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Cenni su cartografia della vegetazione

Uno dei modi più semplici ed efficaci di rappresentare la vegetazione è quello di


realizzare carte della vegetazione. Ne esistono di diversi tipi, adatte a scopi differenti,
ma in generale sono da considerare delle rappresentazioni schematiche semplificate
della realtà vegetazionale (con approssimazioni minori o maggiori a seconda della
scala e della risoluzione adottata), di notevole interesse soprattutto per scopi di
conoscenza, gestione e programmazione del territorio.

Carte della vegetazione reale


•Fisionomiche e fisionomico-floristiche
•uso del suolo, carte forestali, formazioni semplici, ecc.
•Fitosociologiche
•a grande scala: associazioni (se di estensione cartografabile)
•a piccola scala: syntaxa superiori (alleanze, ordini, classi), complessi di
vegetazione
Carte della vegetazione potenziale
•Fisionomiche (formazione climax)
•Fitosociologiche (associazione climax)

Carte del dinamismo (Serie di vegetazione)

Carte integrate del paesaggio (land units, geosigmeti, ecc.)

Carte derivate (fitoecologiche, naturalità/artificialità, valore naturalistico, habitat, ecc.)


N.B.: Il paesaggio vegetale è un mosaico differente a diverse scale
spaziali

Micro-paesaggio: eterogeneità al metro quadrato

Eterogeneità al chilometro quadrato

Eterogeneità a scala regionale


COMPONENTI DELLA
SCALA SPAZIALE

• Grana (unità minima di


studio)

• Estensione
Cambiare l’estensione dell’area di studio può portare a
patch “artificiali” che subiscono un errore di
“troncamento”
estensione
stretta

grana fine

processi locali

estensione
ampia

grana grossa

processi
regionali
Come si realizza una carta della vegetazione fisionomica?

Il metodo tradizionale prevede di partire dallo studio di foto aeree che vengono
fotointerpretate sulla base della grana, della tessitura ed eventualmente del colore
dell’immagine osservabili. Un tempo (fino a pochi anni fa) si operava manualmente
con coppie di foto a stampa e stereoscopio, oggi si utilizzano pc e programmi GIS,
sovrapponendo ortofoto georeferenziate e basi cartografiche. Tutto dipende
sempre dalla risoluzione delle immagini, dalla scala di lavoro e da quello che
voglio ottenere. Se si vogliono raggiungere buoni risultati interpretativi è
praticamente obbligatorio prevedere una fase di controlli in campo per riscontrare
e correggere la fotointerpretazione.

Oggi esistono anche metodi raffinati che utilizzano dati telerilevati per la
realizzazione di cartografie varie, anche di tipo fisionomico-vegetazionale (questi
aspetti non saranno trattati in questo corso)

Landsat:
Mississipi
Arno
Foto aerea parte Val di Luce
Foto aerea interpretata
Carta fisionomica di prima
approssimazione
Carta fisionomico-floristica
Un importante base di dati per carte fisionomiche dell’uso del suolo è quella derivante
dal programma CORINE (COoRdination de l' INformation sur l' Environnement),
varato dal Consiglio delle Comunità Europee nel 1985 (in Italia tra gli enti promotori vi
sono anche il Ministero dell'Ambiente e le Regioni), che ha lo scopo primario di
verificare dinamicamente lo stato dell'ambiente nell'area comunitaria, al fine di
orientare le politiche comuni, controllarne gli effetti, proporre eventuali correttivi.

All'interno del programma CORINE, il progetto CORINE-Land Cover e'


specificamente destinato al rilevamento e al monitoraggio, ad una scala compatibile
con le necessità comunitarie, delle caratteristiche del territorio, con particolare
attenzione alle esigenze di tutela.
Caratteristiche:
-Carta digitalizzata della copertura del suolo alla scala di 1:100.000, con unità
minima interpretata di 25 ettari;
- Legenda di 44 voci su 3 livelli. Es.:

3. TERRITORI BOSCATI E AMBIENTI SEMI-NATURALI


3.1. Zone boscate
3.1.1. Boschi di latifoglie
3.1.2. Boschi di conifere
3.1.3. Boschi misti

Alcuni enti locali hanno diminuito la superficie minima e aggiunto un ulteriore quarto
livello più analitico.
Per ulteriori informazioni sul progetto CORINE-Land Cover:
http://www.eea.europa.eu/publications/COR0-landcover
2.3.1. Pastures
Dense grass cover, of floral composition, dominated by graminaceae, not under a rotation
system. Mainly for grazing, but the folder may be harvested mechanically.
Includes areas with hedges (bocage).

2.3.1. France/Area: Saint-Laurent-et-Benon Interpretation


Ortofotocarta di
un’area in cui sono
state
fotointerpretate e
delimitate le aree
apparentemente
diverse dal punto di
vista fisionomico
della vegetazione.
Ad una prima fase a
video seguono
sopralluoghi e
controlli a terra per
verificare la validità
delle interpretazioni
Carta della
vegetazione
(fisionomico-
floristica, con alcune
connotazioni
fitosociologiche)
relativa alla stessa
area dell’ortofoto.

In questo caso era


importante mettere
in evidenza solo le
praterie delle
Festuco-Brometea
Carta del valore
botanico, derivata
dalla carta della
vegetazione
precedente
Altro esempio di
carta della
vegetazione
fisionomica con solo
qualche notazione
floristica
Esempio di
carta della
vegetazio-
ne fitoso-
ciologica:
accanto alla
descrizione
fisionomico-
floristica c’è
anche la
notazione
fitosociolo-
gica, cioè il
nome del
syntaxon di
riferimento
Uno dei tipi di carte derivate più importanti è rappresentato dalle carte degli habitat,
che possono essere definiti in base ai tipi di vegetazione e rivestono particolare
rilevanza ai fini della conoscenza e della gestione di aree protette.

Perché a partire dai tipi di vegetazione si possono ricavare gli habitat?


Cenni sulle legislazioni internazionali e locali sulla conservazione della
natura

Direttiva dell’Unione Europea 92/43 (e successive modificazioni ed integrazioni, es.


97/62) nota anche come “direttiva habitat”: grande innovazione nel mondo delle leggi
sulla tutela della biodiversità, soprattutto nel campo vegetale.

L’oggetto delle norme non è più una generica tutela dei valori legati al mondo naturale,
tutt’al più unita ad azioni repressive (divieti di raccolta, commercio, ecc., es.: CITES), ma
stabilisce sia che occorre individuare sul territorio aree dove tali emergenze sono
effettivamente presenti (delimitazione di pSIC, proposta di siti di importanza comunitaria,
che una volta approvati diventano ZSC, Zone Speciali di Conservazione), nonché la
possibilità, all’interno di tali aree, di promuovere e finanziare azioni mirate alla tutela ed
al miglioramento di specie ed habitat di interesse comunitario. Qualcosa del genere
esisteva prima solo per gli uccelli (direttiva 79/409).

Insieme alla direttiva sono state compilate delle liste (gli allegati) in cui si elencano
specie (animali e vegetali) e habitat (solitamente definiti su base vegetazionale)
dichiarati di interesse comunitario. Alcuni elementi sono definiti “prioritari”, ed è finora
solo per questi che è stato possibile promuovere azioni di conservazione e
miglioramento (Progetti LIFE Natura, LIFE +).
Le specie vegetali italiane presenti negli allegati sono particolarmente poche rispetto a
quelle di altre zone (es. Penisola Iberica), probabilmente per mancanza di collegamento
tra mondo scientifico italiano e ambiente legislativo europeo.
Tale direttiva è stata recepita a livello nazionale (DPR 357/1997 e DM 20/01/1999)
e regionale. La Regione Toscana, ad esempio, ha promulgato la propria legge sulla
tutela della biodiversità (l.r. 56/2000), con la quale ha reso più consona alla
situazione locale la composizione degli allegati, includendo qualche ulteriore habitat
e numerose specie che assumono importanza conservazionistica nel proprio
territorio.

Sempre la Regione Toscana ha promosso una iniziativa


denominata Re.Na.To. (Repertorio Naturalistico Toscano,
http//geoserver.etelnet.it/website/renato) che coinvolge
numerosi esperti nella compilazione di liste di attenzione
(periodicamente aggiornate) relative a specie, fitocenosi e
habitat rari o endemici, in cui sono previste la
georenferenziazione e la raccolta di numerose informazioni,
anche a scopo gestionale, riguardanti tutte le stazioni note,
sul territorio regionale, degli elementi compresi nelle liste di
attenzione.
L’archivio di dati del Repertorio Naturalistico Toscano
costituisce un notevole passo avanti rispetto anche alle liste
rosse regionali, in quanto le piante, pur analizzate sempre
quasi esclusivamente in base alla rarità, sono valutate in
base ad un criterio relativamente oggettivo quale il numero
di stazioni note dopo una certa data e non solo “ad
impressione e giudizio” degli esperti
E’ da sottolineare il grande valore degli habitat, che quasi sempre hanno maggiore
importanza rispetto alle singole specie animali e vegetali nella conservazione della
biodiversità.

Il concetto di habitat è molto usato ma abbastanza controverso in biologia ed


ecologia, ma la definizione che ne dà la “Direttiva Habitat” è chiara:

“habitat: zone terrestri o acquatiche che si distinguono grazie alle loro


caratteristiche geografiche, abiotiche e biotiche, interamente naturali o
seminaturali”
Es. codifica CORINE b.m.:
41 foreste di latifoglie
La codifica degli habitat europei si decidue
deve al progetto “CORINE
41.1 faggete
biotopes manual”(1991),
finalizzato alla creazione di una 41.13 faggete neutrofile (Galio
omogenea classificazione per gli odorati-Fagenion)
habitat europei. Con metodologia 41.131 faggete neutrofile
simile a quella del già ricordato collinari medio-europee
programma CORINE Land Cover, (Melico-Fagetum, Asperulo-
tutti gli habitat (anche quelli Fagetum…)
antropici) sono stati identificati 41.1311 faggete neutrofile
con codifica numerica basata su collinari medio-europee
un massimo di 4 livelli calcicline
Il progetto CORINE Biotopes è stato successivamente esteso ed integrato nella
«Palaearctic Habitat classification»
Si possono redigere carte degli habitat utilizzando la codifica CORINE Biotopes
Tra i numerosi altri sistemi di codifica degli habitat importante è anche quello recente
denominato EUNIS, basato su 3 livelli, di cui esiste anche un manuale italiano
(scaricabile) dell’APAT. Il sistema di classificazione habitat-Eunis è stato sviluppato
dall’Agenzia Europea perl’Ambiente (EEA). Tale classificazione
è costruita sulla base del CORINE Habitats Classification, alla quale sono
state apportate le opportune ridefinizioni e approfondimenti con particolare riguardo
nei confronti degli habitat marini.
Lo scopo di questo sistema di classificazione è generare un riferimento comune dei
tipi di habitat per tutti i paesi dell’Unione Europea.
Il manuale contiene anche tabelle di Esiste inoltre anche un “Manuale di
corrispondenza tra codifica EUNIS e interpretazione degli habitat dell’Unione
CORINE Biotopes Europea”, documento ufficiale della
Commissione Europea aggiornato
periodicamente, che fornisce chiarimenti
sull’individuazione degli habitat della
Direttiva.
Nel Manuale gli
habitat sono
riportati con codici
e definizioni
stringate, spesso
con indicazione di
specie guida e
syntaxa di
riferimento (di
solito a livello di
alleanza)
Esiste anche un Manuale Italiano,
disponibile su internet, che aiuta a definire
le forme italiane degli habitat della direttiva
europea, anch’esso ricco di riferimenti
sintassonomici e bibliografici specifici

(http://vnr.unipg.it/habitat/index.jsp)
Secondo la Comunità Europea gli habitat sono intesi quindi nel senso di comunità
riconoscibili, formate da flora e fauna, in risposta all’ambiente abiotico e
all’influenza reciproca, e quelli meritevoli di conservazione vengono selezionati in
base a specifici requisiti.

Il concetto di habitat utilizzato è in realtà quasi sempre corrispondente a un tipo o


un insieme di tipi di vegetazione, identificati su base fitosociologica, per cui gli
habitat risultano generalmente e praticamente definiti, almeno dal punto di vista
fisionomico, dai tipi vegetazionali. Ciò conferisce all’analisi vegetazionale una
valenza determinante nell’individuare la presenza o meno degli habitat in un dato
territorio.
I siti eco-geografici in cui la presenza di
un certo habitat è nota rappresentano le
stazioni di quell’habitat in un dato
territorio, e in questo senso ciascun
habitat può essere cartografato,
misurato, monitorato.

Esiste anche un “libro rosso degli habitat


d’Italia”, che però riporta in pratica
l’elenco dei siti con habitat di interesse
comunitario censiti nelle varie regioni
italiane per l’applicazione della Direttiva
Recentemente si sta tentando di applicare un metodo di prioritizzazione, derivato dalla
classificazione IUCN, a categorie superiori alla specie (comunità ecologiche,
ecosistemi, tipi vegetazionali, habitat) in quanto ritenute più efficaci per la
conservazione della natura.
Attualmente la Comunità Europea si
sta orientando verso una
realizzazione di una lista rossa degli
habitat, con valutazioni paragonabili
a quelle delle specie, definiti in base
alla codifica EUNIS modificata e
pertanto riconoscibili su base
vegetazionale

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