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I fondamenti metafìsici dell’etica di Plutarco
di
Franco Ferrari
Università di Salerno
fr.ferrari@unisa.it
Abstract
The aim of this paper is to give a look of the most important cosmological and
metaphysical doctrines that have a function in the ethical, psychological and anthropo
logical views of Plutarch. The analysis of Plutarch’s works (specially D e virtute m orali
and D e anim aeprocreatione) can show that the critical attitude against the stoic’s ethics
(and psychology) has a metaphysical basis in the theory of the irrational soul (as com
ponent of the world soul and of the individual souls). The theory of m etriopatheia ,
which is the Plutarch’s response to stoic’s theory of apatheia , depends on a metaphys
ical dualism, according to which the soul in itself is a irrational principle.
Key-Words: Plutarch, M oralia, Greek Ethics and Metaphysics, M etriopatheia , Apatheia.
1
Sul rapporto di Plutarco con lo stoicismo resta, a più di 30 dalla comparsa, ancora insu
perato lo studio di D. Babut, 2003.
2
Si deve a H. Dòrrie, 1971 la formulazione di questo giudizio storiografico, tendente a
considerare le posizioni di Plutarco più come l’espressione della sua sensibilità biogra
fica ed esistenziale che come il prodotto di una vera e propria riflessione teoretica. Anche
C. Froidefond, 1987, p. 202 parla di un registro morale vicino al senso comune.
dell’opposizione di Plutarco allo stoici co, e in particolare della celebre tesi che
smo non sono tanto di ordine etico (o colloca mWapatheia il fine dell’uomo,
addirittura biografico-esistenziale), quan non pare del tutto lineare, oscillando tra
to piuttosto di natura metafisica, o, detto l’idea, sostenuta soprattutto negli scritti
in maniera forse più precisa, trovano nel giovanili (ad esempio nel De profectibus
l’ambito di una ben precisa concezione in virtute) che tale condizione sia in qual
metafisica la loro cornice di riferimento3. che modo desiderabile (tanto da essere
Le riflessioni che compongono questo definita qualcosa di μέγα και Ociov)5 e
tuttavia non raggiungibile, e quella,
contributo non hanno altro scopo che
ampiamente attestata nel De virtute mora
quello di fornire una presentazione sche
li, secondo cui l’ideale deWapatheia non
matica, e senza pretese di originalità, delle
solo non è effettivamente perseguibile
tesi metafisiche che stanno alle spalle del
dall’uomo per ragioni intrinseche (ossia a
l’etica, della psicologia, dell’antropologia
causa della natura composita dell’anima
e della filosofia politica di Plutarco.
umana), ma non risulta affatto desiderabi
Ritengo infatti che da questo processo di
le, anzi il suo eventuale conseguimento
contestualizzazione della filosofia pratica
sarebbe addirittura nocivo6.
nel quadro della metafisica, il pensiero di
Plutarco possa emergere non solo con In verità, entrambe queste posizioni
maggiore chiarezza, ma anche guadagna sembrano in qualche modo riconducibili
re in consistenza e coerenza4. al cosiddetto platonismo di Plutarco,
come ha mostrato in modo convincente
Prima di entrare nel vivo di questa pre proprio Daniel Babut. Una certa accon
sentazione, è però opportuno fare una pre discendenza nei confronti dell’ideale
messa di ordine generale, che concerne la dell’impassibilità potrebbe infatti deri
natura dell’atteggiamento di Plutarco nei vare a Plutarco dalla convinzione, for
confronti dell’etica e della psicologia stoi mulata ad esempio nel Fedone, che i
che, e in particolare l’esistenza di una pre desideri derivano dal corpo e vanno dun
sunta contraddizione in questo atteggia que rifiutati, essendo la loro fonte qual
mento. Gli studiosi non hanno infatti cosa di negativo e di opposto alla ragio
mancato di osservare che la posizione plu- ne, rappresentata dall’anima. Facendo
tarchea nei confronti del radicalismo stoi propria una simile posizione, Plutarco
bio il trattato sulla Virtù etica (De vir tute La dipendenza della psicologia e per
morali), che costituisce con tutta probabi ciò dell’etica dalla metafìsica trova dun
lità il documento più significativo dell’in que l’espressione più significativa nel
tera filosofia pratica medioplatonica11. La tentativo di ricondurre la struttura dell’a
tesi di fondo contenuta in quest’opera nima individuale a quella dell’anima
consiste, come è universalmente noto, nel universale, ossia dell’anima del mondo.
rifiuto del rigorismo stoico, ossia dell’i Plutarco stabilisce infatti esplicitamente
deale dell’apatheia, operato sulla base di il fondamento metafisico del dualismo
un analogo rifiuto della psicologia moni psicologico e del moderatismo etico in
una concezione che egli arriva a rintrac
stica difesa dalla scuola fondata da
ciare nei dialoghi di Platone. L’anima
Zenone. All’impassibilità degli stoici Plu
individuale non è altro — afferma il
tarco oppone l’ideale della metriopatheia,
nostro autore alludendo in forma abbre
ossia del controllo e della misura delle
viata a un celebre e misterioso passo del
passioni, viste come una componente ine Timeo (41 D 4-7) — che un μέρος ή τι
liminabile dell’anima individuale. Quest’ μιμημα τής του παντός, ossia una
ultima, infatti, presenta un elemento irra parte e una certa copia dell’anima del
zionale, che non può venire estirpato, ma l’universo12. Dunque, in quanto parte
solo controllato ed eventualmente gestito dell’anima cosmica, essa deve presenta
dal principio razionale. re gli stessi componenti della realtà da
Si tratta, come è noto, dello snodo cui si origina; tuttavia, trattandosi di una
copia, ossia di un’imitazione, li potrà
teorico fondamentale dell’etica plutar-
possedere in forma meno pura. Dal
chea. La tesi centrale è che lo stabili
momento che l’anima del mondo, come
mento del fine morale nel controllo delle
si dirà tra breve, presenta una compo
passioni anziché nella loro soppressione
nente irrazionale (l’anima originaria) e
rinvia all’assunzione di una ben precisa
una razionale (l’intelletto ordinatore),
concezione dell’anima, la quale, a sua anche le anime degli uomini avranno al
volta, si fonda sull’accettazione di una loro interno un elemento irrazionale, che
dottrina metafisica tanto celebre quanto funge da parte e copia dell’anima origi
originale. Vediamo in modo più analiti naria di cui è costituita l’anima cosmica,
co il percorso teorico implicito nel e un elemento razionale, analogo micro-
ragionamento di Plutarco. cosmico dell’intelletto ordinatore.
11
Credo che questo giudizio non venga in verità messo in discussione dalla tesi di H.G.
Ingenkamp, 1999, per il quale l’opera costituisce il tentativo di fornire agli scolari del
platonismo una concezione etica alternativa a quella degli stoici. Anzi, una tesi del gene
re rafforza, a mio parere, la natura sistematica di questo trattato.
12
Viri. mor. 441 F. Cfr. M. Baltes, 2000, p. 257 e J. Opsomer, 1994, p. 40 ss.
(ή δυαδική καί αόριστος μερίς), ossia concepita come un’entità generata (nel
il principio irrazionale, eserciti una certa tempo) grazie all’intervento di un princi
prevalenza nei confronti della componen pio noetico-intelligibile (l’intelletto o
te monadica e razionale. Del resto, che sostanza indivisibile) su un sostrato psi
l’anima umana presenti una composizione chico irrazionale (l’anima in sé).
mista di elementi razionali e irrazionali è Ora, trasferendo questo schema com
provato dalla stessa osservazione fenome positivo dall’anima del mondo a quella
nologica: «non sarebbe davvero facile, individuale, possiamo constatare che
scrive Plutarco, immaginarsi una passione l’essenza indivisibile corrisponde sostan
dell’uomo del tutto esente da raziocinio zialmente all’aspetto razionale dell’ani
(ούτε πάθος ανθρώπου παντάπασιν ma dell’uomo (il logismos platonico, da
άπηλλαγμένον λογισμού), ma neppure Plutarco definito ή λογιστική αρχή),
un movimento del pensiero (ούτε διάνοι cioè all’intelligenza; mentre l’essenza
ας κίνησιν) in cui non fosse presente divisibile, vale a dire l’anima precosmi
nessun elemento connesso al desiderio, ca malvagia (che Plutarco chiama anche
all’ambizione, alla gioa o al dolore»14. το ταραχώδες), ha il suo corrispettivo
Come è noto, secondo Plutarco, il microcosmico nelle passioni, ossia nel
quale fornisce un’esegesi originale e inte l’elemento irrazionale e alogico (tò
ressante del passo 35 A del Timeo, l’anima παθητικόν άναδίδωσιν εξ’ έαυτής ή
del mondo si costituisce nel momento in ψυχή)15. La conseguenza inevitabile di un
cui un fattore intelligibile (1’ούσία άμε- simile parallelismo è che, come la motri-
ρής καί del κατά ταύτά εχουσα), da cità precosmica dell’elemento psichico a
lui sostanzialmente assimilato al νους, livello cosmologico non è eliminabile
interviene su un sostrato psichico irra (dipendendo dall’anima originaria), allo
zionale e dotato di un movimento eterno e stesso modo le passioni delle anime indi
scomposto, ossia disordinato (Γούσία viduali non sono veramente estirpabili,
μ€ριστή περί τα σώματα γιγνομένη ma solamente moderabili (proveniendo da
del Timeo); l’effetto di questo ingresso una psichicità connaturata all’uomo). In
della ragione all’intemo della cineticità un certo senso esse, proprio in quanto rap
irrazionale dell’anima precosmica è rap presentano pulsioni connaturate all’essen
presentato dalla '‘nascita” dell’anima za della psichicità, esercitano una sorta di
cosmica, la cui origine è scandita dal pas funzione dinamico-motrice, che nell’am
saggio dal disordine all’ordine e alla bito della vita dell’individuo assume un
misura. L’anima del mondo viene dunque ruolo in qualche modo positivo. Plutarco
14
An. Procr. 1025 D. Cff. J. Opsomer, 1994, p. 43 e F. Ferrari & L. Baldi, 2002, pp. 309-10.
15
An. procr. 1026 D; secondo Viri. mor. 448 D all’interno dell’anima individuale alla logistike
arche si oppone la pathetike arche: cfr. J. Opsomer, 1994, p. 41 e M. Baltes, 2000, p. 254.
16
Viri. mor. 452 A-B. Sulla funzione positiva che le passioni esercitano nella formazione
della vita morale cfr. D. Babut, 2003, pp. 361-67.
17
Viri. mor. 451 D-E.
18
Viri. Mor. 442 A. Sulla subordinazione della tripartizione alla bipartizione tra razionale
e irrazionale cfr. J. Opsomer, 2005, p. 181.
19
Quaest. plat. 9. 1007 E ss. Si veda C. Froidefond, 1987, p. 204. Sulla struttura com
plessiva di questo zetema molto stimolanti sono le riflessioni di A. Bellanti, 2007.
A ben vedere, anche una posizione batterla [...] Ma anche quando con
come quella appena ricostruita, che sub la ragione si oppone alla passione
ordina la tripartizione delle parti dell’a (προς το πάθος*), rimane sotto
nima al dualismo tra ragione e passione, l’influenza della passione (ev τω
non è affatto estranea alla filosofía pla πάθα); quando a sua volta è vinto
tonica, anzi deriva in qualche modo da dalla passione, con la ragione per
cepisce l’errore che commette,
essa. Nel IV libro della Repubblica,
così che né con la passione ha eli
infatti, la distinzione tra l’elemento minato la ragione, né con la ragio
impetuoso e quello desiderante veniva ne si è liberato dalla passione (καί
introdotta dopo la partizione principale oute τω πάθΕΐ τον λόγον άνή-
tra il principio razionale e quello irrazio ρηκεν ούτε τω λογι^σθαι του
nale. Se dunque è vero che Plutarco si πάθους άπήλλακται), ma, diviso
appoggia al Timeo — o meglio alla sua tra l’una e l’altra, sta in mezzo e
particolare esegesi di questo dialogo — partecipa di entrambe .
per giustificare l’opzione dualistica, è Come si evince da questo passo, il ter
altrettanto vero che anche la procedura mine che si oppone a logos è sempre indi
adottata da Platone nella Repubblica cato con il vocabolo pathos, quasi a sottoli
sembra fornire un ulteriore appiglio neare che il campo originariamente sottrat
testuale alla posizione plutarchea . to alla ragione è qualcosa di unitario, com
Del resto, anche il ricorso a una sorta prendente sia gli impulsi che i desideri.
di metodo fenomenologico per giustifica Anche Platone, nella Repubblica, si
re il rifiuto del monismo stoico non è era largamente servito di un simile
affatto estraneo in Plutarco al richiamo approccio per dimostrare che l’anima
all’autorità platonica. Nel De virtute non può essere considerata un’entità
morali egli afferma che il monismo psico monolitica, dal momento che presenta al
logico è contraddetto dall’evidenza e dalla suo interno istanze irrazionali indipen
percezione (παρά την cvápyeiáv έστι denti e irriducibili alla ragione (sebbene
καί την αϊσθησιν). Nessuno infatti: da essa in parte governabili).
si accorge che avvenga in lui un
Dunque, il riferimento a Platone è dav
mutamento del desiderio in giudi
zio e viceversa del giudizio in desi vero sempre presente nel lavoro di
derio, e non cessa di amare quando Plutarco; tanto che anche le sue concezioni
la ragione gli impone di controlla apparentemente più legate al senso comu
re la passione amorosa e di com 20 21 ne — alla sua esperienza biografica e
20
Cfr. Plat. Resp. IV 436 ss. Sull’utilizzo plutarcheo della partizione psichica di Platone
cfr. ancora J. Opsomer, 1994, p. 43.
21 Viri. mor. 447 B-C. Cfr. il commento ad locum di F. Becchi, 1990, pp. 197-98.
22
Tutto ciò viene detto nel migliore dei modi da J. Opsomer, 2005, p. 181: “the imposition
of order on the irrational passions, which is what produces moral virtue, is analogous to
the operation carried out by the demiurge, who has created the world soul by imposing
order on the precosmic soul”.
23
Viri. mor. 444 C da confrontare con An. procr. 1015 E e 1016 C. Si veda in proposito
quanto osserva A. Bellanti, 2003, p. 10 nota 30.
24
De sera ,550 D. Cfr. F. Ferrari, 1995, pp. 239-41. Molto profondo il saggio di C.
Helmig, 2005, in cui viene ricostruito il contesto cosmologico-metafìsico della conce
zione della assimilazione a Dio. Sulla diffusione nel platonismo medio di questa conce
zione del telos cfr. P.L. Donini, 1994, p. 5062 ss.; sulle origini della dottrina in ambito
medioplatonico cfr. W.L. Gombocz, 1997, pp. 17-19 e p. 65 (per Plutarco).
25
Vita Phoc. 2,7 ss. Molto utili ancora le osservazioni di D. Babut, 2003, p. 404 ss.
26 Adv. Col. 1125 D-E. Su questo passo e più in generale sulla concezione plutarchea della
politica cfr. M. Bonazzi, 2007, p. 277 e passim.
27
De Iside et Osiride, 371 A. Si veda quanto dico in F. Ferrari, 1995, p. 103 e in F.
Ferrari, 1996, p. 55.
Plato’s Timaeus and the Foundation of (ed.), Estudios sobre Plutarco: Ideas
Cosmology in late Antiquity, the Middle religìosas, Madrid 1994, pp. 33-49.
Ages and Renaissance, Leuven, 2005, - “Plutarch’s Platonism Revisited”, in Μ.
pp. 13-40. Bonazzi & V. Celluprica (eds.), L’ere
Ingenkamp, H.G., dità platonica. Studi sul platonismo da
- uDe Virtute morali Plutarchs Schein- Arcesilao a Proclo, Napoli, 2005, pp.
gefecht gegen die stoiche Lehre von der 161-200.
Seele”, in A. Pérez Jimenez - J. Garcia - “The Place of Plutarch in the History of
Lopez - R.M. Aguilar (eds.), Plutarco, Platonism”, in P. Volpe Cacciatore &
Platon y Aristóteles, Actas del V Con- F. Ferrari (eds.), Plutarco e la cultura
greso Intemacional de la IPS, Madrid, della sua età, Atti del X Convegno
1999, pp. 79-93. Plutarcheo, Napoli 2007, 281-309.
Opsomer, J., Vegetti, M.,
- “L’àme du monde et Lame de l’homme - Quindici lezioni su Platone, Torino,
chez Plutarque”, in M. Garcia Valdés 2003.