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• Liberazione del testo, dalla dimensione del tempo - spariscono tutti quei connettori tipo:
poi; dunque, bensì, o meglio tutte quelle parole che danno un senso di continuità.
• L'isolamento del testo dallo spazio - acquista un importanza primaria il presente. In
relazione a questo non è un caso che i primi supporti che sono stati pensati come ipertesto,
sono stati le enciclopedie, dove non esisteva un filo narrativo.
• L'emancipazione della forma grafica dal significato: le parole possono essere parole
chiave o concetti - se viene vista come concetto, fa riferimento a un significato preciso. Se
invece viene vista come parola chiave, è semplicemente una chiave di classificazione che
serve ai motori di ricerca, quindi non fa riferimento al concetto, ma all'insieme grafico dei
caratteri.
Pubblicato da Tommy a 8.03 Etichette: Logica ipertestuale 0 commenti Link a questo post
La scrittura nella tarda maturità della stampa
La rivisitazione dell'oralità:
Bolter sostiene che oggi ci troviamo in una fase che lui chiama tarda maturità della stampa, poiché,
sostiene l'autore, anche oggi, nonostante l'avvento della scrittura elettronica, non abbiamo ancora
superato la fase del testo fisso inteso come codice, affermando che ogni nuova tecnologia è
un'evoluzione di quelle precedenti (passato e futuro sono legati) come una sorta di continuo remix,
o come la chiama Bolter, RI-Mediazione, la scrittura elettronica non sarebbe altro che una ri-
mediazione della tecnologia precedente ossia la stampa a caratteri mobili. (approfondiremo il
concetto di ri-mediazione in un secondo momento).
L'autore, nel suo libro lo "spazio dello scrivere" , nell'esaminare i vantaggi , svantaggi e
caratteristiche dell'ipertesto, propone una rivisitazione della cultura orale, e in particolare della
forma dialogica, trovando dei punti in comune, tra cultura scritta e cultura orale, nonostante oggi si
tende a contrapporle.
Se riflettiamo bene infatti la cultura orale conserva le sue caratteristiche più importanti proprio
nell'ipertesto e cioè:
• Dinamicità
• Flessibilità
• Riconfigurabilità
• Evoluzione del testo
Ma l'anello mancante, che congiunge oralità e scrittura è senza dubbio la logica associativa.
In questa rivisitazione dell'oralità, Bolter, esamina, per poi porre come esempio i cosiddetti dialoghi
platonici:
I dialogo Platonico tende a conciliare la permanenza dello scritto con la duttilità della
conversazione. Ogni dialogo è la ricostruzione di una discussione filosofica. Per Platone tale
discussione doveva essere viva, capace di volgersi in ogni direzione per affrontare un problema; e il
dialogo sembrava possedere queste caratteristiche. In questo senso Platone, adotta un approccio
ipertestuale perché rinuncia, in parte, al controllo del testo, limitandosi a riferire le conversazioni tra
Socrate e i suoi discepoli, nella speranza che questa rinuncia gli avrebbe permesso un controllo più
sofisticato dell'esperienza del lettore. Quindi maggiore interazione, rinunciando sebbene in
minima parte alla linearità del testo.
Nonostante questa visione interessante che Bolter ci propone, nello stesso tempo ci fa notare alcune
differenze importanti tra chi ascolta e chi legge , o meglio tra lettore e ascoltatore:
• L'ascoltatore si limita a lasciare che le parole lo raggiungano mentre il lettore deve far
scorrere le parole. Poiché leggere vuol dire attivare elementi verbali nel tempo.
• è più difficile ingannare il lettore che l'ascoltatore, perché il lettore può interrompersi in
ogni momento, riflettere e verificare il contenuto di parti precedenti del testo.
Il concetto di ri-mediazione:
Abbiamo detto che Bolter, nel suo libro "Lo spazio dello scrivere" afferma che ogni tecnologia è un
evoluzione di quella precedente, un concetto che egli chiama principio di Ri-mediazione. Ma che
cos'è la Ri-mediazione?
In Europa occidentale il passaggio dal codice al libro a stampa fu un ulteriore riconfigurazione, alla
quale ultima in ordine di tempo - si aggiunge ora quella legata alla scrittura elettronica. Ciascuna di
questa transizioni può essere chiamata Ri-mediazione. Nel senso che un medium nuovo prende il
posto del medium in uso, ereditando e insieme riorganizzando le caratteristiche di scrittura del
vecchio medium e riformando il suo spazio culturale. La ri-nediazione è una fase di competizione
culturale tra due o più tecnologie della comunicazione.
In questo senso possiamo dire che ogni tecnologia è nello stesso tempo un omaggio ma anche un
oltraggio a quella precedente. Ad esempio il world wide web, è il frutto dell'assimilazione e Ri-
mediazione di quasi tutti i precedenti media visivi e testuali, (tv, radio , cinema, stampa).
Ri-mediazione a ritroso:
Sebbene anche un libro possa contenere immagini, esso ha quasi sempre regalato in posizione
marginale e sussidiaria il materiale iconografico. Al contrario, nel www le immagini hanno spesso il
predominio. Da questo punto di vista possiamo affermare che il web è una ri-mediazione delle altre
tecnologie visive precedenti (fotografia, tv e cinema). La tarda maturità della stampa è una fase più
visiva che linguistica. Ma cosa sta accadendo in tale contesto, alla tecnologia della stampa e al
testo scritto?
Sta accadendo che si sta assistendo a un processo di "ri-mediazione simmetrica" cioè le
tecnologie meno recenti ri-mediano a loro volta quelle più recenti. Nel xx secolo infatti, la
tecnologia digitale ha riconfigurato la prassi della stampa: la stampa digitale sembra propizia al
pluralismo delle forme e dei contenuti. Il computer colloca i procedimenti della stampa alla portata
anche di piccoli gruppi, e perfino dei singoli. La ri-mediazione si esprime in due modi: libri
stampati, riviste e giornali stanno cambiando visivamente e tipograficamente e si stanno dotando di
una grafica pià elaborata; lo stesso testo scritto si sta trasformando, dovendo rispecchiare la potenza
culturale dell'immagine e cercare di tenerle testa. Quindi i media vecchi e quelli nuovi non fanno
altro che ri-mediarsi a vicenda.
Ipermediatezza e trasparenza:
A partire dal rinascimento, la nostra cultura ha coltivato due attese opposte nei confronti dei media
visivi: da un lato la trasparenza del'oggetto che vede il medium come una finestra (es. pittura
prospettica). In occidente artisti e fruitori di media visivi hanno generalmente guardato alla pittura
prospettica, alla fotografia, alla realtà virtuale, al cinema, come media trasparenti.
D'altra parte non sempre artisti e fruitori desiderano che il medium si renda invisibile. A volte
desiderano essere consapevoli anche del medium,e perfino percepire il medium più ancora del
contenuto che trasmette, in questo caso diremo, che essi mirano all'ipermediatezza. tra i nuovi
media digitali. il www è quello più spesso caratterizzato dall'ipermediatezza.
Il lavoro di ri-mediazione in qualunque medium si fonda dunque, su due strategie apparentemente
contrapposte (immediatezza e trasparenza): A volte l'artista cerca di cancellare nel proprio lavoro le
tracce del medium precedente e di convincerci che l'opera realizzata nel nuovo medium offre una
rappresentazione molto più diretta del mondo. Altre volte, il medium precedente è rievocato e
perfino posto in primo piano. La prima strategia è quella dell'immediatezza trasparente, la
seconda dell'ipermediatezza.
Con ipertesti e ipermedia, le oscillazioni tra guardare e guardare attraverso, tra trasparenza e
ipermediatezza appunto, diventano una caratteristica importante e decisiva del moderno spazio dello
scrivere.
Scrivere il sè e scrivere come analisi:
Se la tecnologia dello scrivere ha sempre avuto una qualità riflessiva, permettendo agli scrittori di
vedere se stessi in ciò che scrivevano. I popoli alfabetizzati giunsero a guardare alle loro tecnologie
di scrittura come una metafora del pensiero, ma anche come alla sua principale concretizzazione. La
mente diventa una superficie di scrittura e il pensiero l'attività di scrivere su tale superficie.
Le tecnologie dello scrivere partecipano alla nostra continua ridefinizione culturale del sè, della
conoscenza e dell'esperienza. I nuovi media dipendono da precedenti definizioni del sè incorporate
in precedenti media. Scrivere quindi è anche un processo di analisi. Lo studioso Walter Ong ha
sostenuto che lo scrivere sia una rappresentazione e un estensione del naturale processo di pensiero.
Elenca una serie di caratteristiche che differenziano la mente orale da quella alfabetizzata.
Quest'ultima sarebbe analitica, l'altra aggregativa. La mente alfabetizzata sarebbe obiettiva, mentre
quella orale non potrebbe staccarsi dal proprio contesto. La scrittura ha quindi facilitato, la
scoperta delle relazioni logiche e la subordinazione di un'idea a un'altra. Inoltre le forme di ri-
mediazione elettronica ci danno la possibilità di ridefinire gli ideali culturali ereditati dalla
comunicazione stampata. Una di queste è il venir meno alla distinzione tra letteratura d'elite e
popolare. In più, la scrittura elettronica è più varia e democratica, perchè diversamente dalla stampa
permette la diffusione dei testi senza l'intervento dell'autorità.
Ogni particolare tecnologia dello scrivere,a partire dal rotolo di papiro, fino ad arrivare alla video
scrittura è stata usata per definire una relazione di volta in volta diversa tra la parola scritta e
l'identità dello scrittore. I nuovi media dipendono da precedenti definizioni del sè incorporate nella
stampa e in precedenti media visivi; il sè elettronico è una versione ri-mediata del sè stampato,
cinematografico e televisivo. Per molte persone, la scrittura elettronica è avviata a diventare uno
spazio più autentico e appropriato della stampa per l'iscrizione del sè.
Nei decenni passati, la metafora della scrittura elettronica è stata pplicata a due visioni molto
diverse della mente e del sè. La prima versione della metafora trattava l'ipertesto come iscrizione
del pensiero razionale, addirittura cartesiano. La tesi implicita era che l'ipertesto potesse meglio
rappresentare la mente razionale o facilitare i suoi processi associativi.
Mentre la stampa mascherava queste qualità naturali del pensiero, l'ipertesto le rendeva trasparenti.
La seconda versione, ora prevalente, non è interessata alla scrittura elettronica in quanto strumento
di pensiero razionale, ma come riflesso dell'identità post-moderna, che appare frammentata e in
perpetuo cambiamento. Il carattere riflessivo della scrittura è così sottolineato: scriviamo sia per
esprimere, sia per scoprire e condividere ciò che siamo, e nell'età post-moderna la nostra identità
scritta è come l'ipertesto, dinamica, flessibile e contingente.
L'èkphrasis:
Nella retorica antica, la capacità del testo scritto di riprodurre esperienze sensoriali era chiamato
èkphrasis: esso vuole dimostrare che si possono descrivere scene vivide con le parole. Con i media
digitali è possibile un èkphrasis alla rovescia, dove le immagini e le animazioni tendono a
surrogare le parole. Questi due procedimenti sono manifestazioni di quello che Krieger chiama
desiderio del segno naturale. Ed è proprio questo ingenuo desiderio a indurci a preferire
l'immediatezza dell'immagine alla mediazione del codice, mentre cerchiamo un referente reale, che
renderebbe trasparente il segno. Da questo punto di vista ci accorgiamo che ancora una volta i
media elettronici ri-mediano delle tecnologie precedenti come la pittografia - caratterizzata proprio
dall'immediatezza. Oggi infatti si parla di pittografia elettronica - un testo elettronico può prsentarsi
come un insieme di segni alfabetici misti a elementi grafici, che hanno l'aspetto di un ufficio ben
organizzato, dove i file da eliminare vanno in un metaforico cestino.
Pubblicato da Tommy a 8.02 Etichette: Logica ipertestuale 0 commenti Link a questo post