Escolar Documentos
Profissional Documentos
Cultura Documentos
u 'L7-1T °dd (ounvisa4 jv a auv,p vaado,j|v opivnau oduaj i1) b 'deo I! 3IuOuTeIpads
A Bu :16 'd '6 '8L6I 'AIXX '«ossaidsA.T ui 'jvujpd vj 83ID2001 uON "Ipue18 'O ,
s8 d '6
8L61 AXX '«ossaidsa.7» u "odoosoLDu un 'vijoaoid vun ojjauuad un "essoY) 'd,
uuio u onuouesioaid Fid *o onoIso pe e;IOIS onje,jep "eonse
ouoissaIdsa ejeuousu eun areißo]ujoI P 0oj9]sa, odn Ip eiISSO0OU U[Iep
303AU. eepins sojej un ep '1OLIO]s, .IO[BA IOp auoZEIpISu0 eSOIO8u
Ip eue]uIunoop ei1oNusIne p ezusaIsS,un ep eNopuoo 3uoIzelOdo
0oue ome8so oje183ouuep
anbunuroo o opnu .! 'o»gyuoOS oYo qid oonsyie-eied ojusuejojduoo
IP oSsapoid un uoo 'opuerßoqujoa azoßun33ei 19)od ip aunsord Is oy»
Ipuinb 'oueußuo ojeis oun uf 'ouFsLud uj ouoIznijisai p 3]uou[eIONÐI
ounsudu Ip ouiuouis epuO0as e[[Ou«Ononu» 3]UIUesuj 3iLIedde p
9u eutðLIO OJEJs ons je ojeIIodiu 3OSse.p ejnjsod uou eYp a 0]essed jep
ousIAOId 1o oyo o113880 Ip eI1oyusjne pa qiLisojui ens e]jou ejIepueuen
eious1uew iod eIs ayo eoNsIIe-0OLIOJS °O13au asioj o 'eoIsne 'poLI
-o1s ezueiuoujso] toIIUe.I[Pp
BLLOIeu ejns oju3AIO]ui ojus]je 'ooiuoI
a 0oynuoLIS
3]UwNUIUIua oje *auoyzEAIOSuoo o u o osa]ut euird
PI[ou :o]eOYIuBIS OSsOJs oI[e aIepueuI eIquIs uou «oine]sa»
OUIuIO]
I! queus IqISnejd "[uoZELIAJJU onp ajjou oYo
orqqnpui g OZUBIu
-Ouiso ayojue 3[op ei1oIusINe,j9p ojjdeos e
aeuoJ «oujsudu»
o11qapu 'ouueõul JeIzuejsos «ojjsuer» ouo0 ounejsaI o 'o[[qIdesoau!
uau[eiou 'oLIessaoau oue onbunp a ouoIzeAIOSUOI Ouoo
oine1s3N
ouoiseI öiep uou Qnd is uou e «unssnN
ystug e auouojed ep [uIeu 1op ouFs;idiu |!
[u uOu enoup)
o108LIIp p oiueIj
appe oruojuy a *oIapaAjOg 1Pp os1oL I! OJEInejsar
ep ouaq qprens ts ofpauejsoiN :n8aso Ieu ouonj uou
oyo ouos
{|[onb
oJo1estnIUI.I Odop o2od eaopnjpuoouO3Iuu
op oenu) ojnigSI.Ij9p aio113IIp ;unejsau ]» *onejsod
10
eroe 'quequn !uuBaoLO 'Pis[AI3JuI eun
uI ouos Iuue .unoje *ojuoujenjund
ojes uou eAeullajJe '«oja]oid e ojeAlosuOd
oyo Q1 ojn] eINeIsaI IS
*oJEAl9suoo eolJIußis aieinejsad»
ousudu 'euoizealasuoo 'oune]soH
O]ses ojo|deo
356 A'1icinamento al restauro
Brandi. Teoria (1963) 1977. p. 6: ID., voce Restauro (Concetto del restauro; problemi
general1j. in EnciciOPE DIA Universale dell'Arte, vol. XI, Venezia-Roma 1963, coll.
323-332
.E. Gaveza. Lna politica dei beni culurali per la Liguria, in «indice per i beni culturali
dei lerritorio ligure, . 1976, 1. p. 4.
Cfr. le considerazioni a riguardo svolte in G.C. Argan, Giro d'halia in arte-bus, in
L'Espresso XXIV. 1978, 9. pp. 85 e 91
Restauro, conservazione, ripristino 357
Carta di Venezia (1964), art.9, «... scopo [del restauro] è di conservare e di rivelare i
valori formali e storici del monumento..»; Carta del Restauro 1972, art.4, «... s'intende
in efficienza, a facilitare la lettura e a
per restauro qualsiasi intervento volto a mantenere
trasmettere integralmente al futuro le opere ...),
L a «più grave eresia del restauro» secondo Brandi, Teoria (1963) 1977, p. 26 e, sul
D
Restauro, conservuzione,
ripristino 359
orientamento. Il
punto qualificante
critico, è nella
drastica distintivo, rispetto al 'restauro
e
A
filologico.
parteJ. Ruskin, l'atteggiamento che fa discendere dal
storico-estetico l'operatività del restauro non ha eccezioni; giudizio
esso
vitale, almeno in termini teorici, fino al 1920 circa. prosegue
dagli sviluppi della riflessione storiografica moderna, Dopo
viene superato
considerare sorpassate, afferma Bellini, anche le sviluppi tali da far
restauro critico', ancora fondate su posizioni del successivo
tenuti di tale orientamento filosoficopresupposti
idealistici mentre i con-
Inoltre Ruskin aveva intuito con
oggi non sarebbero
più condivisi.
grande anticipo che la tutela va anche
pensata in termini di valutazione economica e sociale dei beni culturali.
posizione riemersa in piena luce solo di recente.
Esistono davvero testimonianze rilevanti ed altre non altrettanto
importanti in storiografia? Per rispondere positivamente si dovrebbe
asserire la possibilità d'una 'conoscenza totale' del mondo storico, cosa
che la riflessione storica attuale nega. I giudizi storiografici sono d'ordine
relativo, in funzione del materiale documentario, degli orientamenti e
della formazione dello storico-ricercatore, dello scopo stesso della ri
cerca, della temperie culturale nella quale essa si svolge. La conoscenza
che si ha del passato è sempre limitata; ne consegue che l'operatività di
restauro non può né deve nascere e svilupparsi dalla storiografia.
Vale più il quadro di Raffaello, ci si potrebbe domandare provocato-
riamente, o il bidone della spazzatura? La risposta può variare in fun-
zione degli interessi dello storico (ed in effetti oggi, in campo archeolo-
alimentari, consentito dallo
gico, lo studio dei residui, anche soltanto
cloaca possono darci interessanti
Scavo stratigrafico d'un pozzo o d'una
come ci dimostra la recente vicenda
notizie, in altri tempi impensabili,
sulle antiche fogne del Colosseo in Roma). Da qui l'affer-
dell'indagine
360 A'vICnamento al r'Cstauro
suo
proposizioni
dal
invece alcune ce oggI piu
posto Der
non
Testauratore:
disciplinare
del
restauro
'rilazioni'
o per
qualsiv sivoglia ope-
Nellambito estemporanee
conseguente
TiproduZione del
per
disinvolti "ripristin remozione/sostituzione
e di
con l'impegno civile,
1'7
di coincidere
. . .
tatione.
non può che c o n s e r v a z i o n e
dell'esi
Cstruto. Il restauro oggi alla
effettiva
tecnico, di tutte le strategie
e
deontologico a punto
Culturale,
con l'impegno
alla messa
dell'obiettivo di garantire la
Stete e dunque conseguimento vista della
il a noi in
CIentitiche disponibilh per è guntO
Iino
2. Ciò possibile
arte magica
perdute del
Non c'è alcuna vila le componenti
SCmpre. richiamare in
di testimonianza materica e
ingenua nostalgia .
come
Quest'ultimo sopravvive
nostro passato. SIngolare, irriproducibile
fsica.
sintutura solo in quanto persistenza e
dall'uomo . .
dal tempo
materia provata,
contrassegnata
esistente e s'impegna a rispet-
contesto fisico
3. li restauratore opera sul costituisce il patrimonio com-
conservarlo. L'esistente
tarlo, conoscerlo e
risorsa, caratterizzata dall'es-
insostituibile
società, la sua
piessivo di una
irripetibile... in una parola irripro-
sere comunque singolare, unica,
ducibile. sottrae autenticità e auto-
falsa descrizione'
La riproduzione come
valore storico che valore d'anti-
4
fabbrica, inganna e mistifica sia
rità alla
e penalizza lo stesso mortifica
sostituendovisi
-
chità
-
e comunque
progetto del nuovo.
si identifica con la tutela attiva
5. La corretta pratica-teorica del restauro
l'ulteriore mano-
attraverso la cura, la manutenzione e non
e tempestiva,
nella paziente ricerca dei modie delle
cause
missione. La cura si esplica
del degrado, e nella punto di adeguate discipline
progressiva messa a
analitiche (rilievo materico e tecnologico, tecniche di ascolto diagnostico,
elaborazione del conseguente pro-
indagini non distruttive, ec.) e nella
fine di conservare, nella consistenza fisica delle opere, l'autenticità di queste» (p. 29); in
essi a concienza della -paradossalità» dell'assunto della conservazione integrale ha
portata al rifiuto, comunque, di ogni tesi di «natura totalizzante», per cui, ammesso che
qualungue intervento modifica la realtà», ne discende che pur «nel più conservatore
dei testauri cistono momenti progettuali e quindi creativi», oppure che «la pratica della
coserazcee non esclude a priori la trasformazione voluta; tende a minimizzarla e
subordinaria a valutazioni che non provengono da premesse ideologiche, soggettlve
( c e sono qucile estctiche) per riferirisi a ragioni che hanno un grado di temporanea
oggettività (sl degrado irrecuperabile della materia) o taluni confini di oggettività, come
cgni itaii (A. Bell1ni, p. 33).
Con i che mi sembrá che lintera questione si rimetta in movimento e che si torni a
progoTe nuovamente criteri di giudizio e di scelta, meno
'ideologici' forse, ma non per
questo necessariamcnle pru appropriati alle ragioni di fondo della tutela.
.
364 Avicinamento al restauro
nel gratuito», p. 13: la risposta, secondo l'autore, è prima nel cauto buon senso, non certo
in affermazioni assolutizzanti, poi nel «progeito di restauron svolto secondo un codice non
espressivo, ma ordinatorio e descrittivo», con l'obiettivo di assestare «le tracce del tempo
in un organismo senza sostituirlo con un altro o, all'opposto, imbalsamarlo», p. 17).
Del medesimo autore si v. anche Note per un superamento dell'antinomia 'restauro-
conservazione', in SAGGI in onore di Renato Bonelli («Quaderni dell'Istituto di Storia
dell'Architettura», n.s.. 1990-92, 15-20), a cura di Corrado Bozzoni, Giovanni Carbonara,
Gabriella Villetti. pp. 889-892.
Sulla medesima linea di ricerca si collocano, con orientamento nettamente teorico, la
prima parte del libro di B.P. Torsello, La materia del restauro. Tecniche e teorie analitiche,
Venezia 1988, pp. 7-112 e, con taglio più operativo, il poderoso volume di G. Rocchi,
Istituzioni di restauro dei beni architettonici e ambientali. Cause - Accertamenti- Diagnosi
- Prevenzione Interventi - Collaudi, seconda edizione, Milano 1990. Va menzionato,
infine, l'intero MaTERiIA Signata-haecceitas. Tra restauro e conservazione, a cura di Roberto
Masiero e Renata Codello, Milano 1990, ove i due termini filosofici, riferibili a Tommaso
d'Aquino il primo e a Duns Scoto il secondo, stanno a significare due modi contrari di
rapportarsi al passato, uno attento alla complessa storicità del testo materiale, stratificato
e segnato dal tempo, l'altro all'ultima configurazione da esso raggiunta ed, in sostanza,
alla sua forna attuale.
A tale orientamento sono improntati, nel loro complesso, i lavori di C. Chirici, Il
problema del restauro, Milano 1971; M. Gregori, Per la tutela dei beni artistici e culturali,
editoriale in «Paragone», XXII, 1971, 257, pp. 3-18; M. Calvesi, Prefazione (non firmata)
a M. DvoYák, Catechismo per la tutela dei monumenti, inserto redazionale in «ltalia
Nostra», XIV, 1972, 96, pp. 3-4; A. Conti, Storia del restauro, s.l. s.d. [ma 1973]. Cir.
inoltre M. Tafuri, Teorie e storia dell'architettura, Bari 1968, p. 13 («Né è più possibile
rifugiarsi in quella che, per tradizione, è stata la valvola di sicurezza della critica: il
giudizio assolutorio o di condanna sull'opera in sé»; nonostante ciò «non vorremmo si
equivocasse: non intendiamo affatto dire che il giudizio debba essere eliminato in una
sorta di limbo relativistico ove tout se tient». Si contestano piuttosto gli atteggiamenti
dogmatici della critica, considerati assurdi di fronte all'attuale sconcertante panorama che
induce ad una sorta di provvisoria sospensione del giudizio» e ad una rimeditazione sui
significati intrinseci della critica stessa) e M. Calvesi, Riscoprire il ruolo del museo, in
Corriere dellasera», 6 aprile 1975 (il «e'critico [deve poter] dire la sua non già emettendo
verdetti di qualità o pronunciamenti di fede... ma estraendo.. il senso di un discorso, di
un tema, di un assunto»).
2Cfr. gli enunciati della Dichiarazione finale del Convegno di Gubbio in SaLVaGUAR-
Restauro, conservazione, ripristino 365
DIA e risanamento dei centri storici, Gubbio 17-18-19 settembre 1960, in «Urbanistica»,
1960, 32, pp. 65-100 (Dichiarazione, pp. 66-67) poi la bibliografia riportata in G. La
Monica, Ideologie e prassi del restauro, Palermo 1974 e, più ampiamente, in A. Giuliani,
Monumenti, centri storici, ambienti, Milano 1966.
2 Ci r i f e r i a m o in p a r t i c o l a r e a Chirici, I l p r o b l e m a 1971 e Dezzi Bardeschi, Restauro: