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Dalla responsabilit alla gestione dellevento

Definizione
di infortunio sul lavoro

DANNO ISTANTANEO
PROVOCATO DA CAUSA VIOLENTA IN
OCCASIONE DI LAVORO
(taglio, ferita, contusione)

2
Genesi
Dellinfortunio

affinche possa verificarsi un infortunio, occorre vi sia uno scambio


di energia tra luomo ed uno o piu elementi fisici.
lenergia puo essere prodotta da uno o da entrambi i soggetti

UOMO INFORTUNIO ENERGIA

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Genesi
Dellinfortunio

LERRORE GENERA LINFORTUNIO

Cause imputabili alluomo


Livello attenzionale Livello automatico
quando una mansione non e nota, la mansione e nota, addirittura
si tende a ricondurla ad una nota. ripetitiva
cio comporta lapplicazione di modalita cala il livello di attenzione
inadeguate alla nuova situazione convincimento che lazione possa essere
errore che genera infortunio ripetuta abbassando, via via, il livello di
causa dellerrore e linsufficiente prevenzione
informazione, formazione, esperienza. esempio: Utilizzare una macchina utensile
esempio: Differenze nella disposizione e eliminando via via i ripari mobili e fissi
nella conseguente funzione dei comandi di perch il livello automatico fa rientrare la
2 macchine affini, ma differenti misura preventiva nel novero delle azioni
inutili.
Ci porta alla svista.
SVISTA = situazione non (pi) vista

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Genesi
Dellinfortunio

LERRORE GENERA LINFORTUNIO

Cause imputabili allambiente a alle attrezature


Organizzazione del lavoro e Conformit attrezzature
ambienti
quando il lavoro non gestito in Lattrezzatura presenta dei pericoli.
modo opportuno e le condizioni di Attrezzature, impianti e macchinari non in
lavoro non sono ottimali. conformit CE, danneggiate, con scarsa
Scarsa attenzione per ritmi di lavoro, turni e manutenzione o manomesse.
periodi di riposo. Esempio: la macchina permette il contatto
Mancanza di procedure chiare e scarsa con organi in movimento, a cuasa di una
sorveglianza. cattiva progettazione o a causa della
Condizioni degli ambienti di lavoro non rimozione di un riparo.
coformi.
Esempio: scarsa illuminazione, eccessivo
rumore, disordine e ritmi di lavoro non
modulabili.
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Prevenzione
Modalit di prevenzione e controllo attivo

Valutazione dei rischi - controllo dei near miss


Una attenta valutazione dei rischi imprescindibile per ottenere unlivello di sicurezza
elevato allinterno della azienda.
Occorre avere un approccio diverso a seconda delloggetto dellindagine.
Esistono diversi modi di procedere per l'analisi dei pericoli e la stima dei rischi.
Tutte le metodologie utilizzate nella valutazione del rischio corrispondono sostanzialmente a
sistemi di identificazione e valutazione dei problemi.
Ogni metodo stato sviluppato per applicazioni particolari.

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Prevenzione
Modalit di prevenzione e controllo attivo

metodo deduttivo e metodo induttivo

Nel metodo deduttivo, si ipotizza l'evento finale (incidente) e si ricercano gli eventi e le
cause che hanno provocato l'evento finale. (analisi ad albero dei guasti)

Nel metodo induttivo, si ipotizza e si valuta la frequenza e la conseguenza del guasto di un


componente o la deviazione di un processo. L'analisi successiva identifica gli eventi che tale
guasto potrebbe verificare e si arriva a conoscere il possibile incidente. (analisi dei modi di
guasto e dei loro effetti o analisi ad albero degli eventi)

Le tecniche impiegate sono generalmente, qualitative; ma, aumentando la complessit delle


situazioni da valutare si rendono necessari metodi quantitativi.

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Prevenzione
Modalit di prevenzione e controllo attivo

Metodi quantitativi:

si basano sullanalisi quantitativa del rischio R = f(P,D), in cui:


- la funzione f tiene conto della maggior parte dei parametri che intervengono nella nascita e
nello sviluppo del rischio, quali: fattore umano, materiali, macchina, processo e ambiente;
- vengono considerati, oltre alla probabilit di accadimento e gravit del danno, anche altri
fattori quali: estensione del danno, frequenza e durata di esposizione, possibilit di evitare o
limitare il danno, ecc.
Tale tipologia di valutazione viene effettuata quando si vuole valutare il rischio in modo
molto dettagliato e analitico, lasciando poco spazio alla soggettivit del valutatore.

Metodi qualitativi:

non utilizzano espressioni matematiche del tipo R = f(P,D) per valutare i diversi rischi, ma
effettuano unanalisi qualitativa verificando la conformit alle norme vigenti. Il punto di arrivo
un giudizio qualitativo della situazione che si sta valutando.

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Prevenzione
Modalit di prevenzione e controllo attivo

Metodi semi-quantitativi (o semi-qualitativi):

si basano su unanalisi quantitativa, in cui il rischio R=f(P,D), ma con approccio


leggermente semplificato. I dati a disposizione sono quelli rilevati al momento dellindagine
ed i parametri di confronto sono quelli che prescrivono le norme tecniche, dipendenti sempre
dalla probabilit di accadimento e del danno conseguente.

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Prevenzione
Modalit di prevenzione e controllo attivo

Controllo dei near miss


Si definisce near miss o quasi infortunio qualsiasi evento, correlato al lavoro, che avrebbe
potuto causare un infortunio o danno alla salute (malattia) o morte ma, solo per puro
caso, non lo ha prodotto: un evento quindi che ha in s la potenzialit di produrre un
infortunio.
Il verificarsi di un evento dannoso significativo sempre associato al verificarsi di
numerose anomalie che producono danni solo lievi o nulli: gli studi dimostrano che su
1000 incidenti, 3 sono infortuni con conseguenze rilevanti, 88 con effetti minori e i restanti
sono cosiddetti quasi infortuni o near misses o ancora "near loss" ossia episodi che, pur
avendone il potenziale, non hanno prodotto danni.

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Gestione dellincidente
Il fatto

Infortunio avvenuto ad un apprendista nella piegatura di lamierini in acciaio.


Un lavoratore apprendista opera ad una calandra a due rulli per effettuare la piegatura di
lamierini in acciaio inox destinati alla fabbricazione di canne fumarie. La macchina stata
predisposta da un lavoratore pi anziano (il tutore) che ha impostato le regolazioni della
macchina in modo tale che il ragazzo debba esclusivamente introdurre manualmente il
lamierino e tramite pedale dare il consenso alla piegatura del lamierino.
Per fare questo il ragazzo tiene con le mani i lembi del lamierino posti verso di s, rimanendo
ad una certa distanza dai rulli che risultano sprovvisti di protezione. Un lamierino dopo la
piegatura risulta difettoso e pertanto il collega 'anziano' lo restituisce all'infortunato dicendogli
di 'ricalandrarlo' (il pezzo avrebbe dovuto invece essere eliminato come scarto).
In questa operazione essendo il pezzo parzialmente sagomato le mani del ragazzo si
avvicinano pericolosamente ai rulli e restano imprigionate dagli stessi.
Il collega provvede a liberargli le mani che hanno subito gravissime lesioni: trauma da
schiacciamento mani bilaterali con scuoiamento ed amputazione di parti ossee.

Caso tratto dalle schede di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di
sorveglianza degli infortuni mortali e gravi
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Gestione dellincidente
Lanalisi

Questi i fattori causali individuati:

- ordine di rifare un lavoro inutile;

- assenza di protezione contro l'afferramento delle mani tra i rulli.

Da un punto di vista tecnico:

Il tecnico anziano si pu identificare come PREPOSTO, pertanto non possibile indicare


come fattore causale lazione non corretta dellopertaore.

La macchina, sebbene dotata di dichiarazione di conformit non gode di questo requisito,


pertanto risulta ommessa una corretta valutazione dei rischi della macchina

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Gestione dellincidente
Lanalisi

Norme di riferimento

UNI 10359/97 - calandre curvatrici - verifiche geometriche


UNI EN 294/93 e 349/94 - distanze di sicurezza
UNI EN 953/00 - ripari di protezione
UNI EN 1088/97 - interblocchi di sicurezza
CEI EN 60204-1 - equipaggiamento elettrico a bordo macchina
UNI EN 982 e 983 - impianti idraulici e pneumatici
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Gestione dellincidente
Lanalisi

Ma soprattutto

UNI EN ISO 12100:2010 Sicurezza del macchinario Principi generali di


progettazione Valutazione del rischio e riduzione del
rischio

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Gestione dellincidente
Responsabilit

Datore di lavoro e dirigente

Articolo 28 - Oggetto della valutazione dei rischi


La valutazione di cui allarticolo 17, comma 1, lettera a), anche nella scelta delle attrezzature
di lavoro e delle sostanze o delle miscele chimiche36 impiegate, nonch nella sistemazione
dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori

Articolo 70 - Requisiti di sicurezza


1. Salvo quanto previsto al comma 2, le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei
lavoratori devono essere conformi alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di
recepimento delle Direttive comunitarie di prodotto.
2. Le attrezzature di lavoro costruite in assenza di disposizioni legislative e regolamentari di
cui al comma 1, e quelle messe a disposizione dei lavoratori antecedentemente
allemanazione di norme legislative e regolamentari
di recepimento delle Direttive comunitarie di prodotto, devono essere conformi ai requisiti
generali di sicurezza di cui allALLEGATO V. 66
3. Si considerano conformi alle disposizioni di cui al comma 2 le attrezzature di lavoro
costruite secondo le prescrizioni dei Decreti Ministeriali adottati ai sensi dellarticolo 395 del
decreto Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547(N), ovvero dellarticolo 28 del
decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626(N).

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Gestione dellincidente
Responsabilit

Datore di lavoro e dirigente

Articolo 71 - Obblighi del datore di lavoro


1. Il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori attrezzature conformi ai requisiti di cui
allarticolo precedente, idonee ai fini della salute e sicurezza e adeguate al lavoro da svolgere
o adattate a tali scopi che devono essere utilizzate conformemente alle disposizioni legislative
di recepimento delle Direttive comunitarie.
2. Allatto della scelta delle attrezzature di lavoro, il datore di lavoro prende in considerazione:
a) le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro da svolgere;
b) i rischi presenti nellambiente di lavoro;
c) i rischi derivanti dallimpiego delle attrezzature stesse;
d) i rischi derivanti da interferenze con le altre attrezzature gi in uso.
3. Il datore di lavoro, al fine di ridurre al minimo i rischi connessi alluso delle attrezzature di
lavoro e per impedire che dette attrezzature possano essere utilizzate per operazioni e
secondo condizioni per le quali non sono adatte, adotta adeguate misure tecniche ed
organizzative, tra le quali quelle dellALLEGATO VI.

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Gestione dellincidente
Responsabilit

Preposto

Articolo 19 - Obblighi del preposto


1. In riferimento alle attivit indicate allarticolo 3, i preposti, secondo le loro attribuzioni e
competenze, devono:
a) sovrintendere e vigilare sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi di
legge, nonch delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di uso
dei mezzi di protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuale messi a loro
disposizione e, in caso di persistenza della inosservanza, informare i loro superiori diretti;
b) verificare affinch soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedano alle
zone che li espongono ad un rischio grave e specifico;

dove ci sono competenze


e poteri c' responsabilit

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Gestione dellincidente
Responsabilit

La responsabilit del datore di lavoro risulta evidente dal comportamento omissivo nella
verifica della corrispondenza della macchina ai R.E.S. indicati dalla direttiva macchine
2006/42/CE.

Si ricorda che la dichiarazione di conformit CE di una macchina risulta essere


unautodichiarazione emessa dal costruttore della macchina e pertanto soggetta a
necessaria verifica da parte del datore di lavoro che deve entrare in possesso di tutta la
documentazione tecnica attestante la corrispondenza alla normativa in materi di sicurezza.

Un caso particolare riguarda poi quegli impianti


composti da due o pi macchine.
Bench tutte le macchine che compongono
limpianto siano regolarmete dotate di conformit
CE, questo non risulta sufficiente allottenimento
della conformit dellimpianto che potrebbe essere
viziato da erorri o rischi scaturiti dallaccoppiamento
tra le macchine.

Ci impone al DL di verificare la corrispondenza


ai requisiti di sicurezza dellipianto.

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Gestione dellincidente
Responsabilit

La responsabilit del datore di lavoro viene infatti richiamata dalla Corte di cassazione in
un caso analogo. (Cassazione Penale, Sez. 4, 14 marzo 2016, n. 10721)

B.R. ricorre avverso la sentenza di cui in epigrafe che, riformando in melius quella di primo
grado quanto al trattamento sanzionatorio ne ha confermato peraltro il giudizio di
responsabilit relativamente al reato di lesioni colpose aggravate dalle violazione
delle norme antinfortunistiche per un infortunio subito da una lavoratrice della propria
azienda in ragione dell'utilizzo di una macchina tagliaguardolo non conforme, laddove
questo prescrive che i macchinari siano dotati di idoneo riparo per impedire il contatto del
lavoratore con gli organi lavoratori pericolosi].
L'addebito era stata ravvisato anche a carico di altro imputato, condannato ma non
ricorrente, cui era stato addebitato di avere venduto all'odierno ricorrente il macchinario non
conforme.
Per quanto riguarda la posizione del B.R., conformemente in primo secondo grado, si
apprezzava l'irregolarit della macchina, siccome dotata di uno schermo di protezione
inidoneo, che nello specifico consentiva che le dita del lavoratore venissero in
contatto con le lame ogni qualvolta detto schermo, regolabile in altezza, non era collocato
in una posizione estremamente bassa rispetto al piano di lavoro].

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Gestione dellincidente
Responsabilit

Con il ricorso si ricostruisce il portato dell'articolo 2087 del codice civile, i doveri cautelari
del datore di lavoro e le regole probatorie [tra l'altro, prospettandosi una disciplina
dell'onere probatorio proprio del settore civilistico, citandosi in proposito giurisprudenza
delle Sezioni civili di questa Corte, non conferente al caso di specie].

Il ricorso, in effetti, si sofferma sul caso specifico solo allorquando si argomenta, in modo
assertivo, che il macchinario coinvolto nell'incidente sarebbe stato da considerare regolare,
perch dotato di uno strumentario di sicurezza analogo a quello di altro macchinario pi
recente acquistato dalla azienda, e che lo schermo protettivo in uso sul macchinario di
interesse solo "presuntivamente" poteva ritenersi allocato ad un'altezza tale da consentire
la verificazione dell'incidente.

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Gestione dellincidente
Responsabilit

L'affermazione di responsabilit del datore di lavoro, del resto, risulta del resto in linea con
le norme e con il ruolo del datore di lavoro, quale responsabile primario della sicurezza
dell'ambiente di lavoro.

Infatti, anche a prescindere dalle espresse indicazioni normative degli articoli 69 e segg. del
decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81 gi dal generale disposto dell'articolo 2087 del codice
civile, che costituisce "norma di chiusura" rispetto alle disposizioni della legislazione
antinfortunistica, deve desumersi a carico del datore di lavoro l'obbligo di adottare
nell'esercizio dell'impresa quelle misure che, sostanzialmente ed in concreto, secondo la
particolarit del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrit fisica
e la personalit morale del lavoratore.

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Gestione dellincidente
Responsabilit

In questa prospettiva, il datore di lavoro tra l'altro tenuto a fornire ai lavoratori macchinari
sicuri, mentre eventuali concorrenti profili colposi addebitabili ad altri [il fabbricante, il
noleggiatore o, nel caso di specie, il precedente proprietario del macchinario] non elidono
certamente il nesso causale tra la condotta del datore di lavoro e l'evento lesivo in
danno del lavoratore,

essendo quindi configurabile la responsabilit del datore di lavoro il quale introduce


nell'azienda e mette a disposizione del lavoratore una macchina - che per vizi di
costruzione possa essere fonte di danno per le persone- senza avere appositamente
accertato che il proprio dante causa [costruttore, precedente proprietario,
ecc.], abbia sottoposto la stessa macchina a tutti i controlli rilevanti per accertarne la
resistenza e l'idoneit all'uso, non valendo ad escludere la propria responsabilit la
mera dichiarazione di avere fatto "affidamento" sull'osservanza da parte di questi
delle regole della migliore tecnica

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Gestione dellincidente
Responsabilit

A ci dovendosi finanche aggiungere che, a voler solo in ipotesi considerare il macchinario


astrattamente conforme alle norme di sicurezza [come assertivamente preteso nel ricorso,
ma smentito in sentenza] ci neppure esonerebbe il datore di lavoro dalla responsabilit
per le lesioni eventualmente patite dal lavoratore, allorquando il primo abbia consentito, o
comunque non impedito, un'utilizzazione anomala dello strumento lavorativo, o comunque
un uso tale da ampliare l'area del rischio infortunistico, in ogni caso in cui ricorrano le
condizioni per esporre il lavoratore proprio a rischi del tipo di quelli in concreto realizzatisi
ipotesi qui di non dubitabile verificazione, con riferimento all'altezza con cui era stato posto
lo schermo protettivo, tale da consentire il contatto delle dita dell'operatore con gli organi
pericolosi).

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Gestione dellincidente
Responsabilit

RSPP
In una sentenza analoga, viene in oltre evidenziato il ruolo colposo dellRSPP

Il fatto
Il caso ha riguardato un infortunio sul lavoro avvenuto alcuni anni fa in una industria nei
pressi di Bolzano che costato un dito ad un lavoratore intento a lavorare ad una pressa, si
tratta, in particolare, di una lesione personale consistente nella subamputazione del dito 2
della mano sinistra con incapacit ad attendere alle ordinarie occupazioni per un tempo di
giorni 90.

Nel giudizio di primo grado il Tribunale aveva condannato sia il Consigliere Delegato e sia
il RSPP:

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Gestione dellincidente
Responsabilit

il Consigliere Delegato in qualit di Datore di Lavoro, rappresentando il vertice del sistema


di sicurezza sul lavoro, per negligenza imprudenza o colpa specifica ai sensi dellart. 2087
c.c., nonch per violazione della normativa sulla prevenzione infortuni per aver omesso di
mettere a disposizione dei lavoratori attrezzature di lavoro conformi alle specifiche
disposizioni e quindi idonee ai fini della salute e della sicurezza, in quanto la macchina
dove avvenuto lincidente era priva di dispositivi che impedissero alle mani dei lavoratori
di venire a contatto con i movimenti del punzone,

il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione per avere omesso di individuare i


rischi connessi alla macchina e di elaborare le misure preventive e protettive relative al
macchinario e le relative procedure di sicurezza.

MA!!
La Corte dAppello su ricorso dei suddetti confermava con sentenza del 10/05/2016 la
condanna per il Consigliere Delegato, mentre accoglieva il ricorso del RSPP
prosciogliendolo dallaccusa.

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Gestione dellincidente
Responsabilit

PERCH

La Cassazione conferma, invece, la sentenza di proscioglimento del RSPP ritenendo


infondato il ricorso del P.M. reputando giusta losservazione della Corte dAppello che, in
fase di giudizio, ha ritenuto che il DVR predisposto dal RSPP contenesse sufficiente
indicazione ed individuazione del rischio presente nel reparto laddove veniva
indicato un rischio per la pericolosit intrinseca delle presse aggravato dalla
inidoneit dei dispositivi di protezione.

La responsabilit del RSPP era quindi limitata in quanto aveva giustamente indicato la
pericolosit dei macchinari presenti in azienda, con i quali il lavoratore si infortunato,
anche se in maniera generica e non specifica per ogni macchinario.

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Gestione dellincidente
Il fatto

ALTRO INCIDENTE - MANCATA FORMAZIONE


Inseriva la mano nella tramoggia con la coclea in rotazione

L'infortunato,assunto da pochi giorni, stava lavorando ad un impianto per la miscelazione


del mangime costituito da un silos di stoccaggio e da una tramoggia di carico collegata con
una tubazione nelle quale ruota una coclea per l'avanzamento del mangime che viene
scaricato in un carro miscelatore. Dopo qualche ora di funzionamento dell'impianto, il
mangime non veniva pi scaricato nel carro miscelatore a causa di una ostruzione a livello
della tramoggia che riceveva il mangime dal silos. L'infortunato, per tentare di liberare
l'ostruzione, ha provato ad accendere e spegnere l'impianto pi volte, come gli era stato
detto di fare senza ottenere alcun risultato. Di propria iniziativa, mantenendo in funzione
l'impianto, ha utilizzato una scala a pioli ed ha raggiunto la tramoggia che era posta a circa
2,5 metri di altezza dal pavimento. Da questa posizione, non sapendo che al fondo della
tramoggia vi fosse una coclea in movimento ed essendo quest'ultima coperta dal mangime,
ha immerso la mano destra nel mangime, per cercare di eliminare l'ostruzione, ma questa
stata subito amputata dalla coclea in rotazione. L'infortunato pensava che al fondo mdella
tramoggia vi fosse un nastro trasportatore non pericoloso. L'infortunio stato causato da
un errore di procedura dell'infortunato conseguente alla sua mancata formazione
sull'utilizzo dell'impianto.

Caso tratto dalle schede di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di
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sorveglianza degli infortuni mortali e gravi
Gestione dellincidente
Lanalisi

Questi i fattori causali individuati:

- Uso errato di attrezzatura - Formazione / informazione / addestramento - errore di


procedura dovuta amancanza di conoscenza funzionamento impianto

Da un punto di vista tecnico:

Il alvoratore INESPERTO, e non adeguatamente INFORMATO, FORMATO e


ADDESTRATO, veniva lasciato solo ad operare con un impianto PERICOLOSO

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Gestione dellincidente
Lanalisi

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Gestione dellincidente
Responsabilit
Datore di lavoro

Articolo 36 - Informazione ai lavoratori


1. Il datore di lavoro provvede affinch ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione:
a) sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro connessi alla attivit della impresa in generale;
b) sulle procedure che riguardano il primo soccorso, la lotta antincendio, levacuazione dei luoghi di lavoro;
c) sui nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di cui agli articoli 45 e 46;
d) sui nominativi del responsabile e degli addetti del servizio di prevenzione e protezione, e del medico
competente.
2. Il datore di lavoro provvede altres affinch ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione:
a) sui rischi specifici cui esposto in relazione allattivit svolta, le normative di sicurezza e le disposizioni
aziendali in materia;
b) sui pericoli connessi alluso delle sostanze e delle miscele pericolose53 sulla base delle schede dei dati
di sicurezza previste dalla normativa vigente e dalle norme di buona tecnica;
c) sulle misure e le attivit di protezione e prevenzione adottate.
3. Il datore di lavoro fornisce le informazioni di cui al comma 1, lettere a) e al comma 2, lettere a), b) e c),
anche ai lavoratori di cui allarticolo 3, comma 9.
4. Il contenuto della informazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire
loro di acquisire le relative conoscenze. Ove la informazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene
previa verifica della comprensione della lingua utilizzata nel percorso informativo.

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Gestione dellincidente
Responsabilit
Datore di lavoro

Articolo 37 - Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti


1. Il datore di lavoro assicura che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in
materia di salute e sicurezza, anche rispetto alle conoscenze linguistiche, con particolare riferimento a:
a) concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione aziendale, diritti e
doveri dei vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza;
b) rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di
prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto di appartenenza dellazienda.

Omissis...

4. La formazione e, ove previsto, laddestramento specifico devono avvenire in occasione:


a) della costituzione del rapporto di lavoro o dellinizio dellutilizzazione qualora si tratti di somministrazione
di lavoro;
b) del trasferimento o cambiamento di mansioni;
c) della introduzione di nuove attrezzature di lavoro o di nuove tecnologie, di nuove sostanze e miscele
Pericolose.
5. Laddestramento viene effettuato da persona esperta e sul luogo di lavoro.
6. La formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti deve essere periodicamente ripetuta in relazione
allevoluzione dei rischi o allinsorgenza di nuovi rischi..

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Gestione dellincidente
Responsabilit
Datore di lavoro

Articolo 71 - Obblighi del datore di lavoro


Omissis...
7. Qualora le attrezzature richiedano per il loro impiego conoscenze o responsabilit particolari in relazione
ai loro rischi specifici, il datore di lavoro prende le misure necessarie affinch:
a) luso dellattrezzatura di lavoro sia riservato ai lavoratori allo scopo incaricati che abbiano ricevuto una
informazione, formazione ed addestramento adeguati;
b) in caso di riparazione, di trasformazione o manutenzione, i lavoratori interessati siano qualificati in
maniera specifica per svolgere detti compiti.

Articolo 73 - Informazione, formazione e addestramento


1. Nellambito degli obblighi di cui agli articoli 36 e 37 il datore di lavoro provvede, affinch per ogni
attrezzatura di lavoro messa a disposizione, i lavoratori incaricati delluso dispongano di ogni necessaria
informazione e istruzione e ricevano una formazione e un addestramento adeguati, in rapporto alla
sicurezza relativamente:
a) alle condizioni di impiego delle attrezzature;
b) alle situazioni anormali prevedibili.
2. Il datore di lavoro provvede altres a informare i lavoratori sui rischi cui sono esposti durante luso delle
attrezzature di lavoro, sulle attrezzature di lavoro presenti nellambiente immediatamente circostante,
anche se da essi non usate direttamente, nonch sui cambiamenti di tali attrezzature.
3. Le informazioni e le istruzioni duso devono risultare comprensibili ai lavoratori interessati.
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Gestione dellincidente
Responsabilit
RSPP

Articolo 33 - Compiti del servizio di prevenzione e protezione


1. Il servizio di prevenzione e protezione dai rischi professionali provvede:
a) allindividuazione dei fattori di rischio, alla valutazione dei rischi e allindividuazione delle misure per la
sicurezza e la salubrit degli ambienti di lavoro, nel rispetto della normativa vigente sulla base della
specifica conoscenza dellorganizzazione aziendale;
b) ad elaborare, per quanto di competenza, le misure preventive e protettive di cui allarticolo 28, comma 2,
e i sistemi di controllo di tali misure;
c) ad elaborare le procedure di sicurezza per le varie attivit aziendali;

d) a proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori;

e) a partecipare alle consultazioni in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, nonch alla
riunione periodica di cui allarticolo 35;

f) a fornire ai lavoratori le informazioni di cui allarticolo 36.

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Gestione dellincidente
Responsabilit

La responsabilit del datore di lavoro e dellRSPP viene infatti richiamata dalla Corte di
cassazione in un caso analogo.(Cassazione Penale Sezione IV - Sentenza n. 21284 del 17 maggio 2013 u. p.
12 febbraio 2013)

Responsabilit del Presidente del consiglio di amministrazione della societ datrice di


lavoro e del responsabile del servizio di prevenzione dei rischi per infortunio mortale di
un lavoratore durante le operazioni di abbattimento di un pino.

Entrambi omettevano di informare e formare adeguatamente il lavoratore sui rischi del


lavoro.

Afferma la Corte che nessun dubbio poteva sussistere in ordine alla responsabilit per
colpa, ascritta ad entrambi gli imputati in ordine alle acclarate condotte commissive ed
omissive per il mancato svolgimento di apposti corsi di formazione sul taglio degli alberi con
l'ausilio della motosega, previsti solamente "sulla carta" ed, invece, "significativamente
tenuti ed organizzati solo dopo questo infortunio" come altres sottolineato dalla sentenza di
primo grado.

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Gestione dellincidente
Responsabilit

Al R., quale responsabile del servizio di prevenzione e rischi e di responsabile


aziendale per la sicurezza, si deve imputare il grave inadempimento a siffatto obbligo
pacificamente rientrante nelle proprie mansioni,

a tanto non potendo supplire il mero affiancamento "del neo assunto ad un operaio
esperto" quale procedura di addestramento impiegata fino alla data dell'infortunio.

Neppure il C., in veste di legale rappresentante della cooperativa, pu andare esente da


responsabilit, diversamente da quanto sostenuto dalla difesa, per aver tollerato (e di fatto
avallato) la mancata effettuazione dei corsi di addestramento per i neo - assunti che
avrebbero reso necessario l'impiego di risorse finanziarie e la riduzione delle ore di lavoro
attivo degli operai, trattandosi di scelte in materia di organizzazione gestionale della
cooperativa, facente capo esclusivamente al suddetto imputato in posizione apicale
.

35
Gestione dellincidente
Responsabilit

C.A. e R.A. erano tratti a giudizio dinanzi al Tribunale di Montepulciano per rispondere del
delitto p. e p. dallart. 113 c.p., art. 589 c.p., comma 2 perch, in cooperazione colposa tra
loro: il primo, quale Presidente del consiglio di amministrazione e legale rappresentante
della soc. coop. a r.l. Le Querce; il secondo, in veste di responsabile del servizio di
prevenzione dei rischi e di responsabile aziendale per la sicurezza, per colpa generica
ovvero per negligenza, imprudenza ed imperizia consistita: nellaver omesso di informare
e formare adeguatamente loperaio comune avventizio M.L.; nellavergli affidato un lavoro
di taglio boschivo con uso di motosega; nellaver omesso di prevedere il caso del c.d.
albero impigliato nel piano operativo / sostitutivo di cantiere, trattandosi di evenienza
frequente nei lavori di diradamento boschivo; nellaver omesso infine di fornire alloperaio le
attrezzature complementari per affrontare la procedura di abbattimento di un albero
impigliato quali la leva dabbattimento, lo zappino ed il triforte -cagionavano la morte del
M. (operaio comune avventizio) che,mentre era intento ad abbattere con il solo uso della
motosega un pino del diametro di 25-30 cm., circa, la cui chioma era rimasta impigliata
nella vicina vegetazione, omettendo di adottare le corrette procedure e di usare le anzidette
attrezzature complementari che gli avrebbero consentito di operare in condizioni di maggior
sicurezza, veniva schiacciato dal peso del pino che improvvisamente si spostava dalla
posizione di stallo, rotolandogli addosso. .
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Gestione dellincidente
Responsabilit

Con sentenza in data 25 ottobre 2010, il Giudice di prime cure, sulla base di quanto emerso
dallistruttoria, ritenne che loperaio avesse erroneamente proceduto allabbattimento
dell'albero impigliato, avendo effettuato il secondo taglio dellalbero senza lasciare la c.d.
cerniera ovvero lasciandone una insufficiente a sostenere il peso dello stesso di guisa che
questo,una volta libero, effettu una rotazione incontrollata attingendo la vittima alladdome.
Ravvis peraltro il nesso di causa tra i comportamenti commissivi ed omissivi ascritti agli
imputati nelcapo di incolpazione e levento.
Giudic il Tribunale del tutto irrilevante lulteriore contestazione della mancata e dotazione
degli strumenti idonei e necessari attesoch linfortunio si era verificato in un momento
molto probabilmente antecedente a quello in cui si sarebbe potuto far ricorso alluso di
strumenti idonei a completare loperazione di abbattimento dellalbero in sicurezza.. .

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Gestione dellincidente
Responsabilit

Con sentenza emessa in data 20 dicembre 2011, la Corte dappello di Firenze confermava
la pronunzia di primo grado, rimarcando, in particolare, per quanto in questa sede rileva, la
sussistenza, al di l di ogni ragionevole dubbio, del nesso di causa fra linfortunio
(cagionato dalla mancata formazione e dallomesso addestramento delloperaio,
ciononostante incaricato di usare la motosega, pur in difetto della necessaria qualifica di
operaio specializzato, come contestato agli imputati) e levento morte, non potendo le
pregresse patologie maxime di natura cardiaca integrare cause preesistenti o
sopravvenute idonee ad escludere il predetto rapporto di causalit.

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Gestione dellincidente
Responsabilit

Con sentenza emessa in data 20 dicembre 2011, la Corte dappello di Firenze confermava
la pronunzia di primo grado, rimarcando, in particolare, per quanto in questa sede rileva, la
sussistenza, al di l di ogni ragionevole dubbio, del nesso di causa fra linfortunio
(cagionato dalla mancata formazione e dallomesso addestramento delloperaio,
ciononostante incaricato di usare la motosega, pur in difetto della necessaria qualifica di
operaio specializzato, come contestato agli imputati) e levento morte, non potendo le
pregresse patologie maxime di natura cardiaca integrare cause preesistenti o
sopravvenute idonee ad escludere il predetto rapporto di causalit.

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