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La Modellatura in carta negli esempi di Agesilao Flora*


Il catalogo delle opere e alcune attribuzioni
di
Salvatore Pietro Polito

Nell’ambito della letteratura specifica non ci sono studi storici, analisi critico-interpretative,
cataloghi delle opere o ricerche sistematiche che illustrino l’attività di Agesilao Flora
“cartapestaio”.
In un’essenziale biografia in cui se ne traccia, in generale, il percorso artistico, si dice che fosse
celebre “più come valente decoratore e apprezzato paesaggista che come cartapestaio”, la cui
produzione era “solo marginalmente conosciuta e spesso confusa con quella più nota di Luigi
Guacci”.1
Per comprendere il percorso artistico del Flora cartapestaio è necessario partire dai rapporti che
egli ebbe sia con il vecchio maestro della cartapesta Achille Lucrezi sia con Luigi Guacci.
Il Lucrezi si formò prima a Lecce con Francesco Calabrese e Tommaso Magliola poi, intorno
alla metà dell’Ottocento, tra Napoli e Roma. 2 Ritornato a Lecce trasformò il negozio di
barbiere “in bottega di Statuaro” facendola divenire il “semenzaio degli artisti di plastica
cartacea”.3
Del Lucrezi, Pietro Marti scrisse come di persona piuttosto pratica e con un certo gusto, ma che
da “oltre un trentennio non ha aggiunto una sola linea alla scuola del Maccagnani”.4
Sul finire dell’Ottocento, dei numerosi cartapestai operanti a Lecce, Angelo Caggiula-Carlucci
denunciò la carenza di studi e la mancanza della “direzione artistica di una mente superiore”,
lamentando inoltre, nella statuaria prodotta, il ripetersi degli “stessi colori, le stesse forme
stereotipate, (…) alle volte anche la stessa vernice lucida per tutto il corpo (…)”.5
Entrambi auspicavano la necessità di un maestro innovatore ed incoraggiavano la fondazione
di “apposite scuole d’arti” che, come era accaduto a Norimberga dove la produzione
industriale di bambole era diventata una delle voci principali nell’economia cittadina,
avrebbero fatto la fortuna dell’intera città. 6
A segnare il cambiamento sarà Luigi Guacci, allievo di Eugenio Maccagnani e Giuseppe De
Cupertinis, al suo ritorno da Roma dove si era trasferito nel 1888 per migliorare la sua
formazione artistica presso il Regio Istituto di Belle Arti.
A Roma il Flora era già dal 1880, anche lui per completare la sua educazione artistica iniziata
con Giuseppe Sacconi, proseguita con Cesare Vaccari e Gaetano Koch,7 completata con
Domenico Bruschi, principale protagonista della pittura liberty che, dal 1880 con Giuseppe
Todeschi, teneva la cattedra di ornato proprio al Regio Istituto di Belle Arti. 8
A questo periodo risale l’amicizia tra il giovane Flora ed il diciassettenne Guacci, mediata dalla
frequentazione dei medesimi ambienti artistici.
1
* A mio padre che con il Flora collaborò…
ô
E.Pindinelli, Flora Agesilao (1863-1952), in C.Ragusa, Guida alla cartapesta leccese (a cura di M.Cazzato),
Galatina 1993, pp. 70-73
2
A.Lucrezi, Francesco Calabrese e i primordi della cartapesta in Lecce, “Rivista storica Salentina”, Anno XII,
nn. 9-12, Lecce 1920, p.195
3
L.De Simone, La plastica cartacea in Lecce, Lecce 1893, p.10
4
P.Marti, La Modellatura in carta, Lecce 1894, p.15. Giudizio inclemente quello del Marti considerato che la
Confraternita dei SS.Medici di San Pietro Vernotico spende nel 1879 la cospicua somma di 400 lire per le statue
dei Santi Cosimo e Damiano realizzate dal Lucrezi, in S.P.Polito, La cartapesta sacra a Manduria, Manduria
2002, pp.19, 20, nt.29
5
A.Caggiula-Carlucci, La cartapesta in Lecce, in “Numero unico per le feste inaugurali nel giugno 1898”, Lecce
1898, p.111
6
Ibi, p.112
7
Nipote del pittore Joseph Anton Koch, esponente di primo piano della corrente neorinascimentale dei Nazareni, a
Roma fu molto attivo negli anni compresi tra il 1816 e il 1829.
8
Bruschi Domenico, pittore (Perugia 1840-Roma 1910), in “Dizionario Enciclopedico Italiano”, vol. II, Istituto
dell’Enciclopedia Italiana, Treccani, Roma 1970, ad nomen
2

Nel 1891, quasi trentenne, il Flora si stabilisce a Lecce ed inizia a frequentare la bottega del
Lucrezi, “al vicolo dei Marescallo”, allora frequentata da artisti ed intellettuali, iniziando a
praticare l’arte della modellatura in carta. 9
Sei anni dopo anche il Guacci, “artista d’ingegno, di volontà e di studi”10, rientra a Lecce e
“da prima nell’Ospizio Garibaldi, poi organismo a se” fonda, nel 1898, l’Istituto d’arti
plastiche, compiendo “un ufficio di nobile educazione estetica”11
All’Istituto è attestata la presenza dell’amico Agesilao Flora che collabora, non si sa con quali
specifiche mansioni, alla neonata produzione statuaria in carta-pesta ed in plastica, nonostante
fosse impegnato ad eseguire una decorazione proprio sul soffitto di casa Guacci, come riferisce
un articolo di cronaca: “(…) a proposito di questo bravo pittore (…) non torna inopportuno il
parlare anche d’una decorazione che ultimamente egli ha fatto in un soffitto della casa dello
scultore Guacci. Il lavoro è tutto di carattere bizantino: nel centro vi è una figura stilizzata
chiusa da una ricca cornice, il cui toro intagliato racchiude un fregio frastagliato di ornati
sopra fondo d’oro mosaico. I lati sono arricchiti da archetti a sesto acuto, avente figure e
ornati: tutto l’assieme della decorazione è d’un intonazione fine e armoniosa. Insomma un
lavoro ben fatto, del quale facciamo le nostre congratulazioni a questo nostro artista, che in
genere di pittura decorativa è uno dei primi della Provincia”.12
La collaborazione cementa sempre più l’amicizia tra i due destinata a tramutarsi in rapporto di
parentela.
Infatti, dopo il matrimonio dell’amico “scultore” con Emilia Carlino, “possidente”, celebrato in
Lecce l’8 dicembre 1900, 13 nemmeno un anno dopo, il 30 novembre 1901, il “pittore” sposa,
previo consenso dei genitori di lei, l’appena diciottenne Anna Guacci, anch’essa “possidente”,
figlia di Giuseppe e Mariano Raffaela e nipote dell’amico Luigi. 14
La frenetica attività artistica di quegli anni non lo distoglie dall’idea di riproporre l’esperienza
dell’Istituto leccese a Gallipoli, come riferisce in una lettera inviata all’amico Guido Franco:
“avevo lire diecimila!!! comprai l’attuale stabile e mi (installai) qui, su questo scoglio!!!!
(…)”15 riferendosi al laboratorio di lavorazione della cartapesta sito sul bastione di San
Domenico, ritornando più volte a Roma per brevi periodi tra il 1907-08, con l’intento di
raccogliere informazioni utili per l’apertura di una vera e propria scuola professionale d’arte su
modello del Museo artistico industriale di Roma. Analogamente accadeva a Lecce per
iniziativa del Consiglio Comunale, presieduto dall’onorevole Giuseppe Pellegrino che, il 25
giugno del 1908, stanziava fondi per un progetto simile. 16
9
L’arte della Cartapesta, “Le cento città d’Italia illustrate-Lecce l’Atene delle Puglie”, Fasc. 57, Milano s.d., p.14
10
Caggiula-Carlucci, La cartapesta…cit., p.112
11
La Cartapesta di Lecce, “Natura ed Arte” 1905, 2, Ristampa anastatica del Catalogo Guacci del 1911, Alezio
2001
12
Due quadri, “Corriere Meridionale”, anno IX, 10 novembre 1898, p.1
13
Archivio Comunale Lecce, Stato Civile, Matrimoni, 1900, 8 dicembre, Atto n.178. L’anno millenovecento, addì
otto dicembre (…) sono personalmente comparsi Guacci Luigi di anni ventinove scultore, celibe, nato in Lecce,
residente in Lecce, figlio del fu Gaetano e della fu Perulli Vincenza (e) Carlino Emilia di anni ventisette,
possidente nubile nata in Lecce, residente in Lecce figlia di Giovanni, residente in Lecce e di Petruzzi Addolorata
(…). A quest’atto sono stati presenti Quarta Ferdinando di anni cinquanta, impiegato e Marangio Agostino di anni
cinquantuno, falegname entrambi residenti in questo comune. D’ora innanzi A.C.L. Si ringrazia il dirigente
dell’Anagrafe dr.Guido Antonio e la sig.ra Monaco Elisabetta per avermi facilitato la consultazione.
14
A.C.L., Stato Civile, Matrimoni, 1901, 30 novembre, Atto n.162. L’anno millenovecentouno, addì trenta
novembre (…) sono personalmente comparsi Flora Agesilao di anni trentotto pittore, celibe, nato in Latiano,
residente in Lecce, figlio del fu Vito e della fu Manni Maria Domenica (e) Guacci Anna di anni diciotto,
possidente, nubile nata in Lecce, residente in Lecce, figlia di Giuseppe, residente in Lecce e di Mariano Raffaela
(…). A quest’atto sono stati presenti Castrignanò Gino di anni ventuno, studente e Miali Matteo di anni trentotto,
insegnante entrambi residenti in questi comune.
15
Archivio Privato “Guido Franco”, Corrispondenza personale Flora-Franco, viaggiata Gallipoli-Lecce, maggio
1924
16
I Maestri della Règia Scuola Artistica Industriale di Lecce (1916-1950), (a cura di S.Luperto), Lecce 2005,
p.18. La prima sede provvisoria era consorziata con il vecchio ospizio Garibaldi, dov’era stato anche il Guacci,
poi definitivamente allocata nell’attuale sede dell’Istituto Tecnico Commerciale “Calasso”.
3

A coadiuvarlo nella sua attività, nell’organizzazione del laboratorio gallipolino e soprattutto nel
lavoro e nelle vendite, sarà la moglie “Annina” ed il cognato Eugenio Gaetano di professione
“plasticatore”.17
Nel 1910, finalmente, “con propri mezzi” fonda e dirige la Scuola d’arte applicata
all’industria, dove si insegna anche la lavorazione della cartapesta. La scuola, con 5 corsi, e
una sezione femminile conta 163 iscritti di cui 43 donne e 120 uomini. Tra questi Saverio
Guacci, cognato di Agesilao, allora appena undicenne. 18
A testimonianza e conferma della sua poliedricità artistica espone, nelle sale della scuola,
“alcuni lavori di gran pregio: riproduzioni d’avorio in stile etrusco, la Sacra famiglia del
Sansovino su sughero striato, una tigre ed una capra dal vero in terra cotta, un trittico con
cornice d’acacia e di spine e simboli angelicati”.19
La produzione dello stabilimento gallipolino include delicate figure presepiali, statuaria sacra,
altorilievi particolarmente pregevoli e perlopiù destinati ad una committenza ristretta e
facoltosa, bambole in carta-pesta. Quest’ultime, modellate in forme di bronzo, snodabili e con
occhi movibili in cristallo, erano prodotte indifferentemente negli stabilimenti di Gallipoli e
Lecce.20 (fig.1)
In che misura il Flora contribuì alla modellatura degli originali per i calchi occorrenti
all’Istituto d’arti plastiche ed al laboratorio gallipolino ad oggi non è documentato; si rivelano
utili, ai fini della comprensione e valutazione, alcuni calchi originali ancora esistenti. 21
Possiamo supporre che il Flora si sia limitato a modellare solo alcuni originali delle forme
prodotte e ad insegnare ai giovani apprendisti la tecnica della decorazione, elemento rilevante
per una produzione statuaria di qualità. I manufatti degli stabilimenti, è noto, difficilmente
erano prodotti da un unico artista, in quanto richiedevano sempre il concorso di diversi
artigiani. Alcuni modellavano, altri si occupavano dei decori, altri confezionavano accessori e
vestiti, altri ancora realizzavano le basi in legno.
La produzione rappresentata da soggetti sacri di medie e grandi dimensioni, comunque, era
realizzata in ugual modo in entrambi gli stabilimenti: a blocco unico mediante l’uso di calchi
per le parti anatomiche mentre, per i panneggi, con la tecnica dei fogli di carta grigia
sovrapposti e modellati su perni di legno o ferro, gessati e dipinti con tipologie decorative
scelte dalla committenza a seconda della somma a disposizione. 22
Le teste erano generalmente in carta, nei simulacri più grandi mentre, in quelli più piccoli in
terracotta; gli occhi -commissionati in Germania e comunemente utilizzati come protesi
oculari- erano in cristallo di varie dimensioni e colore a seconda del soggetto.
Attraverso l’analisi di alcune opere, tuttavia, si evince quanto egli sia rimasto ancorato agli
stereotipi della produzione “leccese” ovvero se ne sia discostato.
In particolare, la compunta espressione riscontrabile nella Santa Giovanna d’Arco del Guacci
(fig.2) non è ravvisabile nel medesimo soggetto del Flora conservato nel Museo Diocesano di
Gallipoli (fig.3), dove la Santa, in posa, ha più le fattezze di un giovane condottiero dal volto
sereno e lo sguardo imperturbabile, come nell’attribuibile San Giorgio della chiesa degli
Agostiniani a Melpignano. (fig.4)
17
Archivio Storico Comunale Lecce, Registro dei Nati, a.1890, atto n.412. Guacci Eugenio Gaetano, nato a Lecce
il 27 maggio 1890. Si ringrazia per la disponibilità la dirigente e il personale.
A.C.L., Anagrafe, Scheda Individuale Anagrafica: Guacci Eugenio Gaetano di professione Plasticatore. Abitante a
Lecce in Viale Gallipoli 26; Via R.Caracciolo 19; Via Domenico De Angelis 2. Contrae matrimonio a Gallipoli il
22 marzo 1914 con Picciolo Erminia. Muore a Lecce il 30 novembre 1957.
18
La Scuola Flora, “La Provincia di Lecce”, n.1, Lecce, 5 gennaio 1913, p.2; A.C.L, Registro dei nati, a. 1902
atto n.109, Guacci Saverio nato a Lecce nel 1902 e penultimo dei numerosi figli di Giuseppe Guacci.
19
Nella Scuola d’Arti e Mestieri, in “Corriere Meridionale”, anno XXIV, 23 gennaio 1913
20
Tali manufatti soppiantarono il commercio estero e, sebbene premiati in diverse Esposizioni, furono comunque
molto criticati da alcuni maestri della cartapesta, tra questi Giuseppe Manzo e Raffaele Caretta.
21
L”Associazione culturale “Gallipoli Nostra” ne conserva un certo numero con alcune antiche lastre fotografiche
che riproducono la prima produzione statuaria siglata dall’artista.
22
S.P.Polito, La Cartapesta Sacra…cit., p.50
4

I volti del Flora, infatti, sono caratterizzati dalla bellezza seducente e dolce che rammenta le
correnti figurative dei preraffaelliti e dei nazareni filtrate attraverso gli insegnamenti del
Bruschi. Anche i suoi colori imitano, nella chiarezza e nella luminosità, la tavolozza del
suddetto pittore; in altre parole è come se il Flora rifacesse in plastica cartacea ciò che il
Bruschi aveva fatto in pittura. 23
Il rimando a questo lo si può notare nell’altorilievo della Sacra Famiglia di proprietà privata e,
per certi versi, nell’altorilievo del San Luigi dell’omonima chiesa a Gallipoli. (figg.5-6)
Un’altra costante è nella ricerca dell’equilibrio cromatico come nell’attribuibile S.Anna e la
Vergine bambina, e dell’intensità espressiva dei tratti come nella Mater dolorosa entrambi nel
Museo Diocesano di Gallipoli. (figg.7-8) La raffigurazione della madre disperata per la morte
del proprio figlio è qui perfettamente in linea col fine dell’arte religiosa che vuole, attraverso le
immagini, veicolare l’essenzialità dei riferimenti spirituali e morali come nel gruppo della
Sacra Famiglia della Collegiata di Grottaglie, allorquàndo “nel 1915 l’arciprete don Giuseppe
Petraroli, presagendo che il futuro della società stava nella solidità e santità, minacciata da
tante leggi contrarie volle dedicare la cappella alla Sacra Famiglia ed il 3 Aprile di
quell’anno collocò nella nicchia il gruppo artistico di Gesù, Giuseppe e Maria opere di
Agesilao Flora di Francavilla Fontana (…)”24 e nel Sant’Antonio da Padova che la tradizione
gli attribuisce, presente nella omonima chiesa a Gallipoli, seppur alterato da ridipinture
posteriori che ne alterano la leggibilità. (figg.9-10)
A Lecce gli sono attribuite alcune delicate figure presepiali nella chiesa di San Giovanni
Evangelista, mentre il simulacro di San Gerardo Maiella, nella chiesa dell’Assunzione di
Maria Vergine (Santa Elisabetta), è accostabile, nei tratti, al San Luigi gallipolino.(figg.11-12)
Suscettibili di verifica risultano invece la Madonna della Pace, i bassorilievi raffiguranti le
Stazioni della Via Crucis,25 e la Santa Filomena, fatta oggetto di un inopportuno restauro che
ne ha distrutto irrimediabilmente i bei decori ed alterato l’originale cromìa. 26
Da un’indagine sulle opere in cartapesta inventariate a Taranto, Manduria, Latiano -sua città
natale-, Oria, Cellino San Marco, San Donaci, San Pancrazio, San Pietro Vernotico,
Torchiarolo, Lecce, Squinzano, Trepuzzi, Campi, Carmiano, Leverano, Salice Salentino,
Guagnano e nei territori di Casarano, Ugento e del Capo di Leuca, non si registrano tuttavia
opere firmate o prodotte dallo stabilimento gallipolino. 27
23
Tra il 1878 e il 1901 il Bruschi decora su commissione della Confraternita dei Disciplinati l'Oratorio della
SS.Annunziata a Perugia. Dapprima realizza la volta e l'abside; successivamente, tra il 1898 e il 1901, completa
l'opera con un ciclo pittorico dedicato ad alcune figure femminili della Bibbia. In queste è ravvisabile la
somiglianza con la produzione statuaria del Flora anche per l’esotismo dei particolari, come la presenza di tessuti
rigati tipici del folklore ebraico.
24
C.Occhibianco, Pagine sparse di storia grottagliese, Galatina 2007, p.22, fg.14, da G.Petraroli, Guida dell’Insigne
Collegiata di Grottaglie, dattiloscritto, inedito
25
G.De Simone, Tesori di carta. Le raffigurazioni sacre in cartapesta nelle chiese antiche di Lecce, Lecce 2002,
pp.184,185; I Repertorio della cartapesta a Lecce, (a cura di G.Giangreco), Lecce 2004, pp.304-306. Gli
altorilievi della Via Crucis sono firmati Pasquale Errico.
26
. S.P.Polito, Note per una storia della cartapesta in area brindisina, in La Chiesa del Purgatorio di Fasano, (a
cura di A.Latorre), Fasano 1997, p.173. L’attribuzione fatta dallo scrivente è suscettibile di verifica.
27
G.Berardi, La statuaria sacra in cartapesta nelle chiese di Taranto, Tesi di laurea, Università degli Studi di
Lecce, a.a. 2003-04; S.P.Polito, La Cartapesta Sacra…cit.; Le chiese e il patrimonio sacro (a cura della Biblioteca
Comunale di Latiano), Latiano 1993, t. I-II; T.Neglia, La statuaria in cartapesta delle chiese di Oria, Tesi di
laurea, Università degli Studi di Lecce, a.a. 2003-04; M.De Filippis,Catalogazione delle opere d’arte mobili dei
centri di: Cellino San Marco-S.Donaci-S.Pancrazio Salentino-S.Pietro Vernotico, Tesi di laurea, Università degli
Studi di Lecce, a.a. 1990-91; A.Nitti, Statuaria in cartapesta nelle chiese di S.Pancrazio Salentino, Manduria
1998; G.De Simone, Tesori di carta…cit.; I Repertorio della cartapesta…cit. (a cura di G.Giangreco); C.Campa,
La statuaria in cartapesta delle chiese di Squinzano e Trepuzzi, Tesi di laurea Università degli Studi di Lecce, a.a.
2004-05; Squinzano. Emergenze storico-artistiche (a cura del C.R.S.E.C. LE/37), Trepuzzi 2005; Sequela Christi.
Itinerari di spiritualità e frammenti di arte sacra a Campi Salentina nei secoli XVII-XX , (a cura di P.A.Vetrugno),
Lecce 1997; A.R.Polito, Catalogazione dei Beni mobili delle chiese di Carmiano e Leverano, Tesi di laurea,
Università degli Studi di Lecce, a.a. 1994-95; Salice Salentino. Emergenze storico-artistiche (a cura del
C.R.S.E.C. LE/37), Trepuzzi 2004; Guagnano. Emergenze storico-artistiche (a cura del C.R.S.E.C. LE/37),
5

Reputo pertanto, che il modellatore o la scuola si celino ancora tra i tanti Ignoti nell’ampio
repertorio della statuaria in carta.

Elenco delle immagini e didascalie


(fig.1) Esemplari di bambole in carta-pesta-A.Flora (foto di repertorio)
(fig.2) Santa Giovanna d’Arco-L.Guacci (foto di repertorio)
(fig.3) Santa Giovanna d’Arco-A.Flora (Museo Diocesano-Gallipoli)
(fig.4) San Giorgio (Chiesa degli Agostiniani-Melpignano)
(fig.5) Sacra Famiglia (Proprietà privata-Oria)
(fig.6) San Luigi (Chiesa di San Luigi-Gallipoli)
(fig.7) S.Anna e la Vergine bambina (Museo Diocesano-Gallipoli)
(fig.8) Mater dolorosa (Museo Diocesano-Gallipoli)
(fig.9) Sant’Antonio da Padova (Chiesa di Sant’Antonio da Padova-Gallipoli)
(fig.10) Esemplare di figura presepiale (Chiesa di San Giovanni Evangelista-Lecce)
(fig.11) Esemplare di figura presepiale (Part.)
(fig.12) San Gerardo Maiella (Chiesa Nuova o di Santa Elisabetta-Lecce)

Elenco delle opere prodotte, repertate o attribuite


1. Sacra Famiglia (Proprietà privata- fam. Andreotti-Oria-prodotta)
2. Santa Giovanna d’Arco (Museo Diocesano-Gallipoli-prod.)
3. Mater dolorosa (Museo Diocesano-Gallipoli-prod.)
4. San Luigi (Chiesa di San Luigi-Gallipoli-prod.)
5. Sacra Famiglia (Chiesa Matrice-Grottaglie-prod.)
6. Figure presepiali (Chiesa di San Giovanni Evangelista-Lecce- attribuite)
7. San Giorgio (Chiesa degli Agostiniani-Melpignano- attr.)
8. S.Anna e la Vergine bambina (Museo Diocesano-Gallipoli-attr.)
9. Sant’Antonio da Padova (Chiesa di Sant’Antonio da Padova-Gallipoli-attr.)
10. San Gerardo Maiella (Chiesa Nuova o di Santa Elisabetta-Lecce-attr.)
11. Madonna della Purità (Proprietà privata-attr.)
12. Immacolata (Proprietà privata-attr.)
13. La Visitazione (Chiesa del Canneto-Gallipoli-attr.)
14. Esemplari di Bambole (Associazione culturale “Gallipoli Nostra”-Gallipoli-foto di
repertorio)
15. Ecce homo (Associazione culturale “Gallipoli Nostra”-Gallipoli-ft. di rep.)
16. Sacra Famiglia (Associazione culturale “Gallipoli Nostra”-Gallipoli-ft. di rep.)
17. Santa Cristina (Associazione culturale “Gallipoli Nostra”-Gallipoli-ft. di rep.)

Trepuzzi 2002; P.De Nuzzo-G.Giangreco, La statuaria sacra in cartapesta nell’area di Casarano, Parabita 1999;
Simulacri sacri (a cura di R.Poso), Taviano 2000; F.Fersini, La scultura sacra cartacea nel capo di Leuca (secc.
XVIII-XX), Manduria 2001.

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