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iu ‘eomiaeene ns | dideggende Ta ia eo nel Lazio, sorge l’Oasi di Ninfa: un tempo “ PCC Me UCR ROR OC RC I ae oasi e parchi ta bella e malefica fata Ninfa che da secoli ? la custode dell’antica civitas dirupra usct dall’acqua del laghetto senza essere vista ¢ in- comincid a piangere tra i merli della torre trecentesca. Al chia di luna le tennero compagnia la civetta, il barbagianni e gli occhi gialli del piccolo assiolo che ogni anno dall’Africa vola qui all’oasi per riprodursi tra le feritoie delle antiche mura. Il motivo di tante dolore fu la scomparsa di Lelia Caetani, ultima discendente della nobile famiglia che dalla fine del XIII secolo aveva retto le sorti dellantica cited medievale di Nin- fa, sui Monti Lepini, e che con la sua morte si estinse per sempre. Una storia lunga e tormentata quella della “citt’ fantasma”, ini ziata con Pietro Caetani nel 1297 quando geacie all’influente zio Benedetto, poi passato alla storia col nome di Bonifacio VII, quistd per 200.000 fiorini d’oro il feudo di Ninfa. Diventata il pun- to di passaggio obbligato per chi voleva evitare le terribili paludi pontine infestate dalla malaria dopo la caduta dell'Impero roma- ro, Ninfa prosperd, nonostante i continui confltti coi feudi vicini tra giardini e ruscelli, in un mag comondo d’acque cristalline, pri rma di essere distrutta da Federico Barbarossa che la mise a ferro e fuoco nel tragico sacchegaio de 1382. La citta sprofondd cost in una lenta, inevitable agonia. Le antiche mura si sgretolarono, gli edifici incominciarono a disfatsi assediati da rovi e radici, finché anche gli ultimi tenaei abitan i Pabbandonarono per sempre sopraffatti dalla miseria e dalle febbri malariche La riscoprirono quasi cinque se coli dopo i viaggiatori romantici 10 ites! del Gran Tour: pittori, serittori, intellettuali € anime nobili che 4 meta Ottocento provavano un ineffabile piacere nel passeggiare tra i resti della citta fantasma John Middleton faceva acquerel- li, Edward Lee malinconiche grafie, Rudolph Muller dipings John Hare e il grande storico ¢ iatore tedesco Gregorovius scrivevano appassionanti_reso- conti. Quest'ultimo,camminando tra i ruderi di Ninfa, dopo secoli oblio, la trovd mezza sepolta affascinan ti rovine ricoperte d’edera. Una sorta di “Pompei del Medioevo” bbe a dire, ma di gran lunga pit incantevole, perché a Pompei le nelle paludi, con k case sembrano mummie sventra: te, qui invece, a Ninfa, “tutto si muove al soffio del vento, in un mare di fior” Era il fascino della decadenza a conquistare queiviaggiatori, scheletri di decine di edifici civili e di sette chiese dagli antichi af- freschi duecenteschi a cielo aper- to (come quelle di Santa Maria, San Pietro e San Giovanni), mu- ra secolari immerse nella fitta vegetazione, Vantico municipio medievale, parte del castello e la torre merlata del Trecento alta 32 metri che si specchiava nel laghetto e sopra ogni cosa il gorgogliare dell’acqua del fume Ninfa, pura come cristallo. Sopra a desta I ghetto la torre merata ol castello medievale ‘lato, da sista, Ia ehlota San Giovanni, ta ehiosa di Santa Maria ‘Maggiore e flortre nel larino botanica on ret delle mara perimetral silo sfonde, In apertura, fume Ninta ponte medievale ‘el Maceo oasi e parchi Oggi come allora ogni edificio ha Ja sua pianta rampicante oppure un albero in fiore di sentinella e tutto intorno un profumato eser- cito di camelie, primule, ciliegi penduli, salici, aceri, noci ameri- ali stati d’animo dell'uomo, in questo meraviglioso museo botanico a cielo aperto, ogni stagione, ogni mese regalano odori e colori sem- cani, agrifogli e comioli. Com: pre nuovi. TI silenzio ¢ la pace del giardino, poi, non fanno che alimentare le tante leggende: quella malinconi: cca della bella Ninfa che per non andare in sposa al perfido mago Martino si gett® dalla torre del castello sparendo per sempre nelle acque del ago o quella pit gioiosa delle pietre danzanti che ball no al ritmo dell'acqua purissima del fiume Nimphaeo. A distanza di secoli, il piccolo fiume continua ad attraversare lantico borgo sfio- rando hoschetti di betulle, acanti, pini e, in autunno, Valbero della nebbia. Pass sotto il millenario ponte romano a schiena dasino, sfiorando i fori bianchi delle calle lussureggianti e le foglie gigante- sche della gurmera muicata, prima di uscire dalla citta e sfociare in mare aperto. La cosa straordinaria del giardino (oasi naturale istituita nel 1976 dalla Regione Lazio), un eden pri- mordiale dove vivono superpro- rette circa 1300 specie di piante € di essence provenienti da ogni angolo del mondo, 150 specie di uccelli, oltre a diversi mammiferi, @ il meraviglioso connubio tra getacione ¢ rudeti. E “come essere portati d'un tratto in qu siardino di una novella del Boe caccio”, scrisse Guido Piovene nel 1950 nc suo Viaggio in lala, tun negromante fa sorgere in una notte”. Immersi nella pace del 12 itessi luogo, sembra impossibile pensare seduta con tavolozza e pennel- che sulle antiche mura della citta lo mentre dipinge acquerelli dai siano scivolati secoli di sangue e delicati colori in m dure batta alla spet- je. Invece pitt volte il tacolare natura dell’oasi, sotto orgo capitold, agonizzd e fu sul lo sguardo amorevole del marito punto di morite per sempre Hubert. Le sue parole sembr: Lispiratore della sua rinascita fu. no lievitare nellaria insieme al Gelasio Caetani, storico colto e —ronzare degli insetti, storditi dai raffinato che nei primi anni '20, mille fiori aggrappati agli edifici quando ancora Ninfa languiva cadenti: “I giardini sono ultima in mezzo ai rovi e agli acquitrini, _speranza di vita lieta”. m ‘A destra le aoque de Minfa che scarrone ‘el att Inia del?Oas, Sul stondo ‘antia tore dolla eta medivale (eee ew mn Ninf si trova a circa 8k dala stazone di Latina, sulatratta Roma-Napol Sotto, |colleyament!ferrviari. Pe infrmazionle rar: wwwrenitaia. com. fece ripulire i resti delle costru- 2ioni, prosciugd le paludi e piant® lui stesso i primi grandi alberi det giardino, che si possono vedere ancora oggi: pioppi, cedri, lecci e 10 a trasformare Ninfa nza di famiglia. Era il ritomo alla vita e all'antica bellezza. A lui successero Roffre- do e la moglie Margherite Cha- pin, nobildonna americana. che continud Fopera introducendo le essenze arboree pit) rare (rose, meli e ciliegi da fiore) e proget- tando insieme al marito cascate e ruscell Limpronta pitt indelebile perd fu quella che lascid proprio la loro figlia Lelia, colei che avewa nel- Vanimo la triste consapevol di essere ultima della dinastia e dungue lascid nel giardino come una sorta di testamento spirituale. Introdus cipressi, fin nella resid ¢ nuove specie vegetali, curd i dettagli architettonici, fino a trasformare il tutto in un armo- nioso contrasto di colori, lucie spaci aperti. A distanza di molti anni sembra di vederla ancora Tr ea Turistica di Latina es Latina Se eae ad See ee Ces pao on eo) Tor Tre Ponti Latina Bee eee ee en eee ren Ne ema erro aay See tc) Fee saad ere Stee tes Care ol eee Sono consentite visite straordinarie eee ea Pega Re ee) one eee ci Roflredo Caetani - 04010 Doganella Ce nee oad Peer) R. Castani o alla LIPU Rome) ac ey eer ecu Peeen cae ae Dee Peter etree

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