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1
Normativa comunitaria
Dir. 75/442/CEE
DPR 915/82 D. Lgs 22/97
Nuovo T.U.???v. Proposta di T.U.
Europeo???
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D.P.R. 10.09.82 n. 915
recepimento Dir. 75/442/CE
3
Il Decreto Ronchi
D.Lvo 5.02.97, n. 22
Attuazione delle direttive CE n. 91/156 sui
rifiuti, 91/689 sui rifiuti pericolosi e 94/62
sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio
http://www.tuttoambiente.it/formazione/ronchi.zip
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D. Lgs 22/97
Art. 2. (Finalit). 1. La gestione dei rifiuti
costituisce attivit di pubblico interesse ed
disciplinata dal presente decreto al fine
di assicurare unelevata protezione
dellambiente e controlli efficaci, tenendo
conto della specificit dei rifiuti pericolosi.
2. I rifiuti devono essere recuperati o smaltiti
senza pericolo per la salute delluomo e
senza usare procedimenti o metodi che
potrebbero recare pregiudizio allambiente
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D. Lgs 22/97
Art. 3. (Prevenzione della produzione di rifiuti). 1. Le autorit
competenti adottano, ciascuna nellambito delle proprie attribuzioni,
iniziative dirette a favorire, in via prioritaria, la prevenzione e la
riduzione della produzione e della pericolosit dei rifiuti mediante:
a) lo sviluppo di tecnologie pulite;
b) la promozione di strumenti economici, eco-bilanci, sistemi di
ecoaudit, analisi del ciclo di vita dei prodotti;
c) la messa a punto tecnica e limmissione sul mercato di prodotti
concepiti in modo da non contribuire pericolosit dei rifiuti ed i
rischi di inquinamento;
d) lo sviluppo di tecniche appropriate ;
e) la determinazione di condizioni di appalto che valorizzino le
capacit e le competenze ;
f) la promozione di accordi e contratti di programma finalizzati alla
prevenzione ed alla riduzione della quantit e della pericolosit dei
rifiuti.
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Il Decreto Ronchi
D.Lvo 5.02.97
Urbani Speciali:
pericolosi pericolosi
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Il Decreto Ronchi
D.Lvo 5.02.97
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Il Decreto Ronchi:
nozione di GESTIONE
1. Ai fini del presente decreto si
intende per:
d) gestione: la raccolta, il trasporto, il
recupero e lo smaltimento dei rifiuti,
compreso il controllo di queste
operazioni, nonch il controllo delle
discariche e degli impianti di
smaltimento dopo la chiusura;
.
10
Nozione di gestione
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Nozione di
DEPOSITO TEMPORANEO
Art. 6 lett. m) deposito temporaneo: il
raggruppamento dei rifiuti effettuato,
prima della raccolta, nel luogo in cui
sono prodotti alle seguenti
condizioni:
(es. Ecopiazzola Cass. 26379/05)
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Il Decreto Ronchi
D.Lvo 5.02.97
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Raccolta differenziata (2004)
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Nozione di
SMALTIMENTO
Art. 6:
g) smaltimento: le operazioni previste
nell'allegato B;
h) recupero: le operazioni previste
nell'allegato C;
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Articolo: 4 (Recupero dei rifiuti)
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Corte Giustizia CE 13.02.2003
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Art. 6: Definizioni
1. Ai fini del presente decreto si intende per:
a) rifiuto: qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate
nell'allegato A e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di
disfarsi (1);
b) produttore: la persona la cui attivit ha prodotto rifiuti e la persona che ha
effettuato operazioni di pretrattamento o di miscuglio o altre operazioni che
hanno mutato la natura o la composizione dei rifiuti;
d) gestione: la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, compreso
il controllo di queste operazioni, nonch il controllo delle discariche e degli
impianti di smaltimento dopo la chiusura;
e) raccolta: l'operazione di prelievo, di cernita e di raggruppamento dei rifiuti per il
loro trasporto;
i) luogo di produzione dei rifiuti: uno o pi edifici o stabilimenti o siti infrastrutturali
collegati tra loro all'interno di un'area delimitata in cui si svolgono le attivit di
produzione dalle quali originano i rifiuti;
l) stoccaggio: le attivit di smaltimento consistenti nelle operazioni di deposito
preliminare di rifiuti di cui al punto D15 dell'allegato B, nonch le attivit di
recupero consistenti nelle operazioni di messa in riserva di materiali di cui al
punto R13 dell'allegato C;
m) deposito temporaneo: il raggruppamento dei rifiuti effettuato, prima della
19 .
raccolta, nel luogo in cui sono prodotti alle seguenti condizioni:
Articolo: 7 (Classificazione)
1. Ai fini dell'attuazione del presente decreto i rifiuti sono classificati,
secondo l'origine, in rifiuti urbani e rifiuti speciali, e, secondo le
caratteristiche di pericolosit, in rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi.
2. Sono rifiuti urbani:
a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi
adibiti ad uso di civile abitazione;
b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi
da quelli di cui alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualit e
quantit, ai sensi dell'articolo 21, comma 2, lettera g);
c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;
d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed
aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso
pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua;
e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree
cimiteriali;
f) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonch gli altri
rifiuti provenienti da attivit cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere
b), c) ed e).
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Articolo: 7 (Classificazione)
3. Sono rifiuti speciali:
a) i rifiuti da attivit agricole e agro-industriali;
b) i rifiuti derivanti dalle attivit di demolizione, costruzione, nonch i rifiuti
pericolosi che derivano dalle attivit di scavo (1);
c) i rifiuti da lavorazioni industriali, fatto salvo quanto previsto dall'art. 8, comma
1, lett. f quater (3);
d) i rifiuti da lavorazioni artigianali;
e) i rifiuti da attivit commerciali;
f) i rifiuti da attivit di servizio;
g) i rifiuti derivanti dalla attivit di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi
prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla
depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi;
h) i rifiuti derivanti da attivit sanitarie;
i) i macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti;
l) i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti;
l bis) il combustibile derivato da rifiuti [qualora non rivesta le caratteristiche
qualitative individuate da norme tecniche finalizzate a definirne contenuti e usi
compatibili con la tutela ambientale]
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CATALOGO EUROPEO DEI RIFIUTI
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La nozione di rifiuto
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Dir. 75/442/CE
ART. 1, lett. A)
Art.6. (Definizioni).
1. Ai fini del presente decreto si intende per:
a) rifiuto: qualsiasi sostanza od oggetto che
rientra nelle categorie riportate nellallegato A
e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o
abbia lobbligo di disfarsi
30
DL 8.7.02, n. 138 (conv. in L. 8.8.02, n. 178): Art. 14.
31
DL 8.7.02, n. 138 (conv. in L. 8.8.02, n. 178): Art. 14.
..
2. Non ricorrono le fattispecie di cui alle lettere b) e c) del
comma 1, per beni o sostanze e materiali residuali di
produzione o di consumo ove sussista una delle seguenti
condizioni:
a) se gli stessi possono essere e sono effettivamente e
oggettivamente riutilizzati nel medesimo o in analogo o
diverso ciclo produttivo o di consumo, senza subire alcun
intervento preventivo di trattamento e senza recare
pregiudizio allambiente;
b) se gli stessi possono essere e sono effettivamente e
oggettivamente riutilizzati nel medesimo o in analogo o
diverso ciclo produttivo o di consumo, dopo aver subito un
trattamento preventivo senza che si renda necessaria
alcuna operazione di recupero tra quelle individuate
nellallegato C del decreto legislativo n. 22.
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Principali critiche
Decreto legge
Interpretazione autentica nazionale
Errori letterali e formali
Giurisprudenza italiana ed europea
Interpretazione restrittiva di rifiuto
Pregiudizio allambiente
Trattamento preventivo
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D. Lgs 36/2003, Art. 2
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Distinzione tra rifiuto e prodotto
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Cass. Pen. sez. III, 29.01.2003, n.
1421 (Passerotti)
la direttiva 91/156/CE non self
executing, e pertanto non pu trovare
applicazione diretta negli Stati membri;
pertanto la nuova disciplina di cui allart.
14 vincolante per il giudice italiano.
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Cass. Pen. sez. III, 17.01.2003, n.
2125 (Ferretti)
Non bisogna applicare la normativa
nazionale contrastante con il Reg. CEE
1 febbraio 1993, n. 259 e con
linterpretazione delle sentenze della
Corte europea di giustizia.
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Sentenza 11 novembre 2004 della Corte di giustizia
delle Comunit europee in merito alla causa:
C-457/02 Antonio Niselli
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VI Programma di azione europeo in
materia di ambiente
Dec. 1600/2002/CE
(www.tuttoambiente.it/euro/azione.pdf)
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Le responsabilit
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Articolo: 10
(Oneri dei produttori e dei detentori).
1. Gli oneri relativi alle attivit di smaltimento sono a carico del detentore che
consegna i rifiuti ad un raccoglitore autorizzato o ad un soggetto che
effettua le operazioni individuate nell'allegato B al presente decreto, e dei
precedenti detentori o del produttore dei rifiuti.
2. Il produttore dei rifiuti speciali assolve i propri obblighi con le seguenti priorit:
a) autosmaltimento dei rifiuti;
b) conferimento dei rifiuti a terzi autorizzati ai sensi delle disposizioni vigenti;
c) conferimento dei rifiuti ai soggetti che gestiscono il servizio pubblico di raccolta
dei rifiuti urbani, con i quali sia stata stipulata apposita convenzione;
d) esportazione dei rifiuti con le modalit previste dall'articolo 16 del presente
decreto.
3. La responsabilit del detentore per il corretto recupero o smaltimento dei rifiuti
esclusa:
a) in caso di conferimento dei rifiuti al servizio pubblico di raccolta;
b) in caso di conferimento dei rifiuti a soggetti autorizzati alle attivit di recupero o
di smaltimento, a condizione che il detentore abbia ricevuto il formulario di cui
all'articolo 15 controfirmato e datato in arrivo dal destinatario entro tre mesi dalla
data di conferimento dei rifiuti al trasportatore, ovvero alla scadenza del predetto
termine abbia provveduto a dare comunicazione alla provincia della mancata
ricezione del formulario. Per le spedizioni transfrontaliere di rifiuti tale termine
elevato a sei mesi e la comunicazione deve essere effettuata alla regione.
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Articolo: 10
(Oneri dei produttori e dei detentori).
3-bis. Nel caso di conferimento di rifiuti a soggetti autorizzati alle
operazioni di raggruppamento, ricondizionamento e deposito
preliminare di rifiuti, indicate rispettivamente ai punti D 13, D 14,
D 15 dell'allegato B, la responsabilita' dei produttori dei rifiuti per
il corretto smaltimento e' esclusa a condizione che questi ultimi,
oltre al formulario di trasporto, di cui al comma 3, lettera b),
abbiano ricevuto il certificato di avvenuto smaltimento rilasciato
dal titolare dell'impianto che effettua le operazioni di cui ai punti
da D 1 a D 12 del citato allegato B. Le relative modalita' di
attuazione sono definite con decreto del Ministro dell'ambiente e
della tutela del territorio (1).
(1) Lettera aggiunta dall'art. 1, c. 29 della L. 308/04.
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La CO-RESPONSABILIZZAZIONE
Art. 2, c. 3
3. La gestione dei rifiuti si conforma ai
principi di responsabilizzazione e di
cooperazione di tutti i soggetti
coinvolti nella produzione, nella
distribuzione, nellutilizzo e nel consumo
di beni da cui originano i rifiuti, nel
rispetto dei principi dellordinamento
nazionale e comunitario.
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Sentenza n 7746 del 24/02/04
Corte di Cassazione Penale
Lindividuazione della responsabilit penale nella
gestione dei rifiuti si informa ai principi di
responsabilizzazione e cooperazione di tutti i soggetti
coinvolti, a qualsiasi titolo, nelle operazioni di
gestione dei rifiuti, sicch la mera osservanza delle
disposizioni di cui allart. 10 non esclude, di per s
sola, la responsabilit dei detentori o dei produttori
dei rifiuti l dove questi si siano resi responsabili di
comportamenti materiali o psicologici che abbiano
determinato una compartecipazione, determinazione,
rafforzamento o facilitazione negli illeciti commessi da
soggetti dediti alla gestione dei rifiuti.
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La delega di funzione
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Societas delinquere non potest
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Proposta di direttiva 13 marzo
2001, COM (2001)139 def.
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Commissione parlamentare d'inchiesta
sul ciclo dei rifiuti e sulle attivit illecite ad esso connesse
DOCUMENTO SULLA NOZIONE GIURIDICA DEL TERMINE RIFIUTO
Gioved 1 luglio 2004
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La delega di funzioni
un istituto giuridico?
NO
Essa non codificata in alcuna
norma.
Ne consegue che la delega di
funzioni scriminante la
responsabilit penale non esiste, allo
stato, come istituto giuridico.
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Lelaborazione giurisprudenziale
52
Giurisprudenza contraria
In principio si esclusa
l'ammissibilit della delega poich:
manca una espressa previsione
legislativa in tal senso;
la responsabilit penale
personale e non delegabile;
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Condizioni oggettive di
ammissibilit
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Condizioni soggettive di
ammissibilit
1. La capacit e l'idoneit tecnica del soggetto
delegato
2. Il divieto di ingerenza
3. Insussistenza di una richiesta d'intervento da
parte del delegato
4. La mancata conoscenza della negligenza o
della sopravvenuta inidoneit del delegato
5. Accettazione volontaria della delega da parte
del delegato
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Sistema sanzionatorio
(Abbandono di rifiuti)
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Articolo: 50 (Abbandono di rifiuti) c. 1
1. Fatto salvo quanto disposto dall'articolo 51, comma 2, chiunque,
in violazione dei divieti di cui agli articoli 14, commi 1 e 2, 43,
comma 2, 44, comma 1, e 46, commi 1 e 2 abbandona o deposita
rifiuti ovvero li immette nelle acque superficiali o sotterranee
punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 103 a 619.
Se l'abbandono di rifiuti sul suolo riguarda rifiuti non pericolosi e
non ingombranti si applica la sanzione amministrativa pecuniaria
da 25 a 154.
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Articolo: 51 c.2 (Abbandono di rifiuti)
Le pene di cui al comma 1 si applicano ai titolari di imprese ed ai
responsabili di enti che abbandonano o depositano in modo
incontrollato i rifiuti ovvero li immettono nelle acque superficiali o
sotterranee in violazione del divieto di cui all'articolo 14, commi 1 e
2.
58
Giurisprudenza
Cass. pen., sez. III, 30 novembre 1998, n. 12538
59
Giurisprudenza
Cass. Pen., sez. III, 9 ottobre 2002, n. 1594
60
Articolo: 14 (Divieto di abbandono)
1. L'abbandono e il deposito incontrollati di rifiuti sul suolo e nel
suolo sono vietati.
2. E' altres vietata l'immissione di rifiuti di qualsiasi genere, allo
stato solido o liquido, nelle acque superficiali e sotterranee.
3. Fatta salva l'applicazione delle sanzioni di cui agli articoli 50 e
51, chiunque viola i divieti di cui ai commi 1 e 2 tenuto a
procedere alla rimozione, all'avvio a recupero o allo smaltimento
dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi in solido con il
proprietario e con i titolari di diritti reali o personali di godimento
sull'area, ai quali tale violazione sia imputabile a titolo di dolo o
colpa. Il sindaco dispone con ordinanza le operazioni a tal fine
necessarie ed il termine entro cui provvedere, decorso il quale
procede all'esecuzione in danno dei soggetti obbligati ed al
recupero delle somme anticipate.
4.Qualora la responsabilit del fatto illecito di cui al comma 1 sia
imputabile ad amministratori o rappresentanti di persona
giuridica, ai sensi e per gli effetti del comma 3 sono tenuti in
solido la persona giuridica ed i soggetti che subentrano nei diritti
della persona stessa. 61
SCARICO INDIRETTORIFIUTO LIQUIDO
Dlvo 5/2/1997, n. 22 Art. 8. (Esclusioni)
62
Scarico
Dlvo 152/99, art. 2, lett. bb):
qualsiasi immissione diretta tramite
condotta di acque reflue liquide, semiliquide
e comunque convogliabili nelle acque
superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete
fognaria, indipendentemente dalla loro natura
inquinante, anche sottoposte a preventivo
trattamento di depurazione.
BOZZE DI T.U. Rifiuti (art. 7) e Acque (art. 22)
No condotta, No diretta
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Cass. Pen. 3.8.99, n. 2358
Dopo lentrata in vigore del D. Lgs 152/99, se per
scarico si intende il riversamento diretto nei corpi
recettori tramite condotta, quando il collegamento tra
fonte di riversamento e corpo recettore interrotto,
viene meno lo scarico (indiretto) per far posto alla
fase di smaltimento del rifiuto liquido.
Lo scarico indiretto non esiste pi,
trasformandosi in un normale rifiuto
liquido
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Articolo: 54 (Sanzioni amministrative) c. 1
SCARICO E IMMISSIONE OCCASIONALE
1. Chiunque, salvo che il fatto costituisca reato (es. art. 635 cod pen) ,
nell'effettuazione di uno scarico [ABR: ovvero di una immissione occasionale]
supera i valori limite di emissione fissati nelle tabelle di cui all'allegato 5, ovvero i
diversi valori limite stabiliti dalle regioni a norma dell'articolo 28, comma 2, ovvero
quelli fissati dall'autorit competente a norma dell'articolo 33, comma 1, o
dell'articolo 34, comma 1, punito con la sanzione amministrativa da
2.582 a 25.822. Se l'inosservanza dei valori limite riguarda scarichi recapitanti
nelle aree di salvaguardia delle risorse idriche destinate al consumo umano di
cui all'articolo 21 ovvero in corpi idrici posti nelle aree protette di cui alla legge 6
dicembre 1991, n. 394, si applica la sanzione amministrativa non inferiore a
15.493.
Art. 59, c. 5. Chiunque, nell'effettuazione di uno scarico di acque reflue industriali
[ABR: ovvero di una immissione occasionale], supera i valori limite fissati nella
tabella 3 o, nel caso di scarico sul suolo, nella tabella 4 dell'allegato 5 ovvero i limiti
pi restrittivi fissati dalle regioni o dalle province autonome o dall'autorit
competente a norma degli articoli 33, comma 1, in relazione alle sostanze
indicate nella tabella 5 dell'allegato 5, punito con l'arresto fino a due anni e con
l'ammenda da 2.582 a 25.822. Se sono superati anche i valori limite fissati
per le sostanze contenute nella tabella 3A dell'allegato 5, si applica l'arresto da
sei mesi a tre anni e l'ammenda da 5.164 a 103.291.
65
Cass. Pen. 24.3.04, n. 14425
In tema di tutela delle acque dallinquinamento, a seguito della entrata in
vigore del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 258, le immissioni
occasionali escluse dalla sanzione prima prevista dagli artt. 54, comma
1, e 59, comma 5, del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152 sono
esclusivamente quelle realizzate senza il tramite di una condotta, atteso
che anche dopo le modifiche del 2000 gli scarichi non possono
superare i limiti tabellari quale che sia il loro carattere temporale.
Secondo una corretta interpretazione logica, teleologica e sistematica, dunque, per
immissioni occasionali dovevano intendersi quelle realizzate senza il tramite di
una condotta, in relazione alle quali era logico richiedere unautorizzazione
amministrativa, ma era logico sanzionare ugualmente linquinamento
extratabellare.
Ora, con labolizione dellinciso relativo alle immissioni occasionali, il D.Lgs. 18.8.2000
n. 258 ha inteso semplicemente escludere dalla sanzione per linquinamento
tabellare le immissioni realizzate senza il tramite di una condotta.
Ma non ha inteso escludere dalla sanzione gli scarichi propriamente detti, cio le
immissioni tramite condotta, che non abbiano carattere di continuit. Pi
precisamente questi scarichi non possono superare i limiti tabellari, quale che
sia il loro carattere temporale, continuo, discontinuo o anche semplicemente
occasionale. Negli altri casi sar applicabile lipotesi di cui allart. 14 Dlvo 22/97->
Immissione occasionale=Abbandono occasionale di
un rifiuto liquido
66
Art. 43, c. 2
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Art. 44, c. 1
(Beni durevoli). 1. I beni durevoli per uso domestico che hanno
esaurito la loro durata operativa devono essere consegnati ad un
rivenditore contestualmente all'acquisto di un bene durevole di
tipologia equivalente ovvero devono essere conferiti alle
imprese pubbliche o private che gestiscono la raccolta e lo
smaltimento dei rifiuti urbani o agli appositi centri di raccolta
individuati ai sensi del comma 2, a cura del detentore. Ai fini della
corretta attuazione degli obiettivi e delle priorit stabilite dal
presente decreto, i produttori e gli importatori devono provvedere al
ritiro, al recupero e allo smaltimento dei beni durevoli consegnati dal
detentore al rivenditore, sulla base di appositi accordi di programma
stipulati ai sensi dell'articolo 25.
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Art. 46, c. 1 e 2
(Veicoli a motore e rimorchi). 1. Il proprietario di un
veicolo a motore o di un rimorchio che intenda procedere
alla demolizione dello stesso deve consegnarlo ad un
centro di raccolta per la messa in sicurezza, la
demolizione, il recupero dei materiali e la rottamazione,
autorizzato ai sensi degli articoli 27 e 28. Tali centri di
raccolta possono ricevere anche rifiuti costituiti da parti di
veicoli a motore.
2. Il proprietario di un veicolo a motore o di un rimorchio
destinato alla demolizione pu altres consegnarlo ai
concessionari o alle succursali delle case costruttrici per
la consegna successiva ai centri di cui al comma 1
qualora intenda cedere il predetto veicolo o rimorchio per
acquistarne un altro.- ART. 50 c. 1 bis
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Articolo: 50 (Abbandono di
rifiuti)VEICOLI FUORI USO
1 bis. Il titolare del centro di raccolta, il concessionario o il titolare
della succursale della casa costruttrice, che viola le disposizioni di
cui all'articolo 46, comma 5, punito con la sanzione
amministrativa pecuniaria da 258 a 1.549.
71
Cassazione penale, sez. III, 9
maggio 2002, n. 16249
Ai fini della configurabilit di una discarica abusiva, nel
caso di deposito di veicoli, non sufficiente lo stato di
inservibilit irreversibile, dovuto ai tempi di giacenza, dei
mezzi stessi e relative parti, ma vi devono essere modalit di
deposito tali da dar luogo ad infiltrazioni di oli o altri liquidi
nel suolo o ad altre forme di inquinamento ambientale, con
esclusione del generico deflusso delle acque di
dilavamento. (Nel caso di specie si verteva su un deposito
di autoveicoli e motoveicoli sequestrati non qualificabili
comunque quali rifiuti per lincombenza del vincolo di
indisponibilit dei beni, la cui destinazione finale era rimessa
alle competenti autorit giudiziarie o amministrative).
72
DLvo 24 giugno 2003, n. 209
73
Articolo: 50 (Abbandono di rifiuti) c. 2
2. Chiunque non ottempera all'ordinanza del Sindaco, di cui
all'articolo 14, comma 3, o non adempie all'obbligo di cui agli articoli
9, comma 3, punito con la pena dell'arresto fino ad un anno. Con la
sentenza di condanna per tali contravvenzioni, o con la decisione
emessa ai sensi dell'articolo 444 del codice di procedura penale, il
beneficio della sospensione condizionale della pena pu essere
subordinato all'esecuzione di quanto stabilito nell'ordinanza o
nell'obbligo non eseguiti.
Articolo: 14, c. 3
3. Fatta salva l'applicazione delle sanzioni di cui agli articoli 50 e 51,
chiunque viola i divieti di cui ai commi 1 e 2 tenuto a procedere alla
rimozione, all'avvio a recupero o allo smaltimento dei rifiuti ed al
ripristino dello stato dei luoghi in solido con il proprietario e con i titolari di
diritti reali o personali di godimento sull'area, ai quali tale violazione sia
imputabile a titolo di dolo o colpa. Il sindaco dispone con ordinanza le
operazioni a tal fine necessarie ed il termine entro cui provvedere, decorso il
quale procede all'esecuzione in danno dei soggetti obbligati ed al recupero
delle somme anticipate.
74
Art. 51, c. 3
Chiunque realizza o gestisce una discarica non
autorizzata punito con la pena dell'arresto da sei mesi a
due anni e con l'ammenda da 2.582 a 25.822. Si applica
la pena dell'arresto da uno a tre anni e dell'ammenda da
5.164 a 51.645 se la discarica destinata, anche in parte,
allo smaltimento di rifiuti pericolosi. Alla sentenza di
condanna o alla decisione emessa ai sensi dell'articolo 444
del codice di procedura penale consegue la confisca
dell'area sulla quale realizzata la discarica abusiva se di
propriet dell'autore o del compartecipe al reato, fatti salvi
gli obblighi di bonifica o di ripristino dello stato dei luoghi.
75
Giurisprudenza precedente
Abbandono o Discarica?
Per la configurazione dellelemento materiale
della contravvenzione di realizzazione di una
discarica abusiva, occorre verificare la
sussistenza di due elementi, costituiti dal
ripetitivo accumulo nello stesso luogo di sostanze
oggettivamente destinate allabbandono e dalla
trasformazione, sia pur tendenziale, del sito,
degradato dalla presenza dei rifiuti (Cass. Pen.
11599/2000).
76
Configurabilit della discarica
Giurisprudenza attuale
(Cass. 42212/04)
Accumulo ripetuto di rifiuti
Tendenziale carattere di definitivit
(Quantit considerevole di rifiuti e
spazio)
78
Trib. Bari 16.6.04
In materia di gestione di discarica abusiva, detto termine
gestione da intendersi in senso ampio, attribuendogli il
significato estensivo di condurre, portare avanti uniniziativa,
unattivit e simili. Ampliando la previgente normativa di cui al
D.P.R. 915/82, il D. Lgs. 22/1997 include nella definizione di
gestione dei rifiuti, oltre al recupero ed allo smaltimento, anche
il controllo delle discariche e degli impianti di smaltimento dopo
la chiusura (art.6, lett. d, D. Ronchi), attribuendo cos rilevanza
giuridica allattivit di mantenimento di discarica non solo
durante lesistenza della stessa, ma anche fino a dopo la sua
chiusura; sicch persino il detentore della discarica potr essere
considerato gestore della stessa, con tutti gli obblighi connessi,
fra cui quelli di bonifica introdotti dallo stesso decreto, anche
dopo la cessazione della gestione attiva e senza alcun nuovo
conferimento.
79
Nozione di discarica
D. Lgs 13.1.03, n. 36, art. 2
80
Articolo: 51
81
Articolo: 51 (Attivit di gestione di rifiuti
non autorizzata)
82
27 (Approvazione del progetto e autorizzazione alla
realizzazione degli impianti di smaltimento e di
recupero dei rifiuti)
28 (Autorizzazione all'esercizio delle operazioni di
smaltimento e recupero)
29 (Autorizzazione di impianti di ricerca e di
sperimentazione)
30 (Imprese sottoposte ad iscrizione)
31 (Determinazione delle attivit e delle caratteristiche
dei rifiuti per l'ammissione alle procedure
semplificate)
32 (Autosmaltimento)
33 (Operazioni di recupero)
83
Articolo: 51 (Attivit di gestione di rifiuti
non autorizzata)
84
Articolo: 51 (Attivit di gestione di rifiuti
non autorizzata)
85
Articolo: 51 (Attivit di gestione di rifiuti
non autorizzata)
90
Articolo: 51 (Attivit di gestione di rifiuti
non autorizzata)
6 ter. I soggetti di cui all'articolo 48, comma 2, che non adempiono
all'obbligo di partecipazione ivi previsto entro novanta giorni dalla data di
entrata in vigore della presente disposizione sono puniti:
a) nelle ipotesi di cui alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 48, con la
sanzione amministrativa pecuniaria di 25 per tonnellata di beni in
polietilene importati o prodotti ed immessi sul mercato interno;
b) nelle ipotesi di cui alla lettera b) del comma 2 dell'articolo 48, con la
sanzione amministrativa pecuniaria di 5 per tonnellata di beni in
polietilene importati o prodotti ed immessi sul mercato interno;
c) nelle ipotesi di cui alle lettere c) e d) del comma 2 dell'articolo 48, con
la sanzione amministrativa pecuniaria di 0,052 per tonnellata di rifiuti di
beni in polietilene.
6 quater. Le sanzioni di cui al comma 6 ter sono ridotte della met nel caso
di adesione effettuata entro il sessantesimo giorno dalla scadenza del
termine di cui all'alinea del medesimo comma 6 ter.
92
Articolo: 51 bis
93
Articolo: 51 bis (Bonifica dei siti)
95
Art. 6 D. Lgs 22/97: definizioni
n) bonifica: ogni intervento di rimozione della
fonte inquinante e di quanto dalla stessa
contaminato fino al raggiungimento dei valori
limite conformi all'utilizzo previsto dell'area;
o) messa in sicurezza: ogni intervento per il
contenimento o isolamento definitivo della
fonte inquinante rispetto alle matrici
ambientali circostanti;
96
Art. 58 Dlvo 152/99
(Danno ambientale, bonifica e ripristino ambientale dei
siti inquinati).
97
Cass. pen., sez. III, 7 giugno 2000, n. 1783
(c.c. 28 aprile 2000), Pizzuti
98
Cass. pen., sez. III, 16 settembre 2003, n.
35501, Spadetto
In tema di gestione dei rifiuti, anche dopo la entrata in vigore del
decreto legislativo 5 febbraio 1997 n. 22, che ha sostituito il D. P. R.
10 settembre 1982 n. 915, il giudice, con la sentenza di condanna,
pu subordinare la sospensione condizionale della pena alla
eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose nascenti
dal reato, con la unica precisazione che in caso di inquinamento o
di pericolo concreto ed attuale di inquinamento di un sito la
sospensione condizionale della pena potr essere subordinata alla
esecuzione degli interventi di messa in sicurezza, bonifica e
ripristino ambientale previsti e proceduralizzati dall'art. 17 dello
stesso decreto n. 22, stante la espressa previsione contenuta nel
successivo art. 51 bis; per gli altri reati previsti dal decreto n. 22,
strutturalmente diversi, anche se talvolta prodomici, da quello di
inquinamento di un sito, il giudice pu applicare la previsione
codicistica di cui all'art. 165, e quindi subordinare il beneficio alla
eliminazione delle conseguenze secondo le modalit da lui stesso
stabilite nella sentenza di condanna.
99
Cass. pen., sez. III, 8. 3. 2004, n. 10753,
Laverone
101
Articolo: 52 (Violazione degli obblighi di comunicazione, di
tenuta dei registri obbligatori e dei formulari)
102
Articolo: 52 (Violazione degli obblighi di comunicazione,
di tenuta dei registri obbligatori e dei formulari)
103
Cassazione Civile
Sentenza n 17115 del 27/08/2004
104
Cass. pen., sez. III, 8. 3. 2004, n. 10753,
Laverone
105
Cass. Pen., n. 4758/1997
Linottemperanza, quale produttore di rifiuti
speciali - nella specie cerchioni obsoleti,
gomme, camere daria derivanti dallattivit di
gommista per auto esercitata in officina -
allobbligo di tenuta di registro di carico e
scarico di detti rifiuti ed a quello di
comunicazione allautorit della quantit e della
qualit dei rifiuti prodotti nellanno non pi
prevista come reato poich tali fatti sono stati
depenalizzati dagli artt. 11 comma 3, 12
comma 1 e 52 comma 1 e 2 D.L.vo 2 febbraio
1997, n. 22.
106
Corte Cost. n. 456/1998
108
Articolo: 53 (Traffico illecito di
rifiuti)
1. Chiunque effettua una spedizione di rifiuti costituente traffico
illecito ai sensi dell'articolo 26 del regolamento (CEE) n. 259/93
del Consiglio, del 1 febbraio 1993, o effettua una spedizione di
rifiuti elencati nell'allegato II del citato regolamento in violazione
dell'articolo 1, comma 3, lettere a), b), c) e d), del regolamento
stesso, punito con la pena dell'ammenda da 1.549 a
25.822 e con l'arresto fino a due anni. La pena aumentata in
caso di spedizione di rifiuti pericolosi.
2. Alla sentenza di condanna, o a quella emessa ai sensi dell'articolo
444 del codice di procedura penale, per i reati relativi al traffico
illecito di cui al comma 1 o al trasporto illecito di cui agli articoli
51 e 52, comma 3, consegue obbligatoriamente la confisca del
mezzo di trasporto.
109
Corte di Giustizia UE del 16 dicembre 2004
110
Cass. Pen., sez. III, 3 febbraio 2003,
n. 1637
In merito alla configurabilit dellillecito di cui allart. 53
comma 1 del D.L.vo n. 22/1997 ed alla conseguente
esistenza di esigenze cautelari ex art. 321 comma 1
c.p.p., necessario che le emergenze probatorie che
rendono credibile la tesi secondo la quale i rifiuti non
sono destinati al recupero, ma ad illecite operazioni di
smaltimento siano adeguatamente motivate anche
solo su di un piano di astrattezza in riferimento al
principio di diritto per cui il raffronto tra la fattispecie
legale e quella concreta possa portare alleliminazione
della misura cautelare nellipotesi in cui laddebito sia
difforme da quello astrattamente ipotizzato.
111
Cass. Pen., Sez. 3, Sentenza n. 47918 del
16/12/2003 (Cc. 12/11/2003 n.01725 )
112
Cass. Pen., Sez. 3, Sentenza n. 23945 del
30/05/2003 (Cc. 08/04/2003 n.00642 )
113
Cass. Pen., Sez. 3, Sentenza n. 16564 del
23/04/2001 (Cc. 15/02/2001 n.00635 )
115
Articolo: 53 bis (Attivit organizzate per il
traffico illecito di rifiuti)
117
Articolo: 54
(Imballaggi)
118
Art. 54 (Imballaggi)
1. I produttori e gli utilizzatori che non adempiono all'obbligo di cui
all'articolo 38, comma 2, entro il 28 febbraio1999, sono puniti con la
sanzione amministrativa pecuniaria pari a sei volte le somme dovute per
l'adesione al CONAI, fatto comunque salvo l'obbligo di corrispondere i
contributi pregressi. Tale sanzione ridotta della met nel caso di
adesioni effettuate entro il sessantesimo giorno dalla scadenza sopra
indicata. I produttori di imballaggi che non provvedono ad organizzare un
proprio sistema per l'adempimento degli obblighi di cui all'articolo 38,
comma 3, e non aderiscono ai consorzi di cui all'articolo 40 ne adottano
un proprio sistema cauzionale sono puniti con la sanzione amministrativa
pecuniaria da 7.746 a 46.481. La stessa pena si applica agli
utilizzatori che non adempiono all'obbligo di cui all'articolo 38, comma 4.
2. La violazione dei divieti di cui all'articolo 43, commi 1 e 4, punita con
la sanzione amministrativa pecuniaria da 5.164 a 30.987. La stessa
pena si applica a chiunque immette nel mercato interno imballaggi privi
dei requisiti di cui all'articolo 36, comma 5.
3. La violazione del divieto di cui all'articolo 43, comma 3, punita con la
sanzione amministrativa pecuniaria da 2.582 a 15.493.
119
IL NUOVO TESTO UNICO ?
120
Verso il T.U. italiano ed
europeo
121
Legge delega ambientale:
verso i Testi unici ?
122
La legge delega ambientale
Art. 1. - (Delega al Governo per il riordino, il coordinamento
e lintegrazione della legislazione in materia ambientale e
misure di diretta applicazione). 1. Il Governo delegato
ad adottare, entro diciotto mesi dalla data di entrata in
vigore della presente legge, senza nuovi o maggiori oneri
per la finanza pubblica, uno o pi decreti legislativi di
riordino, coordinamento e integrazione delle disposizioni
legislative nei seguenti settori e materie, anche mediante la
redazione di testi unici:
123
La legge delega ambientale
a) gestione dei rifiuti e bonifica dei siti contaminati;
b) tutela delle acque dall'inquinamento e gestione delle risorse
idriche;
c) difesa del suolo e lotta alla desertificazione;
d) gestione delle aree protette, conservazione e utilizzo
sostenibile degli esemplari di specie protette di flora e di fauna;
e) tutela risarcitoria contro i danni all'ambiente;
f) procedure per la valutazione di impatto ambientale (VIA), per
la valutazione ambientale strategica (VAS) e per l'autorizzazione
ambientale integrata (IPPC);
g) tutela dell'aria e riduzione delle emissioni in atmosfera.
124
I 5 testi unici
126
L. 308/04: Commi 26 e 27.
26. Fermo restando quanto disposto dallarticolo 14 del
decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138, convertito, con
modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002, n. 178, sono
sottoposti al regime delle materie prime e non a quello dei
rifiuti, se rispondenti alla definizione di materia prima
secondaria per attivit siderurgiche e metallurgiche di cui al
comma 1, lettera q-bis), dellarticolo 6 del decreto legislativo
5 febbraio 1997, n. 22, introdotta dal comma 29, i rottami di
cui al comma 25 dei quali il detentore non si disfi, non abbia
deciso o non abbia lobbligo di disfarsi e che quindi non
conferisca a sistemi di raccolta o trasporto di rifiuti ai fini del
recupero o dello smaltimento, ma siano destinati in modo
oggettivo ed effettivo allimpiego nei cicli produttivi
siderurgici o metallurgici.
27 I rottami ferrosi e non ferrosi provenienti dallestero sono
riconosciuti a tutti gli effetti come materie prime
secondarie derivanti da operazioni di recupero se
dichiarati come tali da fornitori o produttori di Paesi esteri
che si iscrivono allAlbo nazionale delle imprese che
effettuano la gestione dei rifiuti con le modalit specificate al
comma 28.
127
L 308/04: Comma 29.
129
Testo unico rifiuti-bonifiche?
Recupero materia e energia
Contrattazione
Nozione di rifiuto
Sottoprodotto
CDR
Scarico
Terre e rocce di scavo
MUD, registri e formulari
Tassa tariffa
Bonifica
Sanzioni
130
T.U. europeo sui rifiuti?
www.tuttoambiente.it/euro/proprif.pdf
131
Alcune nozioni giuridiche
132
GLI ILLECITI
133
IL REATO
134
GLI ILLECITI
Amministrativi
un fatto punito dalla legge con una sanzione
amministrativa.
E riconosciuta agli organi della P.A. e non al
giudice la competenza ad agire.
La sanzione amministrativa: 1)non pu avere
efficacia retroattiva; 2)non assoggettata a
prescrizione ordinaria; 3) pu essere
effettuata anche nei confronti di persone
giuridiche.
135
La sanzione
136
SANZIONI PENALI
DELITTI CONTRAVVENZIONI
Ergastolo Arresto
privazione della libert personale privazione della libert personale da
per tutta la vita 5 giorni a 3 anni
Reclusione Ammenda
privazione della libert personale da pagamento di una somma da 2 euro
15 giorni a 24 anni a 1032 euro.
Multa
pagamento di una somma da 5 euro
a 5164 euro
137
Cass. Pen. 23.10.86, n. 11751
138
Esempi: art. 50 D. Lgs 22/97
(Abbandono di rifiuti). 1. Fatto salvo quanto
disposto dall'articolo 51, comma 2, chiunque,
in violazione dei divieti di cui agli articoli 14,
commi 1 e 2, 43, comma 2, 44, comma 1, e
46, commi 1 e 2 abbandona o deposita
rifiuti ovvero li immette nelle acque
superficiali o sotterranee punito con la
sanzione amministrativa pecuniaria da
103 a 619
139
Es.: art. 51 D. Lgs 22/97
141
Tra penalizzazione e
depenalizzazione
La depenalizzazione consiste in un
provvedimento legislativo in base al quale un
fatto illecito ritenuto fino a quel momento
reato viene trasformato in illecito
amministrativo.
Sono
pi efficaci le
contravvenzioni o le sanzioni
amministrative?
142
NATURA FORMALE DELLE LEGGI AMBIENTALI
143
Fonti del diritto
Norma
Norma giuridica-> atto normativo
Fonti di produzione
Fonti di cognizione
Scala gerarchica delle fonti
144
Fonti del diritto (teoriche)
145
Fonti del diritto (comunitarie)
1. Trattati
2. Regolamenti
3. Decisioni
4. Direttive
146
Fonti del diritto (comunitarie)
prima e dopo la nuova Costituzione
1. Trattati
2. RegolamentiRegolamento europeo (atto non legislativo di
portata generale obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente
applicabile)
3. DecisioniDecisione europea (atto non legislativo relativo a
particolari temi obbligatorio in tutti i suoi elementi. Se designa
destinatari: obbligatoria solo per questi)
4. Direttive Self executingLegge europea (direttamente applicabile)
147
www.tuttoambiente.it
s.maglia@studiomaglia.it
www.tuttoambiente.it/formazione/infn.zip
148