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ARCHITETTURA E CITT. - Gustavo Giovannoni: la casa come elemento di citt. Tipi ed elementi linguistici.

- Vincenzo Fasolo, disegno, architettura e ambientismo: alcuni esempi. BIBLIOGRAFIA: Gustavo Giovannoni, Dal Capitello alla Citt, a cura di Guido Zucconi, Jaca Book, Milano 1997. Guido Zucconi, La citt contesa. Dagli ingegneri sanitari agli urbanisti (1855-1942), Jaca Book, Milano, 1999. Francesco Giovanetti, Francesca Romana Stabile, Vincenzo Fasolo. Primato del disegno e dellAmbientismo, da Bollettino dei Musei Comunali di Roma, XVIII, 2004, pp.129-155.

<<L'ambiente - come scrive Giovannoni - pu essere storico, naturale od edilizio; pu essere il diretto elemento che richiama alla tradizione e riannoda le opere del presente con quelle del passato. Lo Spencer dice che gli uomini scelgono le forme che loro convengono ispirandosi senza saperlo a quelle naturali che li circondano; e cita gli esempi dello sviluppo orizzontale degli edifici d'oriente e della tendenza verso l'alto e verso il frazionamento arboreo delle cattedrali nordiche. [] Il Ruskin e il Beltcher fanno talune osservazioni sulla rispondenza di linea e colore tra i nuovi edifici e l'ambiente naturale. Tra i capiscuola moderni, il Fischer insiste specialmente sull'ambientismo, cio sui rapporti di massa e di stile tra un nuovo edificio e quelli della citt dove sorge. [] Nelle moderne tendenze architettoniche si delinea a questo proposito una netta divisione tra l'internazionalismo ed il "localismo"; il primo che prescinde dall'ambiente, il secondo che lo considera elemento essenziale e vi adatta la composizione dei singoli edifici nelle masse, nel colore, nelle forme architettoniche. La tradizione ha per queste ragioni ambientistiche valore non solo di ricordo, ma di realt d'arte; e la vediamo nelle varie scuole diversamente esplicarsi o nella imitazione (che di rado pu dirsi facilmente riuscita) degli stili del passato, ovvero nella loro assimilazione a temi moderni o nella loro contaminazione con nuovi elementi. Le pi interessanti di tali manifestazioni sono quelle in cui l'architetto cerca di non copiare ma di fare opera nuova secondo il sentimento dell'ambiente o quando si rivolge a fonti architettoniche ancora non utilizzate; quali quelle dell'architettura minore o del folklore rurale. [] In Italia, ove la continuit architettonica stata meravigliosamente costante e gloriosa ed ancora presente nelle nostre citt, non l'internazionalismo architettonico pu prevalere ma il sentimento nazionale e regionale dell'ambiente, e che il coefficiente ambientistico ha e deve avere speciale importanza in prossimit di monumenti, singolari e collettivi, che si possono dire dominanti>>. Da G. Giovannoni, L'ambiente dei monumenti, in Questioni d'architettura, 2 ed., Roma 1929. <<Intorno ai molteplici concetti ora espressi di sviluppa una serie di considerazioni e di studi analitici. a) Alcuni riguardano i problemi della percezione e dell'apprezzamento dei particolari architettonici, e si riannodano alle leggi dell'ottica fisiologica studiate dal Listing e dal Helmholtz, e cercano di spiegare (ad esempio con gli studi del Thiersch, del Hauck, del Giovannoni) le speciali "raffinatezze" di forma e di prospettiva praticate dai greci nella loro squisita sensibilit d'arte. [] Il Taine, il Boutmy, l'Adamy si soffermano, negli studi dei periodi architettonici trascorsi, sull'ambiente storico e ricercano il significato delle forme architettoniche nel loro rapporto con lo spirito del tempo. [] b) Altri considerano i rapporti tra l'architettura e l'edilizia e seguono il passaggio dai liberi e pittoreschi aggruppamenti medioevali di edifici, a un'inizio d'ordine e di subordinazione nel cinquecento, alla costituzione, nel seicento delle piazze e delle quinte architettoniche, formanti il quadro al monumento di maggior mole in un'unica concezione la composizione edilizia ambientale architettonica (con riferimento ai lavori del Sitte e del Gromort ecc.) >>. Da G.Giovannoni, Architettura, [ad vocem], Enciclopedia Italiana, G. Treccani, Roma 1929

A sinistra, in alto, J. Stbben, progetto di sistemazione della Piazza dArmi in Roma, da G. Giovannoni, Vecchie citt ed edilizia nuova, UTET, Torino 1931, fig. 112; in basso, Camillo Sitte, ampliamento di Marienberg, uno dei primi esempi di applicazioni concrete della scuola edilizia romantica, da G. Giovannoni, Vecchie citt ed edilizia nuova, UTET, Torino 1931, fig. 106.

<< c) Altri ancora si occupano dei rapporti tra l'architettura, la decorazione o le arti decorative. Queste, in tutti gli antichi periodi sono state considerate in funzione architettonica, fatte cio in maniera complementare all'opera architettonica, e per trovarsi in un determinato ambiente, aventi a loro volta leggi di proporzione e di armonia (nella statica statuaria, nella composizione triangolare, nella prospettiva, nella figura degli spazi occupati ecc.) che si riporta allarchitettura. Recente e non lieto il distacco tra quella che un tempo si diceva l'arte madre e le altre. Rimane, o dovrebbe rimanere, quale "ancilla" la decorazione; questa si presenta, per ci che riguarda la rispondenza della forma alla materia, per le proporzioni e pel significato, con quesiti che in parte riflettono quelli gi espressi per l'architettura. Ma nei riguardi del suo valore architettonico pu dirsi che essa pu avere una funzione essenziale, sia nell'imprimere all'edificio un carattere, sia nel modificare i rapporti delle masse, frazionandole e diminuendole di peso apparente. [] Ritornando ai problemi fondamentali dell'architettura ed alle teorie test riassunte, pu ripetersi che esse derivano da concezioni unilaterali di un tema complesso, e pu ritornarsi alla concezione integrale che permette ai vari mezzi estetici di coesistere, nel molteplice organismo architettonico, in un giusto equilibrio in cui nessuno dei principi voglia soverchiare l'altro.>> Secondo lAutore, larchitettura una disciplina che comprende tre caratteristiche essenziali: <<- di essere arte pubblica, ossia fatta per apparire all'esterno quasi in propriet del pubblico, la cui vista quindi esercita un valore dominante (secondo la frase di Victor Hugo "L'uso appartiene al proprietario, la bellezza di tutti") - di avere manifestazioni permanenti, sicch il presente si trova in contatto col passato e le ragioni dell'ambiente e quelle del significato convenzionale si riannodano; - di avere infine mezzi espressivi relativamente scarsi in confronto delle altre arti, sia per la sordit della materia, sia per i legami alla tecnica e alla pratica. Nella rispondenza al fine utile, che s'inizia con la definizione dei temi e prosegue analiticamente con la fisiologia architettonica, ossia con la determinazione dei vari elementi secondo la loro funzione, si ha il diretto riflesso dell'esigenze della vita, mosse a loro volta dalle condizioni permanenti o mutevoli dei singoli luoghi.>> Da G.Giovannoni, Architettura, [ad vocem], Enciclopedia Italiana, G. Treccani, Roma 1929 Giovannoni definisce, cos, l'architettura quale unione dei caratteri strutturali con quelli formali, testimonianza dellinterazione degli uomini con il proprio ambiente. A sinistra, tavole con esempi lottizzazioni e tracciati stradali, da G. Giovannoni, Costruzioni civili, in, L'arte moderna del fabbricare, vol. III, parte II, ed. Vallardi, Milano, s.d. [1912 ca], tav. I-V.

A sinistra, G. Giovannoni, quartiere della Societ Cooperativa Case ed Alloggi per impiegati in Roma; destra la Tavola XXV con esempi di case a schiera. Da G. Giovannoni, Costruzioni civili, in, L'arte moderna del fabbricare, vol. III, parte II, ed. Vallardi, Milano, s.d. [1912 ca].

Gustavo Giovannoni. A sinistra in alto e a destra, Complesso degli edifici per le societ riunite Fabbriche del ghiaccio e Ditta F. Peroni Nuova fabbrica di birra, Roma, via Bergamo, 1909. In basso, Gustavo Giovannoni. Casa Giovannoni, Roma, via S. Martino ai Monti, 1911 (?).

A sinistra, in alto, R. DAronco, Ambasciata italiana a Therapia sul Bosforo, 1905; in basso, casa Djemil Bey a Erenkeuy, progetto di ingrandimento e riforma della casa esistente, 1904. a destra, in alto progetto di concorso per il cimitero di Mantova, 1903, cappella <<B>>; in basso, chalet sulle alture di Yenikeuy, sul Bosforo, 1904. Da M. Nicoletti, Larchitettura liberty in Italia, Laterza, Roma-Bari 1978, figg. 144-147.

Raimondo DAronco, (da sinistra a destra, dallato) casa Fahary Bey ad Anadol Hissar, 1904; nuova casa di Djemil Bey a Erenkeuy, 1905; casa Mehemed Sadik effendi a Kener-Yolu, 1904. Da M. Nicoletti, Larchitettura liberty in Italia, Laterza, Roma-Bari 1978.

Giorgio Wenter Marini, Trento, sistemazione della localit detta dei Muredei, da Livo Santacroce, Uno studio di edilizia dellArch. Giorgio Wenter Marini, in Architettura e Arti Decorative, 1921-22, fasc.6, pp. 572-77.

Giulio Ulisse Arata, progetti di ville da, Larchitettura di G. U.. Arata, Bestatti e Tumminelli, Milano s.d.

A sinistra, edificio al Trionfale II di I. Sabbatini (1919-22); a destra, progetto di villa di G.U.Arat da, Larchitettura di G. U.. Arata, Bestatti e Tumminelli, Milano s.d.

Giulio Ulisse Arata. Rilievi preparatori per un volume mai edito sullarchitettura rurale laziale. Piacenza, Archivio Arata. Da F. Mangone, Storia, progettazione e restauro nella parabola culturale di Giulio Ulisse Arata: una dialettica ambigua, daRestauro tra metamorfosi e teorie, a cura di S. Casiello, Electa, Napoli 1992, pp.173-202. G. Arata, Arte Rusticana Sarda, I, II, III, Dedalo Rivista dArte diretta da U.Ojetti, 1921- 22, anno I e II, Roma. Lo studio documenta le ricerche di Arata sul patrimonio folkloristico sardo, dall'arte del merletto a quella del costruire. Particolarmente significativo quanto sostiene lAutore nella descrizione dei: <<Casolari rustici e delle costruzioni rurali, di agreste bellezza, costruite senza sforzi e accostate le une alle altre senza regole fisse e senza impacci di tradizione, ma solo guidate dalle facolt naturali dell'intuizione, e molte architetture casuali formulate con una valutazione esatta di tutti gli elementi statici, hanno linee cos schiette, suggestive semplici e logiche che, ambientate e messe in rapporto con i bisogni attuali possono dare risultati ottimi di comodit e di benessere, pur mantenendo vitali quei caratteri etnografici che dell'architettura contraddistinguono l'origine.>>

Giulio Ulisse Arata, rilievi preparatori per il volume Larchitettura arabo-normanna e il Rinascimento in Sicilia, a sinistra, ricostruzione di una finestra di Palazzo Marchesi a Palermo; a destra, ricostruzione della finestra del primo piano del Palazzo Corvaja a Taormina. Piacenza, Archivio Arata. Da F. Mangone, Storia, progettazione e restauro nella parabola culturale di Giulio Ulisse Arata: una dialettica ambigua, daRestauro tra metamorfosi e teorie, a cura di S. Casiello, Electa, Napoli 1992, pp.173-202.

Giulio Ulisse Arata, in alto a sinistra, primo progetto per la Banca Popolare Piacentina in piazza Cavalli a Piacenza, Piacenza Archivio Arata. In basso a sinistra, situazione preesistente. Si noti il palazzo del Collegio Notarile, da demolirsi nel primo progetto, ma successivamente conservato e restaurato da Arata. A destra, restauro delle Case Baroni a Piacenza. Il cortile interno con frammenti antichi inseriti in una nuova progettazione ambientata. Da F. Mangone, Storia, progettazione e restauro nella parabola culturale di Giulio Ulisse Arata: una dialettica ambigua, daRestauro tra metamorfosi e teorie, a cura di S. Casiello, Electa, Napoli 1992, pp.173-202.

G. Giovannoni, progetto di Palazzetto Torlonia, a via Tomacelli, 19081909, Roma Archivio Centro Studi per la Storia dellArchitettura. Il Barocco costituisce il paradigma di riferimento di quello stile che si diffonde a Roma negli anni '20 del Novecento, definito "barocchetto", interprete di una pratica progettuale varia e versatile, improntata ad un carattere di raffinato decoro borghese. Il tessuto edilizio romano, infatti, : << [] Costituito in particolar modo dagli innumerevoli esemplari di architettura minore dell'epoca detta barocca: opera quasi sempre di maestri modesti e ignoti, ricca di fogge, variata nei dettagli, ingegnosa nelle soluzioni e soprattutto largamente e intensamente borghese, e alla quale perci i tempi nostri e i gusti contemporanei ci fanno sensibili>>. Da, AA.VV., LArchitettura Minore in Italia LArchitettura Minore a Roma tra 500 e 800, Roma s.d. [1928]. Anticipata dagli studi di Giulio Magni (G. Magni, Il barocco a Roma nellarchitettura e nella scultura decorativa, Crudo, Torino, 1911), la rilettura dellarchitettura del Sei/Settecento costituisce, per ledilizia romana, unalternativa alluniformit neocinquecentesca della Capitale umbertina. Questa riscoperta del barocco preceduta dalle pubblicazioni di storici dellarte stranieri come H. Wlffin, Reinaissance und barock, Mnchen 1888 e A. Riegl, Die entstehung der barockkunst in Roma, Wien, 1908. I riferimenti allarchitettura barocca si arricchiscono di diverse declinazioni grazie alla diffusione della rivista dellAssociazione Artistica fra i Cultori di Architettura: "Architettura e Arti Decorative", fondata nel 1921 e diretta fino al 1927 da G. Giovannoni. La rivista, infatti, contribuisce a definire i caratteri costruttivi e rappresentativi della tradizione romana, alimentando parallelamente la conoscenza e linteresse per la cultura internazionale. Una testimonianza del tentativo di una parte dell'ambiente professionale romano - quella pi sensibile all'insegnamento di Giovannoni - di trovare, attraverso lo studio degli elementi dell'architettura italiana e straniera, una via d'uscita alla crisi dell'eclettismo.

Cesare Bazzani, in alto a sinistra, studio per la sistemazione del fianco di Santa Maria della Vittoria di Roma; in basso e a destra progetto del Ministero della Pubblica Istruzione di Roma

Mario De Renzi, Luigi Ciarrocchi, case per i dipendenti del Governatorato di Roma a piazza Mazzini, 1928. Una versatilit testimoniata anche da architetti come Enrico Del Debbio che costruisce tra il 1924 - 1925 una serie di villini, nel quartiere di piazza d'Armi o Pietro Aschieri che realizza la sua palazzina a piazza della Libert (1929) come semplificazione formale di disegni preliminari espressamente neo barocchi. Cos come Gino Capponi che, nella palazzina al Lungotevere Arnaldo da Brescia (1928), attraverso semplici concavit delle superfici murarie rivestite in travertino, manifesta un debito per la scenografica ricchezza dell'edilizia settecentesca, caricandola di suggestioni metafisiche. Per questa ragione risulta difficile e contraddittoria qualsiasi classificazione basata sull'esame sincronico degli interventi di questi anni, infatti, si pu notare come, in una sorta di percorso circolare, si arrivi al recupero della tradizione archeologica. <<Al barocchetto della citt giardino Aniene e della Garbatella si andranno man mano sostituendo altre valenze linguistiche, legate pi all'idea di romanit che allo spirito un poco paesano dei romanisti, anche sulla scorta delle ricostruzioni compiute da I. Gismondi dell'architettura di Ostia Antica e pubblicate da "Architettura e Arti Decorative" nel 1923" .>> Da Giorgio Ciucci, Il dibattito sullarchitettura e la citt fascista, in Il Novecento, Storia dellarte italiana, Einaudi, Torino 1982, p. 321. Le ricostruzioni di I. Gismondi avranno un rilievo non indifferente per le nuove coordinate architettoniche preannunciando un processo di recupero archeologico che trova esempi rappresentativi nelle Case per i Dipendenti del Governatorato di M. De Renzi (1927-31) a via Andrea Doria o negli edifici dei Bagni Pubblici e nel Cinema-Teatro di I. Sabbatini alla Garbatella (1926-27). Il paradigma di riferimento rimane comunque Roma che interpretata nei suoi diversi caratteri si offre come strumento di legittimazione operativa. Nelluso della storia si definisce una disciplina progettuale che integra alla curiosit intellettuale e al senso del mestiere, lironia del confronto. La tradizione locale romana continua, cos, ad affermare la sua vitalit attraverso la messa a punto di un catalogo di componenti praticamente infinito, in grado di rispondere in forme complesse e sofisticate alle domande di un mercato in via di espansione.

11. Progetto per padiglione Associazione Artistica Cultori di architettura, 1908, acquerello, mm. 390x544, inv. GS 11610. Vincenzo Fasolo, Concorso dellAssociazione Artistica dei cultori darchitettura - XXX ottobre 1908- LUCA DELLA ROBBIA, progetto per un Padiglione di Esposizione di una fabbrica di ceramiche. Francesco Giovanetti, Francesca Romana Stabile, Vincenzo Fasolo. Primato del disegno e dellAmbientismo, da Bollettino dei Musei Comunali di Roma, XVIII, 2004, pp.129-155.

Vincenzo Fasolo, Esposizione di Valle Giulia, Roma 1911. Dettaglio della Sala dellAssociazione fra i Cultori di Architettura (Arch. Vincenzo Fasolo),

Vincenzo Fasolo, scuola elementare al Lungotevere Tordinona, da Vittorio Morpurgo, Gli edifici scolastici e la Minerva, Architettura e Arti decorative, 1921-22, fasc. 4, p. 370. Stile e Ambiente costituiscono i necessari termini per comprendere il profilo di Vincenzo Fasolo; Edilizia intesa: <<[] non come architettura del singolo edificio, ma come subordinazione dellelemento architettonico a una fisionomia generale di una strada, di una piazza, come visione unitaria nella composizione dei quartieri e delle citt [1]>>. In questa coralit compositiva trova espressione il suo concetto di ambientamento: <<Se al concetto di ambientamento si attribuisce un senso pi esteso, in quanto significhi, non gi accordo per ripetizione di forme simili ma, misura ed equilibrio nella composizione di masse, di volumi, di ritmi di pieni e di vuoti, costanza di moduli e di scala, intonazione di colore e di materiale, richiamo e relazione con gli elementi e gli aspetti tradizionali fondati sulla penetrazione di ci che in essi vi di spirituale, di espressivo, di significativo, quanto a carattere e continuit di vita (e questa espressa non solo dalle maggiori opere, ma anche dalle minori) se per quanto si riferisce allo stile di nuove composizioni urbanistiche noi sapremo conservare alcuni andamenti caratteristici delle precedenti, se, dico, questi limiti saranno presenti, possiamo guardare la nuova esperienza, con fiducia nei risultati atti a conservare anche nell'apporto del nuovo l'unit estetica della nostra citt, la nostra impronta. [] [2]>>.
[1].

V. Fasolo, Edilizia Nuova, estratto in <<Atti della Societ Italiana per il progresso delle Scienze>>, Roma 1932, p. 3. [2]. Ibidem, pp. 15-16.

Vincenzo Fasolo, scuola elementare al quartiere Appio. Da Vittorio Morpurgo, Gli edifici scolastici e la Minerva, Architettura e Arti decorative, 1921-22, fasc. 4, p. 360.

Ettore Fagiuoli, progetto di casa in Roma (via Emilia) da, Marcello Piacentini, Architetti contemporanei. Ettore Fagiuoli, in Architettura e Arti Decorative, I,1921-22, fasc. 5, pp. 459-460

Marcello Piacentini,progetto vincitore del Concorso per il nuovo edificio dellIstituto Nazionale per lIstruzione professionale in Roma, da Architettura e Arti Decorative, 1921-221, fasc. 2, p. 190. Afferma Marcello Piacentini: <<Sono insomma le antiche leggi delle grandi architetture del passato che ritornano, [] condannando per sempre quell'architettura caotica e affastellata, plebea [] dalle mille insulse invenzioni di stili effimeri come il floreale. [] Noi dobbiamo trovare nel "nostro" passato, e pi ancora nei nostri Paesi, i principi fondamentali permanenti. [] La parola d'ordine sar "un ritorno al ritmo ed all'equilibrio classico" e per i temi minori un ritorno all'architettura "rustica", naturale e "senza stile", le villette campestri nude e linde, pur nella loro espressione>>. Da, Marcello Piacentini, Il momento architettonico all'estero, "Architettura e Arti decorative", 1921-22, fasc.1, pp. 32-76. In questo articolo, l'autore elenca i diversi stili presenti nel panorama architettonico straniero; dallo stile coloniale, derivante dall'impero inglese, allo stile delle missioni (mission styl) il cui parallelo lo stile italiano ispirato alle nostre modeste costruzioni rustiche, di gusto squisito e arte garbata. Segnalando il Portogallo parla di architettura domestica, dell'Inghilterra di architettura dell'home, mentre riguardo la scuola Bavarese sottolinea come carattere peculiare, l'ambientismo di T. Fischer, che si propone di studiare ciascun problema estetico puramente dal lato dell'ambiente, anzi della localit nel quale un nuovo edificio deve sorgere.

Giovanni Muzio, C Brta, Milano 1922. Muzio propone: <<Il rifiuto di ogni internazionalismo linguistico in nome del culto della "propria" storia e la citt del passato "organismo ricco di tradizioni, pieno di memorie" che diventa il segno tangibile delle civilt pi antiche, la traccia lasciata nell'impronta planimetrica, l'eredit dei propri progenitori, da raccogliere perch un prospero periodo si inizi oggi per l'arte.>> Da, L'architettura a Milano intorno all'Ottocento, "Emporium", maggio 1921. G. Muzio, con AlpagoNovello e G. Ponti presidente della sezione milanese dell'Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura che si costituisce in seguito dello scioglimento della locale Sezione della Federazione degli Architetti. Cfr., N.d.R (Carlo Cecchelli), "Architettura e Arti Decorative", 1925-26, vol.I, fasc.6, pp. 287-88. La nota redazionale d notizia della costituzioni di altri sodalizi dellAssociazione: a Bologna; a Firenze in relazione alla nascita della Scuola Superiore dArchitettura (presidente: Fagnoni); a Napoli (presidente: G.Chierici).

Gino Capponi, Palazzina al lungotevere Arnaldo da Brescia, Roma 1928. Da Paola Cortese, Isabella Sacco, Giuseppe Capponi (1893-1936), Gangemi, Roma 1991.

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