Volontariato singolo per la neuropsichiatria Cambia forse la realt...ma resta sempre GANCIO! di Marcello e Valentina

siamo due volontari di gancio da 4 anni. per tre anni abbiamo fatto la nostra esperienza all'interno dei workshop nelle scuole medie, quest'anno invece abbiamo chiesto di provare a dare il nostro contributo ad una realt diversa, quella del volontariato singolo. niente pi gruppi di decine di ragazzini da gestire ed aiutare ma l'attenzione di noi due volontari focalizzata su due soli ragazzi da capire, da seguire passo per passo, da inserire in una societ a loro ancora troppo estranea. un'esperienza diversa che ci ha dato modo di organizzare insieme a loro le giornate senza dover decidere solo noi(..ma anche senza una coordinatrice ad indirizzarci, ne a preparare qualche attivit(..non si pu immaginare quanto siano lunghi i pomeriggi d'inverno anche se il sole tramonta presto..!!!), stato un modo di avere un contatto pi diretto e quindi di costruire un rapporto pi stretto. pi difficile sicuramente anche se sentirsi dire : "quando siete qui con noi il tempo vola" con la spontaneit dei ragazzini una bella sensazione

davvero. In fondo cos' un volontario di gancio senza una continua sfida davanti a se? ce lo hanno chiesto in tanti...l'appassionata sfida di chi decide di aiutare chi ha bisogno...ce lo hanno chiesto anche i ragazzi del gruppo di teatro che ha organizzato una mostra itinerante l'anno scorso nelle scuole di Reggio in collaborazione coi volontari di dar voce. la mostra voleva essere un modo per attirare giovani ragazzi nel mondo del volontariato attraverso simulazioni di situazioni a cui potrebbe andare incontro un volontario. Una buona idea per far conoscere agli studenti qualcosa che ancora non era cos vicino alle loro vite, ma forse un po' troppo idealizzato. Si discusso anche e a lungo sui metodi di "reclutamento" di nuovi volontari, vorremmo solo descrivervi come siamo stati "agganciati" noi : ascoltando il racconto di una ragazza che ha portato la sua testimonianza fra i banchi di scuola, ed forse proprio questo il modo migliore per rendersi conto di come stanno le cose: ascoltare chi le ha vissute sulla propria pelle.

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Partecipazione al Forum di Volontariato Intervento Gancio- 21 settembre 2002 di Alberto Lugli

Buongiorno a tutti , sono Alberto e frequento il Liceo Aldo Moro. Faccio Gancio dallinizio dello scorso anno scolastico e ho imparato di questa opportunit per noi giovani di sperimentarsi in un volontariato un po speciale sui banchi di scuola attraverso la propaganda informativa fatta allinterno del mio istituto.Spero oggi di essere il degno portavoce di tutti, tanti, studenti che come me hanno fatto volontariato. Il liceo Aldo Moro ha iniziato lattivit nel 1999 con 9 studenti, ora siamo in 108. Questa attivit tra noi giovani, come si visto, piaciuta molto e ci chiede un impegno continuativo di 3 ore la settimana per aiutare ragazzini un po pi piccoli di noi a fare i compiti e fare attivit per aiutarli a star meglio. Questo impegno si concilia con i miei studi e il mio tempo libero. Lobiettivo di questi gruppi pomeridiani dare una risposta al disagio scolastico.

Noi volontari in questa situazione ci sentiamo importanti perch diventiamo degli educatori e i nostri allievi ,mettendoci alla prova, ci fanno sviluppare le nostre capacit di ascolto e di comunicazione e ci fanno allenare tanto alla pazienza. Tutte le nostre fatiche per sono ricompensate quando i ragazzi stessi non disertando il workshop ma continuando a venire ci dimostrano che noi siamo importanti per loro. La moneta con cui ci ricambiano del nostro tempo e dellimpegno che mettiamo a disposizione la soddisfazione . una soddisfazione come quella derivata da un bel voto o da un comportamento adeguato. Con Gancio ho fatto anche attivit formativa tra le quali Leggere la TV che appunto un atelier formativo per i volontari di Gancio riguardante uno studio di programmi destinati ad un pubblico molto giovane. La finalit prefissata dellatelier era quella di imparare a leggere alcuni programmi televisivi, in modo che, alla fine del corso, potessimo a nostra volta insegnarlo a ragazzini pi piccoli (in febbraio- marzo con gli alunni della v elementare della scuola Pascoli abbiamo analizzato Saranno famosi)). I temi sono stati trattati in maniera concreta e gli argomenti sono stati ricavati dalla lettura di spezzoni di programmi televisivi ; l attivit stata molto utile sia per me che per i ragazzini a cui labbiamo proposta. Altri momenti formativi sono stati le verifiche che si sono svolte a scuola. Momenti dove noi ragazzi ci raccontiamo quello che facciamo con Gancio ,dove ci confrontiamo e apprendiamo reciprocamente dalle nostre esperienze. Sono presenti oltre ai tecnici dellAUSL anche gli insegnati che durante lanno ci guidano nelle esperienze dei workshop. Lultimo dei momenti formativi a cui io ho partecipato stato il seminario a Marola intitolato : Tenere un gruppo di

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ragazzi a rischio . Oltre la relazione iniziale ci sono stati 3 atelier: musica, psicomotricit e danza. Noi ragazzi volontari ci siamo divisi in gruppi e abbiamo rielaborato quello che avevamo sentito prima. Tra i vari argomenti scaturiti dalla discussione del mio gruppo emerso che Gancio si pu anche definire con lespressione : risponde a chi dice Ho fame: ho fame di affetto, ho fame di considerazione,ho fame di rispetto ,ho fame di ascolto, ho fame di tempo per me. Concludendo sono convinto di fare Gancio anche questanno e di fare il possibile perch altri lo facciano. La soddisfazione per me stata grande e sono sicuro che lo sar anche questanno. Ora vi saluto tutti. Grazie dellattenzione.

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Conoscere una diversa realt di Daniela Ligabue Mi chiamo Daniela e sono volontaria di Gancio Originale dall'ormai lontano 1993. Sono venuta a conoscenza di questa originale forma di volontariato all'interno della mia scuola superiore, il BUS, dove un professore ha capito che per noi ragazzi non esisteva soltanto l'importanza dei libri, ma potevamo imparare e crescere anche dedicando un po' del nostro tempo a ragazzini in difficolt. E' cosi che ho conosciuto Mariella Cantini, che con entusiasmo mi ha fatto capire che anche io potevo, nel mio piccolo, rendermi utile. Erano gli inizi delle attivit di Gancio e noi volontari, paragonati a quelli di adesso, eravamo veramente pochi (all'incirca 25). Non si parlava ancora di work-shop, cos la

mia avventura cominciata con il volontariato individuale. Il mio compito era quello di seguire un pomeriggio alla settimana un ragazzino delle elementari nell'aiuto compiti e non solo..Per me stata una bellissima esperienza, che mi ha fatto scoprire la gioia di aiutare un bimbo, vedere che ogni settimana ti aspetta con impazienza, che ti fa il regalino quando torna dalle vacanze e che ti vede come un'amica, non una maestra. In seguito sono iscritta all'universit e, per potermi assicurare una certa autonomia, ho cominciato a lavorare. Tra le lezioni a Bologna, gli esami e il lavoro non credevo di riuscire a portare avanti il mio impegno di volontaria, ma il mio desiderio di proseguire con questa esperienza era veramente grande. Cos con l'aiuto dei responsabili del progetto siamo riusciti a trovare delle soluzioni che rendevano possibile il tutto. Ho quindi continuato a seguire bambini nellaiuto compiti nei momenti liberi, semplicemente con una maggiore organizzazione, ad esempio trovandomi con il bambino nella sua scuola vicina al mio posto di lavoro. Il volontariato allinterno della scuola mi ha fatto conoscere una diversa realt, mi ha fatto entrare in contatto con gli insegnanti e mi ha fatto capire che quando si ha a che fare con ragazzini in difficolt importante confrontarsi, chiedere consiglio; a volte anche lumile parere di noi volontari pu essere utile forse perch con il rapporto per me speciale, che si instaura con il bambino, possiamo contribuire con nuovi punti di vista. Mi capitato di riflettere su quali fossero i motivi che in questi anni mi hanno portato a continuare a dedicare il mio tempo a questi bambini e sicuramente tra le principali ragioni c' una grandissima soddisfazione personale, che ho trovato nel loro affetto sincero, inoltre il fatto che tra tutti gli impegni della vita quotidiana qualche ora dedicata a loro era diventata per me un appuntamento impedibile, dove non DAVO soltanto, ma
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RICEVEVO molto di pi di quanto non credessi. Poi l'anno scorso ho cominciato una collaborazione con il comune di Quattro Castella, in cui oltre a seguire bambini portatori di handicap, facevo assistenza nell'orario della mensa ai ragazzini delle elementari e delle medie che frequentavano il work-shop. Ho cos avuto modo di conoscere una per me nuova forma di volontariato: questi originali pomeriggi in cui studenti volontari si impegnano a far sentire speciali ragazzini che spesso nell'ambiente scolastico vengono considerati problematici. Mi cos sembrato bellissimo poter continuare il mio lavoro con il volontariato, quindi mi sono candidata come volontaria per il work-shop della scuola media di Quattro Castella. Una volta accettata la mia disponibilit ho potuto sperimentare un nuovo modo di fare volontariato: in una vera e propria squadra. Ho conosciuto un gruppo di studenti delle scuole superiori che si apprestavano per la prima volta al volontariato con lo stesso entusiasmo con cui ho iniziato io ai tempi della scuola e ho scoperto che tra noi non c'era alcuna differenza di et, ma soltanto la voglia di essere utili, il desiderio di rendere un po speciale ogni pomeriggio passato con i nostri ragazzini. La nostra attivit era seguita da un esperta coordinatrice, pronta ad accettare le nostre idee e soprattutto a risolvere i nostri dubbi, infatti nonostante non fosse la mia prima esperienza di volontariato, ogni volta come partire per un nuovo viaggio, in cui ci si misura con aspettative e risultati, si alternano sensazioni di onnipotenza ad altre di impotenza, di conseguenza si sempre portati ad interrogarsi, a chiedersi qual la cosa migliore da fare.in tutto questo personalmente vedo una notevole opportunit di crescita personale per noi volontari, e credo che Gancio Originale e le scuole stesse questo aspetto l'abbiano ben capito. Riflettendo sui miei 9 anni di volontariato penso di poter fare un bilancio pi che positivo: sicuramente ho dato molto di mio, ma non credo di

poter quantificare ci che ho ricevuto, dall'enorme soddisfazione per i miei ragazzini, alla conoscenza di ragazzi volontari con i quali condividere le mie esperienze. Infine vorrei far presente come Gancio e i suoi responsabili siano stati per me un notevole punto di riferimento, un aiuto nella mia crescita, non solo per quanto riguarda la mia attivit di volontariato, con i loro corsi di formazione e i loro preziosi consigli, ma anche nelle mie esperienze personali: un dubbio, un problema hanno sempre trovato ascolto. Considerando tutto quello che ho detto, non sorprender sapere che anche quest'anno porter avanti la mia esperienza di volontariato e che come me mi auguro, ci saranno i ben circa 350 volontari di Gancio.

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GANCIO ORIGINALE e i volontari di Mondilontanissimi. di Francesca Tirelli

Nel loro periodo di formazione Lara e Luca (provenienti dallIstituto Superiore Scaruffi) si sono sperimentati con Gancio Originale; ci significa che hanno iniziato a conoscere la realt del volontariato prendendo parte attiva a un workshop pomeridiano organizzato nella Scuola Media C. A. Dalla Chiesa e frequentato dai ragazzini dellistituto stesso. Come coordinatrice del gruppo seguo i 9 ragazzi di prima e seconda Media che ho inserito nel progetto pomeridiano dopo un colloquio individuale; si tratta di ragazzi con disagio scolastico, ossia problematiche relazionali e comportamentali e ovviamente ritardo negli apprendimenti. Insieme a me ci sono 7 preziosi volontari che ogni settimana spendono 2 ore dei loro pomeriggi per trascorrere un po di tempo con questi ragazzi. Con il nostro aiuto, nella prima parte del pomeriggio, i ragazzi svolgono i compiti per il giorno dopo, poi insieme cuciniamo le ricette che loro stessi si procurano, oppure decoriamo le cornici fatte con il cartone, facciamo la pasta-sale, coloriamo le maschere di carnevale con le

tempere, giochiamo fuori quando ci sono le belle giornate e ci facciamo un sacco di foto. Lara e Luca sono arrivati quando il Workshop era gi iniziato da qualche mese, le presentazioni erano gi state fatte e la nostra reciproca curiosit ci aveva portato a conoscere gi molte cose luno dellaltro. Nonostante ci, fin dallinizio sia Luca che Lara si sono inseriti molto bene nel gruppo dei volontari, hanno preso subito parte alle attivit insieme ai ragazzi e sono stati tempestati dalla raffica di domande dei ragazzini che colpisce ogni nuovo arrivato. Posso dire che, nonostante il tempo trascorso insieme sia stato poco, noi tutti ci siamo affezionati ai due dello Scaruffi come inizialmente sono stati battezzati dai ragazzi, tant che quando uno dei due non riusciva a venire al workshop cera sempre qualche ragazzino che mi chiedeva come mai, se era stato a casa per colpa loro, se per sarebbero tornati entrambi Non credo sia stato sempre facile sforzarsi per capire quale fosse il modo pi adeguato di comportarsi nel tempo che abbiamo trascorso insieme, perch i ragazzini ci mettono alla prova continuamente, cercano di provocarci per capire fino a che punto possono arrivare e in questa situazione i volontari si sperimentano in un ruolo nuovo; ora sono loro che aiutano qualcuno, ora tocca a loro far rispettare delle regole, riuscire anche attraverso la coerenza dei loro comportamenti a contenere il linguaggio, la svogliatezza, la noia dei ragazzini di poco pi piccoli di loro. Lo scarto di 4 o 5 anni di et tra volontari e ragazzini depone sicuramente a loro favore sono infatti vissuti come amici un po pi grandi, fratelli maggiori da imitare e i ragazzini accettano pi di buon grado di fare ci che devono fare, anche se non ne hanno voglia, quando sono i loro amici pi grandi a renderli consapevoli che i compiti vanno fatti, che non si pu fare solo ci di cui si ha voglia, che non si pu arrivare o andare a casa quando ci
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pare, che importante partecipare tutti alle attivit che insieme decidiamo di fare ma ovviamente ogni ragazzino diverso dallaltro e, non meno importante, ogni volontario diverso dallaltro, ognuno ha il proprio modo di dire le cose, di reagire a una risposta, ognuno ha in misura diversa bisogno di correre, di impastare, di urlare, di studiare il comportamento degli altri in silenzio, con qualcuno necessario essere pi rigidi, con altri bellissimo poter usare tutta la propria dolcezza ma in ogni caso credo che ci che contribuisce a creare la strana alchimia che si respira nella Casa delle Meraviglie del Gancio (come loro stessi lhanno definita) sia proprio il fatto che ragazzini e volontari si trovano e fanno qualcosa insieme: condividono un percorso di crescita. Di settimana in settimana accompagnando i ragazzini pi piccoli e accompagnati a loro volta da me, i volontari imparano a conoscere gli altri e a conoscere se stessi. Sanno che si tratta di un percorso lungo e con curve a volte difficili da affrontare ma diventano man mano consapevoli che possono essere loro in prima persona a guidarlo, si scoprono importanti per qualcuno, capiscono che le loro azioni hanno delle conseguenze sugli altri con cui condividono lesperienza, imparano a gestirsi e ad organizzare il loro tempo. Credo che Laura e Luca pur nel poco tempo che hanno impegnato con Gancio Originale abbiano avuto modo di divertirsi insieme a noi abbiano contribuito anche loro alla costruzione della Casa delle Meraviglie, abbiano annusato i tantissimi colori che contiene e abbiano capito dove possono sempre trovarla.

Riflessioni

2. Il risultato un insieme di iniziative in cui il progetto si limita alla predicazione sui giovani, al blandirli, alla rappresentazione caricaturale ed in carta patinata delle odissee del loro processo di crescita, alla costosa messa a punto di apparati scenografici che dovrebbero raggiungerli (chiss dove) per sentirsi vicini ad essi, in sintonia con quelle che si vorrebbero fossero le loro parti pi vere, ed invece sono le loro parti pi edulcorate e improbabili. A proposito: dove li troveranno poi sti soldi? Il volontariato giovanile a Reggio Emilia fra invenzione, concezione ed esperienza. Alcune note di Leonardo Angelini
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Dal vocabolario: Inventare = attuare in modo utile e opportuno quanto si presenti come frutto dellimmaginazione o della riflessione oppure escogitare trovate, al livello dellimprovvisazione spesso bizzarra o addirittura menzognera. E la prima nota che vorrei fare proprio nella differenza che c fra inventare ed inventarsi un servizio di volontariato giovanile a Reggio Emilia. C chi si dato il tempo e lo spazio (mentale ed istituzionale) per inventarlo, per trasformare immaginazione e riflessione in progetto, e chi, invece, insiste nellinventarselo. In questo secondo caso il processo di invenzione a Reggio, quando non menzognero, appare come frutto, pi che dellimprovvisazione, di una rimuginazione sulla natura dello scambio solidale in adolescenza che come un pestare inutilmente lacqua nel mortaio della saccenteria e della prosopopea.

Seconda nota sul concepire: cio sulle modalit di coniugarsi con loro, di cogliere gli elementi del possibile scambio solidale che da loro pu nascere. E qui il discorso che pi volte ci siamo fatti sulla catena di SantAntonio dellaccompagnamento. Una catena che sia in grado di stare con loro, ma di non opprimerli con le tiritere ideologiche, di non colonizzarli con il pensiero forte e positivo del nostro essere adulto che tutto sa e su tutto ha una posizione; e nello stesso tempo di non rinunciare alla discrezione di una voce che si esprime solo nel rapporto di tutoring e di supervisione.

4. Dallaltra parte un costruire su fondamenta di sabbia in cui tutto lo sforzo fatto nel momento della propaganda per laffiliazione finisce in vicoli e violetti che portano nel nulla. Si disperdono cos preziose energie, si infiacchiscono cos gli animi dei giovani coinvolti, che si sentono presi per i fondelli, si inibiscono anche le future disposizioni al volontariato. Immodestamente il nostro follow up ci porta a dire che molti giovani che hanno cominciato con noi poi vanno - senza che noi ci ingelosiamo per
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questo - in altri luoghi del volontariato: che noi seminiamo anche volontariato adulto. 5. E la terza nota sullesperienza che pu essere ricca, ma acefala, ricca e capace di riflessione su se stessa, oppure anche misera e .. tutta testa. Nel nostro caso, nel caso di Gancio, la riflessione sui giovani venuta sempre dopo la pratica, a correzione e ad espansione di essa. I nostri primi momenti formativi dieci anni fa andavano nella direzione della circospezione nel chiedere ai giovani un loro impegno, anche minimo, perch sentivamo che il loro dare e soprattutto il loro darsi poteva essere colto da loro come una specie di ricatto affettivo da parte delladulto. Poi ci siamo mossi a partire dalle loro richieste formative e cos abbiamo continuato, ragionando con loro non solo i contenuti, ma anche i metodi: pratica, realismo, ma anche un volare alto sui contenuti, che denota il loro sforzo di adattamento alloperare sul piano della cura. 6. Ma se non c la pratica, o se la pratica ridotta al lumicino, che cosa diventa lesperienza? Che cosa diventa la riflessione sul volontariato giovanile? La teoria, in questo come in tutti i campi, non pu nascere come Minerva dal capo di Giove. Deve invece fare i conti con lesperienza pratica e con lo scacco, con la coniugazione attenta e rispettosa e con lo scacco, con linvenzione ardita e con lo scacco. Ma evidentemente qualcuno deve sottoporsi continuamente a questi rischi, altri possono invece bellamente evitare rischio ed ogni scacco, perch sono esautorati da ogni verifica.

La prospettiva del cambiamento: una minaccia o una promessa? Considerazioni sullesperienza del cambiamento a partire da ci che avviene in un gruppo di volontariato giovanile: Gancio Originale di Deliana Bertani

1. Laccompagnamento come elemento che attutisce le ansie e le angosce che intervengono nellimminenza del cambiamento Nellimminenza di un cambiamento in tutti gli individui, e non solo in coloro che sono o paiono pi fragili, si accentuano le ansie e le angosce con le quali solitamente conviviamo. E tutti ci ritroviamo a combattere delle piccole guerre interne fra parti di noi che vivono bene il cambiamento e parti che invece lo temono. Da questo conflitto interno derivano lansia e langoscia nei confronti del nuovo, che possono variare da individuo a individuo, da circostanza a circostanza, ma che ci prende tutti ogni volta che allorizzonte c qualcosa di nuovo. Ansia e angoscia quindi hanno a che fare con il futuro, e non detto che siano solo elementi di disturbo nel definire il nostro atteggiamento nei confronti del futuro, ma

anzi a saperle usare bene - possono essere trasformate in potenti armi che ci permettono di programmare meglio il nostro futuro. In effetti, come sa qualsiasi studente che si appresta a fare un esame, un certo tasso di ansia (non eccessivo e paralizzante) nei confronti dellesame, cio ci che solitamente viene chiamata la paura dellesame una potente arma che ci permette di rimanere concentrati sullesame e di superarlo, ed al contrario lassenza di ansia spesso ci porta a sottovalutare lo sforzo occorrente per affrontare lesame, ed infine a saltare lesame. Di fronte al cambiamento il problema non quello di fare la politica dello struzzo, ma di usare per il meglio se stessi e lorganizzazione in cui si inseriti per trasformare lansia e langoscia che inevitabilmente sorgono in queste occasioni in elementi che permettono di non farsi travolgere dal cambiamento, ma di governarlo, di programmarlo. Laccompagnamento una delle strategie pi efficaci per governare il cambiamento allorch, come avviene in Gancio Originale, sulla scena organizzativa vi siano pi generazioni di operatori poich permette a tutti gli attori di ricollocarsi luno rispetto allaltro in modo coordinato e complementare, e di trasformare cos le ansie in elementi di programmazione e di cooperazione intergenerazionale. Cos in Gancio originale avviene che i bambini e i ragazzi a rischio siano seguiti da giovani delle superiori che a loro volta, come in una catena di SantAntonio dellaccompagnamento, sono seguiti da giovani psicologi tirocinanti, che sono supervisionati da psicologi pi anziani, che a loro volta sono supervisionati da un esperto esterno (che forse avr da qualche parte una persona pi saggia che lo aiuta di tanto in tanto). Accompagnare significa letteralmente mangiare lo stesso pane, cio diventare parte della stessa famiglia:
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qualcosa che ha un profondo significato e da un punto di vista laico (compagni!) e da quello religioso (prendete e mangiate..). Accompagnare significa introdurre nella verticalit di un raffronto intergenerazionale degli elementi di compartecipazione e di condivisione che attutiscono le distanze e ci fanno sentire pi vicini. 2.Lascia di Washington: rimanere se stessi nel cambiamento Nella casa natale di George Washington ancora in bella vista lascia del primo presidente degli USA. A coloro che chiedono coma abbia fatto quellascia a giungere fino a noi gli addetti spiegano che la stessa, ma che nel frattempo le sono stati cambiati sei volte il manico e due volte il ferro. Anche il nostro gruppo di volontariato come lascia di Washington ed ogni anno rinnova i suoi aderenti, pur rimanendo se stessa nel cambiamento. Rimanere se stessi nel cambiamento: cos che fa si che avvenga questo fenomeno? Cos che permette agli individui a alle organizzazioni continuare a riconoscere se stessi, pur di fronte a grandi cambiamenti? Nel caso dellascia di Washington laura che c intorno ad essa, cio quellatmosfera incantata che i custodi della casa del grande presidente hanno saputo creare e che fa si che il visitatore vede lascia e pensa immediatamente alle mani del presidente che tanto tempo fa la strinsero. Nel caso di Gancio Originale il fatto che per un insieme di circostanze i pochi che rimangono ci tengono da una parte a mantenersi fedeli allelemento fondante dellidentit di Gancio, dallaltra la disposizione di questi ultimi di adattare lidea di Gancio e se stessi ai cambiamenti imposti sia dalle novit che ogni nuovo bambino disabile

seguito da noi ci pone, sia dallidentit e dalle competenze dei nuovi volontari che nel frattempo siamo riusciti ad agganciare. Rimanere se stessi nel cambiamento: un compito che per gli individui e le organizzazioni di vitale importanza. Infatti che cos un individuo che nel passaggio da una fascia di et ad unaltra non capace di ridefinire se stesso? Che cos un adolescente che una volta diventato adulto non capace di prendersi le sue responsabilit: un vitellone destinato a rimanere ai margini dellet adulta, una caricatura di un adulto. Allo stesso modo unorganizzazione che non capace realizzare il paradosso apparente di trasformarsi pur rimanendo se stessa, di mantenere i connotati originali della propria mission sapendoli adattare alle mutate circostanze alla fine rischia di diventare la caricatura di se stessa o di irrigidirsi in rituali che piano piano perdono i loro significati originari per diventare altra cosa. Nellincontro fra due identit diverse, come pu essere quello fra due gruppi di individui che, pur accomunati dallo stesso ideale, appartengono a generazioni diverse vi sempre una osmosi che nei casi estremi avviene a scapito delluna o dellaltra identit generazionale, nella maggioranza dei casi attraverso uno scambio in base al quale possibile crescere e collaborare. So che a volte difficile accettare quella specie di meticciato, cio quella specie di incrocio fra identit diverse che alla fine sono tutte le organizzazioni. Lo soprattutto allorch coloro che sono in esse da pi tempo e che in esse si sono spesi al massimo vedono arrivare gli ultimi, i pi giovani che con furia mettono mano a tutto ci che la tradizione ha faticosamente costruito senza rispetto per i pi anziani. Ma se si vuole il cambiamento e non si ha paura di esso anche questo va accettato, esattamente come in famiglia
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gli ardori dei giovani, la loro voglia di ribellarsi ai padri sintomo della loro crescente capacit di andare da soli per il mondo. Di modo che il vecchio e il nuovo insieme affrontino risolutamente le sfide che loggi pone. 3.Il cambiamento come una minaccia e come una promessa Tutte le ansie e le angosce che sentiamo nei confronti del cambiamento, tutte le resistenze che incontriamo in noi allorch ci apprestiamo a cambiare stanno a significare che dentro di noi ci sono almeno due istanze che entrano in gioco in queste circostanze. Vi una parte pi pavida e circospetta dentro di noi che vive il cambiamento come una minaccia. E, a fianco ad essa, una parte pi coraggiosa, che a volte pu diventate sventata, che vive il cambiamento come una promessa. La minaccia quella che lequilibrio a fatica raggiunto sia messo in crisi e che il nuovo risulti troppo mostruoso, troppo diverso dalloggi: di fronte a questa minaccia la tentazione, come dicevamo prima, pu essere quella di fare politica dello struzzo, di mettere la testa sotto la sabbia sperando che nulla cambi nel frattempo, o peggio di sabotare il cambiamento, ma anche quella di muoversi verso il nuovo con circospezione e con un tasso di timore che non impedisce di potere vedere le potenzialit presenti nel nuovo. La promessa quella che dal nuovo nasca qualcosa di bello che ci fa sentire giovani, creativi, produttivi. Il nuovo in questo caso visto come un lievito che pervade il cambiamento e ci fa immaginare il futuro come gravido di cose importanti che possono da noi essere pensate, programmate, fatte. Se il nuovo viene sposato, per, in maniera acritica e senza alcuna manovra volta a vedere cosa in effetti il nuovo significa pu dar luogo a svolte

improvvise, ad un andamento a zig zag che, se persiste, pu essere foriero non di un vero e profondo cambiamento, ma di un procedere secondo le mode del momento. In ogni caso in base a queste due istanze, interne a noi individui e a noi organizzazioni, che di fronte al cambiamento avviene come una lotta, a volte senza esclusione di colpi fra voglia di cambiare e voglia di non cambiare, fra parti coraggiose e parti pavide, fra parti eccessivamente preoccupate e parti troppo ottimistiche di fronte al cambiamento. Cos che nellindividuo pu succedere che le parti pavide sviluppino tutta una serie di strategie psicologiche volte a sabotare il cambiamento: una malattia psicosomatica, o una depressione dovuta al lutto per le parti vecchie che queste parti nostalgiche di noi pensano di perdere nel cambiamento, una fobia, etc.. Nelle organizzazioni spesso accade che ci si divida in gruppi e che alcuni individui, di fronte al cambiamento, assumano su di s tutti timori e si strutturino come gruppo contrario al cambiamento, mentre altri assumano su di s, come gruppo, il coraggio di cambiare e che le cose si mettano pericolosamente sul piano di una lotta fra gruppi contrapposti che spesso lanticamera della perdita di operativit del gruppo e del suo degradare verso modi ci convivenza di tipo familiare e non operativo, per cui le cose si fanno solo se tu mi vuoi bene se appartieni al mio stesso clan, e non perch servono allorganizzazione: ci avviene se non c dialogo allinterno dei vari gruppi e se non si disposti a decentrarsi e ad ascoltare le ragioni degli altri. E chiaro che lorganizzazione non deve mai augurarsi che i gruppi arrivino a questi livelli di distruttivit, poich di questo passo si arriva solo alla paralisi operativa. Fortunatamente il pi delle volte si arriva ad un compromesso fra i vari gruppi e fra i vari operatori che salva
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loperativit e che permette a tutti di continuare a sentirsi come parte di un tutto. In questi casi ci che accade un dialogo che parte dal riconoscimento da parte dei pi audaci che in coloro che rappresentano le parti timorose vi pu essere il presentimento di pericoli reali nel nuovo, pericoli che vanno affrontati e non sottovalutati; e - di converso - il riconoscimento, da parte dei pi pavidi, che coloro che pi risolutamente vanno verso il cambiamento contengono la rappresentazione di un nuovo punto di equilibrio futuro che pu essere visto anche da loro come perseguibile. Lorganizzazione cio pu trarre vantaggio sia dalle preoccupazioni degli uni, sia dal coraggio degli altri per creare un impasto di azione e di riflessione, di avanzamento verso il nuovo, ma anche di tutela delle cose pi importanti della tradizione, che possono garantire un cambiamento condiviso e realmente utile ed efficace.

LA FORMAZIONE

Volantino isola che non c

Volantino laboratori febbraio 2003-07-08

Volantino tutor-tirocinante

Volantini festa 2003

Volantino Marola

IL B ILA NCI O 2002

20 Febbraio conferenza stampa con la presenza di Sonia Masini ( vice presidente della Provincia ) , dott.ssa Mariella Martini ( Direttore Generale ausl) e prof. Umberto Nobili ( preside BUS) per la presentazione del 3 e 4 Quaderno di formazione di G.O. Gioco, scambio e alterit. Liniziativa si svolta presso Listituto Bus Pascal Il bilancio 2002 di Deliana Bertani e Mariella Cantini Febbraio / Maggio partecipazione per il terzo anno consecutivo alliniziativa Mondi Lontanissimi organizzata da Dar Voce 30 Maggio festa di chiusura dei workshop presso lIstituto Zanelli . Erano presenti tra volontari, ragazzini, insegnanti, i genitori di ragazzini immigrati (terzomondiali) 250 persone

Lanno 2002 stato caratterizzato dalla sperimentazione di nuove modalit di collaborazione con le scuole e con gli enti locali che sono stati coinvolti nel reperimento di risorse per nuovi progetti. Questo ci ha permesso di ampliare il nostro intervento e di aprire nuove attivit . Infatti lesaurimento dei fondi della L.R.29/97 e della sponsorizzazione della COOP NORDEST ci hanno spinto ad individuare nuove forme di gestione delle attivit ,alcune scuole che avevano avanzato richieste di ampliamento delle iniziative o il consolidamento di quelle gi in atto hanno messo a disposizione un insegnante, figura di coordinamento del workshop ; il Comune di 4 Castella ci ha confermati come partner in alcuni progetti finanziati dalla L.285, la Provincia ha approvato un progetto finanziato dalla Regione che ci vede protagonisti di interventi a favore di minori immigrati insieme ai comuni di Bagnolo e Cadelbosco.

10 Giugno partecipazione alla festa della IV Circoscrizione che ha visto il coinvolgimento di tutte le scuole del territorio Torrente in festa

Aprile Giugno partecipazione ai Seminari volontariato Europeo

sul

6 Giugno incontro con i presidi delle scuole medie superiori della citt ( Moro, Bus, Zanelli, Ipsia, Scaruffi, Magistrali) presso la Sala Giunta della Provincia alla presenza di Sonia Masini per formalizzare il rapporto fra scuole, provincia e G.O.

Eventi e attivit straordinarie


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21 Settembre partecipazione al Forum Provinciale del Volontariato. Intervento dei volontari: Lugli Alberto (Liceo A. Moro) e Ligabue Daniele (laureanda in Scienze Politiche) 2 Ottobre incontro presso la scuola Media Lepido con i ragazzi del quartiere frequentanti la scuola stessa negli anni scolastici 98/99; 99/2000 per lanciare liniziativa Il ragno tesse la tela : costruzione sul territorio di rapporti, amicizie e connessioni. Lesperienza verr successivamente ripetuta nella zona di 4 Castella e Cadelbosco e diventer una nuova modalit di reclutamento dei giovani volontari che si affiancher a quella storica

Gancio Originale e luniversit dicembre ( anno Accademico 2001-2002 ) presso lUniversit degli studi di Verona Istituto di Scienze della Formazione si laureata Ravelli Anna residente a Mantova con la tesi Rete e Disagio giovanile. G.O stato uno dei tre progetti descritti. G.O. ha iniziato a novembre ad accogliere i tirocinanti EPG dellUniversit di Parma Formazione Gennaio conclusione del ciclo dei 6 seminari iniziati nel 2001 sul tema Il tirocinio come cerimonia di aggregazione del giovane nellet adulta , del neo professionista nella professione. Analisi del rapporto Tutor e tirocinante progettato e condotto insieme con lOpen G Consultorio Giovani. Ottobre 2002/ febbraio 2003 progettazione e attuazione insieme con LOpen G- Consultorio Giovani del 2 ciclo di Seminari sullAdolescenza LIsola che non c ( 12 incontri ) Ambedue i cicli hanno visto la partecipazione di pi di 100 colleghi ( psicologi, psichiatri, educatori) molti provenienti da varie parti dellItalia Centro -Settentrionale Febbraio -Marzo 2002 Laboratorio di lettura : Einstein e Freud sulla pace e sulla guerra presso il padiglione Morselli 5 incontri a cura di Leonardo Angelini per volontari e insegnanti

!2 Novembre 2002 Concessione contributo di 12000 euro da parte della Provincia di Reggio Emilia per i nuovi progetti Finanziamento dellAssessorato alle Politiche Sociali, Immigrazione. Della Regione Emilia Romagna di 5000 euro con la seguente motivazione Valutata positivamente lattivit posta in essere dal progetto nellarea del benessere dellinfanzia, della preadolescenza, dellet giovanile attraverso la creazione, a partire dallAusl di Reggio Emilia, di una rete di integrazione e si sinergie con la scuola le famiglie dei giovani, attraverso la creazione di gruppi di volontariato nelle scuole 20 Dicembre Festa di Natale per volontari , ragazzini dei workshop e genitori presso la scuola media Lepido

Febbraio Marzo Laboratorio Leggere la TV: la tv come comunicazione presso il liceo A. Moro . 6 incontri a cura di Flavia Rossi

Settembre 5 ANNUARIO 2001/2002 di Gancio Originale Articolo Lavorare con i giovani sul mensile di Dar Voce INFORMA anno V n 5

5-6 Settembre 5 Seminario al Seminario di Marola Tenere un gruppo di bambini e ragazzi a rischio e tre atelier. Questanno stata introdotta unimportante novit. Lultimo giorno in un incontro con gli insegnanti referenti di Gancio stato fatto un bilancio dellattivit ma soprattutto la programmazione del nuovo anno. Gli incontri di verifica di gruppo, iniziati lo scorso, con i volontari in orario scolastico si sono estesi a tutte le scuole superiori coinvolte nellattivit di Gancio. Gli incontri sono stati 24. La partecipazione massiccia e attenta ,la ricchezza di questi momenti hanno confermato lutilit di questa esperienza. Gli incontri si sono confermati essere dei veri e propri momenti formativi in cui ognuno ha esposto e discusso la propria attivit con i compagni, con gli insegnanti e gli operatori di G.O.

Attivit di gruppo Workshop anno 2002 Dati a giugno 2002: Nei workshop sono stati seguiti 195 bambini 3 Workshop in scuola media superiore: Liceo Moro, Zanelli, BUS 10 workshop in scuola media inferiore: Rivalta, Dalla Chiesa, Aosta,Fontanesi,Pertini Lepido 1 ( per le prime classi) Lepido 2( per le seconde) Scuola media Cadelbosco S. Scuola media di Bagnolo Scuola media 4 Castella 4 workshop nella scuola elementare: S.G.Bosco, Don Milani, via Premuda, 4 Castella 2 laboratori linguistici: scuola media Rivalta , Istituto Scaruffi (per ragazzi cinesi: "la stanza di Dante ") progetti con NPI: Simonini, atelier progetti con settore Handicap Adulto (Busetti e centro Daniel) progetti con centri di Salute Mentale ( squadra di calcio e pallavolo) progetti con Associazione basket per disabili. 67 sono i bambini/ragazzini disabili o a rischio seguiti individualmente

Pubblicazioni 4e 5 Quaderno di Gancio Originale Gioco ,scambio e alterit problemi, prospettive, programmi, interventi di un gruppo di giovani volontari che opera con i bambini e i ragazzi in difficolt

Dati aggiornati al nuovo anno scolastico fine dicembre 2002: nei workshop sono seguiti 221 bambini

2 Workshop in scuola media superiore: Liceo Moro, BUS per gli alunni della media FermiManzoni 11 workshop in scuola media inferiore: Rivalta, Dalla Chiesa, Aosta, Fontanesi, Pertini 2 Scuola media Lepido, Scuola media Rivalta, Scuola media Cadelbosco S., Scuola media di Bagnolo Scuola media 4 Castella 5 workshop nella scuola elementare: S.G.Bosco, Don Milani, via Premuda, 4 Castella, elementare Rivalta 2 Workshop daccoglienza La Stanza di Dante istituto Scaruffi ( per ragazzi cinesi) Ipsia Lombardini (per ragazzi indiani e ghanesi) 67 sono i bambini/ragazzini disabili o a rischio seguiti individualmente o in strutture o progetti dellausl : progetti con NPI: Simonini, atelier, con settore Handicap Adulto (Busetti e centro Daniel), con Centri di Salute Mentale (squadra di calcio e pallavolo) con Associazione basket per disabili. Volontari in attivit VOLONTARI MINORENNI PROVENIENTI DALLE SCUOLE MEDIE SUPERIORI DELLA CITTA : situazione al giugno 2002 SCUOLA ore Liceo Moro 3154 Bus Pascal 934 n. volontari

Scaruffi-Levi 626 ITAS Rivalta 955 Magistrali 746 Zanelli 648 Ipsia Lombardini 418 Liceo Ariosto 60 Chierici 36 Secchi 80 Iti 42 TOTALE 7735

31 28 28 21 13 3 2 2 1 278

VOLONTARI MINORENNI PROVENIENTI DALLE SCUOLE MEDIE SUPERIORI: situazione a dicembre 2002 Liceo Moro Bus Pascal Scaruffi-Levi Scaruffi ITAS Magistrali , Zanelli Ipsia Lombardini Chierici Secchi 60 36 37 25 24 12 42 10 2
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108 41

Iti 5 Filippo Re 18 Ariosto-Spallanzani 2 Filippo DArzo (Montecchio) 2 tot 275

Volontariato giovanile europeo G.O. si inserito stabilmente in questo filone di attivit promosso dalla C.E.E. e dal Ministero Degli Affari Sociali. Nel 2002 abbiamo ospitato una ragazza francese fino a maggio , da settembre una ragazza tedesca (800 ore lavorative monte ore complessivo) Due nostre volontarie sono partite per la Spagna e lIrlanda Nuovi Progetti

Le scuole medie superiori che hanno firmato la convenzione con Gancio Originale nel 2002 sono state : 10 Moro, Magistrali, Bus, Zanelli, Secchi, Itas Rivalta ,Scaruffi-Levi, Chierici, Ipsia Lombardini, Filippo Re in fieri Don Iodi, Ipsia Galvani, Iti

VOLONTARI MAGGIORENNI

nel 2002 58 ragazzi e ragazze che hanno lavorato con noi 4482 ore

Il numero dei volontari maggiorenni diminuito nel 2002 : questo si spiega con il fatto che da questanno gli universitari dei primi anni debbono fare un numero variabile di ore di tirocinio, quindi coloro che, studenti universitari di scienze della formazione e di psicologia, negli anni scorsi facevano volontariato con noi , con il nuovi ordinamenti universitari ( 3+ 2) sono diventati tirocinanti dopo che le loro Universit si sono convenzionate con l AUSL

Progetto Il ragno tesse la tela: costruzione nel territorio di rapporti , amicizie e connessioni A partire dallanno scolastico 2002-2003 abbiamo iniziato a sperimentare in alcune scuole medie ( Lepido, Cadelbosco, 4 Castella)una nuova modalit di reclutamento che va ad aggiungersi a quella storica che potrebbe permetterci di perseguire alcuni obiettivi. In breve : partita da queste scuole una convocazione indirizzata a tutti i propri studenti licenziati negli a.s.1997-1998 e 1998-1999 ( ora terza e quarta superiore) contenente una proposta di incontro e di successiva collaborazione, secondo le solite modalit di Gancio Originale, in attivit ( tutoring, workshop, laboratori linguistici ecc..)volte a ragazzini attualmente frequentanti la scuola stessa. Abbiamo visto che i ragazzi tornano volentieri a lavorare nella loro vecchia scuola e questo significa per noi aumentare gli accessi verso i giovani quindi presumibilmente aumentare il numero di volontari e quindi le potenziali
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attivit ; per la scuola un modo per affermare il suo essere luogo di aggregazione per i giovani ovviamente per scopi propri del suo mandato istituzionale, oltrech avere nuove risorse per affrontare i suoi crescenti problemi ; per i giovani un sentire la scuola come luogo di appartenenza , un verificare il proprio essere diventati grandi ; per ultimo - e non in ordine di importanza - un modo per creare reti di conoscenza e amicizia nel territorio, nel luogo di vita. Progetto La Stanza di Dante Nel 2002 i workshop di accoglienza sono diventati la STANZA di DANTE e hanno, al di l del nome altisonante, fatto un salto di qualit e quantit . Lesperienza iniziata allo Scaruffi con 6-7 ragazzi cinesi appena arrivati in Italia con i quali sono state fatto attivit tese allapprendimento dellitaliano insieme a compagni delle classi superiori. Lattivit ha favorito non solo lapprendimento linguistico ma l integrazione nella scuola dei nuovi arrivati e il crearsi di significativi rapporti con coetanei. Da questesperienza con il nuovo anno scolastico ( 20022003) abbiamo colto lopportunit di 1. mettere insieme una piccola task-force di ragazzi immigrati da pi anni, frequentanti le nostre scuole e disponibili a fare con Gancio Originale funzioni di mediatori- culturali 2. impiantare unesperienza simile allIpsia Lombardini 3. Costruire e fare parte di un Progetto finanziato dalla Regione e selezionato dalla Provincia che ci far estendere lesperienza nelle scuole medie di Cadelbosco e Bagnolo .

Con linizio dellanno scolastico 2002-03 iniziata la collaborazione con EDUCARE ( associazione di volontariato) presso la scuola elementare di Rivalta Sempre negli ultimi mesi del 2002 2 nostri volontari hanno lavorato con lAssociazione Internazionale per la ricerca sulle malattie neurogenetiche rare RING14 contribuendo con le loro traduzioni dallinglese e dal tedesco alla realizzazione di un compendio informativo-diagnostico su questa malattia di recente scoperta

Gancio sulla stampa

Ritardata ri che .. hanno preso il treno allultimo minuto

Atelier di pittura nel reparto di neuropsichiatria infantile di Mimmo Spaggiari

La mia esperienza come volontario con Gancio Originale iniziata presso l'atelier di pittura del reparto di Neuropsichiatria infantile. I Io deciso di dedicare parte del mio tempo libero (quattro ore al gioved pomeriggio), a questa attivit per me del tutto nuova e (la scoprire. Di settimana in settimana ho avuto la possibilit di conoscere ragazzi di et differenti e con svariati tipi di problematiche con i quali man mano ho imparato a relazionarmi: da bambini delle Scuole Elementari con problemi comportamentali e relazionali a ragazzi delle Scuole Superiori portatori di handicap fisico. Grazie alla disponibilit dell'atelierista e alla spontaneit dei ragazzi il mio imbarazzo iniziale dovuto al fatto di non sapere bene cosa fare e come comportarmi, presto sparito e tra d noi s creato un rapporto di amicizia che ci ha portato non solo a realizzare disegni di ogni genere e con diverse tecniche, ma soprattutto a parlare di svariati argomenti: dalla scuola alle storie d'amore dei ragazzi, Io sport! La musica fino ad arrivare a una tematica pi attuale come la guerra. Presto ho capito clic proprio questo era l'aiuto pi importante che potevo dare loro e che loro stessi mi

chiedevano: non tanto un aiuto fisico ma piuttosto un p di attenzione, tanta pazienza e voglia di scherzare, ballare, parlare e trascorrere tempo insieme a loro. Questa esperienza oltre ad essere stata molto divertente e costruttiva mi ha dato la possibilit di conoscere direttamente una realt differente dalla mia che prima quasi ignoravo; mi sono anche reso conto che spesso di fronte a persone portatrici di handicap c' la tendenza ad attribuire erroneamente pi importanza alla sedia a rotelle che non alla persona, perdendo di vista quell' universo di affetti, di fantasia e di creativit di cui sono altrettanto portatori! All'interno del progetto di formazione del Gancio Originale ho avuto la possibilit di condurre un mio piccolo atelier di riciclaggio. L' atelier stato infatti frequentato dai ragazzi delle Scuole Superiori che durante l'anno hanno svolto attivit di volontariato nei vari workshop del Gancio e da alcune insegnati di Scuola Elementare e Media. In queste due ore ho spiegato ai numerosi partecipanti come riutilizzare materiali di scarto di diverso genere per ricreare piccoli oggetti come scaccia spiriti, fiori di cartone, portacandele e soprattutto animaletti di cartone realizzati con rotoli finiti di carta igienica. Successivamente ho avuto il piacere di veder realizzati dai bambini dei workshop alcuni degli oggetti che avevo spiegato ai volontari, cosa che mi ha dato un grande gioia e soddisfazione.

migliore del precedente e la cosa pi emozionante di tutto questo essere diventati per loro dei punti di riferimento non solo sul campo da basket ma soprattutto nella vita di tutti i giorni. Anche se dovrebbero essere loro esempio per noi

Mitici traghetti!!!
di Laura Ianetti e Marcello Maramotti

Anche questanno abbiamo proseguito la nostra avventura con i Draghetti, la squadra di mini-basket in carrozzina che ogni martedi si allena nella palestra di Sesso. Unimportante novit, sotto il profilo sportivo, stata la nascita del primo campionato nazionale di mini-basket al quale, oltre la formazione reggiana, hanno preso parte le squadre Orsetti Parma e Delfini Vicenza. Questo ha creato molto entusiasmo nei ragazzi anche se non stato confermato dai risultati: infatti dopo le sei giornate disputate nei mesi invernali, la squadra di Reggio ha concluso al terzo e ultimo posto con una sola vittoria nelle quattro partite giocate. Ma laspetto pi significativo, di questa annata, stato la maggiore unit del gruppo fuori dalla palestra: ogni scusa era buona per ritrovarci tutti insieme nel tempo libero. Pizzeria, concerti, partite di calcio o basket erano le possibilit per poter apprezzare a pieno lo stupendo rapporto di amicizia che ci lega a queste persone, che non perdono mai occasione per dimostrarci laffetto e la gratitudine che provano nei nostri confronti. Esempio lampante stato la passione con la quale una ragazza ha organizzato lo scorso aprile il compleanno a sorpresa per Laura, non facendo sospettare di niente la diretta interessata!!! Continui messaggi o telefonate partono dai nostri cellulari per organizzare il prossimo incontro sempre
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