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Epidemiologia

Le malattie del sistema circolatorio (malattie cardiovascolari e cerebrovascolari) rappresentano la principale causa di morte nei soggetti di et media ed avanzata nella maggior parte dei paesi sviluppati e in molti paesi in via di sviluppo, contribuendo quasi ad un terzo (29%) dei decessi totali. A livello globale, su un totale di 17,1 milioni di decessi da malattie del sistema circolatorio, 11,4 milioni (20% della mortalit totale) sono attribuiti alle malattie cardiovascolari (malattie ischemiche del cuore e altre malattie del cuore). Nellambito di questo gruppo di patologie, 7,2 milioni di decessi sono dovuti alle malattie ischemiche del cuore. (WHO 2008)

Anche in Europa, nonostante un continuo decremento della mortalit in atto dal 1970, le malattie del sistema circolatorio costituiscono la prima causa di morte: responsabili ogni anno di oltre 4,3 milioni di decessi, quasi la met (48%) della mortalit totale Europea Le malattie cardiovascolari costituiscono il 35% della mortalit totale Europea, responsabili di poco pi di 3 milioni di decessi ogni anno. Le malattie ischemiche del cuore rappresentano da s la singola causa pi frequente di morte in Europa, pari al 21,5% della mortalit totale e responsabile ogni anno, in termini assoluti, di oltre 1,92 milioni di decessi (22% dei decessi nelle donne e il 21% dei decessi negli uomini).
(European cardiovascular disease statistics 2008)

Le malattie cardiovascolari rappresentano, a causa dellinvalidit parziale o totale che ne consegue, motivo di:
- ospedalizzazioni frequenti, - controlli periodici e - terapie farmacologiche che si prolungano per tutta la vita.

Ne deriva un accrescimento significativo del volume della spesa sanitaria dedicata ai relativi bisogni diagnostici e terapeutici- assistenziali. Lonere finanziario per i sistemi sanitari europei connesso alle malattie del sistema circolatorio stato stimato a poco meno di 110 miliardi di euro nel 2006, pari a circa il 10% della spesa sanitaria complessiva in tutta Europa.
(European cardiovascular disease statistics 2008).

Contestualizzando il quadro epidemiologico allItalia e allEmilia Romagna, la


tendenza non cambia, le malattie del sistema circolatorio si confermano come la causa pi importante di mortalit, morbosit e invalidit. Secondo i dati definitivi sulle cause di morte relative ai decessi avvenuti in Italia nel 2008, - le malattie del sistema circolatorio costituiscono il 38,8% (34,7% negli uomini e 42,6% nelle donne) della mortalit totale, con 225.588 decessi - le malattie cardiovascolari il 27,9% (25,8% negli uomini e 29,8% nelle donne), con 117.422 decessi. Nellambito di questo raggruppamento di cause di morte, le malattie ischemiche del cuore rappresentano la prima causa di morte, le quali con 75.514 decessi, coprono il 12,9% della mortalit totale .
(ISTAT 2011)

Nellanno 2008, in Emilia Romagna, 18.235 decessi sono stati attribuiti a malattie del sistema circolatorio, corrispondenti al

38,42% della mortalit totale, prima causa di morte sia per il sesso femminile (41,79%) che per quello maschile (34,74%).
Suddividendo i dati per raggruppamenti di patologie omogenee, il

primo gruppo rappresentato dalle malattie ischemiche del cuore (410-414), responsabili di pi del 13,6% (6445) del totale dei decessi in Emilia-Romagna (Atlante mortalit Emilia
Romagna 2010).

Fattori di rischio cardiovascolare


Dietro una complessa eziopatogenesi, le malattie cardiovascolari e, in particolar modo, quelle che rispondono al paradigma aterosclerosi-ostruzione sono patologie alle quali viene riconosciuta uneziologia multifattoriale (Okeefe 2009).
Et, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete, obesit, abitudine al fumo di sigaretta sono i principali fattori di rischio per linsorgenza delle malattie

cardiovascolari aterosclerotiche, a supporto della cui solida associazione epidemiologica convergono le evidenze prodotte da numerosi studi longitudinali di popolazione e caso-controllo (Kannel
64, 67, 69, 71, 74, 76, 79, 81; Yusuf 2004; Vanuzzo 2004).

L inattivit fisica e la dieta aterogenica (a basso contenuto di frutta e verdura, e a elevato contenuto di grassi saturi) sono definiti

fattori di rischio sottostanti,


in quanto favorenti linsorgenza di quei fattori di rischio principali (diabete, ipertensione) pi direttamente correlati alle patologie cardiovascolari (Mendis 2010, Wannamethee 2000, Multiple Risk Factor Intervention
Trial Research Group 1988).

Fattori di rischio emergenti: - ipertrigliceridemia;

- intolleranza glucidica;
- iperglicemia a digiuno e presenza di piccole particelle LDL

Difatti, lipertensione arteriosa fortemente associata allobesit, allinattivit fisica, allassunzione di sodio e dalcool (Stamler 1993, Ford 1991, Blair 1994, Stamler 1997, Criqui 1982).

Lipertensione arteriosa fortemente associata allobesit, allinattivit fisica, allassunzione di sodio e dalcool (Stamler
1993, Ford 1991, Blair 1994, Stamler 1997, Criqui 1982).

A sua volta, lobesit, linattivit fisica e labitudine al fumo sono fattori di rischio per il diabete mellito, unaltra importante causa di malattie cardiovascolari (Hu 2001, Manson 1992,
Manson 2000, Harris 1998).

Ancora, una dieta aterogenica e linattivit fisica possono influenzare la comparsa delle seguenti condizioni dismetaboliche: - adiposit viscerale, - dislipidemia e - condizioni pre-diabetiche

(Maruthur 2009, NCEP 2002).

Data questa stretta interdipendenza tra fattori di rischio, si evince, per tanto, che raramente un fattore di rischio principale si presenti isolato. Piuttosto, si ha unelevata tendenza allassociazione di pi fattori di rischio in uno stesso individuo, i quali, potendo interagire tra loro in maniera sinergica, moltiplicano il rischio cardiovascolare (Cooney 2010).
Il riconoscimento della tendenza alla coesistenza di pi fattori di rischio in uno stesso individuo e tra loro interagenti ha condotto allelaborazione del concetto di rischio cardiovascolare globale o totale (Bitton 2010), definito come: il rischio assoluto di avere un evento cardiovascolare maggiore o di decesso dalla stessa causa in un dato periodo di tempo, generalmente riportato come una percentuale a 10 anni.

Trial di intervento su uno o pi fattori di rischio, di tipo farmacologico o mirati a produrre modificazioni dello stile di vita,

hanno dimostrato la reversibilit del rischio cardiovascolare.


Gli interventi sullo stile di vita, promuovendo cambiamenti di fattori comportamentali (inattivit fisica e alimentazione scorretta,

abitudine al fumo e abuso di sostanze), possono avere effetti di modificazione sul livello di alcuni fattori di rischio cardiovascolare
come la pressione arteriosa elevata, lipercolesterolemia, leccesso ponderale, labitudine al fumo, liperglicemia a digiuno, con

riduzione dellincidenza dellipertensione arteriosa, del diabete, della sindrome metabolica e della dislipidemia, prevenendo, a sua volta, o ritardando linsorgenza delle malattie cardiovascolari (Prichett 2005).

Le diverse tipologie di interventi sullo stile di vita rappresentano la pietra miliare delle strategie per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Nellambito della prevenzione delle malattie cronico-degenerative, si possono distinguere tre tipi di strategie:

- da una parte la strategia di popolazione e la strategia ad alto rischio o individuale, complementari tra loro e parti integranti della prevenzione primaria,
- dallaltra le strategie di prevenzione secondaria (Graham 2008).

Le strategie di popolazione (iniziative legislative o fiscali, interventi informativi su vasta scala, interventi ambientali) rivestono un ruolo cruciale nella riduzione dellincidenza totale delle malattie cardiovascolari, in quanto focalizzate a ridurre il livello medio dei fattori di rischio nellinsieme della popolazione.

I benefici per la popolazione, in termini di vite salvate e di riduzione dellincidenza totale di malattie cardiovascolari, possono essere pi grandi rispetto a quelli prodotti da interventi selettivi su soggetti a elevato rischio.

Fenomeno conosciuto come effetto paradosso o paradosso di Rose ed riconducibile allosservazione che, allinterno di una comunit, i soggetti a pi basso livello di rischio contribuiscono maggiormente ai decessi, semplicemente perch pi numerosi rispetto agli individui a elevato rischio che sviluppano, paradossalmente, meno eventi in termini assoluti.

La strategia ad alto rischio si pone, invece, lobiettivo di identificare, attraverso lanamnesi, analisi laboratoristiche e strumentali, i soggetti a rischio cardiovascolare pi elevato e a ridurne il rischio cardiovascolare globale indirizzandoli a interventi di modificazione dei fattori di rischio (Graham 2007).
Quindi, un primo elemento essenziale della strategia ad alto rischio consiste nel categorizzare i soggetti come ad alto o a basso rischio (Cooney 2010).

A tal fine, la maggior parte delle linee guida sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari sottolineano limportanza dellapproccio al rischio cardiovascolare globale quale presupposto fondamentale per calibrare lintervento sulla base del livello di rischio individuale (De Backer 2003; Graham 2007; Genest 2009)

Questo, perch la maggior parte degli individui che sviluppano la malattia cardiovascolare aterosclerotica riconosce spesso uneziologia multifattoriale, dovuta a pi fattori di rischio contemporaneamente presenti, i quali, potendo interagire tra loro in maniera sinergica, producono un rischio globale superiore alla somma dei rischi attribuiti ai singoli fattori Lutilit di questi strumenti di predizione del rischio, a supporto di iniziative di prevenzione cardiovascolare, risulterebbe decisamente dimensionata se non si affiancasse un sistema di sorveglianza epidemiologica della patologia specifica e dei fattori di rischio e, di fatto, volto a valutare, con lapplicazione di diverse metodologie, il carico di malattia e lefficacia delle azioni preventive.

- Periodiche indagini di popolazione e

- il mantenimento in attivit di un registro delle malattie cardiovascolari


rappresentano le metodologie che consentono con buona accuratezza di descrivere landamento nel tempo dei principali fattori di rischio e dei dati di malattia cardiovascolare, con il fine di pianificare, implementare e valutare interventi di prevenzione e controllo (Eurociss 2008).

Per tanto, proprio per rispondere a questa esigenza di sorveglianza e valutazione, l'Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO), in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanit, nel 1998 ha attivato lOsservatorio Epidemiologico Cardiovascolare (OEC), una delle linee di ricerca del pi vasto Progetto Cuore.

LOEC, per mezzo della conduzione di indagini di popolazione, ha come obiettivi principali: 1) la descrizione della distribuzione dei fattori di rischio cardiovascolare nella popolazione italiana; 2) la valutazione del rischio cardiovascolare globale e laggiornamento delle carte del rischio e del punteggio individuale 3) la stima della prevalenza delle malattie cardiovascolari di origine aterosclerotica (infarto miocardico Per centrare questi obiettivi si realizzata una indagine trasverssle del tipo Health Examination Survey

Le HES, particolarmente utili per fornire indicazioni sui comportamenti e sui determinanti di salute, si basano su:
- campioni di popolazione generale estratti in modo casuale; - esami diretti della popolazione con cui vengono raccolti dati su misure antropometriche, fisiologiche, cliniche e parametri ematochimici; - un eventuale somministrazione di questionari standardizzati, attraverso cui possibile ricavare informazioni utili per valutare la prevalenza delle malattie croniche, la necessit e laccesso ai servizi socio-sanitari, la capacit funzionale e lo stato nutrizionale.

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