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• Estensione
Cambiare l’estensione dell’area di studio può portare a
patch “artificiali” che subiscono un errore di
“troncamento”
estensione
stretta
grana fine
processi locali
estensione
ampia
grana grossa
processi
regionali
Come si realizza una carta della vegetazione fisionomica?
Il metodo tradizionale prevede di partire dallo studio di foto aeree che vengono
fotointerpretate sulla base della grana, della tessitura ed eventualmente del colore
dell’immagine osservabili. Un tempo (fino a pochi anni fa) si operava manualmente
con coppie di foto a stampa e stereoscopio, oggi si utilizzano pc e programmi GIS,
sovrapponendo ortofoto georeferenziate e basi cartografiche. Tutto dipende
sempre dalla risoluzione delle immagini, dalla scala di lavoro e da quello che
voglio ottenere. Se si vogliono raggiungere buoni risultati interpretativi è
praticamente obbligatorio prevedere una fase di controlli in campo per riscontrare
e correggere la fotointerpretazione.
Oggi esistono anche metodi raffinati che utilizzano dati telerilevati per la
realizzazione di cartografie varie, anche di tipo fisionomico-vegetazionale (questi
aspetti non saranno trattati in questo corso)
Landsat:
Mississipi
Arno
Foto aerea parte Val di Luce
Foto aerea interpretata
Carta fisionomica di prima
approssimazione
Carta fisionomico-floristica
Un importante base di dati per carte fisionomiche dell’uso del suolo è quella derivante
dal programma CORINE (COoRdination de l' INformation sur l' Environnement),
varato dal Consiglio delle Comunità Europee nel 1985 (in Italia tra gli enti promotori vi
sono anche il Ministero dell'Ambiente e le Regioni), che ha lo scopo primario di
verificare dinamicamente lo stato dell'ambiente nell'area comunitaria, al fine di
orientare le politiche comuni, controllarne gli effetti, proporre eventuali correttivi.
Alcuni enti locali hanno diminuito la superficie minima e aggiunto un ulteriore quarto
livello più analitico.
Per ulteriori informazioni sul progetto CORINE-Land Cover:
http://www.eea.europa.eu/publications/COR0-landcover
2.3.1. Pastures
Dense grass cover, of floral composition, dominated by graminaceae, not under a rotation
system. Mainly for grazing, but the folder may be harvested mechanically.
Includes areas with hedges (bocage).
L’oggetto delle norme non è più una generica tutela dei valori legati al mondo naturale,
tutt’al più unita ad azioni repressive (divieti di raccolta, commercio, ecc., es.: CITES), ma
stabilisce sia che occorre individuare sul territorio aree dove tali emergenze sono
effettivamente presenti (delimitazione di pSIC, proposta di siti di importanza comunitaria,
che una volta approvati diventano ZSC, Zone Speciali di Conservazione), nonché la
possibilità, all’interno di tali aree, di promuovere e finanziare azioni mirate alla tutela ed
al miglioramento di specie ed habitat di interesse comunitario. Qualcosa del genere
esisteva prima solo per gli uccelli (direttiva 79/409).
Insieme alla direttiva sono state compilate delle liste (gli allegati) in cui si elencano
specie (animali e vegetali) e habitat (solitamente definiti su base vegetazionale)
dichiarati di interesse comunitario. Alcuni elementi sono definiti “prioritari”, ed è finora
solo per questi che è stato possibile promuovere azioni di conservazione e
miglioramento (Progetti LIFE Natura, LIFE +).
Le specie vegetali italiane presenti negli allegati sono particolarmente poche rispetto a
quelle di altre zone (es. Penisola Iberica), probabilmente per mancanza di collegamento
tra mondo scientifico italiano e ambiente legislativo europeo.
Tale direttiva è stata recepita a livello nazionale (DPR 357/1997 e DM 20/01/1999)
e regionale. La Regione Toscana, ad esempio, ha promulgato la propria legge sulla
tutela della biodiversità (l.r. 56/2000), con la quale ha reso più consona alla
situazione locale la composizione degli allegati, includendo qualche ulteriore habitat
e numerose specie che assumono importanza conservazionistica nel proprio
territorio.
(http://vnr.unipg.it/habitat/index.jsp)
Secondo la Comunità Europea gli habitat sono intesi quindi nel senso di comunità
riconoscibili, formate da flora e fauna, in risposta all’ambiente abiotico e
all’influenza reciproca, e quelli meritevoli di conservazione vengono selezionati in
base a specifici requisiti.