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Queste società segrete sono generalmente conosciute sotto il nome di Carbonari, Franchi-Muratori
(Francs-maçons), di Giacobini e Illuminati e presero queste varie denominazioni nei vari tempi, ma tutte
concordano nel fine. Mirano cioè a rovesciare la società presente, della quale sono malcontenti, perché non
vi trovano un posto conveniente alla loro ambizione, né la libertà per secondare le passioni. Per rovinare la
società, essi lavorano a schiantare la religione ed ogni idea morale dal cuor degli uomini e abbattere ogni
autorità religiosa e civile, cioè il Pontificato Romano ed i troni. Questo fine ultimo è un segreto riservato ai
soli caporioni, gli altri sono distinti in diversi gradi e non conoscono dell’iniqua trama se non quel poco che
loro è rivelato; ma tutti si obbligano con giuramento ad eseguire ciecamente quanto loro è comandato dai
capi, fosse anche di dare una pugnalata all’amico; tutti del pari si obbligano col loro danaro ad accrescere
l’erario della società. Le radunanze sono varie, secondo i vari gradi, affinché a tutti non sia ugualmente
noto il mistero d’iniquità. Molti si lasciarono con facilità indurre a dare il loro nome a cosiffatte società,
perché nei primi gradi non è rivelata la malvagità del fine e si parla solo di fratellanza, di filantropia e
simili. Gli effetti di queste società scoppiarono primieramente in Francia. In quel regno a Luigi XIV era
succeduto un suo nipote, che prese il nome di Luigi XV (anno 1715). Questo re aveva dato di sé belle
speranze ma attorniato da cattivi cortigiani, si era in appresso ingolfato nei piaceri, trascurando gli affari
dello Stato e ponendo in non cale le miserie del popolo. A lui, dopo un regno assai lungo, succedette pure
un suo nipote, che fu detto Luigi XVI (anno 1774). Quando salì sul trono questo re, gl’impieghi e i beni
dello Stato erano mal compartiti, gravi imposte pesavano sul popolo, in alcuni luoghi la giustizia era male
amministrata e a tutto ciò si aggiungeva la carestia. Luigi XVI tentò di porre argine ai mali della Francia ma
per opera delle sopradette società segrete i suoi sforzi furono vani. Queste andavano esagerando i mali,
specialmente per mezzo dei pubblici fogli, eccitavano i popoli alla rivolta e tanto fecero che riuscirono a far
scoppiare nel 1789 una delle più terribili rivoluzioni.
Si commisero allora barbarie inaudite. Si cominciò dal perseguitare la religione ne’ suoi sacerdoti, fino a
farne macello di duecento alla volta a colpi di cannone; la nobiltà fu abbattuta e obbligata a rinunziare ai
suoi feudi e titoli; il re fu deposto dal trono e condannato a lasciare la testa sul patibolo, al quale poco
stante venne eziandio condotta la regina. La classe media, ossia la borghesia, fu quella che cominciò la
rivoluzione, servendosi della plebe e la plebe alla sua volta la volle proseguire e diventare sovrana, come
infatti diventò. Ed allora trasse sul patibolo a centinaia quegli stessi borghesi, che avevano condannato a
morte i preti ed i nobili. Per questa rivoluzione ciò che stava sopra la società andò sotto e ciò che stava al
disotto venne sopra, e così regnò l’anarchia della plebaglia.