Escolar Documentos
Profissional Documentos
Cultura Documentos
1
II Tempo Quaresima (B)
I I
n quel tempo, 2Gesù prese con n illo témpore: 2Assúmit Iesus
sé Pietro, Giacomo e Giovanni e Petrum et Iacóbum et Ioánnem,
li condusse su un alto monte, in et ducit illos in montem excél-
disparte, loro soli. Fu trasfigurato sum seórsum solos. Et
davanti a loro 3e le sue vesti diven- transfigurátus est coram ipsis; 3et
nero splendenti, bianchissime: nes- vestiménta eius facta sunt
sun lavandaio sulla terra potrebbe splendéntia, cándida nimis, quália
renderle così bianche. 4E apparve fullo super terram non potest tam
loro Elia con Mosè e conversavano cándida fácere. 4Et appáruit illis
con Gesù. 5Prendendo la parola, Elías cum Móyse, et erant loquéntes
Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello cum Iesu. 5Et respóndens Petrus ait
per noi essere qui; facciamo tre ca- Iesu: «Rabbi, bonum est nos hic es-
panne, una per te, una per Mosè e se; et faciámus tria tabernácula: tibi
una per Elia». 6Non sapeva infatti unum et Móysi unum et Elíæ
che cosa dire, perché erano spaven- unum». 6Non enim sciébat quid re-
tati. 7Venne una nube che li coprì spondéret, erant enim extérriti. 7Et
con la sua ombra e dalla nube uscì facta est nubes obúmbrans eos, et
una voce: «Questi è il Figlio mio, venit vox de nube: «Hic est Fílius
l’amato: ascoltatelo!». 8E improvvi- meus diléctus; audíte illum». 8Et
samente, guardandosi attorno, non statim circumspiciéntes néminem
videro più nessuno, se non Gesù ámplius vidérunt nisi Iesum tantum
solo, con loro. 9Mentre scendevano secum. 9Et descendéntibus illis de
dal monte, ordinò loro di non rac- monte, præcépit illis, ne cui, quæ
contare ad alcuno ciò che avevano vidíssent, narrárent, nisi cum Fílius
visto, se non dopo che il Figlio hóminis a mórtuis resurréxerit. 10Et
dell’uomo fosse risorto dai morti. verbum continuérunt apud se, con-
10Ed essi tennero fra loro la cosa, quiréntes quid esset illud: «a mór-
chiedendosi che cosa volesse dire tuis resúrgere».
risorgere dai morti.
1° LETTURA: GEN 22,1-2.9.10-13.15-18
I I
n quei giorni, 1Dio mise alla n diébus illis: 1Tentávit Deus
prova Abramo e gli disse: Abraham et dixit ad eum:
«Abramo!». Rispose: «Eccomi!». «Abraham». Ille respóndit:
2
II Tempo Quaresima (B)
VANGELO: MC 9,2-10
εἶναι, καὶ ποιήσωμεν τρεῖς σκηνάς, σοὶ skēnē usato per la dimora di Dio Es 33,7+; Ne 8,14
μίαν καὶ Μωϋσεῖ μίαν καὶ Ἠλίᾳ μίαν. -17+; Sap 9,8+; Eb 9,2+. Festa delle Tende: nella BG
6 Es 23,14+.
οὐ γὰρ ᾔδει τί ἀποκριθῇ, ἔκφοβοι γὰρ 6Presi dallo spavento: Est 5,1c-d.2a; Gb 23,15; Sal
7
ἐγένοντο. καὶ ἐγένετο νεφέλη 119,120; Eb 12,21.
7La nube: nella BG di Es 13,22+; 14,20+; 24,16+; Mt
ἐπισκιάζουσα αὐτοῖς, καὶ ἐγένετο φωνὴ
24,30+. Ombra: Es 40,35; Lc 1,35+; At 5,15. Voce:
ἐκ τῆς νεφέλης· οὗτός ἐστιν ὁ υἱός μου ὁ Es 19,19; Dt 4,11-12; Figlio mio: Mt 3,17+; 4,3+;
ἀγαπητός, ἀκούετε αὐτοῦ. 8καὶ ἐξάπινα 11,27+; Lc 2,49+; Gv 1,18; At 9,20+; Rm 1,4+. L’a-
περιβλεψάμενοι οὐκέτι οὐδένα εἶδον ἀλλὰ mato: Gen 22,2; Mc 1,11; Lc 9,35; 2Pt 1,17. Ascolta-
telo: Dt 18,15.19; Is 55,3; Gv 5,24; Eb 2,2-4.
τὸν Ἰησοῦν μόνον μεθ᾽ ἑαυτῶν. 9Καὶ 8Gesù solo: Gv 8,29; 16,32.
καταβαινόντων αὐτῶν ἐκ τοῦ ὄρους 9Non raccontare: nella BG Mc 1,34+. Figlio dell’uo-
διεστείλατο αὐτοῖς ἵνα μηδενὶ ἃ εἶδον mo: nella BG Mt 8,20+; cf. Ez 2,1+; Dn 7,13+. Ri-
surrezione: nella BG At 2,36+; 10,39-41+; 13,33+;
διηγήσωνται, εἰ μὴ ὅταν ὁ υἱὸς τοῦ Rm 1,4+; 9,5+.
ἀνθρώπου ἐκ νεκρῶν ἀναστῇ. 10καὶ τὸν 10Tennero fra loro la cosa: in gr. ton logon ekratēsan,
1 1
ֹלהים נִ ָ ָּ֖סה
ִֵ֔ וַ יְ ִִ֗הי ַא ַח ֙ר ַה ְד ָב ִ ִ֣רים ָה ֵ֔א ֶּלה וְ ָ ִ֣ה ֱא καὶ ἐγένετο μετὰ τὰ ῥήματα ταῦτα ὁ
אמר ִהנֵּֽנִ י׃
ֶּ אמר א ֵ֔ ָליו ַא ְב ָר ָ ָּ֖הם וַ ֹּ֥י
ֶּ ת־א ְב ָר ָ ָ֑הם וַ ִ֣י
ַ ֶּא θεὸς ἐπείραζεν τὸν Αβρααμ καὶ εἶπεν
πρὸς αὐτόν Αβρααμ Αβρααμ ὁ δὲ εἶπεν
3
II Tempo Quaresima (B)
2Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo «Adsum». 2Ait: «Tolle fílium tuum
unigenito che ami, Isacco, va’ nel unigénitum, quem díligis, Isaac et
territorio di Mòria e offrilo in olo- vade in terram Moría; atque offer
causto su di un monte che io ti indi- eum ibi in holocáustum super
cherò». [3-8]9aCosì arrivarono al luo- unum móntium, quem monstrávero
go che Dio gli aveva indicato; qui tibi». [3-8]9aEt venérunt ad locum,
Abramo costruì l’altare, collocò la quem osténderat ei Deus, in quo
legna. [9b]10Poi Abramo stese la ma- ædificávit Abraham altáre et désu-
no e prese il coltello per immolare per ligna compósuit. [9b]
suo figlio. 11Ma l’angelo del Signore 10Extendítque Abraham manum et
come le stelle del cielo e come la men tuum sicut stellas cæli et velut
sabbia che è sul lido del mare; la tua arénam, quæ est in lítore maris.
discendenza si impadronirà delle Possidébit semen tuum portas ini-
città dei nemici. 18Si diranno bene- micórum suórum, 18et benedicéntur
dette nella tua discendenza tutte le in sémine tuo omnes gentes terræ,
nazioni della terra, perché tu hai quia obœdísti voci meæ».
obbedito alla mia voce».
4
II Tempo Quaresima (B)
5
II Tempo Quaresima (B)
H C
o 10creduto anche quando rédidi10, étiam cum locútus
dicevo: «Sono troppo sum: «ego humiliátus sum
infelice». 15Agli occhi del nimis». 1 5 Pretiósa in
Signore è preziosa la morte dei suoi conspéctu Dómini mors sanctórum
fedeli. eius.
16Tiprego, Signore, perché sono tuo 16O Dómine, ego servus tuus, ego
servo; io sono tuo servo, figlio della servus tuus et fílius ancíllæ tuæ.
tua schiava: tu hai spezzato le mie Dirupísti víncula mea: 17 tibi
catene. 17A te offrirò un sacrificio di sacrificábo hóstiam laudis et nomen
ringraziamento e invocherò il nome Dómini invocábo.
del Signore.
2° LETTURA: RM 8,31B-34
Dio non ha risparmiato il proprio Figlio Deus proprio Filio non pepercit
F F
ratelli, 31bse Dio è per noi, chi ratres: 31bSi Deus pro nobis,
sarà contro di noi? 32Egli, che quis contra nos? 32Qui Fílio
non ha risparmiato il proprio suo non pepércit, sed pro no-
Figlio, ma lo ha consegnato per tutti bis ómnibus trádidit illum, quómo-
noi, non ci donerà forse ogni cosa do non étiam cum illo ómnia nobis
insieme a lui? 33Chi muoverà accuse donábit? 33Quis accusábit advérsus
contro coloro che Dio ha scelto? Dio eléctos Dei? Deus, qui iustíficat?
è colui che giustifica! Chi condanne- 34Quis est qui condémnet? Christus
rà? Cristo Gesù è morto, anzi è ri- Iesus, qui mórtuus est, immo qui
sorto, sta alla destra di Dio e inter- suscitátus est, qui et est ad déxte-
cede per noi! ram Dei, qui étiam interpéllat pro
nobis?
6
II Tempo Quaresima (B)
7
י־ע ְב ְדך ֲ ָ ֵּֽא ָנִ֣ה יְ הוָ ֘ה ִ ֵּֽכ16
ֶ֭ ַ ִי־א ִנִ֪י ַ֫ ַע ְב ֶּ ֹּ֥דך ֲ ֵּֽאנ ὦ κύριε ἐγὼ δοῦλος σός ἐγὼ δοῦλος σὸς
ן־א ָמ ֶּ ָ֑תך ָ֜ ִפ ִַ֗ת ְח ָת ְלמֹוס ָ ֵּֽרי׃
ֲ ֶּב καὶ υἱὸς τῆς παιδίσκης σου διέρρηξας
τοὺς δεσμούς μου 8σοὶ θύσω θυσίαν
הוִ֣ה ֶּא ְק ָ ֵּֽרא׃
ָ ְּוב ָּ֖שם י
ְ תֹודה ֶֶּ֭ ְ ֵּֽל17
ָ֑ ָ ך־אזְ ַבח ֶּז ִַ֣בח
αἰνέσεως
2° LETTURA: RM 8,31B-34
31b
εἰ ὁ θεὸς ὑπὲρ ἡμῶν, τίς καθ᾽ ἡμῶν; 32 ὅς γε τοῦ ἰδίου 31 Nm 14,9; 1Sam 17,45-47;
Sal 27,1-3; Gv 10,28-30
υἱοῦ οὐκ ἐφείσατο ἀλλ᾽ ὑπὲρ ἡμῶν πάντων παρέδωκεν 32 Gen 22,16; Gv 3,16; 2Cor
αὐτόν, πῶς οὐχὶ καὶ σὺν αὐτῷ τὰ πάντα ἡμῖν χαρίσεται; 5,14-21; 1Gv 4,10.13-14
33
τίς ἐγκαλέσει κατὰ ἐκλεκτῶν θεοῦ; θεὸς ὁ δικαιῶν· 34 33 Is 50,8; Lc 18,7; Ap 12,10-
11
τίς ὁ κατακρινῶν; Χριστὸς [Ἰησοῦς] ὁ ἀποθανών, μᾶλλον 34 Sal 110,1; Mc 16,19; At
δὲ ἐγερθείς, ὃς καί ἐστιν ἐν δεξιᾷ τοῦ θεοῦ, ὃς καὶ 2,23; Eb 7,25; 1Gv 2,1
ἐντυγχάνει ὑπὲρ ἡμῶν.
7
II Tempo Quaresima (B)
Terza lettura
Dai «Discorsi» di san Cirillo d’Alessandria, vescovo
Gesù salì sul monte con i tre discepoli prescelti; poi si trasfigurò in uno
splendore così straordinario e divino, che le sue vesti furono viste risplen-
dere come la luce. Allora Mosè ed Elia, gli furono accanto, intrattenendosi
con lui della dipartita che Gesù avrebbe portato a compimento a Gerusa-
lemme (cfr. Lc 9,30-31), cioè del mistero di quella salvezza che sarebbe av-
venuta mediante il suo corpo, di quella passione, dico, che si sarebbe com-
piuta sulla croce. E vero infatti che la legge di Mosè e le parole dei santi pro-
feti preannunziarono il mistero di Cristo: le tavole della legge lo descriveva-
no come in immagine e velato; i profeti invece lo predicarono in molti luo-
ghi e in vari modi, dicendo che a tempo opportuno sarebbe apparso in for-
ma umana e avrebbe accettato di morire in croce per la salvezza e la vita di
tutti. Il fatto poi che vi fossero Mosè ed Elia e che parlassero insieme, voleva
indicare che la legge e i profeti sono come i satelliti del Signore nostro Gesù
Cristo, il quale da essi veniva indicato come Dio, attraverso quelle cose che
avevano preannunziato e che concordavano fra loro. Infatti non è contrario
alla legge quel che dicono i profeti: e di questo, penso, parlavano Mosè e il
più grande tra i profeti, Elia. Apparsi, non tacevano, ma parlavano della
gloria che lo stesso Gesù avrebbe portato a compimento in Gerusalemme;
cioè della sua passione e della croce, nelle quali intravedevano anche la ri-
surrezione. San Pietro poi, credendo forse che fosse già venuto il tempo del
regno di Dio, gode di trovarsi sul monte e perciò, senza sapere che cosa di-
ce, vuol costruire tre tende. Ma non era ancora giunta la fine del mondo, né
i futuri santi possono nel tempo presente possedere le cose sperate e pro-
messe. San Paolo infatti dice: «Cristo trasfigurerà il nostro misero corpo per
conformarlo al suo corpo glorioso» (Fil 3,21). Ma essendo allora il suo com-
pito all’inizio e non ancora portato a termine, come poteva il Cristo, venuto
nel mondo per amore, non voler più soffrire per esso? Conservò infatti la
stessa natura umana, con cui avrebbe subito la morte nella sua carne e l’a-
vrebbe distrutta con la sua risurrezione. Del resto, oltre alla mirabile e arca-
na visione della gloria di Cristo, vi è anche un altro fatto utile e necessario a
confermare la fede non solo dei discepoli, ma anche nostra. Si udì infatti la
voce di Dio Padre che diceva dall’alto: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel
quale mi sono compiaciuto: ascoltatelo» (Mt 17,5).
8
II Tempo Quaresima (B)
9
II Tempo Quaresima (B)
10
II Tempo Quaresima (B)
COMMENTO
L’omelia è stata tenuta nella Basilica di San Giovanni in Laterano nella seconda domenica di
Quaresima, quasi certamente il 4 marzo dell’anno 445.
[a] Per accogliere la salvezza portata da Cristo è necessario credere sia nella sua umanità sia nel-
la sua divinità; per questo, nell’episodio precedente la trasfigurazione, Gesù interroga gli apostoli su
chi sia il Figlio dell’uomo, ottenendo la risposta illuminata di Pietro sulla sua origine divina.
[b] Lo scopo della trasfigurazione è quello di completare la fede dei discepoli: se hanno riconosciu-
to la divinità di Cristo, ora sarà loro mostrata la gloria dell’umanità del Signore, in modo da non
rimanere scandalizzati di fronte all’umiliazione della morte di croce. È l’umanità di Gesù a mediare
tra Dio e l’uomo: il Padre comunica la sua gloria all’umanità di Cristo, e l’umanità di Cristo la co-
munica alla nostra attraverso il Battesimo.
[c] La trasfigurazione infatti rivela il compimento della vocazione gloriosa a cui sono chiamati i
cristiani, che entrando nella Chiesa sono essi stessi incorporati a Cristo.
[d] Mosè ed Elia rappresentano la legge e i profeti, cioè l’Antico Testamento che trova piena rea-
lizzazione in Cristo attraverso il mistero pasquale, anticipato nella trasfigurazione. Con la morte e
risurrezione del Signore le promesse dei profeti si compiono e la legge diventa praticabile per il dono
della grazia del risorto.
[e] Il desiderio di Pietro di rimanere in quella situazione gloriosa è legittimo, ma per essere realiz-
zato occorre seguire il Signore dapprima sulla via della passione, assumendo con fede le difficoltà
della vita presente: la Quaresima e la Pasqua rappresentano sacramentalmente il cammino dell’uo-
mo verso la sua liberazione.
[f] La voce del Padre completa la rivelazione: se i discepoli, attraverso la vista, hanno assistito
alla manifestazione della gloria dell’umanità di Cristo, ora, per mezzo dell’udito, accolgono l’annun-
zio della sua piena divinità; la manifestazione più straordinaria della sua divinità è paradossalmente
il suo abbassamento al nostro livello per poterci salvare.
[g] La Chiesa stessa, ascoltando l’annuncio del vangelo, rivive nella fede l’esperienza dei tre apo-
stoli sul Tabor e così, unendosi al Signore Gesù può affrontare le difficoltà della vita presente
nell’obbedienza alla sua Parola, in vista della gloria cui parteciperanno quanti restano uniti al Si-
gnore.
Antonio Grappone
11
II Tempo Quaresima (B)
Eucologia
Antifona d'Ingresso Sal 26,8-9
Il mio cuore ripete il tuo invito: Tibi dixit cor meum quaesívi vultum
«Cercate il mio volto!». Il tuo volto, tuum, vultum tuum, Dómine, re-
o Signore, io cerco, non nasconder- quíram. Ne avértas fáciem tuam a me.
mi il tuo volto.
Colletta
O Padre, che hai fatto risplendere la Deus, qui nobis diléctum Fílium tuum
tua gloria sul volto del tuo Figlio in audíre praecepísti, verbo tuo intérius
preghiera, donaci un cuore docile nos páscere dignéris, ut, spiritáli puri-
alla sua parola perché possiamo se- ficáto intúitu, glóriae tuae laetémur
guirlo sulla via della croce ed essere aspéctu.
trasfigurati a immagine del suo cor-
po glorioso.
Sulle offerte
Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui Hic est Fílius meus diléctus, in quo
ho posto il mio compiacimento. mihi bene complácui; ipsum audíte.
Ascoltatelo.
Dopo la comunione
Per la partecipazione ai tuoi glorio- Percipiéntes, Dómine, gloriósa mysté-
si misteri vogliamo renderti grazie, ria, grátias tibi reférre satágimus,
o Signore, perché a noi ancora pel- quod, in terra pósitos, iam caeléstium
legrini sulla terra fai pregustare i praestas esse partícipes.
beni del cielo.
12
II Tempo Quaresima (B)
Antifone
Ant. al Magnificat (Primi Vespri):
Risuona dal cielo una voce: Questi è il Facta est, dum oráret Iesus, spécies vultus
mio figlio prediletto, in lui mi sono eius áltera et vestítus eius albus refúl-
compiaciuto. gens. Et ecce duo viri loquebántur cum
illo, et erant Móyses et Elías.
Ant. al Benedictus:
Cristo Signore ha vinto la morte: per Dóminus noster Iesus Christus destrúxit
mezzo del vangelo risplende a noi la mortem et illuminávit vitam et incorrup-
luce di una vita immortale. tiónem per Evangélium.
Non dite a nessuno la gloria che avete Vox facta est de nube dicens: Hic est
contemplato, finchè il Figlio dell’uomo Fílius meus diléctus; ipsum audíte. Et
non sia risorto dai morti. dum fíeret vox, invéntus est Iesus solus.
Prefazio
La trasfigurazione del Signore
È veramente cosa buona e giusta […] Vere dignum et iustum est, [...]
E noi, uniti agli angeli del cielo [...] Et ídeo cum caelórum virtútibus […]
O Padre, che hai fatto risplendere la tua gloria sul volto del tuo Figlio in preghiera,
donaci un cuore docile alla sua parola perché possiamo seguirlo sulla via della croce
ed essere trasfigurati a immagine del suo corpo glorioso.
13
II Tempo Quaresima (B)
1«Mentre ancora parlava, ecco una cuit : ipsum audite ! » (Mc 9,6, Anno 6 Agostino si poneva la questione:
nube luminosa li ricoprì. Ed ecco B ; Lc 9,35, Anno C). «A cosa serve mangiare spiritual-
che, dalla nube, una voce diceva: 2 Una maniera per la Chiesa di mente, vale a dire essere nutriti dalla
“Quexto il mio Figlio amato, in cui «captare» l’attenzione e la benevo- Parola di Dio, se questo non è occa-
mi sono compiaciuto, ascoltatelo!”» - lenza di Dio. sione per l’edificazione di altri?» –
«Adhuc eo loquente ecce nubes luci- 3 Tr. 51, 75, CCSL 138A, p. 299; Lec- «Quid enim prodest manducare
da obumbravit eos et ecce vox de tionnaire pour chaque jour de l’année – spiritaliter, id est pasci Verbo Dei, si
nube dicens : hic est Filius meus vol. II, Solesmes 2005, p. 217.219. non inde operatur aliorum aedifica-
dilectus in quo mihi bene conpla- 4 Ps [Vetus Latina] 26,8. tionem?» (De opere monachorum 1,2,
5 Sacrosanctum Concilium 7. CSEL 41, p. 533; Le travail des moines,
14
II Tempo Quaresima (B)
amo tanto e alzerò le mie mani verso i tuoi comandi che amo»7 (Sal 118,
47.48). Una stessa parola ripetuta due volte è sottolineata dalla melodia:
«dilexi», «amo». Questo indica tutta l’intensità della fede e dell’amore che il
salmista aveva verso la parola. Tutta l’arte del compositore gregoriano è di
aver saputo tradurre questo slancio con un discorso musicale capace di tra-
sportarci, nonostante tutto, nel movimento intimo di questa contemplazio-
ne. Ci potrà aiutare anche un’altra disposizione del cuore suggerita da Gre-
gorio Magno: l’umiltà. «Più i santi si abbassano all’esterno – dice -, disprez-
zando se stessi, più sono saziati interiormente dalla contemplazione della
cose che Dio rivela loro»8. È questa contemplazione amorosa che affinerà e
purificherà il nostro sguardo interiore - «spiritali purificato intuitu»9— di
modo che potremo rallegrarci alla vista della sua gloria - «gloriae tuae…
aspectu». La parola aspectus, che fa parte del vocabolario biblico della visio-
ne e che si trova solo qui nell’eucologia, designa sempre l’apparizione lumi-
nosa di un essere divino. L’Angelo del Signore seduto sulla pietra della
tomba appena rotolata, dopo la risurrezione, «l’aspetto come folgore e il suo
vestito bianco come neve»10 (cf. Mt 28,3), ci dice san Matteo. Le vesti di Ge-
sù trasfigurato sono ugualmente bianchi come la neve (Mt 17,2). Solo l’e-
vangelista Luca, nell’anno C, parla esplicitamente della visione in gloria di
Gesù trasfigurato: «Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma,
quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con
lui» (Lc 9,32). Col suo legame col vangelo, questa colletta ha il vantaggio di
iscriversi perfettamente nel paesaggio liturgico di questa seconda domenica
di Quaresima. In effetti, con l’episodio della Trasfigurazione, essa ci offre
una chiave di preparazione alla visione della gloria pasquale, che sarà quel-
1, 2, BA 3, Desclée de Brouwer, 1949, ecco cosa considerava con uno SChr 22, Paris 1947, p. 125). La post-
p. 321). Si veda anche sguardo profondo e spirituale» – communio dell’Epifania ci chiede di
l’insegnamento di Fulgenzio di «Hæc spectabat Abraham, hæc pro- contemplare con uno sguardo puro
Ruspe, per cui si dice che l’anima è fundo et spiritali considerabat intui- il mistero di questo giorno: «ut
nutrita dall’interno con la Parola: tu» (Sur Abraham, Liv. II, 8, 59, CSEL mysterium... puro cernamus intuitu...
«interius ipsa pascatur» (Lib. ad 32, 1, p. 613; Abraham, Les Pères dans ».
Scarilam de incarnatione Filii Dei 23, la foi, Migne, 1999, p. 160). Per Leone 10 «erat autem aspectus eius sicut
637, CCSL 91, p. 332). Magno, non si deve approfittare di fulgur et vestimentum eius sicut
7 «Meditabor in mandatis tuis, quae niente altro che della meditazione nix» (28,3): il bianco è il colore delle
dilexi valde: et levabo manus meas «ogni giorno e in ogni tempo, sulla realtà celesti ed escatologiche. Nel
ad mandata tua, quae dilexi». nascita del Signore e Salvatore» ; libro dell’Apocalisse, chi siede sul
8 «Sancti enim viri quanto magis se «Niente rianima maggiormente e trono ha l’aspetto di una pietra di
exterius despiciendo deiciunt, tanto attira più spesso lo sguardo del loro diaspro e di sardonico, e un alone
amplius interius revelationum con- spirito che il pensiero del Figlio di multicolore era sul trono con riflessi
templatione pascuntur» (Moralia in Dio» - «nihil crebrius nihil que di smeraldo, ancora una visione
Iob, Lib. XXX, 19, 3, CCSL 143B, p. fidentius spiritali attingit intuitu, della gloria: «qui sedebat similis erat
1534). quam quod Deus Dei filius genitus aspectui lapidis iaspidis et sardini et
9 Parlando della visione che Abramo de Patre coaeterno, idem etiam iris erat in circuitu sedis similis vi-
ha avuto al calar del sole (Gen partu est natus humano» (Tr. 26 sioni zmaragdinæ» (Ap 4,3).
15,12), Ambrogio usava queste paro- [Sermon pour la Nativité du Seigneur,
le: «Ecco cosa guardava Abramo, anno 450], 1, CCSL 138A, p. 125;
15
II Tempo Quaresima (B)
la del risorto, e anche a quella che Cristo manifesterà a tutti gli eletti nel
giorno del giudizio e per sempre: «Quale felicità sarà il vedere la divinità tra
i cori degli angeli e lo stare lì per sempre, se già il vedere solo per un istante
l’umanità di Cristo trasfigurato in compagnia di due santi (Mosè ed Elia)
procura una tale delizia!»11.
11 Lectionnaire pour chaque jour de l’année – vol. II – quaresima e tempo pasquale, Solesmes 2005, p. 225.
16