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S. E. H E N R I Q U E T R I N D A D E C O E L H O
Ministro de Paitugal junto da Santn Sé
G U I D O BATTELLI
Professor em Florenoa
VESPASIANO DA BISTICCI
DELLE AZZORRE
FIRENZE
TIPOGRAFIA ALFANI E VENTURI
MC&lXXXIV
Perguntaram u m a vez a Gabriel d'Annulzzio que biografo
desejaria. « E u queria, resfiodeu o Poeta, um biografo cdndido
como Ves$asiauo da Bisticci ». ( I )
Este adjectivo canclido, um pouco desconcerlante na boca
de d'Aununzio, traduz, por isso mesmo, o melhor elogio de
Vespasiano. Livreiro fZorenfiuo do Quattrocento (viveu de
1421 a 1498), que pela sua bottega viu $assar os lifératos
e humanistas mais famosos da é$oca; que serviu Pontqices,
reis, $rinci$es, prelados, gentishomens, capitães, artistas c
banqueiros de todas as raças e de todas as latitudes, tamanha
experiencia granjeou nos ncultiformes convivios, que uma
meia palavra, p a s i um breve acêno, duas linhas incisivas,
poucos fundos traços lhe bastavam $ara foca? um homem ou
um acontecimento, penetrando-os até d medula.
Vespasiano não é pois um retórico, nem um @ane&rista
interesseiro :nem u m cauto entretecedor d'elogios, que multipli-
casse as virtudes e escondesse os defeitos dos seus inumeros
personagens. Não: éle é um realista honrado. A s suas anotações
são rapidas, mas precisas, Neruosas e sincevas. Fazem lenzbrar,
talvez, os celeres esboços dos pintores, subitamente inspirados
Dr. GUIDOBATTELLI.
VESPASIANO DA BISTICCI
VITE
DI PORTOGE-IESI ILLUSTKI
CARDIR7ALE JACOPO DI PORTOGALLO
DI STIRPE REALE.
(I) Abbiamo già ricordato nella Introduzione quali furono gli artisti
eminenti che lavorarono a questa Csppeiia.
I0 ALFONSO DI POKTOGALLO
VELASCO DI PORTOGALLO.
(I) La sera.
(2) Le Csnarie
E ALLE AZZORRE. 23
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14 mila anime; ed è divisa in due capitanie, l'una chiamata
dei Funciale, e l'altra di Maccicco ; (I) le quali sono di due
signori di questo Regno, e sono maiorgati, (2) che vanno d'he-
rede in herede, e hanno d' entrata la redecima de1 Re, come
a dire, se i1 Re ha 10mila scudi d'entrata, essi ne hanno
mille.
L a capitania de1 Funciale fa quasi tutti li zuccheri ; chè fiodotti 0di.i-
coli di IMadevn.
Maccicco, per non esser tanto copioso d'acque, ne fa pochi,
ma f a grani e biave. l'utta l'isola fa gran quantità di vini 7
che sono. tenuti qua eccellentissimi, e sono molto simili alle
malvasie di Candia; (3) i1 grana che quivi si raccoglie, è buonis-
simo ma è tanto poco, che non basta per i1 terzo dell'isola ;
per i1 che sono forzati a servirsi di fuori, dalle Canarie e dalle
isole degli Astori. (4) I1 raccolto loro vien inolto piii presto clie . ,
( r ) Masico.
(2) In portogliese morgados (maggioraschi).
( 3 ) 1,e prime viti vi furono realmente importate da Candia e da
Cipro per ordine dell' Infante Enrico, i1 Navigatore ( ~ q z o ) .
(4) I n portaghese Açores.
(j) Per quanto nel Portognllo, e specialmente nella regionc più meri-
dionale, I' Algar~e,le produzioni agrieole siano piii precoci che rla noi, è
certo esagerato i1 dire che a maggio si maiigia i1 pan tiovo e la frutta eçtiva.
(6) Banane.
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Fu?zchal. iielline, lunghe a1 più come un dito. I,a città de1 Funciale è
Ia maggiore abitatione di tutta l'isola e potrà fare da cinque
i11 sei mila anime ; è situata in una spiaggia da un miglio
e mezzo lunga, la quale guarda verso Capo Verde ; dove àn-
corano ttitti i legni che vengono a comperare zticcheri, vini
e conserve di zucchero, clie in questa citta si fanno eccel-
lentissimi e in molta copia. Quivi adunque cosi quelli che veii-
dono, come quelli che comperano, pagano i diritti a1 Re a
ragione di dieci per cento, di niodo che i1 Re, con questo
e con quello ch'egli ha importo di zuccheri dalle genti della
terra, che gli danno di ogni cinque uno, ogiii anno, fuori di
tutte le spese, si avaiiza ciiiquanta niila ducati.
i'artenzn da Da questa isola poi, stati che in essa fummo treiitaquattro
Madera.
gioriii, partimmo alli 13di Giugilo, un sabbato a iiotte, sopra
una caravella per andare alle isole de gli Astori, e noii navi-
gammo due leghe, che ne calinò i1 vento, di maniera che in
tutto i1 resto della notte, e insino a mezzo l'altro giorno,
non facemmo qtiasi nessun viaggio. A mezzodi poi havendo
passato que1 capo che è volto a ponente, soccorrendoci un
scirocco, Ia notte perdelumo de1 tutto vista dell'isola ; e cosi
naviganlmo con btionissimo tempo tre giorni, dopo la perdita
di terra, quando con astro, quando con scirocco, e talor con
levante ; e i1 quarto, che ftt un giovedi, a1 tardi, vedemino
Le Azmrre. di lontano una delle isole de gli Astori ; cosi dette per la
nlolta quaiitità d' astori che ivi eraiio quando la prima volta
furono ritrovate, ma hora non ve ne è puxe uno ; chè, secondo
dicono, subito clie s'iuco~~~i~iciarono
ad abitare, se iie andarono.
1,a mattina veniente poi, in sul far de1 giorno, ci ritrovammo
sopra Ia detta isola, la quale si chiama Santa Maria, e d'indi
vedenimo l'isola di S. Nichele, tredici leghe ivi distante.
santa~ ~ Questa
~ isola
i di~Santa. Maria è in 38 gradi; non è molto mon-
tuosa, è copiosa molto di grarii, biave e carni, Ia sua grandezza
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lata, chè può fare, secondo dicono, più di venti mila anime ;
è molto abundante di vacche, castrati e porci, e vi è tanta
quantita di quaglie che è uno stupore ; uon è molto copiosa
d'acque, ma tuttavia non le mancano per suo uso ; i meloni
di questa isola sono i migliori di tutte queste parti, e vi sono
de' lunghi da quattro in cinque palmi. Quivi ancora si fa
cosi meraviglioso mele d'api, ch'io credo che difficilmente
si possa ritrovar migliore o eguale. Questa isola, secondo i
L'crz'zionc uul-
caaica de1 r563
vestigi che si vedono, già arse tutta ; e l'anno de1 1563 dicono
che la vigilia di San Pietro, appresso a una terra chiamata
Villa-franca, incominciò a poco a poco a tremar la terra, e
poco di poi tutta l'isola grandissimamente, i1 qual terremoto
durò tre d i continui, e i1 quarto si apersero tre monti, delli
quali ne ho veduto uno io, e gettarono tanto fuoco, con tanto
strepito che si senti per insino a S. Giorgio, che sono trenta-
cinque leghe, con nuvole grandissime di pietre pomice, e
tanta quantità di cenere che, ventando allora un ponente,
ne portò insino in Portogallo, ivi distante 260 leghe. Quella
cenere fece di molto danno a' raccolti, e coperse tutta quella
parte dell'isola che prese, di maniera che appena adesso in
alcuni luoglii incomiucia a dare un poco di frutto. Gettò
ancora i1 monte tanta terra in cinque giorni che durò i1
fuoco, che in due lochi, dall'una e l'altra banda dell'isola che
riguarda a tramontana e a mezzo di,ha fatto in mare due
spiaggie, da diie in tre miglia lunghe c mezzo larghe in circa.
Corsero da questi monti fiumi di materiali infuocati, che per
dove correrrano, nè monti nè alcun'altra cosa li poteva far
declinar da1 corso, e io ne ho veduto uno che passò da una
parte all'altra un gran monte e di poi entrò in mare, havendo
corso più di una lega di terra. Questo materiale si è convertito
in pietra durissima e negra, che a vedere adesso pare pece.
Tutta l'isola 6 piena di colli che sono aperti da cima, e dentro
E ALLE AZZORRE. V
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vacui, e ia terra ioro è come cenere, segno evidente haver
causato ciò i1 fuoco ; oltra di questo per tutta I'isola, cavando
quattro o cinque piedi sotto terra, si ritrova di questa materia
abbruciata e convertita in pietra durissima. Dalla banda verso
tramontana, dopo questo fuoco, si è ritrovato pietra da fare
allume, e ne fanno, ma non in molta quantità. Dicono che
due leghe lungi da quella terra chiainata Villa-franca, dentro
della montagna, vi sono certe furne (I) sulfuree di dove escono,
quasi d'uu niedesimo loco, due fiumicelli d'acque, l'uno tanto
freddo che non vi si può soffrire le mani dentro, e l'altro tanto
caldo, che ponendovi un porco, e subito tirando10 sù, 10 ri-
trovano senza peli. Dicono ancora ch'ivi è un piano, in mezzo
de1 quale sta un lago d'acque negrissime, che di continuo bol- 1 1 lago boliciile
( I ) Fornaci, caldane.
possono entrar legni di più di cento tonellate, e perchè la
detta bocca, come ho detto, è volta vefso la terra che ri-
para la tramontana, che gli potrebbe nocere, vieiie a essere
iin porto d'ogni tempo sicurissimo. Quivi dentro, iiel porto
di questa isoletta, vi è una iiiestimabile quantità di pesci
d'ogni sorte, e in terra vi sono iiifiniti piccioni selvatici, che
facilissiinamentesi pigliano, ed è terreno, che chi ci attendesse,
produrrebbe buonissimi viiii, chè, cosi inculto come egli è, vi
sono delle viti che fanno uva eccellentissima. Questa cosi
bella isoletta adunque, chè in tutto i1 mondo credo che non
si ritrovi una simile, è stata insino a1 di d'hoggi nella maniera
ch'io l'ho descritta, nori faceudo nessuno utile al Re ; onde si
vede, che per mancamento d'huomini che sapessero dimo-
strare a Sua Altezza Ia necessità che tiene in queste isole
d'un porto come è questo, per Ia sua armata, essendo che
in tutte queste isole non ne tiene nessuno che vi si possa
svernare senza pericolo, è stata lasciata in questa maniera
senza farne più conto che tanto. Ma hora S. Altezza si è
deliberata, per consiglio de1signor Tommaso (I), di fargli allar-
gar quella bocca, tanto che commodamente vi possano en-
trar le navi che vengono dall'Indie ; e tenervi la sua armata
per guardia di queste isole, cliè non gli intervenga quello
che intervenne l'aniio passato all'isola di Madera, che come
vi scrissi, fu saccheggiata da' Frailcesi. E perchè i1 fondo
di dentro non è tanto che vi possano nuotare le dette navi, lo
vuol far cavare tanto che sia abbastanza ; i1 che moltofacil-
mente si può fare. Ma prima che si faccia questo, per preve-
nire agli accidenti che potrebbono nascere, si farà un forte
in nna parte della detta isoletta, dove vi possa stare arti-
(I) Tempesta.
(2) Termine marinaresio : rizzamtno.
AS ILHAS DOS ACORES.
(LOUIS TEXEIRA 1587).
ILIIA DO PICO.