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DANIELE ARNESANO
ERMOGENE E LA CERCHIA ERUDITA.
MANOSCRITTI DI CONTENUTO RETORICO IN TERRA D'OTRANTO
Lo studio prolungato arreca grande giovamento a coloro che lo praticano. Preparare
le tavolette e un comportamento che procura un grande onore ai ragazzi. Fanciullo, cerca
e uccidi i pidocchi; se infatti tu stermini loro, io stermino e anniento la rovina, l'ottusita
e lo stordimento della mente. Come i braccianti si affaticano e sudano tutto il giomo per
ricevere il compenso dellavoro dai padroni, cosl anche voi, ragazzi, impegnatevi e sudate
nei discorsi, nelle letture e nelle regole, per ottenere laricompensa dal vostro maestro e
prendere la corona della gara
1

Con queste parole un 6t6oxaA.o<; salentino del sec. XIV si rivolgeva ai suoi allievi:
li esortava a dare il meglio di s nelle letture, nelle regole grammaticali e EV Toi<; A.ym<;,
cioe nei discorsi. Queste parole rispettano un Trto<;, quello della rtaQaVEOL<; alla
<PtA.oJtOva, cioe dell'esortazione ad uno studio condotto con assiduita ed abnegazione,
madi ventano ben piu concrete quando si pensi ai numerosi manoscritti salentini che sono
pervenuti, contenenti autori come Omero o strumenti come gli EQWTTJJ.LUTa: questi ultirni
si trovano ad esempio nel Crypt. Z. a. 11, nel quale ho rinvenuto la "firma" del
6t6oxaA.o<; Giorgio, possessore e fruitore del manoscritto
2

Dunque classici da leggere e regole da studiare. Ma cosa possiamo dire dei A.ym? Ab-
biamo testimonianze tangibili per il Salento di quell' arte di rivolgersi ad un uditorio che
fu 1' oratoria? Si potrebbe ricordare il famoso palinsesto di Archimede
3
, realizzato con per-
gamene provenienti, oltre che dal codice dello scienziato di Siracusa, da un manoscritto
del secolo X-XI contenente orazioni: nello strato inferiore si legge un passo del discorso
TiJlUVO(}OV di Iperde
4
Lo strato superiore del palinsesto, datato al1229
5
, con-
tiene un eucologio, la cui scrittura e stata attribuita ad un amanuense di educazione gra-
fica salentina, attivo pero fuori dalla propria regione
6
: il testo liturgico, infatti, non
appartiene alla tradizione locale
7
Bisogna attendere i secoli XV e XVI per trovare testi-
-
1
Laur. Plut. 57 .36, f. 106r; cfr. Amesano-Baldi, ll palinsesto Laur. Plut . 57.36, p. 117.
2
Amesano-Sciarra, Libri e testi di scuola, pp. 464-468, tav. 16.
3
Wilson, Archimedes.
4
Tchernetska, New fragments of Hyperides ; Ucciardello, Hyperides in the Archimedes Palimpsest.
5
Lowden, Archimedes into /con, p. 234.
6
Luca, Su due sinassari, pp. 56-57 en. 18.


_.__aren ti ,
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DANIELE ARNESANO
monianze degli oratori antichi collegabili al Salento
8
. Al 1501 risale il Vindob. phil. gr.
3, contenente i Ayot di Isocrate
9
, con f3m dello pseudo-Plutarco e di Filos trato e
1' 'J aoxgrrr; di Dionigi di Alicamasso
10
Es so fu vergato dal copista Angel o Costantino
di Stematia, ma probabilmente non nel Salento bensl in Abruzzo, poich il Costantino era
al servizio di Andrea Matteo III Acquaviva d' Aragona, duca di Atri
11
; il manoscritto,
inoltre, fu esemplato direttamente sull 'incunabolo del 1493
12
Si puo insomma afferrnare
che in Terra d'Otranto non e attestata alcuna tradizione degli oratori antichi
13

Angelo Costantino, in circostanze analoghe a quelle in cui aveva vergato il Vindob.
phil. gr. 3, lavoro anche a due copie della 'Prrogtxi di Aristotele, il Monac. gr. 176 (a.
1516 circa) e il Vindob. phil. gr. 29 (sec. XVI in.). 11 trattato aristotelico ci conduce al
cuore del nostro argomento, i manoscritti salentini di retorica, quell'antica disciplina del
parlare e dello scrivere che era alla base della stessa arte oratoria e che da secoli si inse-
gnava tanto nel mondo pagano quanto in quello cristiano, sia in ambito greco sia in quello
latino
14
La 'Prrogtxi, tuttavia, pur rimanendo un punto di riferimento e di confronto per
gli scrittori successivi, non ebbe a Bisanzio la diffusione che ci si potrebbe aspettare
15
:
in Terra d'Otranto non riscosse alcun successo, a differenza di altre opere aristoteliche,
in particolare quelle di logica, che furono lette, studiate e commentate
16
11 trattato di Ari-
stotele fu soppiantato da manuali veri e propri, scritti da retori di fama o rimas ti ano ni mi,
quasi sempre impegnati nell'attivita didattica: in queste pagine vorrei passare in rassegna
le pochissime e per questo significative testimonianze salentine a loro riconducibili.
l. 1 manoscritti salentini di contenuto retorico
11 Vat. gr. 316 fu vergato nella seconda meta del secolo XIII; contiene il trattato Sul
mondo di Aristotele ma e noto soprattutto quale testimone piu ~ n t i c o ed autorevole del-
l'opera di Giovanni ltalo, intellettuale vissuto nel secolo XI, di origini italo-meridionali
8
Nel secolo XV era fiorita la raffinata cerchia erudita di Sergio Stiso (sul quale si tornera alla fine),
dove si copiarono, tra gli altri, Platone, Aristotele e Aristofane ma non gli oratori n i retori; cfr. Ame-
sano, San Nicola di Casole, pp. 132-138 (con bibliografa).
9
Un'orazione di Isocrate, llQr; LJrflVtxov, e contenuta in un codice del sec. XV ex., Ambros. E
26 sup., dagli studiosi ritenuto salentino, mache non ho avuto modo di esaminare; cfr. Martini-Bassi,
Catalogus codicum, I , pp. 306-310 (precisamente p. 306); Pasini, Bibliografia dei manoscritti greci, p.
238.
10
Pinto, Perla storia del testo di lsocrate, pp. 58-60.
11
Cfr. A. Jacob in Canart-Luca (edd.), Codici greci dell'ltalia meridionale, p. 152; Arnesano, Copi-
sti salentini del Cinquecento, pp. 89-90.
12
Menchelli, lsocrate commentato, p. 19 en. 63; Martinelli Tempesta, Per l'identificazione delle
_ _ fonti manoscritte, p. 239 n. 13, p. 251. _
13
Sulla loro trasmissione si veda Cavallo, Conservazione e perdita dei testi greci, pp. 120-130 (Gli
oratori) [rist. pp. 104-117]; Canfora, Le collezioni superstiti, pp. 164-184 (Gli oratori) .
.
14
Si veda il recente con tributo di Stramaglia, Come si insegnava a declamare?, do ve si potra repe-
rire ampia bibliografa.
15
Cfr. Con1ey, Aristotle's Rhetoric, p. 30; ma dello stesso autore si veda anche Notes on the Byzan-
tine Reception.
'
1'
ERMOGENE E LA CERCHIA ERUDITA
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ma trasferitosi a Costantinopoli, do ve fu allievo di Michele Psello
17
Ai ff. 141 v-145r si
legge un trattatello scritto per il giovane Costantino Duca e intitolato
QTJ"tOQLX.TJ
18
11 Marc. gr. 265 e gemello del vaticano: ha contenuto pressocch identico (il
trattato retorico si legge ai ff. 187r-199v) e fu vergato dal medesimo amanuense del va-
ticano
19
Quest'ultimo esibisce la tipica scrittura salentina del secolo XIII-XIV, la rninu-
scola "barocca", e ho proposto di chiamarlo Anonimo di Aristotele A
20

La circolazione del trattatello retorico di Giovanni ltalo nel Salento, tuttavia, mi pare
debba essere ricondotta non tanto ad un uso pratico, di studio o di insegnamento, ma piut-
tosto ad esigenze di conservazione del testo, nel quadro dell 'opera omnia di q uesto in-
tellettuale. E invece su altri tre manoscritti salentini di contenuto retorico che vorrei
soffermarmi, poich ci tramandano i trattati piu diffusi e concretamente utilizzati nel
mondo bizantino
21
, alcuni dei quali, noria caso, furono anche raccolti in un corpus gia
nel V secolo d.C.
22
.
11 Par. gr. 1304 e un codice in carta italiana non filigranata, contenente, fra gli altri,
uno scritto intitolato Td JCQOAt:y:va rrjc; rtxvrc; (]rroetx:rjc; o ll t:Qi rwv rrjc;
(]rroetxijc; JCQOouov (ff. 40-44). Si tratta di un'introduzione generale allo studio della
retorica, composto da un autore anonimo non piu tardi del V secolo d.C.
23
. 11 codice ri-
sulta vergato in minuscola "barocca" da un solo copista, che ho chiamato Anonimo 7
(tav. 1) e al quale ho attribuito, su base paleografica, parte del Vallic. C 7, contenente
il commento di Teofilatto ai Vangeli e databile al 1292 circa
24
Cio consente di asse-
gnare anche il manoscritto dei JtQOAEYJ.LEVa agli ultimi anni del secolo XIII. 11 Par. gr.
1304, non registrato nell 'edizione di Walz
25
, ha ricevuto la sigla P nelle edizioni di
Rabe
26
e di Patillon
27
; appartiene alla medesima famiglia di Ph
28
, il notissimo Par. gr.
3032, prodotto in Calabria nel secolo X e vergato in minuscola "ad asso di picche"
29
;
17
Romano, Perla fortuna di Giovanni /talo.
18
Crtli (ed.), Johannis Itali Opuscula, pp. 33-46; Conley, John /talos' Methodos Rhetorike.
19
Harlfinger, Die Textgeschichte, p. 147.
2
Cfr.Amesano, La minuscola barocca, p. 78 nr. 17 (Vat. gr. 316), p. 119 nr. 167 (Marc. gr. 265).
2 1
Per un 'introduzione generale alla retorica nel mondo bizantino si vedano Jeffreys, Rhetoric in By-
zantium e Whitby, Rhetorical Questions.
22
Cfr. Patillon (ed.), Corpus Rhetoricum, 1, pp. V-XI. Le opere del corpus attestate nel Sa1ento sono:
Td lr(!OAEyu;va o IlEQi r:wv neooip.wv (anonimi), i
IlQoyvp.vap.ar:a di Aftonio, il IlEQi ar:aEwv di Ermogene ed il IlEQi dello pseudo-Er-
mogene. Non sappiamo se nella regione circolasse l'intero corpus o solo alcune parti di esso: i
IlQoyvp.vap.ara di Aftonio, ad esempio, ebbero una fortuna propria ed una diffusione autonoma (su
cui cfr. ibid., p. vm n. 3).
23
Sull'opera cfr: Patillon (ed.), Corpus Rhetoricum, 1, pp. 3-19.
24
Amesano, La minuscola barocca, risp. p. 110 nr. 138, p. 117 nr. 159 (con bibliografa); si tratta
esattamente della mano A di questo codice, responsabile dei fogli lr-9v, 52v-129v (uno specimen in Ar-
nesano, ll Copista del Digenis Akritas, tav. VI).
25
Walz (ed.), Rhetores Graeci, VI, pp. 4-30 (cfr. ibid., pp. 2-3).
26
Rabe (ed.), Prolegomenon sylloge, pp. 18-43 nr. 4.
27
Patillon (ed.), Corpus Rhetoricum, 1, pp. 20-45; cfr. ibid., pp. 13, 19.
28
Su cui cfr. ibid., pp. VII, XXXV-XXXVII.
-+---------
2
_
9
'"""w..allo_,La_tmsmissione..sailla.,_p_p.._l&i, 186-187; lrigoin, La tradit.Wn_de.uhleliLS..,_f.lp__._ . 7_,_, 5,_-_,_ 7_,_ 7_,_[n """ =st"- . ___ _
u -
" .. _. . . .
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DANIELE ARNESANO
esso anzi ne fa le veci do ve 1' altro e illeggibile ed e quindi un testimone di non secon-
daria importanza
30

Il Vat. gr. 1408 e un codice in carta filigranata di origine fabrianese, databile ai primi
anni del seco lo XIV
31
; contiene dei rreoyu f.LVOJ..LU'ta, cioe esercizi preparatori
32
, esat-
tamente quelli composti da Aftonio, celebre sofista fiorito nel IV seco lo d .C.
33
. I
Il(!oyvtvatara sono accompagnati nel codice vaticano dal commento di Giovanni di
Sardi, vescovo e agiografo vissuto nel secolo IX
34
; per questa ragione il codice e con-
trassegnato dalla sigla Sard. v nell 'edizione di Patillon
35
. N el proprio commento Giovanni
di Sardi cita letteralmente altri JtQOYUf.LVOJ..LU'ta, attribuiti dalla tradizione ad Ermo-
gene
36
e quindi il manoscritto vaticano traman da simultaneamente anche questi ultimi
37

Il codice, unica testimonianza della circolazione di Aftonio e dei JtQOYUf.LVOJ..LU'ta dello
pseudo-Ermogene nel Salento, fu vergato in minuscola "barocca" da due man molto
abili; una delle due e a mio avviso identificabile con quella del copista Giorgio di Ara-
deo (tav. 2), il quale nel 1295/96 sottoscrisse il Par. gr. 2572, contenente componimenti
schedografici
38
La decorazione del codice vaticano e, sebbene meno abbondante, stili-
sticamente del tutto simile a quella del parigino
39

L' ultimo dei tre manoscritti salentini di contenuto retorico e il Par. gr. 2970
40
Il co-
dice e stato ricondotto al Salento poich nei ff. 80-100, contenenti la Batracomiomachia,
e stata riconosciuta la mano del copista Nettario di Casole, attivo nel sec. XV e omonimo
del celebre egumeno vissuto in epoca federiciana (sul quale si tornera piu avanti)
41
In
questa sede ci interessa la prima parte del codice (ff. 1-79), cartacea e attribuibile grazie
alla filigrana all' inizio del seco lo XIV
42
Essa costituisce 1' unica testimonianza della cir-
colazione nel Salento dei trattati di Ermogene di Tarso, vissuto fra il160 ed il225 d.C.
43
.
I ff. 1-30 contengono il Ilt:(!i arat:wv
44
, i ff. 31-79 il Ilt:Qi dJ(!at:wr; (da alcuni spe-
pp. 583-585]; Forstel-Rashed, Une rencontre d'Hermogene; cfr. anche Cataldi Palau, Gian Francesco
d'Asola, pp. 481-482,785 tav. 62, p. 786 tav. 63.
30
Cfr. Patillon (ed.), Corpus Rhetoricum, 1, pp. 13-14 n. 36.
31
Arnesano, Il Copista del Dioscoride, p. 48 n. 137.
32
Sui n:eoyu.tva.LO:ta si veda ora Femndez Delgado, Influencia literaria.
33
Walz (ed.), Rhetores Graeci, I, pp. 59-120; Rabe (ed.), Aphthonii progymnasmata, pp. 1-51; Patil-
lon (ed.), Corpus Rhetoricum, 1, pp. 112-162. Sull'opera cfr. ibid., pp. 49-111 .
34
Rabe (ed.), loannis Sardiani commentarium. Non mi e stato possibi1e consultare il volume di Al-
pers, Untersuchungen zu Johannes Sardianos.
35
Patillon (ed.), Corpus Rhetoricum, 1, p. 111.
36
Rabe (ed.), Hermogenis opera, pp. 1-27; Patillon (ed.), Corpus Rhetoricum, 1, pp. 180-206.
37
Cfr. ibid, pp. 175, 179 (sigla Sard. v).
38
Amesano, La minuscola barocca, pp. 81-82 nr. 30 (Vat. gr. 1408), pp. 112-113 nr. 145 (Par. gr.
2572), con bibliografia.
39
Su quest'u1tima si veda Hoffmann, La dcoration du Parisinus .
40
11 codice e brevemente descritto da Omont, Inventaire sommaire, 111, p. 76.
41
Jacob, Deux copies salentines, p. 8.
42
Amesano, Il Copista del Digenis Akritas, p. 147 n. 69.
43
Su Ermogene cfr. Lindberg, Hermogenes ofTarsos.
44
Walz (ed.), Rhetores Graeci, III, pp. 1-64; Rabe (ed.), Hermogenis opera, pp. 28-92; Patillon (ed.),
________ C=-=-'- or.QUS Rhetoricum,_ll,_pp_._h&_LSuU.:.opera-Gfh-ibid.,.-pp-;-X--v-HI-b-Y-HI-:- . ----------------
ERMOGENE E LA CERCHIA ERUDITA
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cialisti considerato spurio)
45
11 primo trattato e contenuto in tre quatemioni ed un temione
(ff. 1-30), il secondo in cinque quatemioni ed un quinione (ff. 31-79)
46
: lo snodo pre-
sente nella struttura del codice (tra f. 30 e f. 31), consente di individuare due blocchi,
copiati contestualmente e con ogni probabilita ben presto assemblati
47
. 11 manoscritto fu
vergato da otto mani
48
:
A ( = Giorgio di Aradeo)
B
C (= Anonimo 13)
D ( = Anonimo di Aristotele C)
E
F
G ( = Anonimo di Aristotele E)
H
ff. lr-6r (r. 21)
ff. 6r (r. 21)-6v
f. 7r
f. 7v
f. 8rv
ff.9r-16r
ff. 16v-28v, 30r-51v, 52v-79v
f. 52r
Quattro fra queste sono note solo grazie a questo manoscritto: si tratta dei copisti B
(tav. 3), E (tav. 4), F (tav. 5) ed H (tav. 6). Gli altri quattro copisti sono invece conosciuti
grazie ad altre testimonianze, alle quali lavorarono da soli o in sinergia con altri ama-
nuensi
49
. 1 primi fogli del codice son o attribuibili alla mano del copista Giorgio di Ara-
deo (tav. 7), responsabile, come si e visto, anche della schedografia Par. gr. 2572 e
dell' Aftonio Vat. gr. 1408 (tav. 2)
50
La mano D va invece identificata con !'elegante co-
pista Anonimo di Aristotele C (tav. 8), al quale dobbiamo una copia del trattato Sul-
l'interpretazione con il commento di Psello (Oxon. Magd. Coll. gr. 15), una degli Analitici
primi con il commento di Giovanni Filpono (Laur. Plut. 72.19) ed una del Dialogo con-
tro i giudei di Nettario di Casole (Par. gr. 1255, tav. 9)
51
11 copista principale dell'Ermo-
gene salentino e identificabile con l' Anonimo di Aristotele E (tav. 10), cui si deve anche
la maggior parte dei marginalia nel resto del codice: varianti testuali
52
e annotazioni di
45
Walz (ed.), Rhetores Graeci, lll, pp. 65-188; Rabe (ed.), Hermogenis opera, pp. 93-212. Sull'opera
cfr. Patillon, Le 'De inventione'.
46
Ff. l-24 (3 quaternioni), 25-30 (1 ternione), 31-70 (5 quaternioni) , 71-79 (quinione; f. 71 privo di
riscontro): ringrazio Christian Forstel per aver rilevato questo dato (comunicazione personale del 2 ot-
tobre 2010).
47
Sulla coincidenza di sezione materiale e sezione testuale nei manoscritti e sulla relativa termino-
logia si veda Maniaci, ll codice greco 'non unitario', p. 79.
48
Cfr. Arnesano, La minuscola barocca, p. 114 nr. 149.
49
1 rapporti di collaborazione fra gli amanuensi che citero sano schematizzati nella tabella sinottica
pubblicata ibid., pp. 123-128.
50
Nel vergare quest'ultimo manoscritto egli ricevette la collaborazione di un copista che ho chiamato
Anonimo 11 e al quale ho attribuito la copia dell 'lliade Vindob. phil. gr. 49 (ibid., p. 120 nr. 170); spe-
- - --cimen in Arnesano, ll Copista del7Jigenis Akritas, fav. X, fig. 2-. -
51
Arnesano, La minuscola barocca, p. 91 nr. 59, tav. XXVII (Laur. Plut. 72.19), pp. 107-108 nr.
129 (Oxon. Magd. Col!. gr. 15), p. 110 nr. 137 (Par. gr. 1255).
52
Il Par. gr. 2970 non compare nelle edizioni di Ermogene (solo il Rabe lo registra nell'elenco dei
manoscritti esaminati: Hermogenis opera, p. XVII , sigla Pr) . Non e questa la sede per definire l'esatta po-
sizione del codice parigino nello stemma, ma si puo offrire un esempio del lavoro filologico che esso
_______ ,os.p.itO_nei.propri-margini .-Da-un-bre.v.e-saggiO--di-coUazione..che--hQ--GGndgttQ.-SU-akuni-capitoli-del-ll&f!tr-' -----
...... lit '!' .,.,.:, o r
. .. ... ' . ... . ..
100
DANIELE ARNESANO
natura esegetica (tavv. 3-5,7-8, 12)
53
. Con la sua scrittura informale, rapida, minuta, que-
sto copista vergo numerosi codici. Collaboro anzitutto alla realizzazione del Laur. Plut.
5.10 (tav. 11)
54
, testimone indispensabile perla conoscenza della produzione poetica di
scuola otrantina (e sul quale si tornera fra breve). E tuttavia nella copia di testi aristote-
lici che egli si spese maggiormente, contribuendo in modo determinante ad una copia
dell'Organon con commenti, realizzata all'intemo di una cerchia erudita
55
La mano C
del Par. gr. 2970, infine, e identificabile con quella del cosiddetto Anonimo 13 (tav. 12):
questi vergo parte delle Omelie di Filagato da Cerami nel Vat. gr. 1912 11
56
, due fogli del
miscellaneo Par. gr. 1087 e parte dell'antologia poetica Vat. gr. 1276
57
Forse non e un
caso che in quest'ultimo manoscritto, oltre ai diversi componimenti poetici, si trovi un
trattatello di natura retorica, il llE(!i T:(!JtWv di Trifone (sec. 1 a. C.)
58
, ricopiato ai ff. 82v-
89v proprio dall'Anonimo 13 (tav. 13)
59
.
arat:wv, risulta che il parigino, nel testo, concorda sempre con i testimoni Py (Par. gr. 2923) e Vb (Vat.
gr. 104), appartenenti al ramo x, e che dunque esso debba a questi essere direttamente o indirettamente
ricondotto (sui due manoscritti cfr. Patillon [ed.], Corpus Rhetoricum, I, p. XL [descrizione], 11, p. LXXXVI
[stemma]) . Nei margini, tuttavia, l' Anonimo di Aristotele E e intervenuto annotando di volta in volta
la lezione propria dell'altro grande ramo della tradizione,y nello stemma di Patillon. Ecco tre esempi.
In 1.16.8 (tav. 7, r. 2), il testimone salentino ha yqvam, la lezione propria di Py e di Vb; il ramo y ha
invece yyvov,;m e proprio questa variante e riportata nel margine esterno, introdotta dal consueto
yQ<j>e,;m. In 1.22.5 (tav. 7, r. 2), troviamo un altro yQ<j>nm: in corrispondenza della lezione XQtl del
ramo x e del nostro parigino, e annotata la lezione OEi propria del ramo y. In 1.23.3 (tav. 7, r. 5) Jt..LJtELV
e presente solo nei manoscritti del ramo x, manca in vece nel ramo y; nel codice di Parigi la paro la e stata
erasa (sul valore critico-testuale della variante in 1.22.5 e dell'aggiunta 1 omissione in 1.22.3 cfr. Patil-
lon [ed.], Corpus Rhetoricum, 11, p. xc). Questo dimostra che !'erudito ha personalmente collazionato
e corretto un testimone del ramo x (il nostro parigino) con uno del ramo y (evidentemente disponibile
sul suo tavolo di lavoro).
53
Ad esempio in llt:ei arat:wv 1.22.4 Ermogene porta come paradigma di questione che egli defi-
nisce "squilibrata" la vicenda del tiranno Crizia, rifugiatosi, per trovare immunita, presso le statue di Ar-
modio e di Aristogtone (cfr. Patillon [ed.], Corpus Rhetoricum, 11, pp. XLI, 8 n. 1): uno scolio riportato
nel margine inferiore (tav. 7)- introdotto dalla formula Ol:L- narra nel dettaglio la vicenda dei
due celebri tirannicidi (il primo per un lapsus e chiamato
54
Arnesano, La minuscola barocca, p. 87 nr. 46 (con bibliografia), tav. XXVII.
55
Egli vergo Sull'interpretazione con il commento di Ammonio (Ambros. D 48 sup., cfr. ibid., p. 100
nr. 98, tav. XLIII), Confutazioni sofistiche con il commento dello pseudo-Aiessandro (Mutin. gr. 86 +
Par. gr. 2019, cfr. ibid., risp. p. 105 nr. 120, p. 110 nr. 139), alcuni commenti ali'Organon (Par. gr. 2062,
cfr. ibid., pp. 118-119 nr. 165), Topici con il commento di Alessandro di Afrodisia (Marc. gr. 256, cfr.
ibid., pp. 118-119 nr. 165) e Sull' anima con il commento di Temistio (Vall ic. B 93, cfr. ibid., p. 117 nr.
158). Fra i diversi copisti che lavorarono aquesta impresa va ricordato 1' Anonimo di Aristotele D,
forse identificabi1e con Droso di Aradeo, che fu poeta e professore di filosofia: sulla ricostruzione del
corpus aristotelico rinvio ad Arnesano, Aristotele, pp. 163-179.
56
Arnesano, La minuscola barocca, p. 82 nr. 31. In questo codice (in cui la sua scrittura presenta
un ductus piu corsivo) egli fu coadiuvato da un copista al quale Andr Jacob ha attribuito il frammento
di eucologio Vat. Barb. gr. 102 I e che ho chiamato Anonimo 18>> (ibid., pp. 74-75 nr. 4, con biblio-
grafa).
57
/bid., risp. p. 109 nr. 134, tav. XV, pp. 80-81 nr. 26. In entrambi i casi egli fu aiutato dal copista
Anonimo 14 (sul quale cfr. ibid.). Altri specimina si trovano in Arnesano-Sciarra, Libri e testi di
scuola, tavv. 4-5.
58
Su Trifone cfr. Baumbach, Tryphon; Schirren, Tropen im Rahmen der klassischen Rhetorik, pp.
1489-1491 nr. 3 (Die 'Tryphones'de tropis (nt:ei re:n:wv 1 peri tropon) und andere Grammatiker).
__ :__ _______



ERMOGENE E LA CERCHIA ERUDITA
101
2. Ermogene e la cerchia erudita
Da tutto ci possiamo dedurre che il manoscritto parigino di Ermogene fu prodotto al-
l'intemo di un sodalizio erudito, fiorito all'inizio del secolo XIV nella zona di Aradeo, in-
teressato alla poesa epigrammatica ed impegnato nella trascrizione dell 'Organon
aristotelico, secondo le modalita proprie del circo lo di scrittura
60
Il codice, inoltre,
costituisce l'anello di congiunzione nell'attivita di numerosi scribi salentini, ritenuti si-
nora indipendenti, poich si colloca al centro della fitta trama di rapporti di collaborazione
cu essi diedero vita:
Anonimo 11
t
Anonimo 18 Giorgio di Aradeo
1
Anonimo 13----- Par. gr. 2970---- AnonimodiAristote1eC
/
Anonimo 14
(Val. gr. 1276)
Anonimo di Aristotele E
(Laur. Plut. 5.10)

Anonimo di Aristotele D
(corpus aristotelico)
Il Par. gr. 2970 gode dunque ai nostri occhi di una certa preminenza storico-culturale,
sia sui codici ai quali e direttamente collegato sia sul resto della produzione libraria sa-
lentina e, piu in generale, italo-greca
61
A Bisanzio, infatti, lo studio dei trattati di reto-
cfr. Acconcia Longo-Jacob, Une anthologie salentine, p. 214 nr. 30. Si noti che il testo e contenuto in
al tri due manoscriti salentini, pi u tardi, il Laur. 56.16 (ff. 48r-59r), ultimato nel 1450 da Nicola Antonio
Pinella per Giovanni Antonio Orsini del Balzo, edil Par. gr. 2558 (ff. 160r-165r), attribuito (per i ff. 55-
168) alla mano di Tommaso di Casole, attivo nel secolo XV: Jacob, Un copiste du monastere de Caso/e,
pp. 205-206; cfr. anche Arnesano, San Nicola di Caso/e, pp. 114 (sul parigino), 126-127 (sullauren-
ziano).
60
Sul circolo di scrittura nel mondo bizantino si veda Cavallo, Foglie chefremono sui rami, pp.
606,615,619,621-622.
61
In Italia meridionale, infatti, lo studi()_della retorica dovette essere raro, se non addirittura ecce-
11 gia citato Par. gr. 3032, prodotto in Calabria nel secolo X, e un corpus retorico straordinario
ma, di fatto, isolato. La localizzazione di alcuni manufatti di contenuto retorico, gia indiziati di origine
italo-greca e risalenti ai secoli XI, XII e XIII, e in alcuni casi stata discussa, in al tri persino rigettata: per
i dettagli si veda Luca, Su due sinassari, p. 55 n. 15 e Luca, Note perla storia, pp. 57-58. Non si cono-
scono manoscritti di contenuto retorico perla Calabria del secolo XIV n per il XV, su cui cfr. Luca, ll
libro greco. Un caso eccezionale e costituito dal Vat. Ottob. gr. 178 (Retorica di Aristotele, Aftonio, Iso-
____ _
102
DANIELE ARNESANO
rica- in part colare quello di Aftonio e, ad uno stadio superiore, quello di Ermogene- co-
stituiva la vetta dell'istruzione superiore e rappresentava un'occupazione senz'altro eli-
taria
62
. Questi autori, infatti, anche nell 'epoca di cu trattiamo, conobbero un' ampia
diffusione nei piu importanti milieux culturali d'Oriente
63
: per citare solo alcuni esempi,
ricordero Nicea nel periodo del regno latino, dove fu verisimilmente prodotto il Vat. gr.
105 (a. 1244-1254, Aftonio ed Ermogene)
64
, Costantinopoli ai tempi di Massimo Pla-
nude, il quale curo un' edizione commentata del corpus hermogenianum
65
, Tessalonica du-
rante la fioritura della cerchia tricliniana, cui va ricondotto l'Oxon. New Coll. 258 (a.
1308, Aftonio ed Errnogene), auto grafo del grande filologo
66
Tutto cio spiega perch di
Ermogene il Salento ci abbia lasciato un solo testimone, afronte delle numerose copie di
autori come Omero, Esiodo, Aristotele, Licofrone, Gregorio Nazianzeno e Giovanni Da-
masceno, oppure di strumenti come il trattato grammaticale di Michele Sincello e i diversi
hu J.LOAOytx
67

Gli scolari che lessero e studiarono il Par. gr. 2970 erano tra i pochi ad aver intrapreso
e superato illivello di istruzione elementare, quello dedicato ai rudimenti della gramma-
tica e accessibile ai piu; avevano superato illivello medio di apprendimento, che anche
nel Salento poggiava sui manuali di grammatica tradizionali ed era impemiato sulla sche-
dografia
68
Alla nostra cerchia, come si e visto, e legato il Par. gr. 2572, copiato da Gior-
gio; componimenti schedografici son o present anche nel Laur. Plut. 5.1 O (Teodoro
Prodromo)
69
e nel Vat. gr. 1276 (Droso di Aradeo)
70

Superata per il ristretto gruppo di studenti salentini il pro-
cesso di apprendimento si era fatto piu difficile: ora i JT.QOYUJ.LVaJ.LU'ta erano indispen-
sabili ad acquisire un'istruzione di livello retorico (ed e per questo che gli unici esercizi
preparatori copiati nel Salento, traditi dal Vat. gr. 1408, sono riconducibili proprio allano-
stra cerchia erudita). Dopo i JT.QOYUJ.LVOJ.LU'tU fu possibile affrontare i complessi trattati
di Ermogene e vantare una preparazione intellettuale di alto livello: il gruppo selezionato
sina nel 1485 dal monaco Gioacchino, fuggito da Casole in seguito all'assalto turco, per conto di Co-
stantino Lascari: Re, Copisti salentini, p. 109. Una conferma aquesto stato di cose giunge da quell'im-
portante documento per la conoscenza del patrimonio librario talo-greco che e il Liber Visitationis di
Atanasio Calceopulo, in cu si annoverano codici di contenuto grammaticale e schedografico ma non re-
torico: si veda Laurent-Guillou (edd.), Le 'Liber Visitationis'.
62
Browning, L'insegnante, pp. 135-142 (La figura e lafunzione del retore).
63
Sui quali si veda Constantinides, Teachers and students of rhetoric.
64
Prato, La produzione libraria, pp. 115, 145.
65
Walz (ed.), Rhetores Graeci, V, pp; 212-576; cfr. Patillon (ed.), Corpus Rhetoricum, I, pp. LXXIII-
LXXV.
66
Bianconi, Tessalonica nell 'eta dei Paleologi, pp. 106, 180.
67
Si veda !'inventario dei codici greci salentini in Mazzotta, Monaci e libri greci, cui si aggiunga Ar-
nesano, Il repertorio dei codicie Ames-no, Manoscritti greci. _
68
Sulla schedografia cfr. Efthymiadis, L 'enseignement secondaire, pp. 267-271 , 27 4-27 5. N umerosi
sono i manoscritti salentini di contenuto schedografico: cfr. Arnesano, La minuscola barocca, p. lO
en. 36. Si aggiunga ora il Monac. gr. 272, a mio avviso salentino (come l'Horologion Monac. gr. 320;
su entrambi tornero in altra sede).
69
Vassis, Graeca sunt , p. 3, sigla L.
70
Acconcia Longo-Jacob, Une anthologie salentine, pp. 167, 190 nrr. 9.6-9. 14. Su Droso di Aradeo
__:_--------s-i-ve1-a--or-a--R:einse -, Einige Ver-se:- . --------------------------
ERMOGENE E LA CERCHIA ERUDITA
103
di J..W.8rp:at era finalmente in possesso degli strumenti per accedere alla lettura degli au-
tori classici e postclassici, pagani e cristiani, una lettura, quindi, di tipo retorico
71

Ampia era la scelta che offriva loro la vivace produzione librara, da Omero a Gregorio
Nazianzeno, da Sofocle a Giovanni Damasceno (pur con qualche assente illustre, come
Platone e gli storiografi)
72
. Oggetto della maggiore attenzione, pero, fu Aristotele, so-
prattutto le opere di logica, che furono trascritte, lette e commentate in concomitanza con
il manuale di Ermogene. Cio avveniva anzitutto in virtu dell'antico legame fra retorica e
logica
73
, porta va poi al completamento del trivium- costituito per 1' appunto dallo studio
della grammatica, della retorica e della filosofa
74
- ed infine era funzionale ad una piu
solida formazione teologica, quindi alla composizione e alla pratica omiletica
75
: il copi-
sta Giorgio di Aradeo e il Droso, figure centrali nella vicenda culturale di
cui trattiamo, e rano entrambi sacerdoti.
Aquesto punto c'e da chiedersi se lo studio della retorica nel Salento fosse destinato
anche alla stesura di declamationes originali, a performances in presenza del maestro o
di un uditorio qualificato: sembra di no, almeno per il sodalizio erudito di Aradeo, del
quale non e pervenuto alcun esercizio retorico o piece oratoria. 1 suoi membri, tuttavia,
non hanno mancato di tramandare delle testimonianze interessanti sotto questo aspetto,
le composizioni di tre famosi conterranei, vissuti alcuni decenni prima, che furono rico-
piate in un manoscritto cruciale come il Laur. Plut. 5.10 e delle quali non si avrebbe al-
trimenti traccia.
3. Tes ti retorici di scuola otrantina
Nel margine inferiore dei ff. 215v-221r del Laur. Plut. 5.10 (tav. 14) una mano se-
condaria ha vergato un breve testo in prosa di Nettario di Casole (t 1235)
76
, esattamente
una
77
. Si tratta della descrizione di una <f>tATJ
78
, la fontana coperta da una cu-
pola collocata nel cortile del monas tero della Theotokos Evergetis a Costantinopoli, che
Nettario visito di persona
79
Un commento puntuale del testo travalicherebbe i limiti del
presente lavoro: ai nostri fini conta rilevare come l'autore, cogliendo uno spunto auto-
biografico, si sia prodotto in una sorta di divertissement retorico i cui precetti erano espli-
71
Sulla quale cfr. Cavallo, Leggere a Bisanzio, pp. 51-52.
72
Il Diodoro Siculo Par. gr. 1665 fu annotato dall'otrantino Giovanni Grasso (sul quale si tornera piu
avanti), ma e un manoscritto costantinopolitario del secolo X che peraltro nel secolo XIV ritomo nella
capitale, dove fu annotato da Niceforo Gregora: si veda Mazzucchi, Diodoro Siculo; Prez Martn, Lec-
tores y pblico, p. 140.
73
Si veda in proposito Allen, Rhetoric and Logic.
74
Cfr. Markepoulos, De la structure de l'cole byzantine, pp. 88-90.
75
Cfr. in proposito Jacob, Laformazione del clero, p. 231.
76
Su Nettario si veda Hoeck-Loenertz, Nikolaos-Nektarios von Otranto.
77
Sulla EXcj>Qaotc; come esercizio retorico si veda ora l'ampio studio di Webb, Ekphrasis.
78
Cfr. Bouras, Phiale.
79
Per i dettagli si veda Magdalino, The Evergetis fountain, con edizione e traduzione inglese alle pp.
_____________
r , "" .. , - ' " ' ., ., ' ' ., ' ....
... .. J.
104
DANIELE ARNESANO
citamente indicati nei JtQOY1J
80
Nettario inserisce la descrizione dell 'opera
d'arte nel racconto della visita al rnonastero, specificando le circostanze che lo portarono
alla composizione della
81
, della quale sottolinea il carattere narrativo aura-
verso il verbo
82
:
Arcf)A.8ov non: 1:Tjv 8dav f.LOVTJV 1:Tjv JtE$vxviav
EV n E8EaOJ..L'Y]V 1:0 EQYOV lla'A01J
EX.EV01J l:O' J..LUX.UQL01J 'tO' 'YbQ01JV'tLV01J 01JJ.,LJtOA't01J 'IJ..LWV, EQYOV OJtEQ 1
naoa oiJ x.X.'t'Y]'tat , o x.al, bL'YJYlOOJ..Lat
83
.
Dopo vera e propria, nella quale descrive ed esalta i dettagli della <Pt.ATJ,
l'autore esprirne la propria rneraviglia nel contemplare l'opera d'arte e sottolinea laman-
canza di paro le nell 'esprirnerne tutta la bellezza: 'taiJ'ta b' 1:8T]Jta xal

84
L' abate di Caso le conclude il racconto ricordando i fatti
scaturiti dalla visita al monastero: decise di scrivere dei versi
85
, perch desiderava elo-
giare l'opera (l:TJV 'tXVTJV EJtaLVOaL) e per quanto possibile, ricambiare !'artista
( 'tOV l:EXVLTJV tvov av'taJ..LEhpm) che affresco la cupola della fontana, il conterra-
neo Paolo di Otranto
86
. Questi versi, inseriti all'interno del racconto, sono seguiti da quelli
composti da un monaco dell'Evergetis di nome Marco, che li dedico a Nettario, vantan-
done le doti di abile interprete greco-latino
87
.
La genesi del secondo testo tdtdito dal codice laurenziano - ricopiato dal copista prin-
cipale ai ff. 183r f. 15 -184r r. 6- e parirnenti legata ad un l'incontro diplornatico
tenutosi a Gallipoli fra Federico 11 e Giovanni Cornneno Vatatze, governatore di Corfu
88

80
Aftonio, XII.l-3 Patillon.
8 1
Sembra quasi che egli abbia tenuta canto di quanto stabilivano Teone e lo pseudo-Ermogene a pro-
pasito della descrizione di un avvenimento, cioe di non limitarsi al fatto specifico, madi narrare anche
quanto accaduto sia prima sia dopo l'avvenimento stesso: 'ErtLXELQTJOOf.!GV OE 1:a ,..,Ev JtQy.ta'ta
aJt 'tWV JtQOYfYOV'tWV xal. EV YLVOlVWV xal. (pseudo-
Ermogene, X.4 Patillon). Si ricordi che i JtQoyu.tvo.ta'ta dello pseudo-Ermogene sono attestati in
Terra d'Otranto, essendo indirettamente tramandati dal commento di Giovanni di Sardi ad Aftonio nel
Vat. gr. 1408 (cfr. supra, nn. 36-37).
82
Su questo verbo cfr. Webb, Ekphrasis, p. 39; cfr. anche Patillon (ed.), Corpus Rhetoricum, I, p. 94,
Il,p.203n.151.
83
Magdalino, The Evergetisfountain, p. 442.
84
/bid., p. 444. E questo un artificio retorico presente anche nell'esempio di riportato daAf-
tonio, relativo all'acropoli di A1essandria: To .tfv Oil XQEi't'tov fJ 'A.yELv El O 'tL rtaQU'A.AxLJttm,
rtaQEV8TJXTJ yEyVTJ'tUL y.Q oux Elmiv, rtaQaA.J .. ELJttUL>> (XII.l2 Patillon).
85
Ed. in Sola, De codice Laurentiano, p. 381; Hoeck-Loenertz, Nikolaos-Nektarios vpn Otranto, p.
141 nr. X; Gigante, Poeti bizantini, p. 77 nr. X; Magdalino, The Evergetisfountain, pp. 444,446. Essi
si trovano anche nell'altra antologa poetica prodotta all'interno della nostra cerchia erudita, il Vat. gr.
1276 (f. 35r): Acconcia Longo-Jacob, Une anthologie salentine, pp. 171, 196 nr. 19.2.
86
Sulpittore Paolo di Otranto cfr. Falla Castelfranchi, Pittura monumentale, pp. 111, 212; Falla Ca-
stelfranchi, Sul Bosforo d'Occidente, pp. 306,309.
87
Ed. in Magdalino, The Evergetis fountain, p. 446; Hoeck-Loenertz, Nikolaos-Nektarios von
Otranto, p. 141 nr. XI; essi sono traditi anche dal Vat. gr. 1276 (f. 35rv): Acconcia Longo-Jacob, Une
anthologie salentine, pp. 171, 196 nr. 19.3.
88
Sul personaggio si veda Acconcia Longo, Perla storia di Corfu, pp. 230-243 ( Giovanni Comneno
_ __; _______ .
ERMOGENE E LA CERCHIA ERUDITA
105
Per l'occasione il poeta Giorgio di Gallipoli
89
compose un encomio, intitolato L'tXOL
'tO' XUQO' rEwgyou 'tO' 'IwVVT]V 'tOV
EA8v-ra -ri]v KaA.A.noALV
90
, nel quale esalta tutte le virtu del destinata-
rio e la stessa abilita nel parlare
91
L' oratoria epidittica a Bisanzio si fonda va sui precetti
di Aftonio, di Ermogene e di Menandro di Laodicea
92
: su questa manualistica si doveva
essere formato anche Giorgio di Gallipoli, che a mio avviso realmente declamo tali versi
in presenza dell' illustre os pite, prima che questi si congedasse da Federico
93
Aftonio, ad
esempio, conclude sia l'encomio di Tucidide sia quello della saggezza esprimendo l'im-
possibilita di proseguire nel discorso, perch troppo ci sarebbe ancora da dire e perch le
su e forze non glielo consentono
94
Giorgio di Gallipoli rispetta questo e, prima di
salutare il Vatatze, cosi si esprime: LJ.WL, 't n8w; To o-rEvov 1 8goEi f-LC
o8vov-ra -r MEW A.yELv; (vv. 26-27)
95

L'ultimo dei tre testi nei quali si riflette chiaramente l'educazione retorica dell'autore
e quello copiato ai ff. 188r r. 13 -189v r. 2 dalla mano principale del manoscritto lauren-
ziano (tav. 15). E una f-LCA'tT], cioe un esercizio oratorio
96
ene e autore Giovanni Grasso
97
,
poeta e notaio (fu al servizio di Federico 11, fino al 1250). 11 titolo esatto nel codice lau-
renziano e il seguente:
'H8oJtOLa 'Iwvvou rgooou, Jta8T]LLXfl
av ELJttl


39
Cfr. Dali'Oco, Giorgio di Gallipoli.
90
Ed. in Gigante, Poeti bizantini, pp. 165-166 nr. l. In un altro componimento, conservato sempre nel
Laur. Plut. 5.10 (ff. 180v r. 10- 183r r. 8), Giorgio esalto l'imperatore svevo (ed. ibid., pp. 175-179 nr.
XIII) . Nell'ambito della produzione poetica otrantina si ricordi anche l'encomio in onore di Teodoro di
Cursi nell'epitaffio composto da Teodoto di Gallipoli (sec. XIII), tdtdito dal Laur. Plut. 58.25 (ff. 4r A
r. 1 -Sr B r. 6); ed. in Acconcia Longo, Un nuovo codice, pp. 158-162 nr. 1 (sull'autore e sul destinata-
rio cfr. ibid., pp. 123-124, 133-137); nell'elogio Teodoto sottolinea anche le virtu oratorie del destina-
tario: o'atvaEU:: JtOL'XLA<j>QWV 1 TJOUEJti 'tQJtUVOQOV UU'tOU A.aA.oa 1 O'tJ.Ul 'tE
n:f..IJtOV Q.a..,a 1 Q.a..,am 'tWV .TJOvwv 1 XELATJ 'tE 'tU QOV'ta vx'taQ 'tou
A.you; 1 xav TIA.'tWV <j>Qan, 1 xav oi] llAO'tUQXOV, xav L\Tj.wa8VTJV
A.A.ov, 1 El au.maQfaav xal, tv 3tcp (vv. 46-53) .
91
Cfr. v. 8:
92
Essa raggiunse l'apice nei 3amAL'XOl A.ym tardo-bizantini, sui quali cfr. Angelov, lmperialldeo-
logy, pp. 51-77.
93
Questo encomio e allo stesso tempo un discorso di commiato: am8L xaQwv, .QOU 'tU
OQ.wv 1 xal. EA'XE 'tTJV n:a'tQOa, 1 SE</.) .QQUYEi n:oOlJY'ttl>> (vv. 29-
31); la breve performance oratoria di Giorgio ebbe quindi luogo a conclusione della visita diplomatica.
94
Aftonio, VIII.9 Patillon: lloA.A.u E'tEQa JtEQL E>ouxuooou OLE1;EA8Eiv, El .ti] 't n:V'ta EQEiv
't 'tWV EJtaLVWV JtaQELAE'tO Vlll.15 Patillon: lloA.A.u aA.A.a JtEQl 0LEl;EA8EiV'
an:av EQELV OLEl;oumv ..tTJXUVOV.
95
bizantini, p. 166. 11 e anche ne_U;itato epitaffio di Teodoto_di Gallipoli per Tea-
doro di Cursi (vv. 80, 97-101): ' Exn:A.fuo..,aL of. xal, AyELV oux taxw 1 [ ... ] 1 L).LOL 'tL OQaw; .ti]
aetvwv Aynv nAOV 1 OL' ...,a8(av' flV EJtE'XATJQWO.tTjV' 1 'tV 'tOU A.you O(auA.ov El; tyxw.t(wv 1
E:n:taxov toou 'totyaQoiJv xal, n:aua'tOV (Acconcia Longo, Un nuovo codice, p. 161); del resto Gior-
gio di Gallipoli fu il modello principale di Teodoto (cfr. ibid., pp. 149-150).
96
Cfr. Civiletti, Melte .
97
Cfr. Dall'Oco, Giovanni da Otranto.
________

---------------------
106
DANIELE ARNESANO
Si tratta dunque di un' e topea
99
, incentrata sulla figura di Ecuba e sul suo lamento da-
vanti alle rovine di Troia; piu precisamente, quindi, essa e di tipo patetico
100
Fra i molti
che nel mondo greco e latino scrissero di etopea, Aftonio e l'unico che abbia suggerito
per quella patetica il pianto di Ecuba
101
:
Twv M: f]8onouwv a'L Eim na8rrnx.a(, a'L of. f]8Lx.a, a'L of. J.LL'X'ta. Kat
Jta8rnx.at j.!Ev aL x.a'ta JtV'ta ar.wvouam. Olov 't av ELJtOl

102
;
Questa analoga, certamente non casuale, e di per s sufficiente a dimostrare che il
poeta otrantino studio i IlQOYVf1VOf1ara di Aftonio. Devo aquesto proposito notare
come l'etopea di Giovanni Grasso sia stata giustamente classificata come poesia di ar-
gomento profano
103
, accanto aquella d 'evasione classico-mitologica
104
, ma senza distin-
zione diacronica rispetto a componimenti di ben altro spessore, scritti in eta matura
105

Essa, cioe, non e stata sinora contestualizzata nella biografa culturale del personaggio:
non si spiegherebbero, altrimenti, le critiche tanto aspre mosse sul piano formale a que-
sto componimento
106
Credo invece che, rispetto alla di Nettario e all'encomio
di Giorgio, scritti in occasione di circostanze ufficiali, questa debba essere con-
siderata piuttosto un esercizio scolastico
107
: lo dimostra lo stretto legame fra lo spunto of-
ferto dallo studio di Aftonio e la sua diretta realizzazione nella.fictio retorica, esperienze
contestuali di un giovane studente
108

99
Sull'etopea rinvio in generale ai saggi contenuti in Amato-Schamp (edd.), 'H()onma.
100
Su questo tipo di e topea cfr. A mato-Ventrella, 1 Progimnasmi di Severo di Alessandria, pp. 22-23.
101
Questo almeno e quanto si evince dalla consultazione del repertorio completo curato da Ventrella,
L'etopea (la definizione di Aftonio e a p. 182 nr. 3). Cfr. anche Hawley,Female Characterization, p. 259
e Kraus, Rehearsing the other Sex, p. 457 en. 7. Giovanni Grasso, peraltro, risulta I'unico autore di
un' etopea patetica con questo soggetto: si veda il ricco repertorio stilato da A mato-Ventrella, L' thope
dans la pratique seo/aire (il componimento di Giovanni Grasso e registrato a p. 220).
102
Aftonio, XI.2 Patillon.
103
Gigante, Poeti bizantini, p. 48.
104
/bid., p. 51 .
105
Ad esempio il carme poltico contra Parma (ed. ibid., pp. 117-118 nr. XIII).
106
11 tessuto fitto delle antitesi, illinguaggio-mosaico, i terrnini tragici banalmente accozzati, tutto
l'insieme prosaico e pedestre (un molto lieve soffio di poesa ai vv. 48-49 a maJe pena si percepisce) del
carme IX non riescono ad imprimere alle letterarizzate espressioni della pavera regina il moto patetico
che l'autore voleva ottenere. 11 saccheggio dei motivi euripidei (Troiane, Ecuba) ha dato solo un appi-
glio al piu bruto artificio (ibid., p. 50). Lo stesso e avvenuto per alcuni OLLXOL JtErrAUOJ.lVOL, traditi sem-
pre dal codice laurenziano (ff. 191 v r. 15 - 193r r. 1 ), in cui 1 'otrantino immagino un dialogo tra Afrodite
ed uno straniero (ed. ibid., pp. 111-113 nr. X); ne e stato rilevato illivello tutto sommato modesto: 11
dialogo comincia con la descrizione dell'alba, raffazzonata dalla ao<j>i] Eibuiu in cinque versi
troppo artificiosamente ricalcati su) modello [ ... ] 11 dialogo e, in genere, prolisso (ibid., p. 50).
107
Pi u oggettivo e benevolo del giudizio di Gigante e quello di Lanza, JI carattere etico-politico: si
tratta di esercitazioni per nulla spregevoli (p. 67) .
108
Rilette sotto questa luce, le suddette critiche non solo appariranno meno lesive della figura del
poeta, ma anzi saranno funzionali alla comprensione del procedimento seguito dallo studente dei
JtQOYUJ.LVa,.u::n:u. Ci vale anche per alcuni versi, attribuiti a Giovanni Grasso, in cui l'autore da voce
a personaggi mitologici come Apollo, Ero e Leandro (conosciuti probabilmente nei propri studi), con-

ERMOGENE E LA CERCHIA ERUDITA
107
Come sisa, Giovanni Grasso fu scolaro di Nettario di Casole
109
e non e difficile im-
maginare che sia stato proprio il otrantino ad assegnare al suo discepolo
questa J.LEA't'fl. Egli, del resto, ne aveva le capacita, era uno studente modello, visto che,
attraverso il suo maestro, godeva della stima del metropolita di Corfu, Giorgio Bardane,
il quale, al termine di una lettera del 1220/1221 indirizzata a Nettario, ricorrendo ad un
gioco di parole (Grasso 1 sagino) , cosl si esprime: Saluto etiam optimum Ioannem, vi-
tulum sapientia tua saginatum
110

Dunque gia nei primi anni del secolo XIII nel Salento circolavano i JT.Qoyu..tvOJill'ta:
quelli di Aftonio sicuramente, quelli dello pseudo-Ermogene probabilmente. Sappiamo
che proprio Nettario introdusse nella regione diversi autori greci
111
ma non tutto si deve
aquesto grande personaggio
112
, pertanto puo darsi che alcuni manuali di retorica- sia gli
esercizi preliminari sia i libri di testo avanzati- circolassero nella regione anche prima
del suo magistero e della sua attivita diplomatica e culturale.
Le reminiscenze classiche present nell 'esercizio retorico di Giovanni Grasso contri-
buiscono a formulare un'ultima, piu generale, osservazione. In esso abbondano natural-
mente i loci euripidei, in particolare da E cuba e da Troiane
113
, per cui egli aveva accesso
anche ad una copia di questi drammi. Euripide e realmente attestato nel Salento, eppure,
come Aftonio, non in epoca normanno-sveva bensl piu tardi, da due manoscritti della fine
del secolo XIII e dell'inizio del XIV
114
Colpisce, a tale proposito, che nel Par. gr. 1087
(cimelio, come si e visto, riconducibile al sodalizio erudito fiorito nella zona di Aradeo)
vi sia una testimonianza euripidea, i primi 31 versi dell'Oreste (ff. 49r-50r)
115
Una serie
di elementi convergenti, cioe, sembra confortare l'ipotesi che, a distanza di alcuni de-
nrr. XI-XII (cfr. ibid., pp. 51-52). Ricardo che il codice ambrosiano tramanda anche gli m:xm EQLOl:txo
(cioe 1' altercatio) composti da Ruggero di Otranto, in cui dialogano le citta di Otranto e di Taranta, per-
sonificate secando ]' artificio retorico della JtQOaomo:nma (su cui cfr. Aftonio, XI.I , Patillon; pseudo-
Ermogene, IX.l Patillon): ed. in Zuretti, 'Ira}..od}..rvtx, pp. 173-183 (//. Contrasto fra Taranta e
Otranto); Mercati , Note critiche.
109
Cosl infatti e definito nel titolo di un suo componimento dedicato allo stesso Nettario: 'lw.vvou
l:O' rQ.aaou f.WST)l:O' l:O' ao<j>wl:.1:01J NEX1:aQ01J ds; l:OV ainov NEXl:.QLOV (Gigante, Poeti bi-
zantini, p. 103; cfr. anche p. 104, titolo del carme nr. 11).
110
Ed. in Hoeck-Loenertz, Nikolaos-Nektarios von Otranto, pp. 176-177 nr. 2. Di tono ben diverso
e il saluto contenuto in una lettera scritta oltre un decennio piii tardi: Saluta meo nomine dominum Io-
annem (ibid., pp. 193- 195 nr. 11, a. 1232). Si conservano inoltre le lettere di Bardane a Giovanni , te-
stimonianze preziose perla ricostruzione del rapporto umano e culturale intercorso fra i due; ed. ibid. ,
pp. 181-182 nr. 5 (a. 1229) , 184-186 nr. 7 (a. 1230), 187-188 nr. 8 (a. 1230/1231), 189-190 nr. 9 (a.
1231), 197-198 nr. 12 (a. 1235), 214-216 nr. 19 (a. 1236), 218-220 nr. 21 (a. 1236).
111
E un'opinione radicata (e in parte vera) , che risale al noto passo di Antonio De Ferrariis (1444-
1517), detto Galateo, autore del De situ Japigiae; cfr. Paone (ed.) , De Ferrariis: Fuit temporibus
proavorum nostrorum stante aula Constantinopolitana, vir Philosophus Nicolaus Hydruntinus, cuius
ante Turcarum transitum piures libri de Logica, et Philosophia in hoc monasterio habebantur [ ... ] Hic
sumptui minime parcens, quos per universam Graeciam invenire potuit librorum omnis generis biblio-
thecam, in hoc coenobio congessit (pp. 106, 108).
11 2
Si veda in proposito quanto notato da Jacob, Une pigramme, p. 203.
11 3
Cfr. Gigante, Poeti bizantini, pp. 108-111 (note di commento al testo) .
11 4
La triade Ecuba, O reste e Fenicie e tradita da! Vat. gr. 1135 (seco lo XIII ex.-XIV in.) e dall ' Am-
bros. F 74 sup. (sec. XIV in.); cfr. Arnesano, La minuscola barocca, risp. p. 79 nr. 20, p. 102 nr. 105.
11 5
Turyn, Euripides, p. 353; Irigoin, l tradition manuscrite des tragiques grecs, pp. 133, 135, 139,
-------------
e
108
DAN !ELE ARNESANO
cenni dalla fioritura della scuola otrantina, un gruppo di copisti attivi nella zona di Ara-
deo, alcuni dei quali membri di una raffinata cerchia di filologi, fosse venuto in possesso
o almeno avesse avuto accesso diretto a fonti letterarie non solo classiche (Aristotele,
Euripide) ma anche scolastiche e di sicura provenienza otrantina (Aftonio), alcune peraltro
di non facile reperibilita e di limitata diffusione ( composizioni retoriche della scuola di .
Nettario). Essi dunque cercarono e raccolsero l'eredita di una stagione culturale da poco
trascorsa, difficilmente ripetibile, i cui strumenti originali sono in buona parte andati per-
duti: i libri, la scuola, le poesie di aHora rivivevano negli interessi di questa nuova gene-
razione e attraverso di essa sono giunti sino a noi .
4. Un appunto di Giano Lascari
Nel secolo XV circolava in Terra d'Otranto un raro commento ad Ermogene
116
Nel
1491, infatti, Giano Lascari (1445-1534), umanista al servizio dei Medici
117
, visito alcune
biblioteche presenti nel Salento, tra cui quella dell 'erudito di Zollino Sergio Stiso
118
Al
f. 80r del proprio taccuino, oggi Vat. gr. 1412
119
, il Lascari annoto gli autori e i titoli di
alcune opere possedute da Stiso. Al primo posto compaiono, secondo l'editore degli ap-
punti, LJ<.ALa d; n)v OLUQEGLV 't<DV O'tOEWV aJt <t>wvf]; rEWQYOlJ 'tO' ,.wvax.ov
oo<t>w'to'
120
:
Non si tratta, in realta, di un monaco di nome Giorgio, bensl di Giorgio Mono
121
, o piu
11 6
Ermogene godette di una lunga teoria di commentatori; per limitarsi a quelli di cui ci e pervenuto
il testo (in parte ancora inedito), si dovranno rievocare per i secoli IV e V Sopatro di Atene, Siriano,
Marcellino, Troilo diSide e Giorgio di Alessandria (cfr. Patillon [ed.], Corpus Rhetoricum, 11, pp. LVII-
LXXIV; si aggiunga Duarte, The transmission ofthe text), per il secolo XI quello, molto diffuso, di Gio-
vanni Dossapatre (cfr. Kazhdan, Doxopatres, John) , per il secolo XII i di Giovanni Tzetze,
che fu molto critico nei confronti del sistema retorico ermogeniano (cfr. Wendel, Tzetzes, coll. 1989-
1990), a la di Michele Psello (Westerink [ed.], Pselli Poemata, pp. 103-122 nr. 7). Anche in
Italia meridionale ci sono tracce di esegesi ad Ermogene, se coglie nel vero la proposta avanzata da al-
cuni studiosi di identificare il commentatore Nilo monaco con Nilo di Rossano; status quaestionis in
Romano, La teora del/a retorica, pp. 111-114.
117
Cfr. Ceresa, Lascaris, Giano.
118
Su Sergio Stiso cfr. Jacob, Sergio Stiso de Zollino.
119
Cfr. RGK, III, nr. 245.
120
Mller, Neue Mittheilungen ber Laskaris, pp. 402-403. 11 testo degli appunti relativi alla biblio-
teca di Stiso e anche in Speranzi, Perla storia de/la librera medicea, pp. 86-87.
121
Su Giorgio Mono cfr. Rabe, Georgios; Hunger, Die hoch::.prachliche profane Literatur, p. 82; Pa-

ERMOGENE E LA CERCHIA ERUDITA
109
semplicemente Giorgio, maestro di retorica di Alessandria (sec. V)
122
, e del suo coro-
mento al Jic(]l aracWV di Ermogene, trascritto dallo scolaro Zenone aJt (cioe
durante le lezioni)
123
. Del commento - tuttora inedito
124
- la prima parte, relativa alla
delle (trattata da Ermogene nei capitoli 1-II), e andata perduta, mentre
e pervenuta la seconda, relativa appunto alla delle (con tenuta nei ca-
pitoli III-XII)
125

11 commento di Giorgio e tradito solo da tre testimoni, per cui Stiso era in possesso di
un'opera senz'altro di difficile reperibilita
126
.11 primo e il Par. gr. 2919, tradizionalmente
assegnato al sec. X, latore del solo commento (il testo di Ermogene e citato saltuaria-
mente)
127
11 secondo e il Va t. gr. 1328, contenente sia il commento sia il JI c(]i
araEwv
128
, ultimato nella seconda meta del secolo XIII da un certo Giovanni Atycha-
tes, copista di chiara formazione grafica orientale
129
. 11 terzo testimone e il Va t. gr. 1298,
un esemplare delle orazioni di Elio Aristide, copiato da due mani della fine del secolo X
probabilmente a Costantinopoli
130
, dove fu rilegato prima del 1421
131
; a quest'anno, in-
fatti, risale la nota apposta al f. 1 v da un monaco di nome Macario, il quale restauro al-
cuni fogli del codice, vergandoli in una minuscola di marca talo-greca e facendo ricorso
a pergamena palinsesta proveniente da diversi codici
132
. N ello strato inferiore del palin-
sesto si leggono ale u ni brani della Politica di Aristotele, 1' importantissimo dialogo JI c(]i
scritto nel532/533 dal patrizio Mena, prefetto di Costantinopoli
133
,
122
Secondo il Duffy Wvoc; non sarebbe parte del nome del retore ma un epiteto elogiativo: Duffy,
Philologica byzantina, pp. 265-268 nr. IV.
123
Su questa espressione cfr. Richard, AJl
124
Alcuni brani si possono leggere in Schilling, Quaestiones rhetoricae selectae.
125
11 Lascari visito anche la biblioteca del prete Giorgio di Corigliano e quella di un non precisato
abbas di Montesardo (cfr. Mller, Neue Mittheilungen ber Laskaris, risp. pp. 403-404, 404-405), ma
nei relativi appunti non compaiono manoscritti di contenuto retorico. Lo stesso vale perle altre due fonti
sulle collezioni librarie salentine, cioe 1 'elenco dei prestiti della biblioteca di San Ni cola di Caso le (il che
tuttavia non esclude che essa ne custodisse qualcuno) e !'inventario di una biblioteca scolastica; sul
primo cfr. Omont, Le Typicon de S. Nicolas de Caso/e, pp. 389-391; Cozza-Luzi, Lettere casulane, pp.
58-64; sul secondo cfr. Jacob, Une bibliotheque mdivale, pp. 296-299.
126
Cio d'altra parte non desta meraviglia, visto che nella sua biblioteca c'erano persino le Lettere di
Aristeneto, di cui il Lascari prese nota: Bianchi, Appunti su/la tradizione manoscritta, pp. 138-139, con
uno specimen dell'appunto lascariano a p. 143 fig. 2 (Vat. gr. 1412, f. 80r). L'esemplare di Stiso va pro-
babilmente identificato con l'attuale Vindob. phi!. gr. 310, codex unicus delle Lettere (Mazal [ed.], Ari-
staeneti epistularum libri), acquistato nel 1561 in Puglia da Giovanni Sambuco: Gerstinger, Johannes
Sambucus, pp. 313, 328; Hunger, Katalog, pp. 402-403.
127
Omont, lnventaire sommaire, 111, pp. 59-60; cfr. Schilling, Quaestiones rhetoricae selectae, pp.
667-669 (sigla P); Rabe, Georgios, p. 517 (sigla Py) ; Patillon (ed.) , Corpus Rhetoricum, 11, pp. XCIV, cvt,
sigla Py.
128
Cfr. Rabe, Georgios, p. 518, sigla Vy; Patillon (ed.), Corpus Rhetoricum, 11, pp. LXXXVI, LXXXVIII-
LXXXIX, XCIV, CVI, sigla \Ly.
129
RGK, III, nr. 265.
130
Orsini, Minuscole greche informali, p. 57 en. 79.
131
Grosdidier de Matons-Forstel, Quelques manuscrits, pp. 379-380.
132
Janz, Palinsesti greci, p. 92 nr. l.
133
Mazzucchi (ed.), De scientia politica dialogus. Per l'attribuzione dei fogli tardi alla mano del mo-
________ _..aco_Macario_e_per la localizzazione__di_questultimo_in_1ta1ia_meridionale_cfr.jb_iti..,...p._JIL.ll.J_ ________ _
(
110
DANIELE ARNESANO
ed alcuni brani del commento di Giorgio al flEQi arauov (ff. 332 1 335, 345 1 348,
353) 134.
Supponendo che 1 'esemplare posseduto da Stiso non sia andato perduto e che tutti i
testimoni di questo commento ad Ermogene siano ormai stati individuati, ci si puo chie-
dere quale dei tre manoscritti appena ricordati sia quello appartenuto all'intellettuale sa-
lentino. Partiamo dall'ultimo, il palinsesto Vat. gr. 1298: sembra un buon candidato, visto
che nel 1421 si trovava in Italia meridionale, ma in realta il commento ad Ermogene si
legge nello strato inferiore di alcuni suoi fogli palinsesti e il Lascari lo avrebbe piuttosto
registrato sotto il nome di Elio Aristide. Anche il secando testimone, Vat. gr. 1328, deve
essere escluso: in questo manoscritto, infatti, il commento non e attribuito esplicitamente
al retare alessandrino
135
, per cui difficilmente il Lascari avrebbe potuto assegnarlo pro-
prio aquesto autore.
L'esemplare in questione potrebbe invece essere il Par. gr. 2919, nel quale l'opera e in-
titolata LJ(Ata auv 8c0 'tTJV btaQEatV UJt 'tO' aU'tO' rcwQyolJ 'tO'
JlVOlJ ao<j>ta'tOU (tav. 16)
136
Tale ipotesi, gia ventilata dal Rabe
137
' e in-
ficiata da tre differenze fra il titolo del parigino e l'appunto lascariano. Le prime due- co-
stituite dall'assenza in quest'ultimo di ailv 8c0 e di 'tO' au'tO'- non sembrano
gravi, poich si possono spiegare con una volonta da parte del Lascari di abbreviare l'an-
notazione. La terza e un po' piu problematica, poich, rispetto al titolo del Par. gr. 2919, il
Lascari precisa correttamente 'tWV a'tOEWV: si puo certamente pensare ad un'integra-
zione dell'umanista, al fine di rendere piu perspicuo il promemoria, ma il problema ti-
mane aperto.
Un'ultima considerazione, tuttavia, si impone: se questa ipotesi di identificazione ri-
sponde a verita, come potrebbe essere arrivato il manoscritto di Sergio Stiso nella biblio-
teca dei re di Francia? L'iter che si puo ricostruire e tutt'altro che improbabile, poich
attraversa la biblioteca di un grande collezionista, il cardinale Niccolo Ridolfi (1501-1550),
al quale il codice di Parigi certamen te appartenne
138
Conosciamo la provenienza di appena
la meta dei numerosi manoscritti ridolfini
139
edil Par. gr. 2919 non e purtroppo fra questi;
ciononostante, e lecito chiedersi chi potrebbe aver procurato il manoscritto di Stiso al car-
dinale. N el 1527 il prelato aveva acquistato dei codici proprio da Giano Lascari
140
, tutta-
134
Cfr. Rabe, Georgios, pp. 518-519, sigla Va; Patillon (ed.), Corpus Rhetoricum, II, p. XCIV, sigla
Va .
135
Nell ' inventario dei manoscritti di Fulvio Orsini, al quale il codice vaticano appartenne, questo e
registrato come commentario d'innominato scrittore, sopra la Rhetorica d'Hermogene: Nolhac, La bi-
bliotheque de Fulvio Orsini, p. 342 nr. 75. Sull'inventario dei manoscritti orsiniani cfr. ibid., pp. 116-
142.
136
Cfr. Schilling,--Quaestiones -rhetoricae selectae, pp. 667, 676; Rabe, G7?vrgivs; p. -5-17; Patillon
(ed.), Corpus Rhetoricum, II, p. XCIV n. 2.
137
Rabe, rec. Gerstinger, p. 187.
138
Muratore, La biblioteca del cardinale Ridolfi, II, p. 161 (in seguito la collezione Ridolfi passo
alla regina Caterina de' Medici: ibid., p. 608 nr. 70).
139
Cfr. ibid., 1, pp. XIX, 176.


1, p 1 S
ERMOGENE E LA CERCHIA ERUDITA
111
via fra questi non solo non compare il Par. gr. 2919 od altro testimone di Giorgio ales-
sandrino
141
ma non ho rinvenuto neanche un manoscritto di origine o provenienza sa-
lentina
142
Eppure nella biblioteca del cardinale giunsero poi dei libri dalla Terra
d'Otranto, e non pochi, oggi conservati tutti nella Bibliotheque Nationale
143
Quando vi
giunsero? Certamente non prima del 1525-1527, periodo al quale risale il catalogo del
primo nucleo della biblioteca
144
, ma con ogni probabilita verso la meta del seco lo, poi-
ch compaiono regolarmente nel catalogo piu completo della collezione ridolfina, attri-
buibile alla meta o al terzo quarto del Cinquecento
145
Ora, proprio negli anni Venti si
trasferiva a Roma uno scolaro di Sergio Stiso, Niccolo Maiorano da Melpignano
(1491/1492 ca.-1584/1585)
146
, custos della Biblioteca Vaticana dal 1532 al 1553 e so-
dale del Ridolfi
147
Dunque fu probabilmente il Maiorano a procurare i manoscritti greci
del Salento al potente cardinale
148
: fra questi, forse, c'era anche il Par. gr. 2919.
141
Come si evince da una lista dei manoscritti lascariani conservata nel Vat. gr. 1414, ff. 99r-103v
(post 1544), sulla quale cfr. ibid., 1, pp. 157-163 (ed. alle pp. 164-173).
142
Compare, e vero, il Par. gr. 1665 (ibid., p. 165 nr. 20), manoscritto di origine orientale poi anno-
tato nel Salento (cfr. supra, n. 72), ma il Lascari non si procuro questo manoscritto in Italia meridionale
(cfr. ibid., 11, pp. 170-171).
143
Si tratta dei Par. gr. 3 (ibid., 11, pp. 268-269), 161 (p. 271), 175 (p. 272), 549 (p. 272), 1002 (pp.
265-266), 1165 (p. 270), 1255 (pp. 270-271), 1304 (pp. 269-270), 1370 (p. 286), 1371 (p. 271), 1685
(p. 177), 2019 11 (pp. 68-69), 2057 (pp. 58-59), 2062 (pp. 45-46), 2089 (p. 59), 2572 (p. 114), 2631 (p.
106) e 2841 (p. 201).
144
Vat. gr. 1413, ff. 65r-69r, sul quale cfr. ibid., 1, pp. 92-104 (ed. alle pp. 104-122).
145
Par. gr. 3074, su cui cfr. ibid., 1, pp. 187-215 (in part. p. 188); ed. ibid., 11, pp. 3-398.
146
Sul Maiorano si veda Paschini, Un ellenista del Cinquecento; Ceresa, Majorano, Niccolo. Alcuni
manoscritti greci del Maiorano, esattamente 18, entrarono nel 1554 nella Biblioteca Vaticana, manes-
suno fra questi ha contenuto retorico: si veda !'elenco in Batiffol, La Vaticane, pp. 129-130 nrr. 274-291;
cfr. anche Lilla, 1 manoscritti Vaticani Greci, p. 13 en. 88.
147
Cfr. Muratore, La biblioteca del cardinale Ridolfi , 1, pp. 71-73.
_________
14
_
8
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